15 Modi + 1 per aumentare le vendite sul tuo sito Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente ti sarai già iscritto alla mia newsletter e te ne sono grato. Senza dilungarci troppo in inutili giri di parole, nel corso di queste pagine potrai scoprire metodi che non immaginavi neppure o comprendere quelli che già conoscevi ma solo in parte, tutto con un solo obiettivo: aumentare le conversioni del tuo sito. Seguendo questi consigli potrai facilmente aumentare le vendite se stai vendendo un prodotto o un servizio, o aumentare le iscrizioni nel caso in cui tu stia mirando ad accrescere la tua newsletter o a far effettuare altre azioni ai tuoi lead. Al contrario di tante strategie che si trovano online, non si tratta di metodi difficili da applicare, strumenti complessi o costosi: ho già selezionato per te la via più semplice e allo stesso tempo più funzionale per la tua strategia di marketing. L’unica cosa che ti chiedo è quella di impegnarti a comprendere non solo la singola azione da applicare, ma le motivazioni che stanno dietro tale azione, in modo tale da poterla replicare in futuro e soprattutto da poterla adattare al tuo business online. 1. Semplicità Sinceramente adoro studiare l’evoluzione di qualsiasi cosa possa essere definita digitale, ed operando in questo settore non ho potuto evitare di rimanere affascinato dall’evoluzione di landing page e siti vari. Ricordo ancora quando, con incredibile voglia di mostrare contenuti interattivi e capacità di impaginazione, le pagine web venivano riempite senza criterio logico. Al povero utente veniva propinato un numero incredibile di pulsanti, link e parole, e si aveva l’illusione di essere entrati in uno stato di trance, in un misto tra una bancarella di luci di natale e Casino online. Mi sono permesso di aggiungere queste parole per ricordarti che nella maggior parte dei casi, la cosa più importante è solamente una: semplicità. Non importa avere grandi doti di illustratore, creare animazioni incredibili che facciano comparire “onclick” milioni di elementi, l’utente vuole avere un prodotto semplice con cui interagire, con una semplice descrizione e un pulsante che gli dica cosa fare. Tutto il resto è noia diceva una vecchia canzone, ma io aggiungerei “tutto il resto è perdita”: perdita di attenzione da parte dei lead, perdita di tempo e soprattutto perdita di possibili vendite. So che questo primo consiglio è un po’ troppo teorico, che non è un qualcosa che puoi applicare subito: bisogna però cercare in qualsiasi tuo servizio, prodotto, landing page ecc… di non far pensare troppo l’utente, di non farlo perdere in fiumi di parole, scelte e immagini, ma semplicemente coinvolgerlo nella tua storia facendo generare l’ennesima conversione. 2. Singola colonna meglio di colonna multipla Seguendo la scia del consiglio precedente, ti suggerisco di definire un layout a singola colonna rispetto ad uno a colonna multipla. Sto parlando logicamente della tua landing page, dato che in un sito “normale” avremo molto spesso bisogno di una barra laterale. Ad esempio, nel caso di un blog la sidebar è quasi del tutto necessaria, in modo tale da dare all’utente un insieme di informazioni a cui senza i widget di questo tipo, potrebbe accedere con grande difficoltà. Se invece stai ad esempio, vendendo un singolo prodotto e la tua pagina è stata costruita solo con quell’obiettivo, creare una sidebar è completamente inutile. L’utente deve rimanere concentrato su un singolo “filone narrativo” e le uniche cose che davvero dovranno interessagli sono: descrizione del prodotto e call to action. Come vedi ho riassunto in questo semplice mockup la situazione ideale. A sinistra puoi notare il nostro testo, magari qualche immagine, qualche altro elemento e alla fine la nostra call to action. Nessuna distrazione e soprattutto nessun fraintendimento: l’utente sa che tutto il contenuto che gli può interessare è all’interno dell’unica colonna. A destra abbiamo invece un layout con tre colonne: già a guardarlo è nettamente più confusionario di quello precedente, ma oltre ad un problema di tipo estetico, sorgerà anche un problema di tipo funzionale dato che il tuo cliente si perderà in questa giungla di contenuto. NB: sto parlando di layout multicolonna e dunque non ti sto dicendo di evitare di inserire qualche elemento lateralmente. Pulsanti social, chat ed altri elementi di questo tipo, se posti lateralmente potrebbero essere addirittura più utili che mischiati al contenuto principale. 