RELAZIONI E BILANCIO 2012 1 2 BILANCIO 2012 Bilancio di Esercizio 2012 3 4 BILANCIO 2012 Organi Statutari 6 Direzione Generale e Filiali 7 Avviso di convocazione dell’Assemblea 9 Relazione sulla Gestione 11 Relazione del Collegio Sindacale 52 Relazione della Società di Revisione 54 Stato Patrimoniale Attivo 56 Stato Patrimoniale Passivo 56 Conto Economico 57 Prospetto della Redditività complessiva 57 Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto 58 Rendiconto Finanziario, metodo indiretto 59 Riconciliazione 59 Nota Integrativa PARTE A - Politiche contabili 61 PARTE B - Informazioni sullo stato patrimoniale - Attivo 77 PARTE B - Informazioni sullo stato patrimoniale - Passivo 96 PARTE C - Informazioni sul conto economico 109 PARTE D - Redditività complessiva 124 PARTE E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 124 PARTE F - Informazioni sul patrimonio 167 PARTE H - Operazioni con parti correlate 173 I dati contenuti nelle tabelle di Nota Integrativa sono espressi in migliaia di euro. 5 Organi Statutari CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Vice Presidente LEONARDO TOSON ANDREA DOARDO Amministratori ADA ANDRIGHETTI FABRIZIO BERTIN LUIGI BOSCOLO CEGION FABRIZIO PAVAN BERNACCHI COLLEGIO SINDACALE Presidente Sindaco effettivo Sindaco effettivo FRANCESCO FRANCHIN FEDERICA BARDELLE ALBERTO BELTRAMIN Sindaco supplente CARLO ALBERTINI Direttore Generale GIANNI BARISON Vice Direttore Generale GIOVANNI BENETELLO COMPAGINE SOCIALE 6 All’1-1-2012 Soci Soci entrati Soci usciti 2436 898 58 Al 31-12-2012 Soci 3276 ENRICO PITTARELLO FAUSTO PITTARELLO FRANCESCA TREVISI BILANCIO 2012 Società Cooperativa costituita il 2 Settembre 1894 DIREZIONE GENERALE e FILIALE CENTRALE Via A. Valerio, 78/80 - Piove di Sacco - Tel 049 5842066 - Fax 049 5841275 FILIALI ARZERGRANDE BRUGINE CAMPAGNOLA CELESEO CHIOGGIA CODEVIGO CONCHE LEGNARO NOVENTANA PADOVA PADOVA-Camin PADOVA-Mandria PIOVE DI SACCO-Centro Storico PIOVE DI SACCO-S. Anna SAN GIACOMO-Albignasego SOTTOMARINA VIGONOVO VILLA DEL BOSCO VILLATORA Via Roma, 88 Via Roma, 17 Via Rialto,18 Via S. Marco, 121 Viale Stazione, 53 Via V. Emanuele III, 23 Via Vallona, 35 Via Romea, 44 Piazza Regione Veneto, 1/2 Via S. Crispino, 66 Via Vigonovese, 145 Via Romana Aponense, 116 Piazza Incoronata, 18 Via A. Valerio, 47 Piazzale della Torre, 11 Viale Venezia, 6 Via Padova, 3 Via A. Sandano, 17 Via G. Mazzini, 18 Tel 049 9720233 - Fax 049 5800281 Tel 049 5806955 - Fax 049 5806935 Tel 049 9735274 - Fax 049 9735161 Tel 049 5847 300 - Fax 049 5847417 Tel 041 5500980 - Fax 041 404267 Tel 049 5004500 - Fax 049 5841275 Tel 049 5845288 - Fax 049 5845281 Tel 049 641398 - Fax 049 5841275 Tel. 049 625899 - Fax 049 626145 Tel 049 7801119 - Fax 049 7801123 Tel 049 55004600 - Fax 049 5841275 Tel 049 8805181 - Fax 049 5841275 Tel 049 9704560 - Fax 049 9715322 Tel 049 9705622 - Fax 049 5842026 Tel 346 6183768 - Fax 049 5841275 Tel 041 5507300 - Fax 041 5507333 Tel 049 9830490 - Fax 049 9832229 Tel 049 5819280 - Fax 049 5819277 Tel 049 8792103 - Fax 049 8792137 INTERNET www.bccpiove.it - e-mail: [email protected] 7 8 CONVOCAZIONE AVVISO DI CONVOCAZIONE dell’Assemblea Ordinaria dei Soci AVVISO DI CONVOCAZIONE dell’Assemblea Ordinaria della Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco che avrà luogo, in prima convocazione, il giorno 27 aprile 2013 alle ore 8,30 presso la Sede Sociale in Piove di Sacco - Via Alessio Valerio 78, ed in seconda convocazione venerdì 3 maggio 2013 alle ore 18,30 presso la sala del Cinema Teatro Marconi di Piove di Sacco, Via Gauslino 2, per discutere il seguente ordine del giorno: 1. Bilancio al 31 dicembre 2012: deliberazioni inerenti e conseguenti. 2. Politiche di remunerazione. Informative all’assemblea e deliberazioni conseguenti. 3. Determinazione dei compensi dell’amministratore indipendente e delle modalità di determinazione dei rimborsi di spese sostenute per l’espletamento del mandato. 4. Nomina di un Sindaco supplente: sostituzione di altro Sindaco supplente (dimissionario), ai sensi dell’art. 2401 cod. civ. per l’esercizio 2013. Potranno prendere parte all’Assemblea tutti i soci che, alla data di svolgimento della stessa, risultino iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. p. il Consiglio di Amministrazione Il Presidente 9 10 RELAZIONE RELAZIONE del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE sulla Gestione Esercizio 2012 Signori Soci, la presente relazione è redatta, ai sensi delle vigenti disposizioni, al fine di illustrare la situazione dell’impresa e descrivere l’andamento della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui opera la Banca. Mentre stiamo registrando questo resoconto siamo nel pieno di quella che qualcuno ha definito “la tempesta perfetta” in cui si sommano il drammatico avvitamento dell’economia reale con la crisi politicoistituzionale che nasce dall’ingovernabilità prodotta dalla recenti elezioni. La fotografia nitida, essenziale di quanto è successo nel 2012 in Italia è questa: recessione (calo del PIL) del 2,4%, produzione industriale – 6,6 punti, disoccupazione superiore all’11%, mille imprese morte al mese, consumi giù del 4,3%, pressione fiscale al 55,5% in termini reali, debito pubblico al 127% del PIL. E come se non bastasse, tutto questo lascia il passo ad un primo bimestre 2013 che presenta indicatori ancora peggiorati; la disoccupazione cresciuta all’11,7%; produzione, fatturato e ordinativi dell’industria manifatturiera in ulteriore calo. Le Banche, da parte loro, faticano a mettere benzina in un motore che non gira, asfissiato dal perverso meccanismo dei mancati pagamenti tra clienti e fornitori e, quel che è peggio, dai ritardi delle pubbliche amministrazioni il cui debito occulto ha oramai superato i 100 miliardi di euro. Dal 2007 abbiamo perso 7 punti di PIL e i disoccupati sono aumentati di 600.000 unità! In sintesi, quindi, apriamo anche la relazione di quest’anno constatando ancora una volta che l’economia persegue nella sua debolezza, che il commercio internazionale perde vigore, che il calo dell’occupazione è divenuto drammatico e che la quota risparmiata del reddito nazionale, nostra antica virtù, prosegue il suo calo. Qualche segnale positivo all’orizzonte non può illudere, ma neanche va trascurato. In particolare l’andamento delle esportazioni è stato fin qui relativamente favorevole fornendo un contributo positivo, ancorché non risolutivo, alla crescita del prodotto interno lordo. Le tensioni finanziarie si sono per ora attenuate e la fiducia di famiglie e imprese accenna ad una lieve ripresa. Lo scenario che fa da sfondo al nostro decidere e al nostro agire quotidiano va letto con realismo severo. Ma anche il tempo della crisi può e deve offrire opportunità. In questa fase di cambiamento c’è bisogno di Politica e di Cultura. Scritte e interpretate al maiuscolo. Due sfide interconnesse che ci interrogano: come italiani, per non lasciare il passo ai populismi e non perdere occasioni di sviluppo e rilancio ormai cruciali; come europei, per proseguire con decisione la costruzione di un’idea e di una realtà di Europa necessariamente federale. E c’è bisogno, anche per corroborare la fiducia, di connessione e comunità, tutti elementi costitutivi della realtà del nostro Credito Cooperativo. Per queste ragioni guardiamo con responsabilità e impegno al futuro delle nostra banca e del nostro territorio ed al più ampio contesto nazionale di cui facciamo parte. Vengono ora esposte in premessa le linee evolutive delle più importanti variabili d’ambiente e di mercato, nonché la situazione economica generale e quella del mercato di riferimento. 11 LO SCENARIO MACROECONOMICO Nel 2012 l’andamento dell’economia mondiale è stato contenuto. Il commercio internazionale ha registrato una crescita modesta. L’attività economica mondiale ha continuato ad aumentare a un ritmo moderato, caratterizzato da una notevole fragilità ed eterogeneità tra le diverse aree geografiche. Gli indicatori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese hanno mostrato segnali di miglioramento solo nell’ultimo trimestre del 2012. Al di fuori dell’area dell’euro, il clima di fiducia dei consumatori è migliorato in numerose economie avanzate ed emergenti. Nonostante i segnali positivi, provenienti nell’ultimo trimestre da alcuni paesi emergenti e dagli Stati Uniti, le prospettive di crescita globale nel 2013 e 2014 rimangono molto incerte. L’evoluzione della crisi nell’area dell’euro, le perduranti tensioni geopolitiche in Medio Oriente e il protrarsi delle difficoltà nella gestione degli squilibri del bilancio pubblico negli Stati Uniti alimentano i rischi per le prospettive mondiali. Negli Stati Uniti la crescita del PIL in termini reali si è intensificata nella seconda metà del 2012, arrivando nell’ultima rilevazione a un tasso di variazione positivo in ragione d’anno del 3,1 per cento. La maggiore crescita va ricondotta principalmente alla dinamica della spesa per consumi privati e all’aumento di quella del settore pubblico e per gli investimenti in scorte, così come all’accelerazione degli investimenti in edilizia residenziale e al contributo positivo delle esportazioni nette. Le previsioni per l’anno in corso indicano una crescita del 2,0% e del 2,8% per il 2014. L’inflazione annua misurata sull’indice dei prezzi al consumo è scesa all’1,8 per cento (era pari al 2,2 per cento dopo l’estate); un calo principalmente riconducibile alla brusca decelerazione dei prezzi dei beni energetici, solo in parte controbilanciata dal rincaro dei prodotti alimentari. Anche il mercato del lavoro, a fine 2012, ha continuato a evidenziare segnali di miglioramento, come documentato da un’ulteriore crescita del numero di occupati nel settore non agricolo e dalla riduzione del tasso di disoccupazione al 7,8%, il livello più basso degli ultimi quattro anni. Nella zona Euro, la crescita economica si è attestata su valori negativi che hanno portato l’area in piena recessione a partire dal secondo trimestre dell’anno. Gli indicatori basati sulle indagini congiunturali hanno continuato a segnalare la persistente debolezza dell’attività economica, che secondo le attese dovrebbe protrarsi anche nel 2013, per via della bassa spesa per consumi e investimenti anticipata dal grado di fiducia piuttosto basso di consumatori e imprese e dalla moderata domanda esterna. Indicazioni graduali di recupero dell’economia sono previsti nell’ultima parte dell’anno, quando si trasmetteranno alla domanda interna del settore privato l’orientamento accomodante della politica monetaria e il miglioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari. Secondo le previsioni dell’OCSE il 2013, per la zona Euro, sarà ancora un anno di recessione (-0,1 per cento) per tornare a crescere nel 2014. L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata al 2,2% per cento in chiusura d’anno, in calo rispetto alla prima metà dell’anno (2,6 per cento ad agosto, 2,7 per cento ad inizio anno). Le previsioni indicano una ulteriore discesa nel 2013, al di sotto del 2,00%. In Italia, la dinamica negativa del PIL osservata in progressivo peggioramento per tutto l’anno, ha chiuso il 2012 al -2,4%; la domanda interna si è contratta, riflettendo la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie e degli investimenti fissi lordi, mentre la domanda estera netta, che ha sostenuto il prodotto per 0,6 punti percentuali, è andata progressivamente migliorando. Tutti gli osservatori indicano l’Italia in recessione anche nel corrente anno, per poi imboccare un sentiero di crescita solo nel 2014 (+0,7%). L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, è gradualmente scesa al 2,3%, evidenziando ulteriori cali ad inizio 2013. La produzione industriale ha continuato a ridursi in tutti i principali comparti industriali, particolarmente 12 RELAZIONE quello dei beni di consumo durevoli. L’attività di accumulazione ha risentito soprattutto delle prospettive incerte della domanda e degli ampi e crescenti margini di capacità produttiva inutilizzata. Il tasso di disoccupazione è arrivato a livelli massimi in prospettiva storica raggiungendo l’11,1%. Ha continuato a crescere il tasso di disoccupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 24 anni, superando il 37% (+5,0% su base annua). La ricchezza netta delle famiglie, secondo i dati della Banca d’Italia, è scesa del 5,8% per cento nei cinque anni della crisi (di cui uno 0,5% solo nel primo semestre del 2012). Un aspetto di cui tenere conto pero è che il debito delle famiglie italiane è pari al 71% del reddito disponibile, contro il 100% di Francia e Germania, il 125% di Stati Uniti e Giappone, il 165% per cento del regno Unito. Nel secondo trimestre del 2012, le compravendite di immobili sono scese di circa il 24%. Negli ultimi 12 mesi, oltre la metà delle famiglie italiane ha percepito un peggioramento delle condizioni economiche, in particolare nel Centro-Sud; tale percezione ovviamente si è tradotta in una diminuzione dei consumi e una propensione all’acquisto negativa in tutte le categorie di prodotti. Per quanto riguarda la politica monetaria della BCE, il Consiglio direttivo ne ha ridotto i tassi ufficiali a luglio del 2012, portando allo 0,75% il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali e all’1,50% il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento marginale. Le aspettative di un ribasso ulteriore dei tassi hanno spinto i tassi euribor su livelli particolarmente bassi nel corso del 2012 (quello a tre mesi si è attestato allo 0,57% come valore medio annuo, ma toccando lo 0,19% come valore puntuale di fine 2012) anche se la decisione approvata all’unanimità a gennaio 2013 di mantenerli invariati ha prodotto un immediato rialzo dei future su tutte le scadenze che lascia ipotizzare un’inversione di tendenza nell’anno in corso. Cenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italiano Nel corso del 2012 l’offerta di credito ha beneficiato della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che gravavano sulle banche italiane, anche grazie alle politiche attuate dall’Eurosistema. L’offerta di finanziamenti è tuttavia ancora frenata dall’elevato rischio percepito dagli intermediari, in relazione agli effetti della recessione sui bilanci delle imprese. I crediti deteriorati sono aumentati in misura significativa. I segnali positivi riguardano la crescita della raccolta al dettaglio, migliori condizioni di liquidità; si cominciano ad intravvedere inoltre alcune emissioni sul cosiddetto mercato all’ingrosso da parte di alcuni grandi istituzioni creditizie. In particolare, nel corso dell’anno l’andamento del credito ha risentito della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie – legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare – e di condizioni di offerta da parte delle banche ancora tese. Le più recenti indagini svolte segnalano che negli ultimi mesi le difficoltà di accesso al credito sarebbero rimaste ancora elevate, anche se su livelli inferiori a quelli registrati al picco delle tensioni, ma ancora superiori a quelli antecedenti la crisi. A novembre 2012 gli impieghi del sistema bancario presentavano un tasso di variazione ancora negativo (-1,9%) su base d’anno rispetto al +1,8% di un anno prima. Nell’ultimo trimestre dell’anno il costo medio dei nuovi prestiti alle imprese è ulteriormente risalito (3,6% il tasso medio); le indicazioni fornite dalle banche fanno capire che tale rialzo è connesso con il peggioramento della qualità del credito e con le più forti preoccupazioni sulla rischiosità dei richiedenti il credito. Il divario tra il costo medio dei finanziamenti alle imprese italiane e a quelle tedesche era pari, a novembre 2012, a 1,4 punti percentuali. Il costo del credito alle famiglie ha invece continuato a flettere lievemente. Con riguardo alla qualità del credito erogato dalle banche italiane, il tasso di ingresso in sofferenza dei 13 prestiti alle famiglie resta relativamente basso, all’1,4%, come alla fine dello scorso anno. Quello dei prestiti alle imprese, invece, ha raggiunto il 3,3% e dovrebbe toccare un picco a metà del 2013, per poi diminuire. Informazioni preliminari indicano che nel bimestre ottobre-novembre l’esposizione complessiva nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è ulteriormente aumentata. La quota dei prestiti alle imprese in temporanea difficoltà (esposizioni incagliate e ristrutturate) sul totale dei finanziamenti al settore è in ulteriore crescita, superando l’8% a fine anno. Le condizioni di raccolta sui mercati all’ingrosso per gli intermediari italiani, anche se non ancora normalizzate, sono lievemente migliorate, beneficiando dell’attenuazione delle tensioni sui mercati del debito sovrano. La crescita dei depositi della clientela residente è rimasta sostenuta nel corso dell’anno, mantenendo il costo della raccolta tendenzialmente in calo soprattutto per le tipologie di maggiore durata (mediamente 3,30% il rendimento delle nuove emissioni obbligazionarie a tasso fisso e 3,10% per quelle a tasso variabile). Sul fronte reddituale, le informazioni sull’andamento di conto economico del sistema bancario italiano a settembre 2012 indicano una crescita del 2,5% del margine di interesse. In aumento più sostenuto invece il margine di intermediazione salito del 6,9% giovandosi in larga misura dell’aumento dei proventi dell’attività di negoziazione. Infine si rileva una crescita del 21,8% del risultato di gestione, anche grazie alla riduzione dei costi operativi; un valore che lo scorso anno appariva in calo per circa il 21%. L’andamento del Credito Cooperativo nel contesto del sistema bancario Come era evidente, il persistente quadro macroeconomico sfavorevole ha ridotto la domanda di credito dell’economia, mentre la necessità di contenere i rischi e aumentare la dotazione patrimoniale ha indotto molti gruppi bancari a ridurre o contenere fortemente l’erogazione di nuovo credito. In tale contesto, le banche della nostra Categoria hanno consolidato la propria posizione di mercato sul versante dell’intermediazione tradizionale, mantenendo un tasso di variazione delle masse intermediate superiore alla media del sistema bancario. Nel corso dell’ultimo anno il sistema del Credito Cooperativo ha ulteriormente ampliato la copertura territoriale in accordo con il principio di vicinanza e prossimità che fa parte del modello di servizio alla clientela proprio di una banca cooperativa a radicamento locale. A dicembre 2012 si registravano 394 BCC-CR (pari al 55,7% del totale delle banche operanti in Italia), con 4.448 sportelli (pari al 13,6% del sistema bancario nazionale). Nel corso del 2012 gli sportelli delle BCC-CR sono aumentati di 37 unità (+0,8) a fronte di una diminuzione dell’1% circa registrata nel sistema bancario complessivo. Alla fine 2012 le BCC-CR risultavano presenti in 2.718 comuni, in particolare di piccole e medie dimensioni, e in 101 province; mentre in 551 comuni rappresentavano ancora l’unica presenza bancaria. I dipendenti a fine 2012 (compresi anche quelli delle Società del sistema) erano pari a circa 37.000 unità, in sostanziale stazionarietà su base d’anno. Il numero totale dei soci è salito a 1.135.096 unità, con un incremento del 3,5% su base d’anno; tra questi i Soci affidati ammontavano a 458.675 (+1,0%). In un quadro congiunturale particolarmente negativo, anche nel corso del 2012 le BCC-CR hanno continuato a sostenere i soci e la clientela, soprattutto le piccole imprese e le famiglie, target elettivo di riferimento; nonostante l’acuirsi della fase economica avversa, infatti, gli impieghi delle BCC-CR hanno fatto registrare nel corso dell’anno una sostanziale “tenuta”, a fronte di una sensibile contrazione rilevata 14 RELAZIONE per il sistema bancario complessivo. Sul fronte del funding, grazie ad una certa ripresa nella dinamica di crescita della raccolta da clientela nella seconda parte dell’anno, si è registrata per le banche della Categoria una variazione positiva su base d’anno. La quota delle BCC-CR nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta si è attestata a fine anno rispettivamente al 7,1% e al 7,3%, in leggera crescita rispetto alla fine del precedente esercizio. Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR ammontavano a fine 2012 a circa 138,9 miliardi di euro, in sostanziale stazionarietà su base d’anno, a fronte di una contrazione di circa lo 0,9% registrata mediamente nel sistema bancario. Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del Credito Cooperativo, si stima che l’ammontare degli impieghi della Categoria si attesti a dicembre 2012 a circa i 151,8 miliardi di euro, rappresentando una quota di mercato pari al 7,7%. Il credito concesso dalle BCC-CR è storicamente accompagnato da un’adeguata richiesta di garanzie che risultano coprire un’ampia porzione del portafoglio di impieghi. Quasi l’80% delle esposizioni creditizie delle BCC-CR risulta assistito da garanzie contro il 55,7 dei restanti intermediari, come confermato da un recente intervento del Governatore della Banca d’Italia Visco; in particolare, appare elevata la quota di impieghi sostenuta da garanzia reale che si situa ad un livello superiore al 50%. Con riguardo alla dinamica di crescita negli ultimi dodici mesi, si è registrata una variazione positiva degli impieghi erogati alle famiglie consumatrici. La quota di mercato delle BCC-CR nel comparto è pari all’8,6%. Gli impieghi alle famiglie produttrici e i finanziamenti a società non finanziarie, in progressiva attenuazione nel corso degli ultimi mesi, presentano a fine anno una variazione negativa, pur se di intensità inferiore rispetto a quella rilevata per le altre banche. Con riguardo alle aree geografiche di destinazione del credito, si rileva uno sviluppo significativo dei finanziamenti alle famiglie consumatrici residenti nel Nord-ovest e nel Centro, mentre nell’area Sud, si rileva una discreta crescita dei finanziamenti a società non finanziarie e famiglie produttrici. Per quanto riguarda la qualità del Credito, nel corso del 2012 le banche della nostra Categoria hanno anch’esse subito con maggiore incisività gli effetti della perdurante crisi economica. I crediti in sofferenza delle BCC sono cresciuti a ritmi elevati, superiori a quelli degli impieghi. Il rapporto sofferenze lorde /impieghi era pari a dicembre 2012 al 6,5%, rispetto al 5,2% dell’anno precedente. In aumento anche il valore delle posizioni incagliate lorde rispetto agli impieghi pari a dicembre al 6,5%, rispetto al 6,1% dell’anno precedente. Il rapporto sofferenze/impieghi permane, comunque, inferiore alla media di sistema, soprattutto nei comparti d’elezione della categoria: famiglie consumatrici e famiglie produttrici. Le partite incagliate delle BCC-CR hanno registrato, in linea con la media di sistema, una crescita superiore al 24%. I crediti ristrutturati sono cresciuti nelle BCC-CR del 44% su base annua, i crediti scaduti/ sconfinanti del 57,6% sempre su base annua; parte della crescita di quest’ultima voce è spiegata dalla variazione della classificazione delle esposizioni scadute/deteriorate che da gennaio 2012 includono anche quelle tra 90 e 180 giorni, mentre prima comprendevano solo quelle superiori a 180 giorni. Il totale delle esposizioni deteriorare era pari a dicembre 2012 al 14,4% degli impieghi lordi (12,1% nella media del sistema bancario nazionale). Con specifico riguardo alla clientela “imprese”, il rapporto sofferenze lorde/impieghi ha superato a fine anno l’8%, registrando una sensibile crescita negli ultimi mesi, ma mantenendosi inferiore di circa due punti percentuali a quanto rilevato mediamente per il sistema bancario complessivo. In particolare, il rapporto sofferenze lorde/impieghi delle BCC-CR risulta a fine 2012 significativamente inferiore rispetto alla media di sistema in tutte le branche di attività economica maggiormente rilevanti: nel comparto “costruzioni e attività immobiliari” (9,9% contro il 10,8%), nel comparto “attività manifatturiere” (8,7% contro l’11,2% per cento) e nel “commercio”(7,9% contro l’11,8%). 15 Per quanto attiene la raccolta complessiva delle BCC-CR italiane, nel 2012 si è progressivamente acuita la difficoltà, già evidenziatasi nell’esercizio precedente, a reperire raccolta da clientela privata. Le BCC-CR hanno cercato di compensare questa criticità drenando raccolta interbancaria. Nell’ultimo scorcio dell’anno la raccolta da clientela ha fatto registrare una certa ripresa, trainata dalle componenti caratterizzate da un rendimento relativamente più significativo quali i depositi con durata prestabilita e i certificati di deposito. Si stima che la raccolta da clientela comprensiva di obbligazioni delle BCC-CR superi a dicembre 2012 i 153 miliardi di euro, in crescita di circa il 2,45% rispetto alla fine del precedente esercizio. La provvista complessiva (raccolta da clientela, obbligazioni e raccolta interbancaria) supera a fine 2012 i 183 miliardi di euro (9,8%) ; essa risulta composta per circa l’84% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il 16% da raccolta interbancaria. La composizione appare invece ben diversa per la media dell’industria bancaria dove l’incidenza della raccolta interbancaria si attesta oltre il 30%. Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, si stima che a fine 2012 l’aggregato “capitale e riserve” superi per le BCC-CR i 19,7 miliardi di euro, in crescita dello 0,9% su base d’anno. I coefficienti patrimoniali rappresentati dal tier1 ratio (patrimonio di base) e dal total ratio (complesso delle risorse patrimoniali) delle BCC, erano pari a settembre 2012 - ultimi dati disponibili - rispettivamente al 13,9% ed al 14,9%; in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2011, Il confronto con il sistema bancario evidenzia il permanere di un significativo divario a favore delle BCCCR: nel terzo trimestre del 2012 i coefficienti patrimoniali dei primi cinque gruppi bancari nazionali rilevavano un patrimonio di base pari all’11,5% e il complesso delle risorse patrimoniali attestato al 14,3%. Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni preliminari desumibili dall’analisi dell’andamento di conto economico alla fine del III trimestre del 2012 segnalano un positivo sviluppo dei margini reddituali e una crescita modesta dei costi operativi. Sulla base del trend registrato nel primo semestre dell’anno, si stima che l’utile netto delle BCC-CR supererà alla fine dell’anno i 400 milioni di euro, in leggera crescita rispetto alla fine dell’esercizio 2011. Occorre però fare attenzione, perché questi risultati sono anche frutto della partecipazione all’operazione di rifinanziamento straordinario (LTRO) accordato dalla BCE, a cui hanno aderito anche molte BCC-CR; un’opportunità utile ed importante, ma che deve essere vissuta, come “evento straordinario”. Dobbiamo quindi utilizzare questo vantaggio per lavorare in condizioni di minore stress al miglioramento dei profili strutturali, tecnico-organizzativi e gestionali delle nostre banche di Credito Cooperativo. Ruolo e pro attività del Movimento Cooperativo Il Credito Cooperativo ha mostrato di adattarsi al cambiamento in questi anni di crisi durante i quali ha evidenziato una rinnovata capacità di essere protagonista sia sulla scena europea, sia con gli interlocutori nazionali, sia nella vicinanza concreta ed attiva ai soci, ai clienti, alle comunità locali. Il sistema BCC è stato particolarmente impegnato nel rafforzare le azioni di rappresentanza e tutela, affinché la copiosa e corposa legislazione e regolamentazione finanziaria tenesse concretamente conto delle specificità e dimensioni delle nostre banche. Sul piano della governance e della sua qualità, dopo aver lavorato alla riforma dello Statuto-tipo, è stata proposta una gestione unitaria e “caratterizzata” dei profili metodologici del processo di autovalutazione richiesto dalla Banca d’Italia all’inizio dello scorso anno ed è a buon punto l’azione per rendere più efficaci le leve di prevenzione delle situazioni di crisi, che ha consentito di mettere a fuoco gli strumenti normativi attualmente già disponibili negli Statuti delle Federazioni Locali, dei Fondi e di Federcasse. Molto impegno è stato dedicato alla prosecuzione dei lavori del Congresso Nazionale del dicembre 2011 16 RELAZIONE attraverso i 7 Cantieri allora definiti (mutualità, organizzazione della BCC-CR nella logica della rete, ottimizzazione della filiera associativa, gestione coordinata della liquidità e banca diretta, sinergie tra le banche di secondo livello, sinergie tra i centri informatici e tra i centri consortili, le persone). A seguito dell’approvazione dello Statuto da parte della Banca d’Italia, il FGI non è più solo un progetto, ma ha avviato la propria fase di test operativo. Rilevante, lo scorso 21 dicembre, è stata la sottoscrizione dell’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro a favore degli oltre 37 mila collaboratori delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen, Enti e Società del sistema BCC, dopo oltre un anno di trattative. Si è così concluso un negoziato difficile e che ha imposto alle Parti la ricerca di soluzioni impegnative e responsabili, in grado di coniugare le esigenze delle BCC-CR di maggiore produttività e flessibilità e di un ragionevole contenimento dei costi, con le aspettative dei lavoratori. Il sistema del Credito Cooperativo si è rivelato partner di successo in iniziative pubbliche e private messe in campo per affrontare le crisi quali le Convenzioni con la Cassa Depositi e Prestiti per un valore complessivo di oltre 1,5 miliardi di euro, moratorie dei crediti per oltre 4,2 miliardi di euro e oltre 300 accordi con le Associazioni di categoria, Diocesi, Enti e comunità locali. In tale ambito la nostra Banca, nel corso del 2012 ha promosso quattro plafond per complessivi 17 milioni di euro destinati distintamente alle aziende operanti nel settore della pesca (3 milioni di euro), alle aziende commerciali, artigiani ed agricole del territorio Clodiense (5 milioni di euro), a sostegno delle aziende commerciali e artigianali della Saccisica (5 milioni di euro), ad aiutare le aziende agricole danneggiate dalla siccità (4 milioni di euro). Particolare sollecitudine è stata mostrata dal sistema BCC nell’offrire un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia del maggio scorso. Nelle ore immediatamente successive al sisma, Federcasse ha attivato una raccolta fondi nazionale, denominata “Emergenza Terremoto in Emilia”. Tutti i clienti delle BCC italiane hanno potuto donare senza alcuna commissione utilizzando un c/c aperto presso l’Iccrea Banca, sul quale sono stati raccolti più di 1 milione e 500 mila euro (come avvenuto per il terremoto in Abruzzo, per il quale il Credito Cooperativo aveva raccolto 5 milioni di euro, destinati ad iniziative individuate di concerto con le amministrazioni locali interessate). La nostra Banca ha partecipato all’iniziativa a favore dei terremotati dell’Emilia aderendo alle sottoscrizioni promosse dal Movimento a livello nazionale con offerte da parte di clienti, personale, amministratori e sindaci. Oltre alla raccolta fondi, sono state avviate numerose altre iniziative: la devoluzione di almeno un gettone di presenza degli amministratori e del corrispettivo di almeno un’ora di lavoro da parte dei 37 mila collaboratori del sistema BCC; una serie di facilitazioni creditizie (un plafond di 100 milioni messo a disposizione da ICCREA Banca Impresa in collaborazione con le BCC del territorio interessato dal sisma la sospensione per un periodo congruo del pagamento dei piani di rimborso dei finanziamenti in essere verso famiglie e imprese colpite dal sisma ed altro ancora). Infine, grazie all’iniziativa “Rimettiamola in forma”, sono state acquistate da soci e dipendenti del Credito Cooperativo a prezzi di mercato oltre 15 mila kg di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, soprattutto attingendo da forme danneggiate e non stoccabili. La finanza del territorio e mutualistica si sta rivelando una forma di fare banca straordinariamente moderna, perché semplicemente “utile”, finanziando l’economia reale, non la speculazione, sostenendo e promuovendo l’imprenditorialità, affiancandosi come partner alle micro e piccole imprese, alle famiglie, ai diversi interlocutori della società civile. Non a caso, oggi in molti si accorgono del valore della banca del territorio e ne apprezzano le caratteristiche. Dobbiamo però anche sottolineare che questo sforzo non è stato senza prezzo: abbiamo visto crescere 17 il numero e il volume dei crediti problematici ed inesigibili, diminuire la nostra redditività, rarefarsi anche per noi la “nuova” provvista. Tutte le scelte assunte sono però state consapevoli e coerenti con la nostra identità d’impresa, nonché interamente sostenute con le nostre risorse, senza alcun ricorso all’intervento pubblico. La cooperazione ha sempre gestito il rischio d’impresa al proprio interno, non vendendolo al mercato e non esternalizzandolo. Non a caso, l’ONU aveva proclamato il 2012 Anno internazionale delle cooperative, con lo slogan: “Le cooperative costruiscono un mondo migliore”. Una formula imprenditoriale, peraltro, che funziona a tutte le latitudini, come dimostrano anche esperienze di cooperazione internazionale di cui siamo partner che rappresentano indubbi casi di successo. In particolare, il progetto Microfinanza Campesina in Ecuador, attivo da 10 anni, ha visto ad oggi circa 220 BCC-CR mettere a disposizione di Codesarrollo un plafond che supera i 35 milioni di dollari per finanziamenti a condizioni agevolate, a beneficio di oltre 150 mila famiglie di campesinos e per obiettivi precisi. In particolare, si può stimare che i pool delle BCCCR negli ultimi cinque anni hanno permesso ad oltre 12.000 donne ecuadoriane di ricevere prestiti per un totale di oltre 45 milioni di dollari, hanno favorito nelle piccole comunità la costruzione di oltre 2.000 nuove case e la ristrutturazione di altre 1.800, hanno facilitato l’acquisto di 5.400 ettari di terra (per un valore totale di oltre 12 milioni di dollari) e la legalizzazione comunitaria di quasi 90.000 ettari. La nostra Banca ha partecipato negli anni al progetto Microfinanza Campesina con un contributo di 18.000 euro per la capitalizzazione di Codessarollo e successivamente sottoscrivendo in pool con altre BCC un finanziamento di altri 75.000 euro destinati ad un analogo progetto rivolto ad un’altra cooperativa locale. Il Progetto Argentina è nato con l’obiettivo di ridare vita alla formula della cooperazione di credito nel Paese attraverso la costituzione di una rete di “Casse di Credito Cooperative”, scomparse negli anni ’70. Il Progetto, coordinato e gestito dal Centro Internazionale di Assistenza al Credito Cooperativo a cui aderiscono 11 BCC, 5 Federazioni Locali, Federcasse ed Iccrea Banca, si sviluppa attraverso attività di assistenza tecnica alle istituzioni argentine, formazione ai futuri amministratori delle CCC, intercambio culturale con istituzioni e cooperatori argentini, e la collaborazione con altri programmi di sviluppo locale realizzati in Argentina. In Togo, il Credito Cooperativo è partner con Coopermondo (l’Associazione per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo fondata da Federcasse e Confcooperative) del progetto Sistemi e strumenti di finanziamento dell’agricoltura in Togo, volto a contribuire allo sviluppo rurale e all’autosufficienza alimentare del Paese. Futuro da scrivere per il Credito Cooperativo Anche l’anno in corso ci propone sfide rilevanti. Occorre continuare a risanare. Ma occorre anche investire, promuovendo la partecipazione delle persone e di chi fa impresa. Continuerà il processo di innovazione normativa, e sarà importante che esso sia ispirato a concreti criteri di proporzionalità. In particolare, secondo l’accordo siglato il 13 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri delle Finanze dell’Unione, dal 1° marzo 2014 la BCE avrà il potere di monitorare tutte le banche della zona euro che hanno asset pari ad almeno 30 miliardi di euro. Le banche sotto questa soglia (praticamente tutte le nostre Banche di Credito Cooperativo) potranno così restare sotto la vigilanza delle autorità nazionali. Ci sembra un riconoscimento della logica di sussidiarietà 18 RELAZIONE fortemente sostenuta e rappresentata sia nel Parlamento e col Governo italiani, sia presso le principali Istituzioni dell’Unione Europea. Servono regole omogenee, non omologanti. Serve comparabilità tra Paesi, non livellamento tra banche aventi natura giuridica, finalità e gradi di rischiosità individuale e sistemica molto diversi. Per tale ragione, il processo di unificazione della supervisione a livello europeo non deve correre due rischi: dimenticare o disattendere un principio di proporzionalità, che tenga conto della dimensione e dei modelli di business degli intermediari; diventare produzione di nuove regole (es. segnalazioni di vigilanza raddoppiate), che costituirebbe un costo insostenibile. Il primo rischio sembra al momento scongiurato; il secondo andrà presidiato con attenzione. Il Credito Cooperativo italiano ha espresso soddisfazione per l’accordo raggiunto nei primi giorni di gennaio 2013 dal Comitato di Basilea sulla regola di breve termine in materia di rischio di liquidità previsto dal nuovo quadro normativo di Basilea 3 (Liquidity Coverage Ratio) che sancisce la graduale introduzione del requisito, che sarà a regime solo a partire da gennaio 2019 dopo un periodo di progressivo “avvicinamento” a partire dal 2015. Questo differimento sostanziale consentirà alle banche commerciali e locali, come le BCC-CR, di proseguire nella propria azione anticiclica continuando, in un periodo tuttora molto critico, ad affiancare le famiglie e le micro, piccole e medie imprese nelle loro sempre più acute esigenze. GBI - Gruppo Bancario Iccrea Abbiamo già detto in altre occasioni a proposito del Gruppo Bancario Iccrea, come esso sia diventato sempre più il nostro partner di riferimento, dal lato industriale, al quale rivolgersi per tutta quella gamma di prodotti e servizi bancari e finanziari di cui necessitiamo nello svolgimento della nostra attività. La Holding é presieduta dall’Ing. Giulio Magagni e diretta da Roberto Mazzotti (entrambi già esponenti di BCC); del Consiglio di Amministrazione fa parte anche il nostro Presidente Leonardo Toson. Il Gruppo Bancario è organizzato per supportare le Banche di Credito Cooperativo con l’offerta di prodotti e servizi configurabili in tre macro segmenti. Un primo segmento, cosiddetto “istitutional”, sostiene l’attività bancaria vera e propria delle singole BCC sul territorio attraverso i Sistemi di Pagamento, la Monetica, il Conto di Regolamento Giornaliero, la Finanza; le società di riferimento sono: ▪ Iccrea Banca. Supporta le BCC nello sviluppo della raccolta diretta mettendo a disposizione strumenti per contrastare la concorrenza, acquisire nuova clientela, gestire le esigenza di tesoreria ed offrire soluzioni di investimento competitive. Inoltre è oramai diventata uno dei principali player nel settore della monetica con il marchio Carta BCC. ▪ BCC CreditoConsumo. Con il brand Crediper ha riscosso un ottimo successo presso le BCC che suo tramite hanno dato nuovo impulso al segmento del “credito al consumo” rivolto alle famiglie. ▪ BCC Gestione Crediti. Promuove iniziative rivolte alla cessione pro-soluto dei crediti delle Imprese clienti delle BCC, nonché il servizio di partecipazione alle aste immobiliari; nel Consiglio di amministrazione di questa società è presente anche il nostro Direttore generale Gianni Barison. Un secondo segmento cosiddetto “Retail” è rivolto alla clientela tipica delle BCC ovvero al “privato” ed alla “famiglia” che risparmia e che si assicura; le Società di riferimento sono: ▪ BCC Risparmio&Previdenza. E’ la società di gestione del risparmio del Gruppo Bancario Iccrea. Evoluzione della già conosciuta Aureo Gestioni, offre alle BCC-CR una gestione professionale e trasparente degli investimenti Il 2012 ha visto un generale indebolimento complice la crescita degli spread sul debito sovrano e la situazione di incertezza dei mercati finanziari; nonostante il calo del patrimonio gestito nei fondi mobiliari, è comunque migliorata la raccolta netta sia dei fondi pensione che delle SICAV. 19 ▪ BCC Vita e BCC Assicurazioni garantiscono l’offerta assicurativa alle BCC ampliando continuamente la gamma del segmento Banca Assicurazione. Il terzo segmento infine è destinato al “cliente corporate” delle BCC con prodotti e servizi riservati alle imprese che necessitano di sostegno finanziario, di leasing piuttosto che di factoring, supporto per l’operatività con l’estero o necessità di sviluppare un noleggio operativo strumentale. La società di riferimento è Iccrea Banca Impresa – la Banca Corporate di secondo livello del Credito Cooperativo che integra l’offerta di credito delle BCC favorendo lo sviluppo delle Imprese clienti delle Banche di Credito Cooperativo. Anch’essa nel 2012, complice la crisi generale, ha visto una crescita delle sofferenze. In prospettiva si focalizzerà sempre più sulle risorse disponibili privilegiando nell’erogazione del credito le imprese selezionate d’intesa con le BCC, oltre che favorire forme di cofinanziamento con le stesse in una logica di partnerschip. La nostra BCC intende proseguire la strada intrapresa del “fare sistema” con il Gruppo Bancario auspicando che lo stesso voglia continuamente innovarsi per diventare in ambito nazionale ed europeo l’interlocutore autorevole di un Sistema di banche locali efficace e moderno a supporto delle economie locali. Scenario economico in Veneto Purtroppo anche il PIL regionale chiude il 2012 con il segno negativo; la stima ad oggi è per un - 1,9% rispetto al +1,0% registrato nel 2011. Il contributo del canale estero sembra essere l’unica componente del P.I.L. ad assumere segno positivo nel 2012. Nei primi tre trimestri 2012 le esportazioni hanno fatto segnare una variazione pari al +1,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Le importazioni sono diminuite (-9,1%), penalizzate dalla minore domanda degli operatori regionali, determinando un saldo commerciale positivo e superiore a quello registrato nel 2011. Rispetto alle diverse aree di riferimento, nel 2012 si può evidenziare un andamento differenziato dell’export in relazione alla congiuntura economica dei mercati di sbocco. In significativo aumento in particolare le esportazioni nei confronti di partner rilevanti del sistema produttivo regionale, come gli Stati Uniti (+13,8% nel 2012 rispetto al 2011) e la Svizzera (+23,5% nel 2012 rispetto al 2011), anche per la debolezza dell’euro rispetto alle rispettive valute. L’area euro si conferma comunque il principale mercato di sbocco per le merci regionali, pur registrando le esportazioni una contrazione nei primi 9 mesi del 2012 (-1,9% rispetto al 2011), particolarmente significativa nel caso di paesi dove la recessione risulta più acuta, come Grecia e Spagna (rispettivamente -16,2% e -10,5%). Il settore manifatturiero ha evidenziato una dinamica negativa per tutto il 2012. Nel complesso - 4,3% la produzione industriale e - 9% il fatturato delle imprese manifatturiere medio annuo. Tale contrazione risulta pressoché generalizzata sia rispetto ai settori di attività economica dell’impresa che alla dimensione d’azienda. Unico settore che fa registrare indicatori di performance positivi risulta l’alimentare (+0,2%), per effetto della crescente domanda estera di prodotti dell’eccellenza regionale. Maggiori difficoltà sembrano avere incontrato i settori del legno, mobili e del marmo, vetro e ceramica, con una variazione della produzione negativa superiore tra il -5% e il -6%. Con riferimento al profilo dimensionale d’impresa, la performance peggiore si è registrata per le microimprese (-5,7% la variazione media annua della produzione), mentre le imprese con più di 250 dipendenti hanno registrato una contrazione rispetto al 2011 più contenuta (-0,3%). Il settore dell’edilizia ha fatto registrare nel 2012 un’ulteriore contrazione dell’attività complessiva, proseguendo la tendenza registrata negli anni precedenti. I dati disponibili relativi al primo semestre dell’anno evidenziano una brusca diminuzione delle transazioni per le abitazioni (-25,9% rispetto al primo semestre del 2011), particolarmente significativo per quelle nei centri di dimensione minore. Anche il comparto non 20 RELAZIONE residenziale presenta una contrazione delle transazioni (-22,9% rispetto al primo semestre del 2011), in particolare per gli uffici (-29,2%). Nel complesso il fatturato del settore potrebbe contrarsi nel 2012 su ritmi superiori a quanto registrato nel 2011. Anche i principali settori dei servizi hanno fatto registrare nel 2012 andamenti negativi. Il commercio al dettaglio ha manifestato i segnali di maggiore difficoltà con una contrazione delle vendite pari al -5,8% medio annuo, conseguenza del ridimensionamento dei consumi da parte delle famiglie venete. Il volume d’affari si è contratto maggiormente per le piccole strutture di vendita (-6,5%), in particolare nel comparto non alimentare (-6,8%). Il turismo in Veneto, quale realtà significativa per l’economia regionale, nel 2012 ha fatto registrare 62,4 milioni di presenze (-1,7% rispetto al 2011) e 15,8 milioni di arrivi (+0,3% rispetto al 2011). A fronte di un incremento del numero dei turisti, si abbassa il numero medio di giorni di permanenza degli stessi. Quasi 2/3 delle presenze turistiche complessive in regione sono composte da stranieri, in particolare tedeschi, austriaci e olandesi, con i turisti russi e danesi che continuano a far registrare un deciso incremento. Le mete turistiche prescelte danno evidenza di tendenze diverse: il mare, le località montane e quelle termali sono accomunate da un numero calante di turisti che scelgono soggiorni mediamente più brevi; le città d’arte fanno registrare una diminuzione delle presenze; il lago fa segnare un nuovo record di arrivi e presenze. Il valore dell’agricoltura veneta, a parte il continuo trend positivo del settore vitivinicolo, risulta in flessione per il comparto zootecnico per gli allevamenti da carne e da latte. In crisi purtroppo le produzioni cerealicole estive per la siccità, che oltre a determinare una forte diminuzione delle produzioni con conseguenti malattie, ne hanno deprezzato il valore e in molti casi resi invendibili gli stessi raccolti. In difficoltà anche le produzioni dell’orto-frutta a causa dei maggiori costi di produzione per la siccità e per il calo dei consumi al dettaglio nel mercato locale, compensato in parte da maggiori esportazioni all’estero. A fine 2012 si rilevavano in Veneto 500.011 imprese registrate, di cui 450.299 attive; sono oltre 35.000 le cessazioni (toccati i valori massimi del 2008), mentre le nuove imprese iscritte nel corso del 2012 sono scese al di sotto delle 30.000 unità. Il tasso di crescita annuo del numero di imprese, calcolato sulla base del saldo tra imprese nuove iscritte e imprese cessate nell’anno, è risultato in diminuzione al -1,28% dal -0,27% del 2011, con valori particolarmente negativi per i settori dell’edilizia, delle opere pubbliche e i servizi, del commercio. A dicembre 2012 la componente artigiana contava 138.484 imprese attive, pari al 30,75% del totale, in diminuzione del -1,93% su base annua. Per quanto riguarda il mercato del lavoro in Veneto, nel 2012 il tasso di disoccupazione è aumentato al 6,6% (era 5,0% nel 2011). Nel corso dell’anno è proseguito il ricorso agli ammortizzatori sociali, evidenziando un certo deterioramento del mercato del lavoro. Gli inserimenti in lista di mobilità, a seguito di licenziamenti individuali o collettivi, in regione nel 2012 hanno superato le 36.000 unità, in crescita del 4,7% rispetto al valore di per sé elevato registrato nel 2011. Tale andamento riguarda soprattutto per le imprese di dimensione minore, ma origina anche da scelte aziendali. Le ore autorizzate di CIG concesse risultano nel 2012 pari complessivamente a 103 milioni, in crescita del +18,2% rispetto al 2011. Tale andamento, in accelerazione nella seconda parte dell’anno, è legato al forte aumento della Cassa Integrazione in deroga, in particolare nell’artigianato. L’inflazione in regione, calcolata considerando i prezzi al consumo per l’intera collettività, è stata pari al +3,0%, in crescita rispetto al +2,4% registrato nel 2011. Il Settore del credito in Veneto Nel corso del 2012 il numero di sportelli presenti in Veneto è diminuito, in linea con una tendenza avviata nel 2009. Il numero complessivo di sportelli operativi in regione a novembre 2012 era pari a 3.539, 21 in diminuzione di 68 unità rispetto a dicembre 2011. Particolarmente rilevante la contrazione in provincia di Treviso (-25 sportelli), Verona (-17 sportelli) e Vicenza (-10 sportelli); fanno registrare contrazioni meno significative Venezia (-6 sportelli), Rovigo (-5), Belluno (-3) e Padova (-2). A dicembre 2012 gli impieghi concessi alla clientela residente erano pari a 167.507 milioni di Euro, in aumento del +2,09% su base annua. Va rilevato però che gli impieghi vivi alle imprese (quelli al netto delle sofferenze) che rappresentavano il 60% del totale, si sono ridotti su base annua del - 5,14%; così come gli impieghi vivi alle società non finanziarie con almeno 20 addetti diminuiti del - 4,80%; quelli alle imprese con meno di 20 addetti calati del - 7,39% e quelli alle famiglie produttrici ridotti del - 5,25%. Infine si segnala che anche il credito bancario alle famiglie consumatrici residenti in regione è diminuito nel 2012 del -1,39%. Anche la qualità del credito nel 2012 appare in deciso peggioramento. Le sofferenze nei confronti di prenditori regionali a dicembre 2012 ammontavano a 12.210 milioni di Euro, con una variazione del +18,9% annuo. A dicembre 2012 la consistenza dei crediti in sofferenza in rapporto al totale degli impieghi era pari al 7,3%, manifestando, soprattutto per il settore produttivo, segnali di difficoltà nella restituzione dei prestiti (9,5% rispetto al 7,7% di dicembre 2011). Particolarmente importante il peggioramento della qualità del credito concesso alle imprese dell’edilizia (13,9% rispetto al 10,3% di dicembre 2011) e delle attività immobiliari (10,1% rispetto al 7,04% di dicembre 2011). Con riferimento alle famiglie consumatrici si conferma la minore rischiosità (5,29% il rapporto sofferenze / impieghi). A fine 2012 il rapporto partite deteriorate / impieghi era pari al 13,61%, in crescita rispetto all’11,73% di fine 2011. La raccolta diretta complessiva del sistema bancario da residenti regionali a dicembre 2012 era pari a 187.578 milioni di Euro. Le famiglie consumatrici rappresentano la controparte più importante, con il 52,9% della raccolta diretta totale (+6,63% rispetto a dicembre 2011). A sostenere la dinamica dell’aggregato hanno contribuito i certificati di deposito e i buoni fruttiferi (+79,8%) e, soprattutto, i depositi con durata prestabilita (+145,58%). Banche di Credito Cooperativo del Veneto Al 31 dicembre 2012, le BCC con sede in regione erano 38, rispetto alle 40 del 2011, a seguito di due fusioni. Dal 1° gennaio 2013 il loro numero scende a 36, anche in questo caso per la decorrenza dell’efficacia di altre due fusioni. Gli sportelli operativi (riferiti a novembre 2012) erano 639, in diminuzione di 2 unità rispetto a dicembre 2011, invertendo così la tendenza all’apertura di nuovi sportelli registrata negli anni precedenti (6 aperture nel 2011 e 17 nel 2010). Il numero complessivo di dipendenti a dicembre 2012 risultava sostanzialmente stabile rispetto a fine 2011, su valori superiori alle 5.000 unità. Il numero dei soci a dicembre era di 131.374 unità, in aumento del + 4,16% su base annua. Gli impieghi del Credito Cooperativo Veneto ammontavano a dicembre 2012 a 21.210 milioni di Euro (-2,18%). A fine 2012 il credito alle famiglie consumatrici, che con il 30,95% del totale rappresentavano la controparte più importante delle BCC del Veneto, ha fatto registrare una diminuzione più contenuta, pari al -1,31%. Con riferimento alle controparti del settore produttivo si è registrata una contrazione degli impieghi sia verso le famiglie produttrici, pari al -3,34%, sia verso controparti di dimensione maggiore, pari al - 4,39%, che rappresentavano, con il 52,21%, una componente rilevante degli impieghi complessivi. Con riferimento invece alle forme tecniche di impiego, a dicembre 2012 i mutui rappresentavano la forma tecnica più importante con il 59,55% del totale degli impieghi concessi, pur presentando una diminuzione, pari al -3,74%, rispetto al 2011. L’indice sofferenze lorde/impieghi a dicembre 2012 è risultato in aumento all’8,21%, dal 6,14% di dicembre 2011, per effetto di un’accentuata dinamica delle sofferenze e di un leggera contrazione degli impieghi. Particolarmente significativo appare il profilo di rischiosità del settore produttivo, che evidenzia un indice sofferenze/impieghi che passa al 10,82% dal 7,89% dell’anno precedente, mentre nei confronti delle famiglie consumatrici rimane contenuto (3,48% rispetto al 2,73% di dicembre 2011) e su valori infe- 22 RELAZIONE riori di quelli registrati dall’intero sistema bancario in Veneto. Anche il rapporto partite deteriorate/impieghi era in crescita a fine anno sul settore prodittivo, attestandosi al 21,44%, rispetto al 16,36% dell’anno precedente. Con riferimento all’andamento degli impieghi per branca di attività economica, nel corso del 2012 una variazione positiva si è rilevata solo nel comparto delle “attività professionali, scientifiche e tecniche” (+0,39%); il comparto “agricoltura, silvicoltura e pesca” è rimasto sostanzialmente stabile (-0,53%); mentre una contrazione significativa si è registrata per gli impieghi a taluni comparti manifatturieri, quali le industrie tessili, articoli in pelle e confezioni (-11,80%), fabbricazione di apparecchiature elettriche e di computer (-15,86%), metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,57%). Gli impieghi ai comparti delle costruzioni e delle attività immobiliari sono in diminuzione (rispettivamente del - 4,26% e del - 4,15%), confermandosi peraltro importante la loro incidenza sul totale: 15,14% e 9,70% a dicembre 2012. La raccolta diretta delle Banche di Credito Cooperativo Venete a dicembre 2012 era pari a 22.255 milioni di Euro, in leggero aumento (+ 0,51%) rispetto ai valori dell’anno precedente. A sostenere la dinamica dell’aggregato hanno contribuito i certificati di deposito e buoni fruttiferi (+29,23%) e, soprattutto, i depositi con durata prestabilita (+118,44%). Le famiglie consumatrici rappresentavano la controparte più importante, con il 74,23% della raccolta diretta totale, in crescita del +2,65%. La raccolta diretta presso il sistema produttivo risulta invece in contrazione del -1,37% per le famiglie produttrici e del -2,70% per le imprese non finanziarie. A dicembre 2012 l’indicatore impieghi/raccolta diretta si attestava al 95,30%, in diminuzione dal 97,93% di dicembre 2011. La raccolta indiretta a dicembre 2012 risultava pari a 5.798 milioni di Euro a valori di mercato, facendo registrare una diminuzione annua del -1,79%. Particolarmente dinamica la componente di risparmio gestito (+3,86% su base annua), a fronte dell’andamento negativo della raccolta amministrata (- 4,29% su base annua). Il patrimonio di vigilanza risultava pari 2.727 milioni di euro (dati di settembre 2012). I coefficienti di patrimonializzazione, nella media delle Bcc/Cra del Veneto, non hanno avuto variazioni di rilievo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un patrimonio di base (tier one capital ratio) pari all’11,77% e un patrimonio complessivo (total capital ratio) pari al 12,82%; tutti indicatori ben al di sopra di quelli regolamentari. LA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI PIOVE DI SACCO Andamento della gestione e dinamiche dei principali aggregati di stato patrimoniale e di conto economico. La raccolta complessiva della banca si è attestata a fine 2012 a 861,4 milioni di euro, con un crescita più sostenuta rispetto all’anno precedente, pari complessivamente al 2,50%. Raccolta diretta 701.743 680.767 var. assoluta 20.977 Raccolta indiretta 159.683 159.624 59 0,04% 128.614 139.387 - 10.773 -7,73% 31.069 20.237 10.832 53,53% 861.426 840.391 21.035 2,50% Raccolta totale (importi /1.000) - di cui risparmio amministrato - di cui risparmio gestito Totale raccolta diretta e indiretta 2012 2011 var. % 3,08% Si incrementano tutte le componenti della raccolta tranne quella del risparmio amministrato (peraltro misurato a valori di mercato alla data di rilevazione) il cui calo è ampiamente compensato dalla crescita 23 del risparmio gestito e dalla raccolta diretta rappresentata da c/correnti, conti e certificati di deposito e obbligazioni. In particolare la Raccolta Diretta, anche in relazione alla volatilità dei mercati nel corso del 2012 che ha pesantemente condizionato i rendimenti dei titoli di stato italiani, ha visto una significativa crescita di quella a breve, rappresentata dai conti correnti e depositi, penalizzando invece la raccolta obbligazionaria, compensata appunto da prodotti di raccolta di durata più breve quali i certificati di deposito e i nuovi conti di deposito. La voce Altri debiti comprende in particolare un’importante disponibilità di provvista pluriennale rotativa, pari a oltre 18 milioni di euro, ottenuta da Cassa Depositi e Prestiti e finalizzata al sostegno di particolari linee di credito alla clientela, la parte restante è legata a componenti residuali di cartolarizzazioni. Raccolta Diretta (importi /1.000) var. assoluta 316.821 20.393 2012 Conti correnti e depositi 2011 336.503 Pronti contro termine passivi var. % 6,45% - 2.928 - 2.928 -100% 289.601 309.149 - 19.548 -6,32% 9.286 9.631 - 345 - 4% Certificati di deposito 49.191 23.069 26.122 113,2% Altri debiti 26.449 28.801 - 3.062 -10,38% 6.874 7.989 - 1.115 -13,96% 701.744 680.767 20.977 3,08% Obbligazioni (*) di cui valutate al fair value (**) di cui Passività a fronte di attività cedute non cancellate dal bilancio Totale raccolta diretta * valori inclusi nello stato patrimoniale nel passivo nella voce “passività finanziarie valutate al fair value” ** l’importo indicato tra le passività a fronte di attività cedute e non cancellate è relativo alle operazioni di cartolarizzazione di mutui ipotecari. Rispetto all’anno precedente la raccolta indiretta evidenzia un significativo incremento del cosiddetto “risparmio Gestito” rappresentato da fondi comuni di investimento, polizze vita, fondi previdenziali etc, un segmento di prodotti utili alla clientela e sui quali la banca vuole investire e crescere nei prossimi anni, ben supportata dalle strutture del movimento le cui società stanno sempre più specializzandosi nei comparti assicurativi, previdenziali e finanziari. 21.323 12.620 var. assoluta 8.703 9.746 7.617 2.129 27,94% 31.069 20.237 10.832 53,53% Risparmio amministrato 128.614 139.387 - 10.773 - 7,73% Totale raccolta indiretta 159.683 159.624 59 0,04% Raccolta indiretta da clientela (importi /1.000) Fondi Comuni di investimento Gestito altro (polizze vita, fondi pensione) Totale risparmio gestito 2012 2011 var. % 68,97% Gli Impieghi A fine 2012 l’aggregato di bilancio relativo agli impieghi della clientela al netto delle rettifiche di valore (voce 70 dell’attivo patrimoniale) si è attestato a 655,6 milioni euro, segnando un’inversione di tendenza positiva seppure leggera pari a + 2,5 milioni di euro, rispetto al calo fatto registrare nel precedente esercizio. 24 RELAZIONE Ovviamente le nuove richieste di credito concesse alla clientela, considerati i rientri fisiologici delle linee a scadenza, sono stati ben superiori; le nuove erogazioni a medio/lungo termine nel 2012 sono state infatti 576 per un ammontare pari a 53,3 milioni di euro di cui 261 per euro 18,7 milioni, destinati alle famiglie. Altri finanziamenti alle imprese, leasing finanziari e operativi, factoring e prestiti personali e mutui alle famiglie, sono stati erogati tramite le società del Gruppo Bancario Iccrea, per complessivi 6,2 milioni di euro. Il Rapporto Impieghi/Depositi si attesta al 93,4% così come risulta dagli aggregati di bilancio, migliorando il valore di fine 2011; nel corso dell’anno sono state perseguite molteplici iniziative per mantenere tale rapporto sotto il livello considerato critico del 100%, con l’obiettivo di non penalizzare eccessivamente la richiesta di credito della clientela e mantenere un adeguato buffer di liquidità. Oltre all’utilizzo rotativo della disponibilità fornita da cassa Depositi e Prestiti è stata fatta una cessione di posizioni in sofferenza per circa 2,6 milioni di euro. Per quanto riguarda le varie forme tecniche in cui sono raggruppati gli impieghi della clientela, si rileva una sostanziale stabilità dei conti correnti, una leggera crescita dei mutui ipotecari (+0,7%) e un calo degli altri finanziamenti. Per quanto rileva la destinazione, il 67% del credito è rivolto al “settore produttivo” (contro il 66,9 del 2011); in particolare il 14,8% alle cosiddette “famiglie produttrici” e il 52,2% alle imprese small business e corporate. Del restante 33 % degli impieghi, il 30% è stato destinato alle famiglie e il 3% a “settori diversi”. Il requisito “dell’Attività prevalente con i Soci” che fissa una soglia minima per le BCC al 50% delle attività di rischio complessive, si attestava a fine 2012 al 59,05%, migliorando sensibilmente il 54,1% del 2011; mentre gli impieghi fuori zona di competenza, per i quali la normativa fissa invece un limite massimo del 5%, evidenziavano una incidenza sulle attività di rischio pari al 3,45%. Conti correnti 128.150 127.607 var. assoluta 543 Mutui ipotecari 375.572 372.975 2.597 0,70% 8.050 9.246 - 1.196 - 12,94% Mutui chirografari 5.604 6.307 - 703 - 11,15% Altri finanziamenti 69.382 79.291 - 9.909 - 12,50% 864 902 - 38 - 4,21% 76.054 66.057 9.997 15,13% 655.626 653.139 2.487 0,38% Impieghi con la clientela (importi /1.000) (*) di cui attività cedute e non cancellate 2012 Crediti rappresentati da titoli Attività deteriorate Totale impieghi con la clientela 2011 var. % 0,43% (*) l’importo indicato si riferisce a posizioni di mutui cartolarizzati nel 2006 Il saldo della voce “crediti verso clientela” ricomprende euro 563mila inerenti a quattro anticipazioni erogate al Fondo di Garanzia dei Depositanti nell’ambito di interventi realizzati nel corso del 2012 per la risoluzione di crisi di banche di credito cooperativo poste in liquidazione coatta amministrativa. Tali anticipazioni, tutte infruttifere e ripartite pro-quota tra le consorziate al Fondo, sono state finalizzate all’acquisto da parte del Fondo stesso di portafogli crediti in contenzioso e/o delle attività per imposte differite (deferred tax assets, DTA) connesse alle rettifiche di valore su crediti delle banche oggetto di intervento. Il piano di rimborso relativo alle anticipazioni finalizzate all’acquisto di crediti è ancorato alle 25 dinamiche di rientro degli stessi, come periodicamente aggiornate in funzione delle valutazioni rese disponibili semestralmente dal Fondo. Con specifico riferimento alle anticipazioni connesse alle DTA, le stesse saranno recuperabili, chiuso il bilancio della gestione commissariale, a seguito della conversione in credito di imposta (ai sensi della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 e dei successivi chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate). Dalla data di perfezionamento delle citate operazioni non risultano intervenuti fattori rilevanti tali da comportare una modifica sostanziale rispetto alle valutazioni espresse dalle Procedure, in funzione delle quali sono stati determinati i valori di iscrizione delle poste in argomento. Composizione percentuale degli impieghi 2012 2011 var. % Conti correnti 19,55% 19,54% - 2,77% Mutui ipotecari 57,28% 57,10% 1,60% Mutui chirografari 0,85% 0,97% - 0,15% Altri finanziamenti 10,58% 12,14% - 0,84% 0,13% 0,14% 0,00% 11,60% 10,11% 2,16% 100,00% 100,00% Crediti rappresentati da titoli Attività deteriorate Totale impieghi con clientela La Banca, anche nel 2012, ha proseguito l’attività di consolidamento degli affidamenti di maggiore importo, confermando i limiti massimi erogabili fissati a valori più contenuti già dal 2010 e mantenendo sempre alto il livello di presidio, sia attraverso le rete con i direttori di filiale, sia con il monitoraggio sistematico svolto dall’ufficio centrale preposto al controllo del credito, opportunamente rafforzato nel corso del 2012 con l’inserimento di due professionalità specifiche provenienti dall’esterno. Purtroppo, come detto anche in precedenti parti delle relazione, il quadro macroeconomico nazionale e regionale, caratterizzato anche quest’anno da una congiuntura economica particolarmente sfavorevole, ha determinato effetti negativi nell’attività di intermediazione creditizia; i tempi di pagamento del ciclo fornitori/clienti si sono ulteriormente allungati, se non addirittura annullati in certi casi, complici anche i ritardi del “pagatore pubblico”, determinando un ulteriore appesantimento dei cosiddetti “crediti deteriorati” cha hanno raggiunto i 76 milioni di euro, pari all’11,6% del totale degli impieghi della BCC. In particolare le sofferenze lorde hanno continuato a salire attestandosi a fine anno a 36,7 milioni di euro (al netto degli interessi), in crescita di circa il 23% su base annua, contro un dato medio regionale purtroppo ancora maggiore pari al 30,7%. L’incidenza delle sofferenze lorde sugli impieghi per la nostra banca è salita al 5,4% dal 4,7% dell’anno precedente, ma inferiore al dato medio regionale che supera l’8%. Parallelamente alle sofferenze sono peggiorate anche altre voci che rientrano nelle cosiddette partite deteriorate; in particolare sono peggiorati gli incagli lordi passati, nei 12 mesi, da 32,9 a 46,7 milioni di euro, mentre si è riscontrato un miglioramento delle esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, passate da 15,8 milioni di dicembre 2011 a 10,9 milioni di fine 2012. Il complessivo incremento dei crediti deteriorati ha comportato un ulteriore accantonamento ai fondi rischi con l’obiettivo di incrementare più in generale la copertura delle posizioni deteriorate, in sintonia anche con le raccomandazioni più recenti della Banca d’Italia. Come si vedrà più avanti nell’illustrazione del conto economico, l’incidenza delle rettifiche (compreso il costo sostenuto per la cessione di crediti in sofferenza), ha superato gli 8,8 milioni di euro rispetto ai 5,9 milioni di euro conteggiati nel conto economico del 2011. 26 RELAZIONE Le tabelle che seguono evidenziano dal punto di vista statistico patrimoniale la situazione complessiva delle attività deteriorate, la loro esposizione lorda e netta, nonché la qualità complessiva. Crediti verso clientela - situazione al 31/12/2012 - esposizioni per cassa (importi 1.000) Rettifiche di valore Rettifiche valore Tipologie esposizioni Esposizione lorda specifiche portafoglio Attività deteriorate importo incidenza % importo indice copertura importo Esposizione netta a) sofferenze 36.737 5,42% 12.642 34,41% 24.095 3,68% b) incagli 46.668 6,89% 5.432 11,64% 41.236 6,29% 956 0,14% 94 9,83% 862 0,13% 10.912 1,61% 1.052 9,64% 9.860 1,50% 582.162 85,94% 0,44% 2.589 579.573 88,40% 677.435 100,0% 19.220 3,22% 2.589 655.626 100,0% c) esposizioni ristrutturate d) esposizioni scadute Altre attività Totale crediti clientela: Qualità del Credito (importi/1.000) 2012 2011 incidenza % var. assoluta var. % Sofferenze nette 24.095 20.506 3.589 17,50% Incagli netti 41.236 30.024 11.212 37,34% 862 1.111 - 249 - 22,41% 9.860 14.416 - 4.556 - 31,60% 76.053 66.057 9.996 15,13% 579.573 587.082 - 7.509 - 1,28% 864 902 - 38 - 4,21% 655.626 653.139 2.487 0,38% Esposizioni ristrutturate nette Esposizioni scadute nette Totale crediti dubbi (deteriorati netti) Crediti in bonis di cui: Crediti rappresentati da titoli Totale crediti verso clientela Indici di qualità del Credito (rapporti percentuali) 2012 2011 Crediti deteriorati lordi / Crediti lordi 14,06% 12,00% Crediti Deteriorati Netti / Crediti Netti 11,60% 10,11% Copertura Crediti Deteriorati 20,17% 17,76% Copertura Sofferenze 34,41% 32,67% Copertura Incagli 11,64% 8,67% Copertura crediti verso clientela in bonis 0,44% 0,31% Indice di copertura dei crediti totali (Costo del Credito) 3,22% 2,40% Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H operazioni con parti correlate” della nota integrativa, cui si fa rinvio. Posizione Interbancaria, Liquidità e Attività Finanziarie Al 31 dicembre 2012, la Banca risultava indebitata sull’interbancario per complessivi 89,4 milioni di euro, a fronte di un indebitamento di circa 63,9 milioni di euro di dicembre 2011, secondo la seguente tabella: Posizione Interbancaria netta (importi /1.000) Crediti verso banche Debiti verso banche Totale posizione interbancaria netta 44.540 82.744 var. assoluta - 38.204 - 89.380 - 63.869 - 25.511 39,94% - 44.840 18.875 - 63.715 - 337,6% 2012 2011 var. % - 46,17% 27 Lo sbilancio netto è a debito ed ammonta ad euro 44,8 milioni a fine 2012, mentre a fine 2011 era in territorio positivo, attestandosi ad euro 18,9 milioni. Il portafoglio di proprietà a fine 2012 ammonta a euro 161,1 milioni, registrando un deciso incremento rispetto a fine 2011 (61,4 milioni di euro). In gran parte, l’incremento dei saldi è avvenuto per effetto del tiraggio delle LTRO (operazioni di rifinanziamento a lungo termine) di BCE, effettuate per un ammontare complessivo di 84,5 milioni di euro. Una quota parte di questo importo pari ad euro 45,750 milioni è stato aggiudicato all’asta del 29 febbraio 2012. Il ricorso al finanziamento presso la BCE ha permesso alla Banca di disporre di una provvista sostitutiva stabile, più coerente con la politica di bilanciamento delle scadenze prevista dalla policy aziendale. Sul punto, la Banca si è avvalsa dell’opportunità offerta dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214, recante ‘’Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici’’- già Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, che ha introdotto la possibilità per lo Stato di concedere la propria garanzia sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi e fino a cinque anni, emesse successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento. Cogliendo la possibilità di carattere eccezionale prevista dal Governo nell’ambito delle disposizioni per il rafforzamento del sistema finanziario nazionale, il ricorso a tale garanzia è stato valutato positivamente con riferimento alla possibilità di avvalersi dei titoli in argomento per ricorrere a operazioni di rifinanziamento, salvaguardando il profilo di liquidità in un contesto di grave turbolenza sul mercato della raccolta. Nell’ottica di tutela prospettica della situazione finanziaria e patrimoniale e al fine di supportare il piano di funding - stanti le perduranti condizioni di tensione del mercato finanziario – la Banca ha ritenuto, pertanto, di dare corso all’emissione di una passività con le caratteristiche richieste per beneficiare della garanzia sopra menzionata e la finalità di utilizzo per l’accesso alla già richiamata operazione di rifinanziamento. La passività in esame, emessa per un ammontare pari ad 50 milioni di euro, ha una durata triennale. L’opportunità derivante dal miglioramento - benché non strutturale - della situazione di liquidità e dai benefici reddituali connessi all’incidenza sul costo della provvista, è stata indirizzata a rimuovere taluni profili di squilibrio strutturale della Banca e al contenimento delle forti sollecitazioni competitive provenienti in particolare dagli intermediari maggiori nei confronti della clientela di riferimento. Il ricorso alla garanzia dello Stato si è collocato quindi nel contesto dei presidi per il mantenimento di un adeguato grado di trasformazione delle scadenze, condizione necessaria per il perseguimento dell’obiettivo aziendale di sostegno all’economia del territorio. In tale presupposto, la liquidità ottenuta è stata destinata in via prioritaria a supportare la sostituzione della raccolta a medio/lungo termine in scadenza, ed in via residuale a rafforzare la posizione di tesoreria. Attività Finanziarie (importi / 1.000) 2012 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Totale attività finanziarie: var. assoluta var. % 1.919 1.949 - 30 - 1,52% 159.215 59.470 99.745 167,7% 161.135 61.419 99.716 162,4% Composizione Attività Finanziarie 2012 Titoli di debito 156.345 56.553 99.792 176,46% 139.752 48.485 91.267 188,24% Titoli di capitale 4.639 4.654 - 15 - 0,32% Quote di OICR 151 212 - 61 - 28,77% 161.135 61.419 99.716 162,35% di cui titoli di stato Totale attività finanziarie: 28 2011 2011 var. assoluta var. % RELAZIONE La composizione del portafoglio al 31.12.2012 è così rappresentata: 77,4% BTP, 5,2% CCT e 17,4% altri titoli. La duration media dell’intero portafoglio (AFS e HFT) è pari a 4,45, in incremento rispetto allo scorso anno (al 31.12.2011 era pari a 3,01). La tabella seguente riporta la distribuzione per scadenza dei titoli di Stato italiani in portafoglio Maturity (scadenza) Titoli di Stato Italiani 31/12/2012 attività finanziarie detenute per la negoziazione - attività finanziarie detenute per la vendita 4.994 - da 6 mesi e fino ad un anno - - da un anno e fino a 3 anni (dati in migliaia di euro) - Fino a 6 mesi - da 3 anni e fino a 5 anni 4.994 Incidenza % 3,57% 12.611 12.611 9,02% - 30.361 30.361 21,73% 1.154 26.760 27.914 19,97% TOTALE - da 5 anni e fino a 10 anni - 49.044 49.044 35,09% - oltre 10 anni - 14.827 14.827 10,61% 1.154 138.598 139.752 100,00% Totale complessivo Il VaR (Valore a Rischio), che rappresenta la misurazione del rischio generico e di cambio del portafoglio, a fine anno è risultato pari a 1,444 milioni di euro, ovvero lo 0,94% del portafoglio (al 31.12.2011 era pari ad € 440.560, ovvero lo 0,84% del totale del portafoglio). Il confronto con lo scorso anno vede un ammontare di VaR assoluto in deciso incremento, mentre il valore percentuale è solo di poco aumentato rispetto allo scorso esercizio. L’ammontare di VaR rientra comunque nel limite fissato dal Consiglio di Amministrazione, ovvero 1,5% del totale del portafoglio. Per ultimo si segnala il portafoglio L&R (Loans and Receivables) che contiene due partite di titoli obbligazionari subordinati, entrambi risultanti da operazioni di cartolarizzazione; una di mutui (Credico Fin 7) e l’altra di CBO. Esso si compone di titoli il cui rischio è collegato alla solvenza dei crediti posti come “collateral”; per la loro valorizzazione si rinvia alla nota integrativa. Rientrano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IAS 39 §9), gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, nonché i contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati alla clientela. Più specificatamente, rientrano tra le attività i valori positivi (pari a 611 mila euro circa) relativi a detti contratti negoziati a fronte della copertura di passività finanziarie valutate al fair value, mentre sono segnalati fra le “passività finanziarie da negoziazione” (per complessivi 462 mila euro) i valori negativi di analoghi contratti a copertura di finanziamenti concessi alla clientela. Le passività oggetto di tale copertura, rappresentate da obbligazioni emesse dalla Banca sono pari a 10,101 milioni di euro, mentre le attività sono rappresentate da finanziamenti a tasso fisso per 2,528 milioni di euro. Alla voce 80 dell’attivo è infine contabilizzato il valore positivo del derivato di copertura di nostre obbligazioni per nominali di 755 mila euro, gestito al fair value hedge. Si precisa che l’operatività in strumenti derivati di copertura ha riguardato principalmente la copertura specifica di prestiti obbligazionari emessi a tasso fisso e/o strutturati di propria emissione. Le coperture sono state poste in essere al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair value dovute al rischio di tasso di interesse. I contratti derivati utilizzati sono stati del tipo “interest rate swap”. 29 Derivati - esposizione netta 2012 2011 var. assoluta var. % Derivati connessi con la fair value option -150 -43 - 107 248,8% Derivati di Copertura 755 457 298 65,21% 605 414 191 46,14% Totale derivati netti Le immobilizzazioni Materiali ed Immateriali Le immobilizzazioni materiali ed immateriali nel corso del 2012 sono state sostanzialmente invariate, salvo la cessione di due partecipazioni ritenute non strategiche, per complessivi 8.000 euro. Immobilizzazioni Materiali ed immateriali Partecipazioni Attività Materiali 2012 2011 var. % 4.654 - 15 - 0,32% 10.492 10.953 - 461 - 4,21% 36 66 - 30 - 45,27% 15.167 15.673 - 506 - 3,23% Attività Immateriali Totale Immobilizzazioni var. assoluta 4.639 Il Patrimonio netto e di vigilanza e l’adeguatezza patrimoniale L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento fondamentale nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che il patrimonio assume per lo sviluppo dimensionale e il rispetto dei requisiti prudenziali. Per tale motivo la Banca persegue da tempo ed in particolare nel decorso 2012, politiche di incremento della base sociale e criteri di prudente accantonamento degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Le risorse patrimoniali si sono collocate, anche nel contesto delle fasi più acute della crisi finanziaria, ben al di sopra dei vincoli regolamentari con ciò permettendo di continuare a sostenere l’economia del territorio e, in particolare, le famiglie, le piccole e medie imprese. Il Patrimonio Netto al 31 dicembre 2012 ammonta a 78,001 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto all’anno precedente in particolare per l’incremento di capitale apportato da nuovi soci e dalla sottoscrizione di ulteriori azioni sottoscritte dai soci in essere per complessivi circa 5 milioni di euro. La tabella che segue evidenzia la composizione del Patrimonio netto: Voci del Patrimonio Netto (importi /1.000) 2012 2011 var. assoluta var. % Capitale 5.193 198 4.995 2521,6% Sovrapprezzi di emissione 1.787 1.678 109 6,48% Riserve da valutazione 4.386 202 4.184 2070% 64.210 62.861 1.349 2,15% 2.426 1.610 816 50,69% 78.001 66.549 11.452 17,21% Riserve Utile di esercizio Totale patrimonio netto Le movimentazioni del patrimonio netto sono dettagliate nello specifico prospetto di bilancio. Tra le “Riserve da valutazione” figurano le riserve relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita pari a euro 1,516 milioni, nonché le riserve iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione pari a euro 2,870 milioni. 30 RELAZIONE L’incremento rispetto al 31/12/2011 è connesso alle variazioni di fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita contabilizzate nell’esercizio 2012. Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono così composte: 31/12/2012 importi in migliaia di euro riserva positiva Titoli di debito Titoli di capitale o quote di OICR Totale riserva negativa 31/12/2011 totale riserva riserva positiva riserva negativa totale riserva 1.610 - 94 1.516 57 - 2.725 - 2.668 - - - - 1.610 - 94 1.516 57 - 2.725 - 2.668 Come si può notare dalla tabella la variazione positiva di 1,516 milioni di euro registrata dalle “riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita” è prevalentemente riconducibile ai titoli di debito in portafoglio e, in particolare, ai titoli di stato italiani. Beneficiando di un significativo recupero delle quotazioni sui mercati finanziari, la riserva relativa ai titoli di debito è stata infatti caratterizzata nel periodo da incrementi di fair value per 4,184 milioni di euro al netto dell’effetto fiscale. Le “Riserve” includono le Riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle “riserve da valutazione”. Il patrimonio di vigilanza, la cui composizione è riportata in dettaglio nella parte F della Nota Integrativa, assomma a 80,125 milioni di euro, a fronte di attività di rischio ponderate per 633,717 milioni di euro, come di seguito dettagliato: voci del patrimonio di Vigilanza (importi/1.000) Patrimonio di base (Tier 1) 2012 2011 var. assoluta var. % 73.224 66.086 7.138 10,80% 6.932 7.871 - 939 - 11,93% - 31 - 197 166 - 84,26% Patrimonio di Vigilanza complessivo 80.125 73.760 6.365 8,63% Requisiti Prudenziali 50.697 50.514 254 0,50% 633.717 631.429 3.170 0,50% Patrimonio supplementare (Tier 2) Elementi da dedurre dal patrimonio di base e supplementare Totale Attività di Rischio Ponderate Quanto ai requisiti prudenziali di vigilanza il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio) determinato dal rapporto tra patrimonio di vigilanza e le attività di rischio ponderate totali si attesta al 12,64% (rispetto al’11,68 del 31/12/2011), mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base il totale delle attività di rischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari all’11,55% (rispetto al 10,47% del 31/12/2011). Ai fini della determinazione del patrimonio di vigilanza e della determinazione dei requisiti patrimoniali la Banca si attiene alle disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche di cui alla Circolare della Banca d’Italia n. 263/06. Con riguardo alla determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ai fini della determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni comprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali”, nonché - indirettamente - di quelle rientranti nei portafogli “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” ed “Enti territoriali”, la Banca, nell’ambito dell’applicazione della metodologia standardizzata, in sede di adeguamento a Basilea 2 ha deliberato di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rilasciate dalla ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia. 31 L’ulteriore declassamento dell’Italia a luglio 2012 da parte dell’agenzia Moody’s ha portato il giudizio sul debito italiano da A3 con prospettive negative a Baa2 con prospettive negative. Il downgrading applicato dall’Agenzia, rispetto al mapping della Banca d’Italia, ha determinato per i rating a lungo termine il passaggio alla classe di merito di credito inferiore, la 3. In aggiunta alle conseguenze prodotte sul funding (connesse, indirettamente, al valore di mercato dei titoli di stato o garantiti dallo stesso utilizzabili per ottenere liquidità e, direttamente, al costo della raccolta) tale declassamento ha comportato il passaggio della ponderazione delle esposizioni non a breve termine verso intermediari vigilati italiani e delle esposizioni verso enti del settore pubblico dal 50% al 100%. Tale aggravio ha trovato riflesso anche nelle ponderazioni delle garanzie rilasciate dalle richiamate tipologie di controparti e, quindi, anche dai consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 T.U.B. Le nuove ponderazioni hanno trovato applicazione dalle segnalazioni riferite al 30 settembre 2012. La Banca monitora con attenzione i valori di riferimento delle operazioni di rifinanziamento per il tramite dell’Istituto Centrale ICCREA Banca spa con la BCE e le disponibilità di titoli eligible in ordine all’adeguato presidio del rischio di un eventuale innalzamento del livello degli haircut applicati e la conseguente necessità di estinguere anticipatamente il finanziamento o porre a garanzia ulteriori titoli connotati delle caratteristiche richieste. Si ricorda che la Banca d’Italia, con un Provvedimento emesso il 18 maggio 2010 e una successiva comunicazione del 23 giugno 2010 (“Chiarimenti sulle disposizioni di vigilanza in materia di patrimonio di vigilanza - filtri prudenziali”), ha emanato nuove disposizioni di vigilanza sul trattamento delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale - AFS)” ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza (filtri prudenziali). In particolare, in alternativa all’approccio “asimmetrico” (integrale deduzione della minusvalenza netta dal Tier 1 e inclusione al 50% della plusvalenza netta nel Tier 2) già previsto dalla normativa italiana, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve successivamente al 31 dicembre 2009 limitatamente ai soli titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’UE (approccio “simmetrico”). La Banca, ha esercitato tale opzione di neutralizzazione delle plus e delle minus a partire dal calcolo del patrimonio di vigilanza riferito al 30 giugno 2010, previa comunicazione alla Banca d’Italia, in data 6 luglio 2010 (prot. 5713/10), della scelta operata. La Banca, conformemente alla normativa emanata della Banca d’Italia “Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche” (Circolare 263/06 del 27 dicembre 2006 e successive modifiche), ha definito un processo di valutazione interna dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adeguacy Process ICAAP), con la finalità di determinare, in ottica sia attuale sia prospettica, il capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi rilevanti cui la Banca è esposta. Con riguardo ai rischi difficilmente quantificabili, viene valutata l’esposizione agli stessi sulla base dell’analisi dei presidi esistenti, predisponendo e aggiornando i sistemi di controllo e di attenuazione ritenuti adeguati in funzione della propensione al rischio definita. Coerentemente alla citata normativa, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi di I Pilastro (credito e controparte, mercato, operativo) e gli algoritmi semplificati indicati per i rischi quantificabili rilevanti (concentrazione e tasso di interesse). La Banca effettua altresì delle prove di stress relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione e al rischio di tasso di interesse, i cui risultati, opportunamente analizzati, conducono a una miglior valutazione dell’esposizione ai rischi e del grado di vulnerabilità della Banca al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei 32 RELAZIONE presidi, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misure di integrazione, anche in termini di stanziamento di specifici buffer addizionali di capitale. Con riguardo al rischio di liquidità, al fine di valutare la vulnerabilità a situazioni di tensione eccezionali ma plausibili, la Banca integra nel suo monitoraggio le prove di stress, secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, contemplando indicatori di crisi di liquidità sia sistemica che specifica della Banca. I relativi risultati forniscono un supporto per la valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, la pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci, la revisione periodica del Contingency Funding Plan. Ai fini di un’adeguata gestione dello specifico profilo di rischio sono stati definiti all’interno della policy di liquidità: - la verifica del grado di liquidabilità e del valore di realizzo delle attività che rientrano nelle riserve di liquidità, e dell’adeguatezza degli haircut sulle attività stanziabili; - la mappatura dei segnali di crisi per monitorare su base continuativa l’evolversi di possibili livelli di criticità nella gestione della liquidità; - le procedure di monitoraggio e comunicazione di situazioni anomale al fine di attivare i processi di gestione degli stati di allerta o crisi, identificando le strategie di intervento degli organi e delle funzioni aziendali responsabili dell’attivazione del Contingency Funding Plan, individuando anche le azioni da intraprendere per generare liquidità aggiuntiva. La Banca effettua giornalmente analisi della liquidità avvalendosi degli strumenti di supporto informatico (dati gestionali, scadenziario, ecc.) provvedendo a verificare il rispetto dei limiti operativi. Inoltre, per la gestione in situazioni sia di operatività ordinaria che di crisi di liquidità, conformemente alla policy che si è data, monitora giornalmente una pluralità di indicatori di preallarme a supporto dell’individuazione di possibili situazioni di crisi (sistemica o specifica e temporanee o durature). Tali attività vengono svolte dall’Ufficio Finanza di Proprietà e monitorate dalla Funzione di Risk Management. IL CONTO ECONOMICO Il margine di interesse risulta in incremento rispetto all’anno precedente per oltre il 13%. In particolare gli interessi attivi (voce 10) migliorano soprattutto per l’effetto derivante dei maggiori proventi conseguenti agli investimenti in titoli di stato e in parte (a titolo di proventi e oneri assimilati) per il repricing determinato dall’introduzione della nuova commissione di accordato. Analogamente anche gli interessi passivi (voce 20) si incrementano per i più consistenti interessi liquidati alla clientela, oltre che per l’effetto derivante dalla crescita della raccolta diretta, manifestatosi nell’ultima parte dell’anno. Margine di interesse (importi/1.000) 10. interessi attivi e proventi assimilati 2012 2011 var. assoluta var. % 36.791 31.404 5.387 17,15% di cui interessi da banche e titoli 5.460 2.476 2.984 120,52% di cui interessi da clientela e proventi assimilati 31.331 28.929 2.402 8,30% (13.191) (10.647) (2.544) 23,89% di cui interessi a banche e oneri assimilati (826) (233) (593) 254,51% di cui interessi a clientela (12.365) (10.415) (1.950) 18,72% 23.600 20.757 2.843 13,70% 20. interessi passivi e oneri assimilati 30. margine di interesse Presenta segno positivo anche il margine di intermediazione, in crescita del 15,7%, anche se si contrae leggermente l’incidenza sul margine di interesse che si attesta al 78,2% rispetto 79,6% dell’anno 33 precedente. Importante in ogni caso la crescita del margine di intermediazione rispetto al 2011 quando si fermò ad un incremento del 8,97%. Le commissioni nette (voce 60) appaiono in riduzione anche per effetto del costo straordinario (circa 460.000 euro) derivante dall’operazione di rifinanziamento (LTRO) operata con la con BCE . Per quanto riguarda invece le commissioni attive, che appaiono in riduzione di circa 119 mila euro, in realtà non è fattibile un confronto realistico con l’anno precedente in quanto le conseguenze delle variazioni di imputazione contabile determinate dall’introduzione della Commissione di Accordato (CA) e successivamente dalla Commissione di Istruttoria Veloce (CIV), hanno distribuito diversamente i proventi tra le voci 10, 40 e 190 del conto economico; il calcolo dettagliato metterebbe in evidenza una maggiore redditività commissionale per il 2012 stimata in circa 1,4 milioni di euro (+24% circa). Il risultato netto delle voci 80, 90, 100 e 110 , riferibili alle attività e passività finanziarie è positivo per circa 1,4 milioni di euro a fronte del dato negativo di oltre 400 mila euro dell’anno precedente; consentendo di spesare alla voce 100 il costo di 698mila euro derivanti dalla cessione di una partita di sofferenze avvenuta nella prima parte del 2012. In particolare si rileva il risultato positivo delle negoziazioni di titoli (attività finanziarie disponibili per la vendita) che registra un utile di oltre 1,7 milioni di euro rispetto ai 157mila euro dell’anno precedente. Margine di intermediazione (importi/1.000) 2012 2011 30. margine di interesse 40. commissioni attive 50. commissioni passive 60. commissioni nette 70 dividendi e proventi simili 80. risultato netto dell’attività di negoziazione 90. risultato netto dell’attività di copertura 100. Utili (perdite) da cessione riacquisto di: a) crediti b) attività disponibili per la vendita d) passività finanziarie 110. risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value Margine dell’attività finanziaria 120. Margine di intermediazione 23.600 6.362 (1.198) 5.164 20 226 (293) (698) 1.729 (139) 559 1.404 30.168 20.757 6.481 (710) 5.771 25 103 305 (880) 157 (61) (103) (454) 26.074 var. assoluta 2.843 (119) (488) (607) (5) 123 (598) 182 1.572 (78) 662 1.858 4.094 var. % 13,70% -1,84% 68,73% -10,52% -20,00% 119,4% -196,07% -20,68% 1001,27% 127,87% -642,7% -409,3% 15,70% Il consistente incremento delle rettifiche per deterioramento di crediti (+ 3,17 milioni di euro rispetto a quanto rettificato nel 2011), con il quale si è voluto accrescere l’indice di copertura di sofferenze e incagli, non ha comunque impedito di registrare un valore migliorativo del Risultato netto della gestione finanziaria rispetto al 2011, pari al 4,67%. Risultato netto della gestione finanziaria (importi /1000) 120. margine di intermediazione 130 rettifiche/riprese di valore per deterioramento di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita 140. Risultato netto della gestione finanziaria 2012 2011 var. assoluta var. % 30.168 26.074 4.094 15,70% (8.169) (5.002) -3.167 63,31% (7) (62) 55 -88,71% 21.992 21.010 982 4,67% La voce 200. Costi Operativi si attesta a fine anno a 18,3 milioni di euro (+ 2,8%) in moderato aumento dopo il positivo 2011 nel quale aveva registrato un calo. 34 RELAZIONE Costi Operativi (importi/1.000) 150. spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative 2012 2011 (19.113) (18.093) - 1.020 5,64% (11.179) - 734 6,57% (7.200) (6.914) - 286 4,14% (52) (156) 104 - 66,67% (824) (866) 42 - 4,85% (47) (51) 4 - 7,84% 1.724 1.353 371 27,42% (18.312) (17.813) - 499 2,80% 170. Rettifiche/riprese di valore su attività materiali 180. Rettifiche/riprese di valore su attività immateriali 200. Costi operativi var. % (11.913) 160. Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri 190. Altri oneri/proventi di gestione var. assoluta I maggiori oneri legati al personale scontano gli investimenti fatti nel corso del 2012 con l’inserimento in struttura di nuovi collaboratori dotati di particolari competenze e professionalità; tale incremento si trascinerà ovviamente anche nel 2013, aumentato anche dai costi dei previsti rinnovi contrattuali. Per quanto riguarda le altre spese amministrative, qui rappresentate in modo aggregato, l’aumento più significativo compete alle spese Legali e Professionali, la cui voce è spesso riflesso della situazione particolarmente deteriorata sul fronte delle sofferenze. Peraltro, l’attività che la banca ha avviato nella seconda parte del 2012 con il supporto di consulenza esterna nell’ambito di un progetto denominato “Spending Review & Development” dovrebbe comportare migliori risultati nel 2014, in termini di contenimento dei costi. Salari e Stipendi (7.852) (7.651) var. assoluta 2011/2012 - 201 Oneri Sociali (1.933) (1.853) - 80 4,3% Altri Oneri del personale (2.128) (1.675) - 453 27,0% (11.913) (11.179) - 734 6,6% Spese per il personale 2012 Spese del Personale Altre spese amministrative 2012 2011 2011 var. assoluta 2011/2012 var. % 2,6% var. % Spese per servizi Informatici (1.501) (1.397) - 97 6,9% Spese generali di funzionamento (1.507) (1.512) 3 -0,2% Spese Legali e Professionali (1.044) (808) - 235 29,1% Spese di trasporto e di vigilanza (110) (90) - 20 22,2% Premi assicurativi (364) (362) -2 0,6% Spese di pubblicità e rappresentanza (395) (477) 82 -17,2% Altre spese (779) (877) 66 -7,5% (1.499) (1.389) - 110 7,9% (7.199) (6.912) - 313 4,5% Imposte indirette Altre Spese Amministrative Il Conto economico evidenzia, infine, un utile al lordo delle imposte pari a 3,672 milioni di euro, in crescita del 14,9% rispetto all’anno precedente. Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente pari a 1,246 milioni di euro includono la seguente posta non ricorrente pari a 467mila euro riferiti a crediti di imposta pregressi, in virtù dell’integrale deduzione ai fini IRES dell’IRAP sul costo del lavoro a partire dal 2012 come dalle disposizioni di cui all’art. 2, comma 1 quater del D.L. n. 201/2011 conv. L. n. 214/2011 e successivamente integrate dall’art. 4, comma 12 del D.L. n. 16/2012 conv. L. n. 44/2012. 35 Tale ultimo decreto ha infatti introdotto la possibilità di presentare istanza di rimborso dell’Ires, rideterminata per effetto della sopra citata deducibilità; per gli anni pregressi (2007-2011), per i quali è ancora pendente (al 28 dicembre 2011) il termine di 48 mesi indicato per il rimborso dei versamenti diretti. La stima dell’importo da richiedere a rimborso per le suddette annualità è stata effettuata tenendo anche conto del provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate del 17 dicembre 2012. Utile di Periodo (importi /1000) Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito dell’esercizio operatività corrente Utile dell’operatività corrente al netto delle imposte Utile dell’esercizio 3.672 3.197 var. assoluta 2010/2011 475 (1.246) (1.587) 341 -21,5% 2.426 1.610 816 50,7% 2.426 1.610 816 50,7% 2012 2011 var. % 14,9% Al netto delle Imposte sul reddito dell’esercizio e dei crediti d’imposta precedentemente citati, la Banca chiude il 2012 presentando un Utile netto pari a 2,426 milioni di euro in crescita del 50,7% rispetto al 2011. Si riportano di seguito alcuni indici e indicatori tra i più significativi ricavati dai dati di bilancio, raffrontati con l’esercizio precedente. Per gli indici che si riferiscono al personale sono stati considerati i “dipendenti medi” dell’anno, pari a 165 nel 2012 e 157 nel 2011. 36 Indici Patrimoniali e di Bilancio (%) Patrimonio netto/Crediti verso Clientela Patrimonio netto/raccolta diretta da clientela Crediti verso clientela/totale attivo Raccolta diretta da clientela/totale attivo Crediti verso clientela/raccolta diretta da clientela 2012 2011 Indici di rischiosità del credito (%) Crediti netti in sofferenza/Crediti netti verso Clientela Crediti netti in incaglio/Crediti netti verso Clientela Crediti netti in sofferenza/Patrimonio netto Indici di redditività (%) Utile netto/(patrimonio netto-utile netto) (ROE) Utile netto/ totale attivo (ROA) Margine di interesse/Margine di intermediazione Margine di interesse/totale attivo Costi operativi/Margine di interesse Costi operativi/Margine di intermediazione 2012 3,21 0,27 78,23 2,65 77,59 60,70 2,48 0,20 79,61 2,51 85,82 68,32 Indici di efficienza (in migliaia di euro) Crediti verso Clientela/Numero di dipendenti Raccolta da Clientela/Numero dipendenti Margine di interesse/Numero dipendenti Margine di intermediazione/Numero dipendenti Utile lordo/Numero dipendenti Totale Costi operativi /Numero dipendenti Indici di efficienza (in percentuale) Spese per il personale/Margine di intermediazione Costi/Ricavi (Cost/Income) 2012 3.973.492 4.252.990 143.034 182.835 22.257 110.983 2011 4.160.121 4.336.094 132.209 166.081 20.362 113.464 2012 2011 11,90 11,12 73,62 78,79 93,43 10,19 9,78 79,14 82,48 95,94 2011 3,68 6,29 30,89 2012 3,14 4,60 30,81 2011 39,49 62,66 42,87 69,31 RELAZIONE ATTIVITÀ ORGANIZZATIVE La struttura operativa, i clienti e la pianificazione strategica Nel corso del 2012 la Banca non ha aperto nuovi sportelli che restano pertanto 20; è proseguita la crescita dei correntisti che ha raggiunto le 21.000 unità. Presso tutte le filiali sono installate apparecchiatura bancomat; le filiali di Camin e di Sottomarina sono dotate di un ATM evoluto che oltre ad offrire i tradizionali servizi bancomat, consente l’effettuazione di versamenti di contante e assegni. Nel corso del 2012 si è consolidato anche il numero dei POS installati presso gli esercenti, pari a circa 500 unità, attivando anche alcune novità quali il servizio POS virtuale, utile a tutte quelle aziende che vogliono vendere prodotti via internet. In linea con le indicazioni del Piano Strategico di cui si dirà più oltre, nel corso del IV trimestre la Banca ha dato vita al nuovo Ufficio Sviluppo Commerciale, a cui è stato affidato l’obiettivo di sviluppare e/o ri-attivare le relazioni d’affari nei confronti della “clientela target” ovvero le medie e piccole imprese, le famiglie ed i privati. L’azione del nuovo ufficio, al cui interno opera uno sviluppatore, sarà rivolta prevalentemente verso la clientela potenziale e/o la clientela non più attiva con la Banca. La Banca, nell’ottica di sviluppo della multicanalità, ha continuato a promuovere i servizi di self-banking, con particolare riguardo all’Internet Banking (denominato Relax Banking). I clienti utilizzatori di tale servizio nel 2012 sono stati quasi 10.000. In tale ambito va sottolineata anche l’attivazione del servizio Mobile Banking ovvero la possibilità di effettuare interrogazioni e disposizioni bancarie mediante l’utilizzo di telefoni cellulari o di altri dispositivi mobili. A fine 2012 il Personale si è attestato a 169 unità (7 collaboratori in più rispetto all’anno precedente in seguito a 3 cessazioni e 10 assunzioni). Complessivamente dei 169 dipendenti le donne sono pari a 79 (46,7%) e gli uomini a 90 (53,3%). Anche per quanto riguarda le nuove assunzioni queste sono state attuate in sintonia con i dettami della pianificazione strategica che aveva come obiettivo quello di rinforzare la struttura aziendale in termini di competenze e professionalità, attraverso l’implementazione di personale esperto. Sono state infatti potenziate l’area Commerciale con l’inserimento di due nuove figure: un Direttore mercato e un capo area. Anche l’ufficio Compliance, Pianificazione e Rischi è stato rafforzato con l’inserimento di due nuove professionalità, incaricate dei Controlli di secondo livello, dell’attività di Pianificazione, del presidio e rispetto della Conformità alle Norme. Sono state inserite inoltre due nuove risorse qualificate nell’ambito della Direzione Crediti ristrutturando l’Ufficio Crediti Retail e Corporate e l’Ufficio Segreteria Fidi e Crediti Speciali. È stato ridefinito il nuovo Ufficio Restructuring e Controllo Crediti, inserendo due figure con specifica esperienza, con l’obiettivo di presidiare al meglio il credito deteriorato; il tutto verificando e monitorando gli impieghi che presentano i primi sintomi di criticità e attuando nuove modalità organizzative che differenziano l’operatività ed i processi di lavoro a seconda della tipologia e dell’importo dei fidi richiesti dalla clientela. Anche l’area contabile, ridefinita sotto la nuova Direzione Finanza e Amministrazione, è stata potenziata con una risorsa dedicata esclusivamente al Controllo di Gestione. Infine si è attuato un parallelo processo di valorizzazione delle risorse interne, che ha portato ad una miglior allocazione funzionale di alcuni collaboratori, con particolare attenzione ai colleghi giovani e di talento. 37 Anche gli investimenti formativi al Personale, tradizionalmente presenti nel piano annuale di formazione svolto dalla banca (si veda in proposito quanto riportato sul Bilancio Sociale) hanno visto nel 2012 la somministrazione di quasi 6.500 ore di formazione di cui la maggior parte dedicate al processo del credito, senza trascurare i periodici aggiornamenti in materia di normativa antiriciclaggio. Nel mese di febbraio 2012 (l’appuntamento si è ripetuto anche nel mese di gennaio 2013) il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’aggiornamento del Piano Strategico triennale, approvandolo nella sua versione 2012-2014 (a gennaio di quest’anno aggiornato nella sua evoluzione 2013-2015). La Banca ha proseguito pertanto nella linea della periodica revisione della strategia aziendale, mediante un processo di aggiornamento del piano condotta attraverso una metodologia di lavoro che coinvolge le principali funzioni aziendali. Il Consiglio di Amministrazione ha confermato nella sostanza le linee guida definite nella precedente versione del piano strategico, rimarcando la necessità di riservare valenza prioritaria al rafforzamento dei profili riguardanti: la qualità dell’attivo della Banca; la raccolta e la liquidità; la redditività e la solidità patrimoniale, oltre al rafforzamento della cultura e delle competenze professionali in ottica di impresa. Tra le priorità indicate nella pianificazione strategica del 2011 vi era la revisione della struttura organizzativa della Banca che è stata poi realizzata nel corso del 2012. In un apposito incontro svoltosi nel mese di aprile 2012 il Direttore ha presentato a tutto il personale e agli amministratori presenti, il nuovo assetto organizzativo della Banca le cui linee guida sono così sintetizzabili: - orientamento al cliente e più in generale al mercato, con tutta la “struttura” orientata al sostegno delle Filiali e della Rete Commerciale più in generale; - semplificazione e sburocratizzazione funzionale, anche attraverso la diminuzione del numero delle unità organizzative che compongono la Struttura; - sviluppo della “logica di processo” finalizzata a rendere più fluido il lavoro, a stimolare l’ampliamento delle competenze verso un reale e concreto “lavoro di squadra”; - migliore “identificazione delle responsabilità” relativamente ad obiettivi, progetti e processi. Ovviamente si tratta di un modello organizzativo definito “a tendere”, ovvero frutto di un processo di adeguamento che verrà realizzato gradualmente e che dovrà sempre più essere interpretato e vissuto in modo “flessibile”, avendo chiaro che i modelli organizzativi non sono l’obiettivo, bensì uno strumento. L’adeguamento a tendere trova anche due importanti ragioni interne: - il proposito di valorizzare al massimo tutte le esperienze ed il potenziale umano e professionale presente in Azienda, tenendo conto delle ineludibili necessità attuali e prospettiche evidenziate dalla nostra BCC e ricorrendo all’esterno, come si è fatto, nel corso del 2012, solo in caso di urgenza e conclamata necessità; - la volontà di non forzare un cambiamento che potrebbe riverberarsi con eccessive ripercussioni sul complessivo clima aziendale, pur nella convinta necessità di perseguire con determinazione la più volte richiamata “evoluzione manageriale”. 38 RELAZIONE Ulteriori cambiamenti per quanto attiene i processi di lavoro hanno riguardato il processo del credito, con la presentazione nello scorso mese di novembre del nuovo assetto organizzativo del Comparto del Credito, comprendente una nuova piattaforma di regole e comportamenti. Con l’obiettivo di migliorare la capacità della Banca di “governare” il rischio di credito sono stati infatti complessivamente ri-definiti: - l’assetto organizzativo della Direzione Centrale Crediti; - l’assetto organizzativo delle Rete Commerciale in ambito Crediti; - il nuovo impianto di deleghe all’esecutivo in materia di Credito; - l’assetto organizzativo del nuovo ufficio Restructuring e Controllo Crediti; - i processi di concessione e gestione del credito in bonis e deteriorato; - le regole di ingaggio del rischio di credito; - la mappatura dei flussi informativi e degli strumenti di monitoraggio; - l’adeguamento della direttiva 263 “definizione dei grandi rischi, concentrazione e gruppi economici”. È stato confermato negli intenti e rafforzato nella strategia il piano triennale di Evoluzione del Comparto Estero che prevede per la nostra Banca un “salto di qualità” nella capacità di offrire un efficace sostegno alle aziende nostre clienti che intendono affrontare i Mercati Esteri. Il piano di sviluppo si compone di specifici investimenti ed iniziative che dovrebbero consentire alla nostra struttura il rafforzamento in termini di conoscenze, competenze ed esperienze nei processi di internazionalizzazione di impresa, anche attraverso un ricorso sempre più deciso alla partnership con le società specializzate del Gruppo Bancario ICCREA. 39 Anche per quanto riguarda la Finanza, le Assicurazioni e la Previdenza tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 la Banca ha riposizionato in modo strutturale il precedente schema organizzativo che presiedeva alla diverse componenti della cosiddetta Finanza. La struttura è stata quindi ridisegnata per soddisfare al meglio e con maggiore efficienza ed efficacia: - la Clientela, Retail e Corporate, destinataria dei prodotti di raccolta diretta, amministrata, gestita e di polizze assicurative intese nella loro più ampia accezione (investimento, protezione e previdenza); - la funzione Aziendale, orientata alle esigenze finanziarie della Banca in quanto tale, gestita dalla Tesoreria e comprendente la raccolta interbancaria ed istituzionale; - la Proprietà, ovvero la gestione del Portafoglio di proprietà della Banca. Gli interventi di adeguamento per le diverse componenti sono stati improntati secondo diverse linee di indirizzo; la Banca ritiene necessario infatti riservare alla Finanza un peso strategico decisamente maggiore rispetto al passato, favorendo una cultura ed un assetto organizzativo coerenti a tale assunto. In tal senso sarà determinante analizzare e definire i fabbisogni finanziari aziendali da un lato e la capacità di offrire un’adeguata gamma di strumenti (finanziari, assicurativi e previdenziali) alla clientela dall’altro, non dimenticando il dettato dell’art. 2 dello statuto Sociale (Principi ispiratori); in tal senso l’offerta alla clientela dovrà caratterizzarsi per la semplicità e la trasparenza degli strumenti finanziari proposti. Per le proprie esigenze di “finanza” e di prodotti servizi da offrire alla clientela, la nostra Banca continuerà a servirsi prioritariamente dell’offerta del Gruppo Bancario ICCREA. Tutte le competenze professionali presenti in Azienda dedicate a questo progetto dovranno, di conseguenza, essere adeguate agli obiettivi tracciati e la loro crescita perseguita attraverso un mix di canali (formazione, consulenza esterna, investimento sui giovani, ed eventuali assunzioni). Il Piano Operativo annuale La Banca, per quanto riguarda le attività di sviluppo, di innovazione, di efficientamento e di adeguamento normativo ha continuato anche nel 2012 ad operare metodologicamente sulla base del Piano Operativo, inteso come strumento di raccordo e di monitoraggio delle diverse progettualità in corso. Il Piano Operativo 2012-2013 è composto da circa 30 progetti; nel 2012 ne sono stati completati 9, mentre i rimanenti 21 sono stati ripianificati all’interno del Piano Operativo 2013. I progetti completati più significativi sono: - la ri-organizzazione del comparto credito; - l’analisi sull’adeguatezza e sull’affidabilità del Sistema Informativo (IT AUDIT); - l’attivazione dell’osservatorio sulla concorrenza; - l’implementazione del Cruscotto Informativo Direzionale. I progetti in corso, ripianificati nel piano 2013, più significativi sono: - la razionalizzazione dei costi di struttura; - la definizione dell’assetto organizzativo della struttura del Cost Management; - il completamento della ri-organizzazione del comparto Finanza; - l’efficientamento dei processi informativi e decisionali tra gli organi sociali e l’esecutivo; - la progressiva revisione della contrattualistica e della modulistica; - la ri-definizione delle politiche e degli strumenti di gestione delle risorse umane. 40 RELAZIONE L’evoluzione Tecnologica La Banca ha proseguito anche nel 2012 nel suo percorso di evoluzione in ambito informatico e tecnologico. È stata completata l’attivazione di un sistema di videoconferenza e di videochiamate da utilizzare sia per le comunicazioni verso l’esterno sia per le comunicazioni all’interno della Banca. Nel corso dell’anno si sono tenuti i primi incontri formativi in videoconferenza. E’ stato inoltre approntato un sistema di condivisione dei documenti predisposti per le riunioni del CDA, che consente agli Amministratori e ai Sindaci la consultazione tramite IPAD dei documenti predisposti per le sedute pregresse e per quelle in corso. Altre novità emerse nel corso del 2012 che hanno determinato l’esigenza di interventi sull’organizzazione e sui processi aziendali hanno riguardato: - Nuove disposizioni della Banca d’Italia in materia di partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari, Titolo V, Capitolo 4, Circolare 263/06. La Banca ha condotto una valutazione con riguardo agli adeguamenti necessari per adempiere alle citate nuove disposizioni al fine di individuare in modo puntuale le attività da porre in essere ai fini di compliance. Con particolare riguardo alle prescrizioni in materia di organizzazione e controlli interni è stato predisposto e adottato un documento di Politiche interne in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie e di classificazione degli investimenti indiretti in equity, approvato dal Consiglio di Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale, nella seduta del 21 giugno 2012. Le soluzioni organizzative delineate nell’ambito delle policy sono, nel rispetto del principio di proporzionalità, ritenute adeguate alle caratteristiche e strategie della banca ed efficaci rispetto alla finalità di prevenzione e gestione dei conflitti di interesse. - Lettera dell’11 gennaio 2012 del Governatore della Banca d’Italia in materia di organizzazione e governo societario delle banche. In ottemperanza a quanto richiesto nella citata comunicazione del Governatore, la Banca ha posto in essere uno specifico processo di autovalutazione attraverso il quale sono state analizzate le effettive modalità con le quali, pur nel peculiare contesto statutarioregolamentare e ambientale di riferimento, la Banca ha dato pratica applicazione alle Disposizioni di Vigilanza relative al governo societario. A esito di tale processo, nell’ambito di un’approfondita autovalutazione svolta in modo collegiale nelle sedute del 22 e del 28 marzo 2012, il cui riscontro è poi stato inviato come previsto alla Banca d’Italia, con specifico riguardo agli aspetti attinenti la funzionalità degli organi sono state individuate alcune aree di miglioramento; tra queste si citano: una pianificazione più razionale in termini di contenuti e forma, nonché dei soggetti tenuti alla redazione e trasmissione, della documentazione (flussi di governo) da inviare ai singoli componenti degli organi sociali; l’approfondimento ai fini di una eventuale revisione del Regolamento del Comitato Esecutivo e del Regolamento Assembleare. - Linee guida in materia di gestione del contante. Il 14 febbraio 2012 la Banca d’Italia, dando attuazione alla Decisione della Banca Centrale Europea 2010/14 volta ad assicurare che gli enti creditizi e i soggetti che operano con il contante ridistribuiscano unicamente banconote in euro di cui siano state controllate autenticità e idoneità, ha adottato il provvedimento relativo al controllo delle banconote in euro e al loro “ricircolo”. Al riguardo la Banca ha acolto le misure organizzative necessarie per l’adeguamento alle regole e procedure previste dalla citata normativa. - Nuove disposizioni della Banca d’Italia in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati alla banca o al gruppo bancario, Titolo V, Capitolo 5, Circolare 263/06. A dicembre 2011 la Banca d’Italia ha introdotto nella Circolare 27 dicembre 2006, n. 263, la nuova disciplina in materia di attività di rischio e conflitti d’interesse nei confronti di soggetti collegati. 