Misura dell’indice di rifrazione relativo dell’acqua rispetto all’aria mediante immagini digitali Introduzione Quando la luce incide perpendicolarmente alla superficie di separazione tra le due sostanze, ad esempio acqua ed aria, il fascio l’attraversa indisturbato, proseguendo nell’aria senza alcun cambio di direzione. Se, invece, il fascio incide sulla superficie di separazione con certo angolo, una parte della luce del fascio viene riflessa ed una parte viene invece rifratta, ossia attraversa la superficie di separazione cambiando la direzione di propagazione (Figura 1). Figura 1 Nello schema di Figura 1 un fascetto si propaga dall’acqua all’aria, quindi si dirà che esso incide sull’interfaccia acqua-aria. Si chiama angolo di incidenza l’angolo formato dalla retta che rappresenta la direzione di propagazione del fascetto incidente nel primo mezzo (in questo caso l’acqua) con la retta perpendicolare all’interfaccia stessa. In Figura 1 l’angolo di incidenza è indicato con il simbolo θi. Si chiama angolo di riflessione l’angolo formato dalla retta che rappresenta la direzione di propagazione del fascetto riflesso (cioè dopo aver incontrato l’interfaccia) con la retta perpendicolare all’interfaccia stessa. In Figura 1 l’angolo di riflessione è indicato con il simbolo θr. Si chiama angolo di rifrazione l’angolo formato dalla retta che rappresenta la direzione di propagazione del fascetto rifratto nel secondo mezzo (in questo caso l’aria) con la retta perpendicolare all’interfaccia stessa. In Figura 1 l’angolo di rifrazione è indicato con il simbolo θ’r. Sperimentalente si osserva che: - quando la luce è riflessa, gli angoli di incidenza e di riflessione sono uguali, cioè θi = θ r - il fascetto rifratto e il raggio riflesso formano con la perpendicolare all’interfaccia angoli di incidenza e rifrazione tali che (legge di Snell) sin (θ i ) = n1,2 sin (θ 'r ) dove n1,2 è una costante che dipende da entrambe le sostanze o materiali. In particolare si definisce n n1,2 ≡ 2 n1 dove n1 e n2 sono detti indici di rifrazione delle sostanze in cui si propagano rispettivamente il fascetto incidente ed il fascetto rifratto. Nel caso particolare in figura, il fascetto incidente si propagava in acqua mentre il fascetto rifratto in aria: si può determinare sperimentalmente che in questo caso n1 = nacqua ≅ 1.33 e n2 = naria ≅ 1 . In conseguenza della legge di Snell, quando la luce passa da un mezzo con indice di rifrazione minore a un mezzo di indice di rifrazione maggiore, il raggio rifratto si avvicina alla perpendicolare all’interfaccia, mentre se la luce passa da un mezzo di indice di rifrazione maggiore ad uno minore, si allontana dalla perpendicolare all’interfaccia. Quando la luce passa da una sostanza o materiale con indice di rifrazione maggiore ad uno minore, come nel caso della Figura 1, il più piccolo angolo di incidenza per cui non si ha più rifrazione si chiama angolo limite. In tali casi poiché il fascetto rifratto si allontana dalla normale, esso arriverà ad un valore di 90° oltre il quale non esisterà più il fascetto rifratto e tutta la luce si rifletterà nuovamente nella sostanza o materiale in cui si propagava il fascetto incidente. L’esistenza dell’angolo limite è legata al fatto che, dalla legge di Snell introdotta sopra, è possibile trovare dei valori di θi per il quali l’angolo di rifrazione θ 'r è tale che: n1 sin (θi ) ≥ 1 n2 Il più piccolo di questi valori, quando θ 'r = 90°, detto appunto θl , è quindi quello per cui: sin (θ l ) = n2 . n1 Nel caso in esame, n1 = nacqua ≅ 1.33 , n2 = naria ≅ 1 e θl ≅ 48,75°. Quindi, per avere riflessione totale, un fascetto deve propagarsi da una sostanza con un dato indice di rifrazione ad un’altra con indice di rifrazione minore. Il fenomeno della riflessione totale permette di condurre la luce da un luogo all’altra seguendo percorsi non rettilinei (come nelle fibre ottiche). Misura dell’indice di rifrazione mediante foto digitali Un tipico percorso di un fascio incidente e rifratto (laser rosso, lunghezza d’onda circa 632 nm) è mostrato in Figura 2. Il fascetto si propaga dal basso verso l’alto, da acqua ad aria. Mediante un software di Geometria dinamica (es. Cabrì o Geogebra) è possibile approssimare la traiettoria del fascetto in acqua ed in aria e determinare gli angoli di riflessione e rifrazione. Figura 2 Il procedimento è il seguente. Si individua la retta w che rappresenta lo spigolo visibile del piano che rappresenta l’interfaccia acqua-aria. Quindi, si fa passare una retta perpendicolare z a w passante per il punto P in cui il fascetto viene rifratto (Figura 3). Figura 3 A questo punto si tracciano due segmenti (in giallo, EP e PF, Figura 4) in modo da sovrapporli al fascetto incidente e rifratto, cercando di approssimare al meglio la loro completa traiettoria. Figura 4 Infine si individuano gli angoli di incidenza e di rifrazione (Figura 5). Per individuare l’angolo di incidenza è sufficiente individuare un punto sul segmento PE (T), un punto sull’asse z di quota minore di P (S) e P come vertice. Si procede in modo analogo per individuare l’angolo di rifrazione (usando i punti R, Q e P come vertice) Figura 5 Utilizzando la funzione “Misura” di Cabrì (o equivalente in GeoGebra) è possibile determinare il valore degli angoli di incidenza e rifrazione. Utilizzando più foto è possibile costruire una tabella degli angoli di incidenza e rifrazione e dei relativi seni e verificare se i punti sono allineati. Quindi, ricavare un fit lineare dei dati del tipo sin (θ r ) = a sin (θi ) + b . Il parametro b dovrebbe essere compatibile con zero; il coefficiente angolare a restituisce una stima dell’indice di rifrazione dell’acqua rispetto alla aria (circa 1.33). N.B. Se possibile, si consiglia di ricavare per ogni foto più valori degli angoli di riflessione e rifrazione per diminuire l’effetto di possibili errori dovuti ad una non corretta individuazione della superficie dell’acqua o del punto di in cui avviene la rifrazione. Tali errori possono essere dovuti alla qualità della foto e alla risoluzione dello schermo.