3. Offrire qualcosa in cambio Il classico “do ut des” è alla base del marketing di moltissime attività, sia online che locali. Al supermercato quando ti vengono offerti dei premi iscrivendoti alla classica “carta” o online con un ebook come questo. Ci sarebbero milioni di casi da prendere come esempio, ma il principio che li accomuna è uno solo e molto semplice: offrire all’utente qualcosa in cambio di qualcos’altro. Nel caso del supermercato ad esempio, avremo offerte e premi, in cambio delle nostre informazioni di acquisto: in questo modo le grandi catene scopriranno le nuove tendenze dei consumatori, e allo stesso tempo la classica “casalinga” sarà contenta per aver vinto il nuovo set di posate. E’ quasi impossibile dare una percentuale concreta sugli incrementi di vendite grazie ad una strategia di questo tipo dato che ci sono in ballo diversi fattori da tenere in considerazione: 1. 2. 3. 4. Ciò che offri Come lo offri Cosa ricevi Come usi ciò che hai ricevuto Cosa offri Iniziamo dal primo punto: cosa offri. Qui iniziano i primi problemi, perché la gente si blocca: cosa posso offrire di davvero vantaggioso per convincere un lead ad iscriversi alla newsletter? Come posso creare qualcosa di davvero utile ai miei utenti? Innanzi tutto ti consiglio di guardarti allo specchio e ripetere a te stesso cosa sai fare. Se sei un Web Designer vuol dire che sai creare dei siti web, se sei un copywriter vuol dire che sai scrivere bene, se sei un avvocato vuol dire che conosci bene la legge ecc…. Non importa se il tuo business è online o offline, l’importante è saper fare qualcosa che alla gente può essere utile. Una volta risposto alla prima domanda, passiamo alla seconda: come posso offrire il mio lavoro ad un possibile cliente? La risposta qui diventa un po’ più complessa perché dipende strettamente dal tuo business: generalizzare pensando che basti scrivere un ebook è qualcosa di completamente errato! Consideriamo innanzi tutto i punti cardine che dovrà avere il tuo prodotto: 1. Deve essere interessante 2. Deve essere utile 3. Deve essere scalabile Con interessante intendo che deve attirare l’attenzione dell’utente: avere un titolo coinvolgente, una presentazione accattivante, dei feedback positivi e molto altro di cui parleremo nelle pagine successive. Per utile intendo che deve portare davvero valore all’utente: il solito libretto che ti sprona a credere in te stesso non sarà digerito molto bene! E infine deve essere scalabile, ovvero replicabile decine, centinaia e migliaia di volte senza problemi. Questo comporta che devi pensare sia al fattore economico (ovviamente stampare un ebook che dovrà essere inviato a migliaia di persone non è concepito) che “funzionale” (posso offrire un’ora di consulenza ai miei nuovi iscritti se si contano sulle dita di una mano, in caso contrario smetterà di diventare vantaggioso per me). Non abbiamo però risposto ancora alla domanda principale: cosa offro. Ovviamente conviene offrire qualcosa che sappiamo fare e che è inerente al nostro settore. Se sono un blogger, ma sono anche un esperto di astronomia, non è detto che debba obbligatoriamente creare un ebook su come conoscere le stesse solo perché lo so fare (mi sembra logico). La scelta dunque ricade su due possibili opzioni: 1. Prodotto standard 2. Prodotto istruttivo Per comprendere meglio il senso di questa distinzione prendiamo il semplice caso del web designer, ovvero quella figura professionale che crea siti web. Nel primo caso potrebbe creare un template, un tema per wordpress, una grafica o un qualcosa che riguarda direttamente il suo lavoro standard. Nel secondo caso invece potrebbe creare una video guida, un ebook, una raccolta di consigli su come creare un sito web da Zero ad esempio. Come lo offri Dopo aver superato il primo step (quello più complesso) passiamo alla fase al pensare come offrire questo prodotto. Innanzi tutto bisogna dire che anche se sei un programmatore, il grinch della grafica, che detesta qualsiasi file che non possa dare in pasto al