Comune di GESSATE
Provincia di Milano
Procedura di Valutazione Ambientale Strategica
RAPPORTO AMBIENTALE
(ai sensi dell’art. 4 della LR 12/2005)
Quadro normativo di riferimento
e
Quadro conoscitivo
Data: 3 novembre 2008
Aggiornamenti:
Adottato con Delibera C.C.N.:
in data:
Approvato con Delibera C.C.N.:
in data:
IL SINDACO
IL SEGRETARIO COMUNAE
Geom. C. Gatti (Ufficio Tecnico)
Ing. Claudia Lucotti
Dott.ssa Laura Crespi (collaboratore)
Dott. Pietro Gargioni (collaboratore)
Comune di Gessate
Valutazione Ambientale Strategica
QUADRO NORMATIVO E PROCEDURALE .....................................................................................................3
PREMESSA ...................................................................................................................................................................... 3
RIFERIMENTI NORMATIVI .................................................................................................................................................. 5
Il quadro di riferimento nazionale: Testo Unico Ambientale e decreti correttivi ................................. 6
La Legge Regionale 12/2005: pianificazione comunale ............................................................... 7
La Legge Regionale 12/2005: Valutazione Ambientale Strategica ................................................. 9
Gli indirizzi regionali: DCR 13 marzo 2007 ............................................................................. 10
FASI PROCEDURALI ........................................................................................................................................................ 11
Fase di Preparazione ed Orientamento ................................................................................. 13
Fase di Elaborazione e Redazione ....................................................................................... 14
Fase di Adozione ed Approvazione....................................................................................... 17
Fase di Attuazione e Gestione ............................................................................................. 18
ASPETTI TRASVERSALI .................................................................................................................................................. 18
Consultazione e partecipazione ........................................................................................... 19
Negoziazione e concertazione ............................................................................................. 19
Consultazione e informazione.............................................................................................. 19
Comunicazione ................................................................................................................ 20
QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE ...........................................................................21
SISTEMA TERRITORIALE ................................................................................................................................................. 21
Cenni storici ed inquadramento territoriale ............................................................................. 21
Cave .............................................................................................................................. 22
SISTEMA SOCIO-ECONOMICO ......................................................................................................................................... 22
La dinamica demografica.................................................................................................... 22
Il quadro economico .......................................................................................................... 25
Il mercato residenziale ....................................................................................................... 28
SISTEMA AMBIENTALE ................................................................................................................................................... 29
Aspetti idrogeologici .......................................................................................................... 29
Qualità delle acque ........................................................................................................... 36
Qualità dell’aria ................................................................................................................ 37
Paesaggio ....................................................................................................................... 43
Rifiuti.............................................................................................................................. 50
Agenti Fisici ..................................................................................................................... 53
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QUADRO NORMATIVO E PROCEDURALE
PREMESSA
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) concerne la valutazione degli effetti di determinati piani e
programmi sull’ambiente ed è stata introdotta a livello europeo dalla Direttiva 2001/42/CE.
L’obiettivo della VAS, come sottolineato nella stessa Direttiva comunitaria, è “..garantire un elevato livello di
protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e
dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga
effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi
sull’ambiente..” (art. 1).
Uno strumento che si ponga l’obiettivo di una pianificazione sostenibile deve contemplare l’integrazione di tre
concetti
fondamentali:
• sostenibilità ambientale
• sostenibilità economica
• sostenibilità sociale
La Direttiva rappresenta, inoltre, uno strumento per l’attuazione di due pilastri della politica comunitaria: il
principio di integrazione e quello della partecipazione dei cittadini.
Quest’ultimo concetto, introdotto dalla Convenzione di Aarhus del 1998, sottolinea la necessità del
coinvolgimento del pubblico al processo decisionale e, in modo più specifico, il Protocollo UNECE sulla
Valutazione Ambientale Strategica allarga il concetto di partecipazione all’intero processo di
pianificazione/programmazione.
La fase di partecipazione deve garantire a tutti i soggetti la possibilità di accedere all’informazione minima
delle fasi decisionali, in modo da poter esprimere le proprie considerazioni e conoscere gli orientamenti
espressi dagli altri “attori” coinvolti. A tal fine possono essere utilizzati strumenti informatici per la diffusione
delle informazioni, pubblicando su siti web dedicati le fasi della valutazione e attivando Forum tematici,
invitando così i principali stakeholders a prendere visione dei documenti e fornire i propri contributi. I risultati
del processo di partecipazione devono essere resi pubblici e divenire parte integrante del processo di VAS.
La Direttiva stabilisce alcuni obblighi generali che riguardano (art. 4):
 i tempi di redazione della VAS, che deve essere effettuata contestualmente alla preparazione del
piano/programma o all’avvio della relativa procedura legislativa
 la necessità di evitare duplicazioni della valutazione nel caso in cui si debbano analizzare p/p
gerarchicamente ordinati
 la possibilità (art. 11) di prevedere procedure coordinate comuni nel caso in cui si dovesse effettuare
una valutazione ambientale riguardante programmi comunitari (ad esempio la Direttiva “Uccelli”
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79/409 CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, o la Direttiva “Habitat” 93/42 CEE,
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche)
La convenzione di Aarhus è stata sottoscritta nella medesima città danese nel 1998 ed è entrata in vigore il
30/10/2001. Tale accordo definisce un nuovo modello di “governance ambientale” fondato su tre concetti
basilari: l’accesso all’informazione ambientale, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali, l’accesso
alla giustizia.
L’articolo 5 della Direttiva comunitaria specifica che “..nel caso sia necessaria una valutazione ambientale ai
sensi dell’articolo 3, paragrafo 1, deve essere redatto un Rapporto Ambientale in cui siano individuati, descritti
e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente, nonché
le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano/programma..”. Nell’ Allegato
1 della Direttiva vengono riportati i contenuti e le informazioni che devono essere contenute nel Rapporto
Ambientale, ovvero:
 illustrazione di contenuti e obiettivi del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o
programmi •
 aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del
piano o del programma
 caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate
 qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare
quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi di
specifiche direttive CEE
obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale,
comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua
preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni
considerazione ambientale possibili effetti significativi sull'ambiente: positivi o negativi, a breve o a
lungo termine, primari e secondari, cumulativi e sinergici. Vengono compresi aspetti quali la
biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori
climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e
l'interrelazione tra i suddetti fattori
 misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali
effetti negativi significativi sull'ambiente derivati dall'attuazione del piano o del programma
 sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata
effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o
mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste
 descrizione delle misure di monitoraggio degli effetti ambientali derivanti dall’attuazione di piani e
programmi
 Sintesi non Tecnica delle informazioni sopra citate
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La Direttiva comunitaria è stata recepita in Lombardia tramite la Legge Regionale n° 12/2005 (“Legge sul
Governo del
Territorio”) e a livello nazionale dal D. Lgs. 152/2006 (“Testo Unico Ambientale”).
Il Comune di Gessate si è mosso all’interno del contesto normativo regionale avviando formalmente la
procedura di VAS mediante l’avviso di Avvio del Procedimento del 29/10/2008 pubblicato sul BURL (Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia) n 44 Serie Inserzionie Concorsi, sul quotidiano Avvenire in data 29/10/08 e
sul proprio sito web.
Il presente Documento di Scoping è finalizzato alla definizione del quadro di riferimento per la VAS del
Piano di
Governo del Territorio del Comune di Gessate e rappresenta il primo elaborato che viene predisposto nella
procedura di Valutazione Ambientale Strategica, con l’obiettivo di definire:
a. lo schema del percorso metodologico e procedurale che si intende seguire, sottolineando le
interazioni tra la procedura di pianificazione territoriale e le fasi della valutazione ambientale
strategica
b. i soggetti e gli enti territorialmente interessati, le modalità di partecipazione con il pubblico
c. il quadro di riferimento conoscitivo
d. la portata ed il livello delle informazioni da includere nel rapporto ambientale
e. la tipologia e il grado di approfondimento delle informazioni che saranno successivamente trattate
nel corso della procedura
RIFERIMENTI NORMATIVI
In questa sezione verranno brevemente riassunti gli elementi legislativi fondamentali della Valutazione
Ambientale
Strategica. Dopo aver richiamato, nel paragrafo precedente, l’originaria introduzione a livello europeo della
procedura, si descrive in seguito il recepimento della VAS sia dalla legislazione nazionale, sia da quella
regionale.
Le istanze di salvaguardia ambientale, avanzate già a partire dagli anni ottanta, hanno trovato una risposta
compiuta negli strumenti di pianificazione dell’impianto normativo del nostro Paese solo nel corso degli ultimi
anni. Così la legge regionale che istituisce il PGT, unitamente all’entrata in vigore della normativa europea
sulla Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) di Piani e Programmi, ha posto le basi affinché la pianificazione urbanistica partecipi, in tutte
le fasi di costruzione del PGT stesso, ad obiettivi di tutela, salvaguardia e sostenibilità ambientale.
La stessa evoluzione disciplinare di questi ultimi anni, orientata verso un modello di pianificazione urbanisticoecologico della città, consapevole dell’importanza dell’inserimento ambientale nei diversi contesti urbani, ha
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richiamato attenzione sulla necessità di valutare la programmazione socio-economica e funzionale delle
attività e la relativa localizzazione nel territorio in relazione alla sostenibilità ed al risparmio delle risorse
ambientali. Ciò è avvenuto in linea con le indicazioni di
“Agenda 21” e con le istanze contenute in altri documenti come il Rapporto Brutland, la Carta di Aalborg, ma
anche i n programmi comunitari come Urban, Life, Equal e Safe.
Il quadro di riferimento nazionale: Testo Unico Ambientale e decreti correttivi
Il complesso legislativo nazionale in materia di valutazioni territoriali ed ambientali è relativamente recente ed
in continuo divenire.
Il 1° agosto 2007 è divenuta efficace la parte seconda del D.lg. 152/2006 (Testo Unico Ambientale o Codice
dell’Ambiente) relativa alle procedure di VIA, VAS e IPPC, che recepisce la Direttiva comunitaria 42/2001.
Successivamente all’approvazione del D.lg. 152/2006 è stata emanata una disposizione correttiva, il D.lg. n°
4 del 16 Febbraio 2008, che sostituisce ed integra gli ordinamenti del Testo Unico e del successivo D. Lgs. n°
284 dell’ 8 Novembre 2006 in materia di rifiuti e di valutazioni ambientali.
Il nuovo decreto, oltre a riscrivere completamente la sezione VIA/VAS/IPPC, allarga il campo di applicazione
anche ai piani di qualità dell’aria e ai piani/programmi relativi agli interventi di telefonia mobile,
precedentemente esclusi dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica; sono stati inoltre previsti 7
allegati che definiscono ed ampliano la tipologia dei piani/programmi e/o progetti da sottoporre a VIA e VAS,
definendone la modalità. Si ricorda, comunque, che le procedure di VAS e VIA avviate precedentemente al
decreto correttivo vengono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell’avvio del procedimento (art.
35).
Il D.lg. 152/2006 e le successive modifiche riprendono i principi-chiave enunciati nella Direttiva comunitaria e
recepiti dalla normativa regionale lombarda. Viene ribadito infatti che:
-
la Valutazione Ambientale Strategica deve essere effettuata durante la fase preparatoria del
piano/programma ed anteriormente alla sua approvazione in sede legislativa o amministrativa. Per i
piani o i programmi sottoposti a VAS deve essere redatto, prima ed ai fini dell’approvazione, un
Rapporto Ambientale, che costituisce parte integrante della documentazione del p/p proposto o
adottato e da approvarsi (art. 9, comma 1)
-
tutti i documenti devono essere resi pubblici: la partecipazione del pubblico è considerata un
requisito indispensabile per la procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Prima
dell’approvazione, il p/p adottato ed il Rapporto Ambientale devono, infatti, essere messi a
disposizione del pubblico e delle autorità (art. 10, comma 1) che, per specifiche competenze
ambientali e paesaggistiche, esercitano funzioni amministrative correlate agli effetti sull’ambiente
dovuti all’applicazione del p/p (o che, secondo il decreto correttivo, per le loro specifiche competenze
o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull'ambiente dovuti
all'attuazione dei piani, programmi o progetti). Anche il Giudizio di Compatibilità ed il provvedimento
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di approvazione devono essere messi a disposizione del pubblico da parte del proponente, che deve
darne notizia a mezzo stampa secondo le modalità fissate da apposito regolamento ministeriale (il
correttivo prevede la pubblicazione della decisione sul BURL e la messa a disposizione, anche sul
web, del Parere Motivato).
La Legge Regionale 12/2005: pianificazione comunale
La nuova legge urbanistica regionale (Legge per il Governo del Territorio) raccoglie in un unico testo un
insieme complesso e frammentario di norme approvate nel corso delle ultime due legislature regionali (19952005) come modifiche e integrazioni della Legge Urbanistica n° 51 del 1975.
In particolare, nel campo della pianificazione a livello comunale si osserva una radicale modifica, culturale e
non solo normativa, degli strumenti finalizzati al governo del territorio: viene superato il concetto dell’unitarietà
dello strumento di piano, il PRG, incapace, nel tempo, di governare le trasformazioni territoriali, introducendo
due strumenti di pianificazione (art. 6):
1. l Piano di Governo del Territorio (PGT)
2. I piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale
Il successivo articolo 7 sancisce una ulteriore articolazione del PGT in tre atti distinti e con specifiche identità,
ma intimamente collegati:
• Documento di Piano (DdP)
• Piano dei Servizi (PdS)
• Piano delle Regole (PdR)
E’ possibile evidenziare, già in prima battuta, alcune innovazioni introdotte dalla normativa regionale per la
pianificazione comunale:
-
il piano viene concepito come processo in continua evoluzione, capace di interagire con gli altri
strumenti di pianificazione generando un percorso circolare e continuo di perfezionamento, in modo
da adeguarsi al mutare delle condizioni territoriali e socio-economiche della popolazione
-
il piano deve trovare il proprio fondamento sulla sostenibilità socio-economica ed ambientale delle
scelte, da perseguire attraverso una continua interrelazione con il procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica, prevista nell’art 4 della stessa legge regionale
-
il piano si caratterizza per la responsabilità di:
a) prevedere strategie di sviluppo ad ampia scala
b) implementare azioni intese ad attuare obiettivi alla scala comunale, ma potenzialmente in
grado di comportare ricadute anche su una estensione territoriale maggiore
-
deve essere implementato un sistema per la condivisione delle:
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a) informazioni, tramite la diffusione di conoscenze multidisciplinari del territorio, integrate al
Sistema Informativo Territoriale (SIT)
b) strategie, attraverso la raccolta di proposte di tutti i soggetti che interagiscono sul
territorio
c) procedure, attraverso la realizzazione di forum tematici aperti al pubblico e ai principali
stakeholders, a cui spetta lo svolgimento di un ruolo attivo e costruttivo tramite la proposta
di soluzioni e/o alternative alle scelte di piano
-
nell’ambito delle interrelazioni previste tra i differenti Enti per la Gestione del territorio si prevedono
ruoli ben definiti, all’interno dei quali alla Regione spetta di emanare le linee di indirizzo e di
orientamento per la pianificazione territoriale e alla Provincia spetta il compito di gestire e coordinare
le azioni per la governance dei sistemi locali
-
vengono introdotti meccanismi di compensazione e perequazione urbanistica. Tali principi
costituiscono un’importante strumento per garantire scelte di pianificazione e programmazione
territoriale maggiormente sostenibili, consentendo di implementare azioni di riqualificazione e
salvaguardia paesistica del territorio
La circolarità del PGT prevede una continua interrelazione con i principali strumenti pianificatori sovraordinati,
quali il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e il PTR (Piano Territoriale Regionale). I
rapporti tra questi strumenti sono favoriti dal contenuto di alcune linee ed elementi comuni a tutti i livelli, tra i
quali:
-
la definizione di un quadro conoscitivo
-
l’individuazione di obiettivi generali/specifici e linee di azione
-
le previsioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale nelle scelte di piano
-
la difesa e la valorizzazione del suolo
Le correlazioni tra il PGT e il PTCP sono particolarmente evidenti. L’analisi conoscitiva prevista nel
Documento di Piano costituisce la base informativa territoriale di partenza per l’elaborazione del PTCP;
viceversa, le scelte di PGT devono raccordarsi a quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento in
merito ad aspetti di rilevanza sovracomunale, tra cui:
-
l’attuazione della rete ecologica così come definita nel PTCP
-
la localizzazione di strutture di interesse sovracomunale
-
le previsioni di inserimento ambientale di infrastrutture per interventi di mobilità a scala provinciale o
regionale
-
l’implementazione delle prescrizioni relative alla difesa del suolo previste sia nel PTCP, sia nel Piano
Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI)
-
l’attuazione dei contenuti riguardanti l’individuazione e la tutela delle aree agricole
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-
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la perequazione urbanistica, che dovrà essere concordata con le politiche studiate a livello
provinciale
Il PGT si compone di tre strumenti: il Documento di Piano, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi.
