ICT e Apprendimento in età adulta Nell’ambito del Progetto “IT -Implementation of the European Agenda for Adult Learning 2012 – 2014” L’ISFOL ha organizzato alcuni focus group di approfondimento tra cui appare di particolare interesse quello su “ICT e Apprendimento in età adulta” in quanto tocca un tema particolarmente rilevante in materia di formazione continua. La società della conoscenza si basa infatti su una domanda crescente di opportunità di apprendimento nell’arco della vita. Tra queste opportunità di accesso all’offerta di istruzione e formazione le Tecnologie per l’Innovazione e la Comunicazione – ICT sono ampiamente riconosciute come strumento per accrescere la partecipazione da parte di un pubblico giovane e adulto, di qui l’enfasi che istituzioni e enti erogatori hanno dato a questi strumenti a partire dagli anni ’90. Tuttavia, l’importanza che è stata attribuita alle dotazioni tecniche, e quindi alle infrastrutture e ai contenuti, non può far passare in secondo piano l’evidenza per cui l’apprendimento in età adulta è materia connessa ad aspetti sociali, economici, culturali e politici. I punti che seguono fanno riferimento proprio ai benefici percepiti socialmente dall’utilizzo delle ICT e agli svantaggi, limiti e vincoli che sono emersi nel corso delle ultime due decadi. A partire da questi presupposti è possibile avanzare verso parziali conclusioni e prospettive utili per alimentare il confronto e stimolare azioni riguardanti questo tema. Benefici dell’utilizzo delle ICT nella formazione continua e istruzione superiore: Allargare il mercato degli enti erogatori di formazione, anche ai piccoli, anche in campi diversi da quelli tradizionali. Allargare la domanda di formazione: superare barriere individuali (motivazione, stili di vita), o istituzionali (risorse disponibili). Facilitare un allargamento del paradigma dell’apprendimento: maggiormente centrato su chi apprende, maggiormente riflessivo e autodiretto, maggiormente costruttivista (scelgo ciò di cui ho bisogno). Idea di scaffolding: aumentare gli strumenti (tools) perché chi apprende sia in grado di scegliere e indirizzarsi sempre più in autonomia. Rafforzare l’apprendimento informale (via webtv, mobile, internet, ecc.). · Svantaggi dell’utilizzo delle ICT nella formazione continua e istruzione terziaria L’erogazione di formazione via ICT sembra essere concentrata sulle competenze per il lavoro (e sulle competenze ICT in particolare) che comporta il fiorire di un mercato non sempre trasparente di certificazioni ICT, vedi ECDL. Di conseguenza sembra verificato il paradigma per cui si avvicina alla formazione via ICT soprattutto il “white collar” (impiegato, occupato, con buona formazione di base), alle spese di gruppi minoritari (donne, disoccupati anziani, con qualifiche basse, con competenze di base scarse, drop out), sfavorendo inoltre forme differenti di apprendimento, (riflessivo, costruttivo). Non sembra verificato il fatto che l’offerta via ICT allarghi l’offerta formativa tradizionale, anzi, questo segmento del mercato avrebbe gli stessi colli di bottiglia e le stesse concentrazioni di quello tradizionale, ad esempio il difficile accesso per le piccole organizzazioni o per organizzazioni rivolte a comunità minoritarie. Fenomeno delle lauree online: come allargare l’offerta senza diminuire la qualità, con garanzia per il terzo avente interesse ovvero lo studente adulto? La maggiore barriera all’accesso alla formazione via ICT sembrerebbe anche in questo caso NON essere una barriera di tempo e luogo, ma piuttosto una mancanza di motivazione e interesse: “e-learning is still about learning and culture, not infrastucture and technology” Kennedy – Wallace (2002, “E–learning is booming but the UK is still lags behind”, Guardian Education supplement, pg. 49). Le politiche per superare il digital divide non sono ancora così efficaci (accedere a informazioni online dalla biblioteca comunali o da una centro per le ICT non è un’azione diffusa sul nostro territorio). Limiti educativi e pedagogici delle ICT: l’approccio costruttivista e riflessivo dipende non dalle infrastrutture, ma dal contesto sociale in cui l’apprendimento ha luogo (“apprendimento esperienziale” di Jarvis) e soprattutto dall’atteggiamento del discente e dell’insegnante. A partire da queste considerazioni è possibile analizzare quali sono i nodi problematici e le prospettive in relazione ai diversi target della formazione continua: · Adulti occupati con scarse competenze; · Giovani con basse qualifiche; · Lavoratori over 55; · Lavoratori Migranti; L’esito del focus group sembra quindi confermare la necessità che i progetti di formazione continua che riguardano l’Information e Communication Technology siano maggiormente tarati sui beneficiari se vogliono raggiungere gli obiettivi di una crescita complessiva delle diverse strutture aziendali.