proprio compilatore, devi in ogni caso pensare alla presentazione. Anche in questo caso facciamo però una distinzione: 1. Design del prodotto 2. Design del sito Il design del sito è un qualcosa a cui dedicare libri e interi blog, ma nel nostro caso ti posso semplicemente consigliare di dare visibilità al prodotto che stai offrendo. Una landing page costruita appositamente per questo elemento può far comprendere la qualità del nostro prodotto. Per quanto riguarda la presentazione del prodotto, non importa che nel contenuto ci siano foto mozzafiato o illustrazioni accattivanti, bisogna utilizzare un mockup ed una copertina degna di nota. Per quanto riguarda questi aspetti, ti consiglio di leggere l’articolo pubblicato nel mio blog: 10 Elementi fondamentali per una landing page efficace. Cosa ricevi Offrire un prodotto senza nulla in cambio ti farà apparire molto generoso, ma ogni download effettuato sarà probabilmente un lead perso. Quando ti accorgerai di aver fatto scaricare centinaia di volte il tuo ebook completamente senza nulla in cambio, potrai dire con rimorso: “che coglione sono stato”. Per questo devi pensare sempre al rapporto “win to win”, ovvero la possibilità di generare un vantaggio sia all’utente ma anche a te. Il mezzo di scambio solitamente utilizzato è l’email, con la quale poter applicare diverse strategie di marketing mirate. Solitamente viene richiesto anche il nome, in modo da applicarsi in maniera migliore con il cliente in futuro. Potranno esserti utili anche altri dati come numero di telefono (nel caso di un operatore telefonico magari), luogo di residenza (nel caso di un business locale) e altri talvolta trascurati come la data del compleanno della ragazza (nel caso ad esempio di sito che vende gadget). Come usi ciò che hai ricevuto Una volta creato il tuo database guadagnerai milioni! Beh non è proprio così, anzi sei solo all’inizio di questa avventura. Bisogna innanzi tutto scegliere un servizio o software di email marketing, iniziare la propria campagna e iniziare a convertire i semplici inscritti in clienti, persone disposte a sganciare moneta sonante per i tuoi servizi. Anche in questo caso però è difficile parlare in quattro righe, anzi da iscritto alla newsletter probabilmente nei prossimi giorni potrai avere in esclusiva un nuovo ebook o una serie di articoli riguardanti questo preciso settore. 4. Inserisci testimonianze Pensi che una semplice testimonianza di un cliente possa aumentare le vendite? Beh, secondo il test condotto da Visual Website Optimizer, le vendite possono incrementare del 34%. Si tratta di un dato impressionante, ma se consideriamo le diverse emozioni che questo elemento suscita nell’utente, abbiamo rapidamente compreso tutto. Iniziamo a comprendere questo fenomeno: tu o la tua azienda probabilmente siete completamente sconosciuti e se qualcuno vi conosce, non è detto che si debba fidare del prodotto o servizio che gli state propinando. A questo punto arriva il potere delle testimonianze, quelle poche righe di testo che ti fanno cambiare idea: perché? Perché ti viene riportata l’esperienza diretta di gente, che nella tua stessa situazione, ha proceduto con l’acquisto e ne è rimasta completamente soddisfatta. La testimonianza perfetta deve: 1. Avere una foto (simbolo che si tratta di una vera persona) 2. Avere un link (ulteriore rafforzamento della veridicità) 3. Essere positiva (spero che non intendiate mettere un feedback negativo) 4. Essere ben scritta (evitare i semplici commenti “davvero bello”, ma spronare gli utenti a fare una bella descrizione) Ancora migliore potrebbe essere una testimonianza video, in cui il fatto che si tratti di una persona tangibile è appurato. La cosa migliore sarebbe intercettare persone di cui il cliente si fida, come i propri amici: ti sei mai chiesto perché facebook continua a ripeterti che qualcosa sta piacendo ai tuoi amici? Dato che probabilmente non troveremo mai l’amico di “Mario”, che in questo momento sta leggendo la nostra landing page, possiamo inserire la foto di qualche testimonial famoso nel nostro settore. Mi raccomando, non cercare di fare il furbo mettendo foto e nomi di personaggi illustri. Una volta mi sono imbattuto in una testimonianza di Cristiano Ronaldo, mi sembra un po’ esagerato. In questi casi potresti risultare del tutto ridicolo o addirittura essere denunciato da questi VIP. Per raccogliere testimonianze fin da subito ti consiglio dunque di chiederle esplicitamente, programmando magari un email dopo dieci giorni dal download per richiedere un feedback. Una delle strategie migliori per trovare una testimonianza è quella di dare qualcosa in cambio: prezzipazzi ad esempio, offre delle monete bonus per tutti coloro che pubblicheranno un video a testimonianza di un’eventuale vincita. 