Semiosi, ostensione, inferenza Scheda al capitolo settimo, Lingua e comunicazione 1 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Come si manifesta il senso? - in modo esplicito - in modo implicito. Come si presenta l’apporto esplicito? Come si coglie l’apporto implicito? 2 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Esplicito - implicito • Provvisoriamente, distinguiamo almeno due modalità dell’apporto esplicito: - semiosi (categoriale o deittica) - ostensione. E distinguiamo due modalità dell’apporto implicito: - presupposizione - inferenza. 3 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Semiosi È il nesso che unisce schemi concettuali e strategie di manifestazione linguistica (v. capitolo 2) Senza significato, l’aspetto fonico non è significante. Una sequenza di suoni consiste in “stimoli” che rinviano a un significato (il rumore delle voci sullo sfondo non è evento semiotico per chi non ha interesse a ciò che si dice…). 4 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl “semiosi” cfr. semantica, semiotica cfr. gr. semeîon, σημειον; semeiotiké (téchne) > semeiotica, semiotica; radice sem – semàino “indico, denoto”; semantiké (téchne) > semantica. Tutto il discorso è “semantikós” (Esti de men pâs logos semantikos, Aristotele, Perì hermeneîas [De interpretatione]). 5 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Atti verbali, semiosi e realtà • • • La semiosi negli eventi linguistici è primaria (costitutiva del segno linguistico) Negli eventi non linguistici la semiosi non è un elemento costitutivo primario . Es. gli oggetti raffigurati in pubblicità. – (Luigi): Ho fame – (La madre le prepara un panino con prosciutto e formaggio e glielo dà) Questi gesti in sé non hanno funzione semiotica (non sono fatti per comunicare; ma possono – secondariamente – comunicare diversi messaggi. Bisogna… tenere distinto il semiotico dal reale. 6 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Nota bene – Peraltro, la comunicazione verbale opera sia con eventi che significano per semiosi, sia con eventi che significano per inferenza (ragionamento). • (Luigi) Se piove, non esco di casa. • (Maria) Guarda che c’è il sole – (inferenza: “Dunque, puoi uscire” / “Dunque, esci (così sto un po’ in pace…)” / o altra interpretazione. 7 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Il segno è delimitato da una “cornice” • La cornice delimita l’ambito di realtà entro il quale opera la semiosi (Rigotti – Cigada, La comunicazione verbale, Apogeo, Milano 2004, pp. 33 e 34). = delimita il “mondo dell’evento semiotico”. Quest’ultimo contiene l’evento semiotico e gli altri eventi non semiotici rilevanti per quella data comunicazione. Gli eventi non semiotici si possono interpretare per implicazione. • Esempi di cornice: “C’era una volta…” (introduce un “altro mondo”, il mondo della fiaba); le sigle delle trasmissioni televisive; il palcoscenico del teatro, il piedestallo della statua… 8 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl “implicazione per me” • – Un evento può avere senso perché può implicare per me qualcosa di particolare: Rigotti e Cigada (cit., p. 31) parlano di “implicazione per me”. Invece i segni non significano in quanto implicano, ma in quanto hanno significato (il sole può splendere indipendentemente da ciò che implica per me; una parola significa, altrimenti non è parola). 9 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Semiosi categoriale – I simboli sono eventi comunicativi verbali che manifestano, esibiscono una componente di senso: “dentro” al simbolo vi sono categorie per leggere il dato della realtà, così come è depositato entro una tradizione (common ground). – P.es. formaggio – cheese (< caseus formaticus): significo nominando una caratteristica, che rappresenta un’intera porzione di realtà. – Si dice “categoriale” la semiosi che denota nominando proprietà, relazioni, caratteristiche. 10 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Nota • • Aleksandr A. Potebnjà (“Pensiero e linguaggio”, 1861) – fondatore della tradizione russa di ricerca semiotico-linguistica – parlava di “segno del significato”: una parola si è costituita privilegiando un tratto dell’esperienza – il quale costituisce il “signifié”. P.es. formaggio < formaticus “[prodotto caseario] in forma”. Il saussuriano “signifiant” era per lui un “segno” di secondo grado: era segno del segno del significato. 11 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Semiosi deittica o Deissi • • • La deissi funziona “nell’incontro del linguaggio con l’esperienza” (p. 43). È un’istruzione per la quale si identifica un elemento del contesto. I deittici hanno una parte linguistica ( semiosi) e una parte esperienziale. Che significa ora? Per interpretare serve: – la conoscenza dell’italiano (non sempre è omologo a now). Cfr. lat. hac hora sp ahora, it ora; – La conoscenza del “context of use”. 12 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Deittico vs categoriale • Albero : “rimanda all’esperienza di cose fatte così e così”. Il lessema è dotato di un semantismo – a un’ “idea” – presente già nel sistema linguistico. • Adesso : è una istruzione che indica come ci collochiamo rispetto al tempo. • La deissi è presente in pronomi, morfemi flessionali. 13 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Deittici vs anafore / catafore – Le anafore (“anà” + phero “rimando in alto”) e le catafore (“katà” + phero “rimando in basso”) sono segnali testuali (v. capitolo 8): • riprendono elementi che precedono nel testo (anafore) • anticipano elementi che precedono nel testo. • Sono detti anche elementi “forici”. 14 G. Gobber – M. Morani, Linguistica generale Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl