Introduzione SINTESI DI NUOVI REATTIVI SUPPORTATI: • • RIDUCENTI DI TIPO DIIDROCHINOLINICO ANALOGHI DEL REATTIVO DI MUKAIYAMA Relazione dell’attività svolta dalla dottoressa Costanza Morelli durante il primo anno di dottorato di ricerca in Scienze Chimiche Obiettivo di questo progetto di ricerca è la sintesi di nuovi reattivi supportati su matrice polimerica insolubile, specie che stanno riscuotendo un enorme interesse per la loro utilizzazione in chimica combinatoria ed in molte reazioni della cosiddetta “green chemistry”. Inoltre, l’utilizzo di reattivi supportati su matrici polimeriche consente una più agevole estrazione dei prodotti di sintesi dall’ambiente di reazione. In alcuni casi è, inoltre, possibile recuperare e riciclare il reattivo supportato. In particolare, la nostra attenzione si è focalizzata sulla sintesi di analoghi del NADH e del reattivo di Mukaiyama, essendo entrambi largamente utilizzati in varie sintesi organiche. Utilizzo di analoghi del NADH Numerosi sono gli esempi riportati in letteratura in cui la diidronicotinammide, uno dei più versatili riducenti organici, viene ancorata su supporto solido[1]. Questa tecnica presenta, però, degli svantaggi, in quanto si ha una diminuzione della resa e della stereoselettività delle reazioni rispetto agli analoghi processi in omogeneo[2][3] ; l’addotto va, inoltre, incontro ad una rapida degradazione[4] e quindi viene meno uno dei principali vantaggi dei reattivi supportati, ovvero la loro possibilità di riciclo. L’esame dei dati della letteratura ha tuttavia suggerito numerose possibilità di miglioramento della Nuovi reattivi supportati 1 Introduzione sintesi del reattivo supportato e del suo utilizzo. In particolare, è emerso che l’ancoraggio del riducente alla matrice solida avveniva quasi sempre tramite alchilazione dell’azoto nucleare e che la presenza di un legame 5,6 diidronicotinico poteva essere una delle cause dell’instabilità del reattivo. Sì è, allora, utilizzato l’acido chinolinico come composto da ancorare alla matrice solida di tipo Merrifield –NH2 terminale citata nella parte introduttiva tramite il gruppo carbossilico. In tal modo, risulta possibile legare vari sostituenti all’azoto dell’anello, così da aumentare le possibilità di utilizzo del riducente, sia per via termica che per via fotochimica. Utilizzo del reattivo di Mukaiyama Il reattivo di Mukaiyama è un sale organico utilizzato per l’attivazione di acidi carbossilici: O O + R OH N+ Cl I- N+ O R I- Sono note in letteratura varie reazioni effettuate, anche in fase solida, a partire da questo estere attivato. Non sono, invece, noti esempi in cui è il reattivo stesso ad essere ancorato su matrice polimerica. Ciò porterebbe notevoli vantaggi in fase di purificazione dei prodotti ottenuti, consentirebbe l’utilizzo di larghi eccessi del reattivo, con miglioramento della resa delle reazioni effettuate e permetterebbe l’agevole creazione di librerie di prodotti analoghi ottenuti tramite il Mukaiyama stesso. Nuovi reattivi supportati 2 Introduzione La matrice polimerica da noi scelta è una resina di tipo Merrifield funzionalizzata con un gruppo amminico, perché ad essa è facilmente possibile ancorare i reattivi di nostro interesse. Poiché è noto in letteratura che i reattivi supportati risultano molto più efficienti se non sono troppo vicini alla matrice solida[5], la funzione amminica è stata introdotta caricando la resina con l’acido a catena lunga 6-ammino caproico Boc protetto. In futuro, questo spaziatore potrà essere sostituito da composti contenenti uno o più stereocentri, in modo da indurre la voluta chiralità alle reazioni effettuate dai nostri reattivi supportati. L’introduzione del gruppo amminico si svolge tramite i seguenti passaggi: O Cl HO (CH2)5 O NHBoc O Merrifield (a) (a) (1) O (CH2)5 NHBoc TFA/CH2Cl2 O (b) (CH2)5 NH2 (2) Il carico della resina con l’acido 6-ammino caproico Boc protetto viene effettuato trattando la resina con l’acido per 3 giorni a 80°C in presenza di cesio carbonato, in