Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Ingegneria PROGETTO DI SISTEMI AMPLIFICATORE VALVOLARE PER BASSO Stefano Andreozzi - Gabriele Buzzi - Paolo Di Marco C. d. L. Ingegneria Automatica - Anno Accademico 2004/05 a Gianfranco Marziano 2 Indice Introduzione 5 1 Preamplificatore 6 1.1 Polarizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.2 Stadi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.3 Analisi della configurazione tensione parallelo . . . . . . . . . . . . . 7 1.4 Blocco base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.5 Amplificazione del differenziale 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.6 Amplificazione del catodo comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 1.7 Guadagno complessivo del blocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 1.8 Modello a catena aperta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 1.8.1 Calcolo dei poli dominanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 1.8.2 Modello in bassa frequenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 1.8.3 Modello in alta frequenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 1.9 Modello a catena chiusa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 1.10 Considerazioni e conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2 Equalizzatore 23 2.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 2.2 Bassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 2.3 Medi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 2.4 Acuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 2.5 Considerazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 3 3 Stadio finale 33 3.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 3.2 Progetto dello stadio di potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 3.3 Trasformatore di uscita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 3.3.1 Spiegazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 3.4 Polarizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 3.5 Analisi della configurazione tensione serie . . . . . . . . . . . . . . . . 39 3.6 Parametri della valvola d’ingresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 3.7 Amplificazione dello stadio d’ingresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 3.8 Parametri dello stadio differenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 3.9 Amplificazione del differenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 3.10 Parametri dello stadio di potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 3.11 Amplificazione dello stadio di potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 3.12 Amplificazione totale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 3.13 Analisi in frequenza dello stadio d’ingresso e invertitore . . . . . . . . 44 3.14 Analisi in frequenza dello stadio differenziale . . . . . . . . . . . . . . 46 3.15 Analisi in frequenza dello stadio di potenza . . . . . . . . . . . . . . . 47 3.16 Funzione di trasferimento dello stadio finale . . . . . . . . . . . . . . 47 3.16.1 Funzione di trasferimento dello stadio non controreazionato . . 47 3.16.2 Funzione di trasferimento dello stadio controreazionato . . . . 48 3.17 Stabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Conclusioni 50 Schemi 53 4 Introduzione L’obiettivo è progettare, simulare e realizzare un amplificatore per chitarra basso con una rete equalizzatrice a tre bande e il finale in push-pull. Questo amplificatore è sostanzialmente indicato per l’utilizzo casalingo, data la bassa potenza in uscita (10 WRMS ). Il preamplificatore deve essere caratterizzato da un guadagno massimo in tensione di 20 dB. Questo è ottenuto mediante una rete che effettua una controreazione di tipo tensione-parallelo. Questa tecnica è utilizzata nelle configurazioni degli amplificatori operazionali ed è stata trasferita nel progetto. Lo stesso tipo di controreazione è stato adottato anche nello stadio equalizzatore per evitare, mediante l’utilizzo di una rete attiva, problemi di alta attenuazione (attorno al range 10 ÷ 20 dB) che si verificano invece nelle reti passive. Inoltre questa scelta determina anche un sensibile miglioramento del SNR e una contestuale diminuzione della distorsione. La rete fornisce ±12 dB per ognuna delle tre bande di tono. Lo stadio finale è realizzato mediante due pentodi 6V6 GT collegati in push-pull. GAIN RETE DEI TONI altoparlante BLOCCO BASE BLOCCO BASE STADIO FINALE (PREAMPLI) (EQUALIZZ.) PUSH−PULL Figura 1: Schema a blocchi del progetto. 5 TRASFORMAT. Capitolo 1 Preamplificatore 1.1 Polarizzazione Nella polarizzazione dello stadio preamplificatore e del successivo stadio equalizzatore è stato scelto lo stesso punto di lavoro per tutte le valvole (figura 1.1). Tale stato di polarizzazione è tipico degli amplificatori Fender, ed è ottenuto utilizzando una resistenza sull’anodo pari a 100kΩ e una resistenza sul catodo pari a 1, 5kΩ. In questo modo si ottiene una corrente anodica di 1 mA, una tensione di griglia di 1,5 V, un livello di amplificazione elevato e una bassa distorsione, necessari per la realizzazione dello stadio in oggetto e del successivo, con utilizzo della controreazione tensione-parallelo. Nelle simulazioni con LTSpice, la polarizzazione così effettuata mostra dei buoni risultati. 1.2 Stadi Il nocciolo del preamplificatore e dell’equalizzatore è un blocco che emula il comportamento dell’operazionale e che d’ora in poi verrà chiamato blocco base. Quest’ultimo è costituito da tre stadi: un differenziale, un catodo comune e un inseguitore catodico. Su ogni singolo blocco è applicata la controreazione tensione-parallelo (come in un operazionale in configurazione invertente). 