Il Documento di Piano (DdP) è lo strumento contenente gli obiettivi di sviluppo e le politiche strategiche che
l’amministrazione comunale intende perseguire nella gestione del proprio territorio. Il DdP è l’atto attraverso il
quale perseguire un quadro complessivo di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale, valorizzando le
risorse paesaggistiche, culturali ed ambientali che si collocano alla base dello sviluppo sostenibile. Si
configura come uno strumento altamente flessibile: la sua durata quinquennale e la mancata attribuzione di
effetti diretti sul suolo evidenziano la sua peculiare connotazione politico-amministrativa.
Il Piano delle Regole definisce gli aspetti regolamentativi e gli elementi di qualità del territorio; il Piano dei
Servizi è lo strumento che armonizza il sistema delle dotazioni e delle attrezzature pubbliche e/o di pubblico
interesse presenti sul territorio tra i diversi insediamenti funzionali. Questi tre sistemi pianificatori devono
interagire fra loro per assicurare coerenza e compatibilità ai fini della realizzazione degli obiettivi prefigurati
nel Documento di Piano.
La legge regionale stabilisce una valenza temporale quinquennale per il Documento di Piano, al termine del
quale la Pubblica Amministrazione deve provvedere ad emanare un nuovo Documento; tali limitazioni non
sono invece previste sia per il Piano delle Regole, sia per il Piano dei Servizi. La durata prevista dalla
normativa per il DdP risponde ad un’esigenza di flessibilità per poter fornire risposte tempestive alle
dinamiche territoriali in continua evoluzione, tuttavia le politiche strategiche proposte nel Documento devono,
comunque, possedere una visione temporale più ampia del termine di scadenza fissato.
La Legge Regionale 12/2005: Valutazione Ambientale Strategica
L’applicazione della VAS allo strumento pianificatorio comunale costituisce una novità introdotta dall’art. 4
della Legge
Regionale 12/2005; al comma 2 del medesimo articolo viene infatti disposto che il Documento di Piano,
essendo lo strumento contenente gli obiettivi strategici e le azioni di sviluppo del territorio, deve essere
sottoposto, insieme alle relative varianti, alla procedura di Valutazione Ambientale di cui alla Direttiva
2001/42/CE.
Come esplicitato nello stesso comma, la VAS deve essere “effettuata durante la fase preparatoria del piano o
del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avviso della relativa procedura di approvazione”. La
valutazione, dunque, deve essere condotta contestualmente alla redazione del Documento di Piano,
integrandosi al processo
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pianificatorio fin dal suo inizio e rappresentandone un decisivo fattore di governance e di legittimazione delle
scelte. Il significato chiave della Valutazione Ambientale Strategica è la capacità di interagire col processo di
pianificazione ed orientarlo verso la sostenibilità secondo diversi livelli di integrazione:
• in tutte le fasi di vita di un piano o programma deve sempre risultare evidente l’interrelazione tra il processo
di pianificazione e la valutazione ambientale: il dialogo tra i due strumenti per il governo del territorio permette
correzioni e miglioramenti continui che rendono il prodotto finale più maturo e consistente.
• l’integrazione deve altresì riguardare le politiche dei diversi enti ed organi della pubblica amministrazione
coinvolti nella stesura del p/p, soprattutto nelle fasi di scelte strategiche iniziali di piano.
• il concetto di “sostenibilità” implica considerazioni congiunte a livello ambientale, sociale ed economico: tali
valutazioni di insieme, spesso alquanto difficoltose, permettono una visione più ampia delle problematiche ed
un livello di conoscenza maggiore e ben più utile di quelli che emergono dalle sole analisi specifiche di
settore.
La procedura di VAS prevede la redazione, parallelamente alla stesura del Documento di Piano, di un
Rapporto Ambientale (RA), in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del
piano o del programma possono comportare sull'ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli
obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma.
Il RA accompagnerà il processo di elaborazione del piano, in modo che i fattori ambientali vengano integrati
nel processo decisionale contribuendo alla proposta di obiettivi e strategie, individuando gli effetti significativi
connessi all’attuazione del piano, specificando i criteri ambientali da utilizzare nelle scelte di piano e gli
indicatori di riferimento.
Gli indirizzi regionali: DCR 13 marzo 2007
Le modalità applicative della VAS, sono regolate dagli “Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale di
Piani e Programmi”, emanati dalla Regione Lombardia con DCR n° VIII/351 del 13/03/2007, documento che
costituisce atto di riferimento per l’attuazione dell’art. 4 della Legge Regionale 12/2005.
Gli indirizzi forniscono l’indicazione di una stretta integrazione tra processo di piano e processo di valutazione
ambientale, disciplinando in particolare:
-
l’ambito di applicazione
-
le fasi metodologiche-procedurali della VAS
-
il processo di informazione e partecipazione
-
il raccordo con le altre norme in materia di valutazione, quali la VIA e la Valutazione di Incidenza
-
il sistema informativo territoriale
Vengono inoltre definiti tutti i soggetti partecipanti alla procedura di VAS:
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-
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proponente: la pubblica amministrazione o il soggetto privato che elabora il piano o Programma da
sottoporre a VAS
-
autorità procedente: la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di
valutazione del P/P: nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione, l’autorità
procedente coincide con il proponente; nel caso in cui il proponente sia un privato, l’autorità
procedente è la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo
approva
-
l’autorità competente per la VAS: figura con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata
dalla pubblica amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente, nonché con i
soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione legislativa della VAS
-
i soggetti competenti in materia ambientale: le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e
della salute per livello istituzionale, o con specifiche nei vari settori, che possono essere interessate
dagli effetti dovuti all’applicazione del piano o programma sull’ambiente
-
pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi che
soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus (partecipazione del pubblico, accesso
alle informazioni e alla giustizia in campo ambientale) e delle direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE
FASI PROCEDURALI
Le procedure tecniche per la conduzione del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica a livello
regionale sono state maggiormente esplicitate nella recente DGR n° VIII/6420 del 27/12/2007 recante “VAS Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art. 4 della Legge Regionale 11 marzo 2005, n°12 e degli
Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”.
Tale disposizione diversifica gli adempimenti cui ottemperare in caso di Documento di piano del PGT,
Documento di Piano per piccoli comuni, atti di pianificazione attuativa o programmazione negoziata ed una
serie di piani sovraordinati di livello provinciale da sottoporre a VAS; fornisce, in particolare, ulteriori
predisposizioni metodologiche e procedurali della Valutazione Ambientale Strategica rispetto ai contenuti
della precedente DGR n° VIII/6420
Nella tabella di seguito riportata vengono specificate le fasi tecnico/temporali della redazione di Piano, della
sua Valutazione e le relative interazioni, da cui è possibile carpire l’esigenza della contestualità tra le due
procedure.
Di seguito si riporta lo SCHEMA GENERALE (EX DGR VIII/6420 DELLA REGIONE LOMBARDIA) PER IL PROCESSO DI
VAS.
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FASE
FASE 0
PREPARAZIONE
FASE 1
PROCESSO DI DDP
P0.1 Pubblicazione avviso di avvio procedimento
P0.2 incarico per la stesura del DdP
P0.3 esame proposte ed elaborazione documento
programmatico
P1.1 Orientamenti iniziali del DdP
P1.2 definizione schema operativo DdP
ORIENTAMENTO
P1.3 identificazione dei dati e delle informazioni a
disposizione dell’ente su territorio ed ambiente
CONFERENZA DI
VALUTAZIONE
REDAZIONE
CONFERENZA DI
VALUTAZIONE
DECISONE
FASE 3
ADOZIONE
APPROVAZIONE
FASE 4
ATTUAZIONE E
GESTIONE
A0.1 incarico per la redazione del Rapporto ambientale
A0.2 individuazione autorità competente per la VAS
A1.1 integrazione della dimensione ambientale nel DdP
A1.2 Definizione schema operativo per la VAS, mappatura
dei soggetti competenti in materia ambientale e del
pubblico coinvolto
A1.3 verifica presenza siti SIC / ZPS
AVVIO DEL CONFRONTO
A2.1 definizione dell’ambito di influenza (scoping),
definizione della portata delle informazioni da includere nel
rapporto ambientale
P2.2 costruzione scenario di riferimento e di DdP
A2.2 analisi di coerenza esterna
A2.3 stima degli effetti ambientali attesi
A2.4 valutazione delle alternative di Piano
P2.3 definizione degli obiettivi specifici, costruzione di
A2.5 analisi di coerenza interna
alternative e scenari di sviluppo e definizione delle azioni da
A2.6 progettazione del sistema di monitoraggio
mettere in campo per attuarli
A2.7 studio di incidenza delle scale di piano sui siti di rete
Natura 200 (se previsto)
A2.8 Proposta di Rapporto Ambientale e Sintesi non
P2.4 Proposta di DdP (PGT)
tecnica
Deposito della proposta di Rapporto ambientale, di DdP e dello studio di Incidenza (se previsto)
Valutazione della proposta di di DdP e del Rapporto Ambientale
Valutazione di incidenza (se prevista)
PARERE MOTIVATO
Predisposto dall’autorità competente per la VAS d’intesa con l’autorità procedente
3.1 ADOZIONE
il Consiglio comunale adotta
 PGT (DdP, Piano delle Regole e Piano dei srvizi)
 Rapporto Ambientale
 Dichiarazione di Sintesi
3.2 DEPOSITO / PUBBLICAZIONE / INVIO ALLA PROVINCIA
 Deposito degli atti del PGT nella segreteria comunale ai sensi del comma 4 – art. 13 lr 12/2005
 Trasmissione in provincia – ai sensi comma 5 – art. 13 lr 12/2005
 Trasmissione ASL e ARPA – ai sensi comma 6 – art. 13 lr 12/2005
3.3 raccolta delle osservazioni – ai sensi comma 4 art. 13 lr 12/2005
3.4 controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi sostenibilità
VERIFICA DI COMPATIBILITÀ DELLA PROVINCIA
La provincia, garantendo il confronto con il Comune, valuta esclusivamente la compatibilità del DdP con il proprio Piano
territoriale di coordinamento entro 120 gg dal ricevimento della relativa documentazione, decorso inutilmente tale termine,
la valutazione si intende espressa favorevolmente, ai senso comma 5 – art. 13 lr 120/2005
PARERE MOTIVATO FINALE
nel caso in cui si siano presentate osservazioni
3.5 APPROVAZIONE (ai sensi comma 7 – art. 13 lr 12/2005: il Consiglio comunale
 Decide sulle osservazioni apportando agli atti del PGT le modifiche conseguenti all’eventuale accoglimento
delle osservazioni predisponendo ed approvando la Dichiarazione di Sintesi Finale
 Provvede all’adeguamento del DdP adottato, nel caso in cui la Provincia abbia ravvisato elementi di
incompatibilità con le rpevisioni del proprio piano territoriale, o con i limitri di cui all’art. 15 – comma 5, ovvero
ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardano previsioni di carattere
orientativo
3.6 deposito nella segreteria comunale ed invio alla Provincia e alla Regione (ai sensi comma 10 – art. 13 lr 12/2005
3.7 pubblicazione si WEB
3.8 pubblicazione dell’avviso dell’approvazione definitiva all’Albo Pretorio e sul Bollettino Ufficiale della regione
Lombardia (ai sensi del comma 11- art. 13 lr 12/2005)
P4.1 monitoraggio dell’attuazione del DdP
A4.1 rapporti di monitoraggio e valutazione periodica
P4.2 monitoraggio dell’andamento degli indicatori previsti
P4.3 attuazione di eventuali interventi correttivi.
P2.1 determinazione obiettivi generali
FASE 2
ELABORAZIONE E
PROCESSO DI VAS
Comune di Gessate
Valutazione Ambientale Strategica
Si riporta di seguito estratto dell’art. 13 della lr 12/2005, che riporta i tempi previsti per l’iter di adozione /
approvazione del PGT.
Art. 13. (Approvazione degli atti costituenti il piano di
governo del territorio)
[…]
3. Prima dell’adozione degli atti di PGT il comune, tramite
consultazioni, acquisisce entro trenta giorni il parere delle
parti sociali ed economiche.
4. Entro novanta giorni dall’adozione, gli atti di PGT sono
depositati, a pena di inefficacia degli stessi, nella
segreteria comunale per un periodo continuativo di
trenta giorni, ai fini della presentazione di osservazioni nei
successivi trenta giorni. Del deposito degli atti è fatta, a
cura del comune, pubblicità sul Bollettino ufficiale della
Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione
locale.
5. Il documento di piano, il piano dei servizi e il piano delle
regole, contemporaneamente al deposito, sono trasmessi alla
provincia se dotata di piano territoriale di coordinamento
vigente. La provincia, garantendo il confronto con il comune
interessato, valuta esclusivamente la compatibilità del
documento di piano con il proprio piano territoriale di
coordinamento entro centoventi giorni dal ricevimento della
relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la
valutazione si intende espressa favorevolmente. Qualora il
comune abbia presentato anche proposta di modifica o
integrazione degli atti di pianificazione provinciale, le
determinazioni in merito sono assunte con deliberazione di
Giunta provinciale. In caso di assenso alla modifica, il
comune può sospendere la procedura di approvazione del
proprio documento di piano sino alla definitiva approvazione,
nelle forme previste dalla vigente legislazione e dalla
presente legge, della modifica dell’atto di pianificazione
provinciale di cui trattasi, oppure richiedere la conclusione
della fase valutativa, nel qual caso le parti del documento di
piano connesse alla richiesta modifica della pianificazione
provinciale acquistano efficacia alla definitiva approvazione
della modifica medesima. In ogni caso, detta proposta
comunale si intende respinta qualora la provincia non si
pronunci in merito entro centoventi giorni dalla trasmissione
della proposta stessa.
(comma così modificato dalla legge reg. n. 4 del 2008)
5-bis. Fino all’approvazione del piano territoriale regionale, i
comuni appartenenti a province non dotate di piano
territoriale di coordinamento vigente trasmettono il
documento di piano, il piano dei servizi e il piano delle regole
alla Regione, contemporaneamente al deposito. La Regione
formula un parere vincolante in relazione ai propri indirizzi di
politica territoriale, entro centoventi giorni dal ricevimento
della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali il
parere si intende reso favorevolmente. Il comune è tenuto nei
confronti della Regione a quanto previsto nel comma 7,
secondo periodo.
(comma introdotto dall'articolo 1, legge reg. n. 12 del 2006,
poi così modificato dalla legge reg. n. 4 del 2008)
6. Il documento di piano, contemporaneamente al
deposito, è trasmesso anche all’A.S.L. e all’A.R.P.A., che,
entro i termini per la presentazione delle osservazioni di cui al
comma 4, possono formulare osservazioni, rispettivamente
per gli aspetti di tutela igienico-sanitaria ed ambientale sulla
prevista utilizzazione del suolo e sulla localizzazione degli
insediamenti produttivi.
7. Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la
presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli
atti assunti, il Consiglio comunale decide sulle stesse,
apportando agli atti di PGT le modificazioni conseguenti
all’eventuale accoglimento delle osservazioni.
Contestualmente, a pena d’inefficacia degli atti assunti,
provvede all’adeguamento del documento di piano adottato,
nel caso in cui la provincia abbia ravvisato elementi di
incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio piano
territoriale, o con i limiti di cui all’articolo 15, comma 5, ovvero
ad assumere le definitive determinazioni qualora le
osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere
orientativo.
7-bis. Il termine di cui al comma 7 è di centocinquanta giorni
qualora, nella fase del procedimento di approvazione del
PGT successiva all’adozione dello stesso, si svolgano le
elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale.
(comma introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera a), legge
reg. n. 24 del 2007)
[…]
10. Gli atti di PGT, definitivamente approvati, sono depositati
presso la segreteria comunale ed inviati per conoscenza alla
provincia ed alla Giunta regionale.
11. Gli atti di PGT acquistano efficacia con la pubblicazione
dell’avviso della loro approvazione definitiva sul Bollettino
ufficiale della Regione, da effettuarsi a cura del comune. Ai
fini della realizzazione del SIT di cui all’articolo 3, la
pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione è
subordinata all’invio alla Regione ed alla provincia degli atti
del PGT in forma digitale.
(comma così modificato dalla legge reg. n. 4 del 2008)
Fase di Preparazione ed Orientamento
La peculiarità di questa prima fase è, senza dubbio, l’individuazione dei soggetti competenti in materia
ambientale, gli
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Valutazione Ambientale Strategica
Enti territorialmente interessati e i principali stakeholders che dovranno necessariamente essere convocati
alle sedute delle conferenze di valutazione.
Nel processo di Valutazione Ambientale Strategica del Comune di Gessate sono stati individuati i seguenti
soggetti interessati al procedimento:
a) Soggetti competenti in materia ambientale: ARPA dipartimento di Milano, ASL, Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Sovrintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia, Parco del Rio Vallone, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi.
b) Enti territorialmente interessati: Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Inzago, Comune di
Cambiago, Comune di Gorgonzola, Comune di Pessano con Bornago, Comune di Bellinzago Lombardo,
Unione Comuni di Basiano e Masate, Parrocchia SS. Pietro e Paolo.
c) Pubblico: secondo quanto definito dagli indirizzi regionali, si intende una o più persone fisiche e le loro
associazioni, organizzazioni o gruppi che soddisfano le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus.
