PRIMO PIANO A cura di Vito Lamorgese *, Giuseppe Castellana ** Arrivano le Allergie… maledetta Primavera! Diagnosi, terapia e prevenzione per asma e rinite 'Allergologia respiratoria è la branca dell'Allergologia Generale che si occupa delle malattie allergiche che interessano l'apparato respiratorio. L'allergia può interessare le vie respiratorie alte dando la rinite allergica (a cui si associa generalmente la congiuntivite); oppure le vie respiratorie basse causando l'asma allergico. Frequente è l'interessamento contemporaneo dei due settori dell'apparato respiratorio. Gli studi epidemiologici condotti negli ultimi anni attestano un progressivo aumento dei soggetti affetti da allergia respiratoria con una prevalenza che varia dal 10 al 15% della popolazione. Tale incremento in parte è apparente ed in parte è reale come appunto rispondiamo a chi ci pone il quesito, perché preoccupato della scoperta di allergie anche nel proprio nucleo famigliare. È apparente che, se si considera che oggi si presta maggiore attenzione a questo settore della medicina, si hanno maggiori possibilità diagnostiche ed i Centri Allergologici sorgono anche in provincia. L'incremento però è reale soprattutto per la più ampia diffusione della "costituzione atopica" cioè della predisposizione genetica alle allergie e per la maggiore possibilità di esposizione alle sostanze allergizzanti a causa del degrado urbano delle città e dell'aumento della superficie agricola incolta. La costituzione atopica Con questo termine si intende la particolare capacità di alcune persone a produrre anticorpi particolari chiamati IgE verso sostanze normalmente presenti nell'ambiente e capaci di provocare l'allergia, sostanze dette "allergeni". Queste sostanze sono presenti negli ambienti di vita e dunque tutti ne vengono a contatto, pugliasalute ma solo alcuni ne subiscono danno in quanto producono molte IgE. Questi sono appunto gli atopici, cioè coloro che possono ammalarsi di allergie. L'ambiente scatenante Un soggetto atopico, cioè predisposto ad ammalarsi di allergia, può diventare allergico, ossia ammalato di allergia, dopo l'intervento di fattori ambientali, perché si espone oltre misura alle sostanze che determinano l'allergia. Questa condizione di ammalato richiede del tempo per verificarsi e sebbene possa essere raggiunta nei - ventidue - aprile 2007 primi anni di vita, è in genere matura a partire dall'età scolare. E' per questo motivo che, in linea di massima, l'atopico si allergizza prima nei confronti di quegli allergeni che più precocemente lo assalgono. Infatti nel primo anno di vita l'allergia più importante è quella al latte vaccino, in quanto l'elevato carico di latte e l'immaturità del canale intestinale rendono il bambino atopico, vulnerabile attraverso l'alimentazione. L'eczema sulla pelle è il segno di tale allergia. Successivamente nell'età prescolare il bambino atopico si allergizzerà verso gli allergeni presenti nell'ambiente di casa se presenti in elevate quantità, e poi dopo i 6 anni si allergizzerà più facilmente verso i pollini, ma solo verso quelli presenti nel territorio geografico nel quale vive. Dunque è chiaro che due sono i fattori che determinano lo sviluppo della malattia allergica: uno è costituzionale, ereditato, per cui se uno solo dei genitori è atopico, la probabilità statistica che i figli siano atopici è di uno su tre; se invece entrambi i genitori sono tali la probabilità è di due su tre. Il secondo fattore è l'ambiente di vita, " l'ambiente scatenante", per cui compare la malattia allergica e si è esposti a forti cariche di allergeni nel proprio ambiente di vita: domestico, professionale o atmosferico. Gli allergeni Le sostanze che sono in grado di scatenare l'allergia respiratoria sono numerose. Esse vengono distinte in sostanze "inalanti", cioè che entrano nelle vie aeree con l'aria che respiriamo, e sostanze "non inalanti", cioè sostanze in grado di determinare l'allergia respiratoria entrando