6 Figura 1.1: Polarizzazione delle valvole del preamplificatore. 1.3 Analisi della configurazione tensione parallelo Figura 1.2: Configurazione della controreazione tensione parallelo. L’amplificazione con reazione tensione-parallelo ha come struttura tipica quella di figura 1.2. La resistenza di reazione Rf collega ingresso e uscita di una rete amplificatrice invertente. L’inversione di fase fa sì che la reazione sia sicuramente negativa alle medie frequenze; infatti, con segnale vs positivo, la corrente che percorre Rf è 7 tale da sottrarsi a quella erogata dalla sorgente. Quest’ultima, al fine di riportarsi alla schematizzazione di figura 1.3, viene trasformata in sorgente reale di corrente. Figura 1.3: Analisi reazione tensione-parallelo con sorgente reale di corrente. 1.4 Blocco base Figura 1.4: Amplificatore di figura 1.3 ricondotto alla configurazione ideale di controreazione tensione parallelo. L’amplificatore di figura 1.3 può essere ricondotto alla configurazione ideale come si vede dallo schema di figura 1.4, che tiene conto del carico costituito dal quadripolo di reazione. Infatti, per ottenere il circuito d’ingresso del blocco base, occorre porre v0 = 0 dell’amplificatore reazionato; si vede allora che Rf è in parallelo ad Rs . Per il circuito d’uscita del blocco base occorre porre vi = 0; Rf diventa allora in parallelo alla resistenza RL . Anche in questo caso, per correttezza d’analisi, si include Rs nel blocco base, per il quale la funzione di trasferimento da considerare è ora la 8 transresistenza AR = vo . ii Il fattore di reazione è espresso invece come: β= if 1 =− vo Rf Essendo AR negativa, a causa dell’inversione di fase, il prodotto βAR è positivo. 1.5 Amplificazione del differenziale Figura 1.5: Coppia differenziale. Per il calcolo dell’amplificazione in banda passante dello stadio differenziale di figura 1.5 si adotta il modello per piccoli segnali mostrato in figura 1.6. Figura 1.6: Modello per piccoli segnali della coppia differenziale. Il segnale differenziale si ripartisce in egual modo su entrambe le griglie, ma con 9 segno opposto. Il catodo per il segnale è da considerarsi a massa. Il modello per piccoli segnali, con riferimento all’uscita, è un catodo comune con la tensione di segnale in ingresso dimezzata e cambiata di segno. L’amplificazione vale quindi: Adif f = µRp 2(ra + Rp ) dove µ è il fattore d’amplificazione della valvola e ra è la resistenza anodica. I valori sono: Rp = R3 //R8 = 75kΩ, ra ' 60kΩ, µ = 100. Si ha quindi Adif f ' 27, 78, con Adif f,dB ' 28, 87dB. 1.6 Amplificazione del catodo comune Figura 1.7: Catodo comune. La resistenza vista in uscita dallo stadio a catodo comune (figura 1.7) è: Rout = Rg2 + (1 + α)R14 Dove α rappresenta il rapporto della corrente che scorre attraverso la resistenza R14 e la corrente che scorre attraverso R11 . α= IR14 IR11 10 Facendo riferimento alla figura 1.8 si trova che la tensione Vgk dello stadio ad anodo comune è pari a R11 · IR11 . Figura 1.8: Schema per il calcolo della resistenza d’uscita Rout . Il contributo di corrente IR11 su R14 è molto minore rispetto a quello offerto dal generatore controllato gmVgk . Dato il partitore di corrente si ricava IR14 , trascurando IR11 : IR14 ' gmR11 ra IR11 R14 + R12 + ra Vgk = IR11 R11 Perciò α non è altro che: α= gmR11 ra µR11 = R14 + R12 + ra R14 + R12 + ra L’amplificazione in banda passante è: Ack = − µ(R9 //Rout ) ' −58 ra + R9 //Rout Ack,dB ' 35, 27dB Figura 1.9: Modello per piccoli segnali del catodo comune. 11 1.7 Guadagno complessivo del blocco L’amplificazione in banda base G è data dal prodotto delle amplificazioni dei singoli stadi costituenti il blocco: G = Adif f Ack Aca dove Adif f è l’amplificazione del differenziale, Ack è quella del catodo comune e Aca è quella dell’anodo comune (inseguitore catodico). L’ultimo stadio, ad anodo comune, ha l’amplificazione pressoché unitaria. Per questo motivo: G = Adif f Ack = 27, 78 · (−58) ' −1611 GdB = Adif f,dB + Ack,dB = 28, 87dB + 35, 27dB ' 64dB 1.8 Modello a catena aperta Per trattare il modello a catena aperta non si possono semplicemente staccare le impedenze di controreazione. Esse influenzano il guadagno a catena aperta e quindi vanno considerate, come nel circuito in figura 1.10. Figura 1.10: Modello a catena aperta. 12 L’amplificazione corrente-tensione a catena aperta è quindi: Aiv = G(Rs //Rf ) Questo risultato è stato ottenuto nel modo seguente: • si ricava il circuito equivalente a catena aperta del preamplificatore; • si applica il teorema di Norton sulla resistenza Rs e il generatore di tensione Vs : si ha quindi un generatore di corrente equivalente pari a: Is = • si calcola il guadagno corrente-tensione che è Aiv = • la corrente Is è a sua volta: Is = • in definitiva si ha: Aiv = 1.8.1 Vs ; Rs Vout ; Is Vin ; Rs //Rf Vout (Rs //Rf ) Vin R R = G Rss+Rff . Calcolo dei poli dominanti Viene trattata l’amplificazione in funzione della frequenza. A tal proposito vengono individuati i poli e gli zeri della funzione di trasferimento complessiva a catena aperta. Il guadagno dell’amplificatore può essere espresso in funzione della frequenza complessa s nella forma: A(s) = Aiv FL (s)FH (s) dove FL (s) e FH (s) sono funzioni che tengono conto delle variazioni del guadagno rispettivamente per basse frequenze e per alte frequenze. Per frequenze ω À ωL la funzione FL (s) tende a 1. In modo analogo, per frequenze ω ¿ ωH la funzione FH (s) tende a 1. Così, per ωL ¿ ω ¿ ωH si ha: A(s) ' Aiv Da ciò segue che il guadagno dell’amplificatore alle basse frequenze può essere espresso come: AL (s) = Aiv FL (s) 13 Il guadagno alle alte frequenze è invece: AH (s) = Aiv FH (s) L’analisi in frequenza si basa sulla descrizione del comportamento delle reti d’accoppiamento e dei singoli stadi. Ciascuno di essi viene sostituito da un modello equivalente per piccoli segnali. Il modello del triodo viene specificato attraverso un file di libreria all’interno dell’ambiente LTSpice; in particolare i parametri salienti sono specificati nel codice seguente: .SUBCKT NH12AX7 A G K XV1 A G K TRIODENH +PARAMS: LIP= 1.5 LIF= 0.000016 RAF= 0.076498 RAS= 1 CDO=-0.53056 + RAP= 0.18 ERP= 1.5 + MU0= 87.302 MUR=-0.013621 EMC= 0.00000111 + GCO=-0.2 GCF= 0.00001 + CGA=3.90E-12 CGK=2.40E-12 CAK=7.00E-13 .ENDS Dal modello del triodo vengono estrapolati anche i valori delle capacità interne che sono: Cga = 3, 9pF , Cgk = 2, 4pF e Cak = 0, 7pF . 