5. Ripetere la prima Call to Action Non capisco proprio perché la gente in alcuni landing page inserisce una sola call to action. Soprattutto se tratta di landing page all’americana, molte lunghe, con un percorso per l’utente, mettere solamente una call to action finale potrebbe essere un problema. Non bisogna ovviamente abusare, inserire un pulsante ogni 3 parole, ma allo stesso tempo è inutile aspettare che l’utente debba scrollare la pagina per minuti. Il consiglio che ti do è quello di creare call to action simili ma non uguali: cosa significa? “Io vendo solamente un prodotto”, potrebbe obiettare qualche inesperto. Ecco un esempio concreto: Un semplice pulsante con effetto 3d, e una scritta abbastanza standard. Se creassimo solamente questa landing page potremmo ricevere informazioni solamente da questo pulsante ed effettuare a/b sarebbe ancora più complesso. Ulteriore difficoltà per il nostro possibile cliente, che dovrebbe magari scrollare l’intero sito per ritrovare questo singolo bottone. Proviamo a questo punto ad aggiungerne un altro Ecco questa semplice call to action con qualche modifica: 1. Il gradiente nello sfondo crea maggiore visibilità al pulsante centrale 2. Il testo è cambiato 3. La freccia crea più focus nel pulsante 4. Il numero di persone incoraggia il lead all’acquisto Attenzione: non sto dicendo che questo secondo esempio converta sicuramente di più di quello precedente o viceversa. E’ un semplice esempio di come si possano replicare nella stessa landing page diverse call to action, simili fra loro: stesso stile grafico magari, ma con contenuto differente. In questo modo avremo: 1. Maggiori possibilità di vendita 2. Maggiore comodità per il cliente (non deve più bruciare la rotella del mouse) 3. Migliore aspetto grafico 6. Prodotto raccomandato Se siete soliti navigare sul web in cerca di servizi e tool utili, molto probabilmente vi sarete almeno una volta imbattuti in una pricing table. Si tratta di tabelle che mettono a confronto i prezzi in base alle diverse features che assicurano al cliente. Solitamente possiamo trovare la classica versione basic, medium, platinum e altri nomi di questo genere. Una grafica accattivante di per sé è già un buon punto di inizio per attirare l’attenzione dell’utente. Dei colori che ricordano il resto del sito, pulsanti per facilitare l’acquisto immediato di un determinato servizio, sono solo alcune delle caratteristiche che una tabella dei prezzi, detta all’italiana, dovrebbe avere. Molto spesso ci si dimentica di ricordare l’elemento fondamentale: il prezzo consigliato. Per creare una pricing table d’effetto dovremmo prima capire quali sono le fasce di prezzo da esporre. Il mio consiglio è di proporre almeno tre: una versione completamente base, una media con qualche caratteristica in più e quella premium con tutte le features disponibili. Per quanto riguarda il prezzo da consigliare, nonostante il piano più costoso permetta di risparmiare di più, non è detto che dobbiamo consigliare quello. Ad esempio, nel caso di una rivista, un abbonamento per tre anni permette solitamente di risparmiare di più rispetto ad un abbonamento per 3 mesi. L’utente però necessita di una via di mezzo ed è proprio quella che potrai proporre come prezzo consigliato. Puoi utilizzare diversi nomi per suggerire quella fascia di prezzo al cliente: “consigliato dalla redazione”, “il più acquistato” ed altri di questo genere; l’importante però è inserire qualche elemento grafico che facci risaltare quest’ultimo rispetto gli altri. In questo caso ad esempio, l’elemento consigliato ha un colore più scuro, un leggero bordo ai lati e un ribbon in alto a destra. Ovviamente si può accentuare ancora maggiormente questo elemento, con l’aggiunta di ombre, altri elementi e soprattutto con l’aumento delle dimensioni. 