Si considerano, dunque, tutti i soggetti che possono essere interessati alle ricadute derivanti dalle scelte di
piano e che possono dare un utile contributo alla redazione del quadro conoscitivo di riferimento,
all’individuazione delle criticità e dei punti di forza che contribuiscono alla definizione degli obiettivi di Piano. Si
elencano le categorie considerate:
- Associazioni Ambientaliste: Legambiente e UDA (Ufficio Diritti Animali)
- Associazioni e Categorie di Settore: commercianti, industria ed imprenditoria, agricoltura, artigianato,
sindacati, ordini professionali, Cooperativa Edilizia Glassiate, Cooperativa Edificadrice di Consumo dei
Lavoratori
- Enti gestori di servizi operanti sul territorio e società consortili: energia, servizi idrici, rifiuti, infrastrutture :
Enel, Idra E-On, CEM Ambiente, Duomo Affissioni e Terna
Fase di Elaborazione e Redazione
La seconda fase è, indiscutibilmente, la parte più elaborata e complessa dell’intera procedura. Di seguito
vengono descritti solamente gli aspetti inerenti la procedura di VAS, tralasciando o semplicemente
accennando il processo parallelo e contestuale di redazione del Piano. L’elaborazione del DP può, a sua
volta, essere articolata in diversi passaggi procedurali, come precedentemente riportato in tabella.
Definizione dell’ambito di influenza (scoping)
Questo primo punto contiene lo schema del percorso metodologico-procedurale che si intende seguire, la
mappatura dei soggetti coinvolti nella VAS, la descrizione del quadro conoscitivo di riferimento ed una
proposta dell’ambito di influenza del p/p e delle informazioni che diventeranno parte integrante del Rapporto
Ambientale.
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Valutazione Ambientale Strategica
L’analisi del quadro conoscitivo di riferimento consente di approfondire le tematiche inerenti gli aspetti socioeconomici, ambientali e territoriali dello stato di fatto, evidenziando eventuali criticità e punti di forza che
caratterizzano la realtà comunale. Lo scoping è, dunque, considerato un momento ricognitivo di fondamentale
importanza, poiché contribuisce all’individuazione di quelli che diventeranno gli obiettivi del Piano.
In tal senso si prevede di utilizzare il metodo dell’analisi SWOT, che consente di individuare punti di forza
(Strenghts) e debolezze (Weaknesses), fattori “endogeni” di Piano, opportunità (Opportunities) e minacce
(Threats), fattori “esogeni” del piano.
Analisi di coerenza esterna
Dopo l’individuazione degli obiettivi generali del Piano, la procedura di VAS prevede un primo confronto tra
questi obiettivi e gli obiettivi generali degli strumenti di pianificazione sovraordinati/sottoordinati (“coerenza
esterna verticale”) od obiettivi di piani che si trovano al medesimo livello del PGT, redatti dall’amministrazione
comunale (“coerenza esterna orizzontale”). Questo passaggio è necessario per evidenziare eventuali
discordanze tra diversi livelli di programmazione.
Nel caso si verifichino incoerenze è necessario giustificare le scelte di pianificazione concordate o modificare
alcuni passaggi della programmazione per evitare conflittualità. Questa fase risulta essere molto utile, in
quanto consente la ridefinizione degli obiettivi e delle azioni di piano, nell’ottica di un miglior raccordo con gli
altri strumenti decisionali.
Stima degli effetti ambientali
il Documento di Piano deve individuare gli obiettivi specifici e le linee di azione che si articolano a partire dagli
obiettivi generali e che consentono di definire con maggior dettaglio il quadro complessivo degli interventi
previsti.
L’articolazione degli obiettivi del Piano a queste tre scale gerarchiche è necessaria per l’attuazione di tutte le
fasi successive del processo di Valutazione Ambientale Strategica.
Ogni singola linea di azione deve essere pensata considerando i potenziali impatti che potrebbe avere sui
principali comparti ambientali. Gli effetti ambientali del Piano sono stimati da un punto di vista qualitativo e, a
seconda della tipologia e della quantità di informazioni disponibili, devono essere valutati quelli diretti, indiretti
e cumulativi. In tale analisi verranno considerate le ricadute sui comparti territoriali ed ambientali che, a
seguito dell’analisi conoscitiva, risulteranno essere più rappresentativi del territorio di Gessate.
Si prevede di utilizzare una matrice di valutazione in cui si incroceranno le linee di azione con i comparti
sopra-indicati, evidenziando gli impatti negativi e positivi sulla base di stime esclusivamente qualitative.
Selezione degli indicatori
Gli indicatori sono elementi di collegamento e di coerenza che svolgono un ruolo chiave nella comprensione
dell’intero iter procedurale. Si tratta di strumenti atti a consentire la descrizione dei caratteri qualitativi e
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Valutazione Ambientale Strategica
quantitativi delle risorse ambientali, la fissazione degli obiettivi generali e specifici, la previsione degli effetti
dovuti alle azioni di piano ed, in generale, il monitoraggio di piano stesso.
L’individuazione di opportuni indicatori risulta, dunque, essenziale per l’intera procedura di Valutazione,
poiché consente di monitorare gli effetti delle azioni di piano, verificando la correttezza degli orientamenti e
delle scelte di Piano. La procedura consente infatti, qualora gli obiettivi non venissero conseguiti, di
modificare, mediante meccanismi di retroazione, le fasi di impostazione del Piano, la scelta degli obiettivi o le
linee di azione preposte alla realizzazione degli intendimenti iniziali.
Valutazione delle alternative di piano
A seguito della stima degli impatti ambientali si procede confrontando ed ordinando le alternative che si sono
individuate durante il processo di redazione del Piano, allo scopo di identificare la scelta più sostenibile. Tale
processo implica la valutazione non solo della componente ambientale, ma anche di quella sociale ed
economica.
La scelta delle alternative può essere effettuata mediante logiche differenti: può essere basata su analisi
statistiche e su strumenti in grado di supportare il decisore durante l’intero processo, permettendo di valutare
in modo automatico le alternative di piano (Sistemi di Supporto alle Decisioni, Analisi di sensitività, Analisi di
conflitto), oppure costituire l’esito di un confronto qualitativo degli effetti del Piano.
Analisi di coerenza interna
La coerenza interna consente di verificare la presenza di discordanze interne al Documento di Piano,
mettendo a confronto gli obiettivi generali, gli obiettivi specifici e le linee di azione.
A differenza della fase di coerenza esterna, la presenza di contraddizioni intrinseche al Piano non possono
essere giustificate. Nel caso si presenti questa situazione si prevede di compilare apposite schede di
approfondimento in cui si espliciteranno le modalità di intervento necessario per evitare, mitigare o
compensare gli effetti negativi del piano o le eventuali non conformità rilevate.
Analogamente all’analisi di coerenza esterna è possibile individuare sia un livello di compatibilità “verticale”,
che uno “orizzontale”; questo poiché viene effettuato un confronto tra gli obiettivi generali, gli obiettivi specifici
e le azioni del piano (coerenza verticale) e, nello stesso tempo, una verifica di coerenza tra obiettivi specifici
di piano (coerenza orizzontale).
I risultati dell’analisi di coerenza interna verranno ottenuti tramite l’uso di matrici coassiali, in cui si
evidenzieranno le relazioni tra le strategie del piano ed obiettivi.
Progettazione del sistema di monitoraggio
L’azione di monitoraggio verifica le modalità e il livello di attuazione del piano, valuta gli effetti derivanti dalle
linee di azione e fornisce indicazioni per l’eventuale riorientamento del piano.
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Valutazione Ambientale Strategica
La progettazione del sistema sarà definita a seguito della messa a punto delle politiche strategiche del PGT e
della conseguente definizione degli indicatori. Mediante questa analisi sarà possibile verificare il
raggiungimento degli obiettivi iniziali valutando:
-
errori dovuti a politiche di gestione del piano differenti da quelle previste inizialmente
-
errori dovuti a perdite di validità dello scenario di riferimento o ad errate valutazioni nella fase di
elaborazione
del piano
-
effetti imprevisti derivanti dall’attuazione del DdP
Redazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica
Il Rapporto Ambientale costituisce la fase conclusiva della procedura tecnica di VAS. E’ il documento
principale del processo di consultazione e di partecipazione del pubblico, che conclude la redazione del
Documento di Piano prima della fase di adozione ed approvazione. Il Rapporto Ambientale descrive il
processo di costruzione del piano e l’integrazione degli obiettivi ambientali; non comporta, dunque,
elaborazioni o approfondimenti separati, quanto piuttosto un “resoconto” delle fasi concernenti la redazione
del Piano.
Il Rapporto Ambientale deve essere presentato durante la seduta conclusiva della Conferenza di Valutazione,
insieme alla Sintesi non Tecnica, uno strumento di facile comprensione in cui vengono riassunte le fasi ed i
contenuti del Rapporto Ambientale, al fine di consentire una maggior diffusione ed una migliore comprensione
delle informazioni ad un pubblico vasto. La Sintesi non Tecnica rappresenta, dunque, un elemento per
incentivare il processo di partecipazione, uno dei fondamenti del concetto stesso di Valutazione Ambientale
Strategica.
I documenti finali devono essere resi pubblici mediante pubblicazione sul sito web dell’autorità procedente e
la messa a disposizione presso gli uffici della stessa autorità per almeno trenta giorni, al termine dei quali è
possibile indire la seduta conclusiva della Conferenza di Valutazione. L’autorità competente per la VAS,
d’intesa con l’autorità procedente, alla luce della prima proposta di Piano e del Rapporto Ambientale, formula
un Parere Motivato, che costituisce il presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del
DdP. Alla luce di tale atto l’autorità procedente può, ove necessario, provvedere alla revisione del piano.
Fase di Adozione ed Approvazione
A seguito dell’espressione del Parere Motivato, l’autorità procedente adotta il Documento di Piano, il Rapporto
Ambientale e la Dichiarazione di Sintesi. Quest’ultimo è un documento in cui vengono esplicitati il modo in cui
le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano, esplicitando inoltre le modalità di come siano stati
considerati pareri e contributi ricevuti in fase di consultazione. La Dichiarazione di Sintesi deve contenere le
ragioni dell’accoglimento o del mancato accoglimento delle osservazioni e proposte avanzate nelle scelte di
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Valutazione Ambientale Strategica
Piano; deve, inoltre, descrivere le modalità di integrazione dei contenuti del parere motivato nel piano stesso.
L’autorità procedente deposita per 30 giorni continuativi il Rapporto Ambientale, il Documento di Piano, la
Sintesi non Tecnica, il parere motivato e la Dichiarazione di Sintesi presso la segreteria comunale, mentre
presso gli uffici della Regione e della
Provincia viene depositata la sola Sintesi non Tecnica. Entro un termine di tempo non inferiore a 45 giorni
chiunque abbia interesse può prendere visone dei documenti ed esprimere le proprie osservazioni.
Al termine di questa fase vengono esaminate e controdedotte le eventuali osservazioni, che potranno essere
integrate nella Dichiarazione di Sintesi Finale. In presenza di elementi rilevanti è necessario aggiornare i
documenti presentati e l’autorità competente è tenuta a convocare una nuova seduta della Conferenza di
Valutazione che prelude alla redazione del Parere Motivato finale. Successivamente si procede alla fase di
approvazione contestuale del Documento di Piano, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica.
Fase di Attuazione e Gestione
Questa fase costituisce un passaggio cruciale nel ciclo di vita del piano, poiché è a questo livello che si
manifestano l’efficacia e la reale utilità del processo di Valutazione Ambientale. Il monitoraggio assicura infatti
il controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano, consente di verificare
l’effettivo conseguimento degli obiettivi inizialmente preposti e permette di individuare l’eventuale sussistenza
di effetti negativi imprevisti, adottando le opportune misure di compensazione e mitigazione. La procedura di
VAS implica l’elaborazione di “rapporti di monitoraggio”, documenti di pubblica consultazione in cui viene
esplicitata la cadenza delle misurazioni da effettuare in funzione del tipo di indicatori utilizzati.
ASPETTI TRASVERSALI
Le attività di consultazione con i soggetti competenti in materia ambientale, la partecipazione e l’informazione
del pubblico rappresentano aspetti trasversali della procedura di VAS e sono considerati elementi essenziali
per il processo integrato di redazione del Documento di Piano e Rapporto Ambientale. Una delle principali
innovazioni della procedura di Valutazione Ambientale riguarda l’obbligo di prevedere specifici momenti di
confronto ai fini della partecipazione dei diversi soggetti al procedimento decisionale. I pareri espressi
attraverso la consultazione potrebbero rappresentare elementi decisivi per la redazione dei documenti,
mettendo in risalto nuovi elementi capaci di indurre modifiche sostanziali al piano con eventuali ripercussioni
sull’ambiente. La partecipazione dei soggetti interessati rende il processo di pianificazione un’opportunità per
considerare diversi punti di vista e una varietà di opinioni talvolta conflittuali.
Tutte le osservazioni, con le opportune controdeduzioni e giustificazioni, dovranno essere incluse nella
Dichiarazione di Sintesi, adottata ed approvata contestualmente al Documento di Piano e al Rapporto
Ambientale.
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Valutazione Ambientale Strategica
Consultazione e partecipazione
Allo stato attuale i riferimenti normativi che regolano la partecipazione esterna al piano sono basati sui
contenuti della Convenzione di Aarhus, della Direttiva 2001/42/CE, e del protocollo UNECE sulla Valutazione
Ambientale Strategica.
L’ultimo documento prevede in particolare l’allargamento della partecipazione del pubblico a tutto il processo
di pianificazione/programmazione, mentre, dalle sperimentazioni effettuate fino ad oggi, il contributo esterno si
limita solamente alla fase di consultazione.
Una corretta ed esaustiva successione di interventi esterni dovrebbe comprendere tutte le fasi della VAS,
focalizzandosi in particolare:
• in fase di orientamento ed impostazione: selezione del pubblico e delle autorità da consultare
• in fase di elaborazione e redazione: informazione e comunicazione ai soggetti partecipanti
• in fase di consultazione, adozione e approvazione: contributi e osservazione dei vari soggetti
• in fase di attuazione e gestione: divulgazione delle informazioni sulle osservazioni dei partecipanti al
processo
Gli strumenti da utilizzare in questa fase devono garantire l’informazione minima a tutti i soggetti per
assicurare la trasparenza e la ripercorribilità delle fasi dei processi e dovrebbero incidere significativamente
sull’elaborazione del piano/programma.
Negoziazione e concertazione
L’amministrazione responsabile del processo di VAS dovrebbe individuare, nella fase di impostazione iniziale,
gli enti interessati a vario titolo agli effetti potenziali dovuti alle scelte di piano, che devono essere coinvolti
mediante un processo di negoziazione e concertazione allo scopo di concordare strategie ed obiettivi generali
e ricercare il consenso tra i vari attori istituzionali. Questa fase può determinare anche la discussione dei
contenuti nelle successive fasi e prima dell’adozione del piano.
L’importanza di questo momento è maggiormente comprensibile se si considera che la portata degli impatti
ambientali di piano non si ripercuote esclusivamente entro i confini amministrativi comunali, travalicando, di
norma, i limiti degli enti preposti alla redazione del piano stesso.
Consultazione e informazione
L’ente responsabile della pianificazione deve poter rendere credibile un processo di Valutazione Ambientale:
a tale fine si rende necessaria la richiesta di pareri e consigli provenienti da Enti esterni all’amministrazione.
Ai sensi della Direttiva comunitaria i soggetti da attivare nella consultazione sono:
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Valutazione Ambientale Strategica
• autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti
sull’ambiente dovuti all’applicazione di un piano o programma
• settori del pubblico interessati all’iter decisionale, incluse le organizzazioni non governative come quelle che
promuovono la tutela dell’ambiente ed altre organizzazioni interessate
Dovrebbero, dunque, intervenire nel processo le ARPA, settori della Regione e della Provincia con
competenze ambientali, le ASL, le Autorità di Bacino, gli enti gestori dei parchi, le università, i centri di ricerca,
ecc.
I settori del pubblico da coinvolgere possono invece comprendere associazioni ambientaliste (WWF, Lega
Ambiente..), sindacati, ordini professionali, organizzazioni di categoria, ecc..
Nel caso fossero necessarie consultazioni transfrontaliere, i pareri espressi saranno considerati nella fase
finale di elaborazione, in moda da poter consolidare la proposta di piano ed eventualmente intervenire prima
dell’adozione e dell’approvazione del documento stesso.
Comunicazione
Le tecniche utilizzabili per poter informare e coinvolgere i soggetti competenti sono molteplici e possono
essere di tipo informativo unidirezionale (organizzazioni di incontri di presentazione pubblica, pubblicazioni
siuiquotidiani, volantini, siti web) oppure di tipo comunicativo bidirezionale (organizzazioni di dibattiti e riunioni,
forum, ecc…).