1.8.2 Modello in bassa frequenza A bassa frequenza bisogna considerare solo le capacità esterne e si vanno ad analizzare le reti fra ogni singolo stadio. Nel caso in esame sono stati calcolati tre poli: ωL1 , ωL2 , ωL3 . Polo ωL1 È dato dalla rete in ingresso del differenziale (figura 1.11), costituita dai componenti C1 ed R1 : ω L1 = 1 = 10 · 10−3 rad/s C1 R1 14 FL1 = 1, 6mHz Figura 1.11: Rete in ingresso del differenziale. Polo ωL2 Figura 1.12: Rete che accoppia il differenziale al catodo comune. È dato dalla rete situata tra l’uscita del differenziale e l’ingresso del catodo comune (figura 1.12): ω L2 = ra + R3 ra · C4 (R3 + R8 ) + R3 · R8 · C4 Polo ωL3 Il calcolo di questo polo è analogo al precedente (figura 1.13), ed si basa sulla rete formata da C6 e le impedenze ad essa connesse: ω L3 ' 1 C6 Rout 15 Dove Rout è la resistenza vista in uscita dal catodo comune (già calcolata nel paragrafo 1.6). Figura 1.13: Equivalente del polo ωL3 . Essendo il primo polo ωL1 e il terzo ωL3 distanti più di due ottave rispetto a ωL2 , secondo la tecnica del calcolo dei poli dominanti, essi vengono ignorati perché danno luogo a quella che può definirsi una dinamica secondaria che può essere trascurata. Tutto lo studio del comportamento alle basse frequenze è stato ricondotto quindi all’analisi di un modello con un polo e uno zero. In particolare, il polo della funzione FL (s) è dato da ωL2 , perciò FL (s) assume la seguente forma: FL (s) = 1.8.3 s s + ω L2 Modello in alta frequenza Nel modello in alta frequenza vengono considerati i modelli equivalenti degli stadi componenti il blocco base. In questo modo i calcoli vengono notevolmente semplificati. Amplificatore differenziale L’amplificatore differenziale in figura 1.5 è pilotato in maniera single-ended. Anche se non è ovvio, in questo caso la risposta in frequenza è identica al differenziale pilotato simmetricamente, ed è ricavata come la risposta in frequenza di un catodo comune. 16 Figura 1.14: Calcolo del polo ωH1 . Dato il circuito in ingresso, il polo che si incontra (figura 1.14) è pari a: ωH1 ' 1 ' 662000rad/s 0 ·A (R15 //R16 ) · (Cga dif f + Cgk ) 0 dove Cga = Cga (1 + Adif f ). Figura 1.15: Calcolo del polo ωH2 . Per il circuito in uscita l’altro polo (figura 1.15) è: ωH2 ' (R3 //R8 ) · 0 (Cak + 0 Cga 1 · (1 + 1 ) Adif f 00 · (1 + A )) + Cga ck ' 102000rad/s Coppia catodo comune e anodo comune La coppia catodo comune e anodo comune viene trattata assieme, perché l’anodo comune può essere semplificato con una semplice rete passiva (figura 1.18). Scrivendo l’equazione al nodo del catodo (contrassegnato col la K in figura 1.16) si ottiene: Vo = (gm + ygk ) · Vgk · RK dove RK = R14 //ra = 27, 7kΩ e ygk = 1 R11 + sCgk . 17 Figura 1.16: Circuito equivalente per il calcolo dei poli della coppia catodo comune anodo comune. Per il calcolo dei poli si considera il circuito di figura 1.17. Usando il teorema dell’assorbimento del generatore, si può sostituire il circuito sotto il nodo K con la sua impedenza equivalente Zeq . Viene trascurata Cak perché è una capacità molto piccola che non influisce sul comportamento del circuito. Quindi Zeq = L’impedenza complessiva fra K e massa è ZB 0 = 1 ygk Vo ygk ·Vgk = (gm+ygk )·RK . ygk + Zeq . Figura 1.17: Equivalente per il calcolo dei poli della coppia catodo comune anodo comune. Come mostrato in figura 1.18, questa impedenza può essere rappresentata mediante una resistenza RK in serie ad un circuito RC formato da una resistenza (1 + gmRK )R11 ed, in parallelo, una capacità Cgk . 1+gmRK Quest’ultima, essendo estre- mamente piccola, può essere trascurata nel calcolo del modello, come la precedente Cak . Lo stadio anodo comune è quindi semplificabile, per il calcolo dei poli, con una semplice rete passiva connessa in uscita allo stadio a catodo comune. Ciò semplifica 18 notevolmente i calcoli. Facendo riferimento allo schema in figura 1.18, il polo in alta frequenza è: ωH3 = (Cak + Cga · (1 + 1 ) Ack 1 ' 3, 077 · 106 rad/s + Cga ) · (ra //R9 //(R11 + R14 //ra )) Figura 1.18: Passaggio successivo nel calcolo dei poli. Considerazioni sul modello in alta frequenza Si può facilmente constatare che i poli ωH1 e ωH3 distano da ωH2 più di due ottave e quindi possono essere trascurati. Il polo dominante in alta frequenza è dato proprio da ωH2 . Perciò il modello in alta frequenza FH (s) = 1.9 1 s ωH 2 +1 . Modello a catena chiusa In precedenza è stato calcolato A(s), che rappresenta l’amplificazione correntetensione del blocco base. A(s) = Aiv · s s R15 R16 · =G· s (s + ωL2 )( ωH + 1) R15 + R16 (s + ωL )( ωHs + 1) 2 2 Come descritto nel paragrafo 1.3, la funzione di trasferimento del sistema controreazionato (figura 1.19) è: Gi (s) = A(s) 1 + βA(s) 19 dove β, il fattore di controreazione, vale − R115 . Per ricavare la funzione di trasferimento dell’amplificazione in tensione basta dividere Gi (s) per R16 . Si ottiene un abbassamento della amplificazione in tensione, fino ad arrivare a 20 dB alle medie frequenze e, di conseguenza, un allargamento della banda passante. Ricordando che, alle medie frequenze, |A(s)| ' |Aiv | À 1, si ottiene: Gi = Aiv 1 ' 1 + Aiv β β In tensione si ottiene: Gv = Gi 1 R15 ' =− R16 βR16 R16 Si è pervenuti quindi ad una espressione nella quale il guadagno dipende solo dalle impedenze che formano la rete di controreazione R15 e R16 . Per limitare ulteriormente la banda, che è ancora troppo larga, vengono inserite due capacità (C10 da 200 pF in parallelo a R15 e C11 da 470 nF in serie a R16 . 