7. Creare contrasto nella Call to Action Abbiamo parlato precedentemente delle Call to Action, quindi per non annoiarti non mi dilungherò più di tanto. Essendo però uno degli elementi fondamentali della tua landing page, non basta dire: “falle grandi e colorate”. Sono uno degli elementi da studiare continuamente, in cui sperimentare nuovi tipi di forma e testo. Uno dei tanti consigli a tal proposito è quello di creare contrasto. Cosa significa? Spezzare la monotonia delle figure e del colore dell’intera landing, inserendo un qualcosa che susciti enorme stupore. Come vedi il normale flusso viene interrotto da una call to action dai colori differenti da quelli del resto della pagina, con un immagine in evidenza e un background differente dal solito bianco. Solitamente vengono utilizzati dei colori di grande impatto come il rosso, e dei pulsanti di grandi dimensioni che magari sono almeno 3 volte più grandi di quelli normali presenti nel resto del sito. 8. Aggiungi elementi numerati Gli elementi numerati sono uno di quegli elementi che più frequentemente vengono tralasciati nella creazione della landing page: il risultato sono blocchi di testo praticamente infiniti, che annoiano l’utente fino a farlo scappare via. I numeri possono essere visivamente accattivanti, spezzare i blocchi di testo appena citati e possono dare l’idea al lettore di dover seguire un percorso. L’utente può comprendere meglio i diversi passaggi e capire che quel contenuto è frutto di un’attenta pianificazione del contenuto. Come puoi notare dalle immagini possiamo creare un elenco puntato sia verticale che orizzontale, ma il risultato è sempre identico: maggiore ordine nel testo e maggiore voglia da parte dell’utente di leggere tutto il contenuto. Una semplice immagine però non può far comprendere fino in fondo le potenzialità di questi elementi. Ecco dunque un esempio concreto: “Il nostro corso ti porterà ad aumentare le skill che ogni Web Designer dovrebbe possedere. Partiremo con la grafica, utilizzando Photoshop e altri software di questo genere, per poi passare al codice. Con editor come Sublime Text, andremo dunque a creare la struttura in Html 5, per poi arricchirla con le diverse caratteristiche grafiche date dai file CSS.” E’ una descrizione di un ipotetico corso di Web Design, scritta abbastanza bene e in modo coinvolgente. La promessa di andare ad approfondire tutte queste materie e software è davvero allettante, ma ovviamente non basta. Il testo è infatti un blocco unico, mentre le informazioni sono tante: come puoi fare a questo punto? Semplicemente usando una lista numerata: “Il nostro fantastico corso ti permetterà di esplorare tutto ciò che riguarda il Web Design! 1. UI Design: analizzeremo tutte le convenzioni e le best practices per una User Interface perfetta 2. Photoshop: sai già come utilizzare il famoso programma Adobe? Durante il corso approfondiremo l’utilizzo di questo meraviglioso software concentrandoci su tutti gli strumenti utili al nostro lavoro. 3. Html 5: se sei il classico “codice repellente”, con noi potrai stare completamente tranquillo. Ti basterà un programma come il semplice Notepad, e riuscirai a creare il contenuto del tuo primo sito web. 4. Css: una semplice scritta non piaceva agli utenti neppure negli anni ’90. Per questo ti verrà insegnato come utilizzare i fogli di stile, personalizzando in maniera rapida e semplice il contenuto della tua pagina web. Tutto questo e molto altro, in un singolo corso.” Come puoi notare abbiamo utilizzato più parole ma il testo nella seconda versione risultava più semplice da comprendere: come ho fatto? Grazie alla lista numerata mi sono potuto concentrare in ogni parte del corso, potendogli concedere una descrizione più accurata. 