___________________________________________________________________________
PROGETTO DI PROMOZIONE E SVILUPPO DI RAPPORTI
ECONOMICI TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
E LA FEDERAZIONE RUSSA
“Il mercato dei generi alimentari nella Federazione Russa
con particolare riguardo alle produzioni caratteristiche della
regione Friuli-Venezia Giulia”
Con la collaborazione di
Con il supporto di
___________________________________________________________________________
Febbraio 2007
INDICE
La Federazione Russa: caratteristiche geografiche, demografiche e amministrative
L’economia russa nel 2005- 2006 e le previsioni di sviluppo per il 2007
p.
p.
3
5
Il mercato dei beni di consumo in Russia
p. 12
I mercati regionali russi
p. 21
Il commercio tra Italia e Federazione Russa
p. 23
Il mercato dei prodotti alimentari nella Federazione Russa
p. 25
Le dimensioni del mercato alimentare in Russia
p. 28
Le importazioni e esportazioni di prodotti agroalimentari
p. 40
Le esportazioni di prodotti agroalimentari
p. 41
Le importazioni:
p. 44
Pesci commestibili
p. 44
Formaggi e miele
p. 45
Ortaggi
p. 59
Frutta
p. 85
Caffè
p. 104
Olio d’oliva
p. 108
Salumi
p. 110
Prodotti di panificazione, biscotteria, pasticceria
p. 112
Le bevande
p. 117
Birra
p. 117
Vino
p. 119
Sidro
p. 124
Liquori e grappe
p. 125
La posizione dell’Italia sul mercato alimentare russo
p. 130
Dati Istat
p. 136
L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Russia. L’export alimentare di FGV
p. 141
L’evoluzione del mercato alimentare in Russia. Il nuovo consumatore
p. 145
Canali di acquisto preferenziali
p. 148
Alcuni errori degli imprenditori italiani sul mercato russo
p. 150
Barriere di mercato e metodi di ingresso. Fattori di competitività
p. 151
Sistema bancario e cambi. Forme di pagamento
p. 152
Sistema giuridico locale e controversie commerciali
p. 153
Il rischio paese
p. 154
Il sistema fieristico
p. 154
Le prospettive di sviluppo sul mercato alimentare russo: orientamenti per gli operatori del p. 157
Friuli-Venezia Giulia
Allegato: Certificazione e sdoganamento
p. 162
___________________________________________________________________________
LA FEDERAZIONE RUSSA
Caratteristiche geografiche, demografiche e amministrative
Superficie: 17.075.400 kmq, equivalente al 77,5% del territorio della Csi
La Federazione Russa si estende per 11 fusi orari attraverso due continenti, Europa e
Asia, coprendo tutte le zone climatiche, dai ghiacci artici al nord alla vegetazione
subtropicale sempreverde sul Mar Nero e nel Caucaso, ai deserti vicino al Mar Caspio.
Confina con la Norvegia, la Finlandia, la Polonia, l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, la
Bielorussia, l’Ucraina, la Georgia, l’Azerbaigian, il Kazakhstan, la Cina, la Mongolia, la
Corea. La Russia e’ bagnata dall’Oceano Pacifico e dal Mar Glaciale Artico, dal Mar
Baltico e dal Mar Nero.
I suoi grandi fiumi costituiscono vitali arterie di comunicazione, come l’Ob-Irtysh (5410
Km.), l’Amur (4416 Km.), la Lena (4400 Km.), lo Jenisei (4092 Km.) in Siberia e in Estremo
Oriente, e il Volga (3531 Km.), l’Ural (2428 Km.), il Dnepr (2201 Km.), il Kama (2032 Km.),
il Don (1870 Km.) la Pechora (1809 Km.) e il Dnestr (1352 Km.) nella zona europea.
Popolazione
142.200.000 abitanti al primo dicembre 2006, di cui la popolazione urbana era oltre il 73
percento. La popolazione economicamente attiva era a fine dicembre 2006 di 74,3 milioni
di persone (il 52% del totale), di cui 68,7 milioni, ovvero il 92,4%, erano stabilmente
occupati, e 5,1 milioni (6,9 % della popolazione attiva) erano disoccupati (secondo i criteri
statistici OIL), mentre 38 milioni, cioè il 55,3 % degli occupati, lavoravano nella media e
grande industria. Il salario medio mensile a dicembre 2006 era di 14.354 rubli (circa 532
dollari Usa o 420 euro), ma nel 2005, circa 30 milioni di persone (37,2 milioni nel primo
trimestre 2003), cioè il 20,9% della popolazione (26,1% nel 2003), avevano un reddito
inferiore al minimo vitale, cioe’ circa 90 dollari al mese. Nel marzo del 1999, cioè alcuni
mesi dopo la crisi economico-finanziaria dell’agosto 1998, la cifra corrispondente era di
55,2 milioni di persone. Nel 2006, il 10% della popolazione a reddito più elevato
produceva il 30,2% di tutto il reddito nazionale, contro il 30,0% del 2004. Sempre nel 2006,
il 10% della popolazione meno abbiente produceva il 2,0 % dei redditi (come nel 2004).
Città principali
Mosca (10.358.000 ab.), San Pietroburgo (4.669.000 ab.), Novosibirsk (1.426.000 ab.),
Nizhni Novgorod (1.311.000 ab.), Ekaterinenburg (1.293.000 ab.), Samara (1.158.000
ab.), Omsk (1.134.000 ab.), Kazan (1.105.000 ab.), Celiabinsk (1.078.000 ab.), Rostov
(1.070.000 ab.), Ufa (1.042.000), Perm (1.000.000).
3
___________________________________________________________________________
Moneta
La moneta della Federazione Russa è il rublo, che a fine 1997 è stato “ridenominato”,
ovvero 1 rublo nuovo vale 100 rubli vecchi. Tuttavia, dopo tre anni di relativa stabilità, il 17
agosto 1998 il rublo è stato svalutato, e il suo valore e’ sceso bruscamente da 6 a 14 per
un dollaro, perdendo ulteriormente terreno nei mesi seguenti. A partire dal 2000 invece,
con la ripresa economica, il rublo prima è ridiventato stabile, e poi si è rivalutato
sensibilmente sia nei confronti del dollaro, sia dell’euro. Alla data del 31 gennaio 2007 il
rublo valeva 26,53 per un dollaro e 34,39 per un euro. Le banconote più diffuse sono
attualmente quelle da 10, 50, 100 e 500 rubli, mentre dal 1 gennaio 2001 è entrata in
circolazione la banconota da 1.000 rubli.
Etnie/lingue/religioni
Vi sono 100 etnie diverse: Russi (82%), Tatari (3.8%), Ucraini (3%), Ciuvasci (1.2%),
Baskhiri (0.9%), Bielorussi (0.8%), ecc. La lingua ufficiale è il russo. La religione è per lo
più cristiana (in prevalenza ortodossa), con minoranze musulmane, buddiste ed ebree.
Divisioni politico-amministrative
La Federazione Russa e’ suddivisa in 89 “soggetti”, che comprendono regioni,
repubbliche, territori autonomi e le due “città di importanza federale” di Mosca e San
Pietroburgo. A queste ultime corrispondono le due regioni di Mosca e di Leningrado, che
però sono soggetti autonomi e distinti. Ogni repubblica, regione e città ha un presidente,
governatore o sindaco, fino a poco tempo fa eletto direttamente, ed inoltre vi e’ un
Parlamento e governo regionale o cittadino, anch’essi eletti, i quali dispongono di larga
autonomia legislativa ed esecutiva in materia economica e imprenditoriale.
A livello federale, la nuova Costituzione russa prevede un Presidente, eletto ogni cinque
anni a suffragio diretto, con vasti poteri esecutivi, e inoltre un Parlamento, articolato in una
camera bassa (Duma di Stato) ed una alta (Consiglio della Federazione). I Deputati alla
Duma sono eletti ogni 4 anni in base a liste di partito e/o di circoscrizione, mentre i membri
del Consiglio della Federazione (Senatori), che fino a tutto il 2001, erano i governatori e
presidenti degli 89 soggetti della Federazione, secondo la legge approvata il 26 luglio
2000, sono stati ora sostituiti per ogni regione da un rappresentante designato dagli stessi
governatori, più un rappresentante eletto dalle rispettive assemblee legislative locali.
Inoltre, nel mese di maggio 2000, il presidente Vladimir Putin ha istituito sette distretti
federali, con sedi a San Pietroburgo per il Nord, Mosca per il Centro, Nizhnij Novgorod per
la zona del Volga, Rostov per il Sud, Ekaterinenburg per gli Urali, Novosibirsk per la
Siberia Occidentale e Khabarovsk per l’Estremo Oriente, dove risiedono i rappresentanti
speciali nominati dal Presidente, con funzione di superprefetti, nonche’ i procuratori
federali, per il controllo dell’attività legislativa regionale.
Infine, il 13 dicembre 2004, il presidente Putin ha promulgato una legge che prevede la
designazione presidenziale dei governatori regionali, in luogo delle attuali elezioni dirette,
nonché la successiva approvazione da parte dei Parlamenti regionali, con il
perfezionamento formale della nomina. Ormai quasi piu’ nessun governatore regionale in
carica in Russia e’ stato rieletto, bensi’ designato dal Presidente.
4
___________________________________________________________________________
L’economia russa nel 2005-2006
e le previsioni di sviluppo per il 2007
La Russia: terza per dinamismo tra le grandi economie mondiali emergenti
Tra le grandi economie mondiali emergenti, la Russia è da circa cinque anni al terzo posto
come dinamica di sviluppo, dopo la Cina e l’India. Nel 2005 il Pil russo è cresciuto del
6,4 percento, e nel 2006 è proseguito il ciclo positivo, con un aumento del 6,7% , mentre
la produzione industriale ha registrato un aumento del 3,9 percento rispetto al 2005.
Russia: % di crescita del PIL nelle principali economie mondiali nel 2005-2006
(dicembre)
Cina
10,4
India
9,2
Russia
7,4
Brasile
3,2
Usa
3
Giappone
2,7
Unione Europea
2,7
Italia
1,7
Germania
1,4
0
2
4
6
8
10
12
Fonte: elaborazione ICE MOSCA da “The Economist”, Londra, 9 dicembre 2006.
Nota: i dati sul Pil dell’Economist sono superiori rispetto alle statistiche ufficiali del Governo russo.
In effetti, l’economia russa ha continuato a godere di una congiuntura estremamente
favorevole sul mercato mondiale del greggio e del gas, che ha fatto affluire un fiume di
valuta nelle casse dell’erario, ed anche nel fondo di stabilizzazione.
5
___________________________________________________________________________
Russia: andamento del PIL e della produzione industriale nel 2004-2006 (in %)
PIL
8
7
6
7.6 7.7
7.6
7.4 7.2 7.1
7.1 7.2 7.3
6.4
6.2
Produzione industriale
6.1
6.2
6.4
6.8
6.2
6.3
6.7
5
4
3.9
4.1
4.1
4.4
4
3.5
4.3
3.9
3
2
1
0
e
br
06
06 otto
20
20
o- no
ai
g
nn
iu
ge o-g
6
ai
00
nn l e 2
i
ge
pr
-a
n.
ge
5
05
00
20
i2
es
5
m
9
00
.2
m
tri 05
II
0
.2
4
rim 200
It
i
es 4
m
0
12 . 20
m 4
tri
00
IV
2
.
im
tr
4
III
00
.2
im 4
tr
II
00
.2
rim
It
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione Russa, gennaio 2007
Gli indicatori economici di base continuano ad essere positivi, e in primo luogo:
-
nella
produzione
industriale
in
vari
settori
della
metalmeccanica,
nell’elettromeccanica, nell’alimentare, nell’edilizia e costruzioni. Anche gli
investimenti interni sono ripresi, avvicinandosi al 10,5 % nel 2005 e salendo al
13,5% nel 2006;
-
l’andamento dei redditi reali (circa l’8,8% nel 2005 e il 10% nel 2006) e del
commercio al minuto (12% nel 2005 il record del 13% nel 2006), conferma il forte
sviluppo del mercato dei consumi, e una domanda crescente dei prodotti di
maggiore qualità, provenienti soprattutto dall’importazione.
Per contro, tra i fattori negativi che si riscontrano, vi sono:
-
il netto squilibrio dinamico tra il settore delle materie prime, che pur rimanendo
dominante in percentuale della produzione industriale e del valore dell’export, ha
rallentato nel giro di quattro anni la crescita annua dal 7-9% ad appena l’1,3% nel
2005 e il 2,3% nel 2006. L’industria manifatturiera è invece cresciuta del 4,4% nel
2006, con alcuni settori oltre il 6-8%, e picchi sull’8-16% (metallurgia (8,8%),
materie plastiche (11,7%) e pelletteria (16,7%), mentre i consumi (vendite del
commercio al minuto) sono aumentati del 13 percento. Altri settori manifatturieri, in
particolare nella metalmeccanica, e soprattutto all’esportazione, hanno invece
risentito dell’apprezzamento del rublo sul paniere di valute straniere, che è stato di
circa l’8% in termini reali nel 2006, con punte fino al 12% nei confronti del dollaro, e
6
___________________________________________________________________________
che quindi ha penalizzato la competitività dell’export russo sui mercati
internazionali:
-
la continua lentezza del governo russo nel completamento delle riforme avviate, in
particolare nel settore dell’energia, dei monopoli di stato, della magistratura,
dell’amministrazione statale, con faticosi progressi annunciati almeno per il 20062007
Russia: andamento dell’economia nel 2005 e nel 2006
(variaz.% sul corrispondente periodo dell’anno precedente)
16
14
12
10
8
6
4
2
0
2004 (7 mesi)
2004
2005 (7 mesi)
2005
2006
PIL
7.2
7.2
5.7
6.4
6.7
Prod.industriale
6.9
7.3
4
4
3.9
Edilizia e costruzioni
13
10.1
7.2
10.5
15.7
Edilizia abitativa
4.4
12.6
6.9
6.3
15.2
Produzione agricola
1.7
1.6
1.3
1.4
2.8
Investimenti
12.1
10.9
9.7
10.5
13.5
Commercio al minuto
11.6
12.5
11.4
12
13
Inflazione (prezzi al consumo)
7.1
11.7
8.5
10.9
9
Redditi reali
9.1
8.4
8.3
8.8
10
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
7
___________________________________________________________________________
Russia: andamento della produzione industriale nel 2005- 2006
per alcuni settori chiave in % rispetto all’anno precedente
Produzione industriale
Produzione elettrotecnica, elettronica e ottica
Produzione mezzi di trasporto
Industria metallurgica
Industria manifatturiera
Industria delle materie plastiche
Produzione di carbon coke e di prodotti petrolchimici
Lavorazione legno e prodotti del legno
Produzione del settore alimentare
Industria chimica
Materie prime (estrazione e lavorazione)
Produzione di macchinari e impianti (metalmeccanica)
Tessile e abbigliamento
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Pelletteria e Calzature
2005 2006
4
3,9
20,7
-5,5
6,0
3,3
5,7
8,8
5,7
4,4
11,7
5,5
5,4
6,1
4,5
0,5
4,4
5,4
2,6
1,9
1,3
2,3
-0,1
3,3
-1,5
7,3
1,2
4,2
-2,7
16,7
Fonte: Rosstat, gennaio 2007
Nel 2006 la produzione industriale è aumentata del 3,9% rispetto al 2005.
Il maggiore aumento (+16,7%) è stato nel settore pelletterie e calzature, che nel 2005
invece aveva registrato una lieve flessione (-2,7%). Viene poi l’industria delle materie
plastiche con un incremento dell’11,7%, seguita da industria metallurgica (+8,8%) e da
quella del tessile e abbigliamento (+7,3%). Sopra il 5,5% sono anche la produzione di
carbon coke e di prodotti petrolchimici (6,1%) e quella del settore alimentare (+5,4%). Tra
il 4% e il 2% sono aumentate rispetto al 2005 l’industria manufatturiera (4,4%), la
produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (4,2%), la produzione di mezzi
di trasporto (3,3%) e l’industria delle materie prime (estrazione e lavorazione) 2,3%.
L’industria chimica ha invece avuto un aumento solo dell’1,9%, mentre quella della
lavorazione del legno e dei prodotti del legno solo dello 0,5%.
La produzione di elettrotecnica, elettronica e ottica, che nel 2005 aveva avuto la maggiore
crescita, +20,7%, nel 2006 è l’unica tra i settori presi in esame a registrare una certa
flessione, (-5,5%) e questo a causa del calo della produzione di apparecchiature mediche
e apparecchi ottici (-25,8%), perché le altre voci all’interno di questo settore sono tutte in
aumento: le apparecchiature per trasmissione radio e televisiva dell’8,9%, la produzione
di apparecchiature per ufficio e computer dell’11,7% e quella di macchine e
apparecchiature elettriche del 14,2 percento.
Più in dettaglio, osserviamo ancora:
8
___________________________________________________________________________
a) L’inflazione (indice dei prezzi al consumo) nel 2005 è stata del 10,9 percento. In
effetti il governo è ricorso ad una serie di misure per bloccare l’inflazione sotto
l’11%, in modo da rientrare negli obiettivi previsti, riducendo tale indice al 9% per
la fine del 2006, come e’ poi avvenuto. Nei primi dieci mesi del 2006 l’inflazione era
stata dell’8% e a fine dicembre del 9 percento.
b) I redditi reali della popolazione continuano comunque a crescere: dopo il boom del
14,5% in valore reale nel 2003, e il 9,9% nel 2004, nel 2005 essi sono aumentati
del 9,9%. Nei primi 4 mesi del 2006 essi sono aumentati del 7,7% e nel 2006 del
10 percento. Il valore nominale del reddito pro-capite è stato nel 2005 di 7.848
rubli, ovvero di 277 dollari, contro circa 220 dollari di un anno prima, mentre il
salario medio mensile era di 8.530 rubli (circa 301 dollari) contro 253 dollari nel
2004. A dicembre 2006 le rispettive cifre erano di 14.757 (557 dollari) per i redditi e
14.354 rubli (542 dollari) per i salari. Si noti che questa e’ la media russa, mentre i
redditi nella megalopoli moscovita (14 milioni di abitanti, ovvero il 10% della
popolazione del paese) sono 2,7 volte la media russa, ma anche le spese per i
consumi sono 2,8 volte la media russa (dati al settembre 2006).
c) Le riserve valutarie, da 120 miliardi di dollari a fine marzo 2005, a fine dicembre
hanno superato il record di 175,9 miliardi, cioè il 23% del Pil stimato nel 2005
(intorno ai 765 miliardi di dollari). A fine marzo 2006 esse sono salite ad oltre 204
miliardi, il 21 luglio, a 262,9 miliardi di dollari, e a dicembre 2006 erano arrivate a
293 miliardi, superando i 301 miliardi nel gennaio 2007. La Russia è quindi oggi al
terzo posto mondiale per riserve valutarie, dopo Cina e Giappone. In effetti, le
riserve sono diminuite in settembre dopo il pagamento anticipato di oltre 12 miliardi
di dollari di debiti arretrati al Club di Parigi, ma a fine ottobre esse erano già
ritornate sui 270 miliardi di dollari. Alle riserve occorre inoltre aggiungere il Fondo
di Stabilizzazione, alimentato dai proventi del petrolio, che ha raggiunto i 43,7
miliardi di dollari a fine 2005 e quasi 90 miliardi a fine 2006.
Andamento degli investimenti e del commercio al minuto nel 1999-2006
(variazione % annua)
20
15
10
5
0
-5
-10
1999 2000 2001 2002 2003
2004
2005 2005
6
(6
2004
(6 (genn- 2005 mesi 2006
mesi)
mesi) ottob
2006
Investimenti
1
17.7
8.7
2.6
12.5
11.8
11.6
9.4
9.9
10.5
9.4
13.5
Commercio al minuto
-8
8.9
10.8
9.1
8
11.1
11.5
11.3
11.8
12
11.3
13
Investimenti
Commercio al minuto
9
___________________________________________________________________________
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, gennaio 2007
d) Nel 2005, le esportazioni russe sono aumentate del 32,9% in valore, a 243,5
miliardi di dollari, mentre le importazioni sono aumentate del 30,4,% fino a 125,3
miliardi di dollari, con un attivo della bilancia commerciale di 118,2 miliardi di dollari
e un aumento di 32,4 miliardi rispetto agli 85,8 miliardi di attivo nel 2004, e di 59,6
miliardi rispetto ai 60,5 miliardi di attivo nel 2003. Nel gennaio-ottobre 2006,
secondo i dati doganali russi, le esportazioni sono state di 246,9 miliardi di
dollari, con un aumento del 26,6% rispetto al corrispondente periodo 2005, mentre
le importazioni sono state pari a 106,8 miliardi dollari, con un aumento di ben il
37,3% rispetto ai primi sei mesi del 2005. Il saldo attivo è stato di ben 140,1
miliardi di dollari, contro i 117,2 miliardi del gennaio-ottobre 2005.
e) Nel 2005 gli investimenti stranieri complessivi sono cresciuti del 32,4%, fino a
53,6 miliardi di dollari, mentre tra questi, anche gli investimenti diretti, sono
aumentati del 38,8%, fino a 13 miliardi di dollari. Tale tendenza e’ destinata a
continuare, anche perchè l’entità degli investimenti esteri e’ ancora modesta in
rapporto al potenziale dell’economia russa.
f) In effetti, nei primi nove mesi del 2006 gli investimenti stranieri sono stati di
35,3 miliardi di dollari, con una crescita del 31,7% rispetto ai primi nove mesi
del 2005. Di questi, 10,2 miliardi sono stati investimenti diretti, con una crescita del
55,5% sui primi nove mesi 2005. Al di là delle dichiarazioni pubbliche del Cremlino
sulla volontà di attirare gli investimenti stranieri, occorre tuttavia una precisazione
dei settori in cui tali investimenti sono limitati, ed in quale percentuale, come
l’energia o il settore industriale- militare. La nuova legge in materia è appena stata
sottoposta in bozza il 31 gennaio 2007 al Governo, ma deve essere ancora
perfezionata e presentata al Parlamento.
Andamento dell’inflazione (indice prezzi al minuto) e dei redditi reali nel 2000-2006
(variazione % annua)
25
20 20.2
18.6
15.1
15
10
13.7
11.1
11.7
12
11.5
9.8
10.9
8.5
10.2
10
10.4
9
8.8
8.7 8 8.3
8.3
6.3
8
9.1
5.9
5
0
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
04
(6
me
si)
20
05
Inflazione
20
20
6m
10
1
05
05
me 2 me
es
(6
(
i2
si
si
me gen00
20
20
lug
6
06
06
si)
lio
)
Redditi reali
10
___________________________________________________________________________
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Rosstat e di Troika Dialog (per i redditi reali), gennaio 2007
g) Un fattore incoraggiante e’ stato comunque l’annuncio effettuato a fine ottobre
2005, della costituzione delle prime sei nuove Zone economiche speciali, con
particolari agevolazioni fiscali per gli investitori russi e stranieri. Esse sono quattro
tecnoparchi, cioe’ Zelinograd e Dubna vicino a Mosca, Tomsk in Siberia e San
Pietroburgo, oltre a due zone produttive industriali a Lipetz (dove c’e’ la MerloniStinol) e a Yelabuga, in Tatarstan.
h) Per quanto riguarda l’ingresso della Russia nella WTO (Organizzazione mondiale
del commercio), i negoziati con gli Stati Uniti erano ancora aperti in estate, anche
dopo il vertice del G8 a San Pietroburgo, ma un accordo di massima è stato
raggiunto ai primi di novembre 2006. A parte la resistenza all’apertura di filiali di
banche straniere in Russia, altri ostacoli erano le tariffe del trasporto aereo, e
soprattutto le norme sanitarie sui prodotti agricoli, oltre agli accordi di
liberalizzazione in campo energetico.
i) In ogni caso, la Russia ha visto riconosciuto il proprio solido status finanziario, con
la decisione annunciata il 5 agosto 2005 dall’agenzia internazionale Fitch di elevare
il suo rating sovrano in valuta a lungo termine da BBB- a BBB, con outlook "
stabile". Ha fatto poi seguito. L’Agenzia Moody’s il 25 ottobre, alzando anch’essa il
rating della Russia da Baa3 a Baa2, e infine Standard & Poor’s il 15 dicembre 2005,
da BBB- a BBB. Inoltre, per la prima volta dopo vari anni, la bilancia del flusso di
capitali in Russia nel 2005 è stata positiva. Nei primi 9 mesi del 2006, il flusso netto
di capitali in entrata è stato di circa 25 miliardi di dollari. E non a caso, nel luglio
2006, Fitch aveva ancora aumentato il rating sovrano russo da BBB a BBB+,
sempre con outlook “stabile”.
j) Inoltre, a partire dal 1 luglio 2006, le autorità russe, sia attraverso un decreto
governativo, sia con una apposita legge firmata dal Presidente Putin, hanno abolito
tutte le limitazioni e licenze o permessi necessari per l’esportazione o importazione
di capitali da e per la Russia ad opera di persone fisiche e giuridiche. Tale misura è
stata salutata come un passo decisivo verso la piena convertibilità del rublo, anche
se quest’ultima non potrà completarsi prima della realizzazione di due misure
chiave: la riduzione del tasso di inflazione al di sotto del 4% (come ha sottolineato il
ministro delle Finanze Alexei Kudrin) e un deciso rafforzamento del sistema
bancario russo, ancora troppo debole per adeguarsi agli standard internazionali.
Russia: andamento delle riserve valutarie (oro compreso) nel 1999-2006
in miliardi di dollari
11
___________________________________________________________________________
350
277 265 270
262,9
300
250
200
150
78
100
95
120
294 301
204,1
175,9
169,1
141
45
50 12,5 28 36,6
0
.)
nn
(ge
07
20
c. )
(di
06
20
t.)
(ot
06
tt. )
20
(se o)
t
06
os
20
(ag )
o
06
20
gli
(lu
o
06
20
arz
(m
06
20
c. )
(di
05
)
.
v
20
(no )
e
05
20 april
(
05
20
si)
04
20 9 me
(
04
20
03
20
02
20
01
20
00
20
99
19
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Banca centrale della Federaz. Russa, gennaio 2007
k) D’altra parte, occorre osservare che tra la fine del 2005 e il 2006, il rapporto tra
potere politico-amministrativo e ambienti imprenditoriali in Russia rimane ancora
cauto, mentre il Cremlino tende ormai a favorire un maggiore controllo statale nei
settore strategici dell’economia, inclusa la metalmeccanica (vedi il caso
dell’elettromeccanica per la società Silovje Mashini, acquisita dalla Rao-Ees) e del
settore automobilistico, con l’acquisizione del Vaz di Togliatti da parte di
Oboronexport, l’Ente di stato per l’esportazione di armamenti. Gli industriali si
adattano alla nuova situazione di “capitalismo di Stato”, anche se hanno chiesto
specifiche norme per le ispezioni e multe fiscali. Pertanto anche la Borsa russa ha
continuato la sua ripresa dell’estate-autunno, che l’aveva condotta oltre quota 900,
superando prima la fatidica quota 1.000 e poi terminando il 2005 ad una quota sui
1.150. Nel 2006 il boom borsistico è continuato, fino a giungere a quota 1.500 ai
primi di marzo, per poi riscendere ai 1.300-1.400 punti in maggio-giugno, ma risalire
sui 1.600 a luglio-settembre ed arrivare a 1.920 punti a fine dicembre 2006.
Per il 2005, i risultati economici sono stati di una crescita del Pil russo del 6,4%,
della produzione industriale del 4,0%, dei consumi privati del 12%, e dell’inflazione
del 10,9 percento. Per fine 2006, il Pil russo, è invece cresciuto del 6,7%, la
produzione industriale del 3,9%, il commercio al minuto del 13% e l’inflazione
del 9 percento.
Per il 2007 invece le previsioni sono di una crescita del Pil del 6,6-6,7%, della
produzione industriale del 4,2%, dell’inflazione dell’8-8,5%, e del mercato dei
consumi (vendite al minuto) di oltre il 12 percento.
Il mercato dei beni di consumo in Russia
Riteniamo importante per l’operatore interessato al mercato russo avere un’idea della
dimensione reale, espressa in termini valutari, del settore dei beni di consumo, prima e
dopo la crisi del 1998, il cui effetto principale e’ stato di far contrarre del 54-55% il mercato
complessivo, da 152 a 72 miliardi di dollari nel 1998-99, di cui da quasi 75 a 34 miliardi di
dollari per i prodotti alimentari e da quasi 78 a circa 38 miliardi per i beni di consumo
durevoli. Nel 2000 si è avviata la ripresa, anche se si è rimasti ancora, in dollari, all’83%
12
___________________________________________________________________________
del 1998 ma appena al 54% del 1997. Nel 2001 si sono raggiunti e leggermente superati i
livelli del 1998, ma si era ancora al 67% dei livelli del 1997.
A fine 2002 si è poi risaliti a oltre il 78% dei livelli 1997, in valuta, e nel 2003 si è in pratica
ritornati al livello pre-crisi, che è stato ampiamente superato nel 2004. Diverso è invece il
discorso per i valori in rubli, a prezzi comparati (contando l’inflazione annua), dove gia’ a
fine 2000 si è raggiunto e superato, come volume del commercio al minuto, il livello di fine
1998, mentre il livello pre-crisi del dicembre 1997 é stato poi raggiunto alla fine del 2001 e
ampiamente superato già nel 2002.
Nel 2004-2005 il commercio al minuto russo ha ancora accelerato, con quasi il 12%
nel 2004 in termini reali, scontando l’inflazione ed oltre il 12,7% nel 2005. La crescita
nominale in dollari è stata di ben il 32% (fino a 194 miliardi di dollari) nel 2004 e di quasi il
28% nel 2005, fino a circa 249 miliardi di dollari, ovvero, rispettivamente del 16,8% e
del 17% in termini reali per i due anni, scontando la continua svalutazione del dollaro sul
rublo.
Andamento del mercato dei beni di consumo in Russia nel 1997-2006
(rispettivamente in miliardi di rubli e miliardi di dollari, al cambio medio dell’anno)
Alimentari
Beni
di
consumo
durevoli
Totale
Anno
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Miliardi
rubli
433,8
464,0
828,6
1.072,0
1.386
1.750
2.089
2.556
3.228,8
3.931,8
Miliardi
dollari
Miliardi
rubli
74,8
45,9
34,0
38,1
47,5
55,7
68,0
114,1
145,6
450,9
537,8
894,2
1.234,7
1.619
2.004
2..426
3.809,5
4.695,7
77,7
53,1
37,9
43,9
55,4
63,8
134,6
173,9
884,7
1001,8
1.772,8
2.306,7
3.005
3.754
4.515
152,5
99,0
71,9
82,0
102,9
119,5
147,0
Miliardi
Dollari
Miliardi
rubli
Miliardi
Dollari
79,0
88,7
3.042
105,6
5.598
194,3
2006
7.038,3
8.627,5
248,7
319,5
Nota: i dati sono di fonte Servizio federale russo di statistica o Rosstat. – I dati in dollari 1997-2001 sono al cambio medio annuo del
rublo (1997 = 5.800; 1998 = 10,12; 1999 = 24,67, 2000 = 28,1, 2001=29,2, 2002 = 31,4, 2003 = 30,7, 2004 = 28,8), 2005 = 28,3. I dati
2006 si basano su un’inflazione annua prevista del 9%, un cambio medio del rublo di 27 per un dollaro, e una crescita reale del
mercato dei consumi del 13%, in rapporto alla continuazione dello sviluppo dell’economia russa.
Infine, nel 2006, anche in rapporto all’ulteriore crescita del Pil russo del 6,7%, il bilancio a
fine anno appare positivo, e pari al 13% in termini reali in rubli, nonchè al 28% nominale in
dollari, includendo la forte rivalutazione del rublo sul dollaro.
In euro, visto il rapporto con il dollaro sugli 1,30 a fine 2006, l’aumento del mercato
dei consumi in Russia, al netto dei servizi (istruz.,sanità, trasporti e telecomunicaz.,
turismo, etc.) non e’ comunque inferiore al 22-23%, passando da quasi 200 miliardi di
euro nel 2005 ad almeno 246 miliardi di euro nel 2006.
ll secondo grande effetto della crisi e’ stato lo sviluppo della produzione nazionale di beni
di consumo a partire dalla fine del 1998, e la contemporanea contrazione della quota
percentuale dei prodotti importati, a causa del loro forte aumento di prezzo. Tuttavia,come
13
___________________________________________________________________________
abbiamo visto prima, già nel 2004, la rivalutazione del rublo, insieme all’aumento
significativo dei redditi reali della popolazione, aveva quasi cancellato tale effetto,
riconducendo ad una situazione vicina a quella pre-1998.
Andamento quota % prodotti di importazione sulle vendite al minuto dei beni di consumo
(alimentari e durevoli)
Anno
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
% Import su vendite
Miliardi dollari
49 %
74,7
44%
43,6
36%
25,9
40%
32,8
41%
42,2
43%
51,4
44%
64,7
45%
87,4
45%
111,9
46,3
145,2
Fonte: Agenzia statale di statistica ed elaborazioni ICE MOSCA, dicembre 2006
In particolare. nel 2004 e 2005, il continuo aumento delle importazioni (+28% in dollari in
ambedue gli anni), dato il maggior potere di acquisto medio della popolazione, nelle nostre
stime, ha ancora fatto salire la quota import al 45%, anche perché l’industria leggera russa
non era in grado di competere seriamente.
Si noti però che per i prodotti alimentari, i più recenti dati Goskomstat / Rosstat indicano
una percentuale dell’import più bassa, con una stima non superiore al 37% nel terzo
trimestre 2006. D’altra parte questa percentuale è in continua crescita, per esempio
rispetto al 35% di un anno prima, anche perché le importazioni di prodotti alimentari
stanno accelerando sensibilmente, dal 27% nel 2005 a oltre il 36% nei primi dieci mesi
2006.
Piu’ difficile appare la valutazione della quota % di importazione sulle singole categorie di
prodotti, anche a causa dei risultati discordanti delle indagini finora disponibili in merito.
Presentiamo in ogni caso una stima comparata ICE MOSCA basata sulle proiezioni dei
dati di Expert-Comcon sul valore complessivo del mercato dei beni di consumo in Russia
(non solo per la classe media), che è sensibilmente superiore ai dati ufficiali Rosstat,
ritenuti sottovalutati. Già nel 1999-2000 infatti, tale mercato avrebbe superato
abbondantemente i 100 miliardi di dollari, con un aumento di circa 25 miliardi nel 2002,
34 miliardi nel 2004 e 40 miliardi nel 2005.
Sviluppo comparato del mercato dei beni di consumo in Russia nel 1997-2006
(in miliardi di dollari, mercato immobiliare escluso)
14
___________________________________________________________________________
Comcon
Rosstat
350
350
320
300
270
249
250
230
196
200
150
150
130
100
194
175
152
100
99
120
147
120
103
95
72
82
50
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA sulla base dei dati Expert-Comcon-2 e Rosstat, Mosca, gennaio 2007
Nel 2003 il valore delle vendite al minuto, immobili esclusi, ma compresi i materiali per
edilizia, aveva quasi raggiunto, secondo il Goskomstat / Rosstat, i 150 miliardi di dollari,
mentre per Expert-Comcon era già vicino ai 200 miliardi.
Ma dopo il 2004 il divario è salito, dopo una recente indagine diretta di Expert-Comcon
nel 2005 su 3000 famiglie russe, con una valutazione minima delle vendite a 249
miliardi di dollari ed una massima di 270 miliardi appunto per il 2005. Nel 2006 il
mercato dei beni di consumo in Russia si situa tra i 314 e i 350 miliardi di dollari, di
cui i beni di consumo durevoli sono almeno il 55%, cioè tra i 173 e i 192 miliardi di
dollari, ovvero almeno 135-140 miliardi di euro.
Già nel 2003, uno studio di Renaissance Capital (Banca di investimenti moscovita) sul
mercato dei consumi in Russia, stimava il reddito annuale disponibile medio, in termini
PPP (Power Purchase Parity), ovvero a parità stimata di potere d’acquisto, a 6.785 dollari
nel 2002, con una previsione di aumento al 2010 di almeno il 33%, cioè fino 9.163 dollari,
uno dei più elevati tra le economie emergenti.
Tuttavia, tali previsioni, tenendo conto della svalutazione del dollaro rispetto al rublo negli
ultimi due anni (oltre il 20%), sono state ampiamente superate, e già per il 2004, il valore
PPP del reddito disponibile annuale in Russia toccava i 9.800 dollari, ovvero il
valore più alto tra le grandi economie mondiali emergenti (vedi grafico seguente), e
tenendo conto che il reddito medio a Mosca è di almeno 3,2 volte la media nazionale, ciò
significava che il potere di acquisto nella capitale russa è ormai comparabile a quello dei
principali paesi industrializzati, come Canada e Giappone. A partire dal 2005 poi, il
reddito disponibile annuale in Russia ha superato la soglia dei 10.000 dollari.
15
___________________________________________________________________________
Redditi pro capite comparati di Mosca, della Russia
e delle principali economie mondiali
(Pil pro capite nel 2004, in dollari PPP – Power Purchase Parity, a parità di potere di acquisto
40000
40000
33800
35000
31500 31360
29400
30000
Usa
Svizzera
26900
Canada
25000
Mosca
Giappone
20000
Unione Europea
Russia
15000
Brasile
9800
10000
Ucraina
8100
Cina
6300 5600
5000
3100
India
0
$ pro capite
Fonte: elaborazione su dati del CIA World Factbook, Washington 2005 e del Rosstat della Federazione Russa
A partire dal 2003-2004, si sta sviluppando una importante tendenza, ovvero
l’allargamento crescente del benessere anche alla classe medio-bassa, con l’avvio di un
vero e proprio “mercato di massa”, che coprirebbe già oggi fino al 40% della
popolazione russa, ovvero 56-57 milioni di persone.
Questo sta avvenendo, mentre nel frattempo anche la popolazione “povera” sta
diminuendo da un circa un terzo a meno di un quarto del totale.
Lo sviluppo della classe media in Russia nel
2000-2005
50
50
40
36
29
30
20
22
17
10
0
12%
2000
15%
2001
20%
2002
Milioni di abitanti
25%
2003
35%
2005
Percentuale della popolaz.
Famiglia russa tipo di classe media (soglia inferiore): reddito mensile di almeno 600 euro a testa (1.200 euro per famiglia di due adulti e un figlio),
appartamento di almeno due camere e cucina, automobile.
Soglia superiore: 15.000 euro.
Fonte: Elaborazione dal rapporto: “Lo stile di vita della Classe media 2001-2005, Expert-Data, Mosca 2005
16
___________________________________________________________________________
E’ proprio allo sviluppo della classe media ed al suo potere di acquisto che si deve in gran
parte l’attuale boom dei consumi in Russia, con tassi di crescita delle vendite dei principali
prodotti alimentari e durevoli decisamente superiori a qualsiasi mercato dei paesi
occidentali, come possiamo osservare nelle tabelle e grafici che seguono.
Russia: vendite al minuto dei principali beni durevoli nel 2005 in % al 2004 e nei
primi 9 mesi del 2006 in % ai primi nove mesi 2005
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
Aspirapolvere
Magnetofoni
Congelatori ad uso domestico
Videoregistratori
Lavatrici
Personal computer
Televisori di cui:
Televisori a colori
Gioielli in oro e argento
Autovetture
Frigoriferi ad uso domestico
Profumi e prodotti cosmetici
Stampa e poligrafia
Detersivi
Medicinali
Mobili
Radio
Benzina
Maglieria intima
Motociclette e moto
Materiali edili
Sapone da toeletta
Calze e calzini
Tessuti
Var. % 2005
su 2004
+36,5
+32,3
+32,1
+31,2
+29,2
+28,4
+25,0
+26,2
+18,7
+18,6
+18,0
+17,5
+15,3
+15,2
+14,8
+14,4
+14,0
+13,5
+13,4
+12,9
+12,9
+10,7
+9,9
+9,4
Variazione 9 mesi 2006
su 9 mesi 2005
+ 15,9
+ 15
+ 19,9
+ 21,9
+ 13,5
+ 45,4
+ 17,4
+ 18,2
+ 7,2
+ 14,7
+ 10,9
+ 17
+ 8,7
+ 11
+ 21,3
+ 10,3
+ 10,3
+ 10
+ 10,7
+ 6,4
+ 13,5
+ 8,6
+ 8,4
+ 10,2
17
___________________________________________________________________________
24
25
26
27
28
29
Tappeti
Calzature in cuoio
Pellicce e articoli in pelliccia
Biciclette e monopattini
Maglieria
Abiti confezionati
+9,4
+7,9
+7,9
+7,9
+7,8
+7,7
+11,7
+9,6
+3,8
+12,8
+7,4
+ 7,2
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, dicembre 2006
(in ordine secondo i valori del 2005)
Russia: vendite al minuto dei principali beni durevoli nei primi nove mesi 2006 in % ai primi
nove mesi del 2005 calcolata sul valore in dollari (con crescita superiore al 10%)
18
___________________________________________________________________________
45,4
personal computer
21,9
videoregistratori
21,3
medicinali
19,9
congelatori ad uso domestico
18,2
televisione a colori
profumi e prodotti cosmetici
17
aspirapolveri
15,9
14,7
autovetture
lavatrici
13,5
materiali edili
13,5
12,8
biciclette e monopattini
11,2
tappeti
11
detersivi
frigoriferi ad uso domestico
10,9
maglieria intima
10,7
mobili
10,3
radio
10,3
tessuti
10,2
10
benzina
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Fonte:Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, dicembre 2006
Russia: andamento vendite al minuto di prodotti alimentari nei primi nove mesi del 2006
19
___________________________________________________________________________
in % rispetto ai primi 9 mesi 2005
23,2
latte in polvere
21,4
pollame
17,7
pesce in scatola
15,6
tè
formaggi grassi
15,4
olio
15,3
pasticceria
15,2
farina
15,1
14,8
prod.ind.ittica
14
cereali
12,9
burro
12,3
pasta
salumi
11,8
bacche efrutta
11,7
carne in scatola
11,4
uova
11,3
10,5
latticini
8,9
verdura
8,2
carne,pollame
4,9
pane e prodotti panificazion
1,1
zucchero
-2,3
-5
patate
0
5
10
15
20
25
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di prodotti alimentari nel 2004-2005
(in milioni di dollari, codici 1-23)
20
___________________________________________________________________________
N.ro
Paese
2004
2005
Var. %
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Brasile
Ucraina
Bielorussia
Germania
Usa
Olanda
Argentina
Cina
Polonia
Francia
Norvegia
Ecuador
Uzbekistan
Turchia
Italia
Moldavia
Spagna
Kazakhstan
1.143,2
1.143,0
1.037.6
730,5
620,1
501,1
335,2
410,4
508,8
475,1
323,7
357,9
414,3
202,6
240,0
324,7
258,1
414,3
1.956,2
1.395,2
1.132,9
820,7
773,6
633,5
582,5
574,3
569,4
538,4
470,0
465,8
339,1
325,7
310,0
296,9
286,0
238,9
+ 71,1
+ 22,0
+ 9,2
+ 12,3
+ 24,7
+ 26,4
+ 73,7
+ 40,0
+ 12,1
+ 13,3
+ 45,2
+ 30,1
- 18,5
+ 60,7
+ 29,2
- 8,6
+ 10,8
- 42,3
9.440,6
2.622,5
12.063,1
11.709,1
3.682,0
15.391,1
+ 24,0
+ 40,4
+ 27,6
12.820,3
16.281,5
+ 27,0
Totale
Altri paesi
Totale 1-23
(stime)
Totale 1-24
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle dogane della Federazione russa, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di prodotti alimentari nel primo semestre 2006
in migliaia di dollari, codici doganali 1-23
N.ro
Paese
I sem 2005
1 sem.2006
Var. %
Quota %
I
semestre
2006
Totale
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
14
16
17
18
19
20
21
Brasile
Bielorussia
Argentina
Germania
Usa
Olanda
Ucraina
Cina
Polonia
Francia
Ecuador
Turchia
Kazakhstan
Spagna
Norvegia
Italia
Belgio
Finlandia
Uzbekistan
Marocco
Moldavia
7.009.705
826.049
521.539
198.153
349.846
340.086
269.516
697.063
275.848
318.676
256.111
223.970
162.967
115.160
133.110
182.685
133.242
157.680
96.588
120.690
53.571
152.819
8.275.170
1.072.906
595.762
486.636
475.278
435.175
432.657
384.196
353.152
287.071
245.075
218.889
193.546
196.556
182.838
175.942
147.697
146.410
127.153
122.886
103.613
71.046
+18,0
+29,8
+14,2
+145,5
+35,8
+27,9
+60,5
-44,8
+28,0
-9,9
-4,3
-2,2
+18,7
+70,6
+37,3
-3,6
+10,8
-7,1
+31,6
+1,8
+93,4
-53,5
100
12,9
7,1
5,8
5,7
5,25
5,22
4,6
4,26
3,46
2,96
2,6
2,3
2,3
2,2
2,1
1,78
1,76
1,5
1,48
1,25
0,8
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 200
21
___________________________________________________________________________
Russia:principali fornitori di prodotti alimentari, codici 1-23, nel primo semestre 2006 in %
calcolata sul valore in dollari
Brasile 12,9%
restanti paesi
26,21%
Finlandia 1,5%
Bielorussia
7,1%
Argentina 5,8%
Belgio 1,76%
Germania 5,7%
Italia 1,78%
Usa 5,25%
Norvegia 2,1%
Olanda 5,22%
Spagna 2,2%
Ucraina 4,6%
Turchia 2,3%
Kazakhstan
2,3%
Ecuador 2,6%
Cina 4,26%
Francia 2,96%
Polonia 3,46%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
I mercati regionali russi
Chi si accinge a operare sul mercato russo deve aver ben presente le differenziazioni a
livello regionale, in termini di produzione industriale, concentrazione di risorse finanziarie e
commerciali, redditi e potere d’acquisto, tra Mosca, alcune città principali, e il resto del
paese-continente, che costituisce oggi la Federazione Russa.
