Dante Delivery of AdvaNced TEchnology Anno IX - n. 2 – Luglio 2010 In questo numero: • Ottimizzazione del percorso clinico-assistenziale • Rassegna stampa • Leggi e Professione Percorso clinico-assistenziale per la gestione di paziente affetto da neoplasia polmonare Alessandra Cancellieri, Arrigo Bondi Anatomia Patologica Ospedale Maggiore Bologna La struttura del percorso I l Dipartimento di Oncologia dell’Azienda USL di Bologna ha elaborato un “percorso” aziendale per la gestione del paziente affetto da neoplasia del polmone, ottimizzando la rete di servizi esistenti e assicurando in ogni fase una continuità assistenziale. Tre gruppi di lavoro, ciascuno coordinato da un capofila, sono preposti rispettivamente alle fasi di diagnosi/stadiazione, terapia chirurgica/non chirurgica e follow up/cure palliative. In breve, ad ogni paziente con il sospetto clinico/radiologico di neoplasia polmonare viene assicurata una visita pneumologica entro 1 settimana se ambulatoriale, o entro 48 ore se ricoverato; se il sospetto è clinico, viene eseguita una Rx torace entro il 1° giorno. L’evidenza clinica Vengono considerati come segni e sintomi di neoplasia polmonare l’emottisi o i seguenti sintomi o segni senza causa evidente o persistenti per più di 3 settimane: tosse, dolore alle spalle o al torace, dispnea, calo ponderale, raucedine, finger clubbing, segni suggestivi di metastasi (cerebrale, scheletrica, epatica o cutanea), linfoadenopatia cervicale o sovraclaveare. Le conferme strumentali Ogni paziente riceve una conferma istologica e/o citologica della neoplasia primitiva mediante metodiche di prelievo che partono dalla broncoscopia diagnostica, per procedere ad altre di invasività crescente qualora la prima non fornisca materiale adeguato (nell’ordine, biopsia transparietale TC guidata e, successivamente, metodiche chirurgiche quali VATS, mediastinoscopia e minitoracotomia). A questo proposito, ricordiamo che il materiale ottenuto deve essere sufficiente non solo per una generica diagnosi di malignità o anche di carcinoma non a piccole cellule (NSCLC), ma per definire con precisione l’istotipo della neoplasia, come imposto dalle attuali terapie oncologiche. Oltre alla broncoscopia, che assume anche funzione stadiativa attraverso il campionamento di linfonodi mediastinici, il paziente viene sottoposto a TC torace/addome con mezzo di contrasto e TC encefalo e/o scintigrafia ossea in pazienti sintomatici o con au- mento della fosfatasi alcalina. Anche la conferma di lesioni secondarie sarà ottenuta con le metodiche meno invasive. L’approccio multidisciplinare Il paziente che risulti potenzialmente operabile o passibile di radioterapia con finalità radicali sarà sottoposto ad ulteriori indagini preoperatorie (TC/PET total body, spirometria con DLCO, scintigrafia perfusionale, definizione della VO2 max, valutazione anestesiologica, valutazione fisiatrica con rivalutazione a 24 ore dall’inter vento). I casi dubbi (stadi IIIA, N2, IIIB o altri casi (Continua a pag. 2) Anno IX - n. 2 – Luglio 2010 Reg. Trib. di Milano n. 32 del 28/01/2003 Editore Springer-Verlag Italia Srl via Decembrio 28 - 20137 Milano Realizzazione a cura di Medicom divisione di Springer-Verlag Italia Srl Direttore Responsabile Antonella Cerri Stampa Geca SpA - via Magellano 11 Cesano Boscone (MI) Contiene IP Dante Delivery of AdvaNced TEchnology (Segue da pag. 1) Le proposte terapeutiche particolari), sono discussi in un incontro multidisciplinare, accreditato ECM, a cui partecipano chirurgo toracico, radioterapista, oncologo, pneumologo, radiologo, medico nucleare, anatomo-patologo. Ogni paziente deve completare l’iter diagnostico/stadiativo ed essere avviato alle terapie del caso entro 40 giorni dall’attivazione del percorso. A tale scopo, vanno rigorosamente rispettate le se- Accesso del paziente con sospetto di tumore polmonare al percorso diagnostico/stadiativo in DS o DH pneumologico o di chirurgia toracica Esami di 1° livello • TC torace mdc • TC addome mdc • TC encefalo solo in caso di sintomatologia • Scintigrafia ossea se dolore e/o aumento fosfatasi alcalina Vedi percorso specifico NO Paziente con malattia metastatica? SI Valutazione condizioni cliniche <50 (non buone) >50 (buone) Visita oncologica Definizione citoistologica Esami di 2° livello: Fibroscopia con biopsia o Biopsia TC guidata Terapia palliativa SI In base alla localizzazione del tumore Microcitoma? NO NO Metastasi singola? SI Valutazione MDT TC PET già eseguita? NO Completamento stadiativo con TC PET guenti