Per rendere la comunicazione realmente efficace è necessario utilizzare un approccio di facile comprensione,
come accade nella redazione della “Sintesi non tecnica” e nella “Dichiarazione di Sintesi”. La prima, redatta
contestualmente al
Rapporto Ambientale, deve essere sufficientemente chiara e precisa da poter essere compresa da parte di un
pubblico generico, in quanto strumento di carattere divulgativo dei processi di elaborazione, valutazione e
partecipazione del Piano. La Dichiarazione di Sintesi è invece lo strumento che accompagna il piano adottato
e informa le autorità ed il pubblico dei processi e dei risultati di consultazione e partecipazione.
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Valutazione Ambientale Strategica
QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE
SISTEMA TERRITORIALE
Cenni storici ed inquadramento territoriale
Il comune di Gessate è situato a pochi chilometri ad Est di Milano, tra il fiume Lambro ed il fiume Adda. È
direttamente collegato con il capoluogo lombardo tramite la linea metropolitana 2. Le notizie sulle origini di
Gessate sono tuttora incerte; sono molto rare, infatti, le informazioni storiche riguardanti il solo Comune di
Gessate. Si ritiene, però, che il comune esistesse già in epoca romana: la conformazione del territorio, il
nome stesso della città (con evidente origine latina), le testimonianze archeologiche rinvenute a poca distanza
e l’importanza di Mediolanum, sono tutti elementi che rendono probabile questa ipotesi. Dopo un lungo
periodo di silenzio il borgo venne ricordato col nome di Glassiate in due pergamene di contenuto patrimoniale.
Lo sviluppo della città, sia in campo artigianale che agricolo, avvenne tra il X ed il XIII secolo, grazie
all’introduzione di nuovi sistemi di irrigazione e coltivazione. Verso la fine del ‘700, Gessate divenne meta di
villeggiatura di alcune famiglie patrizie milanesi che costruirono ville circondate da vasti parchi. Una di queste,
Villa Beccarla Lattuada, ospitò moltissime personalità dell’epoca: Cesare Beccaria, Alessandro Manzoni e
Massimo d’Azeglio.
Gessate confina ad Est con il Comune Masate, a Sud-est con il Comune di Inzago, a Nord con Cambiago, ad
Ovest con Gorgonzola, Pessano con Bornago e a sud con Bellinzago Lombardo. Il territorio comunale è
pianeggiante, compreso tra i 136 ed i 153 metri s.l.m.. Gli elementi costitutivi di Gessate sono abbastanza
regolari: il nucleo storico, che si estende in direzione Nord-Sud, rappresenta anche la zona maggiormente
urbanizzata. Si presuppone che il comune si sia sviluppato secondo una modalità prevalentemente rurale,
grazie all’agglomerazione di cascine lungo le principali direttrici di traffico o lungo i principali fiumi. Elemento
caratteristico di Gessate è l’elevata presenza di corsi d’acqua che lambiscono il territorio comunale: a Nord e
a Sud due canali, rispettivamente il canale Villoresi ed il Canale Martesana, che fungono parzialmente da
confine comunale, il Rio Vallone ed il Torrente Trobbia.
Il territorio di Gessate è compreso, insieme ad altri 11 Comuni, nell’area Adda-Martesana secondo la
definizione del PTCP di Milano
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Comune di Gessate
Valutazione Ambientale Strategica
Gessate: Confini amministrativi. Fonte: PTCP
Cave
Il Piano Cave della Provincia di Milano, approvato con DCR VIII/166 del 16 maggio 2006, individua gli ambiti
territoriali estrattivi, i giacimenti sfruttabili, le aree di riserva di materiali inerti e le cave cessate in attesa di
recupero ambientale. L’unità territoriale di riferimento, in cui è consentita l’attività estrattiva per tutta la durata
del piano, è denominata ATE (Ambito Territoriale Estrattivo). Può comprendere una o più insediamenti
produttivi ciascuno costituito da cava, impianti ed attività connesse.
In particolare, il piano individua nel Comune di Gessate una sola cava attiva a cielo aperto (ATEg21), di
sabbia e ghiaia in località Cascina Casara, al confine con il Comune di Cambiago. La superficie dell’area
estrattiva è di 31.500 mq, il volume di piano di 90.000 mc, la profondità massima dello scavo è di 8 metri. Non
esistono invece cave di recupero, cave di riserva per opere pubbliche né giacimenti
SISTEMA SOCIO-ECONOMICO
La dinamica demografica
Secondo il censimento del Dicembre 2007, il Comune di Gessate ha una popolazione residente totale pari a
7.872 abitanti, su una superficie comunale complessiva di 7,76 km2. Comparando il dato con quelli dei comuni
limitrofi, riferiti al Gennaio 2007, si nota come la densità di popolazione (1.014 abitanti/ km2) si attesti su un
valore medio rispetto a gran parte dei comuni limitrofi o del circondario e risulti di molto inferiore rispetto a
quanto registrato nei comuni di Cernusco sul Naviglio (2.204 abitanti/ km2), Gorgonzola (1.730) e Melzo
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Comune di Gessate
Valutazione Ambientale Strategica
(1.895), interessati da una notevole crescita già a partire dagli anni ’50 che negli ultimi due decenni si è però,
parzialmente attenuata. Viceversa, a Gessate e nei comuni di Pessano con Bornago, Masate e Cambiago,
l’espansione non si è ancora arrestata amplificandosi soprattutto dopo il 1991. In particolare Gessate, tra il
1951 ed oggi, ha visto più che raddoppiato il numero dei propri residenti, con un aumento di circa 5000
unità in circa 50 anni. Come si può inoltre notare dalla figura sottostante, solamente nell’ultimo decennio, si è
registrata una crescita della popolazione residente senza precedenti (quasi 3000 unità), paragonabile, in
percentuale, solo a quanto accaduto a Cambiago e Masate, con aumenti superiori al 30%.
Popolazione residente nel Comune di Gessate. Fonte: Istat
La variazione più consistente e costante si è verificata nel periodo 2001-2006, con un incremento
complessivo di circa il 32%, dato superiore a tutte le variazioni registrate con cadenza decennale nel comune
e che, considerando anche il 2007, aumenta fino a raggiungere il 42%. Tali valori sono enormemente
superiori alla media provinciale per lo stesso periodo (2001-2006, + 4,8%). Nel corso del 2007 i valori di
crescita sono stati elevatissimi, in virtù del contributo del maggiore saldo naturale (+79%) e migratorio
(+525%) del decennio 1997-2007, che porta la variazione rispetto all’anno precedente ad un valore pari
all’8,3%, maggiore del valore medio provinciale sopra riportato, registrato in 5 anni.
Dall’analisi delle classi di età si nota che nel 2007 la popolazione di Gessate è caratterizzata soprattutto da
abitanti collocabili nella fascia di età tra i 30 ed i 40 anni (complessivamente circa il 32%), mentre rilevante
appare anche il numero dei bambini tra 0 e 5 anni (quasi l’8%), in crescita rispetto ai valori del 2001, a
testimoniare il ringiovanimento della popolazione. Calano, invece, le fasce relative agli over 50, ad eccezione
dei dati relativi alle maggiori anzianità. Da sottolineare come i valori relativi alle classi sopra citate risultino
superiori a quanto rilevato a livello provinciale, ad esclusione di quelli riferiti alla popolazione sopra i 50 anni,
che si attestano invece sulla media.
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Piramide di età. Fonte: Istat, elaborazioni PGT
L’incidenza della popolazione straniera totale per Gessate nell’anno 2007 è di circa il 5,5%, per un totale di
419 unità: si deve considerare inoltre che, rispetto al 2003, la percentuale sulla popolazione totale è
aumentata del 90%, mentre il valore relativo alle unità è più che raddoppiato.
Le tendenze in atto sono in linea con quanto accaduto nei comuni limitrofi ed in generale in provincia di
Milano. Le classi di età più rappresentative sono quelle relative alla fascia 30-59 anni, che supera il 57% del
totale, seguita a grande distanza dalla fascia 25-29 anni (12,6%) e dalle classi 20-24 e 0-5 anni
(rispettivamente con il 7,3% e 6,4%). I saldi naturali e migratori sono entrambi positivi, con un saldo assoluto
totale (+37%) che però risulta più basso rispetto ai comuni limitrofi, risultando superiore solo a Bellinzago
Lombardo (+26%) e Cambiago (-5%).
I nuclei familiari complessivi nel Comune di Gessate per l’anno 2007 ammontano a 3.345 e sono in costante
aumento sin dal 1997; la tendenza alla crescita risulta molto marcata in particolare tra il 2001, anno in cui
risultavano 2.228 famiglie, ed il 2007, con appunto 3.345 famiglie.
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Numero di famiglie. Fonte: Istat, elaborazioni PGT
Anche la dimensione dei nuclei familiari è cambiata notevolmente nel tempo: se nel 1991 le famiglie costituite
da un solo componente erano il 19,6% del totale, al censimento del 2007 queste risultavano pari a circa il
29%, mentre sono in progressivo calo le famiglie numerose e quelle con 3 soli componenti; il dato relativo ai
nuclei familiari composto da 2 persone mostra invece grande stabilità nel tempo. E’ da notare, inoltre, come il
numero di componenti medio per famiglia sia in diminuzione nel periodo 1991-2007, essendo passato da 2,64
a 2,35 persone per nucleo.
E’ infine da rilevare, in merito al grado di istruzione della popolazione, che il 93% dei residenti con un’età
superiore ai 6 anni possiede un titolo di studio, e che tale dato è perfettamente in linea con la situazione
provinciale, ad eccezione della percentuale di laureati (7,7%), che risulta inferiore al dato medio (10,2%).
L’indice di non conseguimento della scuola dell’obbligo è, anch’esso, nella media provinciale (7,05%), ma
risulta tra i più elevati del circondario, raggiungendo il valore di 6,88%.
Il quadro economico
Dall’analisi dei dati relativi al decennio 1991-2001 si evince un incremento della popolazione residente
occupata, che passa dal 44,9% al 54% del totale (2549 individui); risultano invece in diminuzione gli studenti
(da 6,9% a 5,7%) e, in maniera più marcata, le casalinghe (dal 13,7% al 9,8%). In questo panorama è altresì
notevole l’aumento delle persone che si sono ritirate dal lavoro, passati dal 17,1% al 25,8%.
Annoverando nel computo anche i residenti in cerca di occupazione, il totale della forza lavoro è passato, nel
corso del decennio sopra citato, dal 47,1% al 56,1%, pari a 2647 individui con età maggiore di 15 anni,
mentre la forza non lavoro (studenti, casalinghe, ritirati dal lavoro, ecc.) si attestava nel 2001 a 2.071 unità (il
43,9% della popolazione attiva), di cui più della metà è costituita da ritirati dal lavoro (1215 individui).
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Sempre con riferimento ai dati per il 2001, il tasso di attività risultava di poco superiore al 56%, in linea con
quelli dei comuni limitrofi e superiore ai valori calcolati su base provinciale e regionale (rispettivamente 53,7%
e 52,9%); d’altro canto la disoccupazione si attestava sul 3,7% (contro il 4,7% della Lombardia), che però
supera il 17% se calcolata sulla popolazione giovanile (15-24 anni), risultando così tra i più alti del circondario
e superiore anche al dato di livello regionale (14,5%).
A Gessate il lavoro si concentra soprattutto nel campo dell’industria (estrazione dei minerali, manifatture,
costruzioni, energia, reti di servizio), con il 42% degli occupati, mentre il settore del commercio si ferma al
15,6% e quello dei servizi (pubblica amministrazione, istruzione, sanità, servizi sociali, ecc.) al 19%. Dati
rilevanti si registrano inoltre per i trasporti, la comunicazione, l’intermediazione finanziaria e le attività
professionali in genere, che ammontano a circa il 22%. Il ruolo dell’agricoltura è invece ormai marginale.
Occupati suddivisi per attività economica. Fonte: Istat, elaborazioni PGT
Per quanto riguardala tipologia occupazionale, si deve sottolineare la netta prevalenza di lavoratori
dipendenti, cresciuta dal 67,9% del 1991 fino a raggiungere l’81% nel corso del 2001; i lavoratori indipendenti
raggiungono invece il 19%, dato al quale contribuiscono prevalentemente i lavoratori in proprio (quasi
dimezzati in 10 anni), gli imprenditori e i liberi professionisti.
Gli spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro o di studio riguardano il 58% della popolazione residente (in
linea con i comuni limitrofi) e mostrano che per circa un terzo dei casi il viaggio avviene all’interno dello stesso
comune di residenza, mentre il resto degli spostamenti interessa comuni esterni.
In merito alle attività economiche presenti a Gessate, nel corso del 2001 si è rilevato un totale di 470 unità
locali per 2.445 addetti: in particolare, nel settore industriale (156 unità locali) lavorano 1.118 addetti (45,7%
del totale degli addetti nelle imprese), le attività commerciali contano 121 unità locali e 628 addetti, mentre le
attività di servizio riguardano 71 unità locali e 183 addetti.
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Addetti alle unità locali, suddivisi per settore. Fonte: 5° censimento generale dell’industria e dei servizi , elaborazioni PGT
Con riferimento alle imprese artigiane presenti sul territorio, lo scenario di Gessate mostra come sia ancora
prevalente la presenza di aziende di piccole dimensioni, in quanto per il 2001, su un totale di 124 aziende, si è
rilevata una forte presenza di unità locali con un solo addetto (76, più della metà del totale), oppure da 2 a 5
addetti (41 unità), mentre il rimanente si riferisce ad unità locali (8) con un numero di addetti tra 6 e 16.
All’anno 2001, su un totale di 405 attività iscritte al registro di impresa, le categorie più rappresentative si
riferivano al settore dell’industria manifatturiera (96 aziende, pari al 23,7% del totale, per circa 1000 addetti),
seguito dal commercio e riparazioni (90 imprese, con il 22,2%), attività professionali (68 aziende, pari al
16,8%) e settore delle costruzioni (57 imprese, con il 14,1%). Il dato relativo all’entità delle prime due
categorie si spiega ricordando l’appartenenza di Gessate al Metadistretto delle Biotecnologie non alimentari,
che nel paese conta 349 unità locali e 1.648 addetti nel settore.
Nel 2000 a Gessate erano presenti 21 aziende agricole, a fronte delle 54 relative al censimento del 1990, con
una diminuzione nel corso del decennio di circa il 60% superata, nei comuni limitrofi, solo da Cambiago (83%) e da Masate (-68%); si può comunque constatare come tutta l’area del circondario sia stata interessata,
nel corso del decennio 1990-2001, dalla massiccia e rapida scomparsa sia di aziende con sola Superficie
Agraria Utilizzata (SAU), sia di quelle dedicate anche all’allevamento.
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Aziende agricole totali. Fonte: Istat- censimento dell’agricoltura 1999-2000 Regione Lombardia
Nel 2000 la quasi totalità delle aziende agricole a Gessate avevano un’ estensione territoriale tra 1 e 20 ettari,
ed in particolare la metà delle attività agricole non superava i 10 ha. Sempre nello stesso anno, la superficie
agraria totale risulta pari a 300 ha, corrispondente al 38,7% dell’intera superficie territoriale, mentre nel 1990
si erano censiti 387 ha, pari al 49,8%. Sul totale di 300 ha per l’anno 2000, la SAU risulta pari al 95%,ed è
utilizzata in prevalenza per seminativi (più di 2/3) e prati permanenti o pascoli, in maniera del tutto simile ai
comuni circostanti.
Il mercato residenziale
Il totale delle abitazioni a Gessate ammontava, nel 2001, a 2.425 unità, valore superiore sia al dato del 1981
(di 1394 abitazioni), sia a quello del 1991 (di 1913 abitazioni). Sempre con riferimento all’anno 2001, risultava
occupato il 92% delle abitazioni (2.229), di cui il 90,8% da residenti (2.201) e l’1,2% da non residenti (28). Tra
le abitazioni non occupate (circa l’8%, in aumento rispetto agli anni precedenti), si segnalano soprattutto
appartamenti liberi per la vendita o per l’affitto.
La maggior parte delle case occupate da residenti risulta essere di proprietà (79,6%), cui corrispondono 4.479
occupanti, mentre quelle in affitto costituiscono circa il 15%, con 769 persone; il restante 5,4% delle case
occupate si caratterizza per altri titoli di godimento e riguarda complessivamente 257 occupanti. Si deve, a tal
proposito, sottolineare che, mentre il dato relativo alla proprietà privata si è mantenuto stabile nel decennio
1991-2001, quello relativo all’affitto è in diminuzione risultando, al censimento del 2001, pari al 16,8%,
corrispondente a 800 occupanti.
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La superficie media delle abitazioni è cresciuta enormemente nel tempo, passando da circa 48 mq del 1991
agli 89 mq del 2001, a sostanziale parità di numero di stanze per appartamento (3,90-3,80) e di indice di
affollamento (0,68-0,66): sono perciò aumentati gli spazi a disposizione di ciascun occupante che, se nel
2001 aveva a disposizione circa 18 mq, nel 2001 può contare su circa 36 mq.
La propensione a ricercare un migliore standard abitativo trova fondamento nel fatto che la maggior parte
degli edifici sono di tipologia a bassa densità, con due o tre piani fuori terra e di tipo mono e bi-familiare;
inoltre, nel 2001, il 64,7% degli occupanti residenti (complessivamente 3549 persone) vivevano in
appartamenti di 3 o 4 stanze, corrispondenti al 64,5% del totale delle abitazioni occupate.
Sempre a tal proposito si segnala come nel 2001 il numero di monolocali (36, pari all’1,6%) e dei bilocali (267,
pari al 12,1%) fosse particolarmente basso, anche se in aumento rispetto al 1991; il dato è significativo se
letto alla luce del valore relativo al numero di famiglie ad unico componente del 2001 (523, pari al 23,7% del
totale) e del 2007 (966, pari al 28,9% delle famiglie), a conferma della ricerca verso una migliore qualità
abitativa.
Nel 2001 il dato relativo ai trilocali, ai quadrilocali ed alle abitazioni con più di sei locali risultava in leggero
calo rispetto al 1991, mentre il maggiore aumento riguarda i bilocali, come già ricordato, e gli appartamenti a 5
locali (dal 14,1% al 17,9%).
Il numero degli edifici ad uso abitativo a Gessate è aumentato notevolmente negli ultimi due decenni,
passando da 1.306 abitazioni del 1981, a 1.778 nel 1991, e a 2.424 nel 2001. Sempre con riferimento al 2001
è interessante notare come, rispetto agli anni precedenti, le abitazioni site in edifici del periodo 1946-1971
siano diminuite, con l’aumento invece di quelle in edifici “storici” (ossia edifici costruiti precedentemente al
1945), mentre risulta assai significativo il numero di abitazioni in edifici successivi al 1982 (947 su un totale di
2424).
Infine, per quanto riguarda il sistema delle attrezzature ricettive, Gessate possiede, sul proprio territorio,
l’abergo Roma e l’albergo ristorante pizzeria Marina; altre strutture del genere nel circondario sono presenti
solamente a Cernusco sul Naviglio, Gorgonzola e Melzo, Cambiago e Cavenago.
SISTEMA AMBIENTALE
Aspetti idrogeologici
Geologia
La geologia del territorio comunale presenta una serie di testimonianze dei vari periodi geologici e
dei diversi fenomeni morfogenetici che hanno agito dal Pleistocene ad oggi.
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In particolare risultano leggibili sia la direzione e l’evoluzione dei principali corsi d’acqua che insistono sul
territorio, sia le modificazioni antropiche riguardanti la regimazione delle acque e la sistemazione dei fondi
agricoli.
Le unità geologiche presenti sul territorio si sono depositate durante gli episodi glaciali che hanno avuto
origine a partire dal Pleistocene e che convenzionalmente vengono raggruppate nelle tre fasi: Mindel, Riss e
Wurm. Tali fasi diedero origine alla deposizione di sedimenti glaciali nella aree alluvionali e pedemontane
(depositi fluvioglaciali). Questi depositi sono il risultato dello smantellamento delle cerchie moreniche a Nord,
portati a valle dai ghiacciai. I terreni si sono depositati sopra una formazione conglomeratica di origine glaciale
denominata “Unità del Ceppo”, affiorante solo nelle parti più basse della valle dell’Adda a seguito dell’erosione
fluviale. La formazione del Ceppo è un deposito a genesi alluvionale, a granulometria grossolana costituita da
conglomerati e ghiaie più o meno cementati a stratificazione indistinta o in banchi metrici. Il quadro geologico
si completa con i depositi alluvionali olocenici depositatesi in una fase successiva al Wurm (post-glaciale) e
che si estendono in corrispondenza dei principali corsi d’acqua.
Se da un lato la geologia delle zona è relativamente semplice, a causa delle modalità con cui si sono formati i
depositi fluvio-glaciali e delle modifiche successive apportate dai corsi d’acqua, esistono delle variazioni
granulometriche rilevanti sia in senso orizzontale che verticale.
Si presenta una breve descrizione delle unità geologiche individuate, partendo dalla più recente fino ad
arrivare a quella più antica:
-
Depositi post-glaciali: alluvioni antiche o recenti. Sono aree che si estendono in prossimità dei corsi
d’acqua, ad una quota più bassa rispetto alle aree circostanti poiché incidono la coltre dei depositi
fluvioglaciali sui quali si impostano. Prevalentemente costituite da depositi ghiaioso-sabbiosi
intercalate da livelli sabbioso-limosi legati alle fasi di esondazione (antiche e recenti) con strato
superficiale a granulometria fine e poco alterato, prodotto da materiale alluvionale deposto in
ambiente a energia non elevata;
-
Depositi glaciali e fluvioglaciali
a. fluvio-glaciale Wurm: caratterizzati da ghiaie e sabbia in matrice limosa con locali lenti di argilla.
Occupano le aree che costituivano la piana fluvioglaciale e fluviale formatasi per colamento
durante l’ultima glaciazione (wurmiana)
b. fluvio-glaciale Riss: costituiti da ciottoli grossolani arrotondati con ghiaie in matrice sabbiosolimosa-argillosa in differenti percentuali. L’alterazione è stata determinata da particolari
condizioni climatiche, che hanno favorito i processi pedogenetici; è, inoltre, rilevabile la presenza
di materiale limoso di natura eolica (loess). Costituiscono terrazzi intermedi rilevati rispetto al
livello fondamentale della pianura, ma ribassati rispetto ai depositi fluvioglaciali mideliani
c. fluvio-glaciale Mindel: sedimenti fluvioglaciali ed eolici attribuiti al Pleistocene inferiore, ghiaiosi e
limosi profondamente alterati e pedogenizzati, noti con il termine di “ferretto”, per il colore
rossastro prodotto da un intenso processo di alterazione. Il carattere tipico di questi terreni è
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costituito dalla sovrapposizione di limi-argillosi di origine eolica, di spessore metrico, a ghiaie
fluviali e ciottoli. Il fronte di alterazione raggiunge mediamente la profondità di circa 3-4 m.
Costituiscono i terrazzi più elevati presenti sul territorio e sono gli unici ad avere un’alta rilevanza
ambientale grazie ad un’elevata capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde.
Geomorfologia
Dall’analisi del territorio si possono evidenziare alcuni processi geomorfologici che potrebbero interagire con
la pianificazione comunale e che devono essere tenuti in considerazione:
-
forme e processi legati all’azione delle acque: azione erosiva dei corsi d’acqua che portano ad un
modellamento delle sponde. Azione geodinamica molto diffusa nei periodi post-glaciali, attualmente
limitata e caratteristica solo nei due corsi d’acqua principali: il Rio Vallone ed il Torrente Trobbia;
-
forme legate all’azione antropica: azione modellatrice dell’uomo che determina conseguenze sul
piano geomorfologico, sia come agente stabilizzante (manufatti e opere di regimazione, movimenti di
terra a fini agricoli) sia come fattore destabilizzante (intagli, manufatti realizzati in modo non idoneo);
-
forme legati all’azione meteorica: possono influenzare i processi di alterazione e pedogenizzazione
del primo strato del terreno.
Le modificazioni apportate dall’uomo hanno, inoltre, determinato l’obliterazione di molti gradini morfologici
creati dalla formazione dei depositi glaciali, come è avvenuto per il terrazzo wurmiano e rissiano che
occupano il settore centrale ed occidentale del territorio comunale. I limiti del terrazzo mindeliano risultano,
invece, maggiormente riconoscibili tranne che per il limite orientale del terrazzo, in prossimità del fiume
Trobbia, anch’esso profondamente modificato. Il bordo orientale verso il Rio Vallone risulta, invece, ben
evidente e non alterato, presentandosi come una scarpata netta subverticale con un’altezza massima di 33,5 metri verso il Comune di Masate, in diminuzione verso il canale Villoresi. Il terrazzo mindeliano risulta
ulteriormente separato dalla presenza di altri due ordini di terrazzi: il primo, più esterno che raggiunge
l’altezza di 1-1,5 metri, il secondo più interno con un’altezza di 0,5-1 metro
Idrogeologia
La costruzione della successione litostratigrafia verticale ha permesso di individuare differenti unità:
-
Unità superficiale ghiaioso-ciottoloso-sabbioso con spessori medi compresi trai 20 ed i 50 cm;
-
Unità dei depositi fluvioglaciali continentali (litozona giaioso-sabbiosa), costituita prevalentemente da
argille limose, con sabbia e ghiaia. Tale unità ha un andamento irregolare e ridotti spessori rispetto
alla maggior parte della pianura milanese, a causa della risalita del “Ceppo”;
-
Unità dei depositi del Ceppo, costituita da livelli conglomeratici e arenacei di sabbia e ghiaia; tali
orizzonti presentano un grado di cementazione variabile e sfumano verso Sud nelle ghiaie e sabbie
sciolte dalle quali si sono originati;
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-
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Formazioni geologiche appartenenti al periodo Villafranchiano costituite prevalentemente da argille e
limi con spessori di alcune decine di metri, con lenti prevalentemente sabbiose di spessore e
continuità variabile.
La successione litologica costituisce la base per quella idrogeologica, con la presenza dell’acquifero
superficiale a carattere libero nel settore dei depositi fluvioglaciali continentali.
L’unità del Ceppo e le formazioni del periodo Villafranchiano sono entrambe sede di acquiferi. La prima unità
presenta delle falde che risultano essere in collegamento con gli strati superiori, dando origine ad un unico
acquifero a carattere libero; la seconda (che si trova normalmente ad una profondità di 70 metri) costituisce la
base impermeabile dell’acquifero e contiene anch’essa una serie di acquiferi denominati “acquiferi profondi”.
La circolazione idrica sotterranea avviene lungo la direzione indicativa Nord-Sud. La conducibilità idraulica
varia in funzione della natura dell’unità litologica considerata ed in particolare della sua granulometria: i valori
sono mediamente compresi tra i 10-9 e i 10-11 m/s peri livelli più argillosi, 10-12 10-14 peri livelli sabbiosoghiaiosi.
Idrografia
Il Comune di Gessate è interessato da una fitta rete di canali e rogge, naturali ed artificiali che
attraversano l’intero territorio (si pensi al Naviglio Martesana ed il Canale Villoresi da cui si dipartono
moltissimi altri canali). Dal punto di vista idrografico ì corsi d’acqua naturali più importanti sono il Rio
Vallone ed il Torrente Trobbia che seguono principalmente la direzione Nord-Sud. Entrambi i fiumi
hanno a monte un tratto naturale sinuoso, mentre nella parte meridionale sono artificializzati e
presentano un decorso stretto ed un alveo altamente impermeabilizzato. La necessità di una
artificializzazione dei corsi d’acqua nasce da una sempre maggior richiesta di acqua utilizzata per
scopi irrigui.
Il Torrente Trobbia presenta, nel Comune di Gessate, una biforcazione: l’asta di sinistra, che rappresenta la
direzione naturale del corso d’acqua, attraversa il territorio di Bellinzago Lombardo, mentre l’asta posta più ad
Est diviene immissario in sponda destra dell’Adda. La qualità di tutti i corsi d’acqua sopra riportati è pessima a
causa dell’intensa industrializzazione dell’area.
Il Canale Villoresi
Il canale Villoresi attraversa il territorio di Gessate in prossimità del confine settentrionale, in direzione OvestEst. Ha origine dal fiume Ticino a Somma Lombardo, percorre per circa 86 Km la pianura milanese in senso
Est-Ovest fino a confluire nel fiume Adda all’altezza di Groppello di Cassano d’Adda. Il canale fu progettato
nel 1879 dall’ing. Eugenio Villoresi e realizzato nel decennio successivo. Svolse un ruolo molto importante per
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l’approvvigionamento idrico: il suo scopo era, infatti, quello di portare l’acqua nei territori a nord di Milano che,
nonostante l’alta piovosità, erano soggetti a periodiche siccità a causa dell’elevata permeabilità del terreno.
Il canale ha una discreta regolarità di funzionamento, una portata di 70 mc/s ed un’elevata efficienza con
perdite generalmente inferiori al 15%.
Il Naviglio Martesana
Considerata la notevole normativa riguardante i Navigli si ritiene opportuno descrivere in maniera dettagliata
l’area interessata dal Naviglio Martesana. Il Comune di Gessate ricade nell’ambito sia del Piano Territoriale
d’Area dei Navigli (PTRA Navigli), attualmente in fase di redazione sia nel Piano d’Area Adda-Martesana.
Comuni interessati al Piano d’Area del Naviglio Martesana. Fonte: PTRA-
Il Piano richiama, inoltre, la DGR del 1 Agosto 2006 in cui la Giunta Regionale delibera, per i comuni
attraversati dal naviglio, di approvare le motivazioni della dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi
dell’art 136 del D.lg. 42/2004 e di definirne l’ambito di tutela paesaggistica.
Il Canale Martesana fu costruito tra il 1457 e il 1460 per opera di Francesco Sforza e del suo consulente
idraulico, l’Ing Berola. Il naviglio è stato realizzato come infrastruttura per il trasporto merci proveniente da
Nord, dirette a Milano e, successivamente, al mare tramite il Lago di Como, l’Adda, la Cerchia dei Navigli ed il
Ticino attraversando un territorio già significativamente strutturato con centri abitati e strade, le cui
connotazioni permangono e si sommano a quelle dovute alla realizzazione di questa infrastruttura. Il Canale
Martesana ha origine nell’Adda , sotto il castello di Trezzo e dopo 35 Km si riversa nel Naviglio Pavese.
Poiché la sua realizzazione fu successiva a quello del Naviglio Grande, per molti anni fu denominato naviglio
“piccolo”. La tutela del paesaggio deve, perciò, considerare non solo il corso d’acqua ma tutti gli elementi che
si sono consolidati con il territorio circostanti: alzaie, ripe, opere idrauliche che hanno utilizzato la forza dei
navigli. La ricca vegetazione che accompagna i corsi d’acqua naturali si integra con la vegetazione dei parchi
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e delle piantane costituendo un sistema la cui continuità deve essere conservata o ricostituita per dar luogo a
corridoi fluviali ecologici, in sintonia con i Navigli.
In particolar modo nel Comune di Gessate gli ambiti da tutelare, attraversati dall’infrastruttura d’acqua, sono le
connotazioni di paesaggio agrario peculiari sia per l’estensione dei campi sia per la presenza di cascine. In
località Villa Fornaci spiccano poi alcuni edifici storici meritevoli di tutela.
La DGR definisce gli ambiti di tutela paesaggistica del Naviglio Martesana del Comune di Gessate: partendo
dall’intersezione della linea di confine tra il Comune di Gessate e quello di Gorgonzola con la linea della
metropolitana 2, si segue il tracciato, si aggira la stazione della metropolitana e si prosegue per via Lombardia
sino all’incrocio con via Manzoni (lato Ovest), via Mazzini (lato Sud), via Padova (lato Est) sino ad incrociare
la linea di confine dei Comuni di Gessate e Bellinzago. Si segue il confine fino all’intersezione con il comune
di Gorgonzola e la linea di confine con il Comune di Gessate e Gorgonzola fino all’incrocio con la linea 2 della
metropolitana.
Il PTRA individua della fasce di rispetto dei navigli ed analizza l’uso del suolo compreso in queste fasce. Il
Comune di Gessate è interessato solo in minima parte da questa fascia di rispetto, poiché interessa solo la
parte meridionale del comune stesso (percentualmente, considerando una fascia di 500 metri, rientra solo
l’11,4% del territorio comunale).
Reticolo idrico minore
Si definisce reticolo idrico minore tutto ciò che non è reticolo idrico principale e, in base al regolamento di
attuazione della Legge n. 36 del 5 gennaio 1994 art. 1, comma 1 e comma 2, è costituito da tutte le acque
superficiali ad esclusione delle acque piovane non ancora convogliate in un corso d’acqua.
Nel reticolo idrico minore, devono essere compresi i corsi d’acqua corrispondenti alle caratteristiche
indicate al punto 4 dell’allegato B del D.G.R. 25/1/2002, n. 7/7868, e successiva modifica del
D.G.R. 1/8/2003, n. 7/13950, o che seguono almeno uno dei seguenti criteri:
-
siano indicati come demaniali nella carte catastali od in base a normative vigenti;
-
siano oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici;
-
siano interessati da derivazioni d’acqua;
-
siano rappresentati come corsi d’acqua nelle cartografie ufficiali (IGM, CTR).
Costituiscono il reticolo idrico minore:
-
reticolo idrico naturale: Roggia Crosina, la Roggetta,
-
reticolo idrico artificiale: Derivatori irrigui principali (Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi),
derivatori irrigui secondari.
Pozzi
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Valutazione Ambientale Strategica
Nel Comune di Gessate sono presenti i seguenti pozzi che si alimentano in acquiferi diversi, anche all’interno
di conglomerati dove appaiono fratturati e sede di una circolazione idrica parecchio intensa:
-
pozzi pubblici: Pozzi di Piazza della Pace, Pozzi di via Mazzini, Pozzo di Viale Europa (in sospeso
come attività), Pozzo di Via Italia (solo come piezometrico);
-
pozzi privati: Pozzo Floricoltura Sant’Ambrogio, Pozzo Aturia, Pozzo Pompe, Pozzo Ponzellini,
Comestero Group, autolavaggio villa fornaci.