nell'organismo per una via diversa da quella aerea (gli alimenti, i farmaci per bocca o per iniezione). Le sostanze inalanti sono quelle più interessanti e si distinguono a loro volta in "pollini" e "non pollini". • I pollini: i pollini di erbe, fiori e piante sono la più frequente causa di allergia respiratoria. Un granello di polline rappresenta la cellula sessuale maschile essenziale per la riproduzione dei semi delle piante. Esso viene rilasciato da una pianta e trasferito ad un'altra dagli insetti o dal vento. Le piante impollinate dagli insetti producono pochi pollini che si legano alle zampe degli insetti e non hanno importanza per l'allergia respiratoria; invece le piante pericolose per i soggetti allergici sono quelle impollinate dal vento, che liberano nell'aria grandi quantità di grani di polvere, anche se solo pochi di essi serviranno per la riproduzione delle piante (è evidente l'analogia con la fecondazione umana dove una miriade di spermatozoi viene pugliasalute messa in azione per un solo uovo). La conseguenza è che l'aria è piena di pollini, che misurano 15/50 micron, e noi li respiriamo. I pollini che causano più frequentemente allergia respiratoria sono quelli di erbe infestanti (graminacee, paritaria ed altre); di fiori (margherita, crisantemo, assenzio), di alberi (olivo, cipresso ed altri). La considerazione importante è che il soggetto con allergia ai pollini può avere disturbi soltanto nel periodo dell'anno nel quale le piante sono in fiore. A tale riguardo si distinguono le piante a fioritura preprimaverile( da noi il cipresso), a fioritura primaverile (graminacee e olivo), a fioritura autunnale (composite). Inoltre l'erba paritaria da noi ha una fioritura quasi continua, ad esclusione dell'inverno. La stagione peggiore per l'allergia respiratoria è certamente la Primavera allorché si sommano nell'aria i pollini della paritaria, delle graminacee e dell'olivo, così che, mentre per la maggior parte delle persone essa è la stagione preferita, per gli allergici diventa una… maledetta primavera! • I non pollini: così vengono indicati gli allergeni che non sono pollini. I più importanti sono la polvere di casa e la forfora di animali domestici. La polvere di casa è un miscuglio eterogeneo di sostanze organiche ed inorganiche, ma il vero allergene di essa è un acaro, o meglio le feci di un acaro, parassita della polvere, delle dimensioni di 300 micron, chiamato dermatophagoides pteronyssimus, dal greco letteralmente "acaro della piuma che mangia la pelle". È anche detto "acaro del letto" perché si nutre della forfora che naturalmente lasciamo nel letto. Nutrendosi di questo materiale secco è ovvio che gli acari hanno bisogno di fluidi, che essi sottraggono all'aria ambientale. Infatti l'umidità dell'aria superiore al 60% è indispensabile per la loro rapida riproduzione. Si è calcolato che un grammo di forfora umana, che è la quantità persa da una persona in un giorno, può nutrire migliaia di acari per mesi. Essi sono più numerosi nelle case umide (fino a 2000 per 1 grammo di polvere), con più persone per stanza, senza sole, in presenza di umidificatori; nei cuscini di lana o di piume, nelle trapunte, sui materassi, sui vestiti di lana. Tra gli animali in grado di causare allergie attraverso la forfora che lasciano nell'ambiente ci sono il gatto e il cane. Meccanismo dell'allergia Le IgE prodotte in seguito a ripetuti stimoli allergenici si attaccano alla superficie di cellule del corpo umano coinvolte nelle reazioni allergiche, chiamate mastociti e basofili. Successivamente esse legano l'allergene e provocano una reazione biochimica che porta alla fuoriuscita di sostanze varie dall'interno delle cellule tra le quali la più importante è l'istamina. È questa la causa dei disturbi dell'allergia. - ventitre - aprile 2007 La diagnostica La diagnostica comprende: • l'anamnesi, un esame del soggetto mirante a rilevare la familiarità atopica, l'età di insorgenza dei disturbi, la conoscenza dell'ambiente