00 C10 , assieme ad R15 , costituisce un filtro passa-basso con ωH = 1 C10 R15 = 33, 3 · 103 rad/s. C11 , assieme ad R16 , costituisce un filtro passa-alto con ωL00 = C11 R16 = 141, 9rad/s. La banda passante si estende dai 20 Hz fino ai 5300 Hz, soddisfacendo quanto indicato dalle specifiche (figura 1.19). Figura 1.19: Risposta in frequenza del preamplificatore controreazionato. 20 1.10 Considerazioni e conclusioni A B + + − A(s) −A(s) −1 − −β β Figura 1.20: Schemi a blocchi alternativi per il preamplificatore. Il preamplificatore è descritto tramite lo schema a blocchi in figura 1.20A. A(s) è la funzione di trasferimento del blocco base, calcolata nel paragrafo 1.9, mentre β è il fattore di controreazione. È stata utilizzata però una rappresentazione alternativa a tale schema (figura 1.20B), che consente di ricondurre lo studio alla classica controreazione negativa, escludendo il blocco -1. Dal punto di vista della stabilità lo stadio è assimilabile ad un sistema avente la seguente funzione di trasferimento ad anello aperto: Fpre (s) = As (s + ω1 )(s + ω2 ) Tracciando il diagramma di Nyquist di tale Fpre si vede come il sistema sia sempre stabile perché la curva non si avvolge attorno al punto -1 (criterio di Nyquist). La proprietà di stabilità può essere altresì verificata direttamente con l’analisi dei diagrammi di Bode ricavati in LTSpice, che è più precisa in quanto tiene conto anche di tutte le dinamiche trascurate. Da questi diagrammi si evince che il margine di fase effettivo è quasi 50◦ , mentre quello di guadagno è circa 17 dB. Di seguito vengono riportati i risultati di simulazione della stabilità effettuati con Matlab (figura 3.19) ed LTSPice (figura 1.22). Con l’aggiunta dei condensatori C11 e C10 si è limitata la banda dell’amplificatore, migliorando la stabilità del sistema. Si è visto che nel blocco base controreazionato sia il guadagno, sia la banda passante dipendono esclusivamente dalle resistenze che costituiscono la rete di controreazione. Per il calcolo dell’equalizzatore, che è formato dallo stesso blocco base, ma con 21 una controreazione più complessa, basta soltanto calcolare il rapporto fra le due impedenze, senza analizzare i vari stadi in dettaglio. Root Locus Editor (C) Open−Loop Bode Editor (C) 1 40 G.M.: Inf Freq: NaN 35 Stable loop 0.8 Magnitude (dB) 30 0.6 0.4 25 20 15 10 5 0 0 90 −0.2 −0.4 0 Phase (deg) Imag Axis 0.2 −0.6 −90 −0.8 P.M.: 90.7 deg Freq: 8.22e+006 rad/sec −1 −10 −180 −8 −6 −4 Real Axis −2 0 2 6 x 10 0 10 2 10 4 10 Frequency (rad/sec) Figura 1.21: Stabilità con Matlab. Figura 1.22: Stabilità con LTSpice. 22 6 10 8 10 Capitolo 2 Equalizzatore 2.1 Introduzione Figura 2.1: Rete dei toni. Nel capitolo 1, si è analizzato il blocco base con le impedenze di controreazione. Lo scopo del presente capitolo è di analizzare la rete di controreazione che esercita il controllo dei toni applicata allo stesso blocco base nello stadio di equalizzazione. Il controllo è suddiviso in toni bassi, medi e acuti (figura 2.1). L’analisi viene effettuata indipendentemente su ogni singolo controllo, considerando i potenziometri dei restanti due controlli a metà corsa. Sono state effettuate opportune trasformazioni topologiche da stella a triangolo al fine di ricavare le impedenze 23 equivalenti. Il calcolo del profilo di equalizzazione per ogni intervallo di toni viene svolto considerando guadagno massimo per il range di frequenze interessate. 2.2 Bassi Figura 2.2: Rete equivalente per i bassi. I condensatori C2 , C3 e C4 sono considerati circuiti aperti: la rete diventa quindi quella di figura 2.2. Tra l’uscita e l’ingresso sono connesse due impedenze in parallelo. La prima è data da R5 in serie a Rp2 ed R4 , la seconda, invece, da R7 in serie a Rp3 ed R6 . Queste due impedenze possono essere trascurate, perché non hanno alcun effetto sulla controreazione. Viene effettuata una trasformazione da stella a triangolo: Zs1 = R1 Zs2 = R3 Zs3 = Rp1 + R2 C1 Rp1 s + 1 Come si può constatare dalla figura 2.3, si può trascurare Zt3 , per lo stesso criterio per cui son state trascurate precedentemente le due impedenze in parallelo connesse 24 tra uscita e ingresso. Zs1 Zs2 + Zs2 Zs3 + Zs1 Zs3 Zs3 Zs1 Zs2 + Zs2 Zs3 + Zs1 Zs3 Zt2 = Zs1 C1 Rp1 s(R1 (R2 + R3 ) + R2 R3 ) + R1 (R2 + R3 + Rp1 ) + R3 (R2 + Rp1 ) Zt1 = C1 R2 Rp1 s + R2 + Rp1 C1 Rp1 s(R1 (R2 + R3 ) + R2 R3 ) + R1 (R2 + R3 + Rp1 ) + R3 (R2 + Rp1 ) Zt2 = R1 (C1 Rp1 s + 1) Zt1 = Zt3 Zs1 Zs3 uscita del blocco base Vin Zt1 Zs2 Zt2 ingresso differenziale Figura 2.3: Ulteriore semplificazione della rete equivalente per i bassi. Il guadagno in tensione, in funzione della frequenza, è dato semplicemente dal rapporto delle impedenze Zt2 e Zt1 : Avb (s) = − C1 R2 Rp1 s + R2 + Rp1 R1 (C1 Rp1 s + 1) Il guadagno alle basse frequenze vale quindi Gb = R1 +Rp1 . R1 Si è scelto Rp1 = 100kΩ ed R1 = 18kΩ, ottenendo così un guadagno di 18 dB. Considerando che la frequenza del polo è intorno ai 30 Hz e la frequenza di taglio dello stadio preamplificatore è intorno ai 20 Hz, alle frequenze interessate tale guadagno si riduce realmente a 12 dB. La frequenza del polo è uguale a 1 2πC1 R1 = 35Hz (C1 = 45, 5nF ). R3 viene scelto in modo che abbia lo stesso valore di R1 = 18kΩ. 25 Bode Diagram 25 Magnitude (dB) 20 15 10 5 Phase (deg) 0 0 −30 −60 0 10 1 10 2 10 3 10 4 10 Frequency (Hz) Figura 2.4: Simulazione Matlab. Figura 2.5: Simulazione LTSpice. 