La crisi del 1998 e la ripresa economica del 2001-2006 hanno influito in maniera differente
sulla dimensione regionale, dove il livello di sviluppo, tenore di vita e relativo potere di
acquisto della popolazione variano sensibilmente nelle 89 repubbliche, regioni e territori
autonomi della Federazione Russa. Occorre sottolineare che oltre il 60% delle risorse
finanziarie ed un terzo delle risorse commerciali della Russia sono accentrati nell’area di
Mosca, seguita da San Pietroburgo e dalla Regione di Leningrado, che tuttavia non può
competere per livello di reddito, con le più ricche regioni petrolifere siberiane, come
Tjumen, o con i poli industriali nella valle del Volga, come Samara. Ma anche il polo
agricolo e industriale di Rostov sul Don e Krasnodar nella Russia meridionale sta sempre
di più dimostrandosi un mercato promettente.
L’indicatore più significativo ai fini della classifica del livello di benessere, e’ il rapporto tra il
salario medio di un lavoratore dipendente e il costo del paniere con i 25 prodotti alimentari
indispensabili. Tale rapporto si collega soltanto in parte al livello assoluto del salario
medio, e si nota come secondo i dati di ottobre 2006 dopo Tjumen (indice 12,9,), la
regione petrolifera della Siberia che fino a poco tempo fa occupava in quasi tutte le
22
___________________________________________________________________________
classifiche russe il primo posto come livello di benessere medio, vengano Mosca (11,4), il
cui vero benessere e’ in genere sottostimato, perché la capitale russa ha una percentuale
di oltre il 55% di redditi non derivanti da salario dipendente, e al terzo posto Murmansk
(8,5), seguono poi la regione di Mosca e la città di San Pietroburgo con lo stesso indice,
8,4. Vengono poi la repubblica di Tatarstan (8,2 volte), che se ha un salario minimo medio
appena inferiore alla media nazionale, ha però anche prezzi meno alti e la regione di
Sverdlovsk negli Urali (7,8 volte).
La repubblica di Bashkiria e la regione di Samara hanno rispettivamente un rapporto pari a
7,1 volte e 6,9 volte. Sia nella regione di Leningrado che in quella di Novosibirsk il salario
medio è pari a 6,5 volte il costo del paniere minimo. Sopra le sei volte sono anche Nizhnij
Novgorod nel Distretto del Volga e Krasnodar in quello meridionale. A Penza nel Distretto
federale del Volga il rapporto tra il salario medio e il costo del paniere alimentare medio è
pari a 5,2 volte.
Occorre però sempre tenere presente che ormai nell’economia russa hanno un’importanza
sempre maggiore il settore terziario e l’imprenditoria privata, per cui questi dati toccano
solo una parte della popolazione.
Il commercio al minuto a livello regionale è un altro degli indici più interessanti, perchè si
osserva subito la grande preponderanza di Mosca città, che copre da sola (dati gennaioottobre 2006) il 21,1% di tutto il valore del commercio al minuto russo, seguita dalla
Regione di Mosca (5,7%), e poi, più staccato, da San Pietroburgo città (4,0%). Vengono
poi la regione petrolifera di Tjumen (3,54%), il polo metallurgico e dell’industria pesante di
Sverdlosvk (Ekaterinenburg) negli Urali (3,51), Krasnodar (3,1%%) la regione agricola del
Sud, Samara (il polo automobilistico russo sul Volga, con il 3,0%), e l’altra importante
regioni del Distretto meridionale, Rostov sul Don (2,7%)
I maggiori mercati regionali russi a ottobre 2006
Regioni componenti*
Distretto federale centrale: Mosca, Regione
di Mosca e tutta la zona centrale russa
Distretto federale del Volga:
Tatarstan, Nizhnij Novgorod, Bashkortorstan,
Perm, Samara
Distretto
federale siberiano: Kemerovo,
Omsk, Novosibirsk, Altaj, Krasnojarsk, Irkutsk
Urali: Sverdlovsk, Celjabinsk, Tjumen
Distretto federale meridionale: Rostov,
Krasnodar, Stavropol, Volgograd.
Distretto federale Nord-Occidentale: San
Pietroburgo,
Regione
di
Leningrado,
Kaliningrad, Murmansk.
Distretto federale dell’Estremo Oriente:
Primarie (Vladivostok), Khabarovsk, Jakutja.
%
sul
totale del
mercato
russo per
vendite al
minuto
36,07
%
progressiva
Caratteristiche del mercato
36,07
12,27
48,34
Zona centrale europea, ad alta
concentrazione di mercato
Zona centrale europea, a
media concentrazione
9,6
57,9
9,3
67,2
8,59
75,79
6,0
81,79
2,69
84.48
Zona asiatica siberiana, a
medio-alta dispersione
Zona intermedia euro-asiatica,
a medio-alta concentrazione
Zona meridionale europea, ad
alta concentrazione
Zona settentrionale europea, a
media concentrazione
Zona
asiatica-orientale,
media dispersione
a
23
___________________________________________________________________________
•
Si segue il nuovo raggruppamento politico-istituzionale, per cui dal giugno 2000 lo spazio economico e
amministrativo russo è stato diviso in 7 Distretti federali. I dati della seconda e terza colonna riguardano solo i
soggetti autonomi specificamente indicati, e non quindi quelli di tutti soggetti autonomi della Federazione russa,
che fanno parte del Distretto federale in questione
Il commercio tra Italia e Russia
Il commercio tra Italia e Russia, dopo un anno difficile nel 2003, a partire dal 2004 ha
avuto una significativa ripresa, confermata dal buon andamento del 2005 e del 2006.
Nel 2005 le esportazioni italiane in Russia sono cresciute del 22,4% arrivando a 6.075
milioni di euro, anche l’import ha registrato un aumento del 20,5% arrivando a 11.704
milioni di euro. L’interscambio quindi nel 2005 è stato pari a 17.779 milioni di euro, con un
aumento del 21,1% sul 2004 e un saldo negativo per l’Italia pari a 5.629 milioni di euro.
Per quanto riguarda la struttura delle nostre esportazioni, la prevalenza va ai macchinari e
impianti, seguiti dai mobili e poi dall’abbigliamento, mentre le esportazioni di prodotti
alimentari, in primo luogo vini, occupano una quota modesta, e suscettibile di notevoli
miglioramenti.
Il commercio tra Italia e Federazione Russa nel 2004-2005 e nei primi 11 mesi del
2006 (in milioni di euro)
25000
20911
17779
19214
20000
13301
14679
12371
11704
15000
9716
10000
6843
4963
7610
2004
6075
2005
11 mesi 2006
5000
2006 (prev.)
0
-4753
-5000
-5629
-5528
-5691
-10000
Interscambio
Importazioni
Esportazioni
Disavanzo
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, gennaio 2007
L’andamento positivo è continuato nei primi undici mesi del 2006, quando rispetto
ai primi undici mesi del 2005, l’export italiano è aumentato del 23,9%, raggiungendo i
6.843 milioni di euro, mentre l’import è cresciuto del 15,6%, soprattutto per la dipendenza
energetica dell’Italia, fino a 12.371 milioni di euro.
L’interscambio nei primi undici mesi del 2006 è stato perciò di 19.214 milioni di euro,
mentre il disavanzo è stato di 5.528 milioni di euro.
Ci si può quindi attendere che l’interscambio commerciale raggiunga i 20,9-21 miliardi di
euro a fine 2006, con un aumento del 17,6-18% rispetto al 2005.
24
___________________________________________________________________________
Italia: struttura delle principali voci dell’esportazioni in Russia in % calcolata sul valore in
euro nel 2005
bevande, cod. 22,
1,4%
prod.farmaceutici,
cod. 30, 1,30%
altri prodotti 22,26%
alluminio e lav. Di
alluminio, cod. 76,
1,6%
macchinari e
impianti, cod.84,
31,3%
vetture, cod. 87,
1,72%
mobili,cod.94, 9,5%
strumenti di ottica,
cod. 90, 1,92%
abbigliamento,non in
maglia, cod. 62, 8,1%
materie plastiche,
cod.39, 2,66%
lav.di ghisa,
indumenti in maglia,
ferro,acciaio,cod.73,
cod.61, 4,22%
3,26%
macch.e app.per
regist.suono, cod.85,
5,47%
calzature,cod.64,
5,29%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, dicembre 2006
Italia: struttura delle principali voci dell’esportazioni in Russia in % calcolata sul valore in
euro nei primi dieci mesi del 2006
25
___________________________________________________________________________
altri prodotti 24,16%
prod.farmaceutici, cod.
30, 1,31%
bevande, cod. 22,
1,22%
macchinari e impianti,
cod.84, 27,4%
alluminio e lav. di
alluminio, cod. 76,
2,33%
abbigliamento, non in
maglia, cod 62, 9,1%
vetture, cod. 87, 2,13%
strumenti di ottica,
cod. 90, 2,34%
mobili e arred.cod.94,
8,9%
calzature, cod.64, 5,9%
materie plastiche,
cod.39, 2,79%
lav.di ghisa,
ferro,acciaio,cod.73,
3,02%
indumenti in maglia,
cod.61, 4,4%
macchine elettriche,
cod.85, 5,0%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, gennaio 2007
La produzione e il mercato dei prodotti alimentari nella Federazione Russa
A otto anni dalla crisi finanziaria del 1998, il mercato russo è oggi in piena ripresa,
e rimane in prospettiva uno dei più grandi del mondo. La Russia, con 147 milioni di
consumatori nel 1997 (ridotti a 142,2 milioni a dicembre 2006), aveva importato allora,
nell’anno migliore pre-crisi, quasi 19 miliardi di dollari di macchinari e impianti, un po’
meno di 13 miliardi di dollari di prodotti e materie prime alimentari, oltre 5 miliardi di dollari
di abbigliamento e calzature (almeno il doppio delle cifre ufficiali), 1,5 miliardi di dollari di
medicinali, 650 milioni di dollari di mobili. Dopo una diminuzione media del 32% in valore
delle importazioni nel 1999 rispetto al 1998, a partire dal 2000-2002 esse sono ritornate a
crescere, accelerando gradualmente. Nel 2006, la Russia importerà almeno 56 miliardi di
dollari macchinari e impianti, 19 miliardi di dollari di materie prime e prodotti alimentari, 12
miliardi di dollari di automobili, 10 miliardi di abbigliamento e calzature (almeno 5-6 volte i
dati ufficiali), oltre 5 miliardi di dollari di medicinali, e quasi 1 miliardo di dollari di mobili.
Queste cifre da sole (in valori doganali e all’ingrosso, in genere sottostimati) bastano a
dare un'idea dell'entità del mercato russo odierno.
Per quanto riguarda il mercato dei prodotti alimentari, in termini di valore delle vendite al
minuto alla popolazione, sia della produzione nazionale che di quella importata,
l’andamento è il seguente:
Russia: andamento delle vendite al minuto di prodotti alimentari nel 1997-2006
(in miliardi di dollari, al cambio medio dell’anno)
26
___________________________________________________________________________
miliardi di dollari
160
145.6
140
120
112.8
100
80
87.1
74.8
68
60
47.5
45.9
40
34
55.7
38.1
20
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Goskomstat / Rosstat della Federazione Russa, gennaio 2007
Come si vede dal grafico, il 1999 è stato l’anno peggiore dopo la crisi, per le vendite al
minuto, mentre anche le importazioni sono continuate a diminuire, da 12,7 miliardi di
dollari nel 1997 a 10,2 miliardi di dollari nel 1998 a 7,7 miliardi nel 1999 a 6,9 miliardi e un
10% in meno ancora nel 2000. Nel 2001 però, le importazioni di prodotti alimentari
sono ritornate a crescere per la prima volta dopo cinque anni, raggiungendo i 9,1
miliardi di dollari e un aumento di quasi il 31% sull’anno prima.
Nel 2002, tale tendenza è continuata, raggiungendo i 9,65 miliardi di importazioni ufficiali.
In realtà, se togliamo il tabacco, che nei dati russi è incluso nelle importazioni alimentari, la
cifra reale per il 2002 è di 8,4 miliardi di dollari. Il settore dei prodotti alimentari occupa in
effetti il secondo posto nelle grandi categorie di prodotti importati in Russia, dopo i
macchinari e impianti in genere.
Nel 2003 le importazioni sono cresciute dell’11,8% fino a 11,3 miliardi di dollari (ma
meno di 11 miliardi togliendo i tabacchi), e nel 2004 l’aumento è salito al 13,2%
raggiungendo i 12,8 miliardi di dollari (12,0 miliardi di dollari escludendo i tabacchi).
Nel 2005, l’import alimentare russo ha accelerato al 17,5%, arrivando a quasi 16,3
miliardi di dollari, e 15,4 miliardi togliendo i tabacchi (890 milioni di dollari). .
Nel 2006, sulla base dei dati disponibili sui primi 11 mesi, il tasso di crescita delle
importazioni si dovrebbe mantenere sul 23%, arrivando a circa 20,1 miliardi di
dollari e quindi almeno 19,2 miliardi di dollari esclusi i tabacchi.
Più in dettaglio, osserviamo che nei primi 11 mesi del 2006, le importazioni in Russia di
prodotti alimentari (tabacchi compresi) dai paesi Csi sono diminuite del 14,9%, da 2,4 a
2,1 miliardi di dollari, mentre le importazioni da tutti gli altri paesi, in particolare dall’aera
eurasiatica e americana, sono aumentate del 30,7%, da 11,9 a 15,7 miliardi di dollari.
Andamento delle importazioni di generi alimentari in Russia (codici 1-24)
27
___________________________________________________________________________
25
20.1
20
16.3
15
12.7
12.8
11.3
10.2
10
7.7
9.1
9.6
6.9
5
i)
20
06
(p
r
ev
is
io
n
20
05
20
04
20
03
20
02
20
01
20
00
19
99
19
98
19
97
0
miliardi di dollari
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
In realtà, l'industria agro-alimentare russa ha stentato a riprendersi, da una situazione in
cui non riusciva in ogni caso a soddisfare la domanda della popolazione. Nel 1997, di
fronte al dilagare dei prodotti di importazione, la produzione alimentare era calata dello
0,8%, e anche nel 1998 essa ha atteso fino al tardo autunno per incominciare a
riprendersi, rispondendo alla nuova situazione creatasi dopo l’agosto, ma terminando
l’anno con un bilancio leggermente negativo (-1,9%), seppur migliore dell’indice medio
della produzione industriale russa, che era stato del – 5,2%, e soprattutto della produzione
agricola, in calo del 12,3 percento.
Soltanto nella primavera del 1999 l’industria agroalimentare russa ha incominciato a
riprendersi seriamente, con tassi di crescita mensili assai elevati, terminando l’anno in
modo positivo, al 7,5 percento.
Andamento della produzione nell’industria agro-alimentare russa nel 1998-2006
(variazione percentuale in rapporto al corrispondente periodo dell’anno prima)
28
___________________________________________________________________________
16
14
12
1998
10
1999
2000
8
2001
6
2002
4
2003
2
2004
0
2005
2006
-2
-4
gen-mar
gen-giu
gen-lug.
gen-ago
gen-sett.
12 mesi
Anno
Gen-mar
gen-giu
gen-lug
Gen-ago
Gen-sett
12 mesi
1998
+1,3
+3,7
+2,1
+0,1
-2,1
- 1,9
1999
- 0,3
+6,6
+8,5
+9,9
+9,9
+7,5
2000
+15,1
+12,4
+11,3
+10,4
+9,5
+7,1
2001
+6,3
+6,7
+7,2
+8,0
+8,1
+8,0
2002
+6,9
+8,2
+8,5
+8,1
+7,8
+7,2
2003
+3,7
+4,3
+4,6
+4,6
+6,2
+6,9
2004
+7,2
+6,1
+4,9
+3,0
+2,9
+4,0
2005
+0,9
+3,2
+4,4
+3,4
+3,5
+4,4
2006
+3,0
+5,2
+5,0
+5,2
+5,3
+5,4
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Goskomstat della Federazione Russa, gennaio 2007
Successivamente, l’anno migliore per la crescita è stato il 2001 (8,0%) ma poi,
insieme alla ripresa delle importazioni, i tassi di sviluppo della produzione sono
andati gradualmente rallentando, fino al modesto 4% del 2004, per risalire però nel
2005 al 4,4% e nel 2006 al 5,4%.
Nel 2005 la produzione alimentare si è comunque ripresa, aumentando in termini reali del
4,4%, fino a 1.288,4 miliardi di rubli, ovvero, al cambio ufficiale di 28,3 rubli per
dollaro, 45,5 miliardi di dollari, ma la sua incidenza sulla produzione industriale russa
si è ulteriormente ridotta al 13 percento.
La ripresa dell’industria agroalimentare è continuata anche nel 2006, quando è
aumentata del 5,4 percento in termini reali, cioè fino a 1.465 miliardi di rubli, tenendo
conto dell’aumento dell’8,3% dei costi di produzione, e quindi fino a 54,2 miliardi di dollari,
al cambio medio dell’anno.
29
___________________________________________________________________________
Le dimensioni del mercato alimentare in Russia
Russia: produzione, importazione e esportazione di prodotti della industria agroalimentare
nel 2002-2006 in miliardi di dollari
60
54.2
45.5
42.8
50
40
30
39.3
2002
2003
31.6
2004
20.1
20
2005
16.3
9.8 11.3 12.8
10
2006 (prev.)
4.8
2.1 2.6 2.4 3.9
0
produzione
importazione
esportazione
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat della Federazione russa, gennaio 2007
Il mercato alimentare in Russia (produzione più importazione e meno esportazione), dopo
un picco massimo di 43,9 miliardi di dollari raggiunto nel 1997, negli anni di crisi 19981999 è sceso prima a 35 miliardi di dollari e poi al minimo storico di 24,6 miliardi.
Nel 2000 ha però incominciato a riprendersi, risalendo a 27 miliardi, nel 2001 a 36 miliardi,
e nel 2002 e 39,3 miliardi. Nel 2003, con importazioni per 11,3 miliardi di dollari, il valore
all’ingrosso del mercato russo dei prodotti agroalimentari era salito a 48 miliardi di dollari,
superando per la prima volta i valori pre-crisi del 2007.
Per il 2004 e 2005, il valore del mercato alimentare, in dollari equivalenti, è
successivamente cresciuto prima a 53,2 miliardi e poi a 57,9 miliardi di dollari, con un
aumento rispetto al 2003 in valore assoluto di quasi 10 miliardi di dollari.
La previsione per il 2006, sulla base dei risultati dei primi 11 mesi, è di arrivare a
69,5-70 miliardi di dollari, con una crescita di 11,6 miliardi sul 2005 e di 16,3 miliardi
di dollari rispetto al 2004. In valuta europea, questo significa un valore di mercato
di circa 54 miliardi di euro nel 2006.
Russia: valore del mercato alimentare (materie prime e prodotti) nel 2002-2006
30
___________________________________________________________________________
miliardi di dollari
80
70
60
50
40
30
20
10
0
69.5
48
53.2
57.9
39.3
2002
2003
2004
2005
2006 (prev.)
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat della Federazione russa, gennaio 2007
La dipendenza alimentare russa dalle importazioni (incidenza delle importazioni sul
valore del mercato) nel 2003 era pari al 23,6%, nel 2004 al 24,1%, e nel 2005 al 28,1%,
mentre nel 2006 dovrebbe salire come minimo al 30,4 percento. Questo stando ai
dati ufficiali, quando, ricordiamo, le importazioni rilevate dalle dogane russe sono
notoriamente sottostimate.
La conferma viene direttamente dall’Agenzia federale di statistica russa, che nel
2001, stimava appunto l’incidenza dell’import di prodotti alimentari sul volume del
commercio al minuto al 30%, mentre nel 2002 poi tale dipendenza era scesa intorno al
26-27 percento. Nel 2003 la dipendenza alimentare dalle importazioni è risalita al 34%
delle vendite al minuto, nel 2004 al 35%, nel 2005 al 36-37% e nel 2006 dovrebbe
avvicinarsi al 40 percento.
Per confronto, nel 1997, l’anno prima della crisi, la produzione dell’industria alimentare
russa è stata di 189,1 miliardi di rubli denominati (189.120 miliardi di rubli 1997), cioè pari,
al cambio medio di quell’anno (5800 rubli per un dollaro) a 32,6 miliardi di dollari. Allora la
stima del mercato russo dei prodotti alimentari era di quasi 44 miliardi di dollari (43,9),
contando 12,7 miliardi di dollari di importazioni (il massimo assoluto in quegli anni) meno
1,4 miliardi di esportazioni.
In sostanza, la svalutazione del rublo del 1998 (di tre volte rispetto al dollaro) aveva ridotto
di quasi il 45% il valore in dollari del mercato russo dei prodotti agroalimentari, tenendo
conto che il massimo effetto della crisi è stato subito nel 1999, con un valore di mercato
ridotto a 24,6 miliardi di dollari, mentre nel 1998, esso era sceso parzialmente a 35,6
miliardi. Questo mercato, di nuovo in espansione dal 2001, resta quindi assai attraente
per i produttori stranieri.
Nello stesso tempo, occorre tener conto del forte riaumento della produzione interna, di cui
una parte è dovuta proprio ai nuovi investimenti di imprese straniere nel settore
31
___________________________________________________________________________
agroalimentare russo, dalla birra, al latte e yogurt, al dolciario, alla produzione di sigarette,
la quale, secondo la nomenclatura russa, è inclusa in questo settore.
Gli investimenti stranieri nella produzione alimentare in Russia, considerata come uno dei
settori più interessanti, sono stati infatti di 1,786 miliardi di dollari nel 2000, di 1,557
miliardi nel 2001, di 1,210 miliardi di dollari nel 2002 e di 1,024 miliardi nel 2003, per un
totale di circa 5,577 miliardi di dollari nel quadriennio 2000-2003.
Aggiungendo circa 800 milioni di dollari investiti nel 2004 (stima), oltre 1 miliardo stimato
nel 2005 (515 milioni investiti nel primo semestre) e 545 milioni investiti nel primo
semestre del 2006, otteniamo quasi 8 miliardi di dollari. Considerando anche i capitali
successivamente ritirati, questo pone il settore alimentare al sesto posto in Russia dopo gli
investimenti stranieri nelle infrastrutture commerciali, nell’energia, nella metallurgia, nei
trasporti e telecomunicazioni e nel settore dei servizi finanziari. Occorre inoltre ricordare
che una parte degli investimenti nel settore commerciale copre specificamente le nuove
reti distributive di prodotti alimentari, e quindi è direttamente collegato a questo settore,
facendolo avanzare in realtà tra il quarto e il quinto posto.
Le imprese miste a partecipazione straniera, o anche a intero capitale straniero, hanno
aumentato la propria quota di produzione nel settore alimentare russo dal 15% nel 1999 al
21,2% nel 2000, al 23% nel 2001, al 24-25% nel 2002, a circa il 26-27% stimato nel 2003,
quasi il 30% nel 2004, e probabilmente fino al 32-34% nel 2005, e a circa il 35% nel 2006
anche se negli ultimi mesi non sono stati più pubblicati dati in merito.
E’ evidente, dalla tabella che segue, come la dieta media, impoveritasi, in particolare nella
prima metà del 1999, stia ora invece arricchendosi e per molti prodotti sia decisamente
migliorata. Nei primi 10 mesi del 2006 rispetto ai primi dieci mesi del 2005 vi è stato infatti
un aumento della capacità d’acquisto per tutti i generi alimentari, tranne che per patate e
zucchero (-3,5% e -7,2% rispettivamente).
32
___________________________________________________________________________
Evoluzione in Russia nel 1997-2006 del potere di acquisto pro capite dei prodotti alimentari
di base (Kg. al mese per un reddito medio)
800
700
600
500
400
300
200
100
0
Cavolo
fresco
Patate
Latte
(litri)
Farina
Pane
Cereali
Zucchero
Riso
Burro
Pesce
cong.
Margarina
Carne
bovina
Olio
veget.
mese
1999
191,8
260,5
248,2
237,6
195,8
162,5
2000
366,1
339,7
277,1
249,8
234,5
179,2
143,8
92,8
55,8
55,5
45,2
38,6
25,9
novembre
166,8
138,2
84,7
65,2
62,3
44
31,3
novembre
2001
325,2
449,4
301,1
323
278
2002
388,3
454,8
379,5
461,8
365
282,5
176,8
207,9
39,9
68,6
85,6
42,6
108,4
novembre
397,1
233,1
253,6
52,4
81,9
108,3
52,8
105,8
2003
389,3
461,9
441,9
542,6
novembre
410,8
442,7
248
309,1
59,5
98,4
133,2
67,7
133
novembre
2004
712,5
723,7
467,7
2005
563,7
711,7
500,9
450,7
376,7
450,7
304,1
319,2
67,1
115,3
149,9
72,9
156,2
novembre
588
445,8
511
369,8
350
75,9
120,7
173,7
68,7
184,3
2006
689,8
694,5
ottobre
568,9
737,7
530,3
626,3
347,5
410,5
87,3
144,1
210
73,7
232,9
1997
319,2
468
ottobre
302,8
272,4
233,2
187
218
186,4
40
89
77,4
60,6
60,6
dicembre
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat della Federazione Russa, gennaio 2007
33
___________________________________________________________________________
Potere di acquisto di prodotti alimentari di un reddito medio russo nel 1997-2006
(chilogrammi al mese)
Tipo di prodotto
10 mesi
10 mesi
Var.%
2004
Var. %
2006
2005
10 mesi 2006
2004
Su
su 2003
2003
2002
1997
10 mesi 2005
Uova, unità
4.005
3.132
+27,8
2.799
+0,4
2.786
2.264
1.624
Cavolo fresco
689,8
570,4
+20,9
756,7
+65,2
458
403,5
329,8
Patate
694,5
720,2
-3,5
765
+51,4
505,1
467,1
483,7
Latte, litri
568,9
506,9
+12,2
489
+5,4
463,8
391,4
312,8
Farina di frumento
737,7
595,0
+23,9
476,2
-15,4
563,5
480,7
288,9
Pane e suoi prodotti
530,3
451,1
+24,2
396,7
-7,3
428
378,4
198,3
Zucchero
347,5
374,2
-7,2
320,9
+22,1
262,8
238,3
225,0
Cereali
626,3
544,6
+15,0
430,4
+8,3
397,1
405,4
231,8
Riso
410,5
354,1
+15,9
333,6
+2,8
324,4
262,4
192,5
Olio di girasole
232,9
186,5
+24,8
164,5
+17,8
139,6
109,9
108,3
Pesce congelato
144,1
122,1
+18,0
121,0
+15,6
104,6
84,8
n.d.
Margarina
210,0
175,7
+19,5
157,9
+13,0
139,7
112,1
n.d.
Carne di manzo
73,7
69,6
+5,8
76,1
+7,0
71,1
54,8
48,3
Burro
87,3
67,8
+28,7
70,5
+13,1
62,3
54,0
41,4
Fonte: Agenzia statale russa di statistica, elaborazione ICE MOSCA , gennaio 2007
Queste tendenze sono in parte confermate dall’analisi dell’andamento della produzione
agroalimentare russa per i principali prodotti nel 2005 e nei primi mesi del 2006.
Osserviamo che l’industria alimentare nel 2005 ha avuto un aumento del 4,4 percento
rispetto al 2004. I settori con i maggiori tassi di sviluppo sono stati nel 2005 la produzione
di bevande analcoliche (18,9%), di olio vegetale, soprattutto di girasole (18,1%), di
zucchero (15,2%), di vini spumanti (16,5%), cognac (14,4%), margarina (12,3%) e di
conserve di frutta e verdura (11,3%).
I settori in calo sono stati invece quello dei vini di uva (-18,6%), ittico (-5,2%), della vodka
(-3%), quello del pane (-2,8%), mentre la produzione di dolci è invece cresciuta del 5,6
percento.
Una buona crescita hanno avuto anche le produzioni di latticini (8,3%), di carne e salumi
(rispettivamente il 7,6% e il 6,8%), di birra (6%) e di formaggi grassi (5,3%).
34
___________________________________________________________________________
Produzione dei principali generi alimentari nel 2002-2006
Prodotti
2002
2003
Var.
%
2003/
2002
2004
Var.%
2004
su
2003
2005
Var.%
2005
su
2004
2006
Var.%
2006
Su
2005
6.197
Var.
%
2002
su
2001
-6
Zucchero,
migliaia
tonn.
Pane e prodotti del
pane
migliaia tonn.
Dolci e Pasticceria,
migliaia tonn.
Pasta
alimentare,
migliaia tonn.
Olio, migliaia tonn.
5.835
-5,4
4.852
-16,9
5.588
+15,2
5.843
+4,3
8.346
-3
8.006
-4,7
8.092
-3,6
7.868
- 2,8
7.702
-3,3
1.952
+8,8
2.096
+7,0
2.240
+3,4
2.365
+5,6
2.537
+5,0
831
+8,8
858
+4,5
950
+8,6
982
+2,5
1.028
+3,4
1.186
-7,5
1.515
+26,6
1.867
+16,9
2.206
+18,1
2.556
+17,0
321
+15,8
350
+9,0
416
+15,7
494
+18,9
565
+16,7
702
+10,1
757
+7,8
842
+11,5
892
+ 6,0
999
+9,8
139
+5,5
135
-3,3
136
+0,6
132
- 3,0
120
-9,6
32,5
2.620
8,1
+15,6
+27,4
+6,0
36,5
3.524
8,8
+9,7
+32,9
+8,3
39,1
3.912
12,1
+7,2
+10,8
+37,9
31,8
4.474
14,1
-18,6
+14,4
+16,5
47,0
6.387
15,4
+48,1
+41,6
+8,9
3.393
+34,3
4.658
+24,4
6.238
+18,1
6.942
+11,3
8.440
+19,3
399
+1,8
436
+4,4
478
+9,6
457
--4,3
447
-2,2
309
21,3
335
+6,1
352
+0,8
371
+5,3
405
+7,2
7.452
+11,0
8.139
+5,1
8.723
+3,0
9.452
+8,3
10.000
+2,9
Burro, migl. tonn.
Margarina, migl. tonn.
Carne, migl. tonn.
278
515
1.390
+2,8
+0,5
+8,5
278
540
1.608
-0,2
+0,6
+10,5
261
561
1.698
-4,9
+16,9
+1,2
264
630
1.827
+2,2
+12,3
+7,6
274
677
2.104
+7,9
+5,4
+13,3
Salumi, migl.tonn.
1.443
+16,9
1.617
+10,1
1.832
+7,8
1.957
+6,8
2.132
+5,8
Prodotti di pesce, e
altri prodotti mare,
migl. tonn.
3.243
-10,8
3.263
-0,8
2.913
-10,5
2.764
- 5,1
--
-4
Bevande analcoliche
mln decalitri
Birra ( milioni dal.)
Produzione di vodka e
liquori (in milioni dal.)
Vini di uva, milioni dal.
Cognac in migliaia dal.
Champagne
vini
spumanti mln. decalitri
Conserve di verdura e
frutta , mln.barattoli
convenzionali
Formaggi e latticini
magri migl. tonn.
Formag.grassi
migl. tonn.
Latticini migl. tonn.
Fonte: Agenzia statale russa di statistica, elaborazione dati ICE MOSCA, gennaio 2007
Infine, nel 2006 rispetto al 2005 la produzione dell’industria alimentare è aumentata
del 5,4%.
Si nota una riduzione in due sole voci nel settore bevande alcoliche: la produzione di
alcol etilico ha visto il massimo calo (-22,8%), seguita da quella di vodka e liquori (-9,6).
D’altra parte la produzione di vini è aumentata del 48,1%, quella di cognac del 41,6% e
quella di champagne e vini spumanti è aumentata dell’8,9 percento. Anche la birra è
35
___________________________________________________________________________
cresciuta di quasi il 10%, mentre le bevande analcoliche hanno avuto un aumento del 16,7
percento.
Salgono la produzione di olio (17%), di burro (7,9%), di margarina (5,4 %), di formaggi
grassi (7,2%). Invece i formaggi magri hanno registrato un calo del 2,2% e sempre nel
settore latticini è diminuita la produzione di latte in polvere (-5,1%) e quella di gelati (4,8%).
La produzione di conserve di frutta e verdura è salita del 21,9%, quella di pasta del 3,4%,
di dolci e pasticceria del 5,0 percento. In calo invece la produzione di farina (-1,3%) e
quella del pane e prodotti di panificazione (-3,3%). In crescita è la produzione di carne
(13,3%) e salumi (5,8%), mentre il settore ittico, nel suo complesso, è invece in calo (-4).
La ripresa della produzione nell’industria agro-alimentare russa si è riflessa sulla domanda
dei vari tipi di macchinari, privilegiando a partire dal 2000 le linee di produzione di farina,
pane e pasta, carne in scatola, salumi, nonché le linee per la lavorazione di frutta e
verdura, di imbottigliamento di bevande e di produzione di dolci.
Russia: produzione di macchine e impianti per la lavorazione dei prodotti agroalimentari
nel 1999-2005 in milioni di rubli e milioni di dollari equivalenti
6726,4
7000
5325,8
6000
5000
4000
3000
2460
2570
2842
3123
1669
2000
87
69
1000
88
102
90
184,9
237,7
0
1999
2000
2001
2002
Milioni Rubli
2003
2004
2005
Milioni Usd
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat della Federazione Russa, gennaio 2007
Inoltre, l’industria agroalimentare russa, essendo orientata soprattutto sulla domanda
interna, è molto vincolata all’andamento del potere di acquisto della popolazione. Tuttavia,
malgrado tali miglioramenti, permangono ancora oggi vari limiti finanziari e tecnologici del
settore agroalimentare, che deve fare ancora molta strada per ristrutturarsi in modo
adeguato alle moderne esigenze competitive ed alla crescente sofisticazione della
domanda dei consumatori.
36
___________________________________________________________________________
Andamento per trimestre della produzione alimentare russa nel 2004-2006
(incluse bevande e tabacco) in % calcolata sul periodo precedente
5,4
4,4
12 mesi
4,4
5,2
3,5
9 mesi
4,7
5,7
2006
6
III trimestre
2005
3,9
2004
7,1
3,2
II trimestre
4,5
3
0,9
I trimestre
6,1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Goskomstat della Federazione Russa, gennaio 2007
37
___________________________________________________________________________
Produzione di alcuni dei principali prodotti agricoli nel 2001 -2006
In milioni di tonnellate
2001
2002
2003
2004
2005
gennaio-novembre 2006
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
grano
patate
barbabietole
da zucchero
verdure
semi di
girasole
2001
85
35
14,6
13,3
2,7
2002
86,6
32,9
15,7
13
3,7
2003
67,2
36,7
19,4
14,8
4,9
2004
78
35,9
21,7
14,6
4,7
2005
gennaio-novembre 2006
78
37,5
21,4
15,2
6,4
82,3
37,5
25,6
14,6
6,2
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat, gennaio 2007
Russia: Produzione dei principali prodotti agricoli in milioni di tonnellate
Milioni
tonnellate
2001
2002
Var.%
2003
Var.%
2004
Var.
%
2005
Var.%
10 mesi
2006
Var.%
Grano
Patate
Barbabietole da
zucchero
Verdure
Semi di girasole
85,2
35
14,6
86,6
32,9
15,7
+1,6
-6
+7,5
67,2
36,7
19,4
-22,4
+11,5
+23,5
78
35,9
21,7
+16,0
-2,1
+11,8
78,0
37,5
21,4
+0
+1,3
-1,3
82,3
37,5
25,6
-0,7
+1,5
+28,8
13,3
2,7
13
3,7
-2,2
+37,0
14,8
4,9
+14,6
+32,4
14,6
4,7
-1,3
-4,0
15,2
6,2
+4,1
+31,9
14,6
6,2
-0,7
+4,2
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat, gennaio 2007
38
___________________________________________________________________________
Andamento % della produzione di alcuni dei principali prodotti agricoli
nel 2003-2006
2003
2004
2005
10 mesi 2006
40
32,4
28,8
30
31,9
23,5
16
20
11,5
11,8
10
0
0
1,3
-0,7
-2,1
14,6
4,2
4,1
1,5
-1,3
-2 -0,7
-4
-10
-20
-22,3
-30
grano
patate
barbabietole da
zucchero
verdure
semi di girasole
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, gennaio 2007
Le previsioni del Ministero dell’Economia del gennaio 2001, che dopo una crescita
produttiva del 7.5% nel 1999 e del 7,1% nel 2000, indicavano nel periodo 2001-2003
un’ulteriore crescita dell’agroalimentare russo di oltre il 15%, cioè almeno il 5% all’anno, si
sono sostanzialmente avverate, ed anzi sono state inferiori ai risultati effettivi, con la
crescita dell’8% nel 2001 ed una del 7,2% nel 2002, mentre nel 2003 la crescita è stata del
6,9% percento, ma nel 2004 è poi scesa al 4 percento. Tuttavia nel 2005 la produzione
(inclusi tabacchi e bevande) è riaumentata del 4,4 percento rispetto al 2004, mentre nel
2006, rispetto al 2005, la produzione agroalimentare è cresciuta del 5,4 percento.
Russia: andamento della industria agroalimentare in %
rispetto all’anno o al periodo precedente
39
___________________________________________________________________________
8
8
7.5
7.2
7.1
6.9
6
5.4
4
4.4
2004
2005
4
2
0
-2
-1.9
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Goskomstat della F.R., gennaio 2007
Analizzando ora la produzione agricola, nel 2001 essa è stata di 961 miliardi di rubli e nel
2002 si è arrivati a 1029 miliardi di rubli a prezzi correnti. Nel 2003 la produzione
agricola ha registrato un +1,4% rispetto al 2002 attestandosi su 1.156,4 miliardi di rubli,
mentre nel 2004 è aumentata del 3,1% (scontando l’inflazione), arrivando a 1.344,6
miliardi di rubli.
Andamento della produzione agricola in Russia nel 1997-2006
(in miliardi di rubli)
2000
1501
1617.1
1344.6
1500
1156.4
961
774.5
1000
500
607.1
309.2
1,029
307.6
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Goskomstat della F.R., gennaio 2007
Nel 2005 è poi cresciuta del 2,4%, raggiungendo i 1.501 miliardi di rubli, cioè al cambio
ufficiale 53,0 miliardi di dollari; nel 2006 la produzione agricola è stata di 1.617,1
miliardi di rubli, con una crescita del 2,8%, e quindi, al cambio medio annuo, quasi
60 miliardi di dollari.
Russia: andamento della produzione agricola nel 2003-2006 in miliardi di dollari (al cambio
ufficiale medio)
40
___________________________________________________________________________
miliardi di dollari
70
60
60
53
47.3
50
40
37.6
30
20
10
0
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Goskomstat della F.R., gennaio 2007
Russia: crescita percentuale della produzione agricola in % rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente
2004
6
2005
2006
5
5
4
3,3
3,2
3
2
-1
3,1
2,2
2,4
2,8
1,6
1,3
1
0
3,2
2,6
-0,3 -0,3
I trimestre
0,3 0,5
1
0,8
0,6
II trimestre
III trimestre
gennaiosettembre
gennaionovembre
12 mesi
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della F.R., gennaio 2007
E’ poi interessante uno sguardo d’insieme alla struttura delle vendite di prodotti
agroalimentari negli ultimi tre anni. Mentre non bisogna lasciarsi ingannare dagli alti tassi
di crescita nel 2000 di verdura, olio vegetale e patate, che hanno un’incidenza percentuale
di meno del 6% sul valore totale, le vendite complessive di generi alimentari sono
continuate a crescere, dal 7,3% nel 2000 al 7,2% nel 2001, e fino al 9,9% nel 2002, con un
andamento più stabile ed omogeneo tra i vari prodotti, come si può osservare dal grafico.
Secondo i nuovi dati ufficiali russi, rivisti e pubblicati a febbraio 2007, nel 2003 si sono
venduti prodotti alimentari per 2.088,5 miliardi di rubli, cioè il 7,5% in più di quanto se ne
era venduti nel 2002. Nel 2004 le vendite sono aumentate del 10,4% fino a 2.556,4 miliardi
di rubli, per crescere ulteriormente del 10,8% nel 2005, quando sono state pari a 3.228
miliardi di rubli. Per fine 2006 si sono venduti prodotti alimentari per quasi 3.932 miliardi di
rubli (+10,2%), pari al cambio medio annuo, a 145,6 miliardi di dollari.
41
___________________________________________________________________________
Russia: Andamento delle vendite di prodotti alimentari nel 2000-2006
10
7,3
10,8
10,4
9,9
12
10,2
7,5
7,2
8
6
4
2
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosstat della F.R., febbraio 2007
Si nota quindi un leggero rallentamento nel tasso di sviluppo delle vendite di alimentari nel
2005-2006, ma esso corrisponde all’evoluzione anche in Russia verso una moderna e più
affluente società dei consumi, dove le vendite di beni durevoli, aumentate del 15,6% nel
2006, rispetto al 14,7% del 2005, tendono a prevalere sui consumi alimentari.
Russia: struttura della vendita al minuto dei prodotti alimentari e non alimentari
nel 2003, 2004, 2005 , 2006
prodotti alimentari
prodotti non alimentari
60
53.7
55
50
46.3
45.6
54.4
54.3
54.7
45.7
45.6
45
40
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosstat/ Goskomstat della F.R., gennaio 2007
Le importazioni e esportazioni di prodotti agro-alimentari in Russia1
1) In tutte le tabelle sulle importazioni i vari paesi sono allineati secondo il valore delle loro importazioni
nell’anno 2006.
Nel solo 2001 le importazioni dalla Bielorussia, che prima e dopo per il particolare regime doganale di questa
repubblica con la Russia, non venivano inserite tra i paesi importatori, sono state calcolate dal Comitato
Statale delle Dogane insieme agli altri paesi.
42
___________________________________________________________________________
Nel 1997, l’anno prima della crisi finanziaria in Russia, i prodotti d'importazione avevano
occupato una posizione importante sul mercato interno. La percentuale dell'olio importato
è stata pari al 60%, quella del formaggio al 49%, del cioccolato al 45%, della pasta al 40%,
della margarina al 37%, della carne in scatola al 36,7%, del burro al 30%, dei salumi al
24%, della maionese al 34%, delle bibite al 30%, e delle caramelle al 23 percento.
Nel 1998-99, dopo la crisi, tali percentuali sono sensibilmente diminuite, e solo dal 2000 si
è avuta una notevole ripresa delle importazioni
Russia: importazione di prodotti alimentari (codice 1-24) in miliardi di dollari nel 2003-2006
miliardi di dollari
25
20.1
20
15
16.2
11.3
12.8
8.7
10
5
0
2003
2004
2005
6 mesi 2006 2006 (prev.)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel 2003 si è arrivati a 11,3 miliardi di dollari (21,5% del totale) , nel 2004 si è saliti a 12,8
miliardi di dollari (18,6% del totale import), per arrivare con un ulteriore incremento nel
2005 a 16,2 miliardi di dollari (17,5% del totale). Nei primi sei mesi del 2006 le
importazioni alimentari sono state pari a 8,734 miliardi di dollari. Questo
considerando anche come avviene nelle statistiche russe oltre ai prodotti alimentari anche
il tabacco, mentre le stime sull’intero 2006 arrivano a 20,1 miliardi di dollari.
Se prendiamo in considerazioni solo i codici 1-23, escludendo il tabacco, le importazioni
per il 2003 sono state pari a 10,557 miliardi di dollari, per il 2004 a 12,055 miliardi e nel
2005 a 15,391 miliardi di dollari. Nei primi sei mesi del 2006 sono state pari a 8,275
miliardi di dollari, e le stime 2006 sono di 19,2 miliardi.
Le esportazioni agro-alimentari
Per quanto riguarda le esportazioni agricole russe (forti nei settori del pesce e cereali),
esse sono diminuite da 1,6 a 1 miliardo di dollari nel 1996-1998, e sono ancora scese a
762 milioni di dollari nel 1999, poiché le imprese russe hanno dovuto far fronte
soprattutto alla domanda agroalimentare interna.
Nel 2000 la situazione è invece nettamente migliorata, e le esportazioni agroalimentari
sono quasi triplicate, risalendo a quasi 1,3 miliardi di dollari e l’1,6% delle esportazioni
complessive. Hanno poi continuato ad aumentare tanto che nel 2003 le esportazioni
hanno oltrepassato, con un aumento del 23,5% rispetto al 2002, i 2,6 miliardi di dollari,
coprendo però solo il 2,1% dell’export totale.
43
___________________________________________________________________________
Nel 2004 le esportazioni di prodotti alimentari hanno raggiunto i 2,4 miliardi di dollari, con
una riduzione rispetto al 2003 del 7,8%; da notare come l’incidenza sul totale delle
esportazioni russe sia scesa nel 2004 all’1,4 percento.
Nel 2005 le esportazioni di prodotti alimentari (codici 1-24), e in particolare di grano, si
sono riprese, e hanno raggiunto i 3,9 miliardi di dollari, con una incidenza pari all’1,7%
del totale esportazioni.
Nel primo semestre 2006 esse sono state pari a 1,817 miliardi di dollari, cioè il 21,1%
in più che non nel primo semestre 2005, mentre le previsioni 2006 arrivano a 4,8
miliardi di dollari e una crescita del 23 percento.
Russia: esportazione di prodotti alimentari in miliardi di dollari nel 1998-2006
6
5
4.8
4
3.9
3
2
1
1
1.3
0.7
2.6
2.1
1.8
2.4
1.8
2006
Primo
semestre
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Una buona parte delle esportazioni di prodotti alimentari russi continua ad essere diretta
verso i paesi ex-sovietici membri della Csi. Nei primi sei mesi del 2006 l’incidenza
dell’export verso i paesi Csi era stata pari al 48,0% del totale export prodotti alimentari.
Russia: andamento delle esportazioni agroalimentari russe nel 2000-2006
in % calcolata sul valore in dollari rispetto all’anno precedente
80
71
57.4
70
60
38.4
50
40
23.8
30
16.6
16.3
21.1
23
20
10
0
2000
2002
2004
Primo
semestre
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
44
___________________________________________________________________________
Russia: esportazioni agroalimentari nel 2000-2006 in % calcolata sul valore in dollari sul
totale delle esportazioni
2,5
2,2
2,1
2
1,5
1,7
1,6
1,5
1,5
1,3
1
0,5
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Primo
semestre
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Le esportazioni agro-alimentari russe dal 2002 al 2006
(in milioni di dollari Usa) codici 1-24
Bestiame,
codice doganale 01
Carne,
codice doganale 02
Pesce,
codice doganale 03
Cereali,
codice doganale 10
Semi oleosi,
codice doganale 12
Grassi ed oli animali e
vegetali,
codice doganale 15
Totale esportazioni
russe in milioni di
dollari
Esportazioni
agroalimentari
,
codici doganali 1-24,
2002
2003
Var.%
2003
Su
2002
2004
Var.%
2004
Su
2003
2005
Var.%
2005
Su
2004
Primo
sem.2006
4,6
8,2
+78,2
8,1
-1,2
3,4
-58,0
1,993
2,5
1,8
-28
1,8
+0
4,6
3,463
383,5
408,0
+6,3
326,3
-20,0
456,6
+2,5
volte
+39,9
Var.
%
Su I
sem.
2005
+
52,0
+57,3
161,2
+0,8
993,7
1.111,6
+11,8
646,2
-41,8
1.350,6
458,1
-1,5
26,2
84,1
+47,2
54,5
-35,1
87,7
+2,0
volte
+60,9
32,5
+94,1
57,1
70,8
+23,9
131,4
+85,5
241,1
+83,4
250,9
+94,1
100.311
126.053,8
+25,5
170.381,2
+35,2
231.125,8
+35,6
136.742
+29,8
2.173,3
2.690,1
+23,7
2.478,7
-7,8
3.903,2
+57,4
1.817
+21,1
45
___________________________________________________________________________
in milioni di dollari
Esportazioni
2,2
2,1
1,5
1,7
1,3
agroalimentari,
codici doganali 1-24,
in % sul totale
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: incidenza delle esportazioni verso i paesi della Csi sul totale delle esportazioni
agroalimentari nel 2003-2005
60%
48%
50%
40%
35%
42.90%
41%
2004
2005
30%
20%
10%
0%
2003
primo semestre
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
LE IMPORTAZIONI
Pesci commestibili, secchi, salati o in salamoia, affumicati, farine, polveri
Le importazioni di pesci commestibili, secchi salati o in salamoia, farine, polveri (codice
doganale 0305), sono state nel 2005 pari a 28,209 milioni di dollari, cioè più del doppio
che non nel 2004 quando erano state di 12,837 milioni ( il 51,7% in più che nel 2003,
quando esse erano state di soli 8,461 milioni di dollari).
Russia: importazioni di pesci commestibili,secchi, salati o in salamoia, farine, polveri,
codice doganale 0305, in milioni di dollari nel 2003-2005
46
___________________________________________________________________________
28,209
8,461
12,837
milioni di dollari
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non è presente in nessuna delle voci del codice 0305
Diamo ora le importazioni nel 2005 per i vari settori all’interno del codice 0305
Codice Prodotto
Migliaia
di dollari
pesce 3,4
030510 Farina
di
commestibile
030520 Fegato, caviale e 2.112
pezzi
di
pesce
essiccati,
affumicati, salati o in
salamoia
030530 Filetti
di
pesci, 358,9
essiccati
030541 Salmone dell’Oceano 52,1
Principali fornitori
n.d.
Usa con 1,730 milioni e l’81,0% del mercato, il
Giappone con 290.600 dollari e il 13,7% del
mercato, Canada con 51.500 dollari e il 2,45 del
mercato.
Cina con 290.700 dollari (80,9% del mercato)
n.d.
47
___________________________________________________________________________
Pacifico, dell’Atlantico,
del Danubio
030542 Arringa
affumicata, 0,6
compresi filetti
030549 Altro pesce affumicato 918,8
030551 Merluzzo
secco, 1,6
salato o non salato,
ma non affumicato
030559 Altro pesce secco, 24.361
salato o non salato,
ma non affumicato
030563 Acciughe, salate, non 22,8
seccate,non
affumicate
030569 Altro pesce salato, ma 107,5
non
secco
né
affumicato
n.d.
Estonia con 458.300 dollari e il 49,8% del mercato,
Cina con 168.800 dollari (18,3%), Finlandia con
99.900 dollari (10,8%), Kazakhstan con 1.400
dollari (0,1%)
n.d.
Tailandia con 10,838 milioni di dollari e il 44,4% del
mercato, Cina con 7,196 milioni (29,5%), Vietnam
con 4,494 milioni (18,4%), Kazakhstan con 1,756
milioni (7,2%), Uzbekistan 11.000 dollari (0,04%)
La Georgia è l’unico fornitore con 22.800 dollari
Il Kazakhstan con 102.600 dollari ed il 95,4% del
mercato
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
I formaggi
La produzione e le importazioni
Il 60% all’incirca del formaggio russo è prodotto nel Distretto federale centrale e in quello
del Volga, ma anche nel distretto Nord Occidentale, a Novgorod e a Pskov, malgrado le
condizioni climatiche meno favorevoli vi sono alcuni caseifici. Ai primi posti per la
produzione dei formaggi stagionati, duri sono la regione di Voronezh nel Distretto federale
Centrale e i Territori di Altaj in Siberia e Krasnodar nel Distretto Meridionale.
Nell’industria lattiero-casearia, dopo un calo del 10,4% della produzione russa nel 1997, in
corrispondenza ad un picco delle importazioni di formaggi pari a 165 milioni di dollari, il
1998 ha visto una produzione stabile intorno alle 165.000 tonnellate, mentre le
importazioni sono scese del 40,4%, a meno di 98 milioni di dollari. Nel 1999, anno in cui
le importazioni sono scese ulteriormente, la produzione russa di formaggi è finalmente
aumentata del 10,9%, arrivando a 183 milioni di tonnellate. La crescita è continuata
stabilmente e nel 2003 si è arrivati a 349.000 tonnellate, mentre nel 2004 la produzione
è stata di 352.000 tonnellate, cioè lo 0,8% in più che non nel 2003. Nel 2005 la
produzione è stata di 371.000 tonnellate (+5,4%), e nel 2006 ha raggiunto le 405.000
tonnellate (+7,2%).
Le importazioni sono letteralmente esplose dal 2001, quando sono state pari a 207,1
milioni di dollari (più del doppio dei valori del 1998). Dopo un aumento del 13% nel 2002
rispetto al 2001, nel 2003 con un ulteriore aumento del 51% rispetto al 2002, si è arrivati a
355,1 milioni di dollari.
48
___________________________________________________________________________
Nel 2004 le importazioni sono salite a 462,2 milioni di dollari (+ 30,1%) per arrivare
poi nel 2005 a 661,4 milioni di dollari (+43,1%). Nel primo semestre 2006 hanno
registrato invece una flessione (-13,8%) scendendo da 280,2 milioni di dollari nel
primo semestre 2005 a 241,4 milioni di dollari.
Paese
Totale
Ucraina
Germania
Finlandia
Lituania
Olanda
Francia
Argentina
Polonia
Uruguay
Russia: importazioni di formaggi nel 2003- 2005 in migliaia di
(codice doganale 0406)
2003
Var.% 2004
Var.%
%
sul 2005
2004
totale
Su
2004
2003
355.157 100
462.228 +30,1
100
661.452
121.330 34,1
211.987 +74,7
45,8
314.093
103.486 29,1
87.816
-15,0
18,9
130.716
49.543
13,9
42.456
-14,3
9,1
52.447
15.575
4,3
25.485
+63,6
5,5
43.497
16.324
4,5
17.287
+5,8
3,7
25.955
12.171
3,4
15.131
+24,3
3,2
22.244
890
0,25
8.721
+9,7
1,8
15.019
volte
15.910
4,4
20.024
+25,8
4,3
14.242
280
0,07
512
+82,8
0,1
6.875
Nuova
Zelanda
Austria
Estonia
4.224
1,18
7.410
+75,4
1,6
4.440
2.418
n.d.
0,68
--
3.067
1.302
+26,8
--
0,66
0,28
4.100
3.925
Danimarca
Armenia
5.941
1.084
1,6
0,30
3.289
1.071
-44,6
-1,1
0,71
0,23
3.911
3.596
Italia
Ungheria
Kazakhstan
1.610
n.d.
776
0,45
-0,2
2.112
n.d.
780
+31,1
-+0,5
0,45
-0,16
3.050
2.147
1.656
Svezia
Canada
2.015
n.d.
0,56
--
3.443
n.d.
+70,8
--
0,74
--
1.244
1.061
dollari
Var. %
2005
su 2004
% sul
Totale
+43,1
+48,1
+48,8
+23,5
+70,6
+50,1
+47,0
+72,2
100
47,4
19,7
7,9
6,5
3,9
3,3
2,2
-28,8
+13,4
volte
-40,0
2,1
1,03
+33,6
+3,0
volte
+18,9
+3,3
volte
+44,4
-+2,1
volte
-63,8
--
0,61
0,593
0,67
0,5913
0,54
0,46
0,32
0,25
0,18
0,16
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Nel 2005 L’Ucraina, passata dal 2003 al primo posto davanti alla Germania, continua a
mantenere la sua posizione leader, con ben 314 milioni di dollari di forniture e il 47,4% del
mercato. La Germania, malgrado un aumento del 48,1%, rimane seconda con 130,7
milioni e il 19,7% del mercato, seguita da Finlandia e Lituania con rispettivamente 52,4
milioni e 43,4 milioni di dollari. Oltre 20 milioni di forniture li hanno anche Olanda (3,9%
del mercato) e Francia (3,3%). Nel 2005 hanno aumentato considerevolmente le proprie
esportazioni l’Argentina (+72,2%) settimo paese, l’Uraguay (+13,4 volte) nono paese,
l’Estonia (+3,0 volte) dodicesimo paese e l’Armenia (+3,3 volte) quattordicesimo paese.
L’Italia è il quindicesimo paese e con un aumento del 44,4% ha raggiunto i 3,0 milioni di
dollari e lo 0,46% del mercato, ma ricopre comunque un ruolo marginale, non
corrispondente alle sue capacità. Taluni formaggi italiani, come mozzarella da un lato e
parmigiano dall’altro, godono di una buona immagine in Russia, anche se risultano di
49
___________________________________________________________________________
prezzo troppo elevato. Per quanto riguarda però la mozzarella e formaggi analoghi,
ricordiamo come esistano già in Russia vari produttori che immettono sul mercato questo
tipo di prodotto, realizzato con macchinari e tecnologie di origine italiana. Tuttavia la
qualità del prodotto spesso lascia a desiderare, rispetto ai livelli abituali riscontrabili in
Italia.
Occorre tenere presente che, anche se non segnalate dalle statistiche ufficiali del
Comitato delle dogane russe, le esportazioni di formaggi bielorussi sono anche per il
2005 senz’altro superiori ai 42 milioni di dollari e insieme a quelle della Ucraina sono per
lo più della fascia bassa di mercato.
Russia: principali paesi fornitori di formaggi nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari
(codice doganale 0406)
Nuova Zelanda
0,67%
Austria 0,61% Estonia 0,59%
Danimarca 0,59%
Armenia 0,54%
Italia 0,46%
Uruguay 1,03%
Polonia 2,1%
restanti paesi
2,51%
Argentina 2,2%
Ucraina 47,4%
Francia 3,3%
Olanda 3,9%
Lituania 6,5%
Finlandia 7,9%
Germania 19,7%
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: principali paesi fornitori di formaggi, codice doganale 0406, in milioni di dollari nel
2005
50
___________________________________________________________________________
314,093
Ucraina
130,716
Germania
52,447
Finlandia
43,947
Lituania
Olanda
25,955
Francia
22,244
Argentina
15,019
Polonia
14,242
6,875
Uruguay
4,44
Nuova Zelanda
Austria
4,1
Estonia
3,925
Danimarca
3,911
Armenia
3,596
Italia
3,05
0
50
100
150
200
250
300
350
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Nel primo semestre 2006 la Germania con 77,6 milioni di dollari (+28,9% rispetto al
semestre 2005) e il 32,1% del mercato ritorna al primo posto, seguita dalla Ucraina, che
ha invece registrato un calo del 67,6% e con 43 milioni di dollari ha il 18,1% del mercato.
La Lituania con un aumento dell’84,4% diventa il terzo paese con 31,1 milioni di dollari e il
12,9% del mercato, mentre la Finlandia scende al quarto posto con 27,3 milioni e l’11,3%
del mercato.
Vengono poi l’Olanda, salita da 8,2 milioni di dollari nel primo semestre 2005 a ben 16, 2
milioni di dollari e la Francia, che ha invece registrata una flessione del 6% sulle sue
esportazioni e detiene con 10 milioni di dollari il 4,13% del mercato. A ruota la segue
l’Argentina con 9,9 milioni di dollari e il 4,12% del mercato.
L’Estonia continua ad incrementare le proprie esportazioni (+3,3 volte) e diviene il nono
paese con 4,7 milioni di dollari. Occorre comunque notare che in epoca sovietica proprio i
paesi baltici erano i grandi fornitori di formaggi e il formaggio “estone” era uno dei più
diffusi sulle tavole moscovite.
L’Italia raddoppiando le proprie esportazioni sale da 1,0 milioni di dollari a 2,4 milioni di
dollari nel primo semestre 2006 e raggiunge l’1,02% del mercato, divenendo l’undicesimo
paese. L’Armenia che nel 2005 aveva triplicato le proprie esportazioni, nel primo semestre
2006 ha invece avuto un calo del 70,2% scendendo da 1 milione a 296.000 dollari.
51
___________________________________________________________________________
Russia: importazioni di formaggi nel primo semestre 2006 in migliaia di dollari
(codice doganale 0406)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Germania
Ucraina
Lituania
Finlandia
Olanda
Francia
Argentina
Polonia
Estonia
Austria
Italia
124.463
25.207
57.117
7.419
11.458
3.684
6.151
5.280
1.779
125
690
448
155.755
26.668
78.483
9.470
13.466
4.541
4.586
3.042
4.088
1.287
896
635
280.218
60.197
135.600
16.889
24.924
8.225
10.737
8.322
5.867
1.412
1.586
1.083
105.414
36.619
14.825
13.096
11.903
6.803
4.516
6.293
2.689
1.665
1.205
1.076
136.016
40.996
29.108
18.057
15.417
9.455
5.571
3.657
2.193
3.054
1.340
1.404
241.430
77.615
43.933
31.153
27.320
16.258
10.087
9.950
4.882
4.719
2.545
2.480
Nuova
Zelanda
Armenia
2.041
800
2.841
600
541
1.141
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
-13,8
+28,9
-67,6
+84,4
+9,6
+97,6
-6,0
+19,5
-16,7
+3,3 volte
+60,4
+2,2
volte
-59,8
262
738
1.000
215
83
296
-70,2
%
Sul
Totale
100
32,1
18,1
12,9
11,3
6,7
4,13
4,12
2,02
1,9
1,05
1,02
0,47
0,12
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: principali paesi fornitori di formaggio (codice doganale 0406) in % calcolata sul
valore in dollari nel primo semestre 2006
Austria 1,05%
Estonia 1,9%
Italia 1,02% Nuova Zelanda
0,47%
restanti paesi
4,2%
Polonia 2,02%
Germania 32,1%
Argentina 4,12%
Francia 4,13%
Olanda 6,7%
Ucraina 18,1%
Finlandia 11,3%
Lituania 12,9%
52
___________________________________________________________________________
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: principali paesi fornitori di formaggio (codice doganale 0406) in milioni di dollari
nel primo semestre 2006
Germania
77,615
Ucraina
43,933
Lituania
31,153
Finlandia
27,32
Olanda
16,258
Francia
10,087
Argentina
9,95
Polonia
4,882
Estonia
4,719
Austria
2,545
Italia
2,48
Nuova Zelanda
1,141
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: importazioni di formaggi freschi (non fermentati o stagionati) incluso il formaggio
di siero di latte e ricotta nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 040610)
Paese
2003
% sul 2004
Var.%
% sul 2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
Su
2004
su
2003
2004
Totale
11.240
100
26.139
+132,5
100
41.204
+57,6
100
Germania
5.795
51,5
7.817
+34,8
29,9
10.658
+36,3
25,8
Polonia
2.275
20,2
11.530
+406,8
44,1
8.558
-25,7
20,7
Ucraina
248
2,2
623
+151,2
2,38
6.341
+10,1
15,3
volte
Lituania
506
4,5
1.999
+295,0
7,6
4.012
+2,0
9,7
volte
Francia
703
6,2
1.144
+62,7
4,3
3.843
+3,3
9,3
volte
Finlandia
942
8,3
1.388
+47,3
5,3
2.506
+80,5
6,08
Ungheria
n.d.
-n.d.
--2.147
-5,2
53
___________________________________________________________________________
Italia
Bulgaria
Danimarca
496
156
n.d.
4,4
1,4
--
845
415
193,6
+70,3
+166,0
--
3,2
1,58
0,7
1.472
634
538
+74,2
+52,7
+2,7
volte
3,5
1,5
1,3
Fonte:elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Per quanto riguarda i formaggi freschi, non fermentati né stagionati incluso ricotta (codice
040610), fermo restando che presumibilmente la Bielorussia continua ad esportare
formaggi di questo tipo circa nella stessa quantità del 2001, quando ne esportava per
16,08 milioni di dollari, ma che i suoi dati non vengono inclusi nelle statistiche del
Comitato statale delle dogane russe, nel 2005 si è registrato rispetto al 2004 un
incremento del 57,6 %, raggiungendo i 41,2 milioni di dollari: dal 2003 al 2005 le
importazioni per questo sottocodice sono quindi più che triplicate La Germania sale al
primo posto, scavalcando la Polonia, e con 10,6 milioni di dollari (+36,3% rispetto al 2004)
ha il 25,8% del mercato, ma nel 2003 ne aveva il 51,5 percento. La Polonia scende quindi
al secondo posto e con 8,5 milioni di dollari (-25,7% rispetto al 2003) ha il 20,7% del
mercato.
L’Italia che pure ha aumentato le sue forniture, passando da 71.000 dollari nel 2000 a 1,4
milioni di dollari nel 2005 ha solo il 3,5% del mercato ed è all’ottavo posto tra i paesi
fornitori.
L’Ungheria che non figurava negli anni precedenti con 2,1 milioni di dollari ha oltre il 5%
del mercato e precede l’Italia.
Russia: principali paesi fornitori di formaggi freschi (non fermentati o stagionati) incluso
formaggio di siero di latte e ricotta nel 2005 in milioni di dollari (codice doganale 040610)
Germania
10,658
Polonia
8,558
Ucraina
6,341
Lituania
4,012
Francia
3,843
Ungheria
2,147
Italia
1,472
Bulgaria
0,634
Danimarca
0,538
0
2
4
6
8
10
12
Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
54
___________________________________________________________________________
Russia: importazioni di formaggi grattugiati o in polvere di tutti i tipi nel 2003-2005 in
migliaia di dollari (codice doganale 040620)
Paese
2003
% sul
Totale
2003
2004
Totale
Polonia
Ucraina
Danimarca
Italia
Francia
Germania
1. 942
279
1.249
165
86
72
58
100
14,3
64,3
8,4
4,4
3,7
2,9
2.591
321
1.219
707
108
95
68
Var.%
2004
Su
2003
+33,4
+15,0
-2,4
+328,4
+25,5
+31,9
+17,2
% sul
totale
2004
2005
Var. %
2005
su 2004
% sul
Totale
100
12,3
47,0
27,2
4,1
3,6
2,6
1.804
526
465
325
133
131
n.d.
-30,3
+63,8
-61,8
-54,0
+23,1
+37,8
--
100
29,1
25,7
18,0
7,3
7,2
--
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Per quanto riguarda l’importazione di formaggi grattugiati o in polvere (codice doganale
040620) nel 2005 con un calo rispetto al 2004 del 30,3% si è scesi da 2,5 milioni a 1,8
milioni di dollari.
La Polonia sale al primo posto e con 526.000 dollari (+63,8%) ha il 29,1% del mercato.
L’Ucraina registrando un calo del 61,8% scende al secondo posto e con 465.000 dollari ha
il 25,7% del mercato. La segue la Danimarca, che ha anche essa registrato un calo
pesante, -54,0% e con soli 325.000 dollari è il terzo paese.
L’Italia è al quarto posto con appena 133.000 dollari (+23,1% rispetto al 2004) e il 4,1%
del mercato. Viene subito dopo la Francia con 131.000 dollari e il 7,2% del mercato.
Russia: importazioni di formaggi fusi, esclusi quelli grattugiati o in polvere nel 2003-2005 in
migliaia di dollari (codice doganale 040630)
Paese
2003
% sul
2004
Var.%
% sul 2005
Var. % % sul
Totale
2004
totale
2005
Totale
Su
2004
su
2003
2004
Totale
45.891
100
36.243
-21,0
100
40.781
+12,5
100
Finlandia
26.820
58,3
24.269
-9,5
66,9
28.929
+19,2
70,9
Francia
5.875
12,8
6.490
+10,4
17,9
6.710
+3,3
16,4
Ucraina
1.198
2,60
2.008
+67,6
5,5
1.927
-4,0
4,7
Belgio
n.d.
-n.d.
--826
-2,0
Romania
n.d.
-n.d.
--757
-1,8
55
___________________________________________________________________________
Polonia
Germania
Lituania
Italia
6.232
5.388
123
n.d.
13,5
11,7
0,26
--
2.634
523
152
n.d.
-57,7
-90,2
+23,5
--
7,2
1,4
0,4
--
712
644
110
63
-72,9
+23,1
-27,6
--
1,7
1,5
0,26
0,15
Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Le importazioni in Russia di formaggi fusi (codice doganale 040630), dopo un calo del
21% nel 2004, si stanno riprendendo e nel 2005 hanno raggiunto i 407 milioni di dollari
(+12,5%). La Finlandia con 28,9 milioni di dollari (+19,2% rispetto al 2004) detiene ben il
70,9% del mercato, la segue la Francia con 6,7 milioni di dollari (+3,3%) e il 16,4% del
mercato. Al quarto posto è l’Ucraina, che rispetto al 2004 ha registrato una lieve flessione,
-4,0%, e con 1,9 milioni di dollari detiene il 4,7% del mercato. Tutti gli altri paesi hanno
esportazioni inferiori a 900.000 dollari. Belgio e Romania, che non figuravano negli anni
precedenti con rispettivamente 826.000 dollari e 757.000 dollari sono il quarto e il quinto
paese. Sesta è la Polonia, che è scesa da 2,6 milioni di dollari nel 2004 a 712.000 dollari
(-72,9%) nel 2005. L’Italia non presente nel 2003-2004, nel 2005 con 63.000 dollari ha lo
0,15% del mercato ed è il nono paese.
Russia: importazioni di formaggi a pasta erborinata nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 040640)
Paese
2003
% sul
2004
Var.%
% sul totale
2005
Var. %
% sul
Totale
2004
2004
2005
Totale
Su
su 2004
2003
Totale
4.403 100
5.906 +34,1
100
7.900 +33,7
100
Germania
3.340 75,8
4.528 +35,5
76,6
6.229 +37,5
78,8
Francia
456
10,3
605
+32,6
10,2
768
+26,9
9,7
Danimarca
349
7,9
415
+18,9
7,0
466
+12,2
5,8
Italia
96
2,1
183
+90,6
3,0
261
+42,6
3,3
Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Le importazioni in Russia di formaggi a pasta erborinata (codice doganale 040640) nel
2005 sono state di 7,9 milioni di dollari (+33,7% rispetto la 2004) e la Germania con ben
6,2 milioni di dollari (+337,5%) detiene il 78,8% del mercato. L’Italia con 261.000 dollari
(+42,6%) ha il 3,3% del mercato ed è il quarto paese fornitore dopo Germania, Francia e
Danimarca.
56
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di formaggi a pasta erborinata, codice doganale 040640)
nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari (valore totale 7,9 milioni di dollari)
Italia 3,3%
restanti paesi
2,4%
Danimarca 5,8%
Francia 9,7%
Germania 78,8%
Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Paese
Russia: importazioni di altri formaggi nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 040690)
2003
2004
Var.%
% sul 2005
% sul
Var.
% sul
2004
totale
Totale
%
Totale
Su
2004
2005
2003
su
2004
Totale
Ucraina
Germania
Lituania
Olanda
Finlandia
Argentina
291.681
118.634
88.905
14.946
15.543
21.781
890
100
40,6
30,4
5,12
5,3
7,46
0,3
391.349
208.137
82.607
23.334
17.287
16.804
8.721
100
53,1
21,1
5,9
4,4
4,2
2,2
569.762
305.359
113.183
39.373
25.955
21.013
14.942
+45,5
+46,7
+37,0
+70,8
+50,1
+25,0
+71,3
100
53,5
19,8
6,9
4,5
3,68
2,6
6.796
512
+34,1
+75,4
-7,0
+56,1
+11,2
-22,8
+9,7
volte
+34,2
+82,8
Francia
Uruguay
5.064
280
1,7
0,09
1,7
0,13
10.792
6.875
1,89
1,2
1,4
7.410
+75,4
1,8
4.440
+58,7
+13,4
volte
-40,0
Nuova
Zelanda
Polonia
Austria
Estonia
4.224
7.124
2.340
n.d.
2,4
0,8
--
5.327
3.067
1.301
-25,2
+31,0
--
1,36
0,78
0,3
4.406
4.038
3.925
Armenia
1.084
0,37
1.071
-1,1
0,2
3.596
Danimarca
Kazakhstan
5.426
750
1,86
0,25
1.974
779
-63,6
+3,8
0,5
0,19
2.581
1.656
-17,2
+31,6
+3,0
volte
+3,3
volte
+30,7
+2,1
volte
0,779
0,773
0,70
0,68
0,63
0,45
0,29
57
___________________________________________________________________________
Svezia
Italia
Lettonia
1.919
930
72
0,6
0,31
0,02
3.433
976
345
Canada
n.d.
n.d.
n.d.
+78,8
+4,9
+4,7
volte
--
0,8
0,2
0,088
1.186
1.121
1.120
--
1.061
-65,4
+14,8
+3,2
volte
--
0,20
0,1967
0,1965
0,18
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Le importazioni in Russia di altri formaggi (codice doganali 040690) nel 2005 sono
salite a 569,7 milioni di dollari (+45,5% rispetto al 2004). L’Ucraina continua ad essere il
paese leader con 303,3 milioni di dollari e il 53,5% del mercato, seguita ma a distanza
dalla Germania con 113,1 milioni di dollari e il 19,8% del mercato. Lituania, Olanda e
Finlandia detengono rispettivamente il 6,9%, il 4,5% e il 3,6% del mercato. L’Italia con 1,1
milione di dollari e lo 0,19% del mercato è il diciassettesimo paese fornitore.
Russia: principali paesi fornitori di altri formaggi (codice doganale 0699) nel 2005 in %
calcolata sul valore in dollari
Austria 0,70%
Polonia 0,773%
Nuova Zelanda
0,779%
Estonia 0,68%
Armenia 0,63%
Danimarca 0,45%
Kazakhstan 0,29%
Svezia 0,20%
Italia 0,1967%
restanti paesi
2,2%
Uruguay 1,2%
Francia 1,89%
Argentina 2,6%
Finlandia 3,6%
Ucraina 53,5%
Olanda 4,5%
Germania 19,8%
Lituania 6,9%
Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
58
___________________________________________________________________________
Russia: struttura delle importazioni di formaggio nel 2005 in milioni di dollari
altri formaggi(cod.
040690)
569,762
formaggi freschi
(cod. 040610)
41,204
formaggi fusi
(cod.040630)
40,781
formaggi erborinati
(cod.040640)
7,9
formaggi grattugiati
(cod.040620)
1,804
0
100
2005
200
300
400
500
600
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: struttura delle importazioni di formaggio nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari
formaggi fusi, cod.
040630, 6,1%
formaggi
erborinati, cod.
040640, 1,19%
formaggi
grattugiati, cod.
040620, 0,27%
formaggi freschi,
cod.040610, 6,2%
altri formaggi,
cod. 040690, 86%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Le esportazioni di formaggi
La Russia non esporta molto formaggi, anche se sta comunque incrementando le proprie
forniture. Nel 2003 ha esportato formaggi (codice 0406) per 6,268 milioni di dollari e nel
2004, con un incremento del 69,9% ne ha esportato per 10,651 milioni di dollari. Nel 2005
con un ulteriore aumento del 67,2% ne ha esportato per 17,8 milioni di dollari.
Russia: esportazioni e importazioni di formaggi nel 2003-2005 in milioni di dollari,
codice doganale 0406
59
___________________________________________________________________________
700
600
500
400
300
200
100
0
661,452
462,228
355,157
2003
2004
2005
6,268 10,651 17,816
importazioni
esportazioni
Fonte:elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: struttura delle esportazioni di formaggio nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari
altri formaggi,
cod. 040690, 8,1%
formaggi
grattugiati, cod.
040620, 0,015%
formaggi
erborinati, cod.
040640, 0,005%
formaggi fusi, cod.
040630, 52,9%
formaggi freschi,
cod.040610,
38,7%%
Fonte:elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio
2007
Russia: valore del mercato dei formaggi nel 2003-2006, calcolato in tonnellate
2003
2004
Var.%
2005
Var. %
2006
2004
2005
(previs.)
Su 2003
Su
2004
Produzione, tonn.
349.000 352.000 +0,8
371.000 +5,4
405.000 (+7,2%)
250.000 (- 3,7%)
Importazione, tonn.
178.342 212.777 +19,3
259.734 +22,0
9 mesi 150.925 (17,1%)
Esportazione, tonn.
Valore mercato,
tonn.
3.500
5.018
+43,3
523.842 559.759 +6,8
7.676
+52,9
623.058 +11,9
9.000 (+17,2%)
646.000 (+ 3,7%)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat, Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio
2007
Russia: produzione, importazione e esportazione di formaggi in tonnellate nel 2003-2006
60
___________________________________________________________________________
produzione
importazione
esportazione
500000
400000
300000
178342
200000
405000
371000
352000
349000
212777
259734
250000
100000
3500
0
2003
5018
2004
7676
2005
9000
2006 (prev.)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat, Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio
2007
Il valore del mercato dei formaggi in Russia nel 2003 è stato pari a 523.842 tonnellate,
salendo a 559.759 tonn. nel 2004, con un incremento rispetto al 2003 del 6,8 percento.
Nel 2005 è stato pari a 623.058 tonnellate, cioè l’11,9% in più che nel 2004. Le
esportazioni sono salite del 52,9% rispetto al 2004 e le importazioni del 22,0%, la
produzione ha registrato un aumento del 5,4 percento.
Russia: valore del mercato dei formaggi nel 2003- 2006 in tonnellate
700,000
600,000
623058
523,842
646000
559,759
500,000
400,000
300,000
200,000
100,000
0
2003
2004
2005
2006 (prev.)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Goskomstat, Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio
2007
Anche nel 2006 il mercato dovrebbe aumentare fino a 646.000 tonnellate, cioè circa del
3,7%, ma questo soprattutto grazie alla produzione, più che alle importazioni, che in
quantità potrebbero invece scendere del 3-4%, anche se in valore unitario, i valori
potrebbero aumentare.
Miele naturale
Russia: importazioni di miele naturale nel 2003-2005 in milioni di dollari,
codice doganale 0409
61
___________________________________________________________________________
2
1,539
1,5
0,872
1
0,612
0,5
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Le importazioni in Russia di miele naturale sono in diminuzione e sono scese da 1,5
milioni di dollari nel 2003 a 872.000 dollari (-43,3%) nel 2004, per arrivare nel 2005, con
un ulteriore calo del 29,8%, a 612.000 dollari. Del resto il consumatore russo è molto
orgoglioso della qualità di miele nazionale e il miele della Bashkiria è considerato di qualità
più pregiata.
Se consideriamo oltre il valore anche la quantità di miele importato, si nota che mentre nel
2003 le importazioni sono state di ben 2.321 tonnellate, nel 2004 sono scese a 886 (61,8%) e nel 2005 hanno subito un ulteriore calo del 47,1%, scendendo a 468 tonnellate.
Russia: importazioni di miele naturale nel 2003-2005 in tonnellate
2500
2321
2000
1500
886
1000
468
500
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Ancora bisogna tenere presente che nel 2004 e nel 2005 il miele importato proveniva per
la maggior parte dai paesi della CSI: nel 2004 il 70,2% e nel 2005 il 73,4% (in % calcolata
sul valore in dollari).
Russia: principali paesi fornitori di miele naturale nel 2005 in migliaia di dollari (import
totale 612.200 dollari), codice doganale 0409
62
___________________________________________________________________________
Kirgisia
321,6
Francia
86,3
Ucraina
42,5
Moldovia
35,5
Tadjikistan
18,1
Uzbekistan
16,3
Kazakhstan
15,6
0
50
100
150
200
250
300
350
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i paesi importatori di miele naturale
IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO IN RUSSIA – Gli ortaggi
Ortaggi o legumi secchi, anche tagliati in pezzi o a fette oppure tritati o polverizzati
Le importazioni in Russia di ortaggi o legumi secchi, codice doganale 0712, sono state
pari a 13,055 milioni di dollari, cioè il 43,9% in più che nel 2004 quando erano state pari
a 9,069 milioni di dollari (nel 2003 erano state di 9,027 milioni).
Russia: importazioni di ortaggi o legumi secchi, codice doganale 0712, nel 2003-2005 in
milioni di dollari
15
10
13,055
9,027
9,069
5
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Diamo qui in particolare la situazione dettagliata per i singoli sottosettori del codice
0712 nel 2005.
63
___________________________________________________________________________
Russia: principali fornitori di cipolla, secca, tagliata, codice 071220, in migliaia di dollari nel
2005 (import totale 3,237 milioni dollari)
1000
881
880
800
688
600
456
400
161
200
0
Tadgikistan
India
Uzbekistan
Egitto
Francia
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i paesi fornitori di cipolla seccata.
Russia: principali fornitori di funghi, tipo Agaricus, secchi, codice 071223, in migliaia di
dollari nel 2005 (import totale 312.000 dollari)
Cina; 126
Germania; 182
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i fornitori di funghi secchi.
64
___________________________________________________________________________
Russia: principali fornitori di altri funghi secchi, codice 071239, in migliaia di dollari nel
2005 (import totale 544.000 dollari)
Germania ; 69
Cina; 211
Italia; 131
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
La Cina con 211.000 dollari è il primo paese fornitore, seguita dall’Italia, che con 131.000
dollari ha il 24,1% del mercato. Viene poi la Germania con soli 69.000 dollari.
Russia: principali fornitori di altre verdure seccate, intere o tagliate a pezzi, codice 071290,
in milioni di dollari nel 2005 (import totale 8,945 milioni dollari)
milioni dollari
5
4,741
4
3
2
1,454
0,764
1
0,657
0,278
0,219
0,129
0,125
Germania
Francia
Usa
Ungheria
0
Cina
Polonia
Uzbekistan
Egitto
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
La Cina domina questo mercato con 4,7 milioni di dollari e il 53% dell’import totale, seguita
ma a distanza dalla Polonia con 1,4 milioni di dollari e il 16,2% del mercato. Tutti gli altri
paesi hanno forniture inferiori al milione di dollari. L’Italia non figura tra i paesi fornitori di
altre verdure secche.
65
___________________________________________________________________________
Patate
Le importazioni di patate (codice 07019), dopo un forte calo nel 2004, quando erano
scese a 32,8 milioni di dollari (-61,9% rispetto al 2003), si sono riprese e sono di nuovo
sopra gli ottanta milioni di dollari (+2,6 volte). Il Belgio, che nel 2004 era sceso a 1,9
milioni di dollari, nel 2005 con 21,8 milioni e il 24,9% del mercato è il primo paese. Lo
seguono, tutti sopra i dieci milioni di dollari, Olanda, Egitto e Cina con rispettivamente il
16,1%, il 13,8% e il 13,1 percento. Viene poi l’Azerbadjan con 9,4 milioni di dollari e il
10,7% del mercato. Francia (5,6% del mercato), Germania (3,1%), Turchia (2,9%) e
Polonia (2,5%) hanno forniture tra i quattro e i due milioni di dollari. L’Italia non figura tra i
paesi fornitori di patate.
Russia: importazioni di patate nel 2003-2005 in milioni di dollari,
codice doganale 0701
100
87,431
86,293
80
60
32,819
40
20
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di patate in migliaia di dollari (codice doganale 0701) nel 2003-2005
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
totale
Totale
Totale
86.293
100
32.819
-61,9
100
87.431
Belgio
13.037
15,1
1.986
-85,0
6,05
21.806
Olanda
35.931
41,6
5.581
-84,4
17,0
14.114
Egitto
3.323
3,8
3.703
+11,4
11,2
12.109
Cina
2.135
2,4
3.046
+42,6
9,2
11.518
Azerbadjan
Francia
2.592
11.327
3,0
13,1
5.029
315
+94,0
-97,2
15,3
0,95
9.422
4.947
Germania
Turchia
Polonia
Israele
Usa
2.320
2.421
6.986
1.030
954
2,6
2,8
7,9
1,19
1,10
1.465
n.d.
3.307
1.158
1.195
-36,8
--52,6
+12,4
+25,2
4,4
-10,0
3,5
3,6
2.747
2.555
2.228
1.316
1.174
+2,6
volte
+10,9
volte
+2,5
volte
+3,2
volte
+3,7
volte
+87,3
+15,7
volte
-50,7
--32,6
+13,6
-1,7
100
24,9
16,1
13,8
13,1
10,7
5,6
3,1
2,9
2,5
1,5
1,3
66
___________________________________________________________________________
Lettonia
160
0,18
416
Finlandia
1.126
1,3
287
+2,6
volte
-74,5
1,26
1.019
0,87
746
+2,4
volte
+2,5
volte
1,16
0,85
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di patate nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari
Turchia 2,9% Polonia 2,5%
Germania 3,1%
restanti paesi
7,3%
Francia 5,6%
Belgio 24,9%
Azerbadjan
10,7%
Egitto 13,8%
Olanda 16,1%
Cina 13,1%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Le importazioni di patate nel primo semestre 2006 sono state pari a 81,029 milioni di
dollari, cioè il 20,1% in più che nel primo semestre 2005. L’Olanda, avendo aumentato del
77% le proprie forniture, è il primo paese con 19,3 milioni e il 23,8% del mercato. Vengono
poi Egitto e Azerbadjan con il 20,3% e il 15,7% del mercato. La Germania è il quarto
fornitore con 9,0 milioni di dollari e l’11,2% del mercato, seguita dalla Cina con 7,6 milioni
di dollari. Il Belgio , paese leader nel 2005, con un calo dell’82,6%, scende al sesto posto
con soli 3, 6 milioni di dollari e il 4,5% del mercato.
Russia: importazioni di patate nel primo semestre 2006 (codice doganale 0701)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
Var.%
%
I
Sul
sem.2006 Totale
Su I
sem.2005
TOTALE
18.583
48.876
67.459
24.554
56.475
81.029
+20,1
100
Olanda
59
10.843
10.902
9.104
10.196
19.300
+77,0
23,8
Egitto
891
9.938
10.829
3.845
12.660
16.505
+52,4
20,3
Azerbadjan
n.d.
8.968
8.968
n.d.
12.737
12.737
+42,0
15,7
Germania
n.d.
1.360
1.360
2.541
6.548
9.098
-93,3
11,2
Cina
1.111
2.603
3.714
2.036
5.532
7.658
+2,0 volte 9,45
Belgio
12.896
8.294
21.190
2.887
781
3.668
-82,6
4,5
Israele
85
1.009
1.094
1.233
2.384
3.617
+3,3 volte 4,46
Finlandia
71
362
433
886
2.546
3.432
+7,9 volte 4,2
Francia
1.855
1.260
3.115
1.760
1.103
2.863
-8,08
3,5
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
67
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di patate nel primo semestre 2006 (codice doganale 0701)
Olanda
19,3
16,505
Egitto
Azerbadjan
12,737
9,098
Germania
Cina
7,658
Belgio
3,669
Israele
3,617
Finlandia
3,432
Francia
2,863
0
5
10
15
20
25
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Pomidori
Le importazioni di pomodori freschi (codice 0702) sono in continuo aumento, e nel 2005
sono salite da 139,5 milioni a 216,1 milioni (+54,8%). La Turchia, più che raddoppiando le
proprie forniture è salita al primo posto con 54,8 milioni e il 25,3% del mercato,
l’Uzbekistan scende quindi al secondo posto con 45,4 milioni di dollari e il 21% del
mercato, seguono Kazakhstan (29,2 milioni ) e Cina (22,1 milioni). Sopra i dieci milioni di
dollari di forniture sono Azerbadjan e Spagna.
Russia: importazione di pomodori freschi (codice 0702) nel 2003-2006 in milioni di dollari
68
___________________________________________________________________________
250
216,168
200
139,557
150
100
89,618
50
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
L’Italia è sedicesima e malgrado abbia più che raddoppiato le proprie forniture ha valori
molto modesti, 277.000 dollari e lo 0,1% del mercato.
Russia: importazione di pomodori freschi in migliaia di dollari nel 2003-2005 (codice
doganale 0702)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
89.618
100
139.557 +55,7
100
216.168 +54,8
100
Turchia
16.310
18,1
21.522
+31,9
15,4
54.832
2,5
25,3
volte
Uzbekistan
18.173
20,2
28.988
+59,5
20,7
45.423
+56,6
21,0
Kazakhstan 15.076
16,8
25.137
+66,7
18,0
29.227
+16,2
13,5
Cina
8.364
9,33
13.412
+60,3
9,6
22.106
+64,8
10,2
Azerbadjan
3.000
3,3
7.086
+2,3
5,07
15.375
+2,1
7,1
volte
volte
Spagna
8.260
9,2
11.202
+35,6
8,0
11.200
-0,01
5,1
Marocco
5.783
6,4
8.592
+48,5
6,1
9.895
+15,1
4,5
Polonia
1.993
2,2
4.473
+2,2
3,2
7.217
+61,3
3,3
volte
Siria
1.466
1,6
3.227
+2,2
2,3
5.463
+69,2
2,5
volte
Olanda
5.174
5,9
7.199
+39,1
5,1
5.278
-26,6
2,4
Belgio
1.156
1,28
3.246
+2,8
2,3
4.683
+44,2
2,1
volte
Georgia
95
0,10
556
+5,8
0,39
1.111
+99,8
0,5
volte
Ucraina
2.376
2,6
1.269
-46,5
0,90
896
-29,3
0,41
Kirgisia
411
0,45
1.315
+3,1
0,94
714
-45,7
0,3
volte
Romania
n.d.
-n.d.
--284
-0,13
Italia
206
0,22
130
-36,8
0,09
277
+2,1
0,12
volte
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di pomodori nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari,
codice doganale 0702
69
___________________________________________________________________________
Georgia 0,5%
Kirgisia 0,3%
Ucraina 0,4%
Italia 0,12%
Romania 0,13%
Belgio 2,1%
restanti paesi
1,5%
Olanda 2,4%
Siria 2,5%
Turchia 25,3%
Polonia 3,3%
Uzbekistan
21,0%
Marocco 4,5%
Spagna 5,1%
Cina 10,2%
Kazakhstan
13,5%
Azerbadjan 7,1%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di pomodori sono continuate a crescere
(+20,7%) e sono state di 192,1 milioni di dollari.
La Turchia continua ad essere prima con 50,8 milioni di dollari e il 26,3% del mercato,
mentre l’Uzbekistan, con un calo del 27% e 24,4 milioni di dollari diviene il terzo fornitore,
lasciando il secondo posto al Kazakhstan, che con 44,5 milioni di dollari detiene il 23% del
mercato. Vengono poi Cina (9,9%), Azerbadjan (6,8%), Spagna (5,7%) e Marocco (3,0%).
L’Italia ha ancora ridotto del 46,3% le proprie forniture e con soli 80.000 dollari ha lo 0,04%
del mercato.
Russia: importazioni di pomodori, freschi o refrigerati nel primo semestre 2006 (codice
doganale 0702)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Turchia
Kazakhstan
Uzbekistan
Cina
Azerbadjan
Spagna
Marocco
Siria
Olanda
Belgio
Iran
Polonia
Israele
Ucraina
30.612
13.191
1.243
2.304
4.723
0
3.529
4.605
339
43
6
82
78
97
n.d.
129.392
34.483
23.670
31.166
10.263
11.506
2.082
537
4.940
2.628
2.492
649
2.094
70
145
160.004
47.674
24.913
33.470
14.986
11.506
5.611
5.142
5.279
2.671
2.498
731
2.172
167
145
42.594
15.090
1.815
3.451
5.748
104
8.454
5.470
837
250
75
358
50
638
10
150.591
35.761
42.746
20.963
13.381
13.105
2.686
364
4.395
3.327
3.285
1.581
1.750
225
780
193.185
50.851
44.561
24.414
19.129
13.209
11.140
5.834
5.232
3.577
3.292
1.939
1.800
863
790
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+20,7
+6,6
+33,1
-27,0
+27,6
14,8
+98,5
+13,4
-0,8
+33,9
+31,7
+2,6 volte
-17,1
+5,1 volte
+5,4
%
Sul
Totale
100
26,3
23,0
12,6
9,9
6,8
5,7
3,0
2,7
1,85
1,7
1,0
0,93
0,44
0,40
70
___________________________________________________________________________
Italia
44
105
149
58
22
80
-46,3
0,04
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazioni di pomodori, freschi o refrigerati nel primo semestre 2006 (codice
doganale 0702)
Turchia
50,851
Kazakhstan
44,561
Uzbekistan
24,414
Cina
19,129
Azerbadjan
13,209
Spagna
11,14
Marocco
5,834
Siria
5,232
Olanda
3,577
Belgio
3,292
Iran
1,939
Polonia
1,8
Israele
0,863
Ucraina
0,79
Italia
0,08
0
10
20
30
40
50
60
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Cipolle, scalogni, agli
71
___________________________________________________________________________
Le importazioni di cipolle, scalogni, agli, codice doganale 0703, sono andate
aumentando e nel 2005 con un incremento rispetto al 2004 del 24,5% hanno raggiunto i
132,6 milioni di dollari.
La Cina continua ad essere il paese leader e con 42,1 milioni di dollari ( +22,5% rispetto al
2004) ha il 31,7% del mercato. Vengono poi Uzbekistan e Olanda con il 19,0% e il 18,5%
del mercato.
L’Italia che non figurava nel 2003-2004, nel 2005 ha 104.000 dollari di forniture e detiene
lo 0,07% del mercato.
Russia: principali fornitori di cipolle,scalogni,agli e porri nel 2005 in % calcolata sul valore
in dollari (codice doganale 0703)
Rep. ceca 0,2%Usa 0,1%
Turchia 0,3%
Kirgisia 0,6%
Polonia 2,5%
Italia 0,07%
Francia
2,8%
Egitto 4,2%
Cina 31,7%
Belgio 4,6%
Tadjkistan 5,4%
Kazakhstan
11,7%
Olanda 18,5%
Uzbekistan 19,9%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di cipolle,scalogni,agli e porri nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 0703)
Paese
2003
% sul
totale
2003
2004
Totale
Cina
Uzbekistan
Olanda
Kazakhstan
101.611
31.230
11.765
25.368
12.914
100
30,7
11,5
25,2
12,7
106.458
34.365
15.820
19.552
18.268
Var. %
2004
su
2003
+4,7
+10,0
+34,4
-22,9
+41,4
% sul
totale
2004
2005
100
32,2
14,8
18,3
17,1
132.638
42.129
25.300
24.546
15.599
Var. %
2005
su
2004
24,5
+22,5
+59,9
+25,5
-14,8
% sul
Totale
100
31,7
19,0
18,5
11,7
72
___________________________________________________________________________
Tadjikistan
Belgio
5.880
415
5,7
0,4
6.715
361
+14,2
-13
6,3
0,33
7.232
6.137
Egitto
Francia
5.838
565
5,74
0,5
4.095
548
-29,8
-3,0
3,8
0,51
5.641
3.761
Polonia
1.418
1,3
981
-30,8
0,92
3.439
Kirghizia
Turchia
Rep.ceca
Usa
Italia
Lituania
671
4.573
66
166
n.d.
n.d.
0,6
4,5
0,06
0,16
---
1.075
3.728
n.d.
232
n.d.
n.d.
+60,2
-18,4
-+39,7
---
1,0
3,5
-0,21
---
877
429
301
241
104
65
+7,6
+17
volte
+37,7
+6,8
volte
+3,5
volte
-18,4
-88,4
-+3,8
---
5,4
4,6
4,2
2,8
2,5
0,6
0,3
0,2
0,1
0,07
0,04
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
All’interno del codice 0703, diamo poi nei grafici seguenti i principali fornitori del 2005 in
milioni di dollari per i singoli sottosettori.
Russia: principali paesi fornitori di cipolle (codice 070310) nel 2005 in milioni di dollari
(import totale 113,739 milioni)
Cina
24,767
Olanda
24,289
15,227
Kazakhstan
Tadjkistan
7,206
Belgio
5,932
Egitto
5,641
3,439
Polonia
Kirgizia
0,781
0
5
10
15
20
25
30
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di aglio (codice 070329) nel 2005 in milioni di dollari
(import totale 18,268 milioni)
73
___________________________________________________________________________
20
17,361
15
10
5
0,339
0,312
Kazakhstan
Uzbekistan
0
Cina
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di purea di cipolle e di altri tipi di cipolla (codice 070390)
nel 2005 in milioni di dollari
(import totale 0,630 milioni)
0,3
0,25
0,2
0,15
0,1
0,05
0
0,257
0,205
Olanda
Belgio
0,035
0,034
Turkmenia
Kazakhstan
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di cipolle, scalogni e porri, codice 0703, sono
aumentate del 30,3%, raggiungendo 89,941 milioni di dollari. L’Olanda con un aumento di
due volte e mezzo sale al primo posto con 46,4 milioni di dollari e 51,6% del mercato. La
seguono Cina, Uzbekistan e Kazakhstan con rispettivamente il 19,6%, l’8,9% e il 6,5% del
mercato. L’Italia malgrado abbia aumentato le proprie forniture del 97,4% è ancora su
valori minimi, infatti con soli 77.000 dollari ha lo 0,08% del mercato ed è al tredicesimo
posto.
Russia: importazioni di cipolle, scalogni, agli e porri nel primo semestre 2006 (codice
doganale 0703)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Olanda
Cina
Uzbekistan
Kazakhstan
Egitto
Turchia
Francia
Tadjikistan
Belgio
Polonia
28.551
2.583
10.912
2.076
3.196
1
n.d.
3.048
95
5.098
1.009
40.244
15.593
8.346
4.919
3.347
3.942
408
774
150
957
1.390
68.795
18.176
19.258
6.995
6.543
3.943
408
3.822
245
6.055
2.399
40.984
23.172
8.122
3.488
2.623
345
n.d.
1.711
289
522
238
48.957
23.274
9.560
4.550
3.250
3.338
2.628
233
923
124
322
89.941
46.446
17.682
8.038
5.873
3.683
2.628
1.944
1.212
646
560
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+30,3
+2,5 volte
-8,1
+14,9
-10,2
-6,5
+6,4 volte
-49,1
+4,9 volte
-89,3
-76,6
%
Sul
Totale
100
51,6
19,6
8,9
6,5
4,09
2,92
2,16
1,34
0,71
0,6
74
___________________________________________________________________________
Kirghizia
106
88
194
172
28
200
+3,0
0,22
Lituania
-n.d.
-91
n.d.
91
-0,10
Italia
39
n.d.
39
77
n.d.
77
+97,4
0,08
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazioni di cipolle, scalogni, agli e porri nel primo semestre 2006 (codice
doganale 0703) in % calcolata sul valore in dollari
Polonia 0,6%
Kirghizia 0,22% Lituania 0,10%
Belgio 0,71%
Italia 0,08%
restanti paesi
3,3%
Tadjkistan 1,34%
Francia 2,16%
Turchia 2,92%
Egitto 4,09%
Kazakhstan 6,5%
Uzbekistan 8,9%
Olanda 51,6%
Cina 19,6%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Cavoli
Le importazioni di cavoli, codice 0704, dopo una lieve flessione (-2,0%) nel 2004 sono
salite nel 2005 da 23,8 milioni a 44,0 milioni di dollari (+84,7%). La Polonia, che ha
raddoppiato le proprie esportazioni, con 16,2 milioni e il 36,8% del mercato, continua ad
essere il paese leader. Vengono poi Cina, Uzbekistan, Kazakhstan e Olanda con
rispettivamente il 22,6%, il 13,1%, il 7,9%, il 6,3% del mercato.
L’Italia che non figurava nel 2003 e che nel 2004 aveva solo 59.200 dollari di esportazioni,
nel 2005 è salita a 91.000 dollari (+53,7%), ma ha solo lo 0,20% del mercato.
Russia: importazione di cavoli nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganle 0704)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
24.327
100
23.831
-2,0
100
44.023
+84,7
100
Polonia
7.296
29,9
6.829
-6,4
28,6
16.242
+2,3
36,8
volte
Cina
4.915
20,2
6.682
+35,9
28,0
9.954
+48,9
22,6
Uzbekistan
4.039
16,6
2.846
-29,5
11,9
5.771
+2,0
13,1
volte
Kazakhstan
2.423
9,9
2.405
-0,7
10,0
3.503
+45,6
7,9
Olanda
2.593
10,6
1.347
-48,0
5,6
2.787
+2,0
6,3
volte
75
___________________________________________________________________________
Francia
Germania
Spagna
1.362
1.035
248
5,5
4,2
1,01
2.464
n.d.
694
Lituania
Kirghizia
66
55
0,27
0,22
n.d.
19
+80,9
-+2,7
volte
--65,4
10,3
-2,9
2.267
1.621
545
-7,9
--21,4
5,1
3,6
1,2
-0,07
198
132
-+6,9
volte
-+53,7
0,44
0,29
Rep.ceca
n.d.
-n.d.
--102
0,23
Italia
n.d.
-59,2
-0,2
91
0,20
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazioni di cavoli (codice doganale 0704) nel 2005 in % calcolata sul valore in
dollari
Kirgizia 0,29%
Rep.ceca 0,23%
Italia 0,20%
Lituania 0,4%
restanti paesi
3,4%
Spagna 1,2%
Germania 3,6%
Polonia 36,8%
Francia 5,1%
Olanda 6,3%
Uzbekistan
13,1%
Kazakhstan
7,9%
Cina
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Diamo ora di seguito i principali paesi fornitori nel 2005 nei sottosettore del gruppo
0704.
Russia: principali paesi fornitori di cavolfiori e broccoli nel 2005 in milioni di dollari (import
totale 4,637 milioni), codice doganale 070410
2,5
2,267
2
1,102
1,5
0,739
1
0,5
0,137
0,134
Olanda
Spagna
0
Francia
Cina
Polonia
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di altre verdure del gruppo brassica nel 2005 in milioni di
dollari (import totale 39,345 milioni), codice doganale 070490
76
___________________________________________________________________________
20
15,503
15
8,851
10
5,766
3,503
5
1,621
0,411
0,091
Spagna
Italia
0
Polonia
Cina
Uzbekistan Kazakhstan Germania
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di cavolo sono rimaste abbastanza stabili
(+2,9%).
L’Uzbekistan che ha raddoppiato le proprie esportazioni sale al primo posto, mentre la
Polonia che ha invece registrato un calo del 57,1% con 5,7 milioni, scende al terzo dopo
anche la Cina.
L’Italia è passata da 58.000 dollari nel primo semestre 2005 a 74.000 dollari nel primo
semestre 2006 (+27,5%), ma con lo 0,2% del mercato è il dodicesimo paese fornitore.
Russia: principali fornitori di cavoli (codice doganale 0704) nel primo semestre 2006 in %
calcolata sul valore in dollari
Germania 1,1%
Kirgizia 0,7%
Lituania 0,99%
Italia 0,2%
restanti paesi
4,4%
Spagna 1,07%
Rep.ceca 1,2%
Francia 4,1%
Uzbekistan
31,7%
Olanda 4,2%
Kazakhstan
10,3%
Cina 24,4%
Polonia 15,6
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazioni di cavolfiori nel primo semestre 2006 (codice doganale 0704)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Uzbekistan
Cina
Polonia
Kazakhstan
Olanda
Francia
Rep.ceca
Germania
11.352
212
2.486
7.053
51
188
946
-156
24.543
5.318
5.022
6.393
2.996
1.935
615
n.d.
1.520
35.895
5.530
7.508
13.446
3.047
2.123
1.561
-1.676
11.549
1.049
3.940
3.282
225
780
798
451
195
25.417
10.681
5.748
2.478
3.895
789
723
n.d.
240
36.966
11.730
9.688
5.760
4.120
1.569
1.521
451
435
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+2,9
+2,1 volte
+29,0
-57,1
+35,2
-26,0
-2,5
--74,0
%
Sul
Totale
100
31,7
24,4
15,6
10,3
4,2
4,1
1,2
1,1
77
___________________________________________________________________________
Spagna
Lituania
Kirghizia
Italia
167
35
41
58
291
22
91
n.d.
458
57
132
58
259
304
112
74
137
62
173
n.d.
396
366
285
74
-13,5
+6,4 volte
+2,5 volte
+27,5
1,07
0,99
0,7
0,2
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Lattuga
Le importazioni di lattuga e cicoria, codice doganale 0705, nel 2005 si sono
stabilizzate sul milione e settecentomila dollari. La Spagna con 544.000 dollari e l’Olanda
con 518.000 dollari dominano insieme il 60% del mercato.
L’Italia che non figurava né nel 2003, né nel 2004, nel 2005 con 105.000 dollari ha il
5,8% del mercato.
Russia: importazione di lattuga e cicoria nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice
doganale 0705)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
1.060
100
1.781
+68,0
100
1.783
+0,1
100
Spagna
257
24,2
371
+44,3
20,8
544
+46,6
30,5
Olanda
532
50,1
665
+25
37,3
518
-22,1
29,0
Turchia
60
5,6
320
+5,3
17,9
133
-58,4
7,4
volte
Ucraina
136
12,8
166
+24,8
9,3
125
-24,6
7,0
Italia
n.d.
-n.d.
--105
-5,8
Egitto
n.d.
-n.d.
--63
-3,5
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di lattuga e cicoria nel 2005 in milioni di dollari
0,544
Spagna
0,518
Olanda
0,133
Turchia
0,125
Ucraina
0,105
Italia
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
78
___________________________________________________________________________
Carote e rape
Le importazioni di carote e rape, codice doganale 0706, sono salite nel 2005 da 25,5
milioni a 46,2 milioni di dollari. Cina e Uzbekistan sono i primi due paesi con
rispettivamente 11,8 milioni e 8,8 milioni di dollari. vengono poi, dopo avere incrementato
fortemente le loro esportazioni Israele, Polonia, Kirghizia con 4,7,4,5 e 3,3 milioni di dollari.
L’Italia pur con un aumento del 65,2% , resta sempre su valori minimi. Con 613.000 dollari
ha infatti solo l’1,3% del mercato.
Russia: importazione di carote e rape e altre radici nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 0706)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
26.613
100
25.556
-3,9
100
46.263
+81,0
100
Cina
6.783
25,4
8.141
+20,0
31,8
11.828
+45,2
25,5
Uzbekistan
4.447
16,7
3.528
-20,6
13,8
8.887
+2,5
19,2
volte
Israele
1.290
4,8
2.407
+86,5
9,4
4.779
+98,5
10,3
Polonia
1.883
7,0
451
-76,0
1,7
4.503
+9,9
9,7
volte
Kirghizia
879
3,3
965
+9,7
3,7
3.356
+3,4
7,2
volte
Olanda
5.816
21,8
3.593
-38,2
14,0
3.288
-8,4
7,1
Belgio
1.201
4,5
1.633
+35,9
6,3
3.197
+95,7
6,9
Kazakhstan
1.060
3,9
927
-12,5
3,6
1.463
+57,8
3,1
Italia
379
1,4
371
-2,1
1,4
613
+65,2
1,3
Ucraina
161
0,60
235
+45,9
0,91
311
+32,3
0,67
Usa
151
0,56
86
-43,0
0,33
202
+2,3
0,43
volte
Tadgikistan
63
0,23
32
-49,2
0,12
199
+6,2
0,4
volte
Lituania
89
0,33
101
+13,4
0,39
176
+74,2
0,38
Spagna
144
0,54
n.d.
--134
-0,28
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di carote e rape nel 2005 in milioni di dollari (codice doganale
0706)
79
___________________________________________________________________________
11,828
Cina
8,887
Uzbekistan
4,779
Israele
4,503
Polonia
Kirghizia
3,356
Olanda
3,288
Belgio
3,197
1,463
Kazakhstan
0,613
Italia
0
2
4
6
8
10
12
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Diamo anche per il codice 0706 nei singoli sottosettori le importazioni nel 2005 dai
principali paesi fornitori.
Russia: principali paesi fornitori di carote e rape nel 2005 in milioni di dollari (import totale
30,543 milioni), codice doganale 070610
8,346
Cina
4,015
Uzbekistan
Kirgisia
3,276
Israele
3,146
Belgio
2,971
2,872
Francia
2,585
Polonia
Olanda
1,586
Kazakhstan
1,135
Italia
0,206
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
80
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di altre radici commestibili nel 2005 in milioni di dollari
(import totale 15,719 milioni), codice doganale 070690
6
5
4
3
2
1
0
4,781
3,482
1,918
Uzbekistan
Cina
Polonia
1,719
Olanda
1,633
Israele
0,407
0,328
Italia
Kazakhstan
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di carote sono state pari a 37,0 milioni di
dollari, cioè il 22,4% in più che nel primo semestre 2005. Israele, più che raddoppiando le
proprie esportazioni, con 9,8 milioni di dollari sale al primo posto, seguito da Uzbekistan
con 6,6 e Cina con 6,1 milioni.
L’Italia è rimasta stabile con una lieve tendenza all’aumento (+3,5%) e con 439.000 dollari
ha l’1,18 % del mercato.
Russia: importazioni di carote nel primo semestre 2006 (codice doganale 0706)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
Var.%
%
I
Sul
Semestre sem.2006 Totale
Su I
sem.2005
TOTALE
9.835
20.411
30.246
15.206
21.821
37.027
+22,4
100
Israele
585
3.340
3.925
2.585
7.228
9.813
+2,5 volte 26,5
Uzbekistan
2.337
3.150
5.487
3.753
2.931
6.684
+21,8
18,0
Cina
2.582
3.353
5.935
2.838
3.330
6.168
+3,9
16,6
Kirghizia
826
1.880
2.706
2.051
2.842
4.892
+80,7
13,2
Olanda
159
1.641
1.800
1.899
2.166
4.066
+2,2 volte 10,9
Belgio
1.182
1.484
2.666
791
599
1.390
-47,8
3,7
Kazakhstan 491
667
1.158
592
515
1.107
-4,4
2,98
Polonia
1.082
2.912
3.994
106
758
864
-78,3
2,3
Italia
196
228
424
180
259
439
+3,5
1,18
Lituania
20
121
141
142
18
160
+13,4
0,43
Ucraina
50
55
105
44
103
147
+40,0
0,39
Tadgikistan
110
19
129
90
17
107
-17,0
0,28
Spagna
n.d.
105
105
n.d.
89
89
-15,2
0,24
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
81
___________________________________________________________________________
Russia: principali fornitori di carote e rape nel primo semestre 2006 in milioni di dollari
(codice doganale 0706)
9,813
Israele
6,684
Uzbekistan
6,168
Cina
4,892
Kirghisia
4,066
Olanda
1,39
Belgio
1,107
Kazakhstan
0,864
Polonia
Italia 0,439
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Cetrioli
Le importazioni di cetrioli, codice 0707, sono salite da 11,2 milioni di dollari nel 2003 a
21,5 nel 2004 per raggiungere nel 2005 32,6 milioni di dollari.
Nel 2005 la Turchia, con 6,2 milioni di dollari e il 19,2% del mercato sale al primo posto,
seguita da Uzbekistan e Spagna, entrambi con forniture superiori ai cinque milioni di
dollari.
L’Italia non figura tra gli importatori di cetrioli.
Russia: importazione di cetrioli nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 0707)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
11.253
100
21.503
+91,0
100
32.626
+51,7
100
Turchia
1.892
16,8
3.534
+86,7
16,4
6.255
+76,9
19,2
Uzbekistan
1.558
13,8
3.203
+2,0
14,8
5.346
+66,9
16,3
volte
Spagna
3.302
29,3
4.548
+37,7
21,1
5.180
+13,8
15,8
Iran
577
5,1
1.908
+3,3
8,8
4.705
+2,4
14,4
volte
volte
Kazakhstan 1.009
8,9
3.027
+3
14,0
3.479
+14,9
10,6
volte
Cina
618
5,4
1.097
+77,5
5,1
2.725
+2,4
8,3
volte
Polonia
1.198
10,6
1.623
+35,4
7,5
2.152
+32,5
6,5
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
82
___________________________________________________________________________
Russia: principali fornitori di cetrioli nel 2005 in milioni di dollari, codice 0707
7
6,255
6
5,346
5,18
5
4,705
4
3,479
2,725
3
2,152
2
1
0
Turchia
Uzbekistan
Spagna
Iran
Kazakhstan
Cina
Polonia
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Carciofi, asparagi, tartufi, spinaci
All’interno del codice 0709 le voci carciofi, asparagi, spinaci, tartufi sono su valori molto
bassi, tanto che non vengano neppure segnalati i paesi fornitori.
Russia: importazione di carciofi (cod.070910), asparagi (cod. 0709020), tartufi (cod.070952),
altri tipi di tartufi (070959) e spinaci (070970) nel 2005 in migliaia di dollari
250
216
200
150
119
100
50
15
12,1
0
altri tipi tartufi
(cod.070959)
asparagi
(cod.070920)
carciofi
(cod.070910)
spinaci (cod.
070970)
0,1
tartufi (cod.
070952)
Russia: importazione di carciofi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale
070910)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
14,4
100
17,9
+24,3
100
15
-16,2
100
n.d.
n.d.
n.d.
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di asparagi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale
070920)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
39,5
100
67,7
+71,3
119
+75,7
100
Tailandia
n.d.
n.d.
67
56,3
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
83
___________________________________________________________________________
Russia: importazione di tartufi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070952)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
0,1
100
1,1
+10
100
0,1
-90,9
100
n.d.
--Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di altri tipi di tartufi o funghi nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 070959)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
32,1
100
173
+5,3
100
216,5
+25,1
100
volte
Polonia
n.d.
-98
-56,6
167
+70,4
77,1
Lituania
n.d.
-64
-36,9
n.d.
--Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di spinaci nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070970)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
11,8
100
15,6
+32,2
100
12,1
-22,4
100
-.--Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Melanzane
Le importazioni di melanzane nel 2005 sono salite da 5,7 milioni di dollari a 6,9 milioni
(+20,3%). La Cina continua ad essere il paese leader e con 1,5 milioni di dollari (-5,1%
rispetto al 2004) ha il 21,8% del mercato. La seguono da vicino Spagna e Kazakhstan con
1, 4 e 1,38 milioni di dollari.
Russia: importazione di melanzane nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale
070930)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
3.354
100
5.759
+71,7
100
6.931
+20,3
100
Cina
813
24,2
1.599
+96,6
27,7
1.517
-5,1
21,8
Spagna
766
22,8
1.329
+73,4
23,0
1.459
+9,7
21,0
Kazakhstan 810
24,1
929
+14,6
16,1
1.389
+49,5
20,0
Uzbekistan
456
13,5
746
+63,5
12,9
1.166
+56,3
16,8
Olanda
394
11,7
761
+93,1
13,21
768
+0,9
11,0
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
84
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di melanzane (codice doganale 070930) nel 2005 in
milioni di dollari
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
1,517
1,459
1,389
1,166
0,768
Cina
Spagna
Kazakhstan
Uzbekistan
Olanda
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Sedani
Le importazioni di sedani , anche se in continuo aumento non arrivano nel 2005 a
superare i settecentomila dollari. Il primo paese è l’Olanda con 282.000 dollari e il 41,1%
del mercato, seguita a ruota dalla Spagna con 269.000 dollari e il 39,2% del mercato.
Israele che non figurava nel 2003-2004, nel 2005 ha esportazioni per 61.000 dollari.
L’Italia non è tra i paesi fornitori.
Russia:principali fornitori di sedani (codice doganale 070940) nel 2005 in migliaia di dollari
300
282
269
250
200
150
61
100
50
0
Olanda
Spagna
Israele
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di sedani nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070940)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
330
100
557
+68,7
100
686
+23,1
100
Olanda
199
60,3
302
+51,7
54,2
282
-6,6
41,1
Spagna
69,4
21,0
185
+2,6
33,2
269
+45,4
39,2
volte
85
___________________________________________________________________________
Israele
n.d.
--
n.d.
--
--
61
-
8,8
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Funghi
Le importazioni di funghi tipo Agaricus nel 2005 hanno raggiunto i 21,4 milioni di
dollari (+26,7% rispetto al 2004), la Polonia è il paese leader con 19,2 milioni e l’89,5%
del mercato. Vengono poi, ma a grandissima distanza Olanda, Lituania, e Repubblica
ceca con rispettivamente il 3,1%, il 2,9% e il 2,0 percento.
Russia: principali paesi fornitori di funghi di tipo Agaricus (codice doganale 070951)
nel 2005 in milioni di dollari
20000
19231
15000
10000
5000
0
Polonia
0,673
0,637
Olanda
Lituania
0,441
Rep.ceca
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: importazione di funghi tipo Agaricus nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice
doganale 070951)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
8.630
100
16.953
+96,4
100
21.482
+26,7
100
Polonia
8.447
97,8
16.344
+93,4
96,4
19.231
+17,6
89,5
Olanda
n.d.
-n.d.
--673
-3,1
Lituania
176
2,0
564
+3,2
3,3
637
+12,9
2,9
volte
Rep.ceca
n.d.
-n.d.
--441
-2,0
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Peperoni, etc. , codice 07960
Le importazioni di pimenti del genere caspicum, (codice doganale 07960) hanno raggiunto
nel 2005 i 37,7 milioni di dollari. Il Kazakhstan è il primo fornitore con 9,3 milioni di dollari e
il 24,6% le mercato. Olanda, Israele e Cina, tutti con esportazioni superiori ai cinque
milioni hanno rispettivamente il 18%,, il 13,7% e il 13,4% del mercato.
L’Italia non figura in questa sottovoce.
86
___________________________________________________________________________
Russia: importazione di pimenti del genere caspicum o di altri tipi di pimenti nel 2003-2005
in migliaia di dollari (codice doganale 070960)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
16.760
100
27.248
+62,5
100
37.709
+38,3
100
Kazakhstan 4.430
26,4
6.547
+47,7
24,0
9.309
+42,1
24,6
Olanda
3.228
19,2
4.745
+46,9
17,4
6.793
+43,1
18,0
Israele
1.198
7,1
2.538
+2,1
9,3
5.193
+2,0
13,7
volte
volte
Cina
1.487
8,8
3.355
+2,2
12,3
5.054
+50,6
13,4
volte
Uzbekistan
2.142
12,7
3.730
+74,1
13,6
4.655
+24,7
12,3
Spagna
2.614
15,5
3.417
+30,7
12,5
3.717
+8,7
9,8
Polonia
1.046
6,2
1.598
+52,7
5,8
1.101
-31,1
2,9
Turchia
162
0,9
625
+3,8
2,2
509
-18,5
1,3
volte
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di pimenti del genere caspicum , codice doganale 070960, in
milioni di dollari nel 2005
Kazkhstan
9,3
Olanda
6,7
Israele
5,1
Cina
5,05
Uzbekistan
4,6
Spagna
3,7
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Le importazioni di altri tipi di verdure, codice doganale 070990, dal 2003 al 2005 sono
triplicate e nel 2005 hanno raggiunto i 21,5 milioni di dollari.
L’Uzbekistan continua ad essere il paese leader con 12,6 milioni e il 59,9% del mercato, il
Kazakhstan è l’unico altro paese ad avere forniture superiori al milione di dollari (3,990
milioni e 18,5% del mercato).
87
___________________________________________________________________________
Azerbadjan e Spagna hanno entrambi il 4% del mercato, mentre la Cina, pur avendo
triplicato le proprie esportazioni, ha solo il 3,7% del mercato.
L’Italia nel 2005 ha avuto un calo del 37,8% ed è scesa da 412.000 dollari a 256.000
dollari, avendo così solo l’1,1% del mercato.
Russia: importazione di altri tipi di verdure nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice
doganale 070990)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
7.148
100
14.963
+2,0
100
21.518
+43,8
100
volte
Uzbekistan
3.312
46,3
8.587
+2,5
57,3
12.697
+47,8
59,0
volte
Kazakhstan 1.082
15,1
2.886
+2,6
19,2
3.990
+38,2
18,5
volte
Azerbadjan
853
11,9
945
+10,7
6,3
861
-8,8
4,0
Spagna
260
3,6
694
+2,6
4,6
864
+24,4
4,0
volte
Cina
71
0,99
192
+2,7
1,2
798
+4,1
3,7
volte
volte
Olanda
417
5,8
564
+35,2
3,7
604
+7,0
2,8
Turchia
n.d.
-88
-0,5
483
+5,4
2,2
volte
Georgia
251
3,5
128
-49,0
0,85
358
+2,7
1,6
volte
Italia
351
4,9
412
+17,3
2,7
256
-37,8
1,1
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di altri tipi di verdure, codice doganale 070990, in % calcolata sul
valore in dollari nel 2005
Olanda 2,8%
Turchia 1,6%
Cina 3,7%
Italia 1,1%
restanti paesi
3,1%
Spagna 4,0%
Azerbadjan 4,0%
Kazakhstan
18,5%
Uzbekistan 59,0%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
88
___________________________________________________________________________
Le importazioni per l’intero codice 0709 nel primo semestre 2006 sono state pari a
62,4 milioni di dollari, cioè il 39,7% in più che nel primo semestre 2005. L’Olanda che
ha quasi triplicato le proprie forniture sale al primo posto con 12,6 milioni e il 20,3% del
mercato, seguita da Uzbekistan (11,9 milioni), Polonia (7,9 milioni) Cina (6,4 milioni) e
Spagna (5,9 milioni). L’Italia è al quindicesimo posto con solo 166.000 dollari (-31,6%
rispetto al primo semestre 2005) e ha solo lo 0,2% del mercato.
Russia: importazioni di ortaggi freschi o refrigerati nel primo semestre 2006 (codice
doganale 0709)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
Var.%
%
I
Sul
sem.2006 Totale
Su I
sem.2005
TOTALE
20.090
24.438
44.528
24.399
37.850
62.249
+39,7
100
Olanda
144
4.115
4.259
2.141
10.551
12.692
+2,9 volte 20,3
Uzbekistan
4.106
6.642
10.748
4.767
7.156
11.923
+10,9
19,1
Polonia
6.186
5.598
11.784
2.695
5.211
7.906
-32,9
12,7
Cina
2.040
2.660
4.943
2.426
4.048
6.474
+30,9
10,4
Spagna
2.222
908
6.723
3.526
2.454
5.980
-11,0
9,6
Israele
2.892
701
3.593
4.766
930
5.696
+58,5
9,1
Kazakhstan 1.197
1.969
3.166
1.542
3.808
5.350
+68,9
8,59
Azerbadjan
252
504
756
406
496
1.299
+71,8
2,08
Turchia
287
595
882
467
679
1.146
+29,9
1,8
Germania
n.d.
10
10
381
170
551
+55,1
0,88
volte
Rep.ceca
n.d.
n.d.
-308
89
397
-0,63
Lituania
120
156
276
200
124
324
+17,1
0,5
Ungheria
n.d.
1
1
164
63
227
+227
0,36
volte
Marocco
27
n.d.
27
206
n.d.
206
+7,6 volte 0,33
Italia
159
84
243
102
64
166
-31,6
0,2
Francia
62
n.d.
62
66
n.d
66
+6,4
0,10
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di ortaggi freschi o refrigerate, codice doganale 0709, nel 2005 in
% calcolata sul valore in dollari
89
___________________________________________________________________________
Lituania 0,5%
Ungheria 0,36%Marocco 0,33
Italia 0,2%
Rep. ceca 0,63%
restanti paesi
3,4%
Olanda 20,3%
Germania 0,88%
Turchia 1,8%
Azerbadjan 2,08%
Kazakhstan 8,5%
Uzbekistan 19,1%
Israele
Polonia 12,7%
Spagna 9,1%
Cina 10,45
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO IN RUSSIA – La frutta
La produzione ortofrutticola russa, dopo un periodo di declino nella seconda metà degli
anni novanta, ha incominciato a riprendersi o a stabilizzarsi dopo il 1998-99, anche se
essa non riesce a soddisfare comunque la domanda della popolazione, lasciando
crescenti spazi per le importazioni di frutta e verdura di qualità, che vengono vendute a
prezzi fortemente competitivi.
Le importazioni di frutta
Dopo i picchi negativi del 1998-1999, quando comunque la Russia ha importato
ufficialmente ben 439 milioni di dollari di frutta, le importazioni sono riaumentate e nel
2003, con 1,2 miliardi di dollari di importazioni (+39,1 rispetto al 2002) si sono superati i
livelli pre-crisi del 1997, quando la Russia aveva importato quasi 2,7 milioni di tonnellate di
frutta, per un valore non lontano dal miliardo di dollari. Nel 2004 si è avuto ancora un
aumento del 37,0%, e si è oltrepassato il miliardo e mezzo di dollari di importazioni,
per la precisione 1,555 miliardi. Nel 2005 le importazioni sono salite (+37,1%) a 2,132
miliardi di dollari e nel primo semestre sono arrivate a 1,167 miliardi di dollari, il che
fa presupporre che nei dodici mesi 2006 si possa arrivare a 2,3 miliardi di dollari di
importazioni di frutta.
Russia: andamento delle importazioni di frutta, codice 08, in % calcolata sul valore in
dollari dell’anno precedente
60
40
46,9
39,1
37
37,1
2003
2004
2005
19,3
20
28,3
andamento %
5,7
0
2000
2001
2002
I sem. 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
Russia: importazioni di frutta nel 1999-2006 in milioni di dollari
90
___________________________________________________________________________
2300
12 mesi 2006 (stima)
1167,7
I semestre 2006
2132,4
2005
1554,9
2004
1134,4
2003
814,5
2002
682,3
2001
645,1
2000
439
1999
0
500
1000
1500
2000
2500
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: le importazioni di frutta in migliaia di dollari nel 2003-2005
(codice doganale 08)
Paese
2003
2004
TOTALE
Ecuador
Turchia
Uzbekistan
Argentina
Cina
Marocco
Polonia
Azerbajan
Italia
Belgio
Kazakhstan
Cile
Sud Africa
Egitto
Iran
Spagna
Grecia
Tadgikistan
Ucraina
Francia
Georgia
Stati Uniti
Israele
Columbia
Olanda
Filippine
Moldavia
Bielorussia
1.134,4
245.482
88.773
59.662
78.042
58.604
63.519
54.309
31.853
29.513
18.408
33.824
18.336
55.941
21.925
23.564
43.197
7.462
17.050
15.971
18.028
3.872
6.722
4.366
6.998
12.429
9.554
43.659
6.325
1.554.930
329.453
120.167
143.153
103.321
80.460
72.224
100.065
29.126
33.510
29.285
47.571
35.241
58.519
36.074
32.427
46.738
23.813
23.254
11.579
19.059
6.134
9.884
8.880
18.209
14.956
10.638
51.695
6.649
Var.%
2004
su 2003
+37,0
+34,2
+35,3
+139,9
+32,3
+37,2
+13,7
+84,2
-8,5
+13,5
+59,0
+40.6
+92,1
+4,6
+64,5
+41,8
+8,1
+219,1
+36,3
-27,4
+5,7
+58,4
+47,0
+2,0 volte
+160,2
+20.3
+11,3
+17,6
+5,1
%
Sul
Totale
100
21,8
7,7
9,2
6,6
5,1
4,6
6,4
1,87
2,15
1,88
3,05
2,26
3,7
2,31
2,08
3,00
1,5
1,49
0,7
1,22
0,39
0,6
0,57
1,17
0,96
0,68
3,3
0.4
2005
2.132.400
412.754
211.370
205.876
156.138
137.622
110.995
109.949
69.268
54.715
51.630
51.297
48.252
47.224
45.054
44.453
42.985
30.632
30.456
25.945
24.325
21.349
18.781
15.295
14.899
14.550
13.169
9.339
2.677
Var.%
2005
su 2004
+37,1
+25,2
+75,8
+43,8
+51,1
+71,0
+53,6
+9,8
+137,8
+63,2
+76,3
+7,8
+36,9
-19,3
+24,8
+37,0
-8,0
+28,6
+30,9
+2,2 volte
+27,6
+3,4 volte
+90,0
+72,2
-18,1
-2,7
+23,7
-81,9
-59,7
%
Sul
Totale
100
19,3
9,9
9,6
7,3
6,4
5,2
5,1
3,2
2,56
2,42
2,40
2,2
2,2
2,1
2,08
2,0
1,436
1,42
1,21
1,1
1,0
0,88
0,71
0,69
0,68
0,61
0,43
0,12
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
Solo in questa tabella (codice 08) con le importazioni totali di frutta vi sono i dati per tutti gli anni delle
importazioni dalla Bielorussia. Per tutte le altre tabelle i dati della Bielorussia non sono segnalati, dal momento
che per i particolari accordi doganali fra i due paesi slavi, l’interscambio con la Bielorussia non viene riportato
91
___________________________________________________________________________
dettagliatamente nelle statistiche doganali ufficiali (unica eccezione il 2001). Occorre comunque tenere
presente che le esportazioni della Bielorussia per i codici 1-24 sono state pari nel 2003 a 730,9 milioni di dollari,
nel 2004 a 1.037 milioni di dollari e nel 2005 a 1.132,9 milioni di dollari; nei primi sei mesi del 2006 sono state di
595,766 milioni di dollari.
In questa come in tutte le altre tabelle i paesi fornitori sono allineati secondo il valore in dollari delle loro
forniture nel 2005.
Il maggiore esportatore di frutta in Russia nel 2005 rimane l’Ecuador (banane). Seguono
Turchia (frutta e frutta secca), Uzbekistan (frutta e frutta secca), Argentina (mele etc.),
Polonia (mele, etc.). La Cina con un aumento rispetto al 2004 del 71,0% ha raggiunto
1 137,6 milioni di dollari e detiene il quinto posto e il 6,4 % del mercato.
Vengono subito dopo il Marocco (arance) e la Polonia, seguiti dall’Azerbadjan che ha più
che raddoppiato le proprie forniture e con 69,2 milioni di dollari ha il 3,2% del mercato.