I pozzi situati in via Mazzini presentano i primi filtri ad un livello compreso tra i 37-40 metri al di sotto del piano
di campagna, in corrispondenza di un livello sabbioso-argilloso, e gli altri filtrati posti a profondità maggiore
Rischio Sismico
La nuova normativa sismica entrata in vigore nel 2003, istituisce una nuova classificazione sismica del
territorio nazionale con l’istituzione di 4 classi e prevede che tutti i comuni precedentemente non classificati,
poiché non a rischio sismico (come nel caso del Comune di Gessate), siano compresi in classe IV.
Il comune, dunque, non presenta nessun rischio determinato da attività telluriche.
Fattibilità
Partendo dall’analisi delle caratteristiche geomorfologiche, dei fattori ambientali ed antropici il territorio
comunale viene suddiviso nelle 4 classi di fattibilità previste dalla normativa nazionale che danno
un’indicazione preliminare delle maggiori o minori difficoltà nell’utilizzo del territorio stesso. Le 4 classi sono
elencate di seguito:
1. classe I: fattibilità senza particolari limitazioni. Aree per le quali non esistono specifiche
controindicazioni di carattere geologico all'urbanizzazione od alla modifica di destinazione d'uso delle
particelle;
2. classe II: fattibilità con modeste limitazioni. Aree per le quali sono state rilevate puntuali o ridotte
condizioni limitative alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni, per superare le quali si rende
necessario realizzare approfondimenti di carattere geologico-tecnico od idrogeologico;
3. classe III: fattibilità con consistenti limitazioni. Zone nelle quali sono state riscontrate consistenti
limitazioni alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni per l’entità e la natura dei rischi individuati
nell’area di studio o nell’immediato intorno. L’utilizzo di queste zone sarà pertanto subordinato alla
realizzazione di supplementi di indagine per acquisire una maggior conoscenza geologico-tecnica
dell’area e del suo intorno;
4. classe IV: fattibilità con gravi limitazioni. L’alto rischio comporta gravi limitazioni per la modifica delle
destinazione d’uso delle particelle. Dovrà essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere
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tese al consolidamento od alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli
edifici esistenti saranno consentiti esclusivamente interventi così come definiti dall’art. 31, lettere a),
b), c) della L. 457/78
Conclusioni
L’andamento delle diverse tipologie di suolo risente molto della storia geologica del territorio. Il terreno è
suddiviso in diverse fasce che complessivamente presentano un buon drenaggio (ad eccezione dei depositi
mindeliani).
Non si presentano particolari condizioni di dinamica geomorfologia che possano interessare l’area analizzata:
le uniche aree a rischio potrebbero essere le aree soggette ad esondazioni solo in particolari condizioni di
piena e di scarpata nel settore orientale, in prossimità del Rio Vallone.
La presenza di una falda freatica in approfondimento da Sud verso Nord con una soggiacenza minima
superiore ai 15 metri rispetto al piano di campagna, non determina particolari controindicazioni per la
realizzazione di edifici. Per le opere urbanistiche rilevanti, se interessano le unità idrogeologiche impermeabili,
dovrà essere predisposto un opportuno studio ideologico ed idrogeologico dell’area
La presenza di terreni impermeabili, se da un lato garantisce un elevato livello di protezione delle acque
superficiali, dall’altro potrebbe causare problemi all’infiltrazione delle acque meteoriche con un aumento della
portata delle acque.
Qualità delle acque
Per valutare la qualità delle acque si è fatto riferimento alle analisi effettuate dall’ASL Milano due nel periodo
settembre-Novembre 2007 sulle linee dell’acquedotto comunale.
Quasi tutti i campioni prelevati risultano chimicamente conformi alle prescrizioni contenute nel D.lg. n 31 del
2/2/2001.
L’analisi chimica completa effettuata da ARPA per testare alcuni campioni ha rilevato solamente un campione
non conforme, in particolare il sito:
-
Idra di Via Mazzini in cui la quantità di Xilene è il doppio rispetto ala quantità massima stabilita dal
D.lg. 31/2001
CLIMATOLOGIA
La climatologia di Gessate è analoga a tutti i comuni situati nella pianura padana. Il toponimo Pianura Padana
o Val Padana indica propriamente una regione geografica dell'Italia settentrionale che coincide con il bacino
idrografico del fiume Po, nelle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli comprendendo
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anche una piccola parte del Canton Ticino. La caratteristica conformazione a "conca" della Pianura Padana fa
sì che sia in inverno che in estate vi sia un notevole ristagno dell'aria (è una delle aree meno ventilate d'Italia),
con effetti diversi nelle due stagioni. In inverno infatti, quando vi è un accumulo freddo e scarsità di vento, si
forma un cuscinetto freddo che può perdurare anche diversi giorni, specie nelle giornate umide e nebbiose,
causando giornate molto rigide e gelo intenso. In estate, invece, l'effetto cuscinetto della Pianura Padana
produce il fenomeno opposto, favorendo il ristagno di aria calda e molto umida che determina temperature
alte connesse a tassi di umidità altissimi che causano giornate molto calde ed afose, specialmente in
presenza dell'anticiclone africano. Si può quindi notare la sostanziale continentalità della Pianura Padana.
Tuttavia questa regione geografica è una zona di "transito" tra il tipico clima mediterraneo (a sud) e quello
oceanico o marittimo temperato (a nord, nord-ovest). In termini climatologici il clima che caratterizza quasi
l'intera Pianura del Po è detto subtropicale umido (quello mediterraneo è subtropicale secco). Alla luce delle
caratteristiche evidenziate, in linea generale, si può definire il clima della Pianura Padana come
semicontinentale, con peculiarità di marcata continentalità.
Lo studio della climatologia dell’area, in particolare l’analisi delle condizioni pluviometriche, la temperatura, la
direzione dei venti, permette di ricavare importanti informazioni sulle condizioni del bacino idrogeologico della
zona.
Poiché nel Comune di Gessate non sono presenti centraline meteorologiche, si utilizzano i dati provenienti
dalle vicine stazioni ubicate nei Comuni di Cernusco sul Naviglio e Milano Linate.
Dall’analisi dei dati si evince che il mese con temperatura media più fredda è gennaio, il più caldo è Luglio.
L’escursione termica è piuttosto elevata. L’entità media delle precipitazioni annue è superiore a 850 mm (dati
provenienti dalla stazione di Cernusco). Le precipitazioni sono concentrate prevalentemente nel periodo
autunnale e primaverile.
Per lo studio anemologico sono stati, invece, utilizzati i dati provenienti dall’aeroporto di Linate:
complessivamente la circolazione atmosferica (come in tutta la pianura padana) è debole, con frequenti
periodi di calme di vento e stabilità delle masse d’aria che generano, soprattutto nel periodo invernale, un
ristagno atmosferico. I venti provengono prevalentemente da Sud-Ovest, anche se molto deboli; più intensi
sono i venti provenienti da Nord Nord-Ovest che mediamente raggiungono velocità di 11 km/h. Venti più forti,
con velocità superiori ai 30 Km/h sono trascurabili o associati solamente a forti temporali.
Qualità dell’aria
La legislazione italiana, sulla base delle direttive europee (96/62 CE) e nazionali (D.lg. 351/99) individua le
regioni come autorità competenti per la valutazione e la gestione della qualità dell’aria. A tal proposito la
Regione Lombardia ha suddiviso il proprio territorio in diverse zone ed agglomerati, all’interno dei quali
valutare il rispetto dei valori limite ed obiettivo ed, eventualmente, definire piani di risanamento e
mantenimento della qualità dell’aria. Sulla base della qualità dell’aria, delle caratteristiche meteoclimatiche ed
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orografiche, della densità abitativa e disponibilità di trasporto pubblico, il Comune di Gessate è stato
classificato in zona A2 (zona urbanizzata).
I principali contaminanti del sistema atmosferico si possono schematicamente dividere in inquinanti primari ed
inquinanti secondari: mentre i primi sono dovuti ad emissioni dirette di origine naturale o antropogenica, i
secondi vengono originati in atmosfera a seguito dell’innesco di reazioni chimiche che coinvolgono
contaminanti primari o secondari. Nella tabella seguente è riportato un elenco dei principali inquinanti del
comparto atmosferico insieme alle principali sorgenti di emissione.
Inquinante
Biossido di Zolfo (SO2)
Biossido di Azoto (NO2)
Monossido di Carbonio (CO)
Ozono (O3)
Particolato fine (PM10)
Idrocarburi non metanici (IPA,
Benzene)
Tipologia
primario
Fonte
impianti di riscaldamento, centrali di potenza,
combustione di composti organici di origine fossile
contenenti zolfo (gasolio, carbone, oli combustibili)
primario/secondario impianti di riscaldamento, traffico veicolare
(soprattutto pesante), centrali di potenza, attività
industriali
primario
traffico veicolare (combustione incompleta di
composti fossili)
secondario
primario/secondario combustione e risollevamento
primario
traffico veicolare (combustione incompleta),
evaporazione di carburanti, processi industriali
Alla luce dei dati relativi all’inventario regionale per le emissioni in aria INEMAR per il 2003 i maggiori
contributi alle emissioni per i diversi inquinanti nel territorio di Gessate sono così composti:
-
il Biossido di Zolfo proviene soprattutto dal trasporto su strada (58%, soprattutto motori a benzina) e dalla
combustione non industriale (32%), cioè dal riscaldamento domestico, mentre contributi minori derivano
dalla combustione nell’industria (7%) e da altre sorgenti mobili e macchinari (3%);
-
alle emissioni del Monossido di Carbonio concorrono soprattutto il trasporto su strada (68%) e la
combustione non industriale (29%), mentre contributi minori derivano dalla combustione nell’industria e
da altre sorgenti mobili e macchinari;
-
anche la contaminazione da NOx è in gran parte dovuta a traffico (66,5%, sia motori benzina che diesel);
seguono poi la combustione industriale e non (12% ciascuno) e altre sorgenti mobili e macchinari (7%);
-
la principale sorgente emissiva dei composti organici volatili (COV) deriva dall’uso dei solventi (60%),
seguita dal trasporto su strada (17,4%), combustione non industriale (11%), processi produttivi (7%) ed
estrazione e distribuzione di combustibili (2,4%);
-
il PM10 deriva soprattutto da trasporto su strada (49%) e combustione non industriale (35%); altre
sorgenti mobili e macchinari contribuiscono per il 9% e la combustione nell’industria per il 2%.
Nel territorio della Provincia di Milano è presente una rete di monitoraggio della qualità dell’aria di proprietà di
ARPA e gestita dal Dipartimento Arpa di Milano Città, costituita da 35 postazioni fisse, di cui 3 per la
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misurazione dei soli parametri meteorologici, 2 postazioni mobili, 3 campionatori gravimetrici per il PM10 e 1
campionatore gravimetrico per il PM2.5. Sono inoltre operanti 16 stazioni fisse private di varie proprietà. Le
stazioni di monitoraggio più vicine sono quella del Comune di Inzago e, più ad Est, le due centraline di
Cassano d’Adda, tutte private, che però non misurano la totalità dei contaminanti riportati nella tabella
precedente (ad Inzago solo NO2 e O3, a Cassano SO2, NO2, PM10 ed O3, mentre a Cassano 2 solo NO2, CO
e BTX).
Dal 7 al 31 Luglio 2006 e dal 19 Gennaio al 22 Febbraio 2007 sono state condotte due campagne di misura
della qualità dell’aria da parte del Dipartimento Provinciale di Milano dell’ARPA Lombardia, su richiesta del
Comune di Gessate, anche allo scopo di conoscere l’influenza del traffico locale sulla qualità dell’aria. Le
misure di monitoraggio sono state svolte lungo la Via San Pancrazio, all’altezza del civico 24 in una zona
attrezzata a parcheggio libero a lato della corsia di marcia; la via collega le strade SP176 e SS 11 (via
Padana Superiore) alla fermata “Gessate” della linea MM2. Si tenga presente che la Padana Superiore è
interessata da un notevole flusso di traffico per buona parte del giorno e che il luogo delle misurazioni si trova
a circa 150 metri dal parcheggio della MM2 risentendo del notevole flusso pendolare tra il luogo di lavoro e
casa.
Localizzazione del laboratorio mobile: fonte: Arpa Lombardia
La strumentazione utilizzata per la campagna è del tutto simile a quella presente nelle stazioni fisse della
Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria. In entrambe le campagne sono state monitorate le concentrazioni
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dei medesimi inquinanti, cioè SO2, NOx, CO, e PM10, mentre i dati dell’ O3 sono disponibili unicamente per la
stagione invernale.
I livelli della concentrazione degli inquinanti sono strettamente correlati sia alla modalità e quantità emissive,
sia alle condizioni meteorologiche locali, che influiscono sulla dispersione e l’accumulo degli stessi, ma che
determinano anche le condizioni per la formazione di alcuni composti in atmosfera.
Le condizioni meteo della prima sessione di monitoraggio sono state generalmente caratterizzate da alta
pressione e clima caldo e siccitoso, fatta eccezione per il giorno 26 Luglio, segnato da perturbazioni
temporalesche. Si sottolinea che nello stesso mese la temperatura è stata di circa 3 gradi superiore rispetto al
valore della serie storica relativa al medesimo periodo: durante l’arco di tempo delle misurazioni il
rimescolamento verticale dell’atmosfera è stato favorito dal forte riscaldamento del suolo nelle giornate
soleggiate e dalla turbolenza del vento nelle giornate perturbate. Nonostante questo si è assistito ad alcuni
superamenti del limite dei valori di PM10 e, nelle giornate di radiazione solare intensa, anche della soglia di
informazione e del valore bersaglio per la salute umana dell’ O3.
Nel caso della seconda campagna di misura (invernale) le condizioni climatiche sono state poco favorevoli
per la dispersione degli inquinanti, e questo perché nei periodi di alta pressione le condizioni di stabilità
atmosferica hanno determinato isotermia o inversione termica, provocando così l’accumulo di sostanze nei
bassi strati dell’atmosfera e determinando quindi vari giorni di superamento del limite stabilito per il PM10. E’
da sottolineare come il dato relativo alla temperatura sia stato di 2,5-3 gradi superiore alla media degli stessi
mesi degli ultimi 50 anni.
In funzione dell’estrema variabilità dei dati, dipendenti, come detto, dalle condizioni meteorologiche, il
Dipartimento ARPA ha effettuato una comparazione tra i dati rilevati tramite laboratorio mobile con quelli
misurati, nello stesso periodo, dalle centraline della rete fissa di monitoraggio di Milano e di alcuni comuni di
provincia, quali Cassano d’Adda, Cinisello Balsamo, Cormano, Limito di Pioltello, Monza, Trezzo sull’Adda,
Truccazzano, Villasanta e Vimercate; tali centraline sono localizzate in ambiente urbano, suburbano e rurale,
quindi atte alla misurazione di inquinanti da traffico, industriali e di fondo.
A Gessate le concentrazioni di biossido di zolfo registrate nel periodo estivo si sono attestate su un valore
medio ed una concentrazione massima giornaliera rispettivamente pari a 3 e 4 μg/m3, mentre quelle per il
periodo invernale sono risultate 2 e 5 μg/m3, valori notevolmente inferiori al limite normativo di 125 μg/m3 sulle
24 ore. Non si sono osservate variazioni significative nel corso delle giornate prefestive e festive ma
concentrazioni lievemente più elevate della media durante le ore centrali dei giorni feriali (estate) o durante la
prima mattinata (inverno); i valori rilevati sono in linea con i risultati delle misurazioni effettuate nelle
centraline della rete fissa prese come termine di confronto.
Per il monossido d’azoto durante il periodo estivo si è osservato un valore medio sul periodo ed una
concentrazione massima giornaliera pari a 15 μg/m3 e 106 μg/m3, con valori medi più bassi ed andamenti
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giornalieri uniformi nei giorni prefestivi e festivi ed un giorno medio feriale con concentrazioni più elevate,
soprattutto tra le 6 e le 8 del mattino, che poi decrescono nel pomeriggio e nella notte. Tale andamento è
collegabile almeno in parte ai volumi di traffico della zona ed i valori rilevati dalle apparecchiature del mezzo
mobile sono in linea con quanto misurato dalla centralina fissa di Milano Viale Marche, mentre risultano
inferiori rispetto ai valori medi di Cassano d’Adda, Villasanta e Cinisello Balsamo.
Durante la sessione invernale i valori monitorati per la concentrazione media e quella massima risultano
notevolmente più elevati, attestandosi su 100 μg/m3 e 444 μg/m3; anche in questo caso i valori meno elevati e
la maggiore uniformità di misurazione durante l’arco della giornata si sono registrati nei giorni festivi (e in
quelli di instabilità atmosferica), mentre il giorno medio feriale e prefestivo mostrano andamenti simili ai
corrispettivi della situazione estiva. Anche in questo caso i trend sono correlabili all’ampiezza del traffico
veicolare e le misurazioni effettuate sono in linea con quanto rilevato nelle postazioni fisse del milanese,
notoriamente interessate da elevati volumi di traffico.