tempistiche: TC total body (esecuzione e refertazione entro 1 settimana), broncoscopia (esecuzione entro 1 settimana), esami anatomo-patologici (refertazione entro 1 settimana), PET total body (esecuzione e refertazione entro 2 settimane). Il referto istologico operatorio deve pervenire entro 10-15 gg lavorativi. Nei pazienti da sottoporre al trattamento oncologico-radioterapico, la prima visita programmata è quella oncologica, a cui seguirà, anche nella medesima giornata, la visita radioterapica. Una TC di restaging (o altri esami di rivalutazione, ad es. PFR) viene eseguita a 1-2 settimane dal termine delle terapie neoadiuvanti. Dopo trattamento medico neoadiuvante, può essere rivalutata collegialmente l’indicazione all’intervento chirurgico, che deve comunque avvenire entro 40 gg dal termine della terapia neoadiuvante. Al termine del programma terapeutico il paziente viene avviato ad un programma di follow up secondo le modalità concordate nell’ambito del percorso. Attraverso tutte le fasi del percorso, in ogni Unità Operativa viene individuato un infermiere case manager che raccoglie e trasferisce la documentazione, programma gli esami, informa il paziente e ne verifica la comprensione, prenota con tempestività la visita presso la successiva U.O. Punti di forza e di debolezza SI Visita oncologica NO E operabile? SI Chemioterapia ± radioterapia ± Terapia endoscopica palliativa Invio al chirurgo toracico Vedi percorso chirurgico paziente senza malattia metastatica Flow chart paziente con malattia metastatica Quali sono i punti di forza e quali le debolezze del percorso? I punti di forza risiedono nella rapidità delle fasi diagnostica e terapeutica e nella continuità assistenziale: il paziente passa da una fase all’altra in modo rapido e agevole, con il concomitante trasferimento di tutte le informazioni necessarie garantito sia in prima persona dall’infer- Accesso del paziente con sospetto di tumore polmonare al percorso diagnostico/stadiativo in DS o DH pneumologico o di chirurgia toracica Esami di 1° livello • TC torace mdc • TC addome mdc • TC encefalo solo in caso di sintomatologia • Scintigrafia ossea se dolore e/o aumento fosfatasi alcalina Vedi percorso specifico SI Paziente con malattia metastatica? NO Definizione citoistologica Esami di 2° livello: Fibroscopia con biopsia o Biopsia TC guidata SI In base alla localizzazione del tumore Microcitoma? NO Completamento stadiativo con TC PET Valutazione multidisciplinare NO Esami preoperatori • PFR o DLCO • Scintigrafia polmonare • Visita anestesiologica • Valutazione fisiatrica Radioterapia escusiva ± Chemioterapia Chemioterapia ± Radioterapia neoadiuvante ± Terapia endoscopica Paziente operabile? SI Accetta intervento? Rivalutazione MDT NO Paziente operabile Invio al chirurgo toracico NO Valutazione multidisciplinare SI SI Intervento chirurgico Visita oncologica Chemioterapia ± Radioterapia adiuvante Follow-up Flow Chart paziente senza malattia metastatica Chemioterapia ± Radioterapia neoadiuvante ± Terapia endoscopica Follow-up R RassegnaStampa R percorso, o alla carenza di personale: in particolare, l’impegno organizzativo ricade ampiamente sull’infermiere case manager, che assume un ruolo centrale, responsabilizzato e gratificante, ma che richiede senza dubbio una non comune sensibilità professionale. R miere case manager che dalle valutazioni multidisciplinari di personale dedicato. I tempi proposti sono attuabili in gran parte delle realtà lavorative italiane. Tuttavia, possono sorgere criticità dovute al rispetto della tempistica, che rappresenta un elemento essenziale del PRIMO CASO DI AMILOIDOSI SENILE POLMONARE? Nell’amiloidosi senile, il coinvolgimento polmonare è sempre stato descritto come un reperto “incidentale” peraltro riferibile a un numero molto modesto di esami autoptici. Gli Autori Statunitensi riportano quello che essi stessi definiscono il primo e unico caso di amiloidosi senile polmonare che presenti, come principale manifestazione clinica, una deposizione, sotto forma di conglomerato nodulare, di proteina amiloidea transtiretina. Nel paziente di 82 anni descritto, l’insieme soprattutto del reperto istologico associato a quelli immunoistochimici ha permesso di definire una diagnosi certa di amiloidosi senile nodulare. Roden AC. et al. Hum Pathol 2010; 41(7):1040-5 RECIDIVE DI MENINGIOMA: QUALI I FATTORI PREDITTIVI? Fino ad oggi il fattore più importante per valutare il tasso di recidiva del meningioma, post resezione chirurgica, era considerato l’estensione della