2.3 Medi In questa banda di frequenze C1 viene considerato un cortocircuito, mentre C4 viene considerato un circuito aperto. In questo modo le resistenze R7 , Rp3 ed R6 si possono trascurare (figura 2.6). La rete composta da R2 , Rp1 ed R1 va trasformata da stella a triangolo, ottenendo due resistenze da 83kΩ. Successivamente si deve trasformare da stella a triangolo la rete di controllo dei medi (figura 2.7). 26 Figura 2.6: Rete equivalente per i medi. Zs1 = R4 Zs2 = 1 C3 s Zs3 = Rp2 + R5 C2 Rp2 s + 1 Zt1 = C2 Rp2 s(C3 R4 R5 s + R4 + R5 ) + C3 R4 s(R5 + Rp2 ) + R4 + R5 + Rp2 C3 s(C2 R5 Rp2 s + R5 + Rp2 ) Zt2 = C2 Rp2 s(C3 R4 R5 s + R4 + R5 ) + C3 R4 s(R5 + Rp2 ) + R4 + R5 + Rp2 C3 R4 s(C2 Rp2 s + 1) Figura 2.7: Impedenze equivalenti per la rete dei medi. Zpar1 = 83000//Zt1 Zpar2 = 83000//Zt2 Avm (s) = − 27 Zpar2 = Zpar1 =− C2 Rp2 s(C3 R5 s(R4 + 83k) + R4 + R5 ) + C3 s(R4 + 83k)(R5 + Rp2 ) + R4 + R5 + Rp2 C2 Rp2 s(C3 R4 s(R5 + 83k) + R4 + R5 ) + C3 R4 s(R5 + Rp2 + 83k) + R4 + R5 + Rp2 Ponendo R4 = R5 si ottiene: Avm (s) = − s2 + s 2C2 R4 Rp2 +C3 R42 +C3 R4 Rp2 +83kC3 R4 +83kC3 Rp2 C2 C3 R42 Rp2 +83kC2 C3 R4 Rp2 s2 + s 2C2 R4 Rp2 +C3 R42 +C3 R4 Rp2 +83kC3 R4 C2 C3 R42 Rp2 +83kC2 C3 R4 Rp2 + + 2R4 +Rp2 C2 C3 R42 Rp2 +83kC2 C3 R4 Rp2 2R4 +Rp2 C2 C3 R42 Rp2 +83kC2 C3 R4 Rp2 La funzione di trasferimento ha la seguente struttura: Avm (s) = s2 + s A0Qω0 + ω02 s2 + s ωQ0 + ω02 Tale funzione ha un andamento a campana nelle frequenze interessate. A0 è il guadagno alla frequenza di risonanza ω0 , mentre Q è il fattore di merito del filtro: questi tre parametri vanno calcolati. La frequenza di risonanza è: s 2R4 + Rp2 + 83kC2 C3 R4 Rp2 ω0 = C2 C3 R42 Rp2 Il fattore di merito del filtro è: Q= C2 C3 Rp2 (R4 + 83k)ω0 2C2 Rp2 + C3 (R4 + Rp2 + 83k) Il guadagno alla risonanza è: A0 = 2C2 R4 Rp2 + C3 (R42 + R4 (Rp2 + 83k) + 83kRp2 ) R4 (2C2 Rp2 + C3 (R4 + Rp2 + 83k)) Per semplicità vengono fissate le resistenze con valori standard: Rp2 = 100kΩ e R5 , R4 = 4, 7kΩ. A questo punto i tre parametri dipendono solo dai valori di C2 e C3 ; si hanno due gradi di libertà e si possono soddisfare soltanto due delle tre specifiche. I valori fissati sono ω0 ' 2765rad/s (440Hz) e A0 = 12dB. s 9, 4k + 100k ' 2765rad/s ω0 = C2 C3 (41, 22 · 101 2) C2 940 · 106 + C3 9, 18219 · 109 A0 = '4 C2 0, 940 · 109 + C3 0, 88219 · 109 Da queste espressioni si ricava: C2 = 26, 32nF C3 = 13, 16nF 28 Bode Diagram 25 Magnitude (dB) 20 15 10 5 0 −5 90 Phase (deg) 45 0 −45 −90 0 10 1 2 10 10 3 10 4 10 5 10 6 10 Frequency (Hz) Figura 2.8: Simulazione Matlab. Figura 2.9: Simulazione LTSpice. 2.4 Acuti C1 , C2 e C3 per questo intervallo di frequenze vengono considerati come cortocircuiti (figura 2.10); si presentano quindi tre reti a stella che vengono successivamente trasformate in reti a triangolo. Come mostrato in figura 2.11, si ricavano quindi due impedenze da 33, 7kΩ. Viene trasformata in triangolo anche la terza rete a stella, per il controllo degli acuti: Zs1 = R6 Zt1 = Zs2 = 1 C4 s Zs3 = R7 + Rp3 C4 R6 s(R7 + Rp3 ) + R6 + R7 + Rp3 C4 s(R7 + Rp3 ) 29 Zt2 = C4 R6 s(R7 + Rp3 ) + R6 + R7 + Rp3 C4 R6 s Zpar1 = 33700//Zt1 Ava (s) = − Zpar2 = 33700//Zt2 Zpar2 C4 s(R7 + 33700)(R7 + Rp3 ) + 2R7 + Rp3 =− Zpar1 C4 R7 s(R7 + Rp3 + 33700) + 2R7 Rp3 Figura 2.10: Rete equivalente per gli acuti. Figura 2.11: Impedenze equivalenti per gli acuti. s+ω . La funzione di trasferimento è quindi − Ks+ω 1 K rappresenta il guadagno alle alte frequenze: Ga = 1 (R7 + 33700)(R7 + Rp3 ) = K R7 (R7 + Rp3 + 33700) 30 Sono stati scelti come valori per le resistenze Rp3 = 500kΩ, che è un valore standard, ed R7 = 3, 6kΩ. Per questo motivo G = 9, 7 ' 20dB. Tale guadagno, come per i bassi, è stato scelto leggermente più alto perché la rete degli acuti è la più influenzata dal carico delle altre due. La frequenza di taglio del polo è 2R7 +Rp3 . 2πC4 (R7 +33700)(R7 +Rp3 ) Scegliendo C4 = 8nF si ottiene una frequenza di taglio pari a 5000 Hz. Bode Diagram 20 18 16 Magnitude (dB) 14 12 10 8 6 4 2 Phase (deg) 0 60 30 0 1 10 2 10 3 10 4 10 Frequency (Hz) Figura 2.12: Simulazione Matlab. Figura 2.13: Simulazione LTSpice. 31 5 10 2.5 Considerazioni I valori dei componenti che costituiscono la rete per il controllo dei toni, ottenuti dall’analisi, sono stati sostituiti con altri valori, ottenuti empiricamente al fine di ottenere le curve di risposta in frequenza che meglio soddisfano le specifiche. I valori correnti sono quindi riportati nella tabella seguente: R1 13kΩ Rp1 100kΩ R2 13kΩ Rp2 100kΩ R3 18kΩ Rp3 500kΩ R4 3kΩ C1 12nF R5 3kΩ C2 27, 2nF R6 3, 6kΩ C3 20nF R7 3, 6kΩ C4 8nF 32 Capitolo 3 Stadio finale 3.1 Introduzione Il finale utilizza una controreazione di tipo tensione serie ed è costituito da uno stadio d’ingresso a catodo comune. Ad esso è connesso un invertitore di fase concertina splitter, seguito da un differenziale bilanciato e una coppia di pentodi finali che, insieme al trasformatore d’uscita accoppiato all’altoparlante, costituiscono lo stadio di potenza in push-pull. I due pentodi sono 6V6 GT sufficienti ad ottenere una potenza di 10Wrms , mentre i triodi sono del tipo 12AU7. Figura 3.1: Trasformatore Hammond 1608. 