Le concentrazioni di biossido d’azoto, per quanto concerne il periodo estivo, si sono attestate su un valore
medio del periodo pari a 19 μg/m3 ed un valore massimo di 144 μg/m3, mentre d’inverno i valori sono stati
rispettivamente di 67 μg/m3 e 158 μg/m3, valori inferiori ai limiti normativi di 200 μg/m3. Nel periodo estivo
l’andamento giornaliero dell’inquinante è simile a quanto visto in precedenza per il monossido d’azoto, con
giorni prefestivi e festivi caratterizzati da valori bassi e buona uniformità di concentrazione nel tempo e giorni
feriali con punte mattutine a decrescere nell’arco giornaliero; d’inverno nei giorni feriali e prefestivi, quelli
caratterizzati da valori maggiori, la tendenza è di crescita nelle ore mattutine ed alla sera, calando nel resto
della giornata, mentre nei festivi le concentrazioni sono più basse e aumentano durante il periodo serale. Gli
andamenti sono, anche in questo caso, correlabili agli spostamenti veicolari casa-lavoro (o stazione MM) e
viceversa, nonché alle caratteristiche del biossido d’azoto (interessato da fotolisi nelle ore pomeridiane, che
ne decrementa la concentrazione). Sia d’estate che d’inverno le concentrazioni rilevate sono risultate inferiori
(Milano e hinterland) o quantomeno in linea (Villasanta) rispetto ai valori misurati dalle centraline della rete
fissa.
I livelli di monossido di carbonio rilevati sono sempre stati inferiori rispetto al valore limite per la salute umana
(10 mg/ m3) con valori estivi medi sul periodo, massimo orario e massimo mediato sulle 8 ore pari a 0,6
mg/m3, 1 mg/m3 e 1,4 mg/m3, ed invernali pari a 1,4 mg/m3 , 5 mg/m3 e 3,1 mg/m3. D’estate si osserva un
giorno feriale simile a quello visto per il biossido d’azoto, con massimi mattutini e serali e variabilità giornaliera
marcata , mentre il prefestivo e festivo mostrano valori più bassi e maggiore uniformità. D’inverno si osserva il
medesimo trend, ma con incrementi serali più consistenti nei giorni feriali. I livelli dell’inquinante sono correlati
ai flussi di traffico ed in particolare alle emissioni dei veicoli a benzina. I valori estivi rilevati sono in linea con le
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misurazioni della stazione della rete fissa di Pioltello, risultando invece inferiori alle misurazioni di Milano,
mentre in inverno si avvicinano molto a quelli misurati nel capoluogo lombardo.
Per l’ozono troposferico il periodo di massima criticità è la stagione estiva, in quanto presenta condizioni più
adatte alla formazione di questo inquinante: i valori maggiori si registrano, infatti, durante giornate a forte
insolazione e assenza di copertura nuvolosa, situazione che favorisce le reazioni fotochimiche che
coinvolgono gli NOx e i COV. I dati disponibili si riferiscono, però, alla campagna invernale, con un valore
medio sul periodo pari a 11 μg/m3 e valori massimi orari e sulle 8 ore pari a 65 e 54 μg/m3. Essendo l’ozono
un inquinante secondario, l’andamento della concentrazione giornaliera non segue quello del traffico,
presentando invece una curva “a campana”, cioè con un picco massimo dopo il periodo di maggiore
insolazione (prime ore pomeridiane), mentre nei periodi di maggiore emissione degli ossidi di azoto le
concentrazioni di ozono sono minori (a causa della maggiore reazione tra NO e O3, che porta alla distruzione
dell’ozono). I valori maggiori si rilevano di norma nelle aree suburbane o rurali ed, infatti, i valori rilevati a
Gessate sono confrontabili con quelli della postazione fissa di Vimercate, mentre risultano maggiori dei valori
milanesi. Come lecito attendersi nelle stagioni fredde, sia nelle misurazioni con impianto mobile a Gessate,
sia nelle postazioni fisse di monitoraggio non si sono verificati superamenti della soglia di informazione (180
μg/m3 come media oraria) e del valore bersaglio per la salute umana (120 μg/m3).
Il campionamento del PM10 ha fornito, durante il periodo estivo, concentrazioni medie sul periodo di 36 μg/m3
e valore massimo giornaliero pari a 63 μg/m3, mentre per il periodo invernale si sono registrati rispettivamente
93 e 150 μg/m3. In tutti i casi i valori misurati sono generalmente in linea con i trend registrati nelle stazioni di
rilevamento fisse limitrofe (Cassano d’Adda e Vimercate) ed in quelle del milanese, soprattutto durante il
periodo invernale. Durante la campagna estiva, a Gessate si sono contati 4 superamenti del valore limite per
la salute umana (50 μg/m3, da non superare per più di 35 giorni all’anno) in 24 giorni, mentre d’inverno tale
valore è stato superato per ben 29 volte su 34 giorni di misurazione, soprattutto in virtù del permanere di
condizioni di stabilità atmosferica; anche queste situazioni sono state in linea con quanto osservato presso i
siti di campionamento della rete fissa.
Se ne deduce, in conclusione, che le rilevazioni effettuate per Gessate tramite impianto mobile restituiscono
un quadro sostanzialmente sovrapponibile a quello registrato in provincia dalle centraline della rete fissa di
monitoraggio e a quanto misurato per l’ozono nell’area omogenea milanese. In particolare:
-
i valori di biossido di azoto hanno presentato andamenti e livelli medi di concentrazione superiori a quelli
presso le postazioni di fondo della provincia;
-
i valori di monossido di carbonio sono bassi e sempre inferiori al limite di legge;
-
i valori di ozono sono leggermente superiori rispetto a quelli rilevati nelle postazioni localizzate in aree
urbane interessate direttamente dal traffico;
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i valori di PM10 dipendono direttamente dalle condizioni meteorologiche. Dalle misure effettuate si evince
-
che la stabilità atmosferica causata dalla subsidenza anticiclonica ha determinato un’alta concentrazione
di polveri sottili in atmosfera, quasi sempre superiori rispetto al limite imposto dalla normativa nazionale;
Per completezza di informazione si riportano inoltre i valori relativi alle concentrazioni dei BTX rilevati nella
stazione della rete fissa di monitoraggio Cassano d’Adda 2, relativi alle misurazioni effettuate nel corso del
2007.
Stazione
Rendimento %
Concentrazioni rilevate
Limiti
protezione
salute
umana
Cassano d’Adda 96,8
2,5
2
5 + 3 μg/m3 (tolleranza)
5 μg/m3 (dall’1/1/2010)
Se si analizzano, invece, le quantità di sostanze immesse in atmosfera, suddivise per macrosettore, si
osserva che:
-
la principale sorgente di PM10 è la combustione non industriale;
-
la principale fonte di emissione di monossido di carbonio, NOx e biossido di zolfo è il trasporto su strada;
-
la principale fonte di emissione di COV è l’utilizzo di solventi.
Dai risultati sopra elencati si deduce che, in linea con ciò che accade nell’intera area metropolitana, la
principale causa dell’inquinamento atmosferico è il trasporto veicolare.
Paesaggio
Inquadramento paesaggistico
Secondo la classificazione del recente Piano Territoriale Regionale (PTR) che, ai sensi della LR 12/2005 ha
funzioni anche di Piano Paesaggistico, il Comune di Gessate è compreso nel Sistema Territoriale
Metropolitano.
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Classificazione dei sistemi territoriali. Fonte: PTR
Il sistema territoriale metropolitano, ancor più degli altri ambiti, non corrisponde ad un’area delimitata da
confini geografici, ma interessa l’asse Est-Ovest compreso tra la fascia pedemontana e la fascia più
settentrionale della pianura irrigua. Le caratteristiche fisiche dell’area hanno notevolmente influenzato il suo
sviluppo storico: la zona, quasi totalmente pianeggiante, ha favorito l’insediamento e lo sviluppo delle attività
umane, le abbondanti risorse idriche sia superficiali che del sottosuolo, sono state essenziali per la
produzione agricola e lo sviluppo industriale.
Il sistema metropolitano può essere suddiviso i due sub-sistemi divisi dal corso del fiume Adda. Gessate è
situato ad ovest dell’Adda, un’area dove si colloca il sistema metropolitano storico incentrato sul triangolo
industriale Varese-Milano-Lecco, caratterizzato da un’elevata densità abitativa ma anche da ampi spazi verdi
che si estendono tra i grandi poli industriali.
Dal punto di vista più propriamente paesaggistico il comune è compreso nella fascia della bassa pianura. Il
Piano fornisce una serie di indirizzi di tutela per quest’area, in particolare concernenti la viabilità storica e la
condizione agricola altamente produttiva. Questi obiettivi di tutela presuppongono:
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-
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una più accurata gestione della pianificazione urbanistica, evitando lo spreco di territori che sono
essenziali per le pratiche agricole;
-
la tutela ed il recupero del sistema irriguo della bassa pianura;
-
la formazione di parchi agricoli;
-
la forestazione dei terreni agricoli dismessi la ricostituzione di sentieri ecologi per favorire gli
spostamenti della fauna e dell’avifauna stanziale;
Aree Naturali Protette
L’area orientale del Comune di Gessate, in corrispondenza del confine comunale, è interessata dalla
presenza del Parco del Rio Vallone, un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) che comprende i
Comuni di Basiano, Bellusco, Cavenago di Brianza, Gessate, Masate, Ornago e, più recentemente, Aicurzio,
Busnago, Cambiago, Mezzago, Sulbiate, e Verderio Inferiore. Il Parco attualmente ha un’estensione di 1181
ettari, lungo il Torrente Vallone (da cui prende il nome), e costituisce un polmone verde in un’area fortemente
urbanizzata ed antropizzata a Nord-Est della cintura metropolitana milanese. Il Parco del Rio Vallone funge
da importante corridoio ecologico, essendo ubicato in posizione baricentrica rispetto al Parco Agricolo Sud
Milano (a Sud), al Parco Adda Nord (ad Est) e al Parco di Montevecchia e della Valle del Curone (a Nord).
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Confini amministrativi del Parco del Rio Vallone. Fonte: Provincia di Milano
Morfologicamente il territorio del parco è caratterizzato da terrazzi fluvioglaciali, da rilievi morenici, incisi nel
corso del Torrente Vallone. Il Parco del Rio Vallone sembra aver conservato l’assetto morfologico originario e
le caratteristiche strutturali. Le maggiori modifiche derivano dall’interferenza con le vie di comunicazione, dagli
interventi di sistemazione idraulica e dalla pressione esercitata dallo sviluppo delle aree industriali. Gran parte
del territorio è coperto da superfici agricole a seminativo semplice, talvolta limitate da siepi e filari, mentre
lungo il corso d’acqua la vegetazione è costituita principalmente da boschi di robinia. A Gessate è possibile
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riconoscere un area di rilevanza vegetazionale (biotipo), ovvero un’area di particolare pregio sensibile alle
variazioni ambientali. Lungo il Canale Villoresi è presente un’area con vegetazione igrofila.
Nel contesto del PLIS si inserisce il recente progetto di “Dorsale Verde” con l’intento di mettere in rete e
collegare i molti parchi esistenti, tutelare gli spazi aperti agricoli e periurbani, dando forma a una grande
infrastruttura ecologica e ambientale, un parco territoriale che percorre trasversalmente le città a Nord di
Milano. Più in generale gli obiettivi perseguiti dal progetto sono:
 collegare e ampliare i parchi esistenti e includere i territori agricoli non compresi in essi;
 istituire una contiguità spaziale che favorisca lo scambio e l’interconnessione fra le diverse ecologie;
 rafforzare i corridoi orizzontali al fine di controbilanciare l’andamento Nord-Sud dei parchi, in un
ambito dove i centri urbani sono disposti in forma reticolare, evitando così la loro saldatura;
 garantire un’adeguata compensazione ambientale lungo il tracciato della Pedemontana, evitando al
tempo stesso nuovi insediamenti che sfruttano la straordinaria accessibilità generata.
Il progetto risulta necessario considerando che l’area a Nord di Milano risulta estremamente problematica per
una serie di fattori:
-
l’eccessiva densità insediativa;
-
la difficoltà di costruire un sistema ambientale funzionale a causa degli elementi che compongono il
paesaggio, disposti in modo frammentato sul territorio;
-
le aree agricole residuali;
-
le dinamiche di trasformazione in atto sul territorio.
Il Parco presenta una serie di percorsi e strade campestri che raggiungono un’estensione complessiva di
circa 40 Km. Tali percorsi hanno la finalità di collegare i centri abitati e le cascine all’interno del parco, ma
anche di attraversare i terreni agricoli che caratterizzano l’area. Tra questi si segnala il percorso che collega
Gessate a Cascina Castellano ed il percorso principale, che attraversa tutto il parco da Gessate a Verderio
Inferiore, sfruttando strade campestri e, ove non possibile, strade asfaltate a basso volume di traffico.
L’accessibilità ciclistica al Parco è prevista dal piano strategico della mobilità ciclistica (MiBiCi). I grandi
itinerari programmati fungono da collegamento tra i centri abitati, i PLIS ed i Parchi regionali. Attualmente
l’unico percorso continuo esistente è la pista ciclabile realizzata lungo il Naviglio Martesana; gli altri risultano
ancora frammentati.
Rete ecologica
Il PTCP della Provincia di Milano propone un progetto di rete ecologica che dovrà essere recepito dagli
strumenti di pianificazione comunale, come stabilito dalla LR 12/2005. La rete ecologica è costituita da un
sistema di ambiti territoriali sufficientemente vasti e compatti, con una certa ricchezza di elementi naturali e da
fasce territoriali di connessione tra di essi che rappresentano un buone equipaggiamento territoriale.
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Valutazione Ambientale Strategica
Attualmente nel Comune di Gessate sono stati identificati 4 corridoi ecologici fluviali in corrispondenza dei
corsi d’acqua che costituiscono il reticolo idrico principale: i due canali artificiali (Martesana e Villoresi) ed i
due corsi d’acqua naturali (Trobbia e Rio Vallone). Il torrente Trobbia, a differenza degli altri che costituiscono
corridoi ecologici fluviali principali, viene definito come “corso d’acqua minore con caratteristiche attuali di
importanza ecologica”.
Rete ecologica. Fonte: PTCP
Nell’area occidentale del comune è prevista una “zona extraurbana con presupposti per l’attivazione di
consolidamento ecologico”. Il PTCP vigente (Art 61) definisce queste aree come:
a. zone perturbane, limitrofe o intercluse tra l’urbanizzato, che possono interessare aree di frangia urbana e
che presentano caratteri di degrado e frammentazione;
b. aree extraurbane, intese quali aree agricole esterne agli ambiti urbani caratterizzate dalla presenza di
consistenti elementi vegetazionali.
L’indirizzo del PTCP per queste aree è l’identificazione di aree potenzialmente caratterizzate da nuovi
elementi ecosistemici che potrebbero fungere da appoggio alla struttura portante della rete ecologica.
Obiettivo è, dunque, il consolidamento ecologico mediante progetti di riqualificazione paesistica e di
potenziamento. I progetti di nuova edificazione previsti devono necessariamente essere integrati con proposte
relative all’inserimento paesistico dell’opera nel contesto di frangia.
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A Sud-Est, in corrispondenza del confine comunale, è stato invece identificato un varco della rete ecologica,
zone in cui l’andamento dell’espansione urbana ha determinato una significativa riduzione degli spazi agricoli
o aperti. Secondo l’art. 59 del PTCP, in corrispondenza dei varchi:
- deve essere evitata la saldatura dell’urbanizzato, mantenendo uno spazio minimo inedificato tra i due fronti
tale da garantire la continuità del corridoio ecologico;
- in casi di evidente criticità devono essere previsti interventi di rinaturazione per il rafforzamento del corridoio
ecologico;
- deve essere data priorità in queste zone, nell’ambito dei progetti di rimboschimento.
Aree agricole
A partire dal dopoguerra si è assistita ad una complessiva riduzione delle aree agricole a favore degli
insediamenti industriali e civili pur mantenendo ancora aree dedicate all’attività agricola, in particolar modo
quelle dedicate agli appezzamenti. Le riduzioni più significative, invece, sono state a carico degli elementi
lineari più esili e, di conseguenza, maggiormente vulnerabili.