Nel 2005 l’Italia, salita da 33,5 milioni di dollari nel 2004 a 54,7 milioni di dollari
(+63,2%) è al nono posto con il 2,56% del mercato. Nel 2004 il nostro paese era invece il
quattordicesimo paese fornitore.
Sopra il 2% del mercato sono anche il Belgio (51,6 milioni di dollari), il Kazakhstan (51,2
milioni di dollari), il Cile (48,2 milioni), il Sud Africa (47,2 milioni), l’Egitto (45 milioni), l’Iran
(44,4 milioni) e la Spagna 42,9 milioni).
Nel primo semestre 2006 le importazioni di frutta hanno raggiunto 1,167 miliardi di dollari
e l’Ecuador, il grande fornitore di banane della Russia, continua ad essere al primo posto
con il 18,7% del mercato e 218,8 milioni di dollari, seguito dal Marocco (+93,% rispetto al I
semestre 2005 e 8,87% del mercato) quasi esclusivamente esportatore di agrumi e
Turchia (8,85% del mercato). L’Argentina rimane al quarto posto con 96,3 milioni di dollari
e il 7,9% del mercato.
La Polonia che nel 2005 era scesa al settimo posto, nel primo semestre 2006 sale al
quinto, con 71,8 milioni di dollari e il 7,9% del mercato, mentre la Cina scende al sesto con
69,9 milioni di dollari e il 5,9% del mercato e l’Uzbekistan al settimo con il 3,9% del
mercato.
All’ottavo posto è l’Egitto (soprattutto agrumi) con 44,2 milioni di dollari. Iran e Spagna,
hanno più che raddoppiato le loro forniture e con 41,0 e 38,4 milioni di dollari
rispettivamente, sono al nono e al decimo posto.
L’Italia, che pure rispetto al primo semestre 2005 ha registrato un aumento del 37,0% è al
dodicesimo posto con 30,0 milioni e il 2,57% del mercato, dopo il Belgio (36,1 milioni di
dollari).
92
___________________________________________________________________________
Russia le importazioni di frutta in migliaia di dollari nel primo semestre 2006
(codice doganale 08)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
semestre
TOTALE
Ecuador
Marocco
Turchia
Argentina
Polonia
Cina
Uzbekistan
Egitto
Iran
Spagna
Belgio
Italia
Sud Africa
Usa
Filippine
Kirgizia
Tadjikistan
Francia
Azerbadjan
458.649
98.312
43.100
6.268
23.133
46.717
35.457
4.473
18.986
9.502
9.617
18.114
13.811
3.996
5.411
1.552
922
6.002
5.730
2.615
521.127
125.658
10.371
17.601
84.176
41.121
28.497
38.576
16.404
7.051
6.033
11.006
8.102
9.764
3.168
4.551
1.051
5.055
2.618
3.079
909.776
223.970
53.471
23.869
107.309
87.838
63.954
43.049
35.390
16.553
15.650
29.120
21.913
13.760
8.579
6.103
1.973
11.057
8.348
5.694
577.061
94.951
65.205
77.562
26.548
36.086
42.725
4.916
31.526
22.566
18.008
20.173
17.281
6.394
11.718
3.895
1.351
6.661
9.050
7.930
590.706
123.938
38.408
25.786
69.842
35.801
27.192
41.045
12.740
18.435
20.474
15.934
12.750
15.651
4.824
5.899
11.617
6.179
3.471
4.599
1.167.767
218.889
103.613
103.348
96.390
71.887
69.917
45.961
44.266
41.001
38.482
36.107
30.031
22.045
16.542
15.897
12.968
12.840
12.521
12.529
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+28,3
-2,2
+93,7
+4,3 volte
-10,1
-18,1
+9,3
+19,1
+25,0
+2,4 volte
+2,5 volte
+23,9
+37,0
+60,2
+92,8
+2,6 volte
+6,5 volte
+16,1
+49,9
+2,2 volte
%
Sul
Totale
100
18,7
8,87
8,85
7,9
6,15
5,98
3,93
3,79
3,5
3,29
3,09
2,57
1,88
1,41
1,36
1,11
1,09
1,072
1,072
93
___________________________________________________________________________
Ucraina
Kazakstan
Grecia
Cile
Israele
Olanda
Germania
India
Georgia
Serbia
Bielorussia
3.073
3.453
3.606
639
6.104
269
378
472
1.796
308
141
5.871
4.696
4.591
13.831
4.450
2.452
1.261
1.354
344
158
441
8.944
8.149
8.197
14.470
10.554
2.721
1.639
1.826
2.140
466
582
8.789
2.360
5.508
357
6.513
888
4.574
2.497
3.004
2.114
2.265
3.784
9.100
5.763
9.939
1.937
7.514
3.177
3.604
662
1.563
668
12.573
11.460
11.271
-31,3
8.450
8.402
7.751
6.101
3.666
3.677
2.933
Indonesia
Brasile
Romania
Cipro
Lituania
Moldavia
657
1.280
-279
62
6.200
616
874
1.556
215
159
2.757
1.273
2.154
1.556
494
221
8.957
1.396
1.313
1.382
1.052
307
215
1.364
1.161
810
297
257
294
2.760
2.474
2.192
1.349
564
509
+40,5
+40,6
+37,5
-31,3
-19,9
+3,0 volte
+4,7 volte
+3,3 volte
+71,3
+7,8 volte
+5,0
volte
+2,1 volte
+48,8
+40,8
+2,7 volte
+2,5 volte
-94,3
1,0766
0,98
0,96
0,85
0,72
0,71
0,66
0,52
0,31
0,31
0,25
0,23
0,21
0,18
0,11
0,048
0,043
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di frutta, codice doganale 08, nel 2005 in milioni di dollari
94
___________________________________________________________________________
412,754
Equador
Turchia
211,37
Uzbekistan
205,876
156,138
Argentina
137,622
Cina
Marocco
110,995
Polonia
109,949
69,268
Azerbadjan
54,715
Italia
51,63
Belgio
51,297
Kazakhstan
Sud Africa
47,224
Cile
48,252
Egitto
45,054
Iran
44,453
Spagna
42,985
Grecia
30,632
Tadjikistan
30,456
Ucraina
25,945
Francia
24,325
Georgia
21,394
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
95
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di frutta , codice doganale 08, in % calcolata sul valore in
dollari nel 2005
Tadjkistan 1,42%
Ucraina 1,21%
Francia 1,1%
Georgia 1,0%
Grecia 1,43%
restanti paesi
12,2%
Spagna 2,0%
Iran 2,08%
Egitto 2,1%
Equador 19,3%
Sud Africa 2,2%
Cile 2,2%
Turchia 9,9%
Kazakhstan 2,40%
Belgio 2,42%
Uzbekistan 9,6%
Italia 2,5%
Argentina 7,3%
Azerbadjan 3,2%
Polonia 5,1%
Marocco 5,2%
Cina 6,4%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
96
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di frutta (codice 08) nel primo semestre 2006
I semestre 2006
Equador
219,889
Marocco
103,613
Turchia
103,348
Argentina
96,39
Polonia
71,887
Cina
69,917
Uzbekistan
45,961
Egitto
44,266
Iran
41,001
Spagna
38,482
Belgio
36,107
Italia
30,031
Sud Africa
22,045
Usa
16,542
Filippine
15,897
Kirgizia
12,968
Tadjikistan
12,84
Francia
12,521
Azerbadzjan
12,529
Francia
12,521
Ucraina
12,573
0
50
100
150
200
250
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
.
97
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di frutta (codice 08) in % calcolata sul valore in dollari nel
primo semestre 2006
Ucraina
1%
Francia
1%
Azerbadzjan
1%
Tadjikistan
1%
Kirgizia
1%
Filippine
2%
Usa
2%
Sud Africa
2%
Equador
22%
Italia
3%
Marocco
10%
Belgio
4%
Spagna
4%
Turchia
10%
Iran
4%
Argentina
9%
Polonia
7%
Cina
7%
Uzbekistan
5%
Egitto
4%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007
Presentiamo nelle tabelle seguente la struttura percentuale delle importazioni per grandi
categorie, secondo la nomenclatura doganale russa, nel 2003-2005 e nel primo semestre
2006.
Tra le importazioni che hanno tenuto di più in questi ultimi anni vi sono quelle di agrumi, le
cui forniture globali nel 2004 sono state pari a 344,552 milioni di dollari (+25,7% rispetto al
2003) e nel 2005 sono salite a 483,5 milioni di dollari (+40,3%) e quella di mele e pere,
salite da 341,6 milioni di dollari nel 2004 a 450,4 milioni di dollari nel 2005 (+31,8%),
costituendo il 21,1% delle importazioni totali di frutta . All’interno delle due categorie
continuano a prevalere aranci nell’una e mele nell’altra.
Gli agrumi, la cui incidenza sull’importazione totale di frutta (22,6%) ha superato quella
delle banane, sono ora la voce maggiore. Anche le forniture di albicocche, ciliegie, pesche
e prugne, codice 0809, hanno registrato rispetto al 2004 un aumento (+26,7%) e sono
arrivate nel 2005 a 150,4 milioni di dollari. Le importazioni di kiwi, dove l’Italia è il primo
98
___________________________________________________________________________
paese, hanno registrato un aumento del 28,6% e sono salite da 21,8 a 28,1 milioni di
dollari.
Russia: struttura delle importazioni di frutta nel 2003- 2005
In migliaia di dollari
2003
2004
Var.%
2003
Su
2002
+40,3
Quota
%
2005
Agrumi (codice 0805)
273.999
Di cui:
50,5%
Arance,
24,6%
Mandarini,
20,9% limoni,
3,78
Pompelmi
344.552
Di cui:
44,8% arance,
19,9% limoni,
30,1% mandarini
4,8% pompelmi
Mele, pere (codice 0808)
273.868
di cui
72,2%
Mele,
27,7%
pere
341.654
Di cui
69,4% mele,
30,5% pere
+24,7
450.451
Di cui:
65,4% mele
34,5%
+31,8
21,12
Albicocche,pesche,
ciliegie, prugne (codice 0809)
54.490
118.696
+117,8
150.493
+26,7
7,05
Di cui:
13,6%
albicoc.
45,8% pesche
19,6%
ciliegie,
20,8% prugne
Di cui:
13,4%
albicocche
38,4% pesche
25,5% ciliegie
22,5% prugne
Banane (codice 0803)
272.710
359.875
+31,9
451.054
+25,3
21,15
Meloni (codice 0807 19)
12.799
31.665
+147,4
55.467
+75,1
2,6
Uva fresca (codice 080610)
80.459
151.670
+88,5
210.585
+38,8
9,8
Kiwi (codice 081050)
13.623
21.869
+60,5
28.136
+28,6
1,31
981.948
1.369.981
+39,5
1.829.748
+33,5
85,8
251.752
184.949
-26,5
302.652
+63,6
14,2
Totale codice 08
1.233.700
1.554.930
+26,0
2.132.400
+37,1
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
100
Totale
voci
considerazione
prese
Restanti voci codice 08
in
Var.%
2003
Su
2002
+25,7
2005
483.562
Di cui:
40,3% arance
36,4% mandarini
18,4% limoni
4,6% pompelmi
22,6
Di cui:
17,3%
albicocche
40,9% pesche
28,5% ciliegie
13,1% prugne
99
___________________________________________________________________________
Russia: struttura delle importazioni di frutta nel 2005
kiwi 1,31%
altri tipi di frutta
14,3%
meloni 2,6%
agrumi 22,6%
albicocche,pesc
he, ciliegie e
prugne 7,05%
uva fresca 9,8%
banane 21,15%
mele,pere 21,12%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: importazioni di frutta nel primo semestre 2006 in milioni di dollari
Primo
Primo
Var.% Quota % su
semestre 2005 semestre 2006
import totale
Frutta
Import totale frutta (codice 979,125
1.167,767
+19,2 100
08) di cui:
Import
agrumi
(codice
doganale 0805) di cui:
Import
di
arance
(codice
080510)
Import di limoni (0805550)
Import mele e pere (codice
doganale 0808) di cui:
Import di mele (codice 080810)
Import di banane (codice
0803)
244,009
316,714
+29,7
27,1
110,650
139,267
+25,8
11,9
48,914
285,129
53,777
296,453
+9,9
+3,9
4,6
25,3
202,224
238,030
203,892
230,120
+0,8
-3,3
17,4
19,7
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di frutta sono state pari a 1,167 miliardi di
dollari, cioè il 19,2% in più rispetto al primo semestre 2005. Di questi il 27,1%, cioè 316,7
100
___________________________________________________________________________
milioni di dollari sono state importazioni di agrumi (+29,7% rispetto al corrispondente
periodo del 2005) e il 25,3% sono state quelle di mele e pere, cioè 294,6 milioni di dollari.
Russia: importazioni di frutta nel primo semestre 2006 in milioni di dollari
1200
1167,767
1000
800
600
316,714
400
296,453
200
0
Import frutta totale I
semestre
import agrumi
import mele e pere
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: struttura delle importazioni di frutta nel primo semestre 2006 in % calcolata sul
valore in dollari
restante frutta
27,9%
agrumi 27,1%
banane 19,7%
mele e pere 25,3%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Anche nel primo semestre 2006 il Marocco è il primo esportatore in Russia di agrumi con
93,6 milioni di dollari e il 29,5% del mercato. Lo seguono la Turchia con 75,7 milioni di
dollari e l’Egitto con 43,8 milioni di dollari.
101
___________________________________________________________________________
Argentina e Spagna con rispettivamente 25,1 e 24,8 milioni di dollari sono il quarto e il
quinto paese fornitore.
L’Italia pur avendo registrato un aumento del 47,4% è il dodicesimo paese con 914.000
euro e lo 0,28% del mercato.
Russia: importazioni di agrumi nel primo semestre 2006 in migliaia di dollari, codice 0805
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
semestre
TOTALE
Marocco
Turchia
Egitto
Argentina
Spagna
152.935
43.100
59.460
18.798
112
7.491
91.074
19.371
10.625
16.263
26.930
1.865
244.009
62.471
70.085
35.061
27.042
9.356
205.461
55.255
68.453
31.474
147
13.589
111.253
38.408
7.324
12.335
25.018
11.245
316.714
93.663
75.777
43.809
25.165
24.834
Pakistan
4.721
3.302
8.023
12.741
4.717
17.458
Cina
Sud Africa
Israele
Georgia
Cipro
11.035
n.d.
5.360
1.173
279
2.183
4.855
4.045
n.d.
215
13.218
4.855
9.405
1.173
494
13.058
n.d.
5.129
1.304
1.052
1.341
6.671
1.348
n.d.
287
14.399
6.671
6.477
1.304
1.339
Italia
393
227
620
890
24
914
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+29,7
+49,9
+10,6
+24,9
-6,9
+2,6
volte
+2,1
volte
+8,9
+37,4
-31,1
+11,1
+2,7
volte
+47,4
%
Sul
Totale
100
29,5
23,9
13,8
7,9
7,8
5,5
4,5
2,1
2,0
0,41
0,4
0,28
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: importazioni di agrumi in milioni di dollari nel 2001-2006
483,562
500
400
300
344,552
231,557
316,714
273,9
200
100
0
2002
2003
2004
2005
Primo
semestre 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
102
___________________________________________________________________________
Russia: struttura delle importazioni di agrumi nel 2004 -2005 in calcolata sul valore in
dollari (codice doganale 0805)
60
50
40
50,5
40,3
36,4
30
30,1
20
19,9 18,4
10
4,8
0
aranci
mandarini
limoni
4,6
pompelmi
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle dogane russo, gennaio 2007
Russia: struttura delle importazioni di agrumi nel primo semestre 2006 in % calcolata sul
valore in dollari (codice doganale 0805)
mandarini,
pompelmi 39,2%
arance 43,9%
limoni 16,9%
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Le importazioni di mele e pere, ridotte drasticamente dopo la crisi, sono talmente
aumentate da raggiungere nel 2005 (+31,8% rispetto al 2004) i 450,451 milioni di dollari e
nel primo semestre sono state pari a 296,453 milioni di dollari (+3,9%).
Russia: Struttura delle importazione di mele e pere in % sul valore in dollari (codice
doganale 0808) nel 2003-2006
2003
2004
2005
primo semestre 2006
80
60
72,2
69,4
65,4
68,7
40
27,7
20
30,5
34,5
31,3
0
mele
pere
103
___________________________________________________________________________
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Nel 2005 la Polonia continua ad essere la maggior esportatrice in Russia di mele con
79,1 milioni di dollari di forniture e il 26,8% del mercato. La Georgia, che nel 2001 era al
secondo posto è praticamente sparita come paese fornitore dal 2002. Al secondo posto è
invece salita la Cina, che con un aumento del 51,0% rispetto al 2004 con 52,7 milioni di
dollari ha il 17,8% del mercato. La Moldavia, al secondo posto nel 2004, è invece scesa
con 8,1 milioni di dollari all’undicesimo posto. Argentina, Azerbadjan, Ucraina e Cile con il
10,5, il 6,7%, il 5,08% e il 4,95% sono rispettivamente il terzo, quarto, quinto e sesto
paese fornitore. L’Italia ha più che raddoppiato le proprie esportazioni e con 14,5 milioni di
dollari e il 4,92% del mercato è al settimo posto.
Russia: importazioni di mele, codice doganale 080810, nel 2003-2005 in migliaia di dollari
Totale
Polonia
Cina
Argentina
Azerbadjan
Ucraina
Cile
Italia
Francia
Belgio
Kazakhstan
Moldavia
Usa
Olanda
Sud Africa
2003
2004
Var. %
2005
Var. %
197.800
41.112
26.520
18.891
11.632
8.665
5.893
8.882
13.334
7.293
6.611
34.423
901
3.342
3.746
237.319
65.928
34.901
16.815
14.171
5.866
13.676
6.184
10.219
5.430
9.309
37.942
1.162
3.060
3.214
+19,9
+60,3
+31,6
-10,9
+21,8
-32,3
+2,3 volte
-30,3
-23,3
-25,5
+40,8
+10,2
+28,9
-8,4
-14,2
294.978
79.138
52.709
31.135
19.893
14.993
14.606
14.520
14.018
11.538
10.748
8.167
4.584
2.106
923
+24,2
+20,0
+51,0
+85,1
+40,3
+2,5 volte
+6,8
+2,3 volte
+37,1
+2,1 volte
+15,4
-78,4
+3,9 volte
-31,1
-71,0
Quota %
2005
100
26,8
17,8
10,5
6,7
5,08
4,95
4,92
4,7
3,9
3,6
2,76
1,5
0,71
0,31
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di mele in % sul valore in dollari nel 2005
104
___________________________________________________________________________
Usa 1,5%
Olanda 0,71%
restanti paesi
6,1%
Moldavia 2,7%
Kazakhstan 3,6%
Belgio 3,9%
Polonia 26,8%
Francia 4,7%
Italia 4,92%
Cina 17,8%
Cile 4,95%
Ucraina 5,08%
Azerbadjan 6,7%
Argentina 10,5%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di mele in milioni di dollari nel 2005
105
___________________________________________________________________________
Polonia
79,138
Cina
52,709
Argentina
31,135
Azerbadjan
19,893
Ucraina
14,993
Cile
14,606
Italia
14,52
Francia
14,018
11,538
Belgio
Kazakhstan
10,748
Moldavia
8,167
4,584
Usa
Olanda
2,106
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di mele e pere (codice doganale 0808) sono
state pari a 296,4 milioni di dollari.
L’Argentina con 58,7 milioni di dollari è il primo paese, seguita da Polonia (56,8 milioni),
Cina (41,8 milioni) e Belgio (34,6 milioni).
L’Italia con 18,3 milioni di dollari e il 6,2% del mercato è divenuta il quinto paese fornitore.
106
___________________________________________________________________________
Russia: importazioni di mele e pere nel primo semestre 2006 in migliaia di dollari, codice
0808
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
semestre
TOTALE
Argentina
Polonia
Cina
Belgio
Italia
Olanda
Francia
Cile
Germania
Ucraina
Spagna
Usa
Serbia
132.579
15.970
43.462
22.004
17.930
6.494
249
5.314
307
16
2.116
944
3.283
15
152.550
55.452
32.685
17.761
10.892
4.963
2.103
2.394
13.831
951
1.979
166
1.507
n.d.
285.129
71.422
76.147
39.765
28.822
11.457
2.352
7.709
14.138
967
4.095
1.110
4.790
15
154.459
16.669
31.230
25.818
20.050
10.082
8.712
8.723
337
4.178
6.040
2.870
2.663
1.915
141.994
42.050
25.623
16.069
14.598
8.304
6.995
3.182
9.939
2.663
817
1.335
695
1.025
296.453
58.719
56.853
41.887
34.648
18.386
15.707
11.905
10.276
6.841
6.857
4.205
3.358
2.940
Grecia
Kazakhstan
Georgia
664
3.356
139
356
501
38
1.020
3.857
177
2.208
2.168
1.471
514
178
427
2.722
2.346
1.898
Portogallo
Kirghisia
Romania
Moldavia
1.601
832
n.d.
5.564
307
166
n.d.
2605
1.908
998
n.d.
8.169
1.674
1.296
1.093
8
76
352
211
n.d.
1.750
1.648
1.304
8
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+3,9
-17,7
-25,3
+5,3
+72,8
+60,4
+6,6 volte
+54,4
-27,3
+7,0 volte
+67,4
+3,7 volte
-29,8
+196
volte
+2,6 volte
-39,1
+10,7
volte
-8,2
+27,1
--99,9
%
Sul
Totale
100
19,8
19,1
14,1
11,6
6,2
5,29
4,0
3,4
2,3
2,3
1,41
1,13
0,99
0,91
0,79
0,64
0,59
0,55
0,43
0,002
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni in Russia di mele, codice doganale 080810,
sono state pari a 203,892 milioni di dollari, cioè lo 0,8% in più che nel primo semestre
2005.
La Polonia continua ad essere il primo paese con 56,6 milioni di dollari e il 27,8% del
mercato, seguita dalla Cina con 34,3 milioni di dollari e il 16,8% del mercato. Viene poi
l’Argentina con 19,8 milioni di dollari (-28,7% rispetto al primo semestre 2005) e il 9,7% del
mercato.
L’Italia è salita da 11,2 milioni di dollari nel primo semestre 2005 a 17,9 milioni di dollari
(+58,7%) e detiene l’8,79% del mercato. La segue da vicino con 17,6 milioni di dollari e
l’8,6% del mercato il Belgio. Sopra i dieci milioni di dollari è anche la Francia con il 5,7%
del mercato.
107
___________________________________________________________________________
Russia: importazioni di mele nel primo semestre 2006 in migliaia di dollari, codice 080810
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
semestre
TOTALE
Polonia
Cina
Argentina
Italia
Belgio
Francia
Cile
Germania
Ucraina
Olanda
Spagna
94.035
42.954
16.665
1.836
6.358
3.905
5.213
n.d.
16
2.116
102
130
108.189
32.657
15.511
25.971
4.930
3.531
2.360
12.517
951
1.979
630
97
202.224
75.611
32.176
27.807
11.288
7.436
11.184
12.517
967
4.095
732
227
108.659
31.071
20.933
1.713
9.639
13.569
8.599
n.d.
4.090
6.032
2.301
1.961
95.233
25.623
13.426
18.089
8.284
4.038
3.157
8.559
2.663
817
2.623
1.032
203.892
56.694
34.359
19.802
17.923
17.607
11.756
8.559
6.753
6.849
4.924
2.993
Serbia
Kazakstan
Stati Uniti
Georgia
15
3.351
2.325
139
-501
1.286
38
15
3.852
3.611
177
1.814
2.168
1.367
1.467
1.025
178
814
427
2.839
2.346
2.182
1.894
Kirgizia
Romania
Sud Africa
Moldavia
821
-n.d.
5.564
166
-535
2.608
987
-n.d.
8.172
1.266
1.093
n.d.
8
352
211
844
n.d.
1.618
1.304
844
8
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+0,8
-25,0
+64,1
-28,7
+58,7
+29,7
+5,1
-31,3
+6,9 volte
+67,2
+6,7 volte
+13,1
volte
+89,2
-39,0
-39,5
+10,7
volte
+63,9
-+57,7
-99,9
%
Sul
Totale
100
27,8
16,8
9,7
8,79
8,6
5,76
4,19
3,3
3,3
2,4
1,46
1,39
1,15
1,07
0,92
0,79
0,6
0,41
0,003
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di mele nel primo semestre 2006 in milioni di dollari
e in % sul valore
60
50
40
30
20
10
0
Stati
Uniti
Kazak
Spagn Oland Germa Ucrain
Serbia
shtan
a
a
nia
a
Cile
Franci
Argent
Poloni
Belgio Italia
Cina
a
ina
a
quota mercato 1,07% 1,15% 1,39% 1,46% 2,40% 3,30% 3,30% 4,19% 5,76% 8,60% 8,70% 9,70% 16,80% 27,80%
milioni dollari
2,182
2,346
2,839
2,993
4,924
6,753
6,849
8,559 11,756 17,607 17,923 19,802 34,359 56,694
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
108
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di kiwi, codice doganale 081050, in milioni di dollari nel
2005 (totale import 28,155 milioni di dollari)
Italia
12,015
Grecia
5,783
5,49
Cile
Iran
1,889
1,484
Nuova Zelanda
Cina
1,137
Francia
0,11
Spagna
0,109
0
2
4
6
8
10
12
14
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
L’Italia anche nel 2005 è il primo paese fornitore di Kiwi con 12 milioni di dollari e il
42,6% del mercato.
Russia: principali paesi fornitori di pesche, codice 080930, in milioni di dollari nel 2005
(totale import 45,5 milioni di dollari)
Grecia
18,297
Spagna
11,847
8,964
Italia
Cina
7,563
Turchia
6,875
4,766
Uzbekistan
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
L’Italia nel 2005 è scesa dal secondo al terzo posto tra i paesi fornitori di pesche con
8,964 milioni di dollari e il 19,7% del mercato ed è dopo Grecia (18,2 milioni di dollari) e
Spagna (11,8 milioni) e prima della Cina (7,5 milioni); nel 2004 era seconda dopo la
Grecia e prima della Cina con 6,3 milioni di dollari e il 13,8% del mercato.
109
___________________________________________________________________________
L’importazione di uva fresca (codice 080610) è andata rapidamente aumentando, nel
2003 era stata di 80,4 milioni di dollari, nel 2004 è salita a 151,6 milioni (+88,5%) per
arrivare nel 2005 a 210,8 milioni (+38,8%).
Russia: importazione di uva fresca (codice 080610) nel 2003-2005 in migliaia di dollari
2003
2004
Var. %
2005
Var. %
Quota %
2005
Totale
80.459
151.670
+88,5
210.585
+38,8
100
Uzbekistan
22.125
60.012
+2,7 volte
77.124
+28,5
36,6
Turchia
20.735
38.653
+86,4
52.476
+35,7
24,9
Cile
6.441
11.585
+79,8
22.060
+90,4
10,4
Italia
10.659
10.714
+0,5
15.959
+48,9
7,5
Argentina
1.844
3.459
+87,5
7.968
+2,3 volte
3,78
Cina
2.213
3.291
+48,7
7.209
+2,1 volte
3,4
Sud Africa
3.767
5.452
+44,7
5.779
+5,9
2,7
Iran
1.597
1.363
-14,6
3.639
+2,6 volte
1,72
Tadgikistan
866
3.168
+3,6 volte
3.511
+10,8
1,66
Romania
n.d.
81
-2.868
+35,4 volte
1,36
Kazakhstan
2.176
4.678
+2,1 volte
2.461
-47,3
1,1
Spagna
1.430
1.973
+37,9
1.614
-18,1
0,76
Turkmenia
490
1.045
+2,1 volte
1.121
+7,2
0,53
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Nel 2005 l’Uzbekistan con 77,1 milioni di dollari e il 36,6% del mercato è al primo posto,
seguito da Turchia e Cile con rispettivamente il 24,9% e il 10,4% del mercato. L’Italia è il
quarto fornitore con 15,9 milioni di dollari (+48,9% rispetto al 2004) e il 7,5% del mercato.
Russia: principali paesi fornitori di uva fresca (codice 080610) in milioni di dollari e quota %
di mercato nel 2005
milioni di dollari
Uzbekistan
36,60%
Turchia
24,90%
Cile
10,40%
Italia
7,50%
Argentina
3,70%
Cina
3,40%
Sud Africa
2,70%
Iran
1,70%
Tadgikistan
1,60%
0
quota % di mercato
77,124
52,476
22,06
15,959
7,968
7,209
5,779
3,639
3,511
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
110
___________________________________________________________________________
La terza grande voce di importazione, le banane, ha oramai superato la crisi e nel 2004 le
importazioni sono arrivate a 259,8 milioni di dollari, salendo così al primo posto tra i vari
tipi di frutta importati in Russia con il 23,1% del totale delle forniture di frutta. Nel 2005
esse sono state pari a 451,054 milioni di dollari ed hanno avuto una incidenza sul
totale delle importazioni di frutta pari al 21,15% e risultano essere la seconda voce
per valore dell’importazione, dopo gli agrumi (22,6%) e prima di mele e pere
(21,12%). Nel primo semestre 2006 le importazioni di banane sono state pari a 230,1
milioni di dollari (-3,3% rispetto al 2004), con una incidenza sul totale import di
frutta pari al 19,7 percento.
Il mercato del caffé
Le importazioni di caffé
Il mercato del caffé è in espansione, anche se i russi per tradizione sono bevitori di tè. (Per
un semplice confronto notiamo che nel 2005 le importazioni di tè sono state di 272,182
milioni di dollari).
Le importazioni di caffé (codice doganale 0901) sono notevolmente aumentate: nel 2003
sono state di 41,2 milioni di dollari, nel 2004 di 45,7 milioni di dollari (+10,8%), nel 2005
sono ancora salite a 70,9 milioni di dollari. Nei primi sei mesi del 2006 sono continuate a
crescere (+64,9% rispetto ai primi sei mesi del 2005) arrivando a 48,6 milioni di dollari.
L’Italia dal 2004 è il paese leader e nel 2005 con 12,5 milioni di dollari (+39,3%) ha il
17,6% del mercato. La segue il Vietnam, che dopo un calo nel 2004 sta riprendendo le
proprie posizioni e con 6,9 milioni di dollari (+2,4 volte) ha il 13,2% del mercato. Terzo
paese è il Brasile con 6,9 milioni di dollari (+70,7%) e il 9,7% del mercato, seguito da
Finlandia, Columbia e Indonesia rispettivamente con l’8,0%, il 4,9% e il 4,7% del mercato.
Russia: importazioni di caffé nel 2000-2006 in migliaia di dollari,
codice doganale 0901
70965
80000
70000
60000
41262
50000
40000
33210
45741
48621
34463
30887
30000
20000
10000
0
2000
2002
2004
Primo
semestre
2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
111
___________________________________________________________________________
Russia: importazione di caffé tostato o non tostato, con caffeina e senza, contenente caffé
in qualsiasi proporzione (codice doganale 0901)
Paese
2003
% sul
totale
2003
2004
Var.%
2004
Su 2003
%
sul
totale
Var.%
2005
Su 2003
%
sul
totale
2005
+55,1
100
+39,3
17,6
+2,4
13,2
volte
Brasile
3.052
7,3
4.061
+33,0
8,8
6.933
+70,7
9,7
Finlandia
2.106
5,1
3.684
+74.9
8,05
5.716
+55,1
8,0
Columbia
804
1,9
2.792
+247,2
6,1
3.548
+27,0
4,9
Indonesia
4.200
10,1
1.445
-65,5
3,1
3.337
+2,3
4,7
volte
India
3.888
9,4
4.692
+20,6
10,2
3.127
-33,3
4,4
Tanzania
99
0,2
1.003
+10,1
2,19
3.081
+3,0
4,3
volte
volte
Etiopia
362
0,87
1.225
+3,3 volte 2,6
2.532
+2,0
3,56
volte
Francia
1.493
3,6
1.480
-0,8
3,2
2.504
+69,1
3,52
Germania
1.167
2,82
1.524
+30,5
3,3
2.201
+44,4
3,1
Bolivia
477
1,1
1.009
+111,5
2,2
2.009
+99,1
2,8
Uganda
1.178
2,85
1.105
-6,1
2,4
1.477
+33,6
2,08
Ruanda
n.d.
-n.d
--1.457
-2,05
Nicaragua
272
0,6
992
+264,7
2,16
1.335
+34,5
1,88
Olanda
425
-6,1
812
+91,0
1,7
1.020
+25,6
1,43
Burundi
399
0,96
369
-7,5
0,80
953
+2,5
1,34
volte
Armenia
384
0,93
993
+158,5
2,1
883
-11,0
1,24
Costa d’avorio 2.336
5,6
641
-72,5
1,4
766
+19,5
1,07
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Totale
Italia
Vietnam
41.262
5.358
7.810
100
12,9
18,9
45.741
9.011
3.779
+10,8
+68,1
-51,6
2004
100
19,7
8,26
2005
70.965
12.559
9.416
Russia: principali paesi fornitori di caffé tostato o non tostato, con caffeina e senza,
contenente caffé in qualsiasi proporzione (codice doganale 0901) nel 2005
in % calcolata sul valore in dollari
112
___________________________________________________________________________
restanti paesi
16,09%
Ruanda 2,05%
Uganda 2,08%
Italia 17,6%
Bolivia 2,8%
Vietnam 13,2%
Germania 3,1%
Francia 3,52%
Brasile 9,7%
Etiopia 3,56%
Tanzania 4,3%
Columbia 4,9%
Finlandia 8,0%
India 4,4% Indonesia 4,7%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: Importazioni di caffé nel primo semestre 2006
in migliaia di dollari (codice doganale 0901)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Vietnam
13.442
782
16.030
1.461
29.472
2.243
21.838
5.391
26.738
7.896
48.621
13.287
Italia
Brasile
India
2.089
1.585
680
3.053
2.022
819
5.142
3.607
1.499
2.398
1.942
1.779
3.700
4.079
1.663
6.098
6.021
3.442
Columbia
Finlandia
Indonesia
Ruanda
789
1.375
444
3
921
1.146
647
--
1.710
3.358
1.091
3
1.677
901
704
1.196
1.265
1.466
946
208
2.942
2.367
1.650
1.404
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
+64,9
+5,9
Volte
+18,5
+66,9
+2,2
Volte
+72,0
-29,5
+51,2
+468
Volte
+6,0
-64,2
-71,4
-42,5
-48,4
-6,7
+5,4
Volte
%
Sul
Totale
100
27,3
12,5
12,4
7,0
6,05
4,8
3,3
2,88
Francia
531
791
1.322
697
705
1.402
2,8
Germania
378
427
3.048
416
674
1.090
2,24
Honduras
135
93
3.276
378
556
934
1,92
Etiopia
797
821
1.618
505
424
929
1,91
Tanzania
570
790
1.360
503
198
701
1,44
Nicaragua
361
259
620
348
230
578
1,18
Papua-105
105
542
27
569
1,17
nuova
Guinea
Olanda
248
132
380
240
275
515
+35,5
1,05
Svizzera
75
133
208
251
189
440
+2,1 volte 0,90
Uganda
542
295
837
223
132
355
-57,5
0,73
Svezia
115
142
257
201
184
385
+49,8
0,73
Austria
132
147
279
74
116
190
-31,8
0,39
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
113
___________________________________________________________________________
Nel primo semestre 2006 le importazioni sono salite del 64,1% raggiungendo i 48,6
milioni di dollari.
Il Vietnam aumentando di quasi sei volte le proprie esportazioni con 13,2 milioni di dollari e
il 27,3% del mercato balza al primo posto, mentre l’Italia, che ha invece avuto una crescita
rispetto al primo semestre 2005 solo del 18,5%, scende con 6,0 milioni di dollari e il
12,5% del mercato al secondo posto.
Viene subito dopo il Brasile con 6,02 milioni di dollari e il 12,4% del mercato. L’India, che
ha più che raddoppiato le proprie esportazioni diventa il quarto paese con 3, 4 milioni e il
7% del mercato.
Bisogna comunque notare che mentre l’Italia fornisce caffé da lei importato e poi tostato e
miscelato, il Vietnam è invece un produttore di caffé; infatti nel sottosettore del solo caffé
tostato, codice 090121, l’Italia anche nel primo semestre 2006 rimane al primo posto.
Russia: principali paesi fornitori di caffé tostato, con caffeina contenente caffé in qualsiasi
proporzione (codice doganale 090121) nel 2005 in milioni di dollari
(totale import 30,218 milioni di dollari)
12,415
Italia
5,716
Finlandia
2,504
Francia
2,201
Germania
1,826
Columbia
1,019
Olanda
0,883
Armenia
0,576
Svezia
Austria 0,536
0
2
4
6
8
10
12
14
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
L’Italia nel 2005 con 12,4 milioni di dollari di forniture è l’incontrastato leader per il caffé
tostato con il 41,0 % del mercato, la segue la Finlandia con il 5,7 milioni di dollari e il
18,9%. Francia, Germania e Columbia hanno rispettivamente 2,5 milioni, 2,20 milioni e 1,8
milioni di esportazioni.
Nel primo semestre 2006 le importazioni di caffé tostato con caffeina, codice doganale
090121, sono state pari a 15,3 milioni di dollari, solo il 2,9% in più che non nel
corrispondente periodo del 2005. L’Italia continua ad essere il paese leader con 5,9 milioni
di dollari (+16,5%) e il 38,6% del mercato. La seguono Finlandia e Columbia con
rispettivamente il 15,3% e il 10,2% del mercato.
Russia: principali fornitori di caffé tostato con caffeina nel primo semestre 2006 in milioni di
dollari. codice doganale 090121
114
___________________________________________________________________________
I semestre 2006
Italia
5,94
Finlandia
2,367
Columbia
1,571
Francia
1,396
Germania
1,075
Olanda
0,513
Svizzera
0,401
Svezia
0,385
Austria
0,19
0
1
2
3
4
5
6
7
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: Importazioni di caffé tostato con caffeina nel primo semestre 2006
in migliaia di dollari (codice doganale 090121)
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
Var.%
%
I
Sul
sem.2006 Totale
Su I
sem.2005
TOTALE
7.708
7.226
14.934
6.408
8.969
15.377
+2,9
100
Italia
2.074
3.023
5.097
2.373
3.657
5.940
+16,5
38,6
Finlandia
1.375
1.146
2.901
901
1.466
2.367
-18,4
15,3
Columbia
280
508
788
683
888
1.571
+99,3
10,2
Francia
530
791
1.321
691
705
1.396
+5,6
9,0
Germania
372
423
795
408
667
1.075
+35,2
6,9
Olanda
248
132
380
238
275
513
+35
3,3
Svizzera
70
120
190
220
181
401
+2,1
2,6
Volte
Svezia
115
142
257
201
184
385
+49,8
2,5
Austria
132
147
279
74
116
190
-31,8
1,2
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
La Russia esporta anche se in quantità ridotte il caffé e nel 2005 le sue esportazioni sono
salite da 4,286 milioni di dollari a 6,452 milioni di dollari (+50,5%).
Russia: esportazioni di caffé (codice doganale 0901) nel 2003-2005 in migliaia di dollari
115
___________________________________________________________________________
6452
7000
6000
4286
5000
4000
3000
2433
2000
1000
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Il mercato dell’olio d’oliva
Il consumo di olio di oliva sul mercato russo rimane ancora molto marginale e limitato alla
fascia medio-alta o alta di consumatori, dato il prezzo. In effetti, dopo il 1998, i consumi
russi di olio di oliva sono molto calati, per motivi di costo, in favore dell’olio di semi,
soprattutto di girasole.
Anche il ministero della salute russo raccomanda l’uso dell’olio di oliva e le qualità
“medicamentose” di questo prodotto trovano una conferma dal fatto che proprio in Russia
in molte farmacie venga venduto e lo si venda bene, ma una maggiore diffusione dell’olio
di oliva è come si è detto, frenata dai costi molto elevati rispetto all’olio di semi. Nel 2005
infatti la produzione di olio di semi ha raggiunto i 2,2 milioni di tonnellate (+16,4% rispetto
al 2004) e nel 2006 con un ulteriore aumento del 17,0%, è salita a 2,5 milioni di tonnellate,
mentre per ragioni climatiche l’olio di oliva è solo di importazione.
In ogni caso nella prospettiva dell’aumento dei redditi e della maggiore sofisticazione del
gusto alimentare, i consumi di olio d’oliva dovrebbero consolidare la tendenza alla
crescita, soprattutto qualora sorretti da una adeguata campagna promozionale.
Il mercato dell’olio d’oliva, è un settore in cui l’Italia dovrebbe primeggiare, ma come si
vede dalle più recenti statistiche, essa si è lasciata ampiamente superare dalla Spagna,
che pratica una politica di prezzi più bassi e un approccio molto più aggressivo al mercato
russo.
Come risultato, la Spagna nel 2003 è leader sul mercato russo, con vendite per 5,6
milioni di dollari occupando il 67,8% del mercato d’importazione, lasciando all’Italia (1,8
milioni di dollari) solo il 21,8% del mercato. Seguono poi la Grecia, con il 2,3% e infine
con il 2,0% la Turchia.
Nel 2004 le importazioni sono salite a 10,884 milioni di dollari, la Spagna con 7,7 milioni di
dollari detiene il 71,1% del mercato, mentre l’Italia con 2,1 milioni di dollari ne detiene solo
il 19,4 percento. Da notare che mentre l’Italia nel 2004 ha avuto un aumento rispetto al
2003 del 15,4%, la Spagna ha invece avuto un incremento del 35,9 percento.
Nel 2005 le importazioni sono salite a 18,192 milioni di dollari (+67,1% rispetto al
2004). La Spagna continua ad aumentare le proprie esportazioni (+57,8%) e con 1,2
milioni di dollari detiene il 67,2% del mercato.
116
___________________________________________________________________________
L’Italia pur avendo aumentate del 91,1% le proprie forniture rimane al secondo posto
con 4,05 milioni di dollari e il 22,5% del mercato. Seguono poi Grecia, Turchia e Tunisia
con rispettivamente il 5,0%, il 2,8% e l’1,7% del mercato.
Russia: principali paesi fornitori di olio d’oliva nel 2003-2005 in milioni di dollari
(codice doganale 1509)
2003
Spagna
5,699
Italia
1,837
Grecia
Turchia
0%
2005
7,748
12,233
2,121
4,054
0,402
0,196
0,91
0,193
0,174
10%
2004
20%
30%
0,518
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Paese
Russia: importazioni di olio d’oliva nel 2003-2005
(codice doganale 1509)
2003
%
sul 2004
%
2005
totale
Var.%
totale
2004
Var. %
2005
su
2004
% sul
Totale
Su 2003
Totale
8.400
100
10.884
+29,5
100
18.192
+67,1
100
Spagna
5.699
67,8
7.748
+35,9
71,1
12.233
+57,8
67,2
Italia
1.837
21,8
2.121
+15,4
19,4
4.054
+91,1
22,5
Grecia
196
2,3
402
+105,1
3,6
910
+2,2
5,0
Turchia
174
2,07
193
+10,9
1,77
518
+2,6
2,8
volte
Tunisia
70
0,8
192
+2,7
1,76
314
+63,5
1,7
volte
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
117
___________________________________________________________________________
I salumi
Mentre i sondaggi di opinione continuano a indicare che i russi preferiscono, per tradizione
e gusto, i salumi di produzione nazionale a quelli importati, l’industria nazionale, dopo un
periodo di crisi durato almeno quattro anni, dal 1997 al 1999, dal 2000 è ritornata alla
crescita, e nel 2003 si è arrivati a 1,617 milioni di tonnellate.
Nel 2004 la produzione è ancora continuata a crescere, + 13,2% e si è arrivati a 1,8
milioni di tonnellate, nel 2005 con un aumento del 6,8% è salita a 1,957 milioni di
tonnellate. Nel 2006 la produzione di salumi è ancora aumentata dell’8,9%, arrivando a
2,132 milioni di tonnellate.