modo da ottenere l’addotto (1). (b) La deprotezione del gruppo amminico con acido trifluoroacetico in diclorometano porta alla formazione della resina ammino terminale (2) con una resa del 90%, stimata tramite test quantitativi in fase solida. Nuovi reattivi supportati 3 Riducenti diidrochinolinici NUOVI RIDUCENTI SUPPORTATI: ANCORAGGIO DI 1. DERIVATI DIIDROCHINOLINICI Sintesi del reattivo supportato Il reattivo supportato si ottiene per riduzione di un sale chinolinico, ovvero tramite la seguente reazione: (CH2)5 O O O O riducenti N H O N+ X R O (CH2)5 N H N R - (3) Sintesi del sale chinolinico (3) Inizialmente, abbiamo pensato di ancorare l’acido chinolinico alla matrice polimerica, per poi effettuare l’alchilazione che porta alla formazione del sale in fase solida: O O O (CH2)5 NH2 (2) OH + HBTU DIPEA (CH2)5 O N O O N H N Br (CH2)5 O O N H O (3) Nuovi reattivi supportati CH3CN Br- N+ Ph 4 Riducenti diidrochinolinici Utilizzando questa strategia, l’alchilazione richiede, però, condizioni molto drastiche: è necessario scaldare la resina e il bromuro di benzile in acetonitrile per 5 giorni a 80°C e, ciò nonostante, risulta difficile portare a compimento la reazione. Abbiamo, allora, pensato di effettuare la sostituzione sull’azoto nucleare prima dell’ancoraggio del reattivo alla matrice solida ottenendo, così, il sale chinolinico (c) da ridurre. La sintesi in omogeneo di questo sale avviene, infatti, in modo quantitativo in condizioni molto più blande: sono sufficienti 15 minuti a 140°C senza solvente. Cristallizzando da etanolo si ottiene, poi, il prodotto voluto puro. In prospettiva questa procedura rende, inoltre, più semplice la costituzione di librerie di analoghi supportati modificando l’alchilante dell’azoto nucleare. La strategia di sintesi del reattivo supportato si compone, quindi, dei seguenti passaggi: O O O (CH2)5 NH2 (2) OH + N+ HBTU DIPEA O N H O Br- O (CH2)5 Ph (c) Br- (3) Ph MW (CH2)5 O Na2S2O4 O N H O N (4) Nuovi reattivi supportati N+ Ph 5 Riducenti diidrochinolinici Condizioni di riduzione Sono stati esaminati diversi riducenti, varie combinazioni di solventi e di condizioni di reazione per ottenere la massima resa di prodotto ridotto ancorato alla resina. Nell’ottica di poter monitorare lo step di riduzione, abbiamo pensato di usare come riducente l’N propil 1,4 didronicotinammide PNAH: (CH2)5 O O O N H O (3) NH2 + Br- N+ N (CH2)5 O PNAH O N H O N+ Ph Questo reattivo, infatti, presenta una banda di assorbimento UV caratteristica a 360 nm: osservando il decadimento di tale banda, pensavamo di seguire il decorso della reazione. Purtroppo, ciò non è stato possibile perché, anche lavorando in assenza di ossigeno e in condizioni anidre, alla riduzione si affianca un processo di degrado del reattivo, che risulta essere addirittura più rapido della riduzione stessa. Abbiamo, allora, utilizzato come riducente il sodio ditionito, sia con riscaldamento tradizionale che con l’ausilio delle microonde. Dopo alcuni tentativi, abbiamo verificato che i migliori risultati si ottenevano scaldando la resina in microonde in una soluzione satura di Na2S2O4 in DMF/H2O 1/1. L’acqua è necessaria per sciogliere il sodio ditionito, la DMF per garantire un adeguato rigonfiamento della resina. Nuovi reattivi supportati NH2 + N (4) Ph O 6 Br- Riducenti diidrochinolinici Test con acridinio perclorato Restava, ora, da verificare la capacità riducente del reattivo sintetizzato e in che misura c’era la possibilità di riciclarlo. A questo scopo, abbiamo seguito via UV il decadimento della banda a 360 nm tipica dell’ossidante N metil acridinio perclorato (d) : O O (CH2)5 N H O (4) Ph ClO4 - N N H (d) N+ ClO 4 O N (CH2)5 + CH3CN/PhCH3 Ph O O (3) Con questo metodo, abbiamo stimato una resa complessiva della reazione del 42% [pari a 0,6 mmol/grammo] senza perdita apprezzabile di efficienza da un riciclo all’altro del reattivo. I risultati fin qui ottenuti sono stati illustrati al congresso TUMA 2003 svoltosi a Terni dal 10 al 12 settembre 2003, in una