9. Il form: molto più che un input e di un pulsante Abbiamo parlato di come la call to action sia importante, di come la si debba differenziare dal resto della pagina, ma adesso andiamo a vedere da vicino gli elementi da inserire in un eventuale form nel nostro sito. A destra puoi vedere un semplice form come se ne trovano frequentemente sul web: nessuno stile che lo contraddistingue, un semplice input ed un pulsante, e dunque nessuna capacità di attirare l’utente. Notando quello sulla sinistra possiamo vedere uno sfondo diverso (come già detto nei punti precedenti), un testo nella parte superiore che ricorda all’utente perché lasciare i suoi dati, un immagine che ritrae il prodotto che sta per acquistare ed una checkbox che magari può tranquillizzare il lead ed assicurare a noi di agire in completo rispetto della privacy. Si tratta dunque di vantaggi che esulano dalla semplice grafica, ma diventano funzionali ai fini delle conversioni, ma anche per altre motivazioni (come appunto quello legale). Il problema è che molto spesso queste parole vengono interpretate in maniera erronea e per “riempire” il form, si utilizzano diversi input con la speranza di accumulare più informazioni. Si finisce dunque con il chiedere all’utente: nome, cognome, cap, residenza, numero di telefono ecc… manca solo la patente e libretto per sembrare un posto di blocco! Bisogna dunque utilizzare diversi elementi e non solo la voglia di raccogliere dati: immagini, testo e perché no, anche qualche input scelto con criterio. Chiedere ad esempio la residenza, se siamo un business locale ha un certo senso e l’utente sarà disposto a comunicarci questa informazione; nel caso di un business completamente online, l’utente sarà molto più restio a concedere informazioni non inerenti a ciò che vuole ottenere. 10. Elencare più i benefici che le features In questo caso, non per pigrizia, ho evitato di fare il solito schemino su cosa si deve e cosa non si deve fare. Perché? Perché si tratta semplicemente di una scelta di copywriting. Le forme sono identiche, la tipografica uguale, l’unica differenza tra una landing page grezza ed un perfetta su questo punto di vista, sono le parole. Abbiamo visto in precedenza le pricing tables, ovvero quelle liste più o meno lunghe di features che fanno comprendere all’utente tutte le potenzialità del prodotto o servizio che sta per acquistare. Il discorso in questo modo finisce con essere troppo tecnico e non suscita emozioni: come migliorarlo? Semplicemente parlando dei benefici di cui l’utente può usufluire e non di semplici numeri e tecnicismi vari. Come sempre ti offro un esempio per una comprensione migliore: i set di coltelli venduti alla casalinga. Uno dei miei miti da bambino era Chef Tony, l’uomo con i baffi che vendeva i celebri coltelli Miracle Blade. Se non sai di chi si tratta, precipitati a guardare un video su Youtube di questo genio del marketing e della vendita. Ecco un esempio di come qualcuno vende i coltelli: “I nostri coltelli sono creati in acciaio inox, prodotti in serie con una tecnologia di fusione del metallo di ultima generazione. Tre macchine specifiche ci permettono un affilatura perfetta della lama ed un mantenimento nel corso degli anni. Lo studio del design innovativo dell’impugnatura ha permesso di creare una forma completamente ergonomica” Indubbiamente è una descrizione accurata, ma soffermati un attimo a pensare a chi stai vendendo i coltelli: alle casalinghe. La signora Maria se ne frega altamente del metodo di fusione, e probabilmente quelle parole sull’ergonomia non le ha neppure lette. E’ qui che arriva lo Chef Tony! La sua tecnica di vendita è semplicemente perfetta perché parla direttamente al consumatore, comunicando ciò che il consumatore vorrebbe sentire. Dunque alla classica signora Maria, il grande chef Tony non spiega le caratteristiche del metallo o della lama, ma semplicemente fa vedere come quella lama riesca a tagliare anche un martello. Tralasciando adesso per un attimo il mondo culinario, pensiamo al tuo di business: parla dei benefici diretti che l’utente può avere, senza troppi tecnicismi, troppi giri di parole. E’ un po’ come le pillole delle diete che parlano del succo di papaia o il frutto tropicale con le quali sono fatte dimenticando di dire alla fine una cosa importante: che fanno dimagrire in fretta! 