33 3.2 Progetto dello stadio di potenza Il trasformatore scelto è un Hammond Manifacturig 1608, mostrato in figura 3.1, il quale rispetta la specifica sulla potenza d’uscita. Un parametro importante, in fase progettuale, è l’impedenza dell’avvolgimento primario del trasformatore, che è essere pari a 8 kΩ. Tale valore serve a trovare il punto di lavoro sulle curve dei pentodi, tracciate mantenendo costanti la tensione di griglia 2 (Vg2 = 285V ) e la tensione di griglia 3 (Vg3 = 0V ). Le curve caratteristiche del pentodo (figura 3.2) sono state ricavate dal modello LTSpice utilizzato. Figura 3.2: Curve caratteristiche del pentodo. Ogni valvola sente un quarto dell’impedenza totale del primario del trasformatore, ovvero dell’impedenza che si trova tra le due placche dei pentodi (2kΩ). Si deve tracciare una retta di carico dinamica con pendenza pari a −1/2000Ω. Il punto di lavoro viene dapprima determinato empiricamente a partire dai parametri consigliati nel data sheet del pentodo (Vg ' −20V , Vgk ' 285V ). Data la tensione di alimentazione (300V) si individua sul grafico in figura la retta di carico statica che 34 passa per il punto di lavoro e per il punto di coordinate (300V, 0mA) (figura 3.3). Tale retta ha pendenza mstat = −1/512Ω In seguito, data la pendenza della retta, si ricava la resistenza da porre sui catodi dei due pentodi, che è pari a −1/2mstat ' 260Ω. Figura 3.3: Retta di carico statica. Sul punto di lavoro trovato, passa anche la retta di carico dinamica determinata dall’impedenza del primario del trasformatore: mdin = −1/2000Ω. Questa retta in origine toccava sul grafico la curva di potenza massima erogabile dei 14W (in figura 3.3); per questo motivo si è scelto di aumentare Vg da -20V a -23V, in modo da spostare verso il basso il punto di lavoro (figura 3.4). Per trovare la potenza erogata, si considera la massima corrente supportata che è 115mA, come da data-sheet. Sulla retta di carico dinamica, tale valore di corrente corrisponde al valore di tensione Vg = 100V . Il punto individuato, assieme al punto di lavoro, costituiscono l’escursione possibile lungo la retta dinamica. 35 Figura 3.4: Retta di carico dinamica. La potenza d’uscita del push-pull può essere calcolata applicando la formula generale: P = Vrms · Irms definendo: Vpl e Ipl la tensione e la corrente nel punto di lavoro; Vo e Io il valore della tensione di placca e della corrente di placca quando viene raggiunto il punto massimo di escursione sulla retta dinamica. Si utilizzano le equazioni: √ Vrms = (Vpl − Vo )/ 2 = 135, 8V √ Irms = (Ipl − Io )/ 2 = 70, 7mA Perciò la potenza di uscita dell’amplificatore è pari a: P = Vrms Irms = 9, 6W 3.3 Trasformatore di uscita Il trasformatore Hammond 1608 ha un’impedenza primaria di 8kΩ e scegliendo un carico di 8Ω (impedenza dell’altoparlante) affinché il trasformatore possa essere si36 mulato correttamente in LTSpice, il rapporto fra le induttanze del primario e del secondario deve essere uguale al rapporto tra le impedenze del primario e del secondario. Scegliendo un’induttanza sul primario di 200 Henry si deve determinare il valore dell’induttanza del secondario: r 200 = Lsec r 8000 8 Si ottiene Lsec = 0, 2H. Essendo il primario composto da due avvolgimenti, l’induttanza presente in ogni avvolgimento è un quarto di quella totale del primario: Lprim,1 = Lprim,2 = 3.3.1 Lprim = 200H/4 = 50H 4 Spiegazione Dato un trasformatore, l’induttanza del primario e del secondario L1 ed L2 sono definite nel modo seguente: L1 = µN12 Aeq leq L2 = µN22 Aeq leq dove µ è il coefficiente di permeabilità magnetica, N1 ed N2 sono il numero di spire del primario e del secondario, Aeq è la sezione equivalente del traferro e leq la sua lunghezza. Il flusso magnetico si trova nel modo seguente (in base alla legge di Ohm magnetica nel caso dei trasformatori ideali): Φ= N2 i2 N1 i2 = Req Req dove i2 è la corrente nel trasformatore e Req è la riluttanza del traferro. Si ha: Φ1 = µN1 i1 A µN12 i1 A L1 N1 i1 = = i1 = l N1 l N1 Req In base a quanto ricavato si può scrivere la seguente eguaglianza, che vale anche per il secondario: L1 = R−1 eq N12 Anche se viene dimezzato il numero di spire del primario, nel caso dei trasformatori la riluttanza rimane costante; di conseguenza l’induttanza diminuisce di un quarto. 37 3.4 Polarizzazione Nello stadio finale ogni triodo mostra una retta di carico con pendenza pari a circa −1/44000Ω. Fra un triodo e l’altro cambia invece il punto di lavoro su tale retta. Per quanto riguarda la valvola U1 si vuole ottenere un alto guadagno e quindi si è cercato di spostare il punto di lavoro verso le curve più spaziate fra loro (in figura 3.5, a sinistra). Si è scelto il punto avente Vg = −2V e la corrente di placca pari a 5mA. Per raggiungere -2V sulla griglia è stata scelta una resistenza sul catodo pari a circa 400Ω. Figura 3.5: Curve per la polarizzazione dei triodi. La valvola U2 ha lo stesso punto di lavoro, ma, dovendo svolgere la funzione di invertitore di fase del tipo concertina, non deve fornire amplificazione. Perciò si ha che le resistenze sull’anodo e sul catodo sono pari a 22kΩ ciascuna. La coppia U3 ed U4 compone uno stadio differenziale che deve avere un’ampia escursione in uscita, adatta a pilotare i pentodi. Per questo, rispetto alla situazione precedente, si è spostato il punto di lavoro più a destra nelle curve, in modo da ave38 re ampia dinamica nell’escursione senza troppa distorsione. Questo punto di lavoro è (Vg = −6, Ip = 3, 5mA). Quindi la resistenza sul catodo di ognuno dovrebbe essere all’incirca di 2kΩ. Siccome i catodi delle due valvole sono connessi allo stesso nodo, allora viene scelta un’unica resistenza grande la metà (1kΩ). 