Se si considera l’intero territorio compreso all’interno del Parco del Rio Vallone, si osserva che la ripartizione
delle aree agricole ed il tipo di conduzione rilevano una classica agricoltura di pianura, nella quale prevalgono
i seminativi a mais e a frumento. Sono, invece, decisamente ridotte le superfici legate prevalentemente a
prato come si osserva dalla tabella sottostante
Fonte: atlante dei parchi- Provincia di Milano
Il Comune di Gessate è costituito da un urbanizzato molto compatto concentrato nell’area centro meridionale
del comune. È presente un’area industriale a Nord-Ovest mentre la parte orientale e l’area sud-occidentale
sono costituite, prevalentemente, da aree agricole. L’uso del suolo dedicato all’agricoltura è leggermente
superiore rispetto alla media provinciale. Quest’ultime sono normate dalla LR n 93/80 che stabilisce le
destinazioni ammesse, i soggetti operanti e gli indici edilizi per le attività ammesse. Le strutture autorizzate
sono attuate mediante concessione edilizia. Eventuali aree ricadenti nel perimetro del parco (PLIS- Parco
sovracomunale del Rio Vallone ) dovranno rientrare nell’attuazione di un apposito Piano Particolareggiato ai
sensi dell’art.16.3 delle presenti norme.
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Valutazione Ambientale Strategica
L’agricoltura ha, da sempre, rappresentato un’attività economica di primaria importanza per tutto l’ambito
dell’Adda-Martesana. Storicamente condotta in modo estensivo si sta, negli ultimi anni, trasformando in
un’attività intensiva (serre) a causa della dimensione delle aziende agricole leggermente inferiore rispetto a
quella provinciale. Se la dimensione risulta al di sotto della media, il numero delle aziende agricole presenti
nel territorio comunale è, al contrario, superiore alla media provinciale.
Seppur l’attività agricola abbia perso l’importanza economica che rivestiva precedentemente, l’agricoltura,
mediante l’adozione di regole e politiche di sostegno per le aree agricole, può ancora svolgere un ruolo
importante per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio rurale.
Rifiuti
Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti della Provincia di Milano evidenzia che, nel decennio 1997-2007, si è
verificato un aumento nella produzione dei rifiuti. Le cause di questo incremento sono da ricondursi sia ad un
aumento della popolazione (più spiccata nell’area monzese che in quella milanese) sia alle dinamiche di
sviluppo socio-economiche che non interessano soltanto la provincia di Milano ma l’intero territorio nazionale.
L’analisi dell’andamento storico mostra anche un decremento della frazione destinata a smaltimento e valori
non significativamente variabili per ciò che concerne lo spazzamento stradale e i rifiuti ingombranti. Il primo si
è, infatti, mantenuto costante in termini percentuali sul totale della produzione (oscillando tra il 3,2% e il
4,8%); il secondo, analogamente, ha mantenuto un peso percentuale sulla produzione, variabile tra il 3,5% e il
6%.
Se si considera, invece, la percentuale di rifiuti raccolti in forma differenziata si registra un notevole aumento:
si passa, infatti, dal 13,8% nel 1995 ad un 41,6% nel 2004. gli obiettivi di legge richiesti dal D.lgs 22/97 (15%
di raccolta differenziata nel 1999, 25% nel 2001, 35% nel 2003) sono stati raggiunti in anticipo, così come
risulta già conseguito l’obiettivo del raggiungimento del 40% della LR 26/03. un ulteriore incremento sarebbe,
invece, richiesto, per raggiungere l’obiettivo del 50% di raccolta differenziata nel 2011, come proposto dal
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Nel grafico sottostante si traccia l’evoluzione della percentuale di rifiuti differenziati della provincia di Milano
associati agli obiettivi proposti dalla normativa regionale e nazionale
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Valutazione Ambientale Strategica
Le principali frazioni che costituiscono le raccolte differenziate sono carta e cartone, l’organico, il verde, il
vetro che compongono il 77% dell’intera raccolta differenziata.
Su 188 comuni della Provincia solo 16 (tra cui il comune capoluogo) non raggiungono la percentuale di
raccolta differenziata (RD) previsto dalla normativa; mentre 135 comuni superano addirittura il 50%. Il
Comune di Gessate rientra in questa categoria con una percentuale di RD pari al 61,05% nel 2006, in
continuo aumento dal 2003.
Se si considerano le quantità di rifiuti prodotti suddivisi per tipologia si nota che, a Gessate, si producono
circa:
-
634.980 kg di organico
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Valutazione Ambientale Strategica
-
494.990 kg di carta e cartone
-
438.930 kg di verde
-
281.784 kg di vetro
-
119.950 kg di plastica
-
106.080 legno
-
82.020 materiali ferrosi
Meno rilevanti le altre categorie.
Quantità totale di rifiuti (kg) destinati a
raccolta differenziata (suddivisi per tipologia)
organico
carta e cartone
verde
vetro
plastica
legno
materiali ferrosi
Comune di Gessate: quantità di rifiuti destinati a RD. Fonte: Provincia di Milano - Osservatorio rifiuti
Dall’analisi dei dati sopra riportati si evince che la tipologia e la quantità di produzione comunale è in linea con
rifiuti prodotti a livello provinciale.
Si riporta, nelle tabelle sottostanti, il riepilogo dei dati relativo all’anno 2006 per il Comune di Gessate
Riepilogo dei dati del 2006- Comune di Gessate (valori in tonnellate)
Rifiuti urbani indifferenziati:
Spazzamento
Ingombranti
Raccolta differenziata
Totale rifiuti urbani
Ingombranti a recupero
Inerti
Cimiteriali
854,70
152,90
190,71
2226,53
3424,84
25.19
109.25
0,40
25.0 %
4.5 %
5.6 %
65,0 %
100,0 %
Abitanti:
7268
Utenze domestiche
3123
Utenze non domestiche 281
Incidenza della produzione comunale sul totale provinciale
Popolazione residente sul totale della produzione provinciale
Costo pro-capite del servizio di gestione dei rifiuti (€/abitanti anno
Costo medio provinciale pro-capite del servizio di gestione dei rifiuti (€/abitanti anno)
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0,17%
0,19%
88,61
114,38
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Piattaforma
Compostaggio domestico
Tariffa
Si
No
No
Fonte: Provincia di Milano
Agenti Fisici
Rumore
La “Zonizzazione Acustica”, o “Classificazione Acustica” comunale consiste nella suddivisione del territorio in
classi acusticamente omogenee dette “classi acustiche”, individuate per legge. A tal proposito, i principali
riferimenti utilizzati nel caso di Gessate sono stati:
 La Legge Quadro sull’inquinamento acustico, 447/95;
 Il D.P.C.M. 01/03/1991;
 Il D.P.C.M. 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”, che riprende la
classificazione del precedente Decreto e contiene i valori limite assoluti di immissione, riferiti al
rumore immesso nell’ambiente dall’insieme di tutte le sorgenti sonore e determinati a seconda delle
classi di destinazione d’uso.
Limite assoluto - Leq in dB(A)
Classe
di
Valori limite di emissione
Valori limite di immissione
destinazione
Diurno (6 – Notturno (22 – Diurno (6 – Notturno (22 – 6)
d’uso del territorio
22)
6)
22)
I
–
aree 45
35
50
40
particolarmente
protette
II
–
aree 50
40
55
45
prevalentemente
residenziali
III – aree di tipo 55
45
60
50
misto
IV – aree di intense 60
50
65
55
attività umana
V
aree 65
55
70
60
prevalentemente
industriali
VI
–
aree 65
65
70
70
esclusivamente
industriali
Tabella 2 - D.P.C.M. del 14/11/1997: “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”
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Valutazione Ambientale Strategica
La Classificazione Acustica del territorio comunale di Gessate è stata approvata con Deliberazione del
Consiglio Comunale del 30/11/2000.
Ai fini della redazione del Piano sono state svolte indagini conoscitive finalizzate alla determinazione delle
principali sorgenti di inquinamento acustico rilevabili nel comune.
Sul territorio di Gessate sono presenti due zone industriali: la prima, più ampia, è situata nella porzione nordoccidentale (Via Monza), mentre la seconda, di minore estensione, si trova nella zona Nord-Est del comune
(Via Bergamo). Sono inoltre presenti altri insediamenti industriali ed artigianali di minore entità all’interno del
tessuto cittadino, sia nella zona centrale del paese, sia nella frazione meridionale di Villa Fornaci.
Dai rilevamenti effettuati si comprende come a Gessate il contributo maggiore alla rumorosità ambientale sia
attribuibile al traffico veicolare; oltre alle industrie, infatti, le altre sorgenti di rumore fisse sono le principali
arterie viabilistiche comunali, ed in particolare:
 la SS 11 “Padana Superiore”, principale asse di comunicazione viabilistico comunale lungo la
direttrice Est-Ovest; il suo tracciato è parallelo al Naviglio Martesana, nella parte meridionale del
paese, interessando la frazione di Villa Fornaci, al confine con il Comune di Bellinzago;
 il sistema stradale Via Monza/Via IV Novembre, secondo attraversamento Est-Ovest dopo la SS11,
che interessa la parte settentrionale del territorio comunale; collega Gessate con Masate, ad Est, e
con Pessano con Bornago, ad Ovest;
 l’asse Via Europa/Via de Gasperi, che taglia longitudinalmente la porzione orientale del comune e si
collega con la stazione “Gessate” della linea MM2;
 il collegamento Via Brianza/Via Piave, Via Garibaldi/Via Manzoni, Via XXV Aprile, ulteriore asse di
collegamento Nord-sud nella porzione orientale del paese, che connette lo svincolo dell’autostrada
A4 in Cambiago con la Strada Padana Superiore;
Nell’attribuzione delle classi acustiche alle porzioni di territorio comunale, il Piano di Zonizzazione Acustica ha
considerato anche le future modifiche al sistema viabilistico comunale, previste dal PRG vigente ed inserite
nel Piano Urbano della Mobilità, tra cui:
 la realizzazione di una nuova strada provinciale di scorrimento ad Ovest della Via Gramsci, con
andamento Nord-Sud;
 una nuova strada provinciale, a Nord del territorio comunale, di collegamento Est-Ovest tra i Comuni
di Masate e di Pessano con Bornago;
 la modifica del tracciato attuale della SS11, che dovrebbe passare a Nord dell’abitato di Villa
Fornaci.
Nell’ambito sud-occidentale del paese si trova inoltre il tratto terminale della linea 2 della Metropolitana
Milanese, con la stazione di testa “Gessate” ed il relativo parcheggio; il rilevato ferroviario è completamente in
superficie ed attraversa ambiti agricoli prima di attestarsi al capolinea di Piazzale 1° Maggio.
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Considerando che in ambito urbano la principale fonte di rumore è il traffico veicolare, la classificazione
acustica comunale non ha attribuito la classe VI o la classe I ad alcun ambito territoriale, dato che, nel primo
caso, le industrie presenti non sono particolarmente rumorose, mentre nel secondo caso, la classe di
maggiore tutela non è realisticamente applicabile sul territorio.
 in classe V sono state classificate le due zone industriali del paese, con la creazione, intorno ad
esse, di una fascia di rispetto in classe IV, che a sua volta funge da graduale passaggio alla classe
III negli ambiti limitrofi;
 la classe IV è stata attribuita alla zona commerciale-terziaria situata a Sud del paese, tra la SS11 ed
il tracciato della MM2; ricadono inoltre in questa classe l’intero rilevato ferroviario e la stazione della
MM2 di Gessate, la SS11 (comprensiva di modifiche), il nuovo collegamento Nord-Sud previsto ad
Ovest di Via Gramsci, la Via XXV Aprile;
 in classe III si trovano, tra gli altri, tutte le aree agricole comunali e le relative cascine, l’area edificata
di Villa Fornaci, l’area commerciale-terziaria di Via De Gasperi e le vie di attraversamento del centro
abitato;
 infine, in classe II, è stata inserita tutta l’area residenziale dell’abitato, scuole comprese, oltre alle
aree di nuova lottizzazione su Via Moro e tutte le zone boschive verso i comuni di Masate e Inzago.
I rilievi eseguiti sulla SS11 mostrano il superamento dei limiti indicati per la classe IV, ambito nel quale la
strada è stata inserita, ed anche nel caso degli attraversamenti viabilistici comunali, posti in classe III, si sono
superati i limiti per la relativa classe di appartenenza. Altri superamenti si sono registrati presso Via Lecco
(classe IV), a causa dell’elevato traffico veicolare, mentre in Via Mazzini (fraz.Villa Fornaci) e Via San
Giuseppe, si sono registrati lievi superamenti dei limiti relativi alla classe III.
Energia
La normativa di riferimento in materia energetica è, oggi, in continua evoluzione. Il miglioramento complessivo
del sistema energetico, che deve garantire la riduzione dei consumi e la massimizzazione dell’efficienza, e
l’incentivo ad utilizzare fonti energetiche rinnovabili sono obiettivi necessari per la sostenibilità ambientale ed
economica. Il continuo aumento della domanda energetica a livello globale determina, infatti, un impatto sulla
disponibilità e sui prezzi delle principali risorse e sui cambiamenti climatici. Il Consiglio Europeo ha gettato le
basi per una politica energetica al fine di perseguire congiuntamente obiettivi di sicurezza ed economicità
dell’approvvigionamento ed obiettivi di sostenibilità ambientale.
La normativa di settore, sia nazionale che regionale, è piuttosto complessa ed è trasversale a numerosi altri
problemi ambientali. I principali gas che derivano dalla combustione delle risorse energetiche sono i gas serra
(vapore acqueo, metano e anidride carbonica) che concorrono alla formazione del cosiddetto “effetto serra” e
ritenuti responsabili del riscaldamento globale del pianeta che sta avvenendo negli ultimi decenni.
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Valutazione Ambientale Strategica
L’obiettivo delle amministrazioni comunali è cercare di massimizzare l’efficienza energetica e incentivare
l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Nel nuovo regolamento edilizio del Comune di Gessate sono inserite
apposite norme per poter utilizzare in modo efficiente, mediante accorgimenti in campo edilizio, le fonti
rinnovabili e ridurre gli sprechi e le richieste di energia provenienti da fonti tradizionali
Campi elettromagnetici
Con il termine radiazioni si intende la diffusione di energia nello spazio. Le principali sorgenti ad alta
frequenza diffuse sul territorio sono gli impianti per la telecomunicazione e radiotelevisione. Gli impianti
artificiali più diffusi per le basse frequenze sono, invece, gli elettrodotti, ovvero l’insieme delle linee elettriche,
delle sottostazioni e delle cabine di trasformazione utilizzate per il trasporto e la distribuzione dell’energia, e
gli apparecchi alimentati con la corrente elettrica.
Tutte queste sorgenti determinano la formazione di campi elettromagnetici che, in caso di esposizione ripetuta
e ad alti livelli, possono essere dannosi per la salute umana
La normativa italiana impone misure molto cautelative per questo tipo di radiazioni e stabilisce l’iter
procedurale per l’installazione degli impianti. Allo scopo di assicurare la tutela della salute della popolazione
da eventuali possibili effetti a lungo termine connessi con l’esposizione a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici, il Parlamento italiano ha emanato, in data 14 febbraio 2001, la Legge Quadro n. 36
sull’inquinamento elettromagnetico. Il successivo D.P.C.M. dell’8 Luglio 2003 fissa inoltre i limiti di
esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni
ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da frequenze comprese tra i 100 kHz e i 300 Ghz.
Si riportano nelle tabelle sottostanti i limiti di esposizione per la popolazione, in funzione della frequenza della
radiazione considerata e gli obiettivi di qualità:
Frequenza (MHz)
Intensità campo
Intensità campo
Densità di Potenza
elettrico E (V/m)
magnetico H (A/m)
(W/M2)
0,1-0,3
60
0,2
-
3-3.000
20
0,05
1
3.000- 300.000
40
0,1
4
Intensità campo
Intensità campo
Densità di Potenza
elettrico E (V/m)
magnetico H (A/m)
(W/M2)
Limiti di esposizione per la popolazione
Frequenza (MHz)
0,1 MHz <f < 300 GHz
6
0,016
0,10 (3 MHz - 300 GHz)
Obiettivi di qualità
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Valutazione Ambientale Strategica
In riferimento agli obiettivi di qualità fissati dal D.P.C.M. del 2003, il Ministero dell’Ambiente, tramite propria
lettera del 15 Novembre 2004 n° 25291, ha definito, in via provvisoria, la metodologia di calcolo per la
determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti, all’interno delle quali non è consentita alcuna
destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario ovvero ad uso che comporti una permanenza
non inferiore a quattro ore giornaliere. La determinazione di tali fasce è a cura della società T.E.R.N.A.
Nell’anno 2005, nel Comune di Gessate, sono stati monitorati 5 siti per rilevare la presenza di campi
elettromagnetici. La scelta delle postazioni di misura è stata effettuata considerando gli impianti esistenti e le
criticità connesse ad eventuali situazioni espositive segnalate dall’amministrazione comunale. I siti individuati
sono:
-
Campo sportivo, via Gramsci
-
Scuola Materna, Viale Europa
-
Abitazione privata , via Alcide de Gaspari
-
Comune di Gessate, Piazza del Municipio 1
In tutti i casi sopra elencati, i campi elettromagnetici misurati hanno un’intensità molto bassa, al di sotto dei
limiti imposti dalla normativa in materia.
I principali elettrodotti si sviluppano ad Est del nucleo edificato tra questo e villa fornaci, e a Nord-Est del
tessuto residenziale sulla strada per Cascina Rogorino.
Altri importante elettrodotto, di competenza della TERNA passa in via San Giuseppe.
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RAPPORTO AMBIENTALE