11. Mantieni lo stesso stile degli elementi Si, lo so: ho detto di creare call to action che spezzino lo stile della landing quando notiamo che è troppo piatto e noioso. Guarda caso anche queste parole vengono molto spesso comprese in maniera errata, e finisco con l’imbattermi in siti che sembrano la landing page del carnevale di Via Reggio. Colori caldi mischiati a colori freddi, effetti anni ’90 come le gif unite al flat design: non penso che ognuno di voi debba essere un grafico o avere doti di questo tipo, ma alcune cose sono oggettivamente brutte (un po’ come le foto dell’Expo 2015). Ho pubblicato questo screen un po’ forzato: a sinistra possiamo vedere l’uniformità del colore azzurro, con il nero e il grigio che fanno da contorno, a destra troviamo l’anarchia grafica, con colori che richiamo i documentari sul LSD. Come già detto ho tentato di accentuare questo esempio e per fortuna è difficile trovare casi così disastrosi. Per evitare però di produrre questi aborti artistici, segui questi semplici consigli: 1. Mantenere coerenza nel testo: anche il testo ha un suo stile. Ovviamente non puoi iniziare parlando ironicamente, per poi finire con un testo che sembra una lista della spesa. 2. Coerenza sulle forme: se usi un effetto 3d sui pulsanti evita di inserire quelli flat o in stile 2.0 ad esempio. Se usi solitamente gli angoli arrotondati nei diversi elementi, è inutile creare box squdrati …. 3. Coerenza sui colori: ovviamente questo è il più semplice da capire, ma potresti fraintendere. Non dico di utilizzare un solo colore, ma se inizi con l’azzurro aggiungi del blu magari, ma non un’intera tavolozza che va dal giallo al marrone scuro. 12. Segui le convenzioni Se hai viaggiato almeno una volta ti sarai imbattuto nella classica scala mobile in cui la gente con più calma sta a destra e si lascia trasportare comodamente in cima, mentre i classici tipi “da ultimo secondo” corrono nella parte sinistra. Eppure non ci sono cartelli, non ci sono divieti o manifesti che ricordano questa precisa disposizione, di cosa si tratta: convenzioni. La convenzione è un qualcosa che si dà come appurato, come ovvio, ma non c’è nessun obbligo di farlo. Un esempio è appunto quello nelle scale mobili, che troviamo in aeroporti e centri commerciali, ma anche nel web esistono? Certo: la navigazione in alto, il logo a sinistra, il link sul logo che porta alla home e molti altri, sono tutte convenzioni. Se non li rispetti non viene Google a punirti, semplicemente stai creando un qualcosa di diverso. A questo punto ci si pone un altro quesito: è giusto seguirle o è meglio creare sempre una piccola rivoluzione in casa propria? Come vedi dalle due figure abbiamo due esempi da questo punto di vista: a sinistra la navigazione è in alto e cliccando il logo a sinistra veniamo rimandati sulla home; a destra invece abbiamo la navigazione in basso e il logo che non rimanda a nessuna pagina. Quale ti sembra migliore in ordine di usabilità? Ovviamente il primo, dato che l’utente sa già come fare e non dovrà perdere tempo cercare pulsanti e link utili. Il mio consiglio finale è dunque quello di informarti sulle convenzioni più importanti e seguirle nel tuo sito: d’altra parte tu devi semplicemente vendere, lascia fare le rivoluzioni a chi di dovere ;) 13.Creare una gerarchia dei contenuti Abbiamo già visto precedentemente come gli elementi numerati possono creare delle pagine migliori, riducendo la possibilità che l’utente, annoiato, se ne scappi in fretta. In generale però ti posso dare un nuovo consiglio: creare una gerarchia dei contenuti. L’immagine a destra è una semplice scritta con un titolo: l’utente abbandonerà la pagina in pochi secondi. L’immagine a sinistra invece presenta un insieme variegato di elementi che spezzano l’uniformità del contenuto e creano una pagina molto più variegata e più bella da vedere. Abbiamo in ordine: 1. 2. 3. 4. 5. Titolo Breve descrizione Banner o immagine di qualche genere Seconda pare della descrizione Testimonianza Come vedi la descrizione si divide in due parti per non comparire come un singolo blocco, in più sono presenti diversi elementi che ti ho consigliato nei punti precedenti, come le testimonianze. Anche in questo caso però il mio consiglio è di non esagerare, non vorrei vedere landing page trasformarsi in puro caos. 14. Utilizzare delle immagini d’effetto In questo articolo sul blog, avevo già accennato l’importanza delle immagini all’interno di una Landing page. Con immagini non intendo ovviamente le foto di quegli uomini in giacca e cravatta che ridono come degli idioti e che ormai tutti possono reperire con una semplice