G. Gobber – M. Morani
Linguistica generale
Capitolo 1
Lingue, comunicazione verbale
e linguistica
1
G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale
Copyright © 2014 – McGraw-Hill Education (Italy)
Capitolo
1
Contenuti del Capitolo
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Dati empirici e oggetto formale
Descrivere e prescrivere
Oralità e scrittura
Descrizione e spiegazione
Livelli di astrazione
Le lingue e la lingua
La lingua come fatto sociale
Eventi semiotici nella comunicazione umana
Sincronia e diacronia
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Capitolo
1
Dati empirici e oggetto formale
 Oggetto reale: ciò che si presenta in un insieme di dati
empirici che suscitano interesse conoscitivo.
 Oggetto formale: è l’oggetto considerato secondo un dato
punto di vista.
 L’oggetto formale è costruito dallo studioso.
 L’oggetto formale è interno a una scienza. È ottenuto
mediante un processo di astrazione (v. in seguito).
 È “linguistica” un’indagine scientifica che – sulla base
empirica dei dati forniti da una o più lingue del mondo – si
propone di rendere ragione dei principi costitutivi e del
funzionamento della lingua come strumento di espressione
e di comunicazione verbale.
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1
Descrivere o prescrivere?
 Orientamento descrittivo: la linguistica osserva la
lingua così come si manifesta e cerca di
comprendere come essa è fatta e funziona.
 Orientamento prescrittivo: nella tradizione della
grammatica normativa si stabilisce come si deve
scrivere o parlare e si sanziona l’uso che devia
dalla norma.
 La norma serve a limitare l’anarchia della
comunità linguistica e a mantenere e promuovere
il ruolo della lingua come istituzione sociale.
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1
Oralità e scrittura
 Per una lingua, la manifestazione orale è primaria. Essa
precede quella scritta:
 sia nella storia degli individui (si impara a scrivere dopo
lungo esercizio)
 sia nella storia delle lingue.
 I sistemi di scrittura furono introdotti per fissare, diffondere
e conservare documenti linguistici rilevanti (leggi, testi
religiosi, opere letterarie).
 Le grammatiche tradizionali sono ricavate generalmente
dall’analisi dei testi scritti costitutivi di un patrimonio
linguistico-culturale.
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1
Dati osservabili e ipotesi
 I fenomeni osservati dal linguista sono eventi sonori o
grafici che, entro una comunità umana, vengono prodotti e
recepiti come eventi semiotici.
 Tali eventi sono suoni o caratteri scritti che rinviano ad altro
da sé (aliquid stat pro aliquo ‘qualcosa sta per qualcos’altro’
è la definizione del segno data da Agostino).
 Per comprendere l’evento semiotico si prende avvio
dall’osservazione dei dati e si cerca di scoprirne
l’organizzazione interna, che non è data all’osservazione.
 Lo studioso formula ipotesi sulla struttura del fatto
linguistico.
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1
Livelli di astrazione
 Astrarre vuol dire ‘togliere, staccare’ una caratteristica
comune a più fenomeni concreti.
 L’astrazione (lo “staccare”) è di tipi diversi:
1. Ipotesi per generalizzazione: una caratteristica
rilevata in alcuni elementi è attribuita a tutti gli
elementi della stessa classe, anche a quelli non
ancora osservati;
2. ipotesi su proprietà non osservabili di oggetti
osservabili (p.es. la capacità di una successione di
suoni di rimandare a un evento mentale);
3. ipotesi su oggetti non osservabili, il cui funzionamento
dà luogo ai dati osservabili (p.es. la grammatica come
dispositivo che dà luogo alle frasi).
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Le lingue, la lingua
 Si compie un’astrazione quando si pongono domande su
somiglianze e differenze tra lingue.
 P.es. si può ipotizzare che una costruzione
grammaticale simile si manifesti con strategie diverse in
diverse lingue (cfr. latino Pueri puellas amant e inglese
Boys love girls).
 Per descrivere tale somiglianza sistematica si può
avanzare l’ipotesi dell’esistenza di una grammatica
generale.
 Nella prospettiva aperta da questi filoni di ricerca, si
attribuisce alla linguistica generale il compito di indagare
una dimensione universale costitutiva del fatto linguistico:
le diverse lingue particolari funzionano secondo alcuni
principî organizzativi fondamentali, che lo studioso elabora
e presenta come un’ipotesi sulla lingua in generale.
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La lingua come fatto sociale
 La lingua è un’istituzione sociale (langue) che si manifesta
negli usi individuali (parole).
 Grazie all’uso di una lingua, un individuo fa esperienza
dell’alterità: l’attività verbale è intrinsecamente orientata a
un altro individuo (il messaggio è per natura dialogico).
 La comunicazione verbale ha un profilo individuale e
comunitario al tempo stesso.
 La lingua è “sociale” sia perché è condivisa da una
comunità (comunque delimitata) sia perché è un fattore
della struttura relazionale costitutiva della persona umana.
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Eventi semiotici
 Per classificare i segni si può ricorrere a due criteri
fondamentali:
 intenzionalità (controllo del soggetto che produce il
segno) e
 il grado di motivazione, cioè il rapporto fra il segno e la
cosa designata.
 Vi sono diversi tipi di segni:
 indizi o sintomi (naturali e non intenzionali)
 segnali (naturali e intenzionali)
 icone (intenzionale, con analogia di forma tra il segno e
ciò a cui rinvia – cfr. gli smileys)
 simboli (convenzionale e intenzionale)
I segni linguistici sono un particolare tipo di simboli.
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Il modello di Karl Bühler
 In un messaggio linguistico è attiva una polifunzionalità
sconosciuta ai simboli non linguistici 
gli eventi semiotici prodotti nella comunicazione umana
verbale sono in relazione con tutti i fattori della
comunicazione verbale.
 Per rappresentare questo fatto vi sono vari modelli: fra gli
altri, il modello di Karl Bühler – ripreso da Roman
Jakobson.
 Per Bühler il segno ha portata semiotica diversa a seconda
del fattore cui è legato:
 è simbolo in quanto rappresenta qualcosa nel contesto;
 è sintomo in quanto esprime la posizione del parlante
(emozioni, valutazioni…);
 è segnale in quanto è appello al destinatario.
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Sincronia e diacronia
 La descrizione di uno stato di lingua e le ipotesi sul
funzionamento di una lingua come strumento di
comunicazione privilegiano una prospettiva sincronica.
 Le dinamiche del cambiamento linguistico si individuano in
una prospettiva diacronica.
 La sincronia mostra come funzionino le lingue; la diacronia
mette in luce come esse cambino per continuare a
funzionare.
 Le due prospettive sono autonome: sono modi diversi di
osservare e di interrogare i dati empirici osservati.
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