comunicazione dal titolo “Derivati diidrochinolinici supportati: un nuovo metodo di ancoraggio del reattivo alla fase solida”. Reazioni di riduzione Per testare la capacità redox del nostro nuovo substrato, in modo pressoché analogo, abbiamo sintetizzato anche il suo analogo non supportato: O O O NH2 N + N N Ph Nuovi reattivi supportati NH2 NH2 Na2S2O4 BzBr Br - Ph 7 Riducenti diidrochinolinici Questo modello è stato utilizzato per effettuare le reazioni riportate in letteratura normalmente effettuate dai derivati diidropiridinici. Ad esempio, abbiamo provato a ridurre il trifluoroacetofenone in presenza di magnesio perclorato: O O O NH2 N Mg(ClO4)2 + F3C OH NH2 + N ClO4- Ph Ph + F3C Abbiamo, però, verificato che, anche in fase omogenea, nelle condizioni descritte in letteratura per le diidropiridine, queste reazioni non avvenivano. Riteniamo che ciò dipenda dalla natura del riducente, ovvero dalla differenza di potenziale redox fra i derivati diidrochinolinici e quelli diidropiridinici. Il nostro modello in omogeneo è stato, allora, utilizzato per reazioni già effettuate su derivati diidrochinolinici, ovvero per la riduzione della p-nitro benzaldeide e della benzilimmina della picolinaldeide. In entrambi i casi, le condizioni riportate in letteratura prevedono di lavorare in ambiente fortemente acido, a conferma della maggiore stabilità dell’anello diidrochinolinico: O O O2N CH3CN N Ph Nuovi reattivi supportati NH2 AlCl3 NH2 O O2N N+ Cl- OH Ph 8 Riducenti diidrochinolinici O O N N NH2 AcOH NH2 N Ph EtOH Ph N+ AcO- N NH Ph Ph Poiché in fase omogenea la riduzione è avvenuta con buone rese, abbiamo applicato le stesse condizioni in fase eterogenea. Il reattivo ancorato alla matrice polimerica non ha, però, dato i risultati sperati, probabilmente perché i solventi utilizzati in queste reazioni non hanno buone capacità rigonfianti, e quindi non consentono un efficace accesso ai siti attivi della resina. Si è, quindi, ritenuto opportuno di utilizzare, in miscela con quelli riportati in letteratura, solventi ad alta capacità rigonfiante, quali THF, toluene, DMF e DCM. In queste nuove condizioni di reazione, però, anche in omogeneo, non si ottengono risultati soddisfacenti. Abbiamo, allora, pensato di sintetizzare reattivi supportati con una maggiore capacità riducente. La letteratura ha suggerito la sintesi del seguente addotto: (CH2)5 O O O N H Nuovi reattivi supportati N 9 Riducenti diidrochinolinici Strategia di sintesi La sintesi di questo prodotto parte dalla seguente reazione di ciclizzazione: O AcONH4 O NH2 O O O NH2 O NH2 + O O EtOH AcOH O O N L’estere etilico così ottenuto è stato quaternarizzato con CH3I, in modo da ottenere il corrispondente sale che, per idrolisi, avrebbe dovuto portare all’acido chinolinico da ridurre: O O N Idrolisi In HCl 6N, nessuna reazione In NaOH 6N, polimeri CH3I CH3CN O O O- N+ Nuovi reattivi supportati idrolisi O N+I- 10 Riducenti diidrochinolinici Tuttavia questo estere non viene idrolizzato da una prolungata ebollizione in HCl concentrato. In ambiente basico si formano, invece, prodotti di polimerizzazione derivanti dall’acidità del CH3 in 2: CH3 O CH3 O -H+ O CH3 O O N+ CH3 CH3 N+ CH3 O CH2- N CH2 CH3 Abbiamo, allora, pensato di idrolizzare l’estere etilico prima della salificazione con CH3I ma, durante questo ultimo step, si è registrata la formazione dell’estere metilico del prodotto voluto: O O O O N O CH3I OH HCl N+ N idrolisi I- Risultava, quindi, necessario che l’idrolisi dell’estere avvenisse dopo la formazione del sale. Ciò è stato possibile sintetizzando un estere più facilmente idrolizzabile, come quello benzilico. In queste condizioni, è stato possibile ottenere l’acido voluto: NH2 O NH2 + O Ph O CH3CN AcOH O O Ph N CH3I Senza solvente O O O- N+ Nuovi reattivi supportati idrolisi O Ph N+I- 11 Riducenti diidrochinolinici Per la reazione di ciclizzazione, l’etanolo è stato sostituito con CH3CN per evitare che un fenomeno di trans - esterificazione portasse nuovamente all’estere etilico. La