resezione stessa. Lo studio di altre variabili aveva invece fornito risultati contraddittori. In questo studio, attraverso soprattutto le analisi immunoistochimiche, sono stati valutati principalmente i fattori angiogenetici e l’espressione dei recettori per estrogeni e progestinici. Densità vascolare il fattore maggiormente associato alla recidiva di meningioma, fattore indipendente sia rispetto allo stato ormonale sia alla estensione della resezione chirurgica. Un nuovo parametro da considerare? A tal proposito gli Autori sottolineano la necessità, per i pazienti ad alto rischio di recidiva, di essere sottoposti a un trattamento aggiuntivo post chirurgia. Guevara P. et al. J Neurooncol 2010; 98: 379–384 PM possa lui stesso contro esaminare il consulente della difesa o il perito nominato dal Giudice nel corso della cross examination. CONSULENZA AL PUBBLICO MINISTERO GLI ASPETTI PRELIMINARI L’incarico di consulente del Pubblico Ministero (PM) ha natura di ufficio pubblico e non può essere rifiutato dal soggetto designato. Il consulente tecnico deve attenersi alle istruzioni impartite dal PM, fornendo le risposte oggetto del quesito formulato dal magistrato il quale resta l'unico a decidere a quali atti di indagine il consulente è chiamato a partecipare e quali atti già compiuti e presenti nel fascicolo d'ufficio possono essere esaminati dal consulente stesso. RISERVATEZZA E MISURE PROCEDURALI Ne deriva che il consulente si confronta solo con il PM, non essendo tenuto a mostrare i risultati della propria opera ad altri soggetti [si configurerebbe violazione dell’obbligo di segreto (articolo 329 C.P.P.)]. Allorquando l'incarico demandato al consulente comporti attività non ripetibili (tipico esempio è l’esecuzione di un esame autoptico) la consulenza sarà destinata a entrare direttamente nel fascicolo processuale e, pertanto, dovrà svolgersi con il contraddittorio delle parti. Di conseguenza gli accertamenti non ripetibili dovranno svolgersi alla presenza del difensore ed eventualmente del consulente tecnico nominato dall'indagato, i quali avranno pieno diritto di formulare osservazioni e riserve di cui il consulente del PM dovrà dare atto nel proprio elaborato scritto. FASE PROCESSUALE Una volta poi che il procedimento sia giunto alla fase processuale, il consulente potrà essere chiamato dal PM in udienza per rendere testimonianza sull'attività svolta: è curioso notare come, al consulente tecnico si applichino le regole del comune testimone ai sensi dell'articolo 501 C.P.P., peraltro ben sapendo che al consulente verranno comunque richiesti giudizi ed opinioni, il che, al contrario, al testimone non è concesso. In sede dibattimentale, peraltro, è esplicitamente escluso che il consulente del DIRITTI E PREROGATIVE DEL CONSULENTE Infine, il PM può nominare un suo proprio consulente nell'ambito di una perizia disposta dal Giudice: è solamente questi e non altri il perito che, all'atto della nomina, è tenuto al giuramento ai sensi del codice di procedura penale. In occasione di perizia disposta dal Giudice entrambi i consulenti di parte hanno diritti e prerogative del tutto assimilabili: essi possono assistere alle operazioni del perito, che peraltro è tenuto a comunicare ad entrambi tutti gli atti di indagine tecnica che si accinge a compiere, formulando riserve ed eccezioni. In ogni caso il dominus dell'attività è il Giudice che ha disposto la perizia il quale è il solo a potere stabilire a quali atti sia concesso di accedere ai consulenti di parte, potendo egli solo risolvere, con provvedimenti ad hoc, ogni altra questione che sorga nel corso della perizia. Marco Carucci Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, specialista in Anatomia Patologica ✃ Nome Cognome Via/Piazza CAP e Città Telefono Fax E-mail Desidero ricevere la News Letter Non desidero ricevere la News Letter Le saremmo grati se, in entrambi i casi soprariportati, volesse fornirci i Suoi commenti sull’iniziativa Spedire, in busta chiusa, a: A. MENARINI Diagnostics, via Lungo l’Ema 7 - 50015 Grassina (FI) Ai sensi e per gli effetti di cui al D.Lgs. n°196/2003, il sottoscritto……………………………………………………………… dichiara espressamente di prestare il consenso all’intero trattamento dei propri dati da parte di Medicom - Divisione di Springer-Verlag Italia Srl. Ai sensi dell’art. 7 del medesimo D. Lgs. n°196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, rettificare e cancellare i propri dati scrivendo a Medicom - Divisione di Springer-Verlag Italia Srl, Via Decembrio 28-20137 Milano