41 L’obiettivo delle richiamate disposizioni è presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della Banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e alle altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione delle risorse, esposizione della Banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni per depositanti e azionisti. In conformità a quanto richiesto dalle norme, il Consiglio di Amministrazione ha disciplinato, attraverso appositi riferimenti dispositivi interni, i limiti prudenziali e le procedure deliberative applicabili, rispettivamente, all’assunzione di attività di rischio e all’esecuzione di operazioni nei confronti dei soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, nelle politiche assunte, con assetti organizzativi e relativi controlli interni. La Banca ha definito altresì livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il profilo strategico e le caratteristiche organizzative. IL PRESIDIO DEI RISCHI ED IL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Il sistema dei controlli interni In conformità alle disposizioni di Vigilanza, il sistema di controllo e di gestione dei rischi è strutturato su tre livelli I livello: controlli di Linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, effettuati dalle stesse strutture operative. II livello: controlli sulla gestione dei rischi, il cui obiettivo è quello di assicurare la corretta attuazione del processo di gestione dei rischi, nonché il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni; controlli di conformità normativa, con il compito specifico di promuovere il rispetto delle norme di etero regolamentazione (leggi e norme regolamentari) e di autoregolamentazione; controlli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionale. Le funzioni preposte a tali controlli sono distinte da quelle produttive. III livello: attività di revisione interna (Internal Auditing), esternalizzata alla Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo, indirizzata a valutare l’adeguatezza e la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Con riferimento alla struttura deputata ai controlli di II livello, nel corso del 2012 la Banca, ha attuato una rivisitazione organizzativa delle funzioni dedicate; in particolare, nella consapevolezza degli organi aziendali circa la stretta interdipendenza esistente tra processo di pianificazione aziendale e processo di rilevazione, misurazione, controllo e attenuazione dei rischio, all’ufficio preposto ai controlli di II livello è stata ricondotta anche la funzione di pianificazione strategica, creando la condizione necessaria per la piena integrazione tra il processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) e i processi di governo aziendale; è stato pertanto costituito l’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi, in luogo del Servizio Controlli. Inoltre, a significare la costante attenzione posta dalla Banca al sistema dei controlli interni, la struttura di II livello è stata integrata con un’ulteriore risorsa nel corso dell’esercizio. Nell’ambito dei controlli sulla gestione dei rischi è stato attuato il processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process), al fine di stabilire in ottica attuale e prospettica, il capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi rilevanti. Tali controlli, conformemente a quanto richiesto dalle disposizioni di riferimento, hanno interessato i rischi aziendali nel loro complesso. Nell’ambito dell’ICAAP, la Banca definisce la mappa dei rischi rilevanti provvedendo all’individuazione di tutti i rischi verso i quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che 42 RELAZIONE potrebbero pregiudicare la propria operatività, il perseguimento delle strategie definite e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Le informazioni di tipo qualitativo e quantitativo inerenti le principali categorie di rischio a cui la Banca è esposta nell’espletamento delle proprie attività, sono riscontrabili nell’ambito della “Parte E” della Nota integrativa, dedicata alle “informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura” alla quale si rimanda. Il controllo sulla gestione dei rischi è ricondotto alla Funzione di Risk Management, collocata all’interno dell’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi, la quale assume un ruolo cardine nello svolgimento di attività fondamentali dell’ICAAP. Essa ha il compito di definire le metodologie di misurazione dei rischi, sviluppare e manutenere i modelli e gli strumenti di supporto per la misurazione/valutazione ed il monitoraggio dei rischi, individuare i rischi cui la Banca è o potrebbe essere esposta, controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree/unità di business con gli obiettivi di rischio/rendimento, quantificare/ valutare il grado di esposizione ai rischi. A presidio del rischio di non conformità alle norme, all’interno dell’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi è istituita la Funzione Compliance la quale, nello svolgimento delle proprie attività si avvale anche del supporto della struttura Legale della Federazione locale per la parte di interpretazione ed analisi della normativa ed individuazione dei rischi di non conformità derivanti dall’introduzione di nuova normativa. La gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, in ossequio alla disciplina di riferimento, è presidiata dall’istituzione della Funzione Antiriciclaggio e dalla nomina del relativo responsabile, nell’ambito della Funzione Compliance. Le attività di controllo delle Funzioni sopra citate sono svolte sulla base di un piano annuale approvato dal Consiglio di Amministrazione e avvalendosi delle metodologie e dei supporti sviluppati nell’ambito dei relativi progetti nazionali di Categoria. I risultati delle attività sono illustrati al Consiglio di Amministrazione in conformità a quanto previsto dalle relative disposizioni di Vigilanza. La Funzione di Internal Audit svolge la propria attività sulla base del piano annuale delle attività di auditing approvato dal Consiglio di Amministrazione e attraverso verifiche puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno. In tale ambito effettua la verifica e l’analisi dei sistemi di controllo di primo e secondo livello, attivando periodici interventi finalizzati al monitoraggio delle variabili di rischio. Nel corso del 2012 la Funzione ha completato il piano di audit programmato per il biennio 2011 – 2012. I vertici della Banca hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del report consuntivo che sintetizza la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei controlli della Banca, individuando un piano di interventi reputato opportuno per ricondurre l’esposizione al rischio entro la soglia di propensione definita. La Funzione di Internal Audit, come detto in precedenza esternalizzato alla Federazione Veneta delle BCC, ha ottenuto la certificazione di conformità relativamente all’organizzazione e allo svolgimento delle proprie attività agli Standard per la pratica professionale dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione. La certificazione si inserisce nel più ampio progetto del costituendo Fondo di Garanzia Istituzionale, che ha come obiettivo quello di aumentare la capacità di reagire delle banche del sistema e di potenziare le tutele che il Credito Cooperativo offre ai propri soci, depositanti e obbligazionisti Informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime. 43 Con riferimento ai documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009 e n. 4 del 3 marzo 2010, relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con particolare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità. Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sussistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale. Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa. INFORMAZIONI SUGLI ASPETTI AMBIENTALI Gli aspetti ambientali non assumono rilevanza sull’andamento e sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa. Le attività della banca, configurandosi quali prestazioni di servizi “dematerializzati” non producono impatti ambientali degni di rilievo. Tuttavia la BCC, quale ente mutualistico attento al territorio e consapevole della responsabilità socio-ambientale che hanno le imprese, persegue una politica di attenzione ai risvolti ambientali della propria attività. La Banca si avvale del servizio di imprese specializzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi che sono costituiti esclusivamente da toner di stampanti-fotocopiatrici e batterie per gruppi di continuità. Provvede inoltre al riciclo della carta usata sia tramite la raccolta pubblica differenziata, che con imprese specializzate. Inoltre la Banca, nell’ambito di un nuovo Ecoday, partecipa alla giornata del risparmio energetico, “M’illumino di meno” promossa dalla trasmissione Caterpillar di RaiRadio2. L’appuntamento che risale a venerdì 17 febbraio 2012, ha visto la realizzazione delle seguenti azioni: luci spente e riduzione dell’uso di apparecchiature non indispensabili, di insegne luminose delle sedi e delle filiali, ecc. Infine, la banca promuove iniziative volte a favorire lo sviluppo delle fonti energetiche alternative anche con la messa a disposizione di particolari linee di credito; in particolare la banca stessa è dotata presso la sede centrale di un impianto fotovoltaico che, pur in presenza di un sinistro che lo ha reso improduttivo per circa 4 mesi, ha prodotto nel 2012 energia per circa 13.343 Kw.. CRITERI SEGUITI NELLA GESTIONE SOCIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELLO SCOPO MUTUALISTICO DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA AI SENSI ART. 2 L. 59/92 E ART. 2545 COD. CIV. Nel mese di gennaio 2013 la Federazione Veneta della BCC ha concluso la periodica attività di revisione cooperativa ai sensi degli art. 18 e 5 commi 1 e 2 del D.Lgs. n. 220/2002, iniziata nel precedente mese di dicembre 2012. Le verifiche hanno confermato la rispondenza dei requisiti previsti dalla norma con il rilascio da parte di Federcasse dell’attestazione di revisione relativa al biennio 2011-2012. Il documento, rilasciato il 24 gennaio 2013, conferma l’iscrizione della nostra BCC alla sezione dell’albo delle società cooperative a mutualità prevalente. 44 RELAZIONE Il Bilancio sociale La normativa in vigore prevede, come è noto, che vengano specificati i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico; in tal senso la BCC di Piove di Sacco ha proseguito anche nel 2012 a svolgere il proprio ruolo di banca del territorio sostenendo e/o sviluppando varie iniziative a favore della propria base sociale e delle comunità locali nella convinzione di interpretare sempre più e meglio il proprio ruolo di “Banca per lo Sviluppo Locale”. Il Bilancio Sociale, esposto nell’opuscolo che accompagna la presente relazione, documenta in modo esauriente l’impegno della BCC. Come è noto si tratta di uno strumento di comunicazione importante che consente di informare i Soci e la collettività, fornendo elementi di valutazione sull’aspetto sociale dell’attività aziendale, di verifica della coerenza dell’impresa rispetto agli scopi statutari, di comunicazione del valore creato dalla BCC verso i propri “portatori di interessi”. Le iniziative culturali e di tempo libero destinate ai Soci sono state proposte con le varie uscite del pieghevole “Credito Aperto Soci” (ora inviato con modalità telematica o preavvisato tramite SMS) nel quale sono state illustrate proposte di viaggi, visite guidate alle mostre, la partecipazione a eventi teatrali e musicali, l’organizzazione di corsi di informatica e di fotografia digitale, la gita riservata ai soci. Tra le nuove facilitazioni di tipo bancario riservate ai soci ricordiamo oltre alle emissioni obbligazionarie esclusive, accolte molto positivamente, l’inserimento di tassi riservati sui nuovi conti di deposito, riduzioni di tasso e/o commissioni su specifiche operazioni di credito a plafond e sul servizio di corporate banking. In un anno ancora critico come è stato il 2012, la nostra Banca non ha fatto mancare il suo sostegno a favore di molteplici associazioni, istituzioni, enti, gruppi, scuole, parrocchie e comunità locali; i fondi erogati per le iniziative di mutualità e sponsorizzazioni varie sono stati pari a circa 420.000 euro. Per approfondire come si è realizzato l’impegno della banca in questo campo si rinvia a quanto illustrato nel Bilancio Sociale; di seguito si riportano sinteticamente alcuni interventi raggruppati per macrocategorie: Suddivisione per Macrocategorie degli interventi effettuati dalla BCC nel 2012 SANITA’ ASSISTENZA E VOLONTARIATO (Apparecchiature, automezzi, convegni di studio, Missioni, Enti di pronto soccorso, associazioni operanti nel sociale ..) 60.042 SCUOLA E ISTRUZIONE (Asili, scuole, elementari, medie e superiori, borse di studio, formazione, attività ricreative, …) 49.765 CULTURA E FORMAZIONE (Biblioteche, teatri, Associazioni culturali - artistiche, formazione con Soci, libri e pubblicazioni, comunità locali) 145.945 ENTI PUBBLICI E ISTITUZIONI LOCALI (Comuni, comprensori, consorzi, associazioni imprenditoriali, sostegno iniziative economiche) 44.646 ENTI RELIGIOSI (Parrocchie, Comunità religiose, associazioni, …..) 23.197 SPORT (Società e associazioni sportive, manifestazioni e gare, …) 43.493 ATTIVITA’ RICREATIVE E INIZIATIVE VARIE (Gite sociali, festività ed eventi locali, sagre, …..) 52.018 45 Lo scorso anno l’Assemblea dei Soci, su proposta del Consiglio di Amministrazione, avevava deliberato di destinare i dividendi maturati nel 2011 - pari ad euro 7.500,00 - alla Fondazione Tertio Millennio Onlus, organismo senza fini di lucro che promuove progetti di microcredito in America latina. In particolare la nostra BCC, con l’obbiettivo di sostenere le condizioni di studio e di apprendimento dei bambini, ha aderito ad un progetto di adozione a distanza. La somma infatti è stata utilizzata a favore della Scuola “16 de octubre” della frazione di Olmedo, nella provincia di Esmeraldas, Equador, dove studiano circa 55 alunni, per la dotazione di una pompa per l’acqua, per il miglioramento dei servizi igienici e per la sistemazione delle aule. INFORMAZIONI SULLE RAGIONI DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE CON RIGUARDO ALL’AMMISSIONE DEI NUOVI SOCI AI SENSI DELL’ART. 2528 DEL CODICE CIVILE Lo sviluppo della relazione con la compagine sociale L’azienda, in ossequio alla propria natura di Società Cooperativa e nel rispetto dei requisiti minimi previsti dallo Statuto Sociale, ha confermato la politica di apertura all’ammissione di nuovi Soci con l’obbiettivo di favorire il progressivo allargamento della Compagine Sociale, anche in virtù del necessario ricambio generazionale, agevolando in tal senso l’adesione dei giovani e avvalendosi dei risultati emersi da un apposito questionario proposto ai soci a fine 2011. Nella relazione dello scorso anno tra i progetti più significativi che avrebbero dovuto avere un impatto concreto nell’interscambio con la base sociale venivano citati la “riqualificazione quali quantitativa della relazione con i Soci” compreso “l’ampliamento del Patrimonio sociale”. I risultati emersi dal citato questionario, unitamente ad un’approfondita ricognizione delle iniziative bancarie ed extra bancarie riservate dalla nostra BCC ai Soci nel corso degli ultimi anni, hanno poi rappresentato la base di riferimento per elaborare un piano triennale che già nel 2012 ha visto le prime concrete azioni, in particolare con l’importante operazione che ha determinato da una parte l’ampliamento della base sociale e dall’altra l’incremento significativo del Capitale sociale, ovvero del Patrimonio della nostra Banca. L’opuscolo “Bilancio Sociale e di Missione” fornisce, tra le altre cose, molte informazioni e notizie in merito alle iniziative ed alle progettualità intercorse con la base sociale nel corso del 2012. In questa sede vogliamo preliminarmente sottolineare il successo dell’importante iniziativa che ha consentito alla nostra BCC di chiudere il 2012 con in incremento di capitale sociale di 5 milioni di euro, un risultato straordinario ottenuto con il contributo sia di una parte dei vecchi Soci (pari a 652), che hanno voluto sottoscrivere nuove azioni, sia con l’entrata nella compagine sociale di 898 nuovi soci. L’operazione, oltre che opportuna per favorire la crescita del patrimonio aziendale allo scopo di rendere la nostra cooperativa più capace di concedere credito al territorio (vedi la regolamentazione di Basilea), è stata facilitata dalla decisione presa lo scorso anno dal Consiglio di Amministrazione di limitare il pagamento del sovrapprezzo alla sola prima azione necessaria per entrare a far parte della compagine sociale; a questo si è aggiunto il fatto che la Banca avrebbe poi proposto ai soci, a partire dall’Assemblea di quest’anno, la liquidazione del dividendo, finora devoluto in beneficienza, sempre nei limiti e nel rispetto di quanto stabilito dalla Statuto Sociale. Ovviamente le nuove disposizioni del CDA hanno fissato anche delle limitazioni al fine di impedire che l’acquisto di azioni della BCC dovesse favorire eventuali rischi di concentrazione, oltre che un approccio speculativo, come potrebbe avvenire per le banche quotate in borsa. 46 RELAZIONE Le direttive hanno pertanto previsto tre profili di soci: giovani, famiglie imprese; stabilendo per ogni tipologia un controvalore di azioni indicativo ritenuto adatto al proprio status. Per i soci giovani (fino ai 30 anni): 500 euro; per i soci famiglie/persone fisiche: 2.500 euro; per i soci imprese/persone giuridiche: 5.000 euro. Fermo il limite massimo pro-capite per qualsiasi tipologia di soci fissato a 6.000 euro. L’importante incremento di Capitale Sociale conseguito nel 2012 è stato anche un segnale di stima forte che premia il lavoro di tutti, amministratori e personale, testimoniando come la BCC sia una certezza e un punto di riferimento affidabile. Come indicato nella parte finale di questa relazione, verrà proposto all’Assemblea di liquidare per l’anno 2012 un dividendo pari al 3,50%. Ovviamente la possibilità di incrementare le proprie azioni da parte dei soci è sempre possibile, nel rispetto della direttiva interna che la banca si è data di non superare il limite massimo di 6.000 euro. Particolare attenzione è stata prestata nelle filiali di più recente apertura, dove la presenza dei Soci era meno significativa rispetto alle piazze storiche, ampliando e migliorando dunque la distribuzione territoriale della base Sociale. I nuovi Soci “entrati” nel 2012, come detto in precedenza, sono stati n. 898 (contro i 326 dell’anno precedente) attestandosi a fine anno a 3.276 unità, così composti: 1873 famiglie (57%) e 1403 imprese (43%). In merito all’ingresso di nuovi Soci riteniamo opportuno richiamare il D.Lgs. 220/2002, emesso in attuazione della Delega Legge 3 aprile 2001, n. 142, concernente alcuni aspetti di Vigilanza sulle Banche di Credito Cooperativo: oggetto dell’ordinanza e di periodiche verifiche condotte dalle Federazioni territorialmente competenti risultano i fondamentali principi che regolano i rapporti fra la Banca e la base Sociale, con specifico riferimento alla partecipazione effettiva dei Soci alla vita sociale ed allo scambio mutualistico. Tali principi, peraltro espressamente richiamati anche al punto 9 della Carta dei Valori del Credito Cooperativo, si riferiscono alla necessità imprescindibile per il Socio di mantenere con la propria Banca un rapporto di lavoro proporzionato alle proprie condizioni soggettive. La norma è pure ripresa nello Statuto Sociale all’art. 14 lettera d) “Esclusione del Socio” , che recita: “omissis … il Consiglio di Amministrazione … omissis … può altresì escludere dalla Società il Socio che abbia mostrato … omissis … palese e ripetuto disinteresse per l’attività della società, omettendo di operare in modo significativo con essa .. omissis”. Ogni altro indicatore relativo alla politica nei confronti della base Sociale è ampiamente commentato nell’opuscolo riguardante il “Bilancio Sociale”. FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO Alla data in cui si scrive questa relazione l’unico fatto di rilievo intervenuto riguarda la sottoscrizione di un accordo con la società SST (Società Servizi Territoriali) per l’acquisizione del servizio di Cassa presso il Mercato Ittico di Chioggia. Per la conclusione dell’operazione, al momento, si attende il necessario assenso da parte dell’Organo di Vigilanza. In relazione alle condizioni con cui l’accordo è stato definito (la BCC utilizzerà locali già attrezzati messi a disposizione da SST presso il Mercato Ittico di Chioggia, a costi non eccessivi e inserendo due risorse senza ricorrere a nuove assunzioni) non vi dovrebbero essere significative ripercussioni organizzative, né 47 impatti patrimoniali - finanziari di rilievo sulla situazione della nostra impresa, che potrà invece svolgere con maggiore completezza il proprio ruolo di banca locale a sostegno del settore ittico e più in generale di un territorio ben conosciuto, dove è presente oramai da oltre vent’anni. INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati di maggiore rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle quali l’Amministratore Indipendente e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi. EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE L’inizio del 2013 conferma un quadro di riferimento macroeconomico recessivo, addirittura con le stime sul PIL riviste al ribasso sia in Italia che in altri paesi europei, così come l’aumento della disoccupazione. Ad alimentare questa situazione negativa concorrono anche le tensioni politiche che gli esiti delle elezioni anticipate di febbraio 2013, al momento in cui scriviamo questa relazione, non hanno purtroppo ancora sciolto, ma semmai appesantito, non lasciando ancora intravvedere verso quale direzione potrà stabilizzarsi il quadro politico. In questo scenario che vede comunque la situazione dei tassi di interesse sui titoli del debito pubblico non certo ai livelli drammatici di oltre un anno fa, ma comunque ancora soggetti ad una eccessiva volatilità per il permanere del “rischio Italia”, la nostra banca presenta nei primi tre mesi del 2013 un valore tendenziale degli aggregati di raccolta diretta in crescita, mentre appare in leggero calo l’aggregato degli impieghi. Su fronte reddituale prevediamo un progressivo contenuto miglioramento dei margini sia di interesse che di intermediazione; e ciò nell’ipotesi più realistica di una leggera riduzione del costo medio con il quale si andrà al rinnovo delle scadenze 2013 e all’incremento della raccolta stessa, di un ulteriore sviluppo della raccolta amministrata e gestita e dei relativi proventi commissionali, di volumi e tassi sugli impieghi in leggera crescita rispetto al 2012, di una sostanziale stabilità dei tassi di riferimento (Euribor e BCE) visti in leggero incremento solo nella seconda parte dell’anno; infine della conferma di una marginalità ancora positiva nella gestione del portafoglio di tesoreria. Peraltro, la certezza di un contesto recessivo anche per questo 2013, lascia prevedere ulteriori deterioramenti delle linee di credito utilizzate dalla clientela, con un sicuro incremento sia delle partite incagliate che delle sofferenze e, conseguentemente, con contabilizzazioni e rettifiche sulle posizioni creditizie ancora su livelli consistenti. L’insieme di questi elementi conferma comunque per il 2013 un risultato economico che prevediamo positivo, auspicabilmente in miglioramento rispetto al valore assoluto registrato nel 2012. Sotto il profilo della “copertura territoriale”, proseguiremo nell’azione volta a razionalizzare l’operatività degli attuali sportelli e degli uffici di sede a supporto; ci concentreremo inoltre nella messa a regime del nuovo sportello di cassa presso il Mercato Ittico di Chioggia che sarà operativo, indicativamente, dal mese di maggio 2013, rendendo così ancora più completo ed efficiente il nostro servizio alla comunità clodiense, svolto oramai da diversi anni dalle nostre due Filiali storiche di Chioggia e Sottomarina. 48 RELAZIONE PROGETTO DI DESTINAZIONE DEGLI UTILI DI ESERCIZIO Per quanto riguarda i dividendi maturati a favore dei Soci nel 2012, Vi informiamo che il Consiglio di Amministrazione, diversamente dagli anni precedenti quando venivano destinati a beneficenza, propone di distribuirli ai soci in relazione alla durata e alla quantità delle azioni da ognuno possedute. Il Consiglio di Amministrazione ha proposto inoltre di lasciare invariato sia il valore nominale delle azioni pari ad euro 5,58, sia il sovrapprezzo pagato sulla prima azione pari ad euro 104,42; analogamente viene proposto di mantenere invariata anche la tassa di ammissione a socio pari a euro 10,00. Considerato che l’utile 2012 ammonta a euro 2.425.662, viene proposto all’Assembla di procedere alla seguente ripartizione: Alla riserva legale l’85,3% (per Statuto la quota non deve essere inferiore al 70% degli utili netti annuali) Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (pari al 3% degli utili netti annuali) € 2.069.587 € 72.770 Ai fini di beneficenza e mutualità € 250.000 A distribuzione di dividendi ai Soci nella misura del 3,50% (l’importo è rapportato alla quantità di azioni detenute ed è calcolato a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di Socio) € 33.305 49 Cari Soci, con la presente relazione al bilancio 2012 e la rappresentazione dei numeri relativi, abbiamo inteso mostrare come la BCC di Piove di Sacco sia riuscita a conseguire risultati apprezzabili soprattutto se comparati al difficile contesto economico e normativo che stiamo vivendo. Non vogliamo e non possiamo sottacere che questo lungo periodo di crisi sta mettendo a dura prova le attività ed i risultati di tutte le imprese, comprese quelle che operano nel mondo del credito, molte delle quali - negli ultimi tempi - hanno chiuso bilanci con segni negativi. Come Presidente ed a nome dell’intero Consiglio di Amministrazione vorrei dunque manifestare moderata soddisfazione per i complessivi risultati aziendali conseguiti nel 2012; un anno di attività che ha registrato un miglioramento nelle diverse componenti tecniche e strutturali ed una sostanziale tenuta dei profili economici, senza però trascurare la qualità del servizio riservato alla Clientela. Ritengo che le principali ragioni dei positivi risultati raggiunti - oltre alla fedeltà confermata dai nostri Soci e Clienti - risiedano nella costante e tempestiva revisione degli indirizzi strategici e nel deciso e convinto aggiornamento organizzativo e culturale che tutta la struttura esecutiva – guidata con professionalità e determinazione dal Direttore Generale Gianni Barison – ha saputo e voluto interpretare in un contesto particolarmente critico e complesso; ad una larga parte del Personale va quindi rivolta la nostra attenzione ed il nostro apprezzamento per l’impegno e la dedizione manifestati anche in questo difficile 2012. Il percorso di “evoluzione manageriale” pianificato qualche anno fa è ancora lungo, ma il cammino verso una cooperativa di credito più efficiente e professionalmente più competitiva è ben avviato e già ha iniziato a manifestare i suoi frutti. La capacità di uscire da questa difficile congiuntura negativa però, non dipenderà solo da noi e non potrà che fondarsi sulla fiducia. E la fiducia ha elementi strutturali e non congiunturali. Ci si “salva” solo insieme. Insieme, lavorando tra i diversi uffici e collaborando costruttivamente tra Dipendenti; insieme, nell’interlocuzione tra Consiglio di Amministrazione, Organi di Controllo e Struttura Esecutiva; insieme, nella relazione BancaCliente/Socio in un rapporto d’affari ancor più trasparente e completo; insieme, nella dialettica strategica ed operativa tra le diverse Banche di Credito Cooperativo - non solo Venete - oltre che con tutte le Strutture del Movimento. La necessità di “uscirne insieme” è ricordata anche dall’insegnamento di Giuseppe Toniolo, beatificato lo scorso anno, che riassumeva i “tre supremi doveri” ai quali deve ubbidire l’esercizio del credito: - la moralità, poiché si poggia sulla fiducia; - la giustizia distributiva, perché i compensi percepiti da chi offre il credito non devono danneggiare i diritti di colui che riceve il prestito; - l’utilità generale, perché il credito deve mirare al benessere pubblico, svolgendo una funzione sociale. Lo “stare insieme” per quanto auspicabile non è da solo elemento adeguato e sufficiente. Il Credito Cooperativo Italiano – e quindi anche la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco - per garantire la sostenibilità futura dovrà saper rivedere, affinare, ri-qualificare il proprio modello di intermediazione in molteplici direzioni, anche sapendo fare più “rete”: per risparmiare costi, per utilizzare meglio le professionalità presenti nei diversi nodi, per realizzare una più razionale gestione delle risorse finanziarie e della liquidità. La crescente “interdipendenza” imprenditoriale, di immagine e reputazionale tra le BCC, già da qualche tempo ci vede attenti e preoccupati come Consiglio di Amministrazione e come Direzione Generale della Banca. Per questo motivo riteniamo doveroso estendere anche a quest’Assemblea la nostra riflessione rendendola partecipe del “salto di qualità” al quale tutta la Categoria è chiamata e che i tempi ci impongono di adottare in modo deciso ed improrogabile. Una riflessione che, per quanto in itinere, è stata accelerata dal contesto economico generale sfavorevole, 50 RELAZIONE trovando conferme nella struttura dei bilanci delle Banche di Credito Cooperativo del Veneto, ma anche nelle BCC-CR operanti nel restante territorio nazionale. Occorre dunque saper cogliere da questo periodo di crisi tutti gli insegnamenti necessari, aggiornando strategicamente ed adeguando operativamente i nostri modelli di fare Banca locale e le nostre competenze professionali, sia sul versante “amministrativo”, sia più propriamente dal lato “tecnico ed operativo” per poter guardare al futuro delle nostre Banche e dei rispettivi mercati di riferimento con rinnovata fiducia ed autorevolezza. Per quanto ci riguarda, con la continua disponibilità a metterci in discussione, riteniamo che il citato “salto di qualità” rispetto al passato sia stato pianificato e posto in essere, anche se non può certo dirsi concluso, ma richieda anzi ulteriore impegno e continuità d’azione da parte di tutti. Come già abbiamo ipotizzato in passato, recependo taluni segnali espressi dalla stessa compagine sociale e come da più parti si va sostenendo, confermiamo il convincimento che una delle possibili strade da percorrere per rafforzare la nostra capacità di stare sul mercato sia costituita dall’aggregazione con altre BCC contigue, nell’ottica non solo del contenimento dei costi, ma di rafforzamento della capacità di ampliare volumi ed espandere i ricavi, continuando a rimanere la Banca di riferimento del territorio di competenza. Di fronte ad un quadro di questo genere e per tutto quanto sinora detto, dobbiamo ragionare in modo concreto e tempestivo, affermando che una banca dovrebbe operare in un’economia di mercato concepita per la crescita reale e per il lavoro e non per la speculazione. Il conseguimento di questo obiettivo è scritto e vissuto nella storia di tante BCC come la nostra: lo vediamo quando diamo attuazione pratica ai nostri progetti, quando tutti noi - Amministratori e Dipendenti - agiamo per servire al meglio i Clienti, i Soci, il nostro Territorio con le attività economiche e sociali che esso esprime. Tutto ciò non può prescindere da un rinnovamento del nostro mondo “associativo”. Ci aspettiamo dunque che la Federazione Nazionale, con il contributo e l’ausilio delle Federazioni Regionali, voglia rinnovare la “coesione di sistema” e la “visione strategica” del nostro Movimento Cooperativo, oggi più che mai chiamato ad una forte assunzione di responsabilità. In questo ambito, confermiamo la nostra disponibilità ed il nostro impegno a collaborare affinché anche la Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo – recentemente interessata da aspetti e decisioni di rilievo evidenziate anche dalla stampa locale - ritrovi presto un’adeguata ricomposizione della propria struttura amministrativa e tecnica. Cari Soci, concludo questa relazione ribadendo la moderata soddisfazione per i risultati conseguiti e per l’andamento della nostra Banca di Credito Cooperativo; nell’attuale contesto generale abbiamo ritenuto però opportuno segnalare anche i motivi di preoccupazione che da qualche tempo interessano il Sistema bancario in generale ed il mondo del Credito Cooperativo in particolare. Da parte nostra, ritenendo che il crescente rigore espresso dalla Banca d’Italia nelle sue attività di vigilanza rappresenti un valore per l’integrità del Sistema bancario nel suo insieme, ribadiamo il forte convincimento che le risorse intellettuali e finanziarie per affrontare l’impegnativo futuro che ci attende ci siano tutte; sempre, beninteso, che ognuno vaglia assumersi le proprie responsabilità e fare con determinazione e umiltà la propria parte. per il Consiglio di Amministrazione Il Presidente Leonardo Toson Piove di Sacco, 28 marzo 2013 51 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ai sensi dell’art. 2429 del codice civile Signori Soci, il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il Bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 unitamente alla relazione sulla gestione nei termini di legge. Il progetto di bilancio 2012, redatto in applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS attualmente in vigore, composto da sei distinti documenti: lo Stato patrimoniale, il Conto economico, il prospetto delle variazioni di patrimonio netto, il prospetto della redditività complessiva, il rendiconto finanziario e la nota integrativa, è stato sottoposto alla revisione legale dei conti dalla Società Audirevi S.r.l. e può essere riassunto nelle seguenti risultanze: Stato patrimoniale Attivo Passivo Patrimonio netto Utile dell’esercizio 890.603.891 812.602.467 75.575.762 2.425.662 Conto economico Interessi attivi e proventi assimilati Commissione attive Ricavi Interessi passivi e oneri assimilati Commissioni passive Costi Altri ricavi e oneri di intermediazione Margine di intermediazione Rettifiche di valore nette per deterioramento crediti Risultato netto della gestione finanziaria Costi operativi Utile della operatività corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente Utile dell’esercizio 36.791.484 6.361.931 43.153.415 13.190.803 1.197.712 (14.388.515) 1.402.844 30.167.744 ( 8.176.339) 21.991.405 (18.312.234) 3.672.439 (1.246.777) 2.425.662 La nota integrativa, poi, contiene le ulteriori informazioni ritenute utili per una rappresentazione più completa degli accadimenti aziendali e per una migliore comprensione dei dati di bilancio ed è altresì integrata con appositi dati ed informazioni, anche con riferimento a specifiche previsioni di legge. In tale ottica, la stessa fornisce le informazioni richieste da altre norme del cod. civ. e dalla regolamentazione secondaria cui la Vostra Banca è soggetta, nonché altre informazioni ritenute opportune dall’organo amministrativo per rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca. Abbiamo verificato che la relazione sulla gestione sia stata redatta in base alle norme di legge e non abbiamo particolari segnalazioni da riportare. Unitamente al bilancio 2012 sono riportati i dati patrimoniali e di conto economico al 31 dicembre 2011, anch’essi determinati applicando i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Sul bilancio nel suo complesso è stato rilasciato un giudizio senza rilievi dalla Società di revisione legale dei conti che ha emesso, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 39/2010, una relazione in data 12/04/2013 per la funzione di revisione legale dei conti. Nel corso delle verifiche eseguite il Collegio sindacale ha proceduto anche ad incontri periodici con la Società incaricata della revisione legale dei conti, allo scopo di un reciproco scambio di opinioni e un confronto sui dati e informazioni rilevati. Per quanto concerne le voci del bilancio presentato alla Vostra attenzione il Collegio sindacale ha effettuato i controlli necessari per poter formulare le conseguenti osservazioni, così come richiesto anche dai principi di comportamento emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Tali controlli hanno interessato in particolare i principi di redazione e i criteri di valutazione, con attenzione specifica al tema degli accantonamenti, nonché i criteri adottati dagli amministratori e l’osservanza del principio di prudenza: non sono emerse discordanze rispetto alle norme che regolano la redazione del bilancio e l’applicazione dei principi contabili internazionali. 52 SINDACI Nel corso dell’esercizio abbiamo partecipato alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo. In tali interventi abbiamo potuto verificare come l’attività dei suddetti Organi sia improntata al rispetto della corretta amministrazione e di tutela del patrimonio della Banca. Nel corso dell’anno 2012 abbiamo operato n° 23 verifiche sia collegiali che individuali. Nei riscontri e nelle verifiche sindacali ci siamo avvalsi, ove necessario, della collaborazione della struttura dei controlli interni e dell’ufficio contabilità generale della Banca. Durante le attività di verifica non sono emerse disfunzioni, inefficienze, irregolarità di rilievo o fatti significativi tali da richiederne specifica menzione in questa relazione o comunicazione agli Organi di vigilanza. Le informazioni sui rapporti con parti correlate, nel corso del 2012, sono state descritte nella Parte H della Nota integrativa al bilancio mentre per ulteriori informazioni si fa rinvio alla relazione sulla gestione. Dai periodici incontri con l’Organismo di Vigilanza, istituito ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, il Collegio è stato tenuto informato circa le attività svolte dallo stesso Organismo. Al riguardo, nessuna segnalazione di fatti rilevanti ai sensi del citato decreto è pervenuta all’Organismo di vigilanza della Banca da parte delle funzioni di controllo della stessa, né da parte di altri soggetti. In ossequio all’art. 2403 del codice civile, il Collegio: 1) ha ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico finanziario e patrimoniale; 2) in base alle informazioni ottenute, ha potuto verificare che le azioni deliberate e poste in essere sono conformi alla legge e allo Statuto sociale e che non appaiono manifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio; 3) ha vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta amministrazione; 4) ha acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di nostra competenza, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo della Banca anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle varie funzioni aziendali e in particolare con compliance, risk controlling e antiriciclaggio e, a tal riguardo, non abbiamo osservazioni particolari da riferire; 5) ha esaminato e valutato il sistema di controllo interno al fine di verificarne l’indipendenza, l’autonomia e la separazione da altre funzioni, e ciò anche in relazione allo sviluppo e alle dimensioni dell’attività sociale nonché ai particolari obblighi e vincoli ai quali la Vostra Banca è soggetta; in proposito è stata posta attenzione all’attività di analisi sulle diverse tipologie di rischio e sulle modalità per il loro governo, con specifica attenzione al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) ed è stata verificata la separatezza della funzione di Compliance; 6) ha acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di competenza, sull’adeguatezza della struttura organizzativa della Banca e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione. A tal fine il Collegio ha operato sia tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle diverse funzioni, sia con incontri ricorrenti con i responsabili stessi, che con riscontri diretti in merito agli adempimenti ripetitivi, nonché con la richiesta alla funzione di Internal Auditing di apposite relazioni in ordine all’attività dalla medesima svolta; 7) ha vigilato sull’osservanza agli obblighi previsti dalla legge n. 231/2007 e delle relative disposizioni di vigilanza in materia antiriciclaggio; 8) ha vigilato sull’indipendenza della società di revisione Audirevi Srl anche con particolare riguardo alla prestazione di servizi non di revisione svolta nei confronti della Banca. Vi evidenziamo infine che non sono pervenute denunce ex art. 2408 del codice civile o esposti di altra natura da parte di terzi. Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’art. 2 Legge n. 59/1992 e dell’art. 2545 cod. civ., comunica di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di amministrazione nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativo della Banca e dettagliati nella relazione sulla gestione presentata dagli stessi Amministratori. In considerazione di quanto sopra, il Collegio esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2012 e concorda con la proposta di destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione. Piove di Sacco, 12 aprile 2013 Il Collegio Sindacale (Francesco Franchin) (Federica Bardelle) (Alberto Beltramin) 53 RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE 54 REVISORI 55 STATO PATRIMONIALE - Attivo 10. 20. 40. 60. 70. 80. 110. 120. 130. 