Russia: produzione dei salumifici nel 2000-2006 in milioni di tonnellate
2,5
2
1,5
1,224
1,052
1,832 1,957
1,468 1,617
2,132
1
0,5
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte, elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat della Federazione russa, gennaio 2007
D’altra parte negli ultimi tempi sono apparsi in tutta la Russia nuovi piccoli salumifici
privati, che si sono affiancati ai "giganti" veri e propri dell'industria alimentare (come per
esempio il Cerkizovskij, lo Tsaritsinskij Kombinat o il Mikoms di Mosca) e utilizzano le
tecnologie più moderne, offrendo ai consumatori prodotti tradizionali di alta qualità a prezzi
competitivi.
Russia: andamento della produzione di salumi in % calcolata sulle tonnellate prodotte
nell’anno precedente, nel 2000-2006
25,00%
20,00%
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
16,30%
19,90%
15,80%
10,90%
13,20%
8,90%
6,80%
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte, elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
Dopo la crisi del 1998, le importazioni avevano subito un vero e proprio crollo, passando
da 102,5 milioni di dollari nel 1998 a 15 milioni nel 1999, solo dal 2000 è cominciata la
ripresa, tanto che nel 2001 si era arrivati a 41,8 milioni. Nel 2002 però c’è stata di nuovo
una riduzione delle importazioni (-21,5%) che sono scese a 32,8 milioni. Il calo è
continuato nel 2003 quando le importazioni di salumi si sono quasi dimezzate scendendo
dai 32,8 milioni di dollari nel 2002 ai 18,5 milioni di dollari. Nel 2004 si sono assestate su
118
___________________________________________________________________________
17,9 milioni di dollari (-3,7% rispetto al 2003), nel 2005 hanno avuto una flessione del
6,2% e sono scese a 16,7 milioni di dollari.
L’aumento della produzione nazionale può in effetti aver compresso la domanda di prodotti
stranieri.
Nel 2005 l’Ucraina risale al primo posto con 2,1 milioni di dollari e il 12,98% del mercato (25,,9% rispetto al 2004). La Polonia, che era il paese leader, con un calo dell’80,4%
scende all’undicesimo posto e con soli 607.000 dollari ha il 3,6% del mercato ( nel 2002
aveva ben 13,2 milioni di esportazione). Al secondo posto sale la Spagna con 2,1 milioni
di dollari e il 12,97% del mercato. Gli Stati Uniti, che hanno più che raddoppiato le proprie
esportazioni, con 1,8 milioni di dollari detengono l’11,0% del mercato. Francia, Belgio e
Danimarca hanno tutti forniture superiori al milione di dollari. L’Italia, pur con un
incremento del 51,0% scende dal tredicesimo al quattordicesimo posto (nel 2002 era al
quindicesimo, nel 2003 al quattordicesimo) con solo 497.000 dollari di esportazioni di
salumi e il 2,9% del mercato.
Russia: principali paesi fornitori di salumi (codice doganale 1601), in % calcolata sul valore
in dollari nel 2005 (totale importazioni 16,793 milioni)
Italia 2,9%
Germania 3,2%
restanti paesi
6,6%
Ucraina 12,98%
Ungheria 3,59%
Polonia 3,6%
Spagna 12,97%
Austria 3,76%
Usa 11,0%
Estonia 3,8%
Olanda 5,0%
Brasile 5,6%
Francia 9,0%
Belgio 8,3%
Danimarca 7,7%
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio 2007
Come si vede dalla tabella, le importazioni di salumi italiani in Russia (2,9% del mercato)
rimangono assai marginali. Una fetta significativa dei salumi italiani che si trovano sui
mercati alimentari moscoviti sembra passare attraverso intermediari e importatori di altri
paesi, ma questo non serve molto a giustificare la posizione secondaria dell’Italia.
Paese
2003
Totale
Ucraina
Spagna
Usa
18.594
3.773
1.466
684
Francia
1.967
Russia: importazioni di salumi nel 2003-2005
in migliaia di dollari (codice doganale 1601)
% sul
2004
Var. % % sul
2005
totale
2004
Totale
su
2003
100
17.906
-3,7
100
16.793
20,2
2.945
-21,9
16,4
2.180
7,8
1.540
+5,0
8,6
2.179
3,6
735
+7,4
4,1
1.862
10,5
2.317
+17,7
12,9
1.525
Var. % % sul
2005 su Totale
2004
-6,2
-25,9
+41,4
+2,5
volte
-34,1
100
12,98
12,97
11,0
9,0
119
___________________________________________________________________________
Belgio
Danimarca
1.057
1.258
5,6
6,7
1.334
1.526
+26,2
+21,3
7,4
8,5
1.394
1.309
+4,4
-14,2
8,3
7,7
Brasile
138
0,74
222
+60,8
--
944
5,6
Olanda
Estonia
863
n.d.
4,6
--
734
183
-14,9
--
4,0
1,02
852
649
Austria
Polonia
Ungheria
Germania
Italia
Finlandia
Slovacchia
Lituania
Lettonia
Moldavia
763
4.019
758
505
269
272
n.d.
n.d.
154
394
4,1
21,6
4,0
2,7
1,4
1,4
--0,8
2,1
503
3.103
881
646
329
348
n.d.
96
140
189
-34,0
-22,7
+16,2
+27,9
+22,3
+27,9
---9,0
-52,0
2,8
17,3
4,9
3,6
1,8
1,9
-0,5
0,7
1,0
633
607
603
538
497
262
201
166
139
94
+4,2
volte
+16,0
+3,5
volte
+25,8
-80,4
-31,5
-16,7
+51,0
-24,7
-+72,9
-0,7
-50,2
5,0
3,8
3,76
3,6
3,59
3,2
2,9
1,5
1,19
0,98
0,8
0,55
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, gennaio 2007
Prodotti della panetteria, pasticceria o della biscotteria
Le importazioni in Russia di prodotti di pasticceria, biscotteria, codice doganale 1905, ,
sono state pari nel 2005 a 124,9 milioni di dollari, cioè il 32,59% in più che nel 2004
quando erano state pari a 94,259 milioni di dollari (+ 44,1% rispetto al 2003, quando
erano state di 65,4 milioni).
Russia: importazioni di prodotti di pasticceria, biscotteria, codice doganale 1905, nel 20032005 in milioni di dollari
150
124,914
94,259
100
65,408
50
0
2003
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
120
___________________________________________________________________________
Russia: importazioni di prodotti della panetteria, pasticceria
dollari, codice doganale 1905, nel 2003-2005
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
totale
2004
totale
2003
su
2004
2003
Totale
65.408
100
94.259
+44,1
100
Ucraina
19.445
29,7
33.419
+71,8
35,4
Polonia
9.989
15,2
13.696
+37,1
14,5
Germania
7.539
11,5
10.616
+40,8
11,2
Italia
2.563
3,9
2.998
+16,9
3,17
e biscotteria, in migliaia di
Belgio
951
1,4
3.602
Francia
1.120
1,7
2.584
Danimarca
Gran
Bretagna
Olanda
Finlandia
Spagna
2.159
3.934
3,3
6,0
2.304
2.385
n.d.
Cina
Corea del
sud
Lituania
Ungheria
Austria
Turchia
Kazakhstan
Svezia
2005
3,8
4.954
2,7
4.627
+79,0
3,7
2.893
3.898
+3,7
volte
+2,3
volte
+33,9
-0,9
Var. %
2005
su
2004
+32,5
+7,3
+46,0
+40,3
+2,4
volte
+37,5
3,06
4,1
4.709
4.709
+62,7
+20,8
3,7
3,7
3,5
3,6
--
1.856
2.804
214
-19,4
+17,5
--
1,96
2,9
0,22
3.120
2.868
2.325
2,49
2,2
1,86
1.070
2.438
1,6
3,7
1.614
2.252
+50,8
-7,6
1,7
2,3
2.191
2.104
+68,1
+2,2
+10,8
volte
+35,7
-6,5
1.407
n.d.
1.370
648
2,1
-2,09
0,9
1.846
n.d.
1.417
1.365
1,9
-1,50
1,4
2.069
1.694
1.569
1.444
+12,0
-+10,7
+5,7
1,65
1,3
1,2
1,15
1.767
708
2,7
1,08
1.755
800
+31,2
-+3,4
+2,1
volte
-0,6
+12,9
1,86
0,84
1.436
1.146
-18,1
+43,2
1,1
0,91
124.914
35.883
20.004
14.899
7.369
% sul
Totale
100
28,7
16.0
11,9
5,8
3,9
1,7
1,68
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: andamento delle importazioni di prodotti di pasticceria, biscotteria, codice
doganale 1905, nel 2003-2005 in % calcolata sul valore in dollari
50,00%
44,10%
40,00%
32,50%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
2004
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
121
___________________________________________________________________________
Diamo qui in particolare la situazione dettagliata per i singoli sottosettori del codice
1905 nel 2005.
Russia: principali fornitori di pane croccante, detto “knackebrot” codice 190510, in migliaia
di dollari nel 2005 (import totale 1,327 milioni dollari)
1,126
Finlandia
0,151
0,003
Germania
Kazakhstan
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i paesi fornitori di questo tipo di pane croccante.
Russia: principali fornitori di biscotti ai fichi e altri tipi di biscotti farciti, codice 1905220, in
migliaia di dollari nel 2005 (import totale 1,335 milioni dollari)
1,058
Polonia
0,163
0,054
Ucraina
Svezia
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i paesi fornitori di questo tipo di biscotti.
Russia: principali paesi fornitori di biscotti secchi dolci nel 2005 in milioni di dollari (import
totale 45,824 milioni), codice doganale 190531
122
___________________________________________________________________________
19,24
Ucraina
8,013
Polonia
Gran Bretagna
3,701
Cina
1,858
Francia
1,854
Danimarca
1,731
Olanda
1,486
Kazakhstan
1,173
Germania
1,116
Italia
1,064
Turchia
1,027
Moldavia
0,772
Corea del sud
0,569
0
5
10
15
20
25
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia con 1,064 milioni di dollari e il 2,3% del mercato è il decimo paese fornitore, nel
2004 per questa voce aveva solo 671.000 dollari e l’1,6% del mercato, nel 2003 ne aveva
con 759.000 dollari il 2,2 percento.
Russia: principali paesi fornitori di wafers, cialde e cialdine nel 2005 in milioni di dollari
(import totale 24,177 milioni), codice doganale 190532
Ucraina
11,239
Polonia
4,895
Germania
2,852
Austria
1,569
Olanda
0,923
Italia
0,741
Gran Bretagna
0,593
0
2
4
6
8
10
12
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia con 741.000 dollari e il 3,0% del mercato è il sesto paese fornitore, nel 2004 per
questa voce aveva solo 327.000 dollari e l’1,8% del mercato, nel 2003 ne aveva con
123
___________________________________________________________________________
407.900 dollari il 3,9% (le importazioni totali nel 2004 erano state di 17,214 milioni e nel
2003 di 10,2 milioni di dollari).
Russia: principali fornitori di fette biscottate, codice 190540, in migliaia di dollari nel 2005
(import totale 7,351 milioni dollari)
3,401
1,414
Germania
Olanda
1,299
Finlandia
0,444
0,289
0,221
Polonia
Ucraina
Israele
2005
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia non figura tra i paesi fornitori di fette biscottate.
Russia: principali paesi fornitori di altri prodotti di panetteria, pasticceria o biscotteria nel
2005 in milioni di dollari (import totale 44,898 milioni), codice doganale 190590
7,377
Germania
5,593
Polonia
Belgio
4,543
Italia
4,417
3,926
Ucraina
2,978
Danimarca
Francia
2,792
Spagna
2,325
Lituania
2,046
1,694
Ungheria
Corea del sud
1,534
Irlanda
1,163
Olanda
0,681
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
L’Italia con 4,417 milioni di dollari e il 9,8%% del mercato è il quarto paese fornitore, nel
2004 per questa voce aveva solo 2 milioni di dollari e il 7,0%% del mercato, nel 2003 ne
124
___________________________________________________________________________
aveva con 1,396 milioni di dollari l’8,6% (le importazioni totali nel 2004 erano state di
28,551 milioni e nel 2003 di 16,1 milioni di dollari). Per questa voce quindi le esportazioni
italiane sono in forte aumento, tanto che dal 2003 al 2005 sono più che triplicate.
Le bevande
La birra
L'industria della birra e’ oggi uno dei settori di maggiore espansione, come dimostrano le
cifre di aumento della produzione nazionale fin dal 1997, malgrado una temporanea
battuta d’arresto nel 1998. E questo dopo una lunga crisi senza precedenti negli anni
delle prime riforme economiche di Egor Gaidar. Nel periodo 1992-1996 la produzione di
birra in Russia era infatti diminuita di quasi due volte, mentre nel 1995 e nella prima metà
del 1996 si erano prodotti soltanto 12 litri di birra pro capite all'anno. Il reale fabbisogno di
birra prodotta in Russia è invece attualmente stimato in almeno 40-50 litri pro capite
all'anno. Questo fattore è stato sfruttato dalle società importatrici, che nel giro di pochi anni
avevano aumentato molto le importazioni di birra in Russia, almeno fino alla crisi del 1998.
Produzione di birra in Russia
milioni di decalitri e variazione %
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
333.0 329.7 268.5 239.1 207.4 176.5 205.5 252.4
---
-1,0
-18,5
-10,9
-13,2
-14,9
+16,4 +22,8
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
324
432
549,4
627
693
757
842
892
10
mesi
2006
999
+28,6
+33,3
+27,1
+14,1
+10,6
+9,2
+11,5
+5,9
+9,8
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
Russia: produzione di birra in milioni di decalitri
999
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
842
627
693
892
757
549,4
432
333
324
252,4
176,5
1990 1995 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rostat della Federazione russa, gennaio 2007
Soltanto nel 1996 la situazione ha incominciato a migliorare e gli aumenti sono continuati
per tutti questi anni. Nel 2005 si è arrivati a 892 milioni di decalitri, cioè il 5,9% in più che
nel 2004 e cinque volte in più che nel 1995 e nel 2006 con un aumento del 9,8% si é
arrivati a 999 milioni di decalitri.
125
___________________________________________________________________________
Ricordiamo in merito che una serie di investimenti stranieri, tedeschi e scandinavi, negli
ultimi anni ha contribuito a superare parzialmente il problema dell’ invecchiamento dei
macchinari. Rimane comunque anche il problema della bassa qualità delle materie prime
russe, che ha costretto fino a poco tempo fa i maggiori produttori russi, in primo luogo di
Mosca e di San Pietroburgo, a importarle dall’estero.
Nel 1998, la crisi del rublo aveva provocato un primo forte calo delle importazioni di birra,
proseguito poi nel 1999, dove esso ha raggiunto le tre volte e mezza. Questo spiega
anche la forte ripresa dell’industria nazionale, tenendo conto che secondo i sondaggi
d'opinione, la maggior parte dei consumatori russi preferisce la birra chiara prodotta in
Russia, come l’”Ochakovo”, la “Klinskoe” o la “Baltika”, a tutte le marche importate.
Russia : importazioni di birra (codice doganale 2203)
(in migliaia di dollari)*
Paese
2003
% sul 2004
Var. % 2004 % sul 2005
Var. %
Totale
2005
su 2003
totale
2003
2004
su 2004
Totale
60.032 100
67.205 +11,9
100
86.000 +27,9
Ucraina
45.247 75,3
51.567 +13,9
76,7
57.719 +11,9
Repubblica ceca 1.570
2,6
1.964
+25,0
2,9
6.068
+3,0 volte
Germania
1.271
2,1
1.623
+27,6
2,4
4.596
+2,8 volte
Finlandia
4.047
6,7
3.368
-16,7
5,0
3.498
+3,8
Irlanda
2.161
3,5
2.132
-1,38
3,1
2.117
-0,7
Slovacchia
250
0,41
220
-12
0,32
1.536
+6,9 volte
Belgio
109
0,18
.448
+4,1 volta
0,666 1.391
+3,1 volte
Messico
n.d.
-n.d.
--1.325
Giappone
730
1,2
981
+34,3
1,45
1.161
+18,3
Olanda
1.233
2,05
449
-63,5
0,668 968
+2,1 volte
Polonia
1.370
2,2
969
-20,1
1,4
708
-26,9
Italia
n.d.
-n.d.
--n.d.
--
% sul
Totale
100
67,1
7,05
5,3
4,06
2,46
1,78
1,61
1,54
1,35
1,12
0,8
--
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Anche in questa come in tutte le altre tabelle, i dati della Bielorussia, per i particolari accordi doganali fra i
due paesi slavi non vengono segnate nei registri doganali (eccetto che nel 2001). Ma è lecito ipotizzare
che esse siano rimaste sugli stessi livelli del 2001, quando erano state pari a 11, 9 milioni di dollari.
Nel 2005 si è importato birra per 86 milioni di dollari, cioè il 27,9% in più che nel 2004.
L’Italia non e’ mai stata un grosso esportatore di birra in Russia, ed è scomparsa nel 1999,
per riapparire nel 2001 e nel 2002 con solo 14.000 dollari di importazione e lo 0,029 del
mercato e scomparire di nuovo nel 2003- 2006. L’Ucraina è in assoluto il primo paese
esportatore in Russia con 57,5 milioni di dollari e il 67,1% del mercato. Seguono a grande
distanza Repubblica ceca e Germania, che hanno fortemente aumentato le proprie
forniture (+3,0 volte +2,8 volte) e con 6,06 e 4,5 milioni di dollari detengono il 7,0% e il
5,3% del mercato. Finlandia e l’Irlanda scendono quindi al quarto e quinto posto tra i
paesi fornitori con rispettivamente 3,4 e 2,1 milioni di dollari.
Nel primo semestre 2006 le importazioni di birra sono ancora aumentate del 67,4%,
salendo da 33,3 milioni a 55,8 milioni di dollari. L’Ucraina con 33,2 milioni di dollari
continua ad essere il paese leader, seguita come nel 2005 da Repubblica ceca e
Germania, entrambe in forte espansione, con rispettivamente 7,7 e 5,2 milioni di dollari.
126
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di birra nel 2005 e nel primo semestre 2006
2005
70
60
50
40
30
20
10
0
primo semestre 2006
57,719
33,219
4,596
Ucraina
7,773
Rep. ceca
3,498
5,23
Germania
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Il vino
Nel 1996-1997 il consumo di bevande alcoliche (birra esclusa) è stato stimato a 2.097
milioni di litri di vodka (oltre 14 litri di vodka pro capite all'anno), 540 milioni di litri di vino
(3.6 litri pro capite all'anno), 198 milioni di litri di spumante (1.33 litri pro capite all'anno) e
31.5 milioni di litri di brandy e cognac (0.2 litri pro capite all'anno). Secondo alcune stime,
che aggiungono alle statistiche statali quantità non indifferenti di superalcolici distillati in
casa, il consumo di vodka può raggiungere 20 litri all'anno per persona. Il giro d'affari sul
mercato degli alcolici in Russia era stimato in 10-12 miliardi di dollari all'anno fino al 1997,
con una spesa pro-capite media sui 56 dollari, contro 68-70 in Europa. Nel 1998-99, tale
cifra era scesa alla metà per la svalutazione del rublo, ma ormai il mercato si è ripreso del
tutto.
In realtà, l'81% degli uomini russi e il 51% delle donne consumano regolarmente
superalcolici. Soltanto il 34% dei ragazzi (tra 16 e 24 anni) non ne beve. Vodka, cognac e
altri superalcolici sono preferiti dalle persone fra 46 e 55 anni d'età. La birra è molto
popolare, in particolare tra i giovani, mentre il vino è scelto da due gruppi sociali: il ceto più
agiato e gli intellettuali.
127
___________________________________________________________________________
Produzione di vino in Russia nel 1998-2006 in milioni di decalitri
Vini naturali
Champagne e vini frizzanti
vini fruttati
50
47
45
40
33,3
30
24,1
20
10
5
31,8
27,4
25
15
39,1
36,5
35
18,3
12,6
9,2
6,8
7,3
4,1
3,8
2,8
0
1998
1999
2000
7,7
8,1
2001
8,8
3,2
2,6
3,5
15,4
14,1
12,1
2002
2003
3,01
4,2
2004
2005
3,04
2006
Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
Le aziende vinicole hanno sofferto della crisi economica degli anni novanta più di qualsiasi
altro settore dell’industria agro-alimentare del Paese. Dal 1990 al 1997 la produzione e’
scesa da 757 milioni di litri (ma era la produzione sovietica, che includeva Georgia e
Moldavia) a 210 milioni di litri nel 1994, per poi ridursi ancora a 119 milioni. Per
interpretare correttamente le statistiche bisogna sottolineare che in Russia non si fa
distinzione tra i vini naturali (che costituiscono il 90% dei consumi) e i vini "forti", la cui
fermentazione viene arrestata con l'aggiunta di alcool.
Produzione di vini in Russia nel 2000-2006
in milioni di decalitri
Tipo di vino
2000
2001
2002
27,4
2001
in %
al
2000
+13,6
Vini naturali
24,1
Vini fruttati
26
67,3
2003
2003
in %
2002
2004
2004
in %
2003
2005
2005
in %
2004
2006
2006
In %
2005
33,3
2002
in %
al
2001
+21,5
36,5
+9,6
39,1
+7,2
31,8
-18,6
47,0
+48,1
35,6
76
+36,9
+12,9
25,9
81
-25
+5
31,8
88
+22,7
+8,6
4,2
12,1
+32,6
+37,9
3,014
14,1
-29
+16,4
3,044
15,4
+1,0
+8,9
Champagne
e
vini
frizzanti
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007
La produzione di vino nel 2005 è stata di 31,8 milioni di decalitri (-18,6% rispetto al
2004), quella di champagne di 14,1 milioni di decalitri (+16,4%) e quella di vini fruttati di
14,1 milioni di decalitri (-29%). Nel 2006 la produzione di vini naturali ha avuto un
aumento del 48,1% raggiungendo i 47 milioni di decalitri, mentre quella di vini fruttati uno
dell’1,0%, stabilizzandosi sui 3,0 milioni di decalitri. La produzione di champagne e vini
frizzanti è aumentata dell’8,9%, salendo a 15,4 milioni di decalitri.
128
___________________________________________________________________________
Le importazioni
Nel 1997 le importazioni di vino erano aumentate del 30,9% ad un record di 519 milioni di
dollari (dati ufficiali, che ricordiamo, possono essere sottostimati). Nei primi nove mesi del
1998 le vendite erano rimaste quasi stabili, ma la crisi si e’ fatta poi sentire, con un calo
del 25%, a circa 390 milioni, seguito dal crollo nel 1999 di quasi il 60 percento. Ma dal
2000 le importazioni si sono riprese e nel 2005 esse hanno superato il mezzo miliardo
di dollari (+17,6% rispetto al 2004).
Anche nel 2005 rimane forte il predominio dei vini moldavi (38,7% e 202,829 milioni di
dollari), che hanno resistito meglio degli altri ai contraccolpi della crisi, anche per il loro
basso prezzo, seguiti a distanza dai vini francesi (12,15% del mercato con 63,6 milioni di
dollari), in possesso di una forte immagine di qualità, nonché da quelli georgiani, da
sempre popolari fornitori di vino della Russia (8,8%).
L’Italia con 19,0 milioni di dollari (-23,5% rispetto al 2004) e il 3,6% del mercato è al sesto
posto, preceduta da Bulgaria e Spagna, rispettivamente con l’8,8% e il 7,7% del mercato.
Russia: importazioni di vino (codice doganale 2204) (in migliaia di dollari) nel 2003-2005
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
Totale
2004
totale
2005
Totale
su
2004
su
2003
2004
Totale
381.442
100
445.100
+16,6
100
523.535
+17,6
100
Moldavia
173.671
45,5
199.620
+14,9
44,8
202.829
+1,6
38,7
Francia
55.869
14,6
60.656
+8,5
13,6
63.654
+4,9
12,15
Georgia
33.892
8,8
38.811
+14,5
8,7
63.488
+63,5
12,12
Bulgaria
19.688
5,1
27.919
+41,8
6,2
46.513
+66,5
8,8
Spagna
Italia
Argentina
Ucraina
Cile
Germania
Uzbekistan
16.270
19.988
15.967
14.352
7.748
8.143
3.284
4,2
5,2
4,1
3,7
2,0
2,1
0,86
25.307
24.859
12.149
16.984
11.275
9.903
766
+55,5
+24,3
-23,9
+18,3
+45,5
+21,6
-76,6
5,6
5,5
2,7
3,8
2,5
2,2
0,17
40.588
19.005
17.762
15.880
15.862
13.280
5.646
7,7
3,6
3,37
3,03
3,02
2,5
1,07
4.193
2.656
+61,0
-23,5
+46,2
-6,5
+40,6
+34,1
+7,3
volte
+18,5
+34,1
Ungheria
Sud Africa
3.016
868
0,7
0,22
3.538
1.980
0,79
0,44
Usa
Cipro
Australia
Portogallo
1.699
1.300
1.057
972
0,4
0,3
0,27
0,25
2.366
2.120
1.732
1.006
+17,3
+2,2
volte
+39,2
+63,0
+63,8
+3,4
0,53
0,47
0,38
0,22
2.617
2.400
2.099
1.424
+10,6
+13,2
+21,1
+41,5
0,49
0,45
0,40
0,27
0,80
0,50
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di vino (codice doganale 2204) nel 2005 in milioni di dollari
e in % calcolata sul valore in dollari
129
___________________________________________________________________________
milioni di dollari
Moldavia
38,70%
Francia
12,15%
Georgia
12,12%
Bulgaria
8,80%
Spagna
7,70%
Italia
3,60%
Argentina
3,37%
Ucraina
3,03%
Cile
3,02%
Germania
2,50%
quota mercato in %
202,829
63,654
63,488
46,513
40,588
19,005
17,762
15,88
15,862
13,28
0
50
100
150
200
250
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: importazioni di vino nel primo semestre 2006 (codice doganale 2204) in migliaia di
dollari
Paese
2005
I
trimestre
2005
II
trimestre
2005
I
semestre
2006
I
trimestre
2006
II
Trimestre
2006
I
Semestre
TOTALE
Francia
Spagna
Georgia
Bulgaria
Italia
Argentina
Germania
Ucraina
Cile
Uzbekistan
Ungheria
Sud Africa
Usa
Australia
Moldavia
103.992
11.270
6.836
9.942
7.288
4.437
1.395
2.728
3.039
2.725
1.961
984
448
363
248
49.316
143.886
17.658
10.993
16.742
12.104
5.252
3.427
3.316
5.540
3.805
1.290
1.008
525
545
429
59.135
247.878
28.928
17.829
26.684
19.392
9.689
5.499
6.044
8.579
6.530
3.251
1.992
973
908
677
108.451
131.288
20.707
8.554
16.726
10.822
6.716
3.056
3.870
3.570
4.135
1.089
789
895
481
727
47.335
40.245
8.243
9.376
25
4.100
3.804
4.375
3.032
2.105
728
2.700
409
292
338
77
n.d.
171.473
28.950
17.930
16.751
14.922
10.520
7.431
6.902
5.675
4.863
3.789
1.198
1.187
819
804
47.335
Var.%
I
sem.2006
Su I
sem.2005
-30,8
+0,7
+0,5
-37,2
-23,0
+8,5
+35,1
+14,1
-33,8
-25,5
+16,5
-39,8
+21,9
-9,8
+18,7
-56,3
%
Sul
Totale
100
16,8
10,4
9,76
8,7
6,1
4,3
4,0
3,3
2,8
2,2
0,69
0,69
0,47
0,46
0,2
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Nel primo semestre 2006 le importazioni di vino sono calate del 30,8%, scendendo a
247,8 milioni a 171,4 milioni di dollari. La Moldavia tradizionalmente il primo fornitore
russo avendo praticamente dimezzato le proprie esportazioni, con 47,3 milioni di dollari e
solo lo 0,2% del mercato scende al quindicesimo posto.
130
___________________________________________________________________________
La Francia, le cui esportazioni sono rimaste stabili sui 28 milioni di dollari sale al primo
posto con il 16,8% del mercato, seguita da Spagna (17,9 milioni), Georgia (16,7 milioni) e
Bulgaria (14,9 milioni).
L’Italia dopo il calo del 2005 sta lentamente riprendendosi e con 10,5 milioni di dollari
(+8,5% rispetto al primo semestre 2005) ha il 6,1% del mercato.
Russia: principali paesi fornitori di vino (codice doganale 2204) nel 2005 in milioni di dollari
e in % calcolata sul valore in dollari
milioni di dollari
Francia
16,80%
Spagna
10,40%
Georgia
9,70%
Bulgaria
8,70%
Italia
6,10%
Argentina
4,30%
Germania
4,00%
Ucraina
3,30%
Cile
2,80%
Uzbekistan
2,20%
0
quota mercato in %
28,95
17,93
16,751
14,922
10,52
7,431
6,902
5,675
4,863
3,789
5
10
15
20
25
30
35
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Vini spumanti
All’interno del gruppo indicato col codice doganale 22 0410, l’Italia nel 2005 è il primo
paese con 17,2 milioni di dollari (+38,5% rispetto al 2004) e il 32,1% del mercato, viene
poi la Francia con 14,4 milioni di dollari. Seguono, ma più da lontano Moldavia e Ucraina
con rispettivamente 9,6 e 6,2 milioni di dollari di esportazioni. L’importazione di questi vini
(codice doganale 22.04 10), calata, bruscamente dopo la crisi sta ben riprendendosi: nel
2004 è stata pari a 43,8 milioni di dollari e nel 2005 ha raggiunto i 53,5 milioni di dollari.
Russia: principali paesi fornitori di vino spumante , codice 220410, in milioni di dollari e in
% calcolata sul valore in dollari nel 2005 (valore totale 53,557 milioni)
131
___________________________________________________________________________
Italia
Francia
Moldavia
Ucraina
Georgia
Lettonia
Spagna
0
2
4
6
8
10
12
Spagna Lettonia Georgia Ucraina
quota di mercato
1,80%
3,25%
3,29%
milioni di dollari
0,965
1,742
1,767
14
16
18
Moldavi
Francia
a
Italia
11,60% 18,00% 27,00% 32,10%
6,262
9,673
14,465
17,209
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Anche l’importazione del vino con fermentazione interrotta da alcool, in contenitori di non
più di due litri (codice doganale 22 04 21) ha avuto un buon aumento: nel 2003 ha
toccato i 265,8 milioni di dollari per salire a 320,4 milioni di dollari nel 2004 e raggiungere
nel 2005 i 416,6 milioni di dollari nel 2005 (+30,0%). La Moldavia con 159,1 milioni di
dollari è il paese leader, seguita ma a distanza dalla Georgia con 62,1 milioni di dollari e
dalla Francia con 51,3 milioni di dollari. L’Italia con 17,4 milioni di dollari (+50% rispetto al
2004) è al sesto posto, dopo anche Bulgaria, Spagna e prima di Cile e Ucraina.
Russia: principali paesi importatori nel 2005 di vino con fermentazione interrotta da alcool
in contenitori non maggiori di 2 litri in % calcolata sul valore in migliaia di dollari
(codice doganale 22 04 21) (import totale 416,658 milioni di dollari)
132
___________________________________________________________________________
milioni di dollari
_% di mercato
159,132
Moldavia
Georgia
14,90%
62,195
51,332
Francia
37,656
Bulgaria
Spagna
4,80%
4,10%
17,412
Cile
12,30%
9,00%
20,202
Italia
3,74%
15,621
Ucraina
15,44
3,70%
Germania
11,794
2,80%
Argentina
9,214
Ungheria
2,20%
3,648
0
38,10%
0,87%
20
40
60
80
100
120
140
160
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Sidro
Le importazioni di sidro (codice doganale 2206) sono andate aumentando, salendo da 3,8
milioni di dollari nel 2003 a 4,6 nel 2004 (+22,3%), arrivando nel 2005 a 5,6 milioni di
dollari (+20,9%). Cina e Giappone dominano il mercato, rispettivamente con 2,5 milioni,
1,03 milioni di dollari e il 44,8%, 18,2% del mercato. Seguono, ma a distanza Usa,
Moldavia e Germania con il 7,9%, 6,0%, 5,9% del mercato. L’Italia, che nel 2003 aveva
352.000 dollari di esportazioni con il 9,1% del mercato, nel 2004-2005 non figura più tra i
paesi fornitori.
Russia: importazione di sidro nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 2206)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
3.838
100
4.696
+22,3
100
5.678
+20,9
100
Cina
1.287
33,5
1.732
+34,5
36,8
2.549
+47,1
44,8
Giappone
444
11,5
1.045
+2,3
22,2
1.037
-0,7
18,2
volte
Usa
560
14,5
650
+16,0
13,8
453
-30,3
7,9
Moldavia
n.d.
n.d.
--341
-6,0
Germania
n.d.
-509
-10,8
340
-33,2
5,9
Italia
352
9,1
n.d.
--n.d.
--Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali fornitori di sidro, codice 2206, in milioni di dollari nel 2005 (import totale
5,678 milioni dollari)
133
___________________________________________________________________________
milioni dollari
3
2,549
2,5
2
1,5
1,037
1
0,5
0,453
0,341
0,34
Usa
Moldavia
Germania
0
Cina
Giappone
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Il mercato dei liquori
Il mercato dei liquori e delle bevande a forte gradazione alcolica (codice doganale 2208)
è uno dei mercati maggiormente dinamici, in costante aumento negli ultimi anni. Le
importazioni sono salite nel 2005 con un aumento del 37,5% da 481,9 milioni di dollari a
662,8 milioni di dollari . L’Ucraina con 225,7 milioni e il 34,0% è il paese leader, seguita da
Francia e Gran Bretagna con rispettivamente il 19,1% e il 13,8%. L’Italia è l’undicesimo
paese con 6,5 milioni e lo 0,99% del mercato, rispetto al 2004 ha avuto un incremento del
68,3%).
Russia: importazioni di alcol etilico con titolo alcolometrico <80% vol, non denaturato,
acquaviti, liquori ed altre bevande contenente alcoli di distillazione nel 2003-2005 in migliaia
di dollari (codice doganale 2208)
Paese
2003
2004
Var. %
% sul 2005
Var. % % sul
2004
totale
2005
Totale
Su
2004
su
2003
2004
Totale
346.192
100
481.924
+39,2
100
662.899
+37,5
100
Ucraina
42.313
12,2
154.608
+3,6
32,0
225.702
+45,9
34,0
volte
Francia
93.332
26,9
115.836
+24,1
24,0
127.031
+9,6
19,1
Gran
54.595
15,7
66.188
+21,2
13,7
91.748
+38,2
13,8
Bretagna
Armenia
51.753
14,9
49.773
-3,8
10,3
66.788
+34,1
10,0
Moldavia
30.476
8,8
34.135
+12,0
7,08
33.845
-0,8
5,1
Irlanda
15.023
4,3
20.308
+35,1
4,2
25.021
+23,2
3,7
Georgia
9.563
2.7
14.004
+46,4
2,9
20.789
+48,4
3,1
Messico
9.975
2,8
11.340
+13,6
2,3
15.202
+34,0
2,2
Stati Uniti
3.967
1,1
5.472
+37,9
1,1
7.442
+36,0
1,1
Azerbadjan
5.380
1,5
4.639
-13,7
0,96
6.902
+48,7
1,04
Italia
4.292
1,2
3.919
-8,6
0,81
6.596
+68,3
0,99
Germania
3.020
0,8
3.720
+23,1
0,77
5.885
+58,1
0,88
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
134
___________________________________________________________________________
Russia: principali paesi fornitori di liquori, codice 2208, nel 2005 in milioni di dollari
Ucraina
225,702
Francia
127,031
91,748
Gran Bretagna
Armenia
66,788
Moldavia
33,845
25,201
Irlanda
Georgia
20,789
Messico
15,202
Stati Uniti
7,442
Azerbadjan
8,902
Italia
6,596
Germania
5,885
0
50
100
150
200
250
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Struttura dell’importazione di liquori (codice 2208) nel 2005 in % calcolata sul valore in
dollari
liquori, cod.
220870, 5,3%
rum e tafia, cod.
220840, 1,0%
gin, cod.220850,
0,89%
whisky,
cod.220830, 14,7%
cod.220990,alcol
etilico,
tit.volumico<80% ,
19,4%
acquavite,cod.220
820. 38,8%
vodka,
cod.220860, 19,7%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Diamo qui in dettaglio la situazione per i sottocodici di maggiore interesse italiano.
Acquaviti di vini o di vinacce
Le importazioni di acquaviti di vino o di vinacce sono in continuo aumento: dai 191 milioni
del 2003 si è saliti a 220,7 milioni nel 2004 (+15,5%) , per arrivare nel 2005 a 257,4
milioni di dollari (+16,6%).
La Francia continua ad essere il paese leader con 66,4 milioni (+33,8% rispetto la 2004) e
il 25,7% del mercato. Armenia, Moldavia, Georgia sono rispettivamente il secondo, terzo,
quarto paese con forniture che vanno dai 66 ai 20 milioni di dollari. Altri due paesi della
135
___________________________________________________________________________
Csi Azerbadjan e Ucraina sono al quinto e al sesto posto, rispettivamente con 6,9 e 2,4
milioni di dollari.
L’Italia con soli 462.000 dollari, malgrado un aumento del 56,0% rispetto al 2004, ha lo
0,17% del mercato ed è il decimo paese fornitore.
Russia: importazione di grappe e liquori distillati da vino o succo di uva nel 2003-2005 in
migliaia di dollari (codice doganale 220820)
Paese
2003
% sul
2004
Var. % % sul
2005
Var. % % sul
totale
2004
totale
2005
Totale
2003
su
2004
su
2003
2004
Totale
191.071 100
220.713 +15,5
100
257.447 +16,6
100
Francia
89.749
46,9
111.075 +23,7
50,3
121.439 +9,3
47,1
Armenia
51.407
26,9
49.619
-3,4
22,4
66.417
+33,8
25,7
Moldavia
30.389
15,9
33.999
+11,8
15,4
33.428
-1,6
12,9
Georgia
9.563
5,0
14.004
+46,4
6,3
20.782
+48,4
8,0
Azerbadjan
5.380
2,8
4.639
-13,7
2,1
6.902
+48,7
2,6
Ucraina
921
0,48
1.781
+93,3
0,80
2.463
+38,2
1,13
Spagna
888
0,46
2.747
+3,0
1,24
2.117
-22,9
0,8
volte
Grecia
1.020
0,5
1.501
+47,1
0,68
1.558
+3,7
0,7
Germania
148
0,07
306
+2,0
0,13
752
+2,4
0,29
volte
volte
Italia
304
0,15
296
-2,6
0,13
462
+56,0
0,17
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
Russia: principali paesi fornitori di acquaviti di vini o di vinacce, codice 220820, nel 2005 in
% calcolata sul valore in dollari (import totale 257,4 milioni di dollari)
Spagna 0,8%
Ucraina 1,1%
Grecia 0,7%
Germania
0,29%
Azerbadjan
2,6%
Italia 0,17%
restanti paesi
1,3%
Francia 47,1%
Georgia 8,0%
Moldavia
12,9%
Armenia 25,7%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
136
___________________________________________________________________________
Nel 2005 l’importazione di liquori (codice doganale 220870) è salita da 28,8 milioni a
35,3 milioni di dollari, con un incremento rispetto al 2004 del 22,6 percento. La domanda di
liquori in aumento testimonia una ricerca di liquori di maggior qualità. Occorre però tenere
presente che nelle statistiche ufficiali russe wisky e vodka così come ruhm e tafia e gin
non sono compresi in questa categoria.
Sul mercato russo l’Irlanda ha la posizione principale, soprattutto grazie alla forniture del
“Baileys Irish Cream”.
Paese
Totale
Irlanda
Italia
Francia
Olanda
Gran
Bretagna
Usa
Germania
Russia: importazioni di liquori nel 2003-2005 in migliaia di dollari
(codice doganale 220870)
2003
2004
% sul Var. % 2005
Var. %
totale
2004
2005
2004
Su
su
2003
2004
25.225
100
28.814
+14,2
100
35.335
+22,6
12.785
50,6
16.798
+31,3
58,2
18.883
+12,4
3.777
14,9
2.522
-33,2
8,7
4.015
+59,1
2.467
9,7
3.175
+28,6
11,0
3.272
+3,0
1.211
4,8
1.363
+12,5
4,7
1.930
+41,5
1.603
6,3
1.175
-26,6
4,0
1.668
+41,9
630
680
2,49
2,6
808
819
+28,2
+20,4
2,8
2,8
1.322
1.046
+63,6
+27,7
% sul
Totale
100
53,4
11,3
9,2
5,4
4,7
3,7
2,9
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
L’Irlanda continua quindi ad essere il paese leader e nel 2005 con 18,8 milioni di dollari
detiene il 53,4% del mercato. L’Italia, al secondo posto nel 2002-2003, ma scesa al terzo
nel 2004, nel 2005 con 4,0 milioni, un aumento del 59,1% rispetto al 2004, ritorna ad
essere il secondo paese ed ha l’11,3% del mercato. La Francia scende di nuovo al terzo
posto con 3,2 milioni (+3,0% rispetto al 2004) ed ha il 9,2% del mercato.
Seguono poi Olanda, Gran Bretagna, Usa e Germania, tutti con forniture tra i due e un
milione di dollari.
Russia: principali fornitori di liquori, codice doganale 220870, in % calcolata sul valore in
dollari
Germania 2,9%
restanti paesi
9,4%
Usa 3,7%
Gran Bretagna
4,7%
Irlanda 53,4%
Olanda 5,4%
Francia 9,2%
Italia 11,3%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Le altre bevande alcoliche (codice doganale 220890) nel 2005 hanno raggiunto i 128,6
milioni di dollari, con un aumento rispetto al 2004 del 29,0%, ma nel 2004 rispetto al 2003
137
___________________________________________________________________________
erano più che raddoppiate. L’Ucraina con 104,2 milioni di dollari e l’81,0% del mercato
domina questo settore. Viene poi il Messico (Tequila) con 15,087 milioni di dollari e
l’11,7% del mercato. L’Italia che nel 2004 rispetto al 2003 ha aumentato di 7,2 volte le
proprie forniture arrivando a 924.000 dollari, nel 2005 le ha più che raddoppiate, salendo a
1,987 milioni di dollari e divenendo così il terzo paese. Vengono poi Finlandia e Germania
con rispettivamente 1,8 milioni e 1,3 milioni di dollari.
Russia: principali paesi fornitori di altre bevande alcoliche, codice doganale 220890, in %
calcolata sul valore in dollari, nel 2005
Francia 0,79%
Germania 1,01%
Finlandia 1,47%
Lettonia 0,5%
restanti paesi
2,03%
Italia 1,5%
Messico 11,7%
Ucraina 81,0%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: importazioni di altri tipi di liquori nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice
doganale 220890)
Paese
2003
% sul
totale
2003
2004
Totale
43.389
100
99.649
Ucraina
28.636
65,9
81.923
Messico
Italia
9.683
127
22,3
0,29
11.253
924
Finlandia
Germania
Francia
Lettonia
851
614
521
1.273
1,9
1,4
1,2
2,9
1.423
883
726
955
Var. %
2004
su
2003
+2,2
volte
+2,8
volte
+16,2
+7,2
volte
+67,2
+43,8
+39,3
-24,9
% sul
totale
2004
2005
100
% sul
Totale
128.606
Var. %
2005
su
2004
+29,0
100
82,2
104.263
+27,2
81,0
11,2
0,92
15.087
1.987
11,7
1,5
1,4
0,8
0,7
0,95
1.892
1.307
1.027
703
+34,0
+2,1
volte
+32,9
+48,0
+41,4
-26,3
1,47
1,01
0,7
0,5
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
138
___________________________________________________________________________
Le esportazioni russe di liquori (codice doganale 220870) nel 2004 sono state
assolutamente insignificanti, pari a 1.200 dollari in Azerbadjan, nel 2003 erano state pari a
16.600 dollari ed erano destinate al 100% ai paesi Csi.