3.5 Analisi della configurazione tensione serie Figura 3.6: Configurazione tensione serie. Lo schema classico, costituito da due blocchi di amplificazione invertenti disposti in cascata, è illustrato in figura 3.6. Una frazione della tensione di uscita vo , in fase con vs , viene riportata in ingresso mediante la rete di reazione formata dal partitore resistivo Rf , R. La tensione ai capi di R è di fatto inserita nella maglia di ingresso dell’amplificatore in maniera tale da opporsi a vs , realizzando così una controreazione di tensione con confronto in serie. La seconda uscita del primo blocco amplificatore, alla quale è connessa R, deve avere, rispetto all’ingresso, l’amplificazione di tensione inferiore ad 1, senza inversione di fase. Essa viene normalmente posta sul catodo di un primo stadio. L’amplificatore base, privo di reazione, può essere ottenuto come mostrato in figura 3.7. Per disegnare il circuito d’ingresso occorre porre vo = 0 nel circuito reazionato di figura 3.6. Si vede allora che Rf si pone in parallelo ad R. Per ottenere il circuito di uscita occorre invece aprire la maglia d’ingresso del circuito reazionato, sicché Rf risulta in serie ad R. Si arriva così al circuito di figura 3.7, in cui l’amplificatore base include anche la resistenza della sorgente Rs . 39 Figura 3.7: Configurazione tensione serie. La determinazione dei parametri funzionali dell’amplificatore reazionato può quindi essere condotta sulla base di alcune relazioni note, dopo aver ricavato quelli dell’amplificatore base Av, Ri ed Ro ed il fattore di reazione β. Dallo schema si ottiene in particolare: Avf = 3.6 v0 AV = vs 1 + βA AV = v0 vi β= vf R = v0 R + Rf Parametri della valvola d’ingresso Sono stati ricavati graficamente, a partire dalle curve, i parametri dinamici della valvola d’ingresso (che è la stessa del concertina): à ! ∆Va ra = = 8kΩ ∆Ia Vg =cost ! ∆Ia = 2mf gm = ∆Vg Va =cost à ! ∆Va µ= = 16 ∆Vg à Ia =cost Le capacità interelettrodiche (prese dal file di libreria della valvola) sono: Cga = 1, 6pF Cgk = 1, 8pF 40 Cak = 0, 45pF 3.7 Amplificazione dello stadio d’ingresso Figura 3.8: Valvola d’ingresso. Figura 3.9: Equivalente a catodo comune per l’ingresso. Per lo stadio d’ingresso, R4 può essere trascurata in quanto ha un valore molto piccolo (68Ω); perciò l’amplificazione Asi è quella del catodo comune (figura 3.9): Asi = − 3.8 µR2 ' −13, 5 ⇒ Asi,dB = 22, 6dB r a + R2 Parametri dello stadio differenziale Sono stati ricavati graficamente, a partire dalle curve, i parametri dinamici dello stadio differenziale: à ra = ∆Va ∆Ia ! = 8, 9kΩ Vg =cost 41 ! ∆Ia = 1, 69mf gm = ∆Vg Va =cost à ! ∆Va µ= = 15 ∆Vg à Ia =cost 3.9 Amplificazione del differenziale Figura 3.10: Coppia differenziale che pilota lo stadio di potenza. Come scritto nei paragrafo 1.8.3 l’amplificatore differenziale (figura 3.10) può essere assimilato ad un catodo comune (figura 3.11). Tenendo presente questa semplificazione e ricordando che l’uscita viene presa in maniera bilanciata, l’amplificazione Asd vale: Asd = µR12 //R14 ' 12 ⇒ Asd,dB = 21, 6dB ra + R12 //R14 Figura 3.11: Equivalente del differenziale. 42 3.10 Parametri dello stadio di potenza Figura 3.12: Push-pull. In questo stadio (figura 3.12) ra viene trascurata perché ha un valore elevato. È stato calcolato solo gm, che vale 3, 4mf. Le capacità d’ingresso e d’uscita, prese dal data sheet, sono, rispettivamente, 9 pF e 7,5 pF. 3.11 Amplificazione dello stadio di potenza Figura 3.13: Equivalente del push-pull. Anche questo stadio è considerato simile ad un catodo comune (figura 3.13). quindi: Asp = −gm Rprim = −6, 8 ⇒ Asp,dB = 16, 7dB 4 dove Rprim è l’impedenza vista dal primario, che vale 8kΩ. 43 3.12 Amplificazione totale In base a quanto riportato nei paragrafi precedenti, l’amplificazione totale Af in vale: Af in = Asi Asd Asp n ' 70 dove n è il rapporto di trasformazione di un singolo avvolgimento primario del q 8 = 63, 3 · 10−3 . trasformatore, e vale 2000 3.13 Analisi in frequenza dello stadio d’ingresso e invertitore Figura 3.14: Gruppo RC in ingresso. Il gruppo RC in ingresso (figura 3.14) costituisce una rete passa alto con: ωL1 = 1/(C1 R1 ) = 16, 67rad/s che corrisponde ad una frequenza di taglio di 2,65 Hz. Le capacità interelettrodiche limitano la risposta alle alte frequenze e il gruppo costituito dalla valvola d’ingresso e l’invertitore di fase può essere analizzato come descritto nel paragrafo 1.16. Infatti l’invertitore può essere considerato come una configurazione a anodo comune. ωH1 = 1 (Cak + (1 + Asi )Cga + Cga ) · (ra //R2 //(R5 + R8 //ra)) Comunque per limitare la risposta alle alte frequenze è stato inserito in parallelo alla resistenza R2 un capacità C2 da 10 nF (figura 3.15): ωH2 = 1 C2 (R2 //ra) 44 Figura 3.15: Circuito d’ingresso. È facile verificare come ωH2 ¿ ωH1 perciò ωH2 costituisce il polo in alta frequenza dello stadio d’ingresso. L’invertitore è connesso a sua volta allo stadio precedente con una rete RC passa alto costituita dal condensatore C3 e dalle varie impedenze ad esso connesse. Secondo la regola della riflessione della resistenza, in serie a R5 c’è una resistenza che vale R8 (α + 1), dove α rappresenta il rapporto tra IR8 e IR5 : α= gmR5 ra IR8 = IR5 R6 + R8 + ra Di conseguenza su C3 si ha un’impedenza Rout = R5 + (1 + α)R8 = 6, 5M Ω. Figura 3.16: Circuito equivalente per il calcolo di ωL2 . 