salificazione è stata condotta in assenza di solvente per evitare che l’acqua contenuta in esso idrolizzasse l’estere prima della formazione dell’addotto, causando poi la formazione dell' estere metilico. Verifica della capacità riducente L’analogo estere etilico del nostro target sintetico è stato in grado di ridurre il metil benzoil formiato con buone rese: O O O N + O O Ph O Mg(ClO4)2 ON+ + HO O Ph O ClO4- È stato, poi, sintetizzato il reattivo ancorato su matrice polimerica, ed è in corso la verifica delle sue capacità riducenti. Nuovi reattivi supportati 12 Analoghi del reattivo di Mukaiyama 2. IL REATTIVO DI MUKAIYAMA Abbiamo tentato di elaborare una strategia di sintesi di un analogo supportato del reattivo Mukaiyama. Per validare la reattività del nostro target, ci siamo concentrati sul suo utilizzo per la sintesi di β lattami: O N+ - O N R2 R1 R3 R2 R1 O I N R3 In fase omogenea, abbiamo ottenuto il β lattame derivante dall’acido fenilacetico e la benzilimmina della benzaldeide con buone rese, a partire dal reattivo di Mukaiyama commerciale: Ph N+ I- Cl Ph N Ph O Ph N Ph O Reattivo Mukaiyama Nuovi reattivi supportati Ph OH 13 Analoghi del reattivo di Mukaiyama Sintesi del reattivo supportato Per ottenere il nostro target sintetico, in un primo momento, abbiamo pensato di alchilare la 2-Cl piridina con la resina di Merrifield: Cl + N Cl N+ Cl Cl- Questa strategia non si è, però rivelata vincente, probabilmente perché i reattivi supportati sono efficaci solo se il loro sito attivo si trova distanziato dalla matrice polimerica tramite un opportuno spaziatore. Infatti, anche per la sintesi del derivato diidrochinolinico, abbiamo scelto un acido a catena lunga come spaziatore. Si è, allora pensato di sfruttare proprio la resina -NH2 terminale precedentemente ottenuta come sito di ancoraggio del reattivo, da legare alla resina stessa tramite un gruppo carbossilico. In questa ottica, il nostro prodotto di partenza doveva derivare dall’alchilazione dell’acido 2-Cl nicotinico, che è stata, inizialmente, tentata con metile ioduro, ma la nucleofilicità dello iodio ha portato ad una sostituzione cloro - iodio, con conseguente difficoltà di alchilazione per ragioni di ingombro sterico: O O OH N Cl Nuovi reattivi supportati OH MeI N I 14 Analoghi del reattivo di Mukaiyama Si è, allora, pensato di utilizzare un alchilante con un controione non nucleofilo, come il dietil solfato ma, in questo caso, man mano che il prodotto si forma, genera l’estere attivato su un’altra molecola di prodotto di partenza, causando la formazione di poliesteri. Il primo passaggio della polimerizzazione è il seguente: O O O S O O OH OH N N+ Cl O O Cl N Bisognava, quindi, proteggere la funzione carbossilica prima dell’introduzione del cloro, che causa la formazione dell’estere attivato. A questo scopo, è stato sintetizzato il seguente piridone: O O OH O BzBr N N+ Ph Nuovi reattivi supportati O - OH K3Fe(CN)6 N O Ph 15 Analoghi del reattivo di Mukaiyama Tale addotto ha reagito con un’ ammina primaria in condizioni standard, per generare la corrispondente ammide. Il prodotto così ottenuto è stato trattato con POCl3 allo scopo di ottenere l’analogo in omogeneo del nostro reattivo supportato: O O HO NH2 O N Ph N H O POCl3 O N Ph N H N+ Cl Cl- Ph Sono in corso le prove di reattività di questo analogo del reattivo di Mukaiyama. Se saranno positive, l’isobutilammina verrà sostituita dalla resina NH2 terminale, in modo tale da ottenere il reattivo supportato voluto. [1] Obika, S.; Nishiyama, T.; Tatematsu, S.; Nishimoto, M.; Miyashita, K.; Imanishi, T. Heterocycles, 1998, 49, 261-67. [2] Dupas, G. ; Decormeille, A.; Bourguignon, J.; Quéguiner, G. Tetrahedron, 1989, 45[9], 2579-90. [3] Losset, D.; Dupas, G.; Bourguignon, J.; Quéguiner, G. Polymer Bulletin, 1989, 21, 649-54. [4] Eling, B.; Hoogsteen, W.; Challa, G. J. Pol. Sci: Pol. Chem. Ed., 1984, 22, 2735-47. [5] Shinkai, S.; Tsujl, H.; Sone, T.; Manabe, O. J. Pol. Sci: Pol. Lett. Ed., 1981, 19, 17-21. Nuovi reattivi supportati 16