ricerca su Google scrivendo “business man”. Queste foto in teoria potrebbero anche essere utili, ma il fatto che si trovino ormai anche nel sito del fruttivendolo sotto casa, nel corso degli ultimi anni ne ha diminuito drasticamente l’effetto, producendo anzi un effetto contrario in alcuni casi. Parlo dunque di immagini utili al nostro lead: se vuoi rassicurare il cliente utilizza le testimonianze come spiegato prima e non la foto della segretaria in vestito. Nel caso di un prodotto potremmo inserire: 1. Foto o mockup del prodotto in questione: questo per dimostrare che non stiamo vendendo l’aria fritta. Potremo rendere “tangibile” anche un prodotto interamente digitale o un servizio. Un esempio è un videocorso, rappresentabile con l’immagine di un box in cui sono contenute immagini di file video. 2. Immagini di carte di credito: hai mai visto le immagini della posta pay, delle carte visa e molte altre sotto il tasto compra? Questa tecnica è adoperata molto spesso per rassicurare il cliente e permette un aumento delle vendite fino al 10%. 3. Immagini di verifica: probabilmente la più famosa è l’immagine rilasciata da Symantec , ma una di queste cerficazioni può costare anche migliaia di euro. Potrai in ogni caso cercare qualche certificazione più economica con un risultato in termine di vendite molto simile. Consiglio Bonus: Testa ogni consiglio Con i consigli di questo ebook potrai aumentare notevolmente le tue vendite o le iscrizioni alla tua newsletter. Come hai potuto notare ho creato delle immagini basilari per una facile comprensione, ma è importante che tu comprenda una cosa in particolare: devi testare tutte queste tecniche sul tuo sito, monitorarle e vedere se davvero funzionano. Nella maggior parte dei casi le strategie che ti ho consigliato portano ad un aumento sostanziale in termini di conversioni, ma potrebbe essere che non funzionino con il target del tuo business. Ti faccio un esempio: “Inserisci una grande foto dell’ebook che sto vendendo all’inizio della mia landing page. Una foto di questo genere, di grosse dimensioni e di alta qualità, ti permette di aumentare del 5% le tue vendite nel primo mese di attività. “ Il problema di questa immagine è che magari rallenta di molto il caricamento dell’intera pagina dunque, nel caso in cui il tuo traffico sia proveniente dai motori di ricerca, per la maggior parte da Google, il fattore lentezza potrebbe portare sul lungo periodo una perdita sostanziale di posizioni nella Serp. Quel 5% che dunque hai guadagnato magari nel primo mese, ti potrebbe in futuro far sorpassare con più facilità dai tuoi competitor. Eppure avevo letto che un immagine accattivante avrebbe fatto crescere del 30% le tue vendite! (potrebbe dire qualche inesperto in materia). Nel caso in cui questo non stesse avvenendo, nemmeno in parte, dovresti porti due domande: 1. Sto applicando bene la strategia o il consiglio che ho letto? 2. La mia nicchia è quella corretta a cui applicare tutto ciò? Per quanto riguarda la prima domanda, l’unico consiglio che posso darti è quello di rileggere bene la strategia che volevi applicare, magari cercando in rete qualche applicazione reale. Attenzione in oltre a comprendere bene il concetto e a non enfatizzarlo troppo: c’è gente che legge “creare un pulsante più grande aumenta del 15% le vendite” ed incomincia ad inserire sulla landing patacche di dimensioni abissali. Per quanto riguarda il secondo punto, anche qui l’unica cosa che posso dirti è testare: soprattutto quando lo studio che hai letto si riferisce ad un determinato settore, non è detto che per il tuo sito valga lo stesso concetto. In un blog americano avevo letto di un esperimento fatto in diversi siti e-commerce che portava tramite una chat un incremento delle vendite: nei commenti si lamentavano idioti che magari possedevano un semplice blog e inserendo una chat si aspettava lo stesso risultato. Arriviamo dunque al consiglio finale: 1. Continua a seguire la Newsletter per essere costantemente aggiornato con contenuti esclusivi 2. Continua a seguire il blog per articoli più lunghi e specifici 3. Contattami a [email protected] per un feedback o semplicemente se non hai ben compreso qualcosa: sono a tua completa disposizione, anche per una bella chiacchierata ;)