Quelle di altre bevande alcoliche (codice doganale 220890) nel 2004 sono state pari a
6,536 milioni di dollari e sono state dirette per il 96,5% nei paesi esteri esclusi quelli della
Csi. Nel 2003 erano state di 14,153 milioni di dollari, per il 97,1% dirette nei paesi esteri
non Csi.
Russia:esportazioni di liquori e altre bevande alcoliche nel 2003-2004 in migliaia di dollari
14153
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
6536
2003
2004
16,6
altre bevande alcoliche
(codice220890)
1,2
liquori (codice 220870)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., giugno 2005
La posizione dell’Italia
Russia:import di prodotti alimentari (codice 1-24, tabacco incluso) in milioni di dollari con
forniture e quota % dell’Italia nel 2004-2006
import totale russo
forniture italiane
quota % Italia
20000
10000
0
2004 (codici 1-24)
2005 (codici 1-24)
6 mesi 2006 (1-24)
import totale russo
12820,3
16281,5
8733,7
forniture italiane
297,201
353,504
165,664
2,30%
2,10%
1,89%
quota % Italia
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
139
___________________________________________________________________________
Russia:import di prodotti alimentari (codice 1-23, tabacco escluso) in milioni di dollari con
forniture e quota % dell’Italia nel 2004-2006
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
import totale russo
foniture italiane
quota % Italia
2004
2005
I
(codici 1- (codici 1- sem.2006
24)
(codici 124)
24)
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia: Importazione di prodotti alimentari e quota dell’Italia nel 2004-2006
Import totale
russo
Forniture italiane
Quota % Italia su
totale
2004
2004
2005
2005
Codici 123
15.391
I semestre
2006
Codici 124
8.733,7
I semestre
2006
Codici 123
8.278,1
Codici 124
12.820,3
Codici 123
12.063
Codici 124
16.281,5
297,201
2,3%
239,284
1,98%
353,504
2,1%
310,019
2,0%
165,664
1,89%
147,697
1,78%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Gli ultimi dati parziali russi disponibili sui primi nove mesi del 2006 (gennaiosettembre), per i codici 1-23, cioè tabacchi esclusi, indicano che l’Italia ha
aumentato del 25,1% le proprie esportazioni alimentari in Russia, da 201,8 a 252,4
milioni di dollari. Occorre tuttavia notare la forte accelerazione dell’export italiano, che
mentre nei primi sei mesi 2006 era cresciuto del 10%, da 133,2 a 146,7 milioni di dollari,
nel terzo trimestre è salito del 54%, da 68,5 a 105,6 milioni di dollari, e qualora tale
tendenza sia continuata nel quarto trimestre, le forniture italiane potrebbero raggiungere i
140
___________________________________________________________________________
400 milioni di euro a fine 2006, con una crescita intorno al 30%, rispetto al 29,2% del
2005.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA SUL MERCATO ALIMENTARE RUSSO nel 2004-2005 e
primo semestre 2006 (ove disponibile)
Codice
Doganale
0305 pesci
commestibili
0406 formaggi
0406 formaggi
2004
Quota
%
2005
Var.
%
Quota
%
Non presente
n.d.
..
n.d.
--
--
%
Tot.
Imp.
2005
--
Quindicesimo posto
Primo semestre 2006
0,45
+44,4
0,46
0,98
3,2
3.050
I sem.
2006
2.480
1.472
+2,2
volte
+74,2
1,02
3,5
0,47
040610
Formaggi
freschi
040620
Formaggi
grattugiati
040630
formaggi fusi
040640 a pasta
erborinata
040690 Altri
formaggi
Ottavo posto
2.112
I sem.
2005
1.083
845
Quarto posto
108
4,1
133
+37,8
7,2
0,04
Nono posto
n.d.
--
63
--
0,15
0,02
Quarto posto
183
3,0
261
+42,6
3,3
0,08
Diciassettesimo posto
976
4,9
1.121
+14,8
0409 miele
naturale
071220, cipolle
071223 funghi
071239, altri
funghi
071290, altre
verdure
0701 patate
0702, pomodori
freschi
0702, pomodori
freschi
Non presente
n.d.
..
n.d.
--
--
--
Non presente
Non presente
Non presente
n.d.
n.d.
n.d.
..
..
..
n.d.
n.d.
n.d.
----
----
----
Non presente
n.d.
..
n.d.
--
--
--
Non presente
L’Italia è sedicesima
n.d.
130
..
0,09
n.d.
277
-+2,1
volte
-0,12
-0,08
I semestre 2006
L’Italia è quindicesima
I sem.2005
149
--
I sem.2006
80
-45,3
0,04
0703 cipolle
0703 cipolle
L’Italia è al quattordicesimo posto
I semestre 2006
L’Italia è tredicesima
n.d.
I sem.2005
39
--
-+97,4
0,07
0,08
0,03
0704 cavoli
0705 lattughe
0706 carote
0706 carote
L’Italia è dodicesima
L’Italia è al quinto posto
L’Italia è l’ottavo paese
I sem.2006
L’Italia è al nono posto
Non presente
L’Italia figura solo in questo
sottogruppo del codice 0709 ed è al
nono posto
I semestre 2006
L’Italia è quindicesima
59,2
n.d.
371
I sem.2006
424
n.d.
412
0,2
-1,4
104
I sem.
2006
77
91
105
613
I sem.2005
439
n.d.
256
+53,7
-+65,2
+3,5
0,2
5,8
1,3
1,18
0,02
0,03
0,19
--37,8
-1,1
-0,08
I sem.
2006
-31,6
0,2
0707 cetrioli
070990 altri
ortaggi
0709
I sem.2005
243
..
2,7
0,36
141
___________________________________________________________________________
08
Frutta
08
Frutta
L’Italia è al nono posto dopo
33.510
I semestre 2006
L’Italia è dodicesima
0805
Agrumi
0805
Agrumi
L’Italia è il diciassettesimo paese
I sem.
2005
21.913
688
080810
Mele
080810
Mele
Al settimo posto
080820
Pere
0808 mele e
Pere
I semestre 2006
L’Italia è dodicesima
I semestre 2006
Al quarto posto
Al tredicesimo posto
I sem.
2005
11.288
498
166
54.715
+63,2
2,56
17,6
0,19
I sem.
2006
30.031
979
+37,0
+42,3
2,57
0,22
0,3
2,6
I sem.
2006
914
14.520
+47,4
+2,3
Volte
0,28
4,92
4,68
0,4
I sem.
2006
17.923
1.017
+58,7
2,0
volte
8,79
0,6
0,32
13,8
I sem.
2006
18.386
8.964
+60,4
+42,2
6,2
19,7
2,89
080930
Pesche
081050
Kiwi
080610
Uva
L’Italia è al terzo posto
I sem.
2005
11.457
6.300
L’Italia è al primo posto
8.441
38,5
12.015
+42,3
42,6
3,87
Al quarto posto
10.714
7,0
15.959
+48,9
7,5
5,1
0901 Caffè
0901 Caffè
Al primo posto
Primo semestre 2006
Secondo posto
9.011
I sem.
2005
5.142
19,7
12.559
I sem.
2006
6.098
+39,3
17,6
4,05
+18,5
12,5
L’Italia è al primo posto
8.878
38,2
12.415
+39,8
41,0
Primo semestre 2006
Primo posto
I sem.
2005
5.097
I sem.
2006
5940
+16,5
38,6
090121 caffè
tostato
090121 caffè
tostato
I semestre 2006
L’Italia è al quinto posto
I sem.
2005
620
6.184
2.15
4,00
15.09 Olio di
oliva
Secondo posto
2.121
19,4
4.054
+91,1
22,5
1,3
1601 Salumi
L’Italia è all’ottavo posto
329
1,8
497
+51,0
2,9
0,16
1905 prodotti
della panetteria,
biscotteria e
pasticceria
Quarto posto
2.998
3,1
7.369
+2,4
5,8
2,3
2009
Succhi di frutta
2009
Succhi di frutta
Ventiduesimo posto
904
0,52
1.143
+26,4
0,52
0,36
Primo semestre 2006.
Diciassettesimo posto
I sem.
2005
597
I sem.
2006
1.040
+74,2
0,71
2203 Birra
2204 Vini
2204 Vini
L’Italia non è presente né nel 20042005, né nel primo semestre 2006
Sesto posto
Primo semestre 2006
Quinto posto
220410
Spumanti
Primo posto seguita da Francia,
Moldavia e Ucraina
220421 Vini a
fermentazione
interrotta
Vini a fermentazione interrotta
n.d.
--
n.d.
--
--
24.859
I sem.
2005
9.689
12.422
5,5
-23,5
3,6
6,1
28,3
19.005
I sem.
2006
10.520
17.209
+8,5
+38,5
6,1
17,2
5,5
11.635
3,6
17.412
+49,6
4,10
5,6
142
___________________________________________________________________________
2206 sidro
2208 alcol
etilico con titolo
alcolometrico
<80 % vol,
liquori, distillati
220870
L’Italia non è presente nel 2004-2005
L’Italia è undicesima
Liquori
2.522
8,7
4.015
+59,1
11,3
1,29
1-23
Prodotti alimentari escluso tabacco
239.284
1,98
310.019
+29,5
2,0
100
1-24
Prodotti alimentari (compreso
tabacco)
297.201
2,3
353.504
+18,9
2,1
n.d.
3.919
-0,81
n.d.
6.596
-+68,3
-0,99
2,1
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Forniture italiane nel 2004-2006 in milioni di dollari
Oltre i
milioni
dollari
Da 10 a
milioni
dollari
Da 5 a
milioni
dollari
2004
2005
30
di
frutta (33,5)
Frutta (54,715)
30
di
vini (24,8)
Vini
(19,005),
(12,415),
10
di
Caffé (9,01),
prodotti di pasticceria,
panificazione,
biscotteria (7,369), liquori, distillati
(6,5)
Olio di oliva (4,054), formaggi
(3,050),
caffé tostato (5.940),
succhi di frutta (1,143)
Succhi di frutta (1,040),
Carote (0613), salumi (0,497),
pomodori
freschi
(0,277),altri
ortaggi (0,256) lattuga (0,105),
cipolle (0,104), cavoli (0,091)
Carote
(0,439),altri
ortaggi
(0,166)
pomodori
freschi
(0,080), cipolle (0,077)
Da 4 a 2
milioni di
dollari
Da 1 a
milioni
dollari
Sotto
milione
dollari
2
di
il
di
liquori,
distillati
(3,9),
prodotti di pasticceria e
panetteria
(2,998),
formaggi (2,2), olio di oliva
(2,121)
verdura (1,91)
Succhi di frutta (0,904), altri
ortaggi
(0,412),
salumi
(0,329), pomodori freschi
(0,130), cavolo (0,059)
I semestre 2006 (solo
codici disponibili)
Frutta (30,031)
caffè
tostato
Vini (10,520)
formaggi (2,480),
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
*sono considerate solo le voci specificatamente prese in esame in questo studio
Russia: forniture alimentari italiane nel 2005 superiori ai 5 milioni di dollari
143
___________________________________________________________________________
54,715
60
50
40
30
19,005
20
10
12,415
7,369
6,596
0
liquori, grappe, prod.pasticceria,
cod.2208
panet.cod.1905
2005
6,596
caffè tostato,
cod.090121
vini, cod. 2204
frutta, cod.08
12,415
19,005
54,715
7,369
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Russia:forniture italiane nel 2005 inferiori a 5 milioni di dollari ma superiori ai 400.000
dollari
4,054
olio di oliva, cod.1509
3,05
formaggi, cod.0406
succhi di
frutta,cod.2009
1,143
0,613
carote, cod.0706
0,497
salumi,cod.1601
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007
Suddividendo la presenza dei prodotti alimentari italiani in sei fasce decrescenti, secondo
la percentuale di presenza (quota sulle importazioni), otteniamo inoltre il seguente quadro
nel 2005:
Fascia A (oltre il 20%) : kiwi (42,6%), caffé tostato (41,0), olio di oliva (22,5%),
Fascia B (oltre il 10%) : pesche (19,7%), vini spumanti (17,2%) , liquori (11,3%)
Fascia C (oltre il
lattuga (5,8%)
5%): uva (7,5%), prodotti di panificazione, biscotteria (5,8%) ,
Fascia D: (3 - 5 %): mele (4,92%), vini a fermentazione interrotta (4,1%)
Fascia E: (da - 3 a 1%) : salumi (2,9%), carote (1,3%)
Altri ortaggi (1,1%)
144
___________________________________________________________________________
Fascia G: (meno 1%): pere (0,6%), succhi di frutta (0,52%), formaggi (0,46%), agrumi
(0,22%), cavoli (0,2%),pomodori freschi (0,12%), cipolle (0,07%)
Nel 2005 l’Italia ha migliorato la sua posizione per quanto riguarda la frutta (codice 08),
dove ha raggiunto (+63,2%) i 54,7 milioni di esportazioni
Tuttavia, dobbiamo ancora ribadire, come malgrado gli avvenuti miglioramenti, come per
la frutta e il vino, per quasi tutti gli altri settori alimentari la situazione dei prodotti italiani
sul mercato russo può essere definita, a seconda dei casi, come scarsa e inadeguata alle
potenzialità effettive (per esempio prosciutto), come piuttosto modesta (salumi, formaggi),
oppure come percepibile, ma ben al di sotto delle potenzialità.
Il crescente interesse delle imprese italiane per il mercato russo dovrebbe quindi articolarsi
e organizzarsi meglio nel 2007.
I dati disponibili solo per alcune voci del primo semestre 2006 danno una idea delle
tendenze in atto in questo ultimo anno.
Nel primo semestre 2006 le esportazioni italiane per i codici 1-23 sono state pari a
147,697 milioni di dollari cioè il 10,8% in più che non nel primo semestre 2005, quando
erano state pari a 133,242 milioni di dollari.
(Per i codici 1-24, comprendenti cioè anche il tabacco nel primo semestre 2005 l’Italia ha
avuto esportazioni per 154,879 milioni di dollari e per il primo semestre 2006 per 165,664
milioni di dollari (+6,9%).
Più in dettaglio nel primo semestre 2006 sono aumentate le esportazioni italiane di:
codice
Articolo
Milioni dollari
I semestre 2006
08
2204
2208
090121
0406
2009
0706
0703
Frutta
Vini
Liquori,grappe,etc.
Caffè tostato
Formaggi
Succhi di frutta
Carote
Cipolle
30,031
10,520
6,596
5,940
2,480
1,040
0,439
0,077
Var.% su I
semestre
2005
+37,0
+8,5
+68,3
+16,5
+2,2 volte
+74,2
+3,5
+97,4
Quota %
Su totale import
Italiano codici 1-23
20,3
7,1
4,9
4,0
1,67
0,70
0,32
0,05
Mentre nel primo semestre 2006 sono diminuite le esportazioni italiane di:
codice
Articolo
Milioni dollari
I semestre 2006
0702
0709
Pomodori freschi
Altri ortaggi
0,080
0,166
Var.% su I
semestre
2005
-45,3
-31,6
Quota %
Su totale import
Italiano codici 1-23
0,06
0,12
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007
I dati ISTAT
I dati doganali russi sono molto importanti per il confronto percentuale con gli altri
esportatori, ma non sempre riflettono il valore reale delle esportazioni italiane. I dati Istat
quindi non sempre concordano con essi.
145
___________________________________________________________________________
Bisogna ricordare comunque che molto spesso merce italiane viene commercializzata da
altri paesi, soprattutto Ue, come Finlandia, Germania e Olanda, e risulta nelle statistiche
russe di provenienza diversa o in quelle italiane come esportate in altro paese Ue..
Esportazioni italiane in Russia di prodotti alimentari nel 2001-2006 (codici 1-24, tabacco
incluso) in milioni di euro
350
292,9
320,7
300
250
200
147,3
221,9
219,2
2003
2004
182,9
150
100
50
0
2001
2002
2005
2006 (stima)
Fonte: dati Istat, gennaio 2007
Esportazioni italiane in Russia di prodotti alimentari nel 2004-2005 (codici 1-24, tabacco
incluso) in milioni di dollari, dati doganali russi, e in milioni di euro, dati Istat
400
350
300
250
200
150
100
50
0
353,504
297,201
292,9
219,2
2004
2005
Fonte: dati Comitato statale delle Dogane russo e dati Istat, gennaio 2007
Le forniture italiane in Russia sono state quindi nel 2005 secondo i dati doganali russi pari
a 353,5 milioni di dollari e secondo i dati doganali italiani pari a 292,9 milioni di euro.
Nei primi dieci mesi del 2006,secondo Istat, sono state pari, sempre per i codici 1-24, a
263,981 milioni di euro, cioè il 16,6% in più che nei primi dieci mesi del 2005. Se
prendiamo in esame solo i codici 1-23, escludendo il tabacco, nel 2005 rispetto al 2004 si
è avuto un aumento delle esportazioni italiane di alimentari del 29,7% raggiungendo i
275,7 milioni di euro e nei 10 mesi del 2006 del 20,1% (con forniture pari a 254,5
milioni di euro).
Esportazioni italiane in Russia di prodotti alimentari nei primi 10 mesi del 2005-2006
in milioni di euro, codici doganali 1-24
146
___________________________________________________________________________
10 mesi 2006
263,981
10 mesi 2005
226,358
200
210
220
230
240
250
260
270
Fonte: dati Istat, gennaio 2007
Russia: forniture italiane di alimentari in migliaia di euro nel 2004-2006
Codice
Doganale
2004
2005
Var.%
Su
2004
Gen.ott
2005
Gen-ott2006
0305
Pesci commestibili
7
28
+4
volte
28
0,8
Var. %
Su 10
mesi
2005
-97,1
0406
040610
040620
040630
Formaggi
Formaggi freschi
Formaggi grattugiati
Formaggi fusi
2.851
815
133
28
4.332
1.326
221
58
3.331
1.089
164
45
4.909
1.467
230
108
+47,3
+34,7
+40,2
+2,4 volte
040640
040690
A pasta erborinata
Altri formaggi
78
1.796
88
2.637
+51,9
+62,6
+66,1
+2,0
volte
+12,8
+46,8
65
1.966
123
2.980
+89,2
+51,5
0409
Miele
N.d.
-
3,9
2
4
+2 volte
07
Verdure
386
1.390
1.193
440
-63,1
0712
0701
0702
Ortaggi o legumi secchi
Patate
99
n.d.
69
124
36
481
110
36
341
18
30
73
-83,6
-16,6
-78,5
1,0
0,9
+3,6
volte
+25,2
-+6,9
volte
-10
0,9
32,1
47
26
+35,6
volte
-44,6
80
253
31
77
-61,2
-69,5
8
233
n.d.
47
--78,9
30.010
47.391
+
0703
Pomodori freschi o
refrigerati
Cipolle
0704
Cavoli
4
47
0705
0706
Lattughe e cicorie
Carote
128
9,9
83
253
0707
0709
Cetrioli
Ortaggi freschi e
refrigerati
n.d.
12
13
249
08
Frutta
27.665
39.976
+11,7
volte
-35,1
+25,5
volte
-+20,7
volte
+44,5
147
___________________________________________________________________________
605
10.110
5.935
559
4.457
742
11.399
11.259
1.087
6.348
+22,6
+12,7
+89,7
+94,4
+42,4
670
5.566
9.085
482
6.276
685
8.741
19.130
1.218
7.392
57,9
+2,2
+57,0
+2,1 volta
+2,5 volte
+17,7
080930
081050
Agrumi
Uva
Mele
Pere
Albicocche,
pesche,ciliegie
Pesche
Kiwi
4.128
5.636
5.857
8.342
+41,8
+48,0
5.833
7.252
6.938
9.513
+18,9
+31,1
0901
Caffè
9.891
13.501
+36,4
9.874
12.648
+28,0
1509
Olio di oliva
2.667
4.455
+70,7
3.700
5.377
+45,3
Salumi
846
6.845
1.414
17.767
+67,1
+2,5
volte
981
12.288
1.540
12.651
+56,9
+2,9
0805
080610
080810
080820
0809
1601
1905
Prodotti della
panetteria, biscotteria
e pasticceria
2009
Succhi di frutta
1.718
1.586
-7,6
1.220
2.284
+87,2
2203
Birra
12
44
+3,6
volte
14
22
+57,1
2206
Sidro
25
38
+52
28
39
+39,2
2204
220410
220421
Vini
Spumanti
Vini a fermentazione
interrotta
21.071
6.023
14.581
31.503
8.758
21.872
+49,5
+45,4
+50,0
23.595
5.911
16.896
28.310
8.346
16.954
+19,9
+41,1
+0,3
2205
Vermut
43.568
50.790
+16,5
36.776
40.906
+11,2
2208
Alcol etilico, grappe,
liquori
1.927
3.157
+63,8
2.505
2.554
+1,9
220820
Acquaviti di vini o di
vinacce
Liquori
Alcol etilico con titoloo
alcolometrico volumico
80% vol., non
denaturato, acquaviti
ed altre bevande
contenenti alcole di di
distillazione
342
624
+82,4
344
304
-11,6
1.389
98
2.003
138
+44,2
+40,8
1.722
102
1.735
88
+0,7
-13,7
Prodotti alimentari
(escluso tabacco)
Prodotti alimentari
(compreso tabacco)
212.579
275.783
+29,7
211.881
254.518
+20,1
219.309
292.963
+33,5
226.358
263.981
+16,6
220870
220890
1-23
1-24
Fonte: dati Istat, gennaio 2007
Struttura delle esportazioni italiane in Russia dei principali prodotti alimentari nel 2005 in
milioni di euro
148
___________________________________________________________________________
frutta, cod.08
39,976
vini, cod.2204
31,503
biscotti, cod.1905
17,767
caffè, cod.0901
13,501
olio, cod. 1509
4,455
formaggi, cod.0406
4,332
liquori,grappe,cod.2208
3,157
salumi,cod. 1601
1,414
verdure,cod.07
1,39
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati ISTAT, gennaio 2007
Struttura delle esportazioni italiane dei principali prodotti alimentari in Russia nei primi 10
mesi 2006 in milioni di euro
149
___________________________________________________________________________
frutta, cod. 08
47,391
vini, cod. 2204
28,31
biscotti, cod.1905
12,651
caffè, cod.0901
12,648
cioccolato, cod. 1806
5,377
olio, cod. 1509
4,592
formaggi, cod. 0406
4,909
liquori,grappe,cod.2208
2,554
verdura cons.,cod.2005
2,383
succhi di frutta, cod.2009
2,284
salumi,cod.1601
1,54
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati ISTAT, gennaio 2007
In definitiva, le nostre esportazioni di prodotti alimentari (codice 1-23, tabacco escluso) in
Russia hanno visto una certa crescita nel 2005 (+29,7%) e nel 2006 (nei primi 10 mesi del
20,1%). Tuttavia, come dimostrano anche i dati comparati delle dogane russe con le
esportazioni alimentari degli altri paesi, l’Italia rimane molto al di sotto delle proprie
potenzialità di export alimentare in Russia, anche se ha aumentato in valore assoluto le
proprie vendite. Ma questo non e’ bastato a contrastare la crescente concorrenza
internazionale sul mercato russo. Infatti, la posizione relativa dell’Italia rispetto ai paesi
concorrenti è leggermente peggiorata nel 2006, scendendo dal 15mo al 16mo posto nelle
statistiche doganali russe dei primi nove mesi.
L’aumento del nostro export alimentare, che secondo le dogane russe è stato del 10,8%
nei primi nove mesi del 2006 (vedi tabelle a pag. 20), non ha impedito a paesi come la
Spagna di superarci come valore delle forniture (182,8 milioni di dollari contro i nostri
147,7). Invece, ancora nel 2005 (dati sui 12 mesi) l’Italia precedeva gli iberici con 310
milioni di dollari contro 286 milioni. Ma il fatto è che nei primi nove mesi del 2006,
l’aumento delle esportazioni in Russia di prodotti alimentari spagnoli ha superato il 37
percento.
150
___________________________________________________________________________
L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Russia. L’export alimentare di FGV
Riteniamo utile fornire ora un quadro dell’interscambio commerciale tra Friuli-Venezia
Giulia e Russia, approfondendolo in particolare per quanto riguarda l’andamento delle
esportazioni friulane di prodotti alimentari e bevande.
L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Federazione Russa
(valore in euro)
ANNO
Export totale
di cui: export alimentari e
bevande
Incidenza % alimentari e
bevande su export totale
export alimentari
Incidenza % solo alimentari,
bevande escluse
export bevande
Incidenza % solo bevande
Import totale
Interscambio
2004
203.935.017
1.450.066
2005
Variaz. %
9 mesi
2005/2006
+51,0 %
226.972.372
-4,8 %
2.469.588
+70,3%
1.616.074
+4,55
0,80%
578.623
1.029.821
0,71%
+77,9%
1.439.767
0,43%
0,47%
169.330.798
209.176.205
517.127.777
1.078.622
+42,9%
0,47%
0,33%
871.443
373.265.815
2006
(primi 9 mesi)
307.951.572
0,71%
0,28%
Variaz. %
2004/2005
+65,2%
537.452
- 32 %
0,24%
+23,5%
+38,5
211.025.784
437.998.156
+51,2%
+15,9%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
L’interscambio commerciale tra Regione Friuli-Venezia Giulia e Russia è in continuo
aumento, ma mentre nel 2005 è cresciuto del 38,5%, fino a 517,1 milioni di euro, nei primi
nove mesi del 2006 la crescita è rallentata al 15,9%, soprattutto a causa della frenata
dell’export friulano.
Quest’ultimo era cresciuto di ben il 51% nel 2005, raggiungendo i 307,9 milioni di euro, ma
nei primi 9 mesi del 2006 esso è leggermente diminuito, del 4,8%, rispetto al
corrispondente periodo del 2005, fermandosi a meno di 227 milioni di euro. Tuttavia,
occorrerà vedere l’andamento del quarto trimestre 2006, prima di tirare le conclusioni per
l’intero anno.
151
___________________________________________________________________________
Russia: forniture alimentari dalla regione Friuli-Venezia Giulia nel 2004-2006 in euro
euro
1200000
var.% rispetto al periodo precedente
1078622
1029821
1000000
800000
578623
600000
400000
200000
77,90%
42,90%
0
2004
2005
9 mesi 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
Occorre poi notare, per quanto riguarda l’oggetto del presente rapporto, che i prodotti
alimentari e le bevande non superano per ora nemmeno l’1% in valore dell’export totale
friulano in Russia. La loro incidenza percentuale è giunta ad un massimo dello 0,80% nel
2005, cioè in pratica 2,47 milioni di euro, mentre i risultati dei primi nove mesi del 2006
(1,6 milioni di euro), ritornano ad un quota dello 0,71%, come nel 2004.
Incidenza % delle esportazioni di prodotti alimentari sul totale delle esportazioni del
Friuli-Venezia Giulia in Russia
0,80%
0,80%
0,75%
0,70%
0,71%
0,71%
0,65%
2004
2005
Quota % export alimentari sul
tot.export regione in Russia
9 mesi 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
Tuttavia, occorre distinguere tra prodotti alimentari e bevande. Infatti, l’export di prodotti
alimentari friulani è comunque continuato a crescere a buoni ritmi dal 2004 al 2006,
raddoppiando quasi nel 2005 a 1,029 milioni di euro rispetto ai 0,578 milioni del 2004, e
poi continuando a crescere del 42,9% nei primi nove mesi del 2006 (rispetto al
corrispondente periodo 2005) e arrivando già a 1,078 milioni di euro a fine settembre.
152
___________________________________________________________________________
Esportazioni della regione Venezia Giulia in Russia di prodotti alimentari e
bevande nel 2004-2006 in euro
export alimentari
export bevande
1439767
1500000
1029821
1000000
1078622
871443
578623
537452
500000
0
2004
2005
9 mesi 2006
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
Invece l’export di bevande, dopo un forte aumento del 65,2% nel 2005, da 0,781 a 1,439
milioni di euro, nei primi nove mesi del 2006 è calato del 32% rispetto al gennaiosettembre 2005, fermandosi a 0,537 milioni di euro.
Struttura delle esportazioni della regione Venezia Giulia in Russia di prodotti
alimentari e bevande nei primi nove mesi del 2006 in % calcolata sul valore in euro
prodotti e
prep.alimentari,
cod. 09, 1,2%
pesci, cod. 03,
4,5%
carni, cod. 0,1,
0,37%
caffè, the, cod.
07, 38,7%
cereali e prep. A
base cereali, cod.
04, 8,9%
verdura e frutta,
cod.05, 12,9%
bevande, cod. 11,
33,2%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
153
___________________________________________________________________________
Esportazioni del Friuli Venezia Giulia in Russia di prodotti alimentari e bevande nel
2006 (valori in euro)
Export 2006
Prodotti
(in valore cumulativo per ogni trimestre)
I trim.
II trim.
III trim.
(in parent.
III trim. 2005)
01-Carni e preparazioni di carne
03-Pesci (escl. mammiferi
marini), crostacei, molluschi, etc.
04-Cereali e preparazioni a base
di cereali
05-Verdura e frutta
07-Caffè,the,cacao, spezie e
prodotti derivati
6.059
1.820
5.073
------
36.731
(-----)
73.108
(-----)
49.017
87.473
144.026
-1,39%
(146.055)
104.449
188.744
209.636
+17,8 volte
(11.753)
166.743
365.062
626.335
+7,79%
(581.077)
09-Prodotti e preparazioni
alimentari n.c.a.
17.706
Totale Prodotti alimentari
339.735
18.958
19.558
+23,44%
(15.844)
701.681 1.078.622
+42,9%
(754.729)
164.985
11-Bevande
Var.% su 9
mesi
2005
244.255
537.452
-32 %
(790.991)
Totale Prodotti alimentari e
bevande
504.720
945.936 1.616.074
(1.545.720)
+4,55%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbraio 2007
Infine, occorre osservare che le importazioni di Friuli-Venezia Giulia dalla Russia per il
settore alimentari e bevande sono piuttosto modeste, anche se nei primi nove mesi del
2006 esse sono più che raddoppiate rispetto al gennaio-settembre 2005, passando da
97.471 a 207.966 euro.
154
___________________________________________________________________________
L’evoluzione del mercato alimentare in Russia. ll nuovo consumatore
Nel 1999-2000, subito dopo la crisi finanziaria del 1998, il reddito medio disponibile
dei russi non superava i 200 dollari al mese, e malgrado questo, i consumi alimentari non
sono affatto diminuiti. In seguito, con il boom economico, a partire dal 2005 il reddito
medio in Russia è prima raddoppiato a 400 dollari al mese, e poi è salito a oltre 550 dollari
nel 2006, dando avvio ad una nuova fase di sviluppo dei consumi alimentari. I russi
hanno incominciato a consumare prodotti alimentari nuovi e diversi da quelli precedenti, e
crescono fortemente le vendite nei segmenti di prezzo elevato e di lusso, mentre il grado
di concorrenza si intensifica praticamente in tutti i segmenti del mercato. Vi sono quindi
continui mutamenti nel ruolo e posizionamento dei vecchi e nuovi produttori e distributori
alimentari sul mercato russo, che non assumerà un assetto più stabile e definitivo prima
del 2010-2012, quando il reddito medio mensile salirà oltre gli 800-1000 dollari.
In linea di massima, secondo talune stime (Kachalov & Partners), aggiornate da
ICE MOSCA dal 2005 al 2006, il consumo di prodotti alimentari in Russia si aggira sui
1.400-1500 dollari pro capite all’anno, contro una media europea sui 3.300-3.500 dollari
(per quanto le stime europee di Kachalov ci sembrino un po’ basse). Tuttavia a Mosca,
città con 10 milioni di abitanti e redditi superiori di oltre tre volte e mezzo alla media russa,
gli acquisti di prodotti alimentari si situano intorno ai 4.800 dollari all’anno e più, con
un livello superiore a quello europeo, ed un valore di mercato stimato intorno ai 46-48
miliardi di dollari nel 2006.
Le altre città russe possono essere suddivise poi in tre categorie. La prima è
costituita dalle dieci città superiori al milione di abitanti, con consumi alimentari tra i
1.700 e 2.200 dollari pro capite all’anno e un valore di mercato stimato mediamente sui
3-4 miliardi di dollari per ogni città, tenendo conto della differenza, per esempio tra San
Pietroburgo (quasi 5 milioni di abitanti) e Novosibirsk (1,4 milioni) o Kazan (1,1 milioni)
Le città e capitali regionali con popolazione intorno al mezzo milione di abitanti, che
sono 23, e dove i consumi alimentari si situano in grande maggioranza intorno ai 1.5001.600 dollari pro capite all’anno, con un valore delle vendite intorno ai 600-800 milioni
di dollari all’anno per ciascuna.
Infine la terza categoria è formata da altre 136 città russe, di cui 41 città tra i 250.000 e
i 500.000 abitanti, e 95 città tra i 100.000 e i 250.000 abitanti, dove gli acquisti
alimentari sono in genere più bassi, ma dove una percentuale tutt’altro che trascurabile di
prodotti alimentari (come patate, cavoli, pomodori, mele, etc.) è fornita direttamente alle
famiglie dai rispettivi appezzamenti privati di terra nelle dacie di campagna
Analizzando specificatamente il settore dei beni di largo consumo, un rapporto della
società AC Nielsen, nel novembre 2006, indicava una crescita stabile delle vendite di
almeno l’11% annuo in valore, con picchi del 12% per i prodotti alimentari e del 29% per
gli alimenti per animali domestici. Interessante, che sul valore monetario complessivo delle
vendite dei beni di largo consumo, distinti da quelli di fascia medio-alta e di lusso, la quota
prevalente sia comunque occupata dai prodotti alimentari, con il 73%, e più in dettaglio,
155
___________________________________________________________________________
dalle bevande alcoliche, con il 41%, seguite dai prodotti dolciari, con il 18%, e dai prodotti
del latte, con il 16 percento.
In ogni caso, sulla base dei dati Rosstat sulle vendite al minuto, pur in genere sottovalutati,
i segmenti più importanti del mercato degli alimentari, bevande escluse, nel 2006 sono
così stimati:
Russia: vendite al minuto nel 2006 di alcuni dei principali prodotti alimentari,
( in milioni di dollari. Stime sulla base delle vendite nei primi nove mesi)
Miliardi % delle vendite Miliardi % delle vendite
rubli
al minuto
dollari
ai mercati
Carne, di cui:
Polli
Salumi, di cui:
Salumi cotti
Pane e prodotti di panificazione
Latticini
Formaggi grassi
Pesci e crostacei
Frutta
Verdura
Olio di semi
Patate
349,3
99,6
299,5
82,4
190,67
166,41
66,42
116,48
108,2
108,2
49,9
41,57
4,2
1,2
3,6
1,1
2,3
2,0
0,8
1,4
1,3
1,3
0,6
0,5
12,9
3,68
11,09
3,05
7,06
6,16
2,46
4,3
4,0
4,0
1,84
1,53
39,7
27,1
12,1
12,8
4,1
10,5
11,2
16,1
47,2
43,7
18,9
49,6
Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, febbraio 2007
Russia: vendite al minuto di alcuni dei principali prodotti alimentari nel 2006 in
miliardi di dollari (stima su base dati per i primi 9 mesi)
156
___________________________________________________________________________
12,9
11,09
salumi
7,06
latticini
6,16
4,3
4
frutta
4
formaggi grassi
2,46
1,84
patate
1,53
0
2
4
6
8
10
12
14
Fonte: elaborazione e stima ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, febbraio 2007
Nell’ambito dei canali distributivi, la crescita più rapida delle vendite di prodotti
alimentari sta avvenendo negli iper e supermarket, con il 17% annuo ( 23% per i beni
durevoli ).
Tuttavia, il mercato russo dei consumi rimane ancora molto frammentato, e le
vendite combinate delle prime sette grandi catene distributive non riescono a
coprire più del 9-10% del mercato, mentre lo standard europeo-occidentale supera il 50
percento. Occorreranno quindi ancora alcuni anni per una tale evoluzione, caratterizzata
da fusioni e acquisizioni delle grandi catene alimentari, nonché dall’apertura di negozi e
punti vendita alimentari dei vari formati e segmenti di consumo.
In merito, mancano finora in Russia dati adeguati. Un dato che possiamo citare, di
fonte ufficiale Rosstat, riguarda specificamente il settore delle imprese commerciali di tutti
i tipi, che conta oltre 400.000 società tra commercio all’ingrosso e al minuto. Tra queste
ultime, che sono 206.000, l’83% è costituito da piccole e medie imprese di commercio al
minuto. Ma le tendenze appaiono chiare, e nel giro di un anno, ovvero dal gennaio 2005 al
gennaio 2006, i negozi di vendita al minuto di prodotti alimentari (tutte le classi
dimensionali di imprese) sono passati da 25.500 a 26.400, mentre il numero di mercati
alimentari e misti è sceso da 6.400 a 5.800.
Nello stesso tempo, sono diminuiti i negozi non specializzati di vendite al minuto in
genere (da 79.600 a 76.900) e sono invece aumentati significativamente i negozi
specializzati nei vari segmenti merceologici, da 47.300 a 53.900. Tutto questo conferma
una moderna tendenza all’effettiva specializzazione del sistema di vendita al minuto
in Russia, con un ruolo dei mercati in progressiva diminuzione, dal 34% di tutte le
vendite al minuto nel 1999-2000, a meno del 20% a fine 2006.
Naturalmente, tale tipo di struttura, valida sul volume e media generale dei beni di
consumo durevoli e alimentari, cambia anche significativamente secondo le varie
categorie di beni di consumo, in particolare quelli durevoli, nei quali il ruolo dei mercati si
riduce grandemente, in una fascia di incidenza percentuale compresa tra il 5 e 22%, a
favore del ruolo dei negozi specializzati, mentre nella categoria degli abiti e scarpe, il ruolo
dei mercati sale bruscamente in una fascia compresa tra il 50 e il 65% percento. Per gli
157
___________________________________________________________________________
alimentari invece, la fascia di incidenza percentuale dei mercati sul volume delle
vendite varia tra il 4% (pane) e il 44-50% (frutta e verdura, in particolare le patate ).
Si ricordi comunque, che il nuovo consumatore russo è esemplificato nei recenti
sondaggi da una donna sui 35 anni, con potere di acquisto medio o medio-alto, e che
tende a fare i propri acquisti per la famiglia nei nuovi supermarket alimentari, almeno una
volta alla settimana, oppure acquista quasi ogni giorno i prodotti alimentari di prima
necessità nei mini-market di quartiere, soprattutto quelli più moderni e di qualità, spesso
appartenenti a catene alimentari, preferendoli ai caratteristi empori misti e alimentari di
tradizione sovietica, frequentati da un pubblico meno abbiente e tendenzialmente più
anziano, oppure da giovani con scarse risorse finanziarie.
Una differenza fondamentale è che in questo ultimo tipo di negozi, i prodotti
alimentari sono soprattutto russi, oppure di marche straniere, ma prodotte in stabilimenti
in Russia, e pochi sono di importazione diretta. Il contrario avviene invece nei
supermarket e nei mini-market e negozi alimentari specializzati di qualità, particolarmente
nei grandi centri urbani come Mosca, e in misura minore, San Pietroburgo, dove la
maggioranza dei prodotti di qualità è importata, e ovviamente comporta prezzi medio-alti
rispetto ai prezzi più bassi o popolari degli alimentari di produzione russa o dei paesi Csi.
Canali di acquisto preferenziali
In effetti e’ particolarmente interessante osservare le preferenze dei consumatori per
quanto riguarda i canali di acquisto.
E’ chiaro che il ruolo dei mercati e’ piuttosto basso nei beni di consumo durevoli (5-6% per
gli elettrodomestici bianchi, 6% per i televisori, 6-7% per gioielleria, 12-14% per i piccoli
elettrodomestici, 12-13% per i mobili, 14-15% per radio e registratori, 14% per materiali
per edilizia, 22% per biciclette e simili.
Mentre il ruolo dei supermercati e grandi magazzini e’ abbastanza simile nelle vendite di
tutte le categorie di beni di consumo durevoli e non, e varia tra il 7 e il 12%, il ruolo dei
negozi specializzati e dei piccoli negozi varia sensibilmente, ed è molto più alto, come
logico, nella categoria dei beni di consumo durevoli, dove sale fino al 55-60% delle
preferenze di acquisto, poichè si richiede maggiore affidabilità del venditore, servizio
personalizzato, eventuale assistenza tecnica e di riparazione o manutenzione, etc.
L’incidenza dei negozi specializzati scende, nel caso degli alimentari, fino al 40%, e
cala ancora nel caso delle scarpe e degli abiti, fino al 30%, un livello piuttosto basso in
rapporto ai paesi europei occidentali.
I canali di acquisto preferenziali dei consumatori russi nel 2005-2006
158
___________________________________________________________________________
(con utilizzo multiplo contemporaneo)
Canali di acquisto
Mercati
Supermercati /
Grandi magazzini
Negozi specializzati
e piccoli negozi
Chioschi e banchetti
Rivenditori privati
Altri / non so
Beni di consumo durevoli
5 – 21 %
8 – 15 %
Abiti e Scarpe
55 – 74 %
5 – 15 %
Prodotti Alimentari
4– 50 %
10 – 25 %
55 – 60 %
18 – 30 %
40 – 42 %
6 – 12 %
7 – 20 %
8%
10 – 20 %
16 – 25 %
5%
--------4 – 15 %
7%
Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati statistici Rosstat/Goskomstat e sondaggi di opinione Fom e
Romir-Comcon, febbraio 2005, aggiornati a dicembre 2006
In definitiva, le tendenze prevalenti nei canali di distribuzione dei prodotti alimentari in
Russia, particolarmente nei maggiori centri urbani, in concomitanza con la progressiva
crescita del potere di acquisto dei consumatori e l’evoluzione del gusto e stile di vita, si
possono riassumere in questo modo:
a) aumento progressivo del numero e ruolo degli ipermarket, supermarket e centri
commerciali;
b) aumento del numero di negozi specializzati, di dimensioni medie e piccole, e dei
nuovi e più moderni minimarket di quartiere, di tipo self-service, e non più a vendita
dietro il banco. Sparizione progressiva dei vecchi empori alimentari e misti di
tradizione sovietica e provinciale;
c) apparizione e sviluppo negli ultimi due anni, in grandi città come Mosca, della
nuova categoria di boutiques gastronomiche (tipo Fauchon francese), per i
consumatori piu’ sofisticati e abbienti, con prodotti sia di marca russa, ma
soprattutto di marca straniera, in particolare francese, spagnola, italiana,
tedesca, etc. oltre ai prodotti esotici e tropicali delle Americhe, Sud Africa e
Australia. Dato il potere di acquisto molto elevato di circa il 5% della popolazione
moscovita, ovvero mezzo milione di persone, ed abbastanza elevato di un altro
15%, con inoltre una fascia aggiuntiva di reddito medio o medio-alto di un altro 10%
della popolazione, in totale quindi una fascia di classe media e medio-alta che
arriva complessivamente ad almeno il 30-33%, tali negozi stanno incontrando un
notevole successo.
E’ inoltre interessante rilevare il ruolo dei chioschi e banchetti per strada, specie nei centri
urbani, che diventa significativo (fino al 20%) ma soprattutto per i prodotti alimentari,
spesso con orari fino a mezzanotte o anche per l’arco completo di 24 ore, nei grandi centri
urbani come Mosca o San Pietroburgo. La qualità dei prodotti venduti è però bassa o
medio-bassa, e si rischiano contraffazioni.