di vita domestico-topografico, professionale, stagionale. Quindi si rilevano i disturbi del paziente: prurito e lacrimazione degli occhi (che appaiono gonfi e rossi per soggetti affetti da congiuntivite); prurito nasale; prurito faringeo con starnuti e fuoriuscita di liquido acquoso dal naso per soggetti affetti da rinite; dispnea sibilante, cioè affanno, tosse secca e sibili per i soggetti affetti da asma bronchiale; • l'esame clinico pone l'accento ad alcuni gesti tipici del bambino allergico: lo strofinio del naso con un movimento verso l'alto (il cosiddetto saluto allergico), corrugamenti e stiramenti del naso e della bocca; • le prove allergiche cutanee, dette prik-test. È un esame fondamentale che consiste nel porre delle gocce contenenti gli allergeni sull'avambraccio dei pazienti e farle penetrare nella pelle per mezzo di un ago piccolissimo e assolutamente indolore. La comparsa di un prurito e di un pomfo in corrispondenza di una o più gocce sta a dimostrare la positività dell'esame ed indica qual è l'allergene in causa; • l'esame del sangue, chiamato PRIST e RAST, richiesto dall'Allergologo sulla base delle risultanze delle prove cutanee solo in casi particolari e nei pazienti da sottoporre pugliasalute a terapia iposensibilizzante. La terapia Si distingue in 1-sintomatica, 2-preventiva, 3iposensibilizzante. 1. Si avvale di farmaci, gli antistaminici, che tolgono il sintomo, ossia lo starnuto, il prurito, la secrezione; e si avvale dei broncodilatatori per l'asma. 2. Si avvale di farmaci per bocca o spray nasali e bronchiali che diminuiscono la sensibilità della mucosa nasale e bronchiale all'aggressione degli allergeni. 3. Si avvale di una serie di iniezioni sottocutanee per schemi temporali appropriati con soluzioni della stessa sostanza, alla quale si è allergici, al fine di creare una tolleranza dell'organismo all'allergene. I risultati non sono scontati e si aggirano comunque intorno al 70% per la rinite. Oggi la terapia iposensibilizzante per via nasale ed orale è quella meglio accettata dai pazienti. La prevenzione primaria Consiste nell'adottare provvedimenti atti ad impedire l'insorgenza di malattie allergiche nel bambino a rischio, cioè il bambino figlio di genitori allergici o con una pesante storia familiare di allergie. Sapendo che i più comuni alimenti come latte, vaccino e uova, sono la principale causa di allergia alimentare e che le polveri di casa possono essere causa di rinite ed asma negli anni successivi, la prevenzione primaria si può così impostare: • allattamento al seno dal primo giorno di vita e il più a lungo possibile, introducendo nell'alimentazione il latte vaccino dopo i 6 mesi, e l'uovo dopo i 12 mesi; • misure antipolvere negli ambienti più frequentati dal bambino, che dovrebbero avere pochi arredi, pavimento facilmente lavabile, materasso e cuscino di gomma-piuma, giocattoli lisci e lavabili e niente peluche; • evitare che gli adulti fumino negli ambienti dove vive il bambino. La prevenzione secondaria Si deve effettuare dopo che il bambino ha presentato i disturbi e si è scoperta la causa allergica di questi. È chiaro che il contatto con gli acari presenti nelle polveri di casa, con gli animali domestici, muffe e pollini, e l'assunzione di particolari cibi è dannosa per il bambino risultato allergico ad essi. Si deve quindi come prima cosa ridurre al minimo il contatto del soggetto allergico con queste sostanze allergizzanti. Alcuni Dati Nella ASL ex-BA/5 rispetto alla sintomatologia allergica il 9% dei pazienti è risultata affetta da asma bronchiale allergia, il 70% da rinite allergica e il 21% da sindrome associata rinoasmatica. Il 50% dei soggetti è risultata allergica ad un solo allergene, il 24% a due, il 15% a tre, il 6.5% a quattro. Nel 30% è stata riscontrata una familiarità allergica. * Direttore Dipartimento Pneumologia P.O. Gioia del Colle ASL BA ** Dirigente Dipartimento Pneumologia P.O. Gioia del Colle ASL BA - ventiquattro - aprile 2007