45 La rete passa basso così ottenuta (figura 3.16) ha il punto di rottura pari all’incirca a: ωL2 = 1/(C3 Rout ) = 15, 4rad/s Si arriva ad ottenere quindi la seguente funzione di trasferimento: Asi (s) = 3.14 ( ωHs 2 Asi s2 + 1)(s + ωL1 )(s + ωL2 ) Analisi in frequenza dello stadio differenziale A centro banda il guadagno di questo stadio è pari a Asd = 12. Vengono trascurate sia le impedenze interne della valvola, sia le resistenze R6 ed R8 , in quanto sono più piccole di R9 . ωL3 ' 1/(C6 R9 ) = 1rad/s Figura 3.17: Circuito equivalente per il calcolo di ωH3 . Il polo alle alte frequenze è determinato dalla capacità C10 , che è molto più grande delle capacità interelelettrodiche, intervenendo a frequenze più basse (figura 3.17). Il punto di rottura è perciò: ωH3 = 1/(C10 (ra //R12 //R14 )) = 15200rad/s La funzione di trasferimento per lo stadio differenziale è: Asd (s) = s ( ωH 3 Asd s + 1)(s + ωL3 ) 46 3.15 Analisi in frequenza dello stadio di potenza Figura 3.18: Circuito equivalente per il calcolo di ωL4 . In questo stadio il guadagno di centro banda è Asp = −6, 8 e la frequenza di taglio calcolata rappresenta l’ultimo polo da ricercare (figura 3.18): ωL4 ' 1/(C8 (R14 + ra //R12 )) = 1, 77rad/s Si può trascurare l’ultimo polo in alta frequenza perché è lontano rispetto agli altri (circa 10 MHz). La funzione di trasferimento è data dall’unico polo effettivamente calcolato, ωL4 : Asp (s) = 3.16 3.16.1 Asp s s + ω L4 Funzione di trasferimento dello stadio finale Funzione di trasferimento dello stadio non controreazionato Come nel caso del preamplificatore, la funzione di trasferimento dell’intero stadio è data dal prodotto delle funzioni di trasferimento ricavate in precedenza: Fsf (s) = Asi (s) · Asd (s) · Asp (s) = = ( ωHs 2 Af in s4 = + 1)(s + ωL1 )(s + ωL2 )( ωHs + 1)(s + ωL3 )(s + ωL4 ) 3 4 = s ( 14706 70s s + 1)(s + 16, 67)(s + 15, 4)( 15200 + 1)(s + 1)(s + 1, 77) 47 3.16.2 Funzione di trasferimento dello stadio controreazionato Nello stadio in esame la controreazione è effettuata mediante la coppia R4 , R19 . Nell’anello di controreazione è stata inserita inoltre, in maniera empirica, la capacità C12 , per limitare il guadagno alle alte frequenze. Il fattore di controreazione vale: β= R4 = 86, 29 · 10−3 R4 + R19 La funzione di trasferimento controreazionata è pari a: Fsf c (s) = = Fsf (s) = 1 + Fsf (s)β 0, 154s4 9, 8 · 10−12 s6 + 2, 9 · 10−7 s5 + 0, 0155s4 + 0, 077s3 + 0, 765s2 + 1, 69s + 1 Tramite la simulazione in LTSpice si nota che l’inserimento di C12 determina il livellamento di un picco di risonanza rilevante, che si avrebbe attorno ai 7 kHz. 3.17 Stabilità Si noti che in questo caso lo schema a blocchi corrisponde già allo schema classico di controreazione negativa, e quindi non deve subire alcun adattamento. Per questo stadio dell’amplificatore è utile soffermarsi sullo studio della stabilità in quanto in questo caso non è scontata, come per gli altri stadi. La funzione di trasferimento dello stadio finale a catena aperta è: Ff in = 70s4 4, 47 · 10−9 s6 + 0, 0001s5 + s4 + 34, 89s3 + 347, 4s2 + 767, 9s + 454, 4 Il fattore di controreazione β in questo caso vale: β= Rs 68 = = 0, 0863 Rs + Rf 68 + 720 Simulando la controreazione nel SISOtool di Matlab (figura 3.19) si ottengono i seguenti parametri: mφ = −27, 7◦ mG = 7, 2dB 48 La proprietà di stabilità può essere verificata anche con l’analisi dei diagrammi di Bode ricavati in LTSpice (figura 3.20), che tiene conto anche di tutte le dinamiche trascurate. Da questi diagrammi si vede che il margine di fase effettivo è 28◦ , mentre quello di guadagno è circa 10 dB. In questo caso l’analisi fatta col modello approssimato è più verosimile rispetto a quella condotta nel caso del preamplificatore. 4 Root Locus Editor (C) x 10 Open−Loop Bode Editor (C) 4 50 G.M.: 7.2 dB Freq: 4.69 rad/sec Stable loop 0 Magnitude (dB) 3 2 −50 −100 1 0 −200 360 −1 Phase (deg) Imag Axis −150 −2 180 0 −3 −4 −20000 −15000 −10000 −5000 Real Axis 0 P.M.: −27.7 deg Freq: 7.3 rad/sec −180 −2 0 5000 10 10 2 10 Frequency (rad/sec) Figura 3.19: Simulazione Matlab. Figura 3.20: Simulazione LTSpice. 49 4 10 6 10 Conclusioni Vengono presentati i risultati di simulazione in frequenza dell’intero sistema e viene calcolato l’indice di distorsione armonica. La simulazione è stata svolta con gain e volume al massimo, i toni a flat, utilizzando una sinusoide a 440 Hz di ampiezza 1 VRM S . Dalla simulazione si sono ottenute quattro armoniche rilevanti di ordine dispari (dalla terza alla nona) ed un THD=3,4% (figure 3.21 e 3.22). Figura 3.21: Segnale in uscita dall’amplificatore. 50 Figura 3.22: FFT del segnale in uscita all’amplificatore che mostra l’arricchimento armonico. Rispetto al progetto originale, nel preamplificatore è stata inserita una resistenza da 470kΩ sull’anodo di una valvola del differenziale (figura 3.23) per ottenere un migliore bilanciamento. In questo modo sui due anodi si presenta lo stesso carico. Figura 3.23: Resistenza aggiunta per bilanciare il differenziale del preamplificatore. Nel realizzare il progetto è stato di rilevante importanza il supporto software nel disegno, nella simulazione e nel calcolo simbolico. Per il disegno e la simulazione del 51 circuito è stato utilizzato l’LTSpice; la funzione di trasferimento della rete equalizzatrice è stata ricavata col Derive 6 e per la scelta dei componenti a partire dalla funzione di trasferimento è stato impiegato il Matlab 6.5. Finito di comporre con LATEX, il giorno 29 agosto 2005. 52 Preamplificatore ed equalizzatore 53 Rete di controllo dei toni 54 Stadio finale 55 Bibliografia [1] Giuseppe Biondo, Enrico Sacchi, Manuale di elettronica e telecomunicazioni, Hoepli, 1996 [2] Adel S. Sedra, Kenneth C. Smith, Circuiti per la microelettronica, Ingegneria 2000, 1996 [3] Elisabetta Cuniberti, Luciano De Lucchi, Elettronica analogica, Petrini Editore, 2000 [4] Brad Bryant, The design of an audio frequency vacuum tube amplifier, Wright State University, 2000 [5] Kevin O’Connor, The Ultimate Tone, vol.3, Power Press, 2002 [6] Elisabetta Cuniberti, Luciano De Lucchi, Tecnologia, disegno e progettazione, Petrini Editore, 1994 56