Occorre poi ricordare il ruolo dei cosiddetti “rivenditori privati”, soprattutto in Russia, dai
commercianti-navetta ai piccoli produttori agricoli che vendono direttamente, molto spesso
attraverso reti di conoscenza private, familiari o nell’ambito di talune organizzazioni o
159
___________________________________________________________________________
associazioni private (club vari, enti sportivi, etc.). Tale ruolo tende però sempre più a
diminuire, specialmente nelle grandi città, in buona parte per l’inasprimento dei dazi e dei
controlli doganali sul commercio individuale.
E ancora, osserviamo una certa differenziazione tra le varie città e regioni russe. In primo
luogo, il ruolo dei negozi specializzati, tende ad essere maggiore, rispetto alla media
nazionale, nelle città siberiane di Tjumen (che come centro produttivo petrolifero ha il più
elevato potere di acquisto in Russia) e di Novosibirsk, città più povera ma con elevato
quoziente di educazione media e sofisticazione, e registra valori elevati anche a San
Pietroburgo. Mosca, la capitale, rientra invece nella media, anche se vi e’ una forte
differenziazione tra centro e rioni periferici.
Il ruolo dei mercati appare invece più pronunciato nelle zone di provincia e nelle regioni
della Russia centro-meridionale, della Valle del Volga e degli Urali, con punte maggiori a
Nizhnij Novgorod, città industriale, a Rostov sul Don, centro commerciale nella Russia
meridionale, a Ekaterinenburg, centro dell’industria metallurgica e metalmeccanica negli
Urali, e anche a Samara, il polo produttivo automobilistico sul Volga.
160
___________________________________________________________________________
Alcuni errori degli imprenditori italiani sul mercato russo
Vi sono vari motivi che hanno condotto a tale situazione, e ad un ruolo italiano sul
mercato alimentare russo non corrispondente alle sue reali potenzialità. A parte motivi
tecnico-organizzativi ormai radicati, come la carenza di un efficace sistema distributivo
basato su alcune grandi catene nazionali, come Auchan per la Francia o Metro per la
Germania, vi sono altri errori abbastanza ricorrenti e commessi in particolare dalle
piccole e medie imprese italiane che intendono esportare sul mercato russo. Alcuni tra i
più importanti e ricorrenti sono:
a) Considerare la Russia come mercato tattico, e non strategico, ovvero come mercato di sbocco temporaneo
della produzione aziendale in momenti di crisi, ma non di sviluppo permanente, e questo senza tener conto,
che nel giro di 2-3 anni, la Russia sarà comunque il maggiore mercato alimentare europeo in termini di valore
monetario.
b) Sottovalutare il grado di maturazione del mercato, in termini di concorrenza e di qualità dei prodotti. In realtà
ormai tutti i grandi produttori alimentari europei e mondiali sono presenti sul mercato russo, con campagne
promozionali spesso molto aggressive e mirate, e soprattutto articolate in un arco di tempo abbastanza lungo,
non limitandosi cioè ad iniziative sporadiche o limitate.
c) Sottovalutare gli attuali produttori, distributori, importatori e buyers russi come grado di sofisticazione e
operatività a livello internazionale, quando essi sono ormai abituati all’analisi rapida e in dettaglio delle
proposte di vendita o di collaborazione, fanno largo ricorso a Internet ed al controllo dei siti delle imprese
straniere, e soprattutto non si accontentano di proposte vaghe o prevalentemente di immagine, senza
l’accompagnamento di dati reali, come profilo aziendale, descrizione adeguata dei prodotti e loro
caratteristiche tecniche, esperienze di export in altri mercati, gamma di prezzi proposti, etc.
d) Sottovalutare le esigenze di investimento finanziario sia in reti di distribuzione commerciale, sia in
promozione e pubblicità, branding di prodotto, etc., in un mercato in cui la soglia minima per poter entrare con
probabilità di successo è oggi abbastanza elevata, ed in genere fuori portata da piccole aziende che operino
da sole ed in stretta economia di risorse. I costi pubblicitari di Mosca, per esempio, sono oggi allineati o quasi
a quelli delle grandi città europee e americane, e talvolta possono anche superarli.
e) Occorre inoltre riconoscere, che sia per motivi linguistici, ma soprattutto psicologici e culturali, esiste una
difficoltà oggettiva di selezione di partner russi affidabili, e spesso si sottovaluta l’immagine pressochè
speculare dell’imprenditore italiano sul mercato russo. Questa si sintetizza nel riconoscimento di creatività,
design, flessibilità, ma anche nel timore di una scarsa affidabilità in termini decisionali, del rispetto delle
scadenze, etc.
f) Di qui nasce l’esigenza, ma anche la difficoltà, soprattutto per una piccola e media impresa italiana, con
limitate disponibilità di dirigenti di primo livello e con reale potere decisionale, di effettuare l’investimento
personale necessario, ovvero psicologico e imprenditoriale in prima persona, per stabilire un rapporto di
fiducia con il partner russo, elemento chiave di successo di qualsiasi rapporto di affari.
g) Si nota anche, da parte italiana, una tendenza ad indulgere alla eccessiva semplificazione delle attività
promozionali, nonché delle procedure negoziali, sottovalutando per esempio l’esigenza di preparare il terreno
prima sul piano informativo e tecnico-commerciale, impiegando materiale di promozione in lingua russa, etc. e
solo in un secondo tempo, dopo le necessarie verifiche e accordi di contatto iniziale, procedere all’approccio
161
___________________________________________________________________________
manageriale, impegnando il corrispondente livello decisionale, e così via. In linea di massima,
nell’imprenditore italiano vi è in genere un’aspettativa erronea di tempi relativamente brevi di trattativa, etc.
h) Occorre sempre ricordare che esiste tuttora una forte diversità di concezione imprenditoriale (più
speculativa-finanziaria da parte russa) nonché di aspettativa di redditività degli investimenti, che in Italia si
misurano in genere in 3-5 anni e in percentuali tra il 5 e il 15%, mentre in Russia si misurano tendenzialmente
in 1-2 anni e in percentuali superiori al 20-30%, al di sotto delle quali un investimento commerciale o
industriale non viene considerato conveniente.
Barriere di mercato e metodi di ingresso. Fattori di competitività
Le principali e più ricorrenti barriere di mercato in Russia, soprattutto per le piccole
e medie imprese italiane, non sono i dazi doganali di per sé stessi o i problemi fiscali e
tributari, ma nell’ordine, i problemi delle procedure doganali e di importazione, e quelli di
reperimento di un partner locale affidabile, oltre ai problemi di comunicazione e di
organizzazione del marketing e promozione in loco.
In effetti, il problema numero uno, soprattutto per gli alimentari, è quello delle
procedure doganali, che sono comunque complicate dai vari documenti e certificati
necessari, di origine, sanitari, etc., il che richiede l’assistenza di un distributore-importatore
in Russia specializzato e in possesso delle necessarie licenze doganali. A Mosca vi sono
almeno due importatori-distributori italiani nel settore alimentare, per quanto già
sovraccarichi (nominativi disponibili presso l’ufficio Ice moscovita), ma ve ne sono anche
altri importanti, di nazionalità russa, per esempio nel settore vini e liquori, etc.
E’ infatti piuttosto difficile e scarsamente conveniente per una piccola impresa,
affrontare da sola tale problema, soprattutto per piccole spedizioni di merci, mentre è
preferibile raggiungere una dimensione adeguata di forniture, per esempio attraverso
strutture consortili.
In particolare, non è pensabile oggi di poter gestire una vera attività commerciale o
promozionale in Russia a partire dall’Italia, senza o frequenti visite in loco, o la
collaborazione permanente con un distributore, agente o meglio, con un proprio
rappresentante italiano di fiducia, residente in loco.
Inoltre, per i problemi di
comunicazione, mentre si può in linea di principio ricorrere alla lingua inglese, questo non
vale in vari casi, ed è comunque di gran lunga preferibile, anche per motivi psicologici e di
immagine, disporre di traduttori o di personale di lingua russa, nonchè di materiali
promozionali nella stessa lingua, e appositamente “tarati” per il mercato e la psicologia
d’affari russa.
In sostanza, come tipo di entrata sul mercato russo, le preferenze devono andare
alla costituzione di un consorzio export tra un certo numero di imprese, che sia in grado di
effettuare una promozione costante attraverso personale e strutture permanenti in Russia.
Naturalmente, in una fase iniziale si può ricorrere ad un importatore o
importatore/distributore, meglio che ad un semplice agente o rappresentate, sempre di
difficile controllo, soprattutto a distanza.
Per quanto riguarda l’altro problema chiave per
l’impresa italiana, ovvero
l’individuazione di un partner locale affidabile, la miglior via è quella di ricorrere ad una
162
___________________________________________________________________________
ricerca preliminare di mercato, con l’individuazione e relative pre-interviste, ad un certo
numero di imprese russe selezionate ed effettivamente interessate ad una vera
collaborazione commerciale e distributiva, e con le quali organizzare i primi contatti diretti,
o in occasione della partecipazione ad una Fiera del settore, oppure con un’apposita
missione a Mosca dei dirigenti aziendali o consortili italiani. L’ufficio Ice di Mosca è in
grado di fornire i nominativi delle società italiane di consulenza, marketing e selezione
partner di maggiore esperienza e affidabilità, e che operano già da vari anni con una
presenza e proprie strutture dirette sul mercato russo.
I due principali fattori di competitività sul mercato alimentare russo sono il
rapporto prezzo/qualità del prodotto, oltre ad una immagine e presenza adeguata nei
principali canali di distribuzione. Sul primo punto si scontrano molti produttori italiani,
perché non sempre i loro prezzi riescono ad essere competitivi con la concorrenza. Il caso
più tipico è quello dei vini, dove per esempio, i vini francesi doc rossi o bianchi di tipo
Bordeaux (ovviamente non le grandi marche di annata e di prestigio) sono in vendita nelle
enoteche moscovite a prezzi inferiori fino 2-5 euro rispetto ai vini italiani doc più
convenienti. Naturalmente, questo dipende anche dalla politica di agevolazioni fiscali e
assicurative praticata dal governo francese nei confronti dei propri produttori, ma è
comunque significativo. Il secondo problema è non tanto di prezzo, quanto di immagine e
presenza distributiva. Per esempio, nel nuovo grande emporio-boutique alimentare russo
Globus Gourmet (Gurmè in russo) nella centrale via Nuova Arbat di Mosca, nella vetrina
dei prosciutti vi sono due-tre prosciutti crudi italiani di Parma e San Daniele, contro almeno
4-5 tipi di prosciutti spagnoli, pur anche di prezzo doppio.
Sistema bancario e cambi. Forme di pagamento
Il sistema bancario russo non costituisce più un serio problema per l’operatore straniero,
specie dopo la liberalizzazione dei conti bancari e dei flussi di valuta da e per l’estero a
partire dal 1 luglio 2006, come già indicato nella sezione introduttiva di analisi
dell’economia russa. E questo anche se le procedure sono spesso complicate: per
esempio, un’impresa russa o straniera in Russia che vuole ricevere un pagamento sul suo
conto corrente, anche di importo minimo, deve comunque allegare per la banca una copia
dello specifico contratto di fornitura con il cliente.
Inoltre, vi sono ormai diverse banche straniere che hanno sportelli operativi diretti,
attraverso le loro banche controllate al 100%, ma di diritto russo, come Raiffeisen Austria,
la francese Societé Générale, l’italiana ZAO Banca Intesa, etc.
Né vi sono più alcuni problemi operativi di cambio, quando il rublo è ormai considerato di
fatto convertibile, ed anzi, il maggior rischio di cambio è che il rublo continui a rafforzarsi
sia sul dollaro (il cambio medio annuo è passato da 28,3 a 27 rubli per un dollaro nel
2005-2006), sia sull’euro, mentre la Banca centrale russa cerca di contenere al massimo
tale tendenza, perché diminuisce il grado di competitività delle merci russe sui mercati
internazionali.
Le importazioni in Russia di prodotti alimentari non sono soggette a particolari limitazioni,
ma in un mercato ancora non completamente sviluppato, il problema dei pagamenti delle
forniture e dell’affidabilità del cliente locale resta importante. E questo anche se sempre
163
___________________________________________________________________________
più spesso, gli operatori russi di prima fascia non hanno alcun problema di liquidità, ed
anzi, tendono a pagare rapidamente. In merito, valgono le osservazioni seguenti:
a) Pagamento anticipato. Varie aziende, incluse quelle italiane, preferiscono tuttora non
effettuare forniture o spedizioni in Russia senza aver prima ricevuto una conferma di
pagamento da una banca riconosciuta, spesso offshore, oppure italiana.
b) Lettera di credito a 60-80-120 giorni. Data la crescente concorrenza internazionale
sul mercato russo, la forma di un anticipo parziale all’ordine, variabile dal 10 al 30% e
oltre, più pagamenti dilazionati, si sta consolidando. Le banche italiane che operano in
Russia, adeguandosi alle principali banche straniere, avevano fino al luglio 1998, aperto
plafond speciali per questo paese, ed esteso linee di credito ad un gruppo selezionato di
15-20 primarie banche russe. Dopo la crisi dell’agosto 1998, tale numero era stato
drasticamente ridotto alle due-tre banche a partecipazione statale (Vneshekonombank,
Vneshtorgbank e Sberbank). Fino verso la fine del 2000, è stato poi assai difficile per
l’operatore ottenere un affidamento da una banca italiana o internazionale su una lettera di
credito rilasciata da una banca russa ritenuta affidabile e gradita al partner locale, senza
la garanzia di collaterali. A partire dal gennaio 2002, ma soprattutto dopo la seconda metà
del 2004, con il netto miglioramento della situazione finanziaria interna e debitoria estera
russa, nonché con il ripetuto passaggio della stessa ad una migliore categoria di rischio, la
Sace ha rivisto la propria posizione in merito ed è ora assai più disponibile alla copertura
assicurativa del rischio Russia, anche con nuove formule più rapide e semplificate, che
possono agevolare in particolare i contratti delle piccole e medie imprese.
c) Pagamenti in compensazione. Alcune aziende russe, con problemi di liquidità
finanziaria, propongono almeno in parte, pagamenti in compensazione, o attraverso
accordi di “buy back”, cioé di vendita al partner italiano del proprio prodotto, finito o
semilavorato, oppure di controvalore in materie prime varie. Questo tuttavia, accade meno
frequentemente nel settore alimentare. Mentre tale pratica sta molto diminuendo o
addirittura scomparendo, l’operatore deve comunque attendersi proposte del genere, che
se del caso, vanno valutate molto attentamente, per la gamma di potenziali problemi che
esse comportano.
Sistema giuridico locale e controversie commerciali
Il sistema giuridico e normativo russo è in costante miglioramento, anche sul piano del
diritto commerciale, dell’arbitrato, etc. Molte delle sue norme sono ormai moderne ed
armonizzate con la legislazione internazionale in materia. Il problema semmai non è nelle
leggi, ma nella loro applicazione, perché i tribunali russi, specialmente nelle istanze
inferiori, in caso di controversia, tendono naturalmente, nei limiti del possibile, a favorire le
tesi della parte locale, soprattutto se l’imprenditore straniero non è ben documentato e
assistito. Ma vi sono ormai vari casi in cui l’imprenditore straniero ha ottenuto
soddisfazione, almeno sul piano giuridico.
L’altro problema maggiore è che anche in caso di sentenze favorevoli, non si riesce
spesso a farle poi applicare in concreto, perché per esempio, il partner russo nel frattempo
ha ritirato tutti gli attivi dall’azienda, di fatto svuotandola o facendola fallire, per poi
ricominciare da zero con un’altra azienda ed in altro luogo.
164
___________________________________________________________________________
In effetti, due sono i principali consigli per l’operatore italiano in Russia: il primo è che
qualsiasi documento o contratto, prima di essere firmato, sia fatto esaminare e approvare
da un legale esperto e preparato sul diritto russo. Il secondo, è che alle prime avvisaglie di
potenziale controversia con il partner russo, si tenti il possibile per comporre il disaccordo
in via compromissoria e non in via giudiziale. Il ricorso formale in giudizio è infatti spesso
controproducente, perché innesca immediatamente meccanismi di difesa e rigetto ad
opera della parte russa, che può fruire di tutte le facilitazioni, lacune o scappatoie
giuridiche e non, offerte dal contesto locale, in modo da vanificare di fatto qualsiasi
iniziativa legale.
Il rischio paese
Il rischio Russia è ormai considerato accettabile dall’intera comunità finanziaria
internazionale, specialmente dopo il pagamento anticipato di tutti i rimborsi dovuti sui
vecchi debiti con le varie organizzazioni internazionali, dal Fondo Monetario al Club di
Parigi, nonchè l’accumulo di riserve valutarie di fatto ormai superiori ai 300 miliardi di
dollari, Fondo di stabilizzazione compreso. La stabilità politica del sistema sembra ormai
assicurata, anche in vista delle elezioni parlamentari del dicembre 2007 e di quelle
presidenziali del marzo 2008. Soprattutto per le piccole e medie imprese straniere, a
differenza dei grandi investimenti in settori di rilevanza strategica, il cui regime giuridico
deve essere chiarito prossimamente, il rischio politico appare minimo, mentre diventa più
importante il rischio amministrativo locale, ovvero la possibile discrezionalità delle autorità
regionali o comunali nella concessione di licenze, permessi vari, etc. Ma questo vale
soprattutto per gli investimenti produttivi, e forse un po’ meno per le strutture commerciali.
Per queste ultime attività esiste naturalmente un altro tipo di rischio, a cavallo tra la
discrezionalità amministrativa e le potenziali pressioni di gruppi di interesse di natura
illegale. In questo ambito, molto dipende dai rapporti con le autorità locali e dalla tipologia
del partner russo, il quale può provvedere più facilmente ad evitare o regolare con
efficacia problemi di questo tipo.
Il sistema fieristico
La partecipazione alle principali fiere specializzate di settore è un aspetto importante di
qualsiasi produttore italiano o straniero che intenda penetrare stabilmente sul mercato
alimentare russo. Tuttavia, in particolare per le piccole e medie imprese, non conviene
assolutamente presentarsi da sole ad una fiera, a meno di non essere disposte a forti
spese per allestire uno stand adeguato, come qualità e dimensione. Infatti, i buyers,
distributori e consumatori russi sono ormai abituati a trascurare gli stand “poveri”, che pur
tuttavia talune aziende e perfino istituzioni italiane (Centri esteri Ccia, Regioni, etc.) hanno
talvolta allestito negli ultimi anni in grandi fiere in Russia. E’ pertanto consigliabile
partecipare in modo adeguato con uno stand consortile, o nell’ambito di uno stand
regionale o provinciale ben organizzato come materiali grafici ed elettronici di
presentazione, naturalmente in lingua russa, associandovi inoltre iniziative promozionali di
degustazione, etc.
165
___________________________________________________________________________
In secondo luogo, occorre tener presente che sono finora tre le fiere alimentari più
importanti in Russia, e tutte a Mosca. Esse sono Prodexpo, in genere in febbraio
all’Expozentr, World Food Moscow, in settembre, sempre all’Expozentr, e per il settore
bevande, in particolare vini e liquori, Interdrink, ancora all’Expozentr a Mosca in ottobre.
Abbiamo inoltre incluso almeno una fiera regionale, ovvero ProdexpoJug a marzo nella
città di Rostov, considerata la porta commerciale per tutta la Russia meridionale, anche se
la fiera non supera i 2-3.000 mq. di superficie. Infine si stanno sviluppando talune fiere
specializzate in settori specifici degli alimentari, come per esempio gli ingredienti, additivi,
etc., che stanno assumendo crescente importanza su questo mercato, e che possono
fornire particolari occasioni di contatti proficui con distributori e produttori alimentari russi.
Alcune tra le principali fiere alimentari in Russia
Titolo
Data e luogo
Tematica
Organizzatori
Coordinate
Prodexpo
12-16 febbraio 2007
Expozentr na
Krasnoj Presne
123100 Mosca,
Krasnopresnenskaja
naberezhnaja,14
14.mostra
internazionale di
prodotti
alimentari,bevande
e materiale per la
loro produzione
Expozentr
Tel. +7 (495) 255-37-99, +7 (495) 255-3946;fax+7 (495) 205-60-55, +7 (495) 205-7205.
E-mail: [email protected]
Sito Web: http://www.expocentr.ru
ProdexpoJug
(ProdexpoSud) 2007
28-31 marzo 2007
VertolExpo
Rostov na Donu,
pr.Mikhaila
Nagibina,d.30
Prodotti della
panificazione,
macchinari,
prodotti alimentari
e bevande
VertolExpo
Tel./fax+7(863) 292 40 78, E-mail:
[email protected],Sito web:
www.vertolexpo.ru
Karta VIN
25-29 aprile 2007
Padiglione 2, sala 6
Crocus Expo
Complesso
espositivo Crocus
city
143400 Regione di
Mosca, città
Krasnogorsk, p/0
Krasnogorsk-4 , a/ja
92, 65-66
km.MKAD
II mostra
internazionale
specializzata di
vini e prodotti
alimentari,
Crocus EXPO
Centro
internazionale
fieristico
Direttore della mostra: Avanesov Rudolf
Ashotovich
Tel.: +7 (495) 727-11-31
E-mail [email protected]
Sea Food
Russia 2007
5-7 giugno 2007
Padiglione 2 sala 6
Crocus Expo
Complesso
espositivo Crocus
city
143400 Regione di
Mosca, città
Krasnogorsk, p/0
Krasnogorsk-4 , a/ja
92, 65-66
km.MKAD
IV mostra
internazionale di
pesci e prodotti del
mare
Zentralnie
Evropeiskie
Vystavki
Tel. +7 (495) 514-13-70
E-mail: [email protected]
Sito web: http://www.seafood-russia.ru/
World Food
Moscow
18-21 settembre
2007
Padiglioni 1,2,3,6,8
Mosca, Expozentr
na Krasnoj Presne
123100 Mosca,
Krasnopresnenskaja
Si tiene dal 1992
vi partecipano oltre
600 imprese
straniere.
ITE Group PLC
ITE Group Gran Bretagna105 Salusbury
Rd, London, NW6 6RG, UK, tel. +44 207
596 5000,fax +44 207 596 5106, E-mail:
[email protected], sito web:
http://www.ite-exhibitions.com
ITE Rossija, 129110 Mosca, ul. Schepkina
dom 42, str. 2°, tel. (7 495) 935 73 50
Sito web: http://www.karta-vin.ru/
166
___________________________________________________________________________
naberezhnaja,14
Tel: +44 (0) 207 596 5086
E-mail: [email protected]
Organizers | Contacts | International Agents
ITE Rossija, 129110 Mosca, ul. Schepkina
dom 42, str. 2°, tel. (7 495) 935 73 50
Persona di contatto: Abramjan Bella
Levonovna, tel. (7 495) 255-39-27, fax: (7
495) 205-60-58, E-mai:
[email protected]
Vystavka
plodoovshnoj
produkzii
2007
Interdrink
2007
Ingredients
Russia 2007
19-22 ottobre
Padiglione 3
Mosca, Expozentr
na Krasnoj Presne
123100 Mosca,
Krasnopresnenskaja
naberezhnaja,14
31 ottobre-2
novembre 2007
Padiglione 5
Mosca, Expozentr
na Krasnoj Presne
123100 Mosca,
Krasnopresnenskaja
naberezhnaja,14
4-7 dicembre 2007
Padiglione 2 sala 8
Crocus Expo
Complesso
espositivo Krokus
city
143400 Regione di
Mosca, città
Krasnogorsk, p/0
Krasnogorsk-4 , a/ja
92, 65-66
km.MKAD
II fiera
internazionale
della produzione
ortofrutticola
XV mostra
internazionale di
bibite e macchinari
del settore
X mostra
internazionale
degli ingredienti
alimentari, prodotti
alimentari,
bevande
SRL.Expomedia
events Russia
Montgomery
International
LTD (Gran
Bretagna)
Interexpo S.rl.
Milano, via
Plinio 73,
123242 Mosca,
ul. M.
Gruzinskaja
20/13
ITE Group PLC
Expomedia events Russia , 115093 Mosca,
ul.Pavlovskaja 7; tel. (7 495) 514-13-70,
fax(7 495) 514-13-71; E-mail:
[email protected], sito web:
http://www.expocee.ru
Montgomery International LTD; tel. +44 (0)
20 7886 3114, fax: +44 (0) 20 7886 3101,
sito web: http://www.montex.co.uk
Persona di contatto: Abramjan Bella
Levonovna; tel. (7 495) 255-39-27;fax: (7
495) 205-60-58, E-mail:
[email protected]
Tel. 39 (02) 23957901
7 (095) 2523366
Fax: 39 (02) 23957998
7 (095) 2521216
E-mail: [email protected],
[email protected]
Sito web: http://www.interexpo.it
Persona di contatto:Anurova Marina
Vasilevna, tel: (7 495) 205-75-72
Fax: (7 495) 205-60-58
E-mail: [email protected]
Tel. +7 (495) 935-73-50
E-mail:[email protected]
Sito web: http://www.ingred.ru/
167
___________________________________________________________________________
Le prospettive di sviluppo sul mercato alimentare russo: orientamenti per gli
operatori del Friuli-Venezia Giulia
a) Il mercato dei prodotti alimentari in Russia, è uno dei settori più dinamici e in
ripresa. Nel 2005 l’aumento di produzione è stato del 4,4% e nel 2006 del 5,4
percento. Nel 2004 l’import di prodotti alimentari ha fatto un balzo del 13,2%,
raggiungendo i 12,8 miliardi di dollari (12 miliardi se si escludono i tabacchi). Nel
2005 le importazioni di alimentari sono continuate a salire e hanno raggiunto i 16,2
miliardi di dollari (15,3 miliardi se si escludono i tabacchi). Nel 2006 vi sarà
un’ulteriore crescita delle importazioni intorno al 23%, fino a 20,1 miliardi di
dollari (19,2 miliardi escludendo i tabacchi). Un altro fattore determinante è stato
l’aumento per il quinto anno consecutivo, delle vendite al minuto di prodotti
alimentari. Nel 2002 si era venduto alimentari al cambio ufficiale in dollari per 55,7
miliardi di dollari, nel 2003 per 68,0 miliardi di dollari, nel 2004 per 87,1 miliardi di
dollari, nel 2005 per 113 miliardi, e nel 2006 per quasi 146 miliardi di dollari.
Tuttavia, secondo stime piu’ recenti (Kachalov & Partners), contando il mercato
“grigio o parallelo”, pari ad almeno il 35-40%, nonchè la sottostima cronica delle
vendite ufficiali, il valore reale delle vendite alimentari in Russia sarebbe di
almeno 200 miliardi di dollari nel 2005 e 230 miliardi nel 2006.
b) In effetti, il mercato alimentare ha risentito della congiuntura favorevole, generata
dalla ripresa di tutta l’economia russa e quindi anche della aumentata capacità
d’acquisto della popolazione. Continua senza soste l’espansione sia delle maggiori
catene russe di supermarket, con forte prevalenza di prodotti agroalimentari, come
“Sedmoj Kontinent” (Settimo Continente), o “Piatierocka”, sia delle grandi catene di
distribuzione straniere (Auchan, Metro, Ava, Ramstor). Esse stanno occupando il
mercato agro-alimentare e dei beni di consumo durevoli in Russia, non solo a
Mosca e San Pietroburgo, ma anche in altre città di provincia, da Nizhnij Novgorod
a Samara e Novosibirsk, senza contare le capitali dei paesi Csi, come Almaty, in
Kazakhstan.
c) Oltre ai supermarket, è continuato ad aumentare nel 2004-2006 il numero dei
negozi specializzati, anche non grandi, nel settore alimentare, che coprono oggi il
41-43% delle vendite, e continua egualmente il processo di ristrutturazione e
modernizzazione, avviato nel 2000 che interessa l’intera struttura dei mercati
cittadini e rionali, con spazi più modernamente attrezzati, rispondenti alle esigenze
commerciali e sanitarie moderne, e soprattutto con ambienti più confortevoli e
attraenti per il consumatore, anche di fascia medio-bassa. Questa tendenza è
percepibile soprattutto nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, ma si sta
allargando visibilmente anche ai centri regionali e provinciali.
d) Nel dicembre 2006, è continuato per il sesto anno consecutivo il boom di vendite di
fine anno, con un aumento di oltre il 20% rispetto al mese di novembre, già al livello
massimo dei 12 mesi Inoltre, la classe media si sta concentrando ora anche sui
prodotti cari, come carne, salumi, etc., come dimostrano i dati sugli aumenti
percentuali delle vendite di vari prodotti alimentari. Il consumatore medio e non solo
medio-alto russo, mentre continua a preferire i prodotti nazionali su quelli importati,
ove appena possibile, sta mirando sempre di più alla qualità e sicurezza alimentare
del prodotto. E questo anche perchè il potere di acquisto medio in Russia è tornato
168
___________________________________________________________________________
oggi o ha superato sensibilmente i livelli pre-crisi, eccetto che per gli alimentari più
cari. In realtà, è previsto un ulteriore sviluppo della capacità di consumo della
classe media, pari a circa il 40% entro il 2009-2010, mentre anche la popolazione
“povera” è diminuita da un circa un terzo ad un quarto del totale.
e) In particolare, proprio il mercato dei prodotti alimentari, sia per l’alimentazione
domestica, che per l’alimentazione nei ristoranti e caffé, è ritenuto al primo posto
come potenzialità di sviluppo, in particolare dei consumi della classe media, che
copre tra il 22 e il 25% dei consumi totali
f) Per l’operatore commerciale, a parte la fascia dei consumi più alta, che continuerà
in ogni caso a svilupparsi, questo è importante per determinare il tipo di strategia di
penetrazione e presenza sul mercato alimentare russo nei prossimi anni. In realtà
nel 2002-2006 si sono rafforzate le due tendenze di base già emerse nel 2000. Da
un lato, si tende alla russificazione dei prodotti in rapporto alle importazioni, anche
se queste ultime sono riprese ad aumentare. Il consumatore russo, a parità di
condizioni, preferisce il prodotto nazionale, a parte il prezzo, perchè lo ritiene
più genuino e naturale, e meno sottoposto a procedimenti chimici artificiali
(additivi, conservanti, etc.). D’altra parte, anche per questo motivo continua il
passaggio dei produttori stranieri dalla dimensione commerciale alla produzione
diretta in loco. Pertanto, la concorrenza sul mercato si sta intensificando.
g) Lo spostamento verso l’alto del potere di acquisto della popolazione russa, sta
inasprendo la concorrenza sull’agro-alimentare anche nella fascia alta, dove
operano prevalentemente i principali produttori e distributori occidentali, insieme a
pochi russi. Questo perché lo sviluppo delle boutiques alimentari, dei supermarket
di fascia medio-alta e dei negozi specializzati di qualità, si sta rivelando
particolarmente redditizio, ed offre varie possibilità anche ai nuovi prodotti
alimentari di nicchia, purchè efficacemente pubblicizzati.
h) Nella fascia media, che è in continua espansione, alla concorrenza “occidentale”,
ed a quella delle imprese russe più moderne e dinamiche, si sta aggiungendo la
concorrenza di alcuni paesi dell’Europa orientale, come Polonia o Ungheria, o
anche ex-sovietici, come Bielorussia e Ucraina, in grado di offrire prodotti
alimentari con un buon rapporto tra prezzo e qualità, senza scadere troppo nella
“fascia bassa o medio-bassa”. Quest’ultima continua ad essere occupata
prevalentemente da vari produttori russi, nonché dai produttori/importatori di paesi
Csi e paesi asiatici, che offrono prodotti alimentari di base a basso costo, qualità
inferiore e confezionamento di tipo semplificato. Ma anche tali prodotti hanno
comunque un loro largo mercato.
i) Si tenga inoltre presente il crescente formarsi e consolidarsi di una domanda di
prodotti alimentari più specializzata e destinata a diverse categorie di
consumatori. Ricorderemo in proposito:
i.
ii.
Prodotti alimentari per i giovani e per l’attività sportiva, ad alto
contenuto vitaminico;
Prodotti alimentari per bambini;
169
___________________________________________________________________________
iii.
Prodotti alimentari preconfenzionati per l’ufficio, cioè pratici come
imballaggio, spesso a basso contenuto calorico, ma tuttavia
nutrienti;
iv.
Prodotti alimentari per animali, ovvero cani, gatti, etc.
j) Per quanto riguarda la posizione dei prodotti italiani sul mercato agroalimentare russo, l’export è in aumento del 20,1%, nei primi dieci mesi del
2006 e a fine anno si dovrebbe arrivare sui 306 milioni di euro, rispetto ai 275,7
milioni di euro del 2005 (codici doganali 1-23, escludendo il tabacco, codice 24). Tuttavia, il
giudizio di fondo rimane sempre il medesimo: l’Italia non occupa in Russia un ruolo
commisurato al suo “status” di grande produttore alimentare di qualità e a livello
europeo-mondiale. I dati Istat (primi 10 mesi 2006) e quelli doganali russi
preliminari e parziali sulle importazioni (nel primo semestre del 2006 per talune
categorie di prodotti e per i primi nove mesi come totale), disponibili all’inizio di
gennaio 2007, confermano almeno due tendenze. La prima è che l’Italia sta
consolidando la sua posizione, in termini di quote di mercato, in poche
categorie di prodotti alimentari in cui è già leader, per esempio nella pasta e
nel caffé. Tuttavia, in altre categorie, per quanto essa aumenti in valore assoluto
l’export ed anche in percentuali significative, si continua a perdere quote di
mercato. Infatti la quota di mercato italiana su tutto l’import alimentare russo
(codici 1-23) è scesa dal 2,0% nel 2005 all’1,78% nel primo semestre 2006.
k) Per quanto riguarda la posizione del Friuli-Venezia Giulia, abbiamo indicato
come le esportazioni in Russia di prodotti alimentari e bevande, pur con valori
assoluti non elevati, sono comunque cresciute del 70% nel 2005, fino a quasi
2,5 milioni di euro, ma sono poi aumentate di meno del 5% nei primi nove
mesi del 2006, a causa di un calo del 32% nelle forniture di bevande. Questo
mentre invece l’export di prodotti alimentari, dopo essere cresciuto del 78% nel
2005, fin oltre 1 milione di euro, ha continuato a crescere del 43% nei primi nove
mesi del 2006, già superando il valore dei 12 mesi 2005.
a) Sul problema delle bevande, tanto vini quanto grappe, osserveremo che vi sono
due possibili fattori per il calo delle forniture osservato nel gennaio-settembre 2006.
Il primo riguarda la politica dei prezzi e i rapporti con i distributori russi, ma
ricordiamo soprattutto la crisi estiva dell’anno scorso nelle forniture generali
di vini e liquori in Russia derivante dai problemi burocratici interni sollevati
dalle nuove disposizioni di ministeri e dogane sulle marche obbligatorie per
le bottiglie. Tali misure, come al solito mal preparate e applicate, hanno condotto
al blocco effettivo per circa tre mesi delle vendite di vino, soprattutto di
importazione, e ai vistosi scaffali vuoti nelle enoteche moscovite. Dovrebbe quindi
trattarsi di un calo temporaneo, a meno che non sia intervenuto anche un secondo
fattore, ovvero la concorrenza di altre marche di vini e grappe italiane.
b) Abbiamo indicato come una voce principale dell’export friulano sia rappresentata
dal caffè (evidentemente Illy, che è già abbastanza noto a Mosca, dove si è
imposto come caffè di fascia alta, superiore a Lavazza, ritenuto di fascia media). In
questo settore, la continuazione dell’attuale campagna promozionale e di immagine
non potrà che apportare ulteriori benefici, data la buona immagine in genere e l’alta
qualità del caffè italiano in Russia.
170
___________________________________________________________________________
c) L’altra voce importante dell’export in Russia è rappresentata dalla frutta e verdura,
le cui forniture, in pratica inesistenti nel 2005, sono raddoppiate in valore dal primo
al terzo trimestre 2006. Tenendo conto dell’alto grado di competitività del settore,
anche da parte di regioni italiane contigue, restano di primaria importanza i buoni
rapporti con i distributori. Nel settore delle patate di qualità, i principali e temibili
concorrenti in Russia sono i tedeschi e gli olandesi, che dispongono in genere di
un’esperienza finanziaria-organizzativa di gestione delle esportazioni di frutta e
verdura più sofisticata e superiore a quella italiana.
d) Per quanto riguarda i pesci e crostacei, che comunque hanno raddoppiato le pur
modeste esportazioni dal II al III trimestre 2006 (73.000 euro), occorre notare che in
Russia pesci come la trota sono ampiamente disponibili come prodotti freschi locali,
e a prezzi competitivi (a meno di 2 euro all’etto) anche in negozi di fascia medioalta. Questo non significa che trote norvegesi confezionate e surgelate non siano
vendute nei supermarket e negozi di fascia alta a prezzi dal 30 al 50% superiori, per
i russi più abbienti e snob. Ma la Norvegia, che precede l’Italia come fornitore
alimentare della Russia, è il più grosso esportatore di pesce su questo mercato.
e) Per i prodotti caseari, come il formaggio Montasio, esso è già in vendita in
boutiques o negozi moscoviti di fascia alta, come il già citato Globus Gourmet nella
via Novij Arbat, e in effetti il suo posizionamento appare di nicchia di èlite, anche se
il suo prezzo rimane abbastanza accessibile in rapporto a formaggi molto cari,
come il formaggio candito australiano o lo Stilton britannico, che costano oltre il
doppio, cioè fino all’equivalente di 15 euro all’etto.
f) Sui salumi, e in particolare i prosciutti, a parte i dati forniti alla sezione apposita
per l’Italia, riteniamo che un maggior spazio di mercato in Russia esista senz’altro
nella fascia medio-alta di consumatori,
ma occorra comunque un’azione
promozionale continua e mirata, in collegamento con la promozione del formaggio
Montasio e più in generale della cucina del Friuli-Venezia Giulia, per esempio
attraverso settimane gastronomiche nei ristoranti italiani e anche russi, di Mosca e
San Pietroburgo, senza escludere altre città negli Urali e nel Volga, come
Ekaterinenburg o Nizhnij Novgorod.
g) Per quanto riguarda l’olio di oliva, occorre anche qui rendersi conto che in
rapporto all’assai più diffuso olio di semi di girasole, si tratta finora in Russia di un
consumo di èlite o comunque di fascia medio-alta, insidiato da un lato, dall’olio
d’oliva spagnolo, che è molto aggressivo nella distribuzione ed ha prezzi più
accessibili, e dall’altro, dai vari olii d’oliva di altre regioni italiane, dalla Liguria alla
Toscana, alla Puglia e Sicilia. Un fattore favorevole, soprattutto per la mentalità
igienista russa, è che l’olio d’oliva incomincia ad essere raccomandato dai medici
per l’alimentazione più sana, e potrebbe iniziare ad essere venduto anche in
farmacia.
h) Infine, il miele. La principale considerazione qui è che nessun russo anche di ceto
medio, tende ad acquistare naturalmente miele di importazione, se non per mera
curiosità, poichè ritiene comunque che il miele russo e in particolare della Bashkiria,
sia di qualità e purezza superiore. Ciò non toglie che nei negozi e supermarket
moscoviti di fascia alta non si trovi miele tedesco o francese, magari con gusti
speciali, o di tipo dietetico, che venga comprato dai nuovi ricchi, malgrado il prezzo
171
___________________________________________________________________________
sensibilmente più alto, dal 50% al doppio. Pertanto, soltanto inserendosi in questa
nicchia si può pensare di vendere qualcosa.
l) In ogni caso, riteniamo che vista la congiuntura odierna di mercato, i tempi siano
maturi per una campagna promozionale in grande stile del prodotto
alimentare italiano in Russia, in cui il Friuli-Venezia Giulia potrebbe ritagliarsi
un proprio ruolo. Non a caso i sondaggi indicano che la cucina italiana è al terzo
posto nelle preferenze dei russi, dopo quella nazionale e caucasica, staccando di
almeno 10 punti percentuali tutte le altre, come la cucina cinese o francese. Inoltre,
tra i ristoranti stranieri (e non dei paesi Csi) a Mosca, il primato numerico e
qualitativo è indubbiamente italiano.
172
___________________________________________________________________________
Allegato
Certificazione, sdoganamento e procedure per l’importazione di alimentari
Certificazione di conformità
Ai fini doganali russi, è necessaria la seguente documentazione:
a) CMR
b) Carnet TIR
c) Contratto in copia originale (con la traduzione in russo)
d) fattura commerciale, tradotta in lingua russa, indicante la tariffa doganale ed
eventualmente la resa Cip (Cost Insurance Policy). In particolare la resa Cip,
seppure non obbligatoria, è consigliata per evitare valutazioni aggiuntive e
discrezionali della dogana russa.
e) Lettera di garanzia bancaria (Passport Sdel’ki)
f) Certificato di origine della merce (consigliata anche la traduzione in russo)
g) Polizza assicurativa (facoltativa, ma talvolta richiesta a conferma del valore della
merce)
h) Altri eventuali certificati richiesti, e per gli alimentari, quello di igiene
Mentre in Russia le certificazioni di qualità e sicurezza vengono effettuate dal
Gosstandard, si consiglia, soprattutto per un produttore-esportatore abituale, di far
certificare una tantum dalla SGS in Italia la propria produzione. Ad ogni spedizione basterà
quindi allegare copia del Test Certificate, che deve poi essere notarizzato in Russia.
Enti di certicazione in Russia
Gosstandart, Mosca, Leninskij Prospekt 9, tel. 095 / 236.0300
VNIIS, Mosca, Elektricevskij Per. 3, tel. 095 / 253.7006, 253.0078
Standard, Etichettatura e Imballaggio
La fornitura di beni alimentari e durevoli importati in Russia senza etichettatura contenente
le corrispondenti informazioni in lingua russa e’ stata proibita con il decreto governativo
n.1037 del 15 agosto 1997. Gli importatori o enti importatori dovranno infatti fornire,
secondo il tipo e la specifica natura del prodotto o articolo, in particolare per i generi
alimentari:
a)
b)
c)
d)
e)
la denominazione del bene importato
ingredienti
contenuto al netto della tara
tabella nutrizionale minima (valori calorici)
data di scadenza
173
___________________________________________________________________________
f) il nome del produttore(Il nome della societa’ produttrice puo’ essere fornito anche in
lettere latine, ma e’ meglio comunque riportarlo egualmente in russo)
g) paese di origine
h) la funzione, le caratteristiche tecniche principali e le qualita’ del prodotto
i) altre eventuali informazioni richieste specificamente dalla legislazione russa e dagli
standard governativi
Procedure di sdoganamento e dazi doganali
Le importazioni in Russia di generi alimentari non sono soggette a particolari limitazioni,
eccetto in taluni casi, quando vi siano particolari motivi igienici (vedi mucca pazza, etc.), in
genere annunciati attraverso apposite circolari e disposizioni. I corrispondenti dazi
doganali si collocano in una fascia che va generalmente dal 5 al 20%. Occorre comunque
tenere conto che esiste in pratica una certa discrezionalità nella classificazione precisa
delle categorie doganali, nonché della loro registrazione formale ai valichi di frontiera,
discrezionalità che è lamentata anche dalle stesse autorità doganali russe, perché essa
consente abbastanza spesso l’abbattimento al minimo dei dazi doganali. Inoltre, a partire
dal gennaio 2002, l’annunciata riforma del codice doganale e delle aliquote di tassazione,
ha condotto ad alcuni mutamenti (aumento o diminuzione del 5% o più) per talune
categorie di generi alimentari, che devono pertanto essere verificate
Nota. Le indicazioni sopra si riferiscono a codici doganali generici. Per ogni singola voce
occorre determinare con precisione il codice doganale di appartenenza (composto da 9
cifre), che potrebbe corrispondere a dazi differenti rispetto a quelli generali.
174
Scarica

nota settoriale agroalimentare