150. Voci dell’Attivo Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche Crediti verso clientela Derivati di copertura Attività materiali Attività immateriali Attività fiscali a) correnti b) anticipate di cui: - alla L. 214/2011 Altre attività Totale dell’attivo 31.12.2012 3.689.746 1.919.395 159.215.317 44.539.987 655.626.218 755.212 10.491.791 35.661 6.520.582 1.374.419 5.146.162 31.12.2011 3.235.480 1.948.789 59.470.478 82.743.830 653.139.036 456.792 10.953.170 65.778 5.534.138 650.612 4.883.527 4.816.625 7.809.982 890.603.891 7.794.257 825.341.747 31.12.2012 89.380.330 362.951.753 329.504.634 462.163 9.286.977 1.678.616 838.706 839.910 16.346.214 2.525.061 466.720 466.720 4.385.836 64.209.839 1.786.948 5.193.139 2.425.662 890.603.891 31.12.2011 63.869.425 348.549.391 322.586.280 352.992 9.631.131 1.139.439 1.066.544 72.894 9.941.660 2.244.426 477.897 477.897 202.150 62.861.001 1.678.184 198.087 1.609.685 825.341.747 STATO PATRIMONIALE - Passivo 10. 20. 30. 40. 50. 80. 100. 110. 120. 130. 160. 170. 180. 200. 56 Voci del Passivo e del Patrimonio Netto Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione Passività finanziarie di negoziazione Passività finanziarie valutate al fair value Passività fiscali a) correnti b) differite Altre passività Trattamento di fine rapporto del personale Fondi per rischi e oneri: b) altri fondi Riserve da valutazione Riserve Sovrapprezzi di emissione Capitale Utile (Perdita) d’esercizio (+/-) Totale del passivo e del patrimonio netto BILANCIO CONTO ECONOMICO Voci 31.12.2012 31.12.2011 10. Interessi attivi e proventi assimilati 36.791.484 31.404.292 20. Interessi passivi e oneri assimilati (13.190.803) (10.647.426) 30. Margine di interesse 23.600.680 20.756.866 40. Commissioni attive 6.361.931 6.481.052 50. Commissioni passive (1.197.712) (710.174) 60. Commissioni nette 5.164.219 5.770.878 70. Dividendi e proventi simili 19.582 25.050 80. Risultato netto dell’attività di negoziazione 225.632 102.712 90. Risultato netto dell’attività di copertura (293.185) 304.731 891.413 (782.689) a) crediti (698.327) (879.763) b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.728.693 157.527 d) passività finanziarie (138.953) (60.453) 559.403 (102.864) 100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 120. Margine di intermediazione 30.167.744 26.074.685 130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (8.176.339) (5.063.986) (8.168.858) (5.002.330) (7.481) 61.656 21.991.405 21.010.699 (19.112.852) (18.093.061) (11.913.092) (11.179.430) (7.199.760) (6.913.631) (52.458) (156.355) (824.425) (866.577) (46.410) (50.622) 1.723.912 1.352.744 (18.312.234) (17.813.871) (6.733) 42 3.672.439 3.196.871 (1.246.777) (1.587.186) a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita 140. Risultato netto della gestione finanziaria 150. Spese amministrative: a) spese per il personale b) altre spese amministrative 160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri 170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali 180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali 190. Altri oneri/proventi di gestione 200. Costi operativi 240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 260. Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente 270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 2.425.662 1.609.685 290. Utile (Perdita) d’esercizio 2.425.662 1.609.685 31.12.2012 2.425.662 31.12.2011 1.609.685 4.183.686 4.183.686 6.609.348 (1.549.059) (1.549.059) 60.626 PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA Voci Utile (Perdita) d’esercizio Altre componenti reddituali al netto delle imposte 20. Attività finanziarie disponibili per la vendita 110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 120. Redditività complessiva (Voce 10+110) 10. Nella voce “utile (perdita) ‘esercizio” figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico. Nelle voci relative alle “altre componenti reddituali al netto delle imposte” figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell’esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte). 57 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2012 Capitale: a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Acconti su dividendi (-) Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto 198.087 198.087 198.087 198.087 1.678.184 62.861.000 61.600.843 1.260.157 202.155 1.678.184 62.861.000 61.600.843 1.260.157 202.155 1.609.685 66.549.111 1.609.685 (1.348.838) (260.847) 66.549.111 (260.847) Redditività complessiva esercizio 31.12.2012 Stock options Derivati su proprie azioni Variazione strumenti di capitale Distribuzione straordinaria dividendi Acconti su dividendi Acquisto azioni proprie Emissione nuove azioni Operazioni sul patrimonio netto Patrimonio Netto al 31.12.2012 Variazioni dell’esercizio Variazioni di riserve Dividendi e altre destinazioni Riserve Esistenze all’ 01.01.2012 Modifica saldi apertura Esistenze al 31.12.2011 Allocazione risultato esercizio precedente 4.995.052 4.995.052 5.193.139 5.193.139 108.764 4.183.686 1.786.948 64.209.838 62.949.681 1.260.157 4.385.841 2.425.662 6.609.348 2.425.662 78.001.428 1.348.838 1.348.838 5.103.816 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2011 Capitale: a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Acconti su dividendi (-) Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto 58 175.846 175.846 175.846 175.846 1.289.726 62.025.569 60.765.412 1.260.157 1.751.214 1.289.726 62.025.569 60.765.412 1.260.157 1.751.214 1.023.809 66.266.164 1.023.809 (1.023.809) 66.266.164 (188.378) Variazioni dell’esercizio Patrimonio Netto al 31.12.2011 Redditività complessiva esercizio 31.12.2011 Stock options Derivati su proprie azioni Variazione strumenti di capitale Distribuzione straordinaria dividendi Acconti su dividendi Acquisto azioni proprie Emissione nuove azioni Operazioni sul patrimonio netto Variazioni di riserve Dividendi e altre destinazioni Riserve Esistenze all’ 01.01.2011 Modifica saldi apertura Esistenze al 31.12.2010 Allocazione risultato esercizio precedente 22.241 22.241 198.087 198.087 388.458 (1.549.059) 1.678.184 62.861.000 61.600.843 1.260.157 202.155 1.609.685 60.626 1.609.685 66.549.111 835.431 835.431 410.699 BILANCIO RENDICONTO FINANZIARIO Metodo Indiretto A. ATTIVITA’ OPERATIVA 1. Gestione - risultato d’esercizio (+/-) - plus/minusvalenze su att. finanziarie detenute per la negoz. e su att./pass. finanziarie valutate al fair value (-/+) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) - imposte e tasse non liquidate (+) - rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell’effetto fiscale (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie - attività finanziarie detenute per la negoziazione - attività finanziarie valutate al fair value - attività finanziarie disponibili per la vendita - crediti verso banche: a vista - crediti verso banche: altri crediti - crediti verso clientela - altre attività 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie - debiti verso banche: a vista - debiti verso banche: altri debiti - debiti verso clientela - titoli in circolazione - passività finanziarie di negoziazione - passività finanziarie valutate al fair value - altre passività Liquidità netta generata/assorbita dall’attività operativa B. ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO 1. Liquidità generata da - vendite di partecipazioni - dividendi incassati su partecipazioni - vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - vendite di attività materiali - vendite di attività immateriali - vendite di rami d’azienda 2. Liquidità assorbita da - acquisti di partecipazioni - acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - acquisti di attività materiali - acquisti di attività immateriali - acquisti di rami d’azienda Liquidità netta generata/assorbita dall’attività d’investimento C. ATTIVITA’ DI PROVVISTA - emissioni/acquisti di azioni proprie - emissioni/acquisti di strumenti di capitale - distribuzione dividendi e altre finalità Liquidità netta generata/assorbita dall’attività di provvista LIQUIDITA’ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL’ESERCIZIO Importo 31.12.2012 31.12.2011 13.869.092 2.425.662 (436.854) (407.591) 8.176.339 870.835 90.023 819.456 7.544.653 1.609.685 537.261 2.331.221 (65.298.584) 347.207 (1.942.963) (37.351.212) 2.845.141 (92.515.370) 38.184.261 (3.995.766) (41.420.905) (10.656.039) (658.644) 52.188.142 25.510.905 6.492.088 (1.271.770) 29.381.386 49.497.544 14.402.362 6.918.354 (14.625.452) 5.247.713 60.742 5.295.779 758.649 (6.422.448) (4.315.971) (425.173) 42.110 25.050 19.582 25.050 4.936.754 907.350 458.411 1.038.155 22.528 (401.868) (45.075) (385.575) (16.293) (45.075) (359.759) (20.025) 108.764 410.699 (53.389) 55.375 454.266 410.699 (34.499) LEGENDA (+) generata (-) assorbita RICONCILIAZIONE Voci di bilancio Cassa e disponibilità liquide all’inizio dell’esercizio Liquidità totale netta generata/assorbita nell’esercizio Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell’esercizio Importo 31.12.2012 31.12.2011 3.235.480 3.269.979 454.266 (34.499) 3.689.746 3.235.480 59 60 NOTA INTEGRATIVA PARTE A - POLITICHE CONTABILI A.1 – PARTE GENERALE Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio. L’applicazione degli IAS/IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione. Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 1° aggiornamento del 18 novembre 2009, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.). Sezione 2 - Principi generali di redazione Il bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, redatto secondo il metodo indiretto, e dalla nota integrativa; è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca. I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale. Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi generali di redazione di seguito elencati: - competenza economica; - continuità aziendale; - comprensibilità dell’informazione; - significatività dell’informazione (rilevanza); - attendibilità dell’informazione (fedeltà della rappresentazione; prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività); - comparabilità nel tempo. Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 1° aggiornamento del 18 novembre 2009. Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa. Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il prospetto della redditività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente. I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell’esercizio precedente. Se i conti non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono stati adattati; la non comparabilità, l’adattamento o l’impossibilità di procedere a questo sono specificamente indicati nella Nota integrativa. Informazioni sulla continuità aziendale Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 2 del 6 febbraio 2009 “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime.” emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è contenuta nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori. Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approvazione da parte del Consiglio di amministrazione, avvenuta il 14.03.2013, non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita. Sezione 4 - Altri aspetti Il bilancio della Banca è sottoposto alla revisione legale della Società Audirevi srl alla quale è stato conferito l’incarico per il periodo 2011-2019 in esecuzione della delibera assembleare del 15-05-2011. Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate. Per l’esercizio 2012 ad esempio si è provveduto a modificare i parametri di stima per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari emessi dalla 61 Banca stessa (obbligazioni) e non quotati in mercati attivi, passando dalla metodologia del “risk free” o “ frozen spread” ad una che fosse basata sul proprio “merito creditizio”, al fine di evitare effetti distorsivi anche e soprattutto nel momento in cui ci si proponeva quale controparte nei confronti della Clientela che avesse voluto negoziare i titoli emessi dalla Banca in periodi successivi alla sottoscrizione. Il modello di determinazione del prezzo di cui dianzi, adottato in sede di politica di pricing in corso d’anno per la negoziazione delle proprie obbligazioni post sottoscrizione, è stato adottato in seguito anche ai fini di Bilancio per la valutazione ad esempio delle obbligazioni proprie valutate al fair value option, al fine di non ricadere nella c.d. politica del doppio binario, ed anzi rendere trasparente il modello valutativo. Informativa sulla variazione di principio contabile Il principio contabile vigente che regola il trattamento di fine rapporto di lavoro dei dipendenti (TFR) è lo IAS 19 con riferimento ai “piani a benefici definiti”. In tema di rilevazione delle variazioni annuali derivanti dai calcoli attuariali delle componenti di tali “piani a benefici definiti” lo IAS19 prevede due possibilità: - la rilevazione a conto economico - la rilevazione a patrimonio netto (prospetto della redditività complessiva). La Banca ha sinora contabilizzato annualmente a conto economico tutte le variazioni del trattamento di fine rapporto, metodologia che ha tuttavia determinato una particolare “volatilità” dei risultati, dovuta in special modo all’impatto degli utili e delle perdite attuariali. Con Regolamento CE n. 475 del 5 giugno 2012 è stata omologata la nuova versione del principio contabile IAS 19 “Benefici per i dipendenti”, applicabile in via obbligatoria a partire dagli esercizi con inizio dal 1° gennaio 2013. E’ peraltro consentita l’applicazione anticipata al bilancio 2012 del nuovo principio. Il principale elemento di novità è rappresentato dalla previsione, per i piani a benefici definiti (trattamento di fine rapporto), di un unico criterio di contabilizzazione degli utili e delle perdite attuariali da includere immediatamente nel computo delle passività nette verso i dipendenti, in contropartita di una posta di patrimonio netto (OCI – Other Comprehensive Income), da esporre nel prospetto della redditività complessiva del periodo. Sulla base di quanto precede il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deliberato di applicare il nuovo principio IAS 19 a partire dal bilancio 2013, e pertanto si rinvia al prossimo esercizio la redazione delle tabelle comparative sulle variazioni dei saldi di bilancio per effetto dello IAS n.8. Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono: - la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie; - la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio; - l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi; - la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali; - la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri; - le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva. La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa. 62 NOTA INTEGRATIVA A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi. 1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Criteri di classificazione Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi. La Banca ha iscritto tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione” laddove presenti titoli obbligazionari quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV). Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IAS 39 §9), gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, nonché i contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati alla clientela. Sono invece iscritti tra i derivati di copertura, il cui valore è rappresentato alla voce 80 dell’attivo, quelli designati come efficaci strumenti di copertura agli effetti della disciplina dell’hedge accounting. Il derivato è uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche: a) il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o altre variabili prestabilite; b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale inferiore a quello che sarebbe richiesto per altri tipi di contratti di cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato; c) è regolato a data futura. Tra i derivati finanziari rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e contratti derivati su valute. La Banca non possiede e non ha operato in derivati creditizi. Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito, di capitale e le quote di OICR; alla data di sottoscrizione per i contratti derivati. All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione. Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rilevabili sul mercato. Sono in particolare utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati; modelli di determinazione del prezzo di opzioni; valori rilevati in recenti transazioni comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi. I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono stornati dal bilancio. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi. Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option). Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e passività monetarie in valuta. I profitti e le perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair value sono invece rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”. 63 2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita Criteri di classificazione Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come tra le “Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o i “Crediti e finanziamenti”. Gli investimenti “disponibili per la vendita” sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie: - i titoli di debito quotati e non quotati; - i titoli azionari quotati e non quotati; - le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV); - le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto (c.d partecipazioni di minoranza). Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a patrimonio netto. All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value. Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”. Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39. In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività finanziaria e il valore attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse effettivo originario. Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”. Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valore e la determinazione del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione. In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti: - esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti o mancati pagamenti di interessi o capitale; - probabilità di apertura di procedure concorsuali; - scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari; - peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emittente; - declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre notizie negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo. Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione durevole di valore. Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati: - a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene conto sia dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso; - a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore. Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico nella voce “utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. 64 NOTA INTEGRATIVA 3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Banca ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza. La Banca non ha classificato attività finanziarie in tale categoria. 4 - Crediti Criteri di classificazione I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”. I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le Attività finanziarie valutate al fair value. Nella voce sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari e le operazioni di pronti contro termine. L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”. Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa. Criteri di iscrizione La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo. Nel caso di titoli di debito, l’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Per le operazioni creditizie, eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo. Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito. Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo, si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le future perdite su crediti. Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico. Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca. Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza: a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria; e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo. Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, riportata nel punto 17 “Altre informazioni” ed alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle diverse categorie di rischio: - sofferenze; - esposizioni incagliate; - esposizioni ristrutturate; - esposizioni scadute. I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica, assieme agli altri crediti individualmente significativi; l’ammontare della rettifica di valore dei crediti in sofferenza è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene 65 verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore. Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo, ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati. Per talune tipologie di crediti deteriorati (quali ad esempio gli scaduti e sconfinanti), i crediti sono inseriti in gruppi di attività con caratteristiche analoghe, procedendo a una svalutazione analitica determinata con metodologia forfetaria, in base alla stima dei flussi nominali futuri, corretti per le perdite attese, utilizzando i parametri di “probabilità di insolvenza”(LGD) e di “perdita in caso di insolvenza” (PD). La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito; le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La mancanza di profondità storica dei dati relativi alla nostra Banca per effetto del cambio del sistema informativo, ha fatto propendere per la scelta di utilizzare i parametri sotto indicati forniti dal nostro fornitore di software (Iside) che li assembla quale media dei dati delle Bcc Venete utilizzatrici del medesimo . La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa su differenziati parametri di “probabilità di insolvenza” ( PD - probability of default) e di “perdita in caso di insolvenza “ (LGD – loss given default) differenziati per codice di attività economica, così come individuati dalla Banca d’Italia (ATECO 2007) e garanzie prestate”. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collettive dell’esercizio precedente. Criteri di cancellazione I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate. Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente. Cartolarizzazioni Per le operazioni perfezionate successivamente all’introduzione dei principi contabili internazionali, con le quali vengono ceduti crediti a società veicolo ed in cui, anche in presenza del formale trasferimento della titolarità giuridica dei crediti, viene mantenuto il controllo sui flussi finanziari derivanti dagli stessi e la sostanzialità dei rischi e benefici, non si dà luogo a cancellazione dei crediti oggetto dell’operazione. Pertanto, i crediti ceduti sono mantenuti nel bilancio, registrando un debito nei confronti della società veicolo al netto dei titoli emessi dalla società stessa e riacquistati dal cedente. Anche il conto economico riflette gli stessi criteri di contabilizzazione. Le operazioni hanno per oggetto crediti performing in origine, costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela residente in Italia. La Banca si è avvalsa di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla Legge n. 130/99, denominata Credico Finance 7 srl, nella quale essa non detiene interessenze. La Banca ha altresì effettuato un’operazione di auto cartolarizzazione, per effetto della quale i crediti sono mantenuti nel bilancio, e la Banca ha proceduto al riacquisto di tutte le passività emesse dalla società veicolo. Anche in questo caso la Banca si è avvalsa di una società veicolo appositamente costituita ed omologata come previsto dalla Legge n.130/99 denominata Credico Finance 9 srl, della quale non sono detenute interessenze. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo. Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti. Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti” 5 - Attività finanziarie valutate al fair value Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”. 66 NOTA INTEGRATIVA 6 - Operazioni di copertura Criteri di classificazione Nelle operazioni della specie figurano i contratti derivati designati come efficaci strumenti di copertura, a seconda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo, nonché le relative poste coperte dell’attivo e del passivo. In particolare vi rientrano: - i derivati di copertura di emissioni obbligazionarie; - i derivati di copertura di finanziamenti erogati alla clientela; - le relative poste coperte. Le tipologie di coperture previste dallo IAS 39 sono le seguenti: 1. copertura di fair value (fair value hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione alla variazione di fair value di una posta di bilancio attribuibile ad un particolare rischio; 2. copertura di flussi finanziari (cash flow hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione a variazione dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste di bilancio. La Banca ha utilizzato solo la prima tipologia di copertura. Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di attivo patrimoniale 80 “Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale 60 “Derivati di copertura”, a seconda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo. L’operazione è considerata di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo strumento di copertura e i rischi coperti che rilevi gli obiettivi di gestione del rischio, la strategia per effettuare la copertura e i metodi che saranno utilizzati per verificare l’efficacia della copertura. Inoltre deve essere testato che la copertura sia efficace nel momento in cui ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa. L’attività di verifica dell’efficacia della copertura si articola ad ogni data di reporting in: - - test prospettici: che giustificano l’applicazione dell’hedge accounting in quanto dimostrano l’attesa efficacia della copertura nei periodi futuri; test retrospettivi: che misurano nel tempo quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta. La copertura si assume altamente efficace quando le variazioni attese ed effettive del fair value o dei flussi di cassa dello strumento finanziario di copertura neutralizzano in maniera significativa le variazioni dell’elemento coperto, vale a dire quando il rapporto tra le variazioni di fair value dei due strumenti finanziari si mantiene all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%. La contabilizzazione delle operazioni di copertura viene interrotta nei seguenti casi: a) la copertura operata tramite il derivato cessa o non è più altamente efficace; b) il derivato scade, viene venduto, estinto o esercitato; c) l’elemento coperto è venduto, scade o è rimborsato; d) viene revocata la definizione di copertura. Nei casi (a), (c) e (d) il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione; in caso di cash flow hedge, l’eventuale riserva viene ricondotta a conto economico con il metodo del costo ammortizzato lungo la durata residua dello strumento. Per quanto concerne i test di efficacia, si precisa che viene utilizzato lo specifico servizio fornito dagli Istituti centrali di categoria, il quale prevede, con periodicità trimestrale: a) l’effettuazione del test retrospettivo con la metodologia del “Dollar offset method” con variazioni cumulate; b) il test prospettico con la metodologia “di scenario”, con simulazione di shock istantaneo parallelo di +/- 100 basis point alla curva dei tassi. Criteri di valutazione Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti e in seguito misurati al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”. Criteri di cancellazione I derivati di copertura sono cancellati quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dell’attività/passività è scaduto, o laddove il derivato venga ceduto, ovvero quanto vengono meno le condizioni per continuare a contabilizzare lo strumento finanziario fra i derivati di copertura. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Copertura di fair value (fair value hedge) La variazione di fair value dell’elemento coperto, riconducibile al rischio coperto, è registrato nel conto economico, al pari del cambiamento del fair value dello strumento derivato; l’eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, determina di conseguenza l’effetto economico netto, rilevato nella voce attraverso l’iscrizione nella voce “Risultato netto dell’attività di copertura”. Qualora la relazione di copertura non rispetti più le condizioni previste per l’applicazione dell’ hedge accounting e venga a cessare, la differenza fra il valore di carico dell’elemento coperto nel momento in cui cessa la copertura e quello che sarebbe stato il suo valore di carico se la copertura non fosse mai esistita, è ammortizzata a conto economico lungo la vita residua dell’elemento coperto sulla base del tasso di rendimento effettivo. Qualora tale differenza sia riferita a strumenti finanziari non fruttiferi di interessi, la stessa viene registrata immediatamente a conto economico. 67 Se l’elemento coperto è venduto o rimborsato, la quota di fair value non ancora ammortizzata è riconosciuta immediatamente a conto economico. Copertura dei flussi finanziari (cash flow hedge) Le variazioni di fair value del derivato di copertura sono contabilizzate a patrimonio netto tra le riserve da valutazione delle operazioni di copertura dei flussi finanziari, per la quota efficace, e a conto economico per la parte non considerata efficace. Quando i flussi finanziari oggetto di copertura si manifestano e vengono registrati nel conto economico, il relativo profitto o la relativa perdita sullo strumento di copertura vengono trasferiti dal patrimonio netto alla corrispondente voce di conto economico. Quando la relazione di copertura non rispetta più le condizioni previste per l’applicazione dell’hedge accounting, la relazione viene interrotta e tutte le perdite e tutti gli utili rilevati a patrimonio netto sino a tale data rimangono sospesi all’interno di questo e riversati a conto economico alla voce “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, nel momento in cui si verificano i flussi relativi al rischio originariamente coperto. I differenziali e i margini dei contratti derivati di copertura vengono rilevati nelle voci relative agli interessi. Copertura di portafogli di attività e passività Le variazioni di fair value registrate sullo strumento coperto sono imputate a conto economico nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale nella voce 90 “Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” oppure 70 “Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a conto economico nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale attivo nella voce 80 “Derivati di copertura” oppure nella voce di stato patrimoniale passivo 60 “Derivati di copertura”. 7 - Partecipazioni La Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di controllo congiunto, così come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28. 8 - Attività materiali Criteri di classificazione La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo. Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le motivazioni. Gli immobili posseduti sono principalmente utilizzati come filiali ed uffici della Banca. Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice. Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentino autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di prevedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione. Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento. Se una proprietà include una parte ad uso funzionale e una a scopo di investimento, la classificazione si basa sulla possibilità o meno di alienare tali parti separatamente. Se possono essere vendute separatamente, esse sono contabilizzate, ciascuna al proprio valore, come proprietà ad uso funzionale e proprietà d’investimento. In caso contrario, l’intera proprietà è classificata ad uso funzionale, salvo che la parte utilizzata sia minoritaria. Criteri d’iscrizione Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene. Per alcuni immobili, la Banca ha adottato il fair value come sostituto del costo alla data di transizione agli IAS. Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che comportano un incremento dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi. Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute. Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate. Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile delle attività materiali soggette ad ammortamento viene periodicamente sottoposta a verifica; in caso di rettifica delle stime iniziali viene conseguentemente modificata anche la relativa quota di ammortamento. Non sono soggetti ad ammortamento: - i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto considerati a vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”; - le opere d’arte, la cui la vita utile non può essere stimata ed essendo il relativo valore generalmente destinato ad aumentare nel tempo; Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso. 68 NOTA INTEGRATIVA Ad ogni chiusura di bilancio, si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore. Criteri di cancellazione Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali” Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità. Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali. 9 - Attività immateriali Criteri di classificazione La voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratteristiche: identificabilità; - - l’azienda ne detiene il controllo; - è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda; - il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente. In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta. Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale, e altre attività identificabili che trovano origine in diritti legali o contrattuali. Criteri di iscrizione Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre l’utilizzo dell’attività. Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate. Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata contabilmente. L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata. Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene. Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione. Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività. L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile. Criteri di cancellazione Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o quando non siano attesi benefici economici futuri. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diverse dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico. Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti . 10 - Attività non correnti in via di dismissione In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5. La Banca, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria. 69 11 - Fiscalità corrente e differita Criteri di classificazione e di iscrizione Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS12. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od accreditate direttamente a patrimonio netto. L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito. Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati); le passività fiscali correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio. Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method, tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali. L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito. Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica. Criteri di valutazione Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti. Le imposte correnti sono compensate, a livello di singola imposta: gli acconti versati e il relativo debito di imposta sono esposti al netto tra le “Attività fiscali a) correnti” o tra le “Passività fiscali a) correnti” a seconda del segno. Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta. Esse vengono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote. Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale, a saldi aperti e senza compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite”; esse non vengono attualizzate. Criteri di rilevazione delle componenti economiche Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito. Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazione degli strumenti finanziari disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva. Criteri di cancellazione Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui: - - la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate; la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale. 12 - Fondi per rischi ed oneri Criteri di classificazione I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare. A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno non risulti rilevante. Criteri di iscrizione Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle “Altre passività”. Criteri di valutazione L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio. Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato. I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 17 “Altre informazioni”. Criteri di cancellazione Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto. Criteri di rilevazione delle componenti economiche L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra 70 NOTA INTEGRATIVA gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti. Qualora gli accantonamenti riguardino oneri per il personale dipendente, quali i premi di anzianità indicati al successivo punto 17 “Altre informazioni”, la voce di conto economico interessata è “Spese amministrative a) spese per il personale”. Gli accantonamenti riferibili a rischi ed oneri di natura fiscale sono rilevati tra le “imposte sul reddito”. 13 - Debiti e titoli in circolazione Criteri di classificazione Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”; le voci sono al netto dell’eventuale ammontare riacquistato, Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. Nella voce “Debiti verso clientela” sono ricomprese le passività a fronte di attività cedute non cancellate dal bilancio, che rappresentano il debito connesso nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione che non rispettano i requisiti posti dal principio IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio. Con riferimento all’operazione di autocartolarizzazione denominata Credico Finance 9, non si è rilevata alcuna passività a fronte di attività cedute e non cancellate dal bilancio, poiché i relativi titoli ABS sono stati integralmente sottoscritti dalla banca cedente. Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing finanziario. Criteri di iscrizione La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo. Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico. Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico. Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci Le passività oggetto di copertura tramite strumenti derivati rappresentati in hedge accounting sono iscritte al costo ammortizzato rettificato della variazione di fair value attribuibile al rischio coperto, intervenuta tra la data di decorrenza della copertura e la data di chiusura dell’esercizio. Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi. L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività finanziarie”. 14 - Passività finanziarie di negoziazione Criteri di classificazione La voce comprende il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, rientranti nell’ambito di applicazione della c.d. “fair value option”, nonché il valore negativo dei contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati a clientela. Criteri di iscrizione I contratti derivati sono iscritti alla data di sottoscrizione e sono valutati al fair value. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento alle specifiche note in merito, di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”. Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Le componenti positive o negative di reddito relative ai contratti derivati classificati come passività finanziarie detenute per la negoziazione sono rappresentate dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio; esse sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi. Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione del fair value e/o dalla cessione degli strumenti derivati sono contabilizzati nel conto economico alla voce “Risul- 71 tato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico. 15 - Passività finanziarie valutate al fair value Criteri di classificazione Sono classificate nella presente voce le passività finanziarie che si intende valutare al fair value (sulla base della fair value option prevista dal principio IAS 39 par. 9) con i risultati valutativi iscritti a conto economico quando: - la designazione al fair value consente di eliminare o di ridurre le significative distorsioni nella rappresentazione contabile del risultato economico e patrimoniale degli strumenti finanziari; - si è in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito, che modifica in modo significativo i flussi di cassa dello strumento ospite e che deve essere scorporato. Alla data di riferimento del bilancio sono classificati nella categoria in oggetto i prestiti obbligazionari di propria emissione correlati a contratti derivati di copertura del rischio di tasso di interesse, nonché i prestiti obbligazionari strutturati di propria emissione, oggetto di copertura in relazione a uno o più derivati in essi incorporati. A fronte di tali passività sono posti in essere strumenti derivati gestionalmente correlati. Criteri di iscrizione Per i titoli di debito l’iscrizione iniziale avviene alla data di emissione. Le passività vengono rilevate al loro fair value, che corrisponde normalmente al corrispettivo incassato senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, imputati a conto economico. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento alle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”. Criteri di cancellazione Le passività finanziarie valutate al fair value sono cancellate contabilmente dal bilancio quando risultano scadute o estinte. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi. La differenza tra il valore contabile della passività e l’ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico. Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di ricollocamento, senza alcun effetto al conto economico. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Il costo per interessi su strumenti di debito è classificato tra gli interessi passivi e oneri assimilati del conto economico. I risultati della valutazioni sono ricondotti nel “Risultato netto delle attività e passività valutate al fair value”, così come gli utili o le perdite derivanti dall’estinzione, nonché le componenti reddituali riferite agli strumenti derivati connessi con la fair value option. 16 - Operazioni in valuta Criteri di classificazione Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute. Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti). Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in ammontari di denaro fisso o determinabili. Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile. Criteri di iscrizione Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione. Criteri di valutazione Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro come segue: - le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo; - le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data della operazione; - le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura del periodo. - Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente. Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, le differenze cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto. 72 NOTA INTEGRATIVA 17 - Altre informazioni Ratei e Risconti I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”. Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine) I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela. I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela. La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento. Trattamento di fine rapporto del personale Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale. Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method). Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche. Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio. La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata. A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta del dipendente, destinate a forme di previdenza complementare ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS. Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Banca non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi. In base allo IAS19, il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita. Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovoce di conto economico 150a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota. Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita, poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC potrà essere stata iscritta solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare alla data di chiusura del bilancio. Premio di fedeltà Fra gli ”altri benefici a lungo termine”, rientrano nell’operatività della BCC anche i premi di fedeltà ai dipendenti. Tali benefici devono essere valutati in conformità allo IAS 19. La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo. L’accantonamento, come la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche di ipotesi attuariali), è imputata a conto economico fra le “spese del personale”. Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente. Valutazione garanzie rilasciate Gli accantonamenti su base analitica (eventualmente: e collettiva) relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti. Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività”, in contropartita alla voce di conto economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”. Conto economico I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono riconosciuti quando ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile. I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico. In particolare: - i costi ed i ricavi, direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo. - i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione - i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato; - le altre commissioni sono rilevate secondo il principio della competenza economica I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”. 73 Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate. Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso. Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate. Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso. Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile. In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva. I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la discounted cash flow analysis;- ) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore. Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile. Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default). Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value. Per il debito a medio-lungo termine, rappresentato da titoli e per i quali si è optato per l’applicazione della fair value option, il fair value (*) è determinato attualizzando i residui flussi contrattuali utilizzando la curva dei tassi “zero coupon” ricavata, attraverso il metodo del “bootstrapping”, dalla curva dei tassi di mercato. Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi. Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio. Per i contratti derivati over the counter: si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto: - per i contratti su tassi di interesse: il market value è rappresentato dal cosiddetto “costo di sostituzione”, determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua; - per i contratti di opzione su titoli e altri valori: il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes); Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione: - - - Livello 1 - quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo: le valutazioni degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo effettuate sulla base delle quotazioni rilevabili dallo stesso; Livello 2 - input diversi di prezzi quotati di cui al punto precedente che sono osservabili direttamente (prezzi) o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato: le valutazioni di strumenti finanziari non quotati in un mercato attivo effettuate in base a tecniche di valutazione che utilizzando in prevalenza dati osservabili sul mercato presentano ridotti margini di discrezionalità (prezzi desunti da transazioni recenti, da infoprovider o ottenuti con modelli valutativi che utilizzano in prevalenza dati di mercato per stimare i principali fattori che condizionano il fair value dello strumento finanziario); Livello 3 - input che non sono basati su dati di mercato osservabili: le valutazioni degli strumenti finanziari non quotati in un mercato attivo effettuate in base a tecniche di valutazione che utilizzando input significativi non osservabili sul mercato comportano l’adozione di stime ed assunzioni da parte del management (prezzi forniti dalla controparte emittente, desunti da perizie indipendenti, prezzi corrispondenti alla frazione di patrimonio netto detenuta nella società o ottenuti con modelli valutativi che non utilizzano dati di mercato per stimare significativi fattori che condizionano il fair value dello strumento finanziario). I suddetti approcci valutativi devono essere applicati in ordine gerarchico. Le tecniche valutative adottate devono massimizzare l’utilizzo di fattori osservabili sul mercato e, di conseguenza, affidarsi il meno possibile a parametri di tipo soggettivo. Nel caso di strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, la collocazione all’interno della gerarchia del fair value deve essere definita considerando tra gli input significativi utilizzati per la determinazione del fair value quello che assume il livello più basso nella gerarchia. 74 NOTA INTEGRATIVA Si rileva altresì come la gerarchia del fair value sia stata introdotta nell’IFRS 7 esclusivamente ai fini di informativa e non anche per le valutazioni di bilancio. Queste ultime, quindi, risultano effettuate sulla base di quanto previsto dai contenuti dello IAS 39. Attività deteriorate Si riportano di seguito le definizioni delle attività finanziarie classificate come deteriorate nelle diverse categorie di rischio secondo la definizione prevista nelle vigenti segnalazioni di Vigilanza e alle disposizioni interne, che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio: - sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca. (Eventualmente) Sono inclusi tra le sofferenze anche i crediti acquistati da terzi aventi come debitori soggetti in sofferenza, indipendentemente dal portafoglio di allocazione contabile; - partite incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Inoltre vi rientrano i crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa (c.d. “incagli oggettivi”); - esposizioni ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, nuovo scadenziamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita; - esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio paese. Per le attività deteriorate, il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value. Modalità di determinazione del costo ammortizzato Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso. Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento. Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza. Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione. Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili. Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela. Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale. Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario. Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca dovrebbe sostenere indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione. 18 – Altri aspetti Iscrizione credito per rimborso IRES dell’IRAP relativa al costo del lavoro A decorrere dal periodo di imposta 2012, l’Irap relativa al costo del lavoro è divenuta deducibile ai fini IRES in modo integrale, in ossequio alla previsione dell’art. 2, c.1quater del D.L. 201/2011 (cd. Decreto Salva Italia), convertito con modifiche dalla Legge 22 dicembre 2011n. 214. Con l’articolo 4, comma 12 del D.L. n. 16 del 2 marzo 2012 (cd. Decreto semplificazioni fiscali convertito in Legge n. 44 del 25 aprile 2012) il legislatore è nuovamente intervenuto sul tema prevedendo la possibilità di presentare istanze di rimborso dell’IRES, rideterminata per effetto della deducibilità dell’Irap sul costo del lavoro, per gli anni pregressi per i quali alla data del 28 dicembre 2011 sia ancora pendente il termine di 48 mesi previsto per il rimborso dei versamenti diretti, ai sensi dell’art. 38 DPR 602/73. Per i soggetti, come la Banca, con periodo di imposta coincidente con l’anno solare sono tipicamente interessati i periodi di imposta 2007-2011. In attuazione di tale facoltà il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha emanato, in data 17 dicembre 2012, il Provvedimento di approvazione del modello per l’istanza di rimborso delle maggiori imposte versate ai fini IRES e relative alle citate annualità pregresse. Alla luce di quanto sopra, in considerazione del fatto che le disposizioni normative in parola sono in vigore già dalla data di chiusura del presente bilancio, si è provveduto ad iscrivere un credito nella voce 130. di Stato Patrimoniale “Attività fiscali: a) correnti” a fronte della rilevazione di minori imposte iscritte nella voce di Conto Economico “260. Imposte sul reddito del periodo dell’operatività corrente”, come illustrato nelle specifiche Tabelle della Nota Integrativa. 75 A.3 - INFORMATIVA SUL FAIR VALUE A.3.1 Trasferimenti tra portafogli La Banca non ha operato nell’esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari. Si omette pertanto la compilazione delle Tabelle successive. A.3.1.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione Nell’esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie. A.3.1.4 Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate Nell’esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie. A.3.2 Gerarchia del fair value A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value Per le modalità di determinazione del fair value e le relative classificazioni nei “livelli di fair value” previsti dall’IFRS 7 si rinvia allo specifico punto 17 “Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari” delle “Altre informazioni” della parte A.2 della presente nota integrativa. Attività/Passività finanziarie misurate al fair value 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 4. Derivati di copertura Totale 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura Totale Totale 31.12.2012 L1 L2 1.308 612 147.854 149.162 6.722 755 8.089 (462) (9.287) (9.749) L3 Totale 31.12.2011 L1 L2 1.638 310 4.639 49.931 4.639 51.569 4.885 457 5.653 (353) (9.631) L3 4.654 4.654 (9.984) Legenda: L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 Al livello 3 appartengono i titoli di capitale “valutati al costo” riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo, o strumentali, per le quali il “fair value” non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile. A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie valutate al fair value, e pertanto non si compila la tabella relativa alle variazioni annue. Le attività di livello 3 possedute sono infatti relative ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile. Classificate tra i titoli “disponibili per la vendita”, sono tutte valutate al costo. A.3.2.3 Variazioni annue delle passività finanziarie valutate al fair value (livello 3) Alla data di riferimento del Bilancio, la Banca non detiene passività valutate al fair value di livello 3, e pertanto non si compila la relativa tabella. A.3.3 Informativa sul cd. “day one profit/loss” Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha posto in essere operazioni da cui è derivata la contabilizzazione del c.d. “day one profit/loss”. Conseguentemente, non viene fornita l’informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28. 76 NOTA INTEGRATIVA PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE ATTIVO Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d’Italia. 1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione a) Cassa b) Depositi liberi presso Banche Centrali Totale Totale 31.12.2012 3.690 Totale 31.12.2011 3.235 3.690 3.235 La sottovoce “cassa” comprende valute estere per un controvalore pari a 29 mila euro. Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20 Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, derivati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine. 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica Voci/Valori A Attività per cassa 1. Titoli di debito 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine attivi 4.2 Altri Totale A B Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 1.1 di negoziazione 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B Totale (A+B) Livello 1 Totale 31.12.2012 Livello 2 Livello 3 Livello 1 1.156 1.429 1.156 1.429 152 210 1.308 1.638 1.308 Totale 31.12.2011 Livello 2 612 310 612 310 612 612 1.638 Livello 3 310 310 I titoli di debito sono composti essenzialmente da titoli dello Stato italiano. La voce “Quote di OICR” è composta quanto a 151 mila euro, da ETF (acronimo di Exchange Traded Fund), un termine con il quale si identifica una particolare tipologia di fondo d’investimento o Sicav con due principali caratteristiche: • è negoziato in Borsa come un’azione; ha come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva.Un ETF riassume in sé le caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione, consentendo agli investitori di sfruttare i punti di forza di entrambi gli strumenti: diversificazione e riduzione del rischio proprie dei fondi; • flessibilità e trasparenza informativa della negoziazione in tempo reale delle azioni. La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. Gli strumenti derivati di cui alla lettera B punto 1.2 si riferiscono ai contratti per i quali è stata adottata la fair value option. Essi coprono i rischi inerenti la raccolta valutata al fair value derivanti dalle possibili oscillazioni dei tassi di interesse e dalla presenza di componenti opzionali implicite nei titoli strutturati emessi. Le operazioni in derivati sopra descritte sono state effettuate assumendo, in qualità di controparte, unicamente l’Istituto Centrale di categoria. 77 2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori A. ATTIVITÀ PER CASSA 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale A B. STRUMENTI DERIVATI a) Banche - fair value - valore nozionale b) Clientela - fair value - valore nozionale Totale B Totale (A+B) Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 1.156 1.154 1.429 1.426 2 3 152 210 1.308 1.638 612 612 310 310 612 1.919 310 1.949 La voce “Quote di OICR” è composta essenzialmente da fondi azionari per 152 mila euro. La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. Le operazioni in derivati sopra descritte sono state effettuate assumendo, in qualità di controparte, principalmente gli Istituti Centrali di categoria. 78 NOTA INTEGRATIVA 2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue A. Esistenze iniziali B. Aumenti B1. Acquisti B2. Variazioni positive di fair value B3. Altre variazioni C. Diminuzioni C1. Vendite C2. Rimborsi C3. Variazioni negative di fair value C4. Trasferimenti ad altri portafogli C5. Altre variazioni D. Rimanenze finali Titoli di debito 1.426 7.788 7.567 109 113 8.060 8.030 Titoli di capitale Quote O.I.C.R. 212 1.123 1.029 30 1.154 Finanziamenti Totale 93 1.181 1.098 1.638 8.911 8.596 109 206 9.242 9.128 81 81 3 153 33 1.308 Le sottovoci B2 e C3 “ Variazioni positive / negative di fair value “- includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze registrate a conto economico alla voce 80. “risultato netto dell’attività di negoziazione”. Nella sottovoce B3. Aumenti - altre variazioni - sono compresi: - utili da negoziazione iscritti a conto economico nella voce 80 “risultato netto dell’attività di negoziazione” per 79 mila euro; - differenziale tra i ratei iniziali e i ratei finali per 30 mila euro. Nella sottovoce C5. Diminuzioni - altre variazioni - sono compresi i differenziale tra i ratei iniziali e i ratei finali per 30 mila euro. Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie della specie, e pertanto la presente sezione non viene compilata Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40 Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio “disponibile per la vendita”. 4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica Voci/Valori 1. Titoli di debito 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2. Titoli di capitale 2.1 Valutati al fair value 2.2 Valutati al costo 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale Livello 1 147.854 Totale 31.12.2012 Livello 2 6.722 6.722 Livello 3 147.854 Livello 1 49.931 455 49.477 Totale 31.12.2011 Livello 2 4.885 4.885 4.639 Livello 3 4.654 4.654 4.639 147.854 6.722 4.639 49.931 4.885 4.654 Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, complessivamente pari a 159.215 mila euro, accoglie: - la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di negoziazione; - le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di controllo, collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS27 e IAS28. Il significativo incremento dei titoli di debito iscritti alla voce “attività finanziarie disponibili per la vendita” - pari a 99.760 mila euro rispetto all’esercizio precedente - è da attribuire quasi esclusivamente a titoli di Stato italiani tasso fisso. Si evidenzia che relativamente ad un valore nominale di 16.700 mila euro di titoli di debito (di cui 15.700 mila rappresentati da titoli di Stato), sono state rilevate nell’esercizio variazioni negative di fair value, imputate tra le riserve da valutazione del patrimonio netto, per 94 mila euro (al netto del relativo effetto fiscale); quale fair value è stato assunto il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio. Si ritiene che non sussistano per l’investimento in esame evidenze obiettive che l’attività abbia subito una riduzione di valore da rilevare a conto economico, in base allo IAS 39 par. 59. Ciò in quanto la diminuzione del valore dell’investimento si inquadra in un contesto generale di flessione dei prezzi di borsa. Nei titoli di capitale sono ricomprese essenzialmente le partecipazioni detenute in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o strumentali, che non rientrano in tale definizione in base ai principi contabili internazionali. Esse vengono elencate come di seguito. 79 Partecipazioni in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo (Tabella facoltativa) Società partecipata (caratteristiche nominali dei titoli) Iccrea Holding spa - Roma Federazione Veneta delle BCC Fondo Garanzia Depositanti Credito Cooperativo Cassa Centrale Banca Cred.Coop.Nordest spa Assi.Cra. Veneto Attiva Spa S.A.B.@ Service spa Banca Popolare Etica scrl Centro Servizi Veneto (Ce.S.Ve) Veneto Nanotech spa Consorzio Etimos soc. coop. Sinergia scarl Totale Valore nominale Valore di bilancio % capitale posseduto 3.689 208 1 153 12 28 23 31 440 10 1 5 4.599 3.692 207 1 189 12 28 23 32 440 10 1 5 4.639 0,35% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Patrimonio netto società partecipata (*) 1.046.718 5.543 0 140.400 1.040 3.597 113 30.945 12.511 911 5.908 397 ( * ) - in base all’ultimo bilancio approvato I titoli di capitale “valutati al costo” classificati convenzionalmente nel livello 3, si riferiscono a interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile e che pertanto sono iscritti in bilancio al valore di costo, eventualmente rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per riduzioni di valore. 4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale Voci/Valori Totale 31.12.2012 154.577 138.598 Totale 31.12.2011 54.816 48.485 15.979 6.331 4.639 221 4.418 4.654 298 4.356 3.900 518 3.822 533 159.215 59.470 La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. Nei titoli di debito di cui al punto 1.a sono sono compresi esclusivamente titoli emessi dallo Stato italiano, in quanto la banca non detiene titoli governativi emessi da altri paesi dell’area euro. La voce “Quote di OICR” è composta interamente da fondi azionari. 80 NOTA INTEGRATIVA 4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita, pertanto la prevista tabella non viene compilata 4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue A. Esistenze iniziali B. Aumenti B1. Acquisti B2. Variazioni positive di FV B3. Riprese di valore − Imputate al conto economico − Imputate al patrimonio netto B4. Trasferimenti da altri portafogli B5. Altre variazioni C. Diminuzioni C1. Vendite C2. Rimborsi C3. Variazioni negative di FV C4. Svalutazioni da deterioramento − Imputate al conto economico − Imputate al patrimonio netto C5. Trasferimenti ad altri portafogli C6. Altre variazioni D. Rimanenze finali Titoli di debito 54.816 159.806 149.933 6.041 Titoli di capitale 4.654 2.860 2.860 Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale 59.470 162.666 152.793 6.041 X 3.833 60.046 48.591 10.547 9 899 154.577 7 7 3.833 62.922 51.459 10.547 9 7 7 4.639 899 159.215 2.875 2.868 Le sottovoci B2 e C3 includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze, al lordo del relativo effetto fiscale, registrate a patrimonio netto alla voce 130. “riserve da valutazione” dello stato patrimoniale passivo. Nelle “altre variazioni” delle sottovoci B5 e C6 sono rispettivamente indicati gli utili e le perdite derivanti dal rimborso/cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita iscritte alla voce 100. b) “utili (perdite) da cessione/riacquisto” del conto economico, unitamente al rigiro a conto economico delle relative “riserve da valutazione” del patrimonio netto precedentemente costituite, nonché i ratei di interesse maturati. Nell’esercizio sono state rilevate rettifiche per perdite durevoli di valore sulla partecipazione azionaria in Sab@, a seguito della messa in liquidazione della società stessa, per circa 7 mila euro, indicate al rigo C.4. Nella sottovoce B5. Aumenti - altre variazioni - sono compresi: - utili da negoziazione, per 2.083. mila euro Nella sottovoce C6. Diminuzioni - altre variazioni - sono compresi: - perdite da negoziazione, per 219 mila euro Tra le “altre variazioni in aumento/diminuzione” dei titoli di debito è altresì ricompreso il differenziale tra i ratei iniziali e finali. 81 Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50 5.1 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività finanziarie detenute fino alla scadenza, e pertanto non si procede alla compilazione della tabella richiesta. 5.2 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: debitori/emittenti Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività finanziarie detenute fino alla scadenza, e pertanto non si procede alla compilazione della tabella richiesta. 5.3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività finanziarie detenute fino alla scadenza oggetto di copertura specifica, e pertanto non si procede alla compilazione della tabella richiesta. 5.4 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: variazioni annue Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività finanziarie detenute fino alla scadenza, e pertanto non si procede alla compilazione della tabella richiesta. Sezione 6 - Crediti verso banche - Voce 60 Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio “crediti”. Sono inclusi anche i crediti verso Banca d’Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria. 6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica A. Crediti verso Banche Centrali 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 3. Pronti contro termine 4. Altri B. Crediti verso banche 1. Conti correnti e depositi liberi 2. Depositi vincolati 3. Altri finanziamenti: 3.1 Pronti contro termine attivi 3.2 Leasing finanziario 3.3 Altri 4. Titoli di debito 4.1 Titoli strutturati 4.2 Altri titoli di debito Totale (valore di bilancio) Totale (fair value) Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 44.540 18.380 26.055 105 82.744 36.125 46.509 109 105 109 44.540 44.540 82.744 82.744 I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili. Non sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione. Tra i crediti verso banche figurano crediti in valuta estera per un controvalore di 345 mila euro. La sottovoce “riserva obbligatoria” include la parte “mobilizzabile” della riserva stessa. I depositi vincolati di cui al punto B. comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 10.758 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca Spa 6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica. Le tabelle previste non sono pertanto compilate. 6.3 Leasing finanziario Alla data di bilancio non vi sono crediti verso banche derivanti da operazioni di locazione finanziaria. 82 NOTA INTEGRATIVA Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70 Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”. 7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 1. Conti correnti 2. Pronti contro termine attivi 3. Mutui 4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 5. Leasing finanziario 6. Factoring 7. Altri finanziamenti 8. Titoli di debito 8.1 Titoli strutturati 8.2 Altri titoli di debito Totale (valore di bilancio) Totale (fair value) Totale 31.12.2012 Deteriorati Bonis Acquistati Altri 128.150 22.804 Totale 31.12.2011 Deteriorati Bonis Acquistati Altri 127.607 16.723 375.572 5.604 50.068 246 372.975 6.307 47.087 131 69.383 864 2.936 79.291 902 2.116 864 579.572 654.070 76.054 76.537 902 587.082 629.883 66.057 68.358 I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive. Tra i crediti sono compresi: - finanziamenti in valuta estera per un controvalore di 781. mila euro; Nella Tabella sono comprese “attività cedute non cancellate”, rilevate per intero, per un importo complessivo pari a 28.146 mila euro (31.122 mila euro al termine dell’esercizio precedente), di cui per 8.125 mila euro relativamente alla cartolarizzazione tradizionale denominata CF7, e 20.021 mila euro relativamente all’autocartolarizzazione CF9. Dette operazioni, sono oggetto di illustrazione nella Parte E - Sezione 1 - rischio di credito sottosezione C, e per le autocartolarizzazioni, in calce alla tabella della sezione 3, rischio di liquidità. Tra i titoli di debito di cui alla sottovoce 8.2 sono iscritte obbligazioni di classe C emesse dalla Società veicolo CF3 sottoscritte dalla Banca nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione con attività sottostanti di terzi; l’operazione è descritta nella Parte E - C.1 Operazioni di cartolarizzazione della Nota Integrativa. Sottovoce 7 “Altre operazioni” Tipologia operazioni/Valori Anticipi SBF Rischio di portafoglio Sovvenzioni diverse Depositi presso Uffici Postali Depositi cauzionali fruttiferi Crediti con fondi di terzi in amministrazione Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Altri Totale Totale 31.12.2012 46.089 7.788 16.823 1 12 1.058 547 72.319 Totale 31.12.2011 46.842 7.455 25.423 1 12 1.137 539 81.408 Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione. I crediti erogati con fondi di terzi in amministrazione sono disciplinati da apposite leggi. 83 7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti Tipologia operazioni/Valori Bonis 1. Titoli di debito: a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti verso: a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri soggetti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri Totale 864 Totale 31.12.2012 Deteriorati Acquistati Altri Bonis 902 864 902 864 902 Totale 31.12.2011 Deteriorati Acquistati Altri 578.708 76.054 586.180 66.057 390 578.318 372.453 13.426 76.054 62.853 193 457 585.722 383.599 8.202 66.057 50.810 3.611 192.440 579.572 13.008 76.054 193.921 587.082 11.636 66.057 La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. 7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti verso la Clientela oggetto di copertura specifica. La presente tabella non viene pertanto compilata. 7.4 Leasing finanziario Alla data di bilancio non vi sono crediti derivanti da operazioni di locazione finanziaria. Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80 Nella presente voce figurano i derivati finanziari di copertura che, alla data di riferimento del bilancio, presentano un fair value positivo. 8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli A. Derivati finanziari 1) Fair value 2) Flussi finanziari 3) Investimenti esteri B. Derivati creditizi 1) Fair value 2) Flussi finanziari Totale L1 FV 31.12.2012 L2 755 755 755 L3 VN 31.12.2012 8.953 8.953 8.953 L1 FV 31.12.2011 L2 457 457 457 L3 VN 31.12.2011 8.862 8.862 8.862 Legenda VN = valore nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 La Tabella presenta il valore di bilancio (fair value) positivo dei contratti derivati per le coperture operate in applicazione dell’”hedge accounting” , generalmente utilizzata per gestire contabilmente le operazioni di copertura di attività / passività finanziarie. Le operazioni di copertura di passività finanziarie rappresentate da titoli sono generalmente gestite in applicazione della “fair value option”. La “fair value option” è stata adottata sistematicamente per i titoli di debito strutturati ed a tasso fisso emessi dalla Banca, il cui rischio da variazioni del fair value è stato coperto al momento dell’emissione, con l’intenzione di mantenere la copertura per tutta la durata contrattuale dei titoli coperti; i derivati utilizzati nell’ambito della “fair value option” sono classificati nel portafoglio di negoziazione. 84 NOTA INTEGRATIVA Sono invece oggetto di copertura tramite applicazione dell’”hedge accounting” i titoli di debito emessi dalla Banca per i quali la decisione di effettuare la copertura è stata assunta in un momento successivo all’emissione o per i quali non vi è l’intenzione di mantenere la copertura per tutta la durata contrattuale dell’emissione medesima. Per quanto riguarda gli obiettivi e le strategie sottostanti alle operazioni di copertura si rinvia anche all’informativa fornita nella parte Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - Sezione 2 – Rischi di mercato della nota integrativa. 8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura X X X X X X X X X X 755 X 755 X X X X X X X X X X X X X X X Investim. Esteri Generica Specifica Generica X X X X Flussi finanziari Più rischi Rischio di prezzo X X Rischio di credito 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2. Crediti 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Portafoglio 5. Altre operazioni Totale Attività 1. Passività finanziarie 2. Portafoglio Totale Passività 1. Transazioni attese 2. Portafoglio di attività e passività finanziarie Rischio di cambio Operazioni/Tipo di copertura Rischio di tasso Fair value Specifica X X X X X X X X X X X X X X Nella presente Tabella sono indicati i valori positivi di bilancio dei derivati di copertura, distinti in relazione alla attività o passività coperta e alla tipologia di copertura realizzata. Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90 9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività oggetto di copertura generica, pertanto la presente sezione non viene compilata 9.2 Attività oggetto di copertura generica del rischio di tasso di interesse: composizione Poichè la banca non detiene attività di copertura generica del rischio di tasso, non si provvede alla compilazione della tabella relativa. Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100 10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole di cui ai principi IAS 27 e IAS 28. A tal fine, non si é provveduto alla compilazione delle relative tabelle. 85 Sezione 11 - Attività materiali - Voce 110 Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari - terreni e fabbricati - disciplinati dallo IAS 40. 11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo Attività/Valori A. Attività ad uso funzionale 1.1 di proprietà a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre 1.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale A B. Attività detenute a scopo di investimento 2.1 di proprietà a) terreni b) fabbricati 2.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati Totale B Totale (A+B) Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 9.921 572 7.861 774 10.363 572 8.256 866 714 431 669 450 431 450 10.352 10.813 140 140 140 140 140 10.492 140 10.953 Tutte le attività materiali della Banca sono valutate al costo, come indicato nella Parte A della Nota. Alla sottovoce Terreni è evidenziato il valore dei terreni oggetto di rappresentazione separata rispetto al valore degli edifici. Il fabbricato acquisito a seguito di contratto di locazione finanziaria, sottoscritto con la Società Agrileasing spa, é relativo alla Filiale di Padova. In ottemperanza alle disposizioni contenute nell’art. 10 della L. 19 marzo 1983, n. 72, in allegato alla Nota integrativa vengono fornite le indicazioni per gli immobili tuttora in Patrimonio e per i quali in passato sono state eseguite rivalutazioni monetarie. 11.2 Attività materiali: composizione delle attività valutate al fair value o rivalutate Non sono presenti attività materiali valutate al fair value o rivalutate; pertanto si omette la compilazione della relativa tabella 86 NOTA INTEGRATIVA 11.3 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue Terreni A. Esistenze iniziali lorde A.1 Riduzioni di valore totali nette A.2 Esistenze iniziali nette B. Aumenti: B.1 Acquisti B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni: C.1 Vendite C.2 Ammortamenti C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette D.1 Riduzioni di valore totali nette D.2 Rimanenze finali lorde E. Valutazione al costo 572 572 572 572 14.129 5.424 8.705 3.571 2.780 791 30 30 Impianti elettronici 2.089 1.811 279 280 280 414 103 137 414 103 8.292 5.838 14.129 718 2.883 3.601 Fabbricati Mobili Altre Totale 2.459 1.993 466 76 76 22.820 12.007 10.813 386 386 137 193 23 171 847 23 824 422 1.800 2.222 349 2.150 2.498 10.352 12.671 23.022 Alle sottovoci A.1 e D.1 “Riduzioni di valore totali nette” è riportato il totale del fondo ammortamento. La voce E. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca. L’incremento delle attività materiali è in gran parte dovuto alla sostituzione dei cash guardian fra gli “impianti elettronici” ed alla normale sostituzione di materiale obsoleto negli altri casi. Tra i mobili sono ricompresi: - mobili per 252 mila euro - arredi per 154 mila euro - opere d’arte per 311 mila euro Grado di copertura dei fondi ammortamento Classe di attività Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre % amm.to complessivo 31.12.2012 0,00% 41,32% 80,07% 81,03% 86,03% % amm.to complessivo 31.12.2011 0,00% 38,01% 78,23% 89,91% 83,05% 87 Percentuali di ammortamento utilizzate Classe di attività % ammortamento 0,00% 3% 15% 12% 30% 20% 15% 25% 12% Terreni e opere d’arte Fabbricati Arredi Mobili e macchine ordinarie d’ufficio Impianti di ripresa fotografica / allarme Macchine elettroniche ed elettromeccaniche Macchinari, apparecchi ed attrezzature varie Automezzi Blindati Di seguito viene riportata una tabella di sintesi delle vite utili delle varie immobilizzazioni materiali Vita utile delle immobilizzazioni materiali Terreni e opere d’arte Fabbricati Arredi Mobili e macchine ordinarie d’ufficio Impianti di ripresa fotografica / allarme Macchine elettroniche ed elettromeccaniche Automezzi Classe di attività Vite utili in anni indefinita 33* 7-9 8-9 4-7 5-7 4 * o sulla base di vita utile risultante da specifica perizia 11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue A. Esistenze iniziali lorde A.1 Riduzioni di valore totali nette A.2 Esistenze iniziali nette B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Variazioni positive nette di fair value B.4 Riprese di valore B.5 Differenze di cambio positive B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Ammortamenti C.3 Variazioni negative nette di fair value C.4 Rettifiche di valore da deterioramento C.5 Differenze di cambio negative C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività a) immobili ad uso funzionale b) attività non correnti in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette D.1 Riduzioni di valore totali nette D.2 Rimanenze finali lorde E. Valutazione al fair value Le attività materiali detenute a scopo di investimento sono valutate con il criterio del costo. L’attività in questione è relativa ad un appartamento su cui è stata escussa la garanzia ipotecaria. 88 Terreni Totale Fabbricati 140 140 140 140 NOTA INTEGRATIVA 11.5 Impegni per acquisto di attività materiali Gli impegni contrattuali per l’acquisto di attività materiali alla data di riferimento del bilancio ammontano a 630 mila euro, riguardano il perfezionamento dell’acquisto di un fabbricato. Da destinare ad una nuova filiale nel Comune di Padova, per il quale è già stata versata una caparra confirmatoria di 270 mila euro. Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120 Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38. 12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività Attività/Valori A.1 Avviamento A.2 Altre attività immateriali A.2.1 Attività valutate al costo: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale Totale 31.12.2012 Durata definita Durata indefinita X 36 36 Totale 31.12.2011 Durata definita Durata indefinita X 66 66 36 66 36 66 Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo. Non sono iscritte attività immateriali generate internamente. In base a quanto richiesto dallo IAS 38 par. 118, lett. a), si precisa che il software aziendale è classificato tra le attività immateriali con vita utile definita; il relativo ammortamento è compreso in un periodo tra e 3 e 5 anni. 89 12.2 Attività immateriali: variazioni annue Avviamento A. Esistenze iniziali A.1 Riduzioni di valore totali nette A.2 Esistenze iniziali nette B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Incrementi di attività immateriali interne B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value: - a patrimonio netto - a conto economico B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore - Ammortamenti - Svalutazioni: + patrimonio netto + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value: - a patrimonio netto - a conto economico C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette D.1 Rettifiche di valore totali nette E. Rimanenze finali lorde F. Valutazione al costo Altre attività immateriali: generate internamente DEF INDEF Altre attività immateriali: altre DEF INDEF 66 Totale 66 16 16 66 16 16 46 46 46 46 46 46 36 36 36 36 X X X X X X X X Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo. Tra le esistenze iniziali delle “Altre attività immateriali” non sono comprese quelle che alla data di chiusura del precedente esercizio risultano completamente ammortizzate. La sottovoce F. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca. 12.3 Altre informazioni In conformità a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha: - costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti; - assunto impegni alla data del bilancio per l’acquisto di attività immateriali; - acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa; - acquisito attività immateriali tramite concessione governativa; - attività immateriali rivalutate iscritte a fair value. 90 66 NOTA INTEGRATIVA Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell’attivo e 80 del passivo. Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “attività per imposte anticipate” riguardano: 13.1 Attività per imposte anticipate: composizione (In contropartita del conto economico) In contropartita del conto economico Descrizione - perdite fiscali - svalutazione crediti - altre: . rettifiche di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value . fondi per rischi e oneri . costi di natura amministrativa . altre voci Totale IRES IRAP 4.817 262 Totale 21 4.817 283 78 78 184 5.078 21 21 205 5.100 Alla voce Rettifiche di valore su crediti si evidenzia la fiscalità attiva per svalutazioni non dedotte nei precedenti esercizi, perché eccedenti il limite previsto dall’art. 106 Tuir. Dette eccedenze saranno deducibili nei prossimi esercizi secondo il meccanismo della rateizzazione per quota costante in diciottesimi. 13.1 Attività per imposte anticipate: composizione (In contropartita dello stato patrimoniale) Descrizione . riserve da valutazione . riserva negativa su attività finanziarie disponibili per la vendita . altre Totale IRES 39 39 IRAP 39 8 8 Totale 8 46 46 46 Le attività per imposte anticipate si ritengono interamente recuperabili, tenuto conto delle previsioni di conseguimento di redditi imponibili tassabili nei successivi periodi. Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “passività per imposte differite” riguardano: 13.2 Passività per imposte differite: composizione (In contropartita del conto economico) Descrizione . riprese di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value . rettifiche di valore su crediti verso la clientela dedotte extracontabilmente . ammortamenti di attività materiali fiscalmente già riconosciuti . altre voci Totale IRES IRAP Totale 37 7 45 37 7 45 13.2 Passività per imposte differite: composizione (In contropartita dello stato patrimoniale) Descrizione . riserve da valutazione . riserva positiva su attività finanziarie disponibili per la vendita . rivalutazione immobili . altre Totale IRES 661 661 661 IRAP 134 134 134 Totale 795 795 795 91 13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico) 1. Importo iniziale 2. Aumenti 2.1 Imposte anticipate rilevate nell’esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre e) operazioni di aggregazione aziendale 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte anticipate annullate nell’esercizio a) rigiri b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre e) operazioni di aggregazione aziendale 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni a) trasformazione in crediti d’imposta di cui alla legge n.214/2011 b) altre 4. Importo finale Totale 31.12.2012 3.537 1.824 1.824 Totale 31.12.2011 2.662 1.091 1.089 1.824 1.089 3 261 261 261 217 217 217 5.081 3.537 Totale 31.12.2012 3.284 1.733 201 201 Totale 31.12.2011 2.458 973 (147) (147) 4.817 3.284 13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico) 1. Importo iniziale 2. Aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Rigiri 3.2 Trasformazioni in crediti d’imposta a) derivate da perdite d’esercizio b) derivate da perdite fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante dall’eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all’art. 106 comma 3 Tuir. Alla sottovoce 3.2 a) è indicato l’importo delle DTA trasformato in credito di imposta che trova contropartita con segno positivo nella Tabella 18.1 del Conto Economico alla voce 3bis. 92 NOTA INTEGRATIVA 13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico) 1. Importo iniziale 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre d) operazioni di aggregazione aziendale 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio a) rigiri b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre d) operazioni di aggregazione aziendale 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Totale 31.12.2012 45 Totale 31.12.2011 44 1 1 45 45 Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale, che saranno recuperate sotto forma di benefici economici che la Banca otterrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,57%). 13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto) 1. Importo iniziale 2. Aumenti 2.1 Imposte anticipate rilevate nell’esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre d) operazioni di aggregazione aziendale 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte anticipate annullate nell’esercizio a) rigiri b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre e) operazioni di aggregazione aziendale 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Totale 31.12.2012 1.347 46 46 Totale 31.12.2011 538 1.347 1.347 46 1.347 1.347 1.347 1.347 538 538 538 46 1.347 93 13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto) Totale 31.12.2012 28 795 795 1. Importo iniziale 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre d) operazioni di aggregazione aziendale 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio a) rigiri b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre d) operazioni di aggregazione aziendale 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Totale 31.12.2011 3 28 28 795 28 28 28 28 3 3 3 795 28 Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto. 13.7 Altre informazioni Composizione della fiscalità corrente Passività fiscali correnti (-) Acconti versati (+) Altri crediti di imposta (+) Crediti d’imposta di cui alla L. 214/2011 (+) Ritenute d’acconto subite (+) Saldo a debito della voce 80 a) del passivo Saldo a credito Crediti di imposta non compensabili: quota capitale Crediti di imposta non compensabili: quota interessi Saldo dei crediti di imposta non compensabili Saldo a credito della voce 130 a) dell’attivo IRES (2.041) 1.419 IRAP (1.201) 984 (622) (217) 830 294 1.124 1.124 Altre TOTALE (3.242) 2.404 (839) 251 251 251 1.081 294 1.374 1.374 In merito alla posizione fiscale della Banca, per gli esercizi non ancora prescritti, non è stato ad oggi notificato alcun avviso di accertamento. Nella voce “crediti d’imposta non compensati” è compreso l’importo di 466 mila euro riferiti a crediti di imposta per il periodo 2007-2011, sorti in virtù del riconoscimento dell’integrale deduzione a fini Ires dell’Irap sul costo del lavoro, come da previsioni dell’art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e successivamente integrato dall’art. 4 comma 12 DL 16/2012. Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell’attivo e voce 90 del passivo 14.1 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: composizione per tipologia di attività Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione. La presente sezione non viene pertanto compilata 94 NOTA INTEGRATIVA Sezione 15 - Altre attività - Voce 150 Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale. 15.1 Altre attività: composizione Voci Ratei attivi Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili Altre attività Crediti verso Erario per acconti su imposte indirette e altre partite fiscali Valori diversi e valori bollati Assegni di c/c tratti su terzi Assegni di c/c tratti sulla banca Partite in corso di lavorazione - insoluti Partite di portafoglio in attesa elaborazione Costi in attesa di imputazione definitiva Commissioni, provvigioni da percepire da banche Risconti attivi non riconducibili a voce propria Ammanchi, malversazioni, rapine ed altre insussistenze Assegni in corso di lavorazione Rimesse di contante in attesa di accredito Altre partite attive Totale Totale 31.12.2012 148 482 7.180 1.084 2 493 2.177 1.048 164 31 65 718 1.018 381 7.810 Totale 31.12.2011 46 704 7.044 1.590 1 242 12 1.235 49 426 79 2.188 408 813 7.794 Fra le altre attività figura lo sbilancio tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” del portafoglio salvo buon fine e al dopo incasso, il cui dettaglio è indicato nell’apposita Tabella delle “Altre informazioni” della parte B della presente nota integrativa. Nella voce Ratei attivi sono indicati quelli diversi dai ratei che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie. 95 PASSIVO Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10 Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. 1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 2.1 Conti correnti e depositi liberi 2.2 Depositi vincolati 2.3 Finanziamenti 2.3.1 Pronti contro termine passivi 2.3.2 Altri 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti Totale Fair value Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 89.380 3.748 518 84.572 63.869 24.008 940 38.509 84.572 38.509 542 89.380 89.380 412 63.869 63.869 In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio. Tra i debiti verso banche, nella voce 2.3.2, figurano le operazioni di finanziamento garantite da titoli ricevute dalla BCE per il tramite dell’Iccrea per 84.572 mila euro. Tra i debiti verso banche figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 32 mila euro. La sottovoce “altri debiti” è così composta: - debiti di funzionamento connessi alle prestazioni di servizi per 353 mila euro - debito nei confronti di Iccrea Bancaimpresa per il debito residuo del leasing finanziario dell’agenzia di Padova per 189 mila euro 1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso banche. 1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti strutturati verso di banche. 1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono debiti verso banche oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non è compilata. 1.5 Debiti per leasing finanziario Immobile di Padova - Via Longhin Totale Descrizione Pagamento residuo 189 189 Si fa altresì presente che: - non sono stati posti in essere contratti di subleasing; - non esistono canoni potenziali da pagare perché i canoni contrattuali sono già determinati nell’ammontare; - non esistono clausole di opzione di rinnovo, né di indicizzazione, né di restrizione; - la clausola di opzione di acquisto concede la possibilità di acquisire il bene in proprietà e deve essere esercitata entro il 2013 Approfondimenti entro un anno Totale 96 Vita residua dei debiti per locazione finanziaria Importo 189 189 NOTA INTEGRATIVA Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20 Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. 2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica Totale 31.12.2012 294.741 40.983 18.168 Tipologia operazioni/Valori 1. Conti correnti e depositi liberi 2. Depositi vincolati 3. Finanziamenti 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti Totale Fair value Totale 31.12.2011 316.110 18.168 22.224 2.928 19.296 9.059 362.952 362.952 10.215 348.549 348.509 Tra i debiti verso clienti figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 578. mila euro. La sottovoce 3.2 Finanziamenti “Altri” esprime il debito verso la Cassa Depositi e Prestiti per i finanziamenti ricevuti in applicazione della Convenzione ABICDP a favore delle P.M.I 2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela. 2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati Non sono presenti debiti strutturati verso clientela. 2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere debiti verso clientela oggetto di copertura specifica. 2.5 Debiti per leasing finanziario La Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela. Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30 Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio sono scaduti ma non ancora rimborsati. E’ esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi. Nella voce sono rappresentati altresì i titoli oggetto di copertura specifica in applicazione della disciplina dell’hedge accounting. 3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica Tipologia titoli/Valori A. Titoli 1. Obbligazioni 1.1 strutturate 1.2 altre 2. Altri titoli 2.1 strutturati 2.2 altri Totale Valore bilancio Totale 31.12.2012 Fair value Livello 1 Livello 2 Livello 3 Valore bilancio Totale 31.12.2011 Fair value Livello 1 Livello 2 280.314 280.876 299.518 304.964 280.314 49.191 280.876 51.302 299.518 23.069 304.964 23.442 49.191 329.505 51.302 332.179 23.069 322.586 23.442 328.405 Livello 3 Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili. Il valore delle obbligazioni emesse è al netto di quelle riacquistate, per un importo nominale di 8.097 mila euro. La sottovoce A.2.2 “Titoli - altri titoli - altri”, comprende: - certificati di deposito per 49.190. mila euro. In prevalenza tali strumenti finanziari sono classificati a livello 2. 97 3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati Hanno carattere subordinato i debiti il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell’ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Sono esclusi gli strumenti patrimoniali che, secondo i principi contabili internazionali, hanno caratteristiche di patrimonio netto. Nell’ambito dei titoli in circolazione, si evidenzia che nella Tabella “3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica” sottovoce 1.2 “Obbligazioni – Altre” sono compresi titoli subordinati pari a 4.851 mila euro. Essi sono computabili nel Patrimonio di Vigilanza della Banca. Sono rappresentati da obbligazioni di valore nominale residuo pari a 5.000 mila euro, e sono state emesse in data 27.12.2010 al tasso fisso del 4,10%, con scadenza 27.12.2016. Per il dettaglio delle caratteristiche si rimanda alla specifica inserita nella Parte F “ Informazioni sul patrimonio” - Sezione 2 “Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza” - in calce alla sottosezione 2.1 “Patrimonio di Vigilanza - A. Informazioni di natura qualitativa”. 3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica 1. Titoli oggetto di copertura specifica del fair value: a) rischio di tasso di interesse b) rischio di cambio c) più rischi 2. Titoli oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari: a) rischio di tasso di interesse b) rischio di cambio c) altro Totale 31.12.2012 9.327 9.327 Più in dettaglio, sono oggetto di copertura specifica, in applicazione delle regole dell’hedge accounting di cui al principio IAS39, prestiti obbligazionari emessi del tipo plain vanilla, per euro 8.883 mila nominali, coperti da contratti di interest rate swap; 98 Totale 31.12.2011 8.642 8.642 NOTA INTEGRATIVA Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, classificate nel portafoglio di negoziazione 4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori A. Passività per cassa 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli di debito 3.1 Obbligazioni 3.1.1 Strutturate 3.1.2 Altre obbligazioni 3.2 Altri titoli 3.2.1 Strutturati 3.2.2 Altri Totale A B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 1.1 Di negoziazione 1.2 Connessi con la fair value option 1.3 Altri 2. Derivati creditizi 2.1 Di negoziazione 2.2 Connessi con la fair value option 2.3 Altri Totale B Totale (A+B) VN Totale 31.12.2012 FV L1 L2 L3 FV * VN X X X X X 462 FV * X X X X X X X X 462 X X X Totale 31.12.2011 FV L1 L2 L3 353 X X X X X X X X X X X X X X 462 462 353 X X X X X X 353 353 Legenda FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell’emittente rispetto alla data di emissione VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 L’importo di cui alla lettera B punto 1.1.2 “Derivati Finanziari connessi con la fair value option”si riferisce a contratti derivati con valore negativo negoziati a copertura di prestiti obbligazionari a tasso fisso emessi dalla Banca,od a copertura di finanziamenti erogati a tasso fisso in fase di transizione ai principi contabili internazionali. Le poste patrimoniali coperte sono classificate tra le passività/attività finanziarie valutate al fair value. 4.2 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività subordinate Alla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione subordinate. 4.3 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturati Alla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione relative a debiti strutturati. 4.4 Passività finanziarie per cassa (esclusi “scoperti tecnici”) di negoziazione: variazioni annue Alla data di riferimento del bilancio non vi sono passività finanziarie per cassa di negoziazione. 99 Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50 Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. “fair value option”) dallo IAS 39. E’ esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi. 5.1 Passività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica Tipologia operazioni/ Valori VN 1. Debiti verso banche 1.1 Strutturati 1.2 Altri 2. Debiti verso clientela 2.1 Strutturati 2.2 Altri 3. Titoli di debito 3.1 Strutturati 3.2 Altri Totale Totale 31.12.2012 FV L1 L2 L3 9.284 9.287 9.284 9.284 9.287 9.287 FV * Totale 31.12.2011 FV L1 L2 L3 VN FV * X X X X X X X X X X 10.104 9.197 9.631 9.197 9.197 9.631 9.631 X X Legenda FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell’emittente rispetto alla data di emissione VN = valore nominale o nozionale L1=Livello 1 L2=Livello 2 L3=Livello 3 Nella sottovoce 3. “Titoli di debito” figurano i prestiti obbligazionari di propria emissione correlati a contratti derivati di copertura del rischio di tasso d’interesse, valutati in base alla c.d. “fair value option” di cui allo IAS 39 § 9. L’applicazione della fair value option ha riguardato i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca oggetto di copertura mediante strumenti derivati, relativamente ad emissioni a tasso fisso. In aggiunta, la Banca ha in essere emissioni di prestiti obbligazionari sui quali si è applicata la disciplina della fair value hedge accounting, così come meglio descritta nelle Sezioni 3 e 6 del Passivo. La fair value option può inoltre impiegata in presenza di strumenti contenenti derivati impliciti, che soddisfano le condizioni previste dallo IAS39, in quanto la valutazione dell’intero strumento è meno onerosa rispetto alla separata valutazione dello strumento ospite e del derivato (prestiti obbligazionari strutturati il cui profilo di rendimento è legato al tasso di interesse oppure a una componente equity). 5.2 Dettaglio della voce 50 “Passività finanziarie valutate al fair value”: passività subordinate Alla data di riferimento del bilancio non vi sono passività finanziarie valutate al fair value rappresentate da titoli subordinati. 5.3 Passività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue A. Esistenze iniziali B. Aumenti B1. Emissioni B2. Vendite B3. Variazioni positive di fair value B4. Altre variazioni C. Diminuzioni C1. Acquisti C2. Rimborsi C3. Variazioni negative di fair value C4. Altre variazioni D. Rimanenze finali Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione 9.631 873 Totale 9.631 873 801 801 72 1.217 740 72 1.217 740 409 69 9.287 409 69 9.287 Fra i titoli in circolazione le variazioni annue sono rappresentate dall’emissione di nuovi titoli di debito per i quali è stata esercitata la “fair value option” La variazione negativa di fair value è da attribuirsi alla variazione del merito creditizio della Banca. 100 NOTA INTEGRATIVA Sezione 6 - Derivati di copertura - Voce 60 6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici La Banca ha posto in essere derivati esclusivamente con finalità di copertura; essi tuttavia trovano rappresentazione nella Sezione 2 dell’Attivo e/o nella Sezione 5 del Passivo, in quanto si è usufruito della facoltà riconosciuta alle imprese di applicare la c.d. “fair value option” di cui allo IAS39. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione. Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70 7.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte Alla data di riferimento del bilancio la Banca non ha posto in essere passività finanziarie oggetto di copertura generica. Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80 Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell’Attivo. Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90 Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività associate ad attività in via di dismissione, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 14 dell’Attivo. Sezione 10 - Altre passività - Voce 100 Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. 10.1 Altre passività: composizione Voci Debiti a fronte del deterioramento di: crediti di firma Ratei passivi Altre passività Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci (residuo adeguamento CCNL) Debiti verso l’Erario e altri enti impositori per imposte indirette dell’azienda Debiti verso l’Erario per l’attività di riscossione imposte e/o come sostituto d’imposta Partite in corso di lavorazione Risconti passivi non riconducibili a voce propria Rettifiche per partite illiquide di portafoglio Somme a disposizione di terzi Totale Totale 31.12.2012 152 152 490 15.705 490 28 1.152 746 2.760 74 10.455 16.346 Totale 31.12.2011 52 52 454 9.435 546 893 3.839 186 600 3.371 9.941 Nell’importo relativo ai “Debiti a fronte di deterioramento di garanzie rilasciate” sono compresi: 100 mila euro per rettifiche di valore analitiche su crediti di firma deteriorati, e 52 mila euro per rettifiche di valore collettive su crediti di firma in bonis. I ratei passivi si riferiscono a fattispecie non riconducibili a voce propria Le “Rettifiche per partite illiquide di portafoglio” rappresentano lo sbilancio tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” del portafoglio salvo buon fine e al dopo incasso il cui dettaglio è indicato nell’apposita Tabella delle Altre informazioni della parte B della presente Nota integrativa. Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110 Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS19. 11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue A. Esistenze iniziali B. Aumenti B.1 Accantonamento dell’esercizio B.2 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Liquidazioni effettuate C.2 Altre variazioni D. Rimanenze finali Totale 31.12.2012 2.244 443 443 Totale 31.12.2011 2.477 92 92 162 162 324 238 86 2.244 2.525 Alla data di bilancio, la Banca si è avvalsa della facoltà di rilevare a Conto Economico gli Utili o le Perdite Attuariali che si sono manifestati nell’esercizio, pertanto la Voce D. “Rimanenze finali” del fondo inscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO). 101 La sottovoce B.1 “Accantonamento dell’esercizio” è cosi composta: 1) onere finanziario figurativo (Interest Cost – IC) pari a 100 mila euro; 1) perdita attuariale (Actuarial Losses – A L), pari a 343 mila euro. Le ipotesi attuariali adottate per la valutazione del fondo alla data di riferimento del bilancio sono le seguenti: - tasso di attualizzazione: 3,20% - tasso atteso di incrementi retributivi: 1,00% per impiegati; 2,50% per dirigenti - tasso atteso di inflazione: 2,00% Con riferimento agli incrementi retributivi da adottare nello sviluppo prospettico dei cash flow, è stata effettuata un’analisi dei dati storici delle BCC, inoltre, sono state usate le tabelle di mortalità RG48 pubblicate dalla Ragioneria Generale dello Stato. Fermo restando quanto sopra rappresentato, il Fondo di trattamento di fine rapporto calcolato ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, non devoluto ai fondi pensione esterni o al fondo di Tesoreria Inps, ammonta a 2.647 mila euro e risulta essere stato movimentato nell’esercizio come di seguito: 11.2 Altre informazioni Totale 31.12.2012 2.733 76 162 2.647 Fondo iniziale Variazioni in aumento Variazioni in diminuzione Fondo finale Totale 31.12.2011 2.880 91 238 2.733 Nel corso dell’esercizio sono state destinate al fondo di previdenza di categoria quote di trattamento di fine rapporto per 367 mila euro. Inoltre, sono state rilevate quote di trattamento di fine rapporto destinate al conto di Tesoreria INPS pari a 141 mila euro. La valutazione attuariale del TFR è stata condotta da un attuario esterno indipendente, sulla base della metodologia dei “benefici maturati” mediante il criterio “Projected Unit Credit”, come previsto dallo IAS 19. La valutazione ex IAS19 del trattamento di fine rapporto (tfr) al 31.12.2012 è stata effettuata utilizzando quale tasso di attualizzazione il 3,20% pari all’indice Iboxx Eurozone Corporate di rating “A” diversamente dall’indice Iboxx Eurozone Corporate di rating “AA” utilizzato nelle valutazioni del tfr al 31.12.2011. L’indice rappresentativo dei rendimenti di aziende aventi rating “A” è stato ritenuto nell’attuale contesto di mercato quale migliore espressione di rendimenti di aziende di primaria qualità richieste dallo IAS 19, essendo collegato ad una popolazione maggiormente ampia di emittenti rispetto all’indice legato ai rendimenti espressi dalle aziende di rating “AA” , che in conseguenza della crisi del debito sovrano, che ha comportato il “downgrading” di molti emittenti, è risultato composto da un numero del tutto limitato di emittenti e di emissioni, diventando quindi scarsamente rappresentativo di “high quality corporate bond yield” . Qualora la valutazione ex IAS19 del trattamento di fine rapporto fosse stata effettuata con il corrispondente valore al 31.12.2012 dell’indice determinato con criteri analoghi a quelli adottati nell’esercizio precedente, il valore del tfr sarebbe risultato superiore di € 116 mila euro. Come richiesto dallo IAS 19, si è provveduto a condurre un’analisi di sensitività dell’obbligazione relativa al trattamento di fine rapporto rispetto alle ipotesi attuariali ritenute più significative, finalizzata a mostrare di quanto varierebbe la passività di bilancio in relazione alle oscillazioni ragionevolmente possibili di ciascuna di tale ipotesi attuariale. In particolare, nella seguente tabella viene fornita evidenza nella variazione del fondo di trattamento di fine rapporto, nell’ipotesi di aumentare o diminuire il tasso di attualizzazione e di inflazione di 50 punti base, nonché di ipotizzare un maggiore/ minore tasso di turnover, pari all’1%, rispetto ai parametri effettivamente utilizzati. Tasso inflazione +0,5% Tasso inflazione -0,5% Tasso Attualizzazione +0,5% Tasso Attualizzazione -0,5% Turnover +1% Turnover -1% 102 Ipotesi variazione Variazione in termini assoluti 77 -74 -109 116 9 -10 NOTA INTEGRATIVA Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120 Nelle presenti voci figurano le passività relative agli “Altri benefici a lungo termine”, riconosciuti contrattualmente al personale in servizio, ai sensi dello IAS19 e le obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37. 12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione Totale 31.12.2012 Voci/Valori 1 Fondi di quiescenza aziendali 2. Altri fondi per rischi ed oneri 2.1 controversie legali 2.2 oneri per il personale 2.3 altri Totale Totale 31.12.2011 467 65 229 173 467 478 125 199 154 478 La voce “2.3 altri” è costituita quanto a 39 mila euro dal residuo fondo destinato alla beneficenza, e quanto a 134 mila euro dalla quota di fondo destinata alla copertura degli impegni richiesti dal Fondo di garanzia dei depositanti del movimento delle BCC. 12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue A. Esistenze iniziali B. Aumenti B.1 Accantonamento dell’esercizio B.2 Variazioni dovute al passare del tempo B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.4 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Utilizzo nell’esercizio C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto C.3 Altre variazioni D. Rimanenze finali Fondi di quiescenza Altri fondi 478 292 84 Totale 478 292 84 207 303 101 207 303 101 202 467 202 467 La sottovoce B.1 - Accantonamento dell’esercizio - accoglie l’incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell’esercizio. La sottovoce B.4 - Altre variazioni in aumento - accoglie la quota parte dell’utile del precedente esercizio destinata ad accantonamento al fondo per beneficenza e mutualità La sottovoce C.1 - Utilizzo nell’esercizio - si riferisce ai pagamenti effettuati. La sottovoce C.3 - Altre variazioni in diminuzione - accoglie i decrementi del fondo per beneficenza e mutualità a seguito dell’utilizzo a fronte delle specifiche destinanazioni. 12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti La banca non ha iscritto nel Bilancio fondi della specie. 103 12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi La voce “Altri fondi per rischi e oneri” è costituita da: Fondo per interventi Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Oneri stimati degli impegni del Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) per interventi deliberati pari a 136 mila euro Fondo oneri futuri per controversie legali, per 65 mila euro Il “Fondo oneri futuri per controversie legali” tutela la Banca da probabili esiti negativi derivanti dalle cause passive e dai reclami in corso; si riferisce principalmente alle revocatorie ed alle controversie legali e più precisamente accoglie accantonamenti a fronte di: - perdite presunte sulle cause passive legali per 10 mila euro; - azioni revocatorie per 55 mila euro; Stanziamenti che fronteggiano le perdite presunte sulle cause passive legali, per 10 mila euro La natura delle cause passive legali è ampia e diversificata. Infatti, pur avendo in comune, in linea di massima, una domanda di tipo risarcitorio nei confronti della Banca, esse traggono origine da eventi anche molto diversi fra loro. In via semplificativa, le più ricorrenti cause sono relative alla contestazione sugli interessi (anatocismo, usura, tasso non concordato, ecc.), allo svolgimento dei servizi di investimento, errata negoziazione assegni. Riguardo all’ammontare degli esborsi prevedibili, l’ipotesi formulata per i giudizi con esito di soccombenza probabile si riferisce al complessivo esborso stimato. Si precisa, anche in relazione a quanto prima specificato, che sia gli importi che il momento di prevedibile esborso di ogni singola controversia, deve necessariamente considerarsi indicativo, in quanto, specialmente per i giudizi di natura risarcitoria, è assai ampia la discrezionalità del giudice nella valutazione del danno. Azioni Revocatorie, per 55 mila euro Le cause di revocatoria sono promosse per ottenere, con riferimento ai periodi antecedenti l’assoggettamento del cliente alla procedura concorsuale, la condanna della Banca alla restituzione di somme accreditate sul conto corrente ovvero la dichiarazione di inefficacia di garanzie acquisite. Non sono previsti indennizzi. Oneri per il personale, per 229 mila euro L’importo esposto nella sottovoce 2.2 “oneri per il personale – Altri fondi rischi ed oneri”, della Tabella 12.1, si riferisce ai premi di anzianità/fedeltà relativi all’onere finanziario, determinato in base a valutazione attuariale, che la Banca dovrà sostenere, negli anni futuri, in favore del personale dipendente in relazione all’anzianità di servizio. Dal punto di vista operativo, l’applicazione del Metodo della Proiezione Unitaria del Credito ha richiesto anche l’adozione di ipotesi demografiche ed economico-finanziarie definite analiticamente su ciascun dipendente. Altri - Fondo beneficenza e mutualità, per 39 mila euro Nell’ambito degli altri fondi è compreso il fondo di beneficenza e mutualità che trae origine dallo statuto sociale (art. 49). Lo stanziamento viene annualmente determinato, in sede di destinazione di utili, dall’Assemblea dei soci; il relativo utilizzo viene deciso dal Consiglio di Amministrazione. Il fondo non è stato attualizzato in quanto il suo utilizzo è previsto nel corso dell’anno successivo. Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140 La banca non ha emesso azioni rimborsabili. Sezione 14 - Patrimonio dell’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca. 14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sottoscritto pari a 5.193 mila euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate. Non vi sono azioni proprie riacquistate. 14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue 104 NOTA INTEGRATIVA A. Azioni esistenti all’inizio dell’esercizio - interamente liberate - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali B. Aumenti B.1 Nuove emissioni - a pagamento: - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre - a titolo gratuito: - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni D. Azioni in circolazione: rimanenze finali D.1 Azioni proprie (+) D.2 Azioni esistenti alla fine dell’esercizio - interamente liberate - non interamente liberate Voci/Tipologie Ordinarie 36.413 36.413 Altre 36.413 898.017 898.017 898.017 898.017 3.760 3.760 930.670 930.670 Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell’esercizio. Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 5,58 14.3 Capitale: altre informazioni Valori Numero soci al 31.12.2011 Numero soci: ingressi Numero soci: uscite Numero soci al 31.12.2012 2.436 898 58 3.276 14.4 Riserve di utili: altre informazioni La normativa di settore di cui all’art. 37 del D.Lgs. 385/93 e l’art.49 dello Statuto prevedono la costituzione obbligatoria della riserva legale. Essa risulta destinataria di almeno il 70% degli utili netti annuali. La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell’utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel Patrimonio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto. Alla riserva legale è stata inoltre accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e dallo Statuto, deliberate dall’Assemblea. Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della banca, si rinvia alle informazioni contenute della Parte F “Informazioni sul Patrimonio”, sezione 1 “Il patrimonio dell’impresa” tabella B.1 “Patrimonio dell’impresa: composizione” 14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue 105 Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve. In ottemperanza all’articolo 2427, n. 7-bis, cod.civ., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l’utile di esercizio, con l’evidenziazione dell’origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste. Art. 2427 - n. 7 bis cod. civ. Importo CAPITALE SOCIALE: Possibilità di utilizzazione 5.193 per copertura perdite e per rimborso del valore nominale delle azioni 1.787 per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo versato Utilizzi effettuati nei tre precedenti esercizi Importo per copertura Importo per altre ragioni perdite 8 RISERVE DI CAPITALE: Riserva da sovrapprezzo azioni ALTRE RISERVE: Riserva legale Riserve di rivalutazione monetaria Altre riserve Riserva di transizione agli IAS/IFRS Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita Riserva azioni proprie (quota non disponibile) Riserva azioni proprie (quota disponibile) Totale 62.950 per copertura perdite 2.870 per copertura perdite per copertura perdite 1.260 per copertura perdite 74 non ammessi in quanto indivisibile non ammessi in quanto indivisibile non ammessi in quanto indivisibile non ammessi 1.516 per quanto previsto dallo IAS 39 = per copertura perdite 75.576 82 La “Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita” può essere movimentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata né per aumenti di capitale sociale, né per distribuzione ai soci, né per coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l’applicazione di imposte correnti o differite. 14.6 Altre informazioni Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve. Altre informazioni 1. Garanzie rilasciate e impegni Operazioni 1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria a) Banche b) Clientela 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale a) Banche b) Clientela 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi a) Banche i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto b) Clientela i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 6) Altri impegni Totale Importo 31.12.2012 41.660 11.284 30.376 11.033 Importo 31.12.2011 43.821 14.469 29.351 10.550 11.033 13.762 10.550 24.700 13.762 5.037 8.725 24.700 24.700 26 66.482 227 79.298 Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante. 106 NOTA INTEGRATIVA Il punto 1.a) “Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche” comprende: - impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo per 3.036. mila euro; - impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del Credito Cooperativo per 8.193. mila euro. Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti. Il punto 3 “Impegni irrevocabili a erogare fondi” comprende: b)i - clientela - a utilizzo certo - margini irrevocabili su mutui non ancora erogati per 5.037 mila euro b)ii - clientela - a utilizzo incerto - margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per 8.725 mila euro. 2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni Portafogli 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali Importo 31.12.2012 42.500 Importo 31.12.2011 2.935 Nelle voci sono stati iscritti i valori dei titoli utilizzati nell’ambito delle operazioni di finanziamento garantite da titoli per 42.500 mila euro (costituiti interamente da titoli di Stato italiani) Si evidenzia che il rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea, effettuato tramite l’Istituto Centrale di Categoria, è stato garantito per mezzo di titoli obbligazionari emessi dalla banca, con garanzia dello Stato ai sensi dell’art. 8 del D.L. 201/2011, e successivamente riacquistati, per un controvalore di 50 milioni di euro Nell’ambito di operazioni di provvista garantite, la Banca ha concesso in garanzia un titolo di classe A, non iscritto nell’attivo perché riveniente da operazione di autocartolarizzazione, denominato IT0004744741 Credico Finance 9 Classe A per 20.700 mila euro Rifinanziamenti BCE a) obbligazioni e certificati di propria emissione garantiti dallo Stato b) ammontare rifinanziamento BCE 50.000 45.750 L’operazione in parola rappresenta una parte della c.d. “Long Term Refinancing Operation (LTRO)” di cui la ns Banca ha usufruito nel corso del 2012. La liquidità riveniente da tale operazione di finanziamento è stata utilizzata per acquistare titoli di stato italiani ed incrementare le disponibilità necessarie ad un ordinato proseguimento dell’operatività interbancaria. 3. Informazioni sul leasing operativo La Banca non ha in essere operazioni di leasing operativo alla data di bilancio e pertanto nessuna tabella viene compilata 107 4. Gestione e intermediazione per conto terzi Tipologia servizi 1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) Acquisti 1. regolati 2. non regolati b) Vendite 1. regolate 2. non regolate 2. Gestioni di portafogli a) individuali b) collettive 3. Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli c) titoli di terzi depositati presso terzi d) titoli di proprietà depositati presso terzi 4. Altre operazioni Importo 412.560 287.623 124.937 412.255 155.266 31.069 La Banca non ha effettuato servizi di intermediazione per conto terzi. Gli importi del punto 3. si riferiscono al valore nominale dei titoli. La sottovoce b) comprende anche titoli in deposito a garanzia per 10.998 mila euro. Le operazioni di cui al punto 4. comprendono: 1. Attività di ricezione e trasmissione ordini a) Acquisti b) Vendite 2. Attività di collocamento e offerta di servizi di terzi: a) gestioni patrimoniali b) prodotti assicurativi a contenuto finanziario c) prodotti assicurativi a contenuto previdenziale d) altre quote di Oicr 3. Altre operazioni Totale Tipologia servizi Importo 9.746 21.323 31.069 5. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere a) Rettifiche “dare”: 1. conti correnti 2. portafoglio centrale 3. cassa 4. altri conti b) Rettifiche “avere” 1. conti correnti 2. cedenti effetti e documenti 3. altri conti Totale 31.12.2012 92.345 15.765 76.398 Totale 31.12.2011 114.379 17.860 96.448 182 102.800 23.758 79.042 71 115.557 25.817 89.740 La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione contabile delle partite relative all’accredito e all’addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla chiusura del bilancio. La differenza tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere”, pari a 10.454 mila euro, trova evidenza tra le “Altre passività” - voce 100 del Passivo. 108 NOTA INTEGRATIVA PARTE C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20 Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio. Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi entro la data di riferimento relativi a contratti derivati. 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione Voci/Forme tecniche 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Derivati di copertura 8. Altre attività Totale Titoli di debito 63 3.700 Finanziamenti Altre operazioni Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 71 134 79 3.700 1.590 1.484 31.331 X X X X 3.763 32.815 132 11 213 1.484 31.331 714 28.935 132 11 36.791 87 31.404 Nella colonna “Altre operazioni” della voce interessi attivi su attività finanziarie detenute per la negoziazione è rilevato il saldo netto positivo dei differenziali relativi a contratti derivati connessi gestionalmente con attività e passività valutate al fair value pari 71 mila euro Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”: - conti correnti e depositi per 1407. mila euro - altri finanziamenti per 77 mila euro Dettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”: - conti correnti per 10.631. mila euro - mutui per 15.489 mila euro - carte di credito/prestiti personali e cessione del quinto per 45. mila euro - anticipi Sbf per 2.983 mila euro - portafoglio di proprietà per 444 mila euro - altri finanziamenti per 1.739. mila euro Nella colonna “finanziamenti” in corrispondenza della sottovoce 5 “crediti verso la clientela” sono stati ricondotti anche gli interessi attivi e proventi assimilati maturati e contabilizzati nell’esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 4.053 mila euro. Nel caso delle “esposizioni scadute/sconfinanti deteriorate”, l’importo degli interessi maturati prima della classificazione dei crediti in tale categoria è stato indicato nella colonna “Finanziamenti”. L’importo ricompreso nella colonna “Altre Operazioni” in corrispondenza della sottovoce 8 “Altre Attività” è riferito agli interessi attivi maturati sui crediti d’imposta. Nella sottovoce 7 “derivati di copertura” colonna “altre operazioni” è rilevato l’importo netto positivo dei differenziali relativi a contratti di copertura secondo le regole di hedge accounting per 132 mila euro. 1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura C. Saldo (A-B) Voci 31.12.2012 132 89 43 31.12.2011 87 87 0 1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta Gli interessi attivi e proventi assimilati in valuta sono pari a 98 mila euro 1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario La Banca non ha posto in essere operazioni attive di leasing finanziario. 109 1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione Voci/Forme tecniche 1.Debiti verso banche centrali 2.Debiti verso banche 3.Debiti verso clientela 4.Titoli in circolazione 5.Passività finanziarie di negoziazione 6.Passività finanziarie valutate al fair value 7.Altre passività e fondi 8.Derivati di copertura Totale Debiti (737) (3.101) Titoli X X X X Altre operazioni Totale 31.12.2012 (9.080) (89) (184) X X Totale 31.12.2011 (737) (3.101) (9.080) (89) (184) (146) (2.450) (7.802) (87) (163) (13.191) (10.647) X X (3.838) (9.264) (89) Nella sottovoce 2 “Debiti verso Banche”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su: - conti correnti e depositi per 10 mila euro - altri debiti per 727 mila euro Nella sottovoce 3 “Debiti verso Clientela”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su: - conti correnti per 2.137 mila euro - depositi per 178. mila euro - operazioni di cartolarizzazione per 303 mila euro - mutui verso la Cassa DDPP per 462 mila euro - operazioni di pronti contro termine passive con la clientela per 14 mila euro - altri debiti per 7 mila euro Nella sottovoce 4 “Titoli in circolazione”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su: - obbligazioni emesse per 7.785 mila euro - certificati di deposito per 1.295 mila euro Nella sottovoce 6 “Passività finanziarie valutate al fair value”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su: - obbligazioni emesse strutturate e a tasso fisso, oggetto di copertura in regime di fair value option per 184 mila euro Nella sottovoce 8 “derivati di copertura” colonna “altre operazioni” è rilevato l’importo netto negativo dei differenziali relativi a contratti di copertura secondo le regole di hedge accounting previste dallo IAS 39 per 89mila euro. 1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura C. Saldo (A-B) Voci 31.12.2012 132 89 43 1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta Gli interessi passivi e oneri assimilati in valuta sono pari a 48 mila euro, maturati nei confronti di banche. 1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario Gli interessi passivi su leasing finanziario relativamente all’acquisto della filiale di Padova ammontano a circa 12 mila euro. 110 31.12.2011 87 87 0 NOTA INTEGRATIVA Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50 Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc). Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie. 2.1 Commissioni attive: composizione Tipologia servizi/Valori a) garanzie rilasciate b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 3.1. individuali 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 9.1. gestioni di portafogli 9.1.1. individuali 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 9.3. altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) tenuta e gestione dei conti correnti j) altri servizi k) operazioni di prestito titoli Totale Totale 31.12.2012 250 Totale 31.12.2011 226 1.001 10 40 1.187 11 47 48 44 127 261 92 296 515 696 236 279 2.634 101 437 259 2.442 71 2.172 203 2.317 238 6.362 6.481 La sottovoce i) (tenuta e gestione dei conti correnti) confluisce la commissione per la remunerazione dell’affidamento introdotta in base all’art. 2-bis del DL 29/11/2008 n. 185, conv. L. 28/1/2009 n. 2. 2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi Canali/Valori a) presso propri sportelli: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi b) offerta fuori sede: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi Totale 31.12.2012 642 Totale 31.12.2011 788 127 515 92 696 111 2.3 Commissioni passive: composizione Totale 31.12.2012 (460) Servizi/Valori a) garanzie ricevute b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione: 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli: 3.1 proprie 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) servizi di incasso e pagamento e) altri servizi f) operazioni di prestito titoli Totale Totale 31.12.2011 (66) (10) (30) (47) (4) (19) (26) (24) (649) (23) (588) (76) (1.198) (710) Le commissioni corrisposte sono quelle relative alle garanzie ricevute relativamente all’acquisizione della garanzia dello Stato italiano sull’emissione obbligazionaria interamente riacquistata, utilizzata come sottostante per operazioni di finanziamento con la BCE ai sensi dell’art. 8 DL n. 201/2011 conv, L. n. 214/2011 L’importo di cui alla sottovoce e) “altri servizi” è composto da commissioni sostenute sui rapporti con banche. Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70 Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismissione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”. Sono compresi anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio). 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione Voci/Proventi A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni Totale Totale 31.12.2012 Proventi da quote di Dividendi O.I.C.R. 20 Totale 31.12.2011 Proventi da quote di Dividendi O.I.C.R. 25 X 20 X 25 Sezione 4 - Il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)): a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni. Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico. b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni. I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi. 112 NOTA INTEGRATIVA 4.1 Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione Operazioni / Componenti reddituali 1. Attività finanziarie di negoziazione 1.1 Titoli di debito 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 2. Passività finanziarie di negoziazione 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio 4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di debito e tassi di interesse - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro - Altri 4.2 Derivati su crediti Totale Plusvalenze (A) 122 109 Utili da negoziazione (B) 241 79 Minusvalenze Perdite da ne- Risultato netto (C) goziazione (D) [(A+B) - (C+D)] (81) (56) 226 188 93 13 (81) 68 X X X X X X X X 122 241 (81) (3) 10 (53) 28 (56) 226 Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari. Nelle “plusvalenze” e “minusvalenze” delle “attività/passività finanziarie di negoziazione: altre” figurano anche i “rigiri” a conto economico delle riserve da valutazione delle operazioni di copertura dei flussi finanziari quando si ritiene che le transazioni attese non siano più probabili ovvero quando le minusvalenze imputate alle riserve stesse non sono più recuperabili. Nel “risultato netto” delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute. Nelle “plusvalenze”, nelle “minusvalenze”, negli “utili e perdite da negoziazione” degli strumenti derivati figurano anche le eventuali differenze di cambio. 113 Sezione 5 - Il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 La Banca ha posto in essere derivati esclusivamente con finalità di copertura. Formano oggetto di rilevazione nella voce, per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)): a) i risultati della valutazione delle operazioni di copertura del fair value e dei flussi finanziari; b) i risultati della valutazione delle attività e passività finanziarie oggetto di copertura del fair value; c) i differenziali e i margini, positivi e negativi, relativi a contratti derivati di copertura, diversi da quelli ricondotti tra gli interessi); d) i risultati della valutazione delle attività e passività per cassa collegate da una relazione di copertura del rischio di cambio. 5.1 Risultato netto dell’attività di copertura: composizione Componenti reddituali/Valori A. Proventi relativi a: A.1 Derivati di copertura del fair value A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari A.5 Attività e passività in valuta Totale proventi dell’attività di copertura (A) B. Oneri relativi a: B.1 Derivati di copertura del fair value B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari B.5 Attività e passività in valuta Totale oneri dell’attività di copertura (B) C. Risultato netto dell’attività di copertura (A - B) Si riporta di seguito la composizione in dettaglio delle evidenze di tabella 5.1: Derivati di copertura del fair value - su obbligazioni plain vanilla proventi 204 mila euro Passività finanziarie coperte - obbligazioni plain vanilla oneri 498 mila euro 114 Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 204 382 204 382 (78) (498) (498) (293) (78) 305 NOTA INTEGRATIVA Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione / riacquisto - Voce 100 Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value. 6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione Voci/Componenti reddituali Attività finanziarie 1.Crediti verso banche 2.Crediti verso clientela 3.Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.1 Titoli di debito 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività Passività finanziarie 1.Debiti verso banche 2.Debiti verso clientela 3.Titoli in circolazione Totale passività Totale 31.12.2012 Utili Perdite Risultato netto Totale 31.12.2011 Utili Perdite Risultato netto 1.970 1.970 (698) (241) (241) (698) 1.729 1.729 171 171 (880) (13) (11) (3) (880) 158 160 (3) 1.970 (940) 1.030 171 (955) (784) 42 42 (181) (181) (139) (139) 65 65 (126) (126) (60) (60) Per quanto riguarda le passività finanziarie i principi contabili internazionali prevedono che il riacquisto delle proprie passività debba essere rappresentato alla stregua di un’estinzione anticipata con la cancellazione dello strumento finanziario ed il conseguente realizzo di perdite o di utili. Le perdite realizzate su cessioni di crediti verso Clientela sono afferenti a posizioni in sofferenza di vecchia data, già ampiamente svalutate e relativamente costose nella gestione: per tale motivo si è deciso di cederle a titolo definitivo ad una società specializzata realizzando la perdita di cui al punto 2. Con riferimento alla sottovoce 3. “Attività finanziarie disponibili per la vendita” l’utile/perdita è rappresentato dal saldo di due componenti: - “rigiro” nel conto economico della riserva di rivalutazione per 241. mila euro - differenza fra prezzi di cessione e valore di libro delle attività cedute per 1.970. mila euro. Alla sottovoce 3. delle Passività finanziarie “Titoli in circolazione” sono iscritti utili / perdite da riacquisto di titoli obbligazionari di propria emissione collocati presso la clientela, diversi da quelli oggetto di copertura, in applicazione della fair value option. 115 Sezione 7 - Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110 Nella sezione sono rappresentati i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite delle attività/passività finanziarie valutate al fair value e degli strumenti derivati gestionalmente collegati per i quali è stata esercitata la c.d. fair value option, inclusi i risultati delle valutazioni al fair value di tali strumenti. 7.1 Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value: composizione. Operazioni / Componenti reddituali 1. Attività finanziarie 1.1 Titoli di debito 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 2. Passività finanziarie 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti verso banche 2.3 Debiti verso clientela 3. Attività e passività finanziarie in valuta: differenze di cambio 4. Derivati creditizi e finanziari Totale Plusvalenze Utili da rea- Minusvalenze (A) lizzo (B) (C) 409 409 X 8 8 X 258 667 Perdite da realizzo (D) X 8 Risultato netto [(A+B)-(C+D)] (2) (2) 414 414 (2) 145 559 X (113) (113) Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari. Nel “risultato netto” delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute. Si rammenta che nell’esercizio 2012 si è provveduto a modificare i parametri di stima per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari emessi dalla Banca stessa (obbligazioni) e non quotati in mercati attivi, passando dalla metodologia del “risk free” o “ frozen spread” ad una che fosse basata sul proprio “merito creditizio”, al fine di evitare effetti distorsivi anche e soprattutto nel momento in cui ci si proponeva quale controparte nei confronti della Clientela che avesse voluto negoziare i titoli emessi dalla Banca in periodi successivi alla sottoscrizione. Il modello di determinazione del prezzo di cui dianzi, adottato in sede di politica di pricing in corso d’anno per la negoziazione delle proprie obbligazioni post sottoscrizione, è stato adottato in seguito anche ai fini di Bilancio per la valutazione ad esempio delle obbligazioni proprie valutate al fair value option, al fine di non ricadere nella c.d. politica del doppio binario, ed anzi rendere trasparente il modello valutativo: a tale modifica di determinazione del prezzo deriva la plusvalenza di cui al punto 2.1 di 409 mila euro. 116 NOTA INTEGRATIVA Sezione 8 - Le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130 Figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie. A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti - Titoli di debito Altri Crediti - Finanziamenti - Titoli di debito C. Totale (33) Altre Operazioni/ Componenti reddituali Cancellazioni Rettifiche di valore Specifiche Di portafoglio 8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Riprese di valore Specifiche Di portafoglio A B (9.200) (767) 8 (33) (33) (9.200) (9.200) X X (767) (767) 8 8 (33) (9.200) (767) 8 A B 1.824 Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 (8.169) (5.002) 1.824 1.824 (8.169) (8.169) (5.002) 1.824 (8.169) (5.002) X X Legenda A = da interessi B = altre riprese Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna “ Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi. Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio” corrispondono alla svalutazioni collettive. Tra le svalutazioni analitiche dei crediti sono ricomprese anche quelle prodotte, in sede di iscrizione, dall’effetto di attualizzazione, a tassi di interesse di mercato, dei flussi di cassa futuri di crediti erogati a tassi inferiori a quelli di mercato, per 2.536 mila euro. Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “ Specifiche – A”, si riferiscono ai ripristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore, nonché quelle relative all’incasso di sofferenze cancellate integralmente dal bilancio in precedenti esercizi. 8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione Operazioni/ Componenti reddituali A. Titoli di debito B. Titoli di capitale C. Quote O.I.C.R. D. Finanziamenti a banche E. Finanziamenti a clientela F. Totale Rettifiche di valore (1) Specifiche Cancellazioni Altre (7) (7) Riprese di valore (2) Specifiche A B X X X Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 (7) 62 (7) 62 Legenda A = da interessi B = altre riprese Le rettifiche di valore di cui alla colonna “Altre” voce B. Titoli di capitale, rilevate sulla base delle previsioni di cui allo IAS39 par. 61, sono riferibili alla svalutazione della quota di interessenza detenuta nella Società Sab@ per effetto della messa in liquidazione della stessa. 117 Sezione 9 - Le spese amministrative - Voce 150 Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell’esercizio 9.1 Spese per il personale: composizione Tipologia di spese/Valori 1) Personale dipendente a) salari e stipendi b) oneri sociali c) indennità di fine rapporto d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: - a contribuzione definita - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti 2) Altro personale in attività 3) Amministratori e sindaci 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società Totale Totale 31.12.2012 (11.522) (7.852) (1.933) (521) Totale 31.12.2011 (10.767) (7.651) (1.854) (151) (452) (372) (367) (367) (361) (361) (396) (64) (327) (378) (91) (321) (11.913) (11.179) Nella sottovoce c) “indennità di fine rapporto” sono ricomprese le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell’esercizio e destinate al Fondo di previdenza di categoria, per 378 mila euro. Detta sottovoce comprende anche le somme destinate al fondo di Tesoreria Inps, in applicazione delle disposizioni introdotte dalla riforma previdenziale di cui al DLgs. 252/2005 e alla Legge n. 296/2006, per 141 mila euro. La sottovoce “e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale dipendente” è così composta: - onere finanziario figurativo (Interest Cost – IC) pari a 109 - perdita attuariale (Actuarial Gains/Losses – A G/L) pari a 343 mila euro Nella voce 3) “Amministratori e sindaci” sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell’azienda e gli oneri sostenuti per la stipula di polizze assicurative per responsabilità civile, per 209 mila euro e del Collegio Sindacale per 118 mila euro. 9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Totale 31.12.2012 Personale dipendente a) dirigenti b) quadri direttivi c) restante personale dipendente Altro personale Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull’anno 9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: totale costi In Banca non sono previsti fondi di quiescienza aziendale a benefici definiti. 118 Totale 31.12.2011 165 157 3 3 19 19 143 135 NOTA INTEGRATIVA 9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti Premi di anzianità / fedeltà - valore attuariale (current service cost) - onere finanziario figurativo (interest cost) - utile/perdita attuariale (actuarial gains/losses) Incentivi all’esodo Formazione e aggiornamento Altri benefici - cassa mutua nazionale - buoni pasto - polizze assicurative - beni e servizi alla generalità / categorie di dipendenti Totale 42 15 9 18 396 136 258 2 438 9.5 Altre spese amministrative: composizione Tipologia (1) Spese di amministrazione Spese informatiche Spese per beni immobili e mobili - fitti e canoni passivi - spese di manutenzione Spese per l’acquisto di beni e servizi non professionali - rimborsi chilometrici - pulizia - vigilanza - trasporto - stampati, cancelleria, materiale EDP - giornali, riviste e pubblicazioni - telefoniche - postali - energia elettrica, acqua, gas - servizi vari CED - trattamento dati - lavorazione e gestione contante - informazioni e visure (senza accesso a banche dati) Prestazioni professionali - legali e notarili - consulenze - certificazione e revisione di bilancio - altre Premi assicurativi Spese pubblicitarie Altre spese - contributi associativi/altri - rappresentanza - altre (2) Imposte indirette e tasse Imposta municipale (IMU/ICI) Imposta di bollo Imposta sostitutiva Altre imposte TOTALE Totale 31.12.2012 5.701 Totale 31.12.2011 5.524 650 289 361 2.788 52 108 9 16 97 85 146 212 269 76 1.425 110 182 1.082 593 415 36 38 364 121 696 226 274 196 1.499 97 1.189 164 49 7.200 629 281 348 2.815 72 108 52 20 116 104 165 201 223 62 1.335 90 268 844 551 224 34 36 362 131 742 231 345 167 1.389 46 1.154 145 44 6.914 119 Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160 Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale. Gli accantonamenti includono anche gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell’attualizzazione). 10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione 10 10 42 42 Totale al 31.12.2012 52 52 10 42 52 Controversie legali A. Aumenti A.1 Accantonamento dell’esercizio A.2 Variazioni dovute al passare del tempo A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto A.4 Altre variazioni in aumento B. Diminuzioni B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.2 Altre variazioni in diminuzione Accantonamento netto Revocatorie Altre Vi sono compresi un accantonamento a fronte di una causa promossa da un Cliente (colonna “Controversie legali”), e l’adeguamento degli impegni emersi nel corso del 2012 nei confronti del Fondo di garanzia dei Depositanti (Colonna “Altre”). Sezione 11 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170 Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo. 11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione Attività/Componente reddituale Ammortamento (a) A. Attività materiali A.1 Di proprietà - Ad uso funzionale - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale Rettifiche di valore per deterioramento (b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a + b - c) (806) (806) (806) (806) (19) (19) (19) (19) (824) (824) La colonna “Ammortamento” evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell’esercizio. Alla voce A.2 Acquisite in leasing finanziario – ad uso funzionale sono indicati gli ammortamenti relativi a lla filiale di Padova, acquisiti con contratto di locazione finanziaria. Sezione 12 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180 Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo. 12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione Attività/Componente reddituale A. Attività immateriali A.1 Di proprietà - Generate internamente dall’azienda - Altre A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale Ammortamento (a) Rettifiche di valore per deterioramento (b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a + b - c) (46) (46) (46) (46) (46) (46) Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno; nella fattispecie, si tratta di software. Le attività immateriali sono descritte nella sezione 12 parte B della Nota Integrativa 120 NOTA INTEGRATIVA Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190 Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”. 13.1 Altri oneri di gestione: composizione Totale 31.12.2012 Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria Totale 31.12.2011 (85) (85) Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (222) (222) Interventi al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (149) (160) Altri oneri di gestione (1) Totale (456) (469) Invariati gli ammortamenti sulle migliorie effettuate sui beni di terzi, e praticamente costanti le altre voci sia relativamente agli interventi del Fondo di garanzia dei depositanti che le sopravvenienze attive. 13.2 Altri proventi di gestione: composizione Recupero imposte e tasse Rimborso spese legali per recupero crediti Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c Recupero premi di assicurazione Risarcimenti assicurativi Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria Recupero su passaggi a debito conti correnti Totale Totale 31.12.2012 1.270 43 312 132 33 71 320 2.180 Totale 31.12.2011 1.240 70 253 122 67 70 1.822 I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all’imposta di bollo sui conti correnti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari per 1.125 mila euro ed all’imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine per 144 mila euro Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210 Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole. Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 220 Nel corso dell’esercizio non sono state effettuate valutazioni al fair value su attività materiali o immateriali. Sezione 16 - Rettifiche di valore dell’avviamento - Voce 230 La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento. Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240 17.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione Componente reddituale/Valori A. Immobili - Utili da cessione - Perdite da cessione B. Altre attività - Utili da cessione - Perdite da cessione Risultato netto Le perdite da realizzo sono riferite alla cessione di una autovettura. Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011 (7) (7) (7) 121 Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260 Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio. 18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione Componenti reddituali/Valori 1. 2. 3. 3.bis 4. 5. 6. Imposte correnti (-) Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio (+) Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio per crediti d’imposta di cui alla L n.214/2011 (+) Variazione delle imposte anticipate (+/-) Variazione delle imposte differite (+/-) Imposte di competenza dell’esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) Totale 31.12.2012 (3.242) 433 1 Totale 31.12.2011 (2.436) (25) 4 1.562 871 (1) (1.587) (1.247) Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004. Le variazioni di cui al punto 2. includono le seguenti poste non ricorrenti: - 466 mila euro riferiti a crediti di imposta pregressi in virtù della integrale deduzione a fini Ires dell’Irap sul costo del lavoro, a decorrere dal periodo 2012, come da previsioni dell’art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e successivamente integrato dall’art. 4 comma 12 DL 16/2012, con segno positivo - 33 mila euro relative ad insufficienti accantonamenti dell’esercizio precedente a fronte del carico fiscale per l’esercizio 2011 (con segno negativo) Il Decreto sulle semplificazioni fiscali ha introdotto la possibilità di presentare istanza di rimborso dell’Ires, rideterminata per effetto della sopracitata deducibilità per i periodi di imposta 2007-2011. In attesa del provvedimento attuativo della Agenzia delle Entrate si è proceduto ad una stima dell’importo da richiedere a rimborso per le suddette annualità. 18.2 (IRES) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio IRES Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico) Onere fiscale teorico (27,50%) Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento Temporanee - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione Temporanee - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell’esercizio - Deduzioni fino a concorrenza dell’imponibile fiscale Imponibile (Perdita) fiscale Imposta corrente lorda Detrazioni Imposta corrente netta a C.E. Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/Imposta di competenza dell’esercizio 122 Imponibile 3.672 8.856 Imposta (1.010) (2.436) 6.793 2.063 5.176 1.423 800 4.375 7.353 (2.022) (2.022) (2.022) NOTA INTEGRATIVA 18.2 (IRAP) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio IRAP Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico) Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) Voci non rilevanti nella determinazione dell’imponibile: - Ricavi e proventi (-) - Costi e oneri (+) Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento Temporanee - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione Temporanee - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell’esercizio Valore della produzione Imposta corrente Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/Imposta corrente effettiva a C.E. Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/Imposta di competenza dell’esercizio Imponibile 3.672 19.213 (1.734) 20.947 2.637 2.637 3.960 3.960 21.563 Imposta (171) (123) 184 (1.003) (1.003) (1.003) Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280 19.1 Utile (perdita) dei gruppi di attività/passività in via di dismissione al netto delle imposte: composizione Nel corso dell’esercizio 2012, la banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività. 19.2 Dettaglio delle imposte sul reddito relative ai gruppi di attività/passività in via di dismissione Sezione 20 - Altre informazioni Mutualità prevalente Si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell’art. 2512 del Codice Civile e dell’art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell’esercizio la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci. In particolare, per quanto richiesto dall’art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all’Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell’anno. Tale percentuale è pari al 54,94% ed è calcolata come media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L’indice di ciascun trimestre è calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011. Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall’art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell’esercizio. Sezione 21 - Utile per azione 21.1 Numero medio delle azioni ordinarie a capitale diluito La Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società. 123 PARTE D - REDDITIVITA’ COMPLESSIVA PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA Voci Importo Lordo 10.Utile (Perdita) d’esercizio 20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - utili/perdite da realizzo 110. Totale altre componenti reddituali 120. Redditività complessiva (Voce 10+110) X 6.251 6.032 219 219 6.251 Imposte sul reddito X (2.067) (1.995) (72) (72) (2.067) Importo Netto 2.426 4.184 4.184 6.609 PARTE E - INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 1. Aspetti generali Le strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue specificità - “mutualità” e “localismo” - definite per legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di credito che trova espressione: - nella prudente selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata analisi della capacità delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito; - nella diversificazione del rischio di credito, individuando nei crediti di importo contenuto il naturale bacino operativo della Banca, nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi o su singoli rami di attività economica; - nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedure informatiche, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità. La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione a intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale in particolar modo con i soci della Banca (anche attraverso scambi non prevalentemente di natura patrimoniale) e con tutti gli operatori (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi. In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela tradizionalmente di maggiore interesse per la Banca. L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui residenziali, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia l’attenzione particolare della Banca nei confronti del comparto delle famiglie. Il segmento delle micro e piccole imprese e quello degli artigiani rappresenta un altro settore di particolare importanza per la Banca. Nel corso del 2012 è continuata l’attività di sostegno nei confronti di tali operatori economici con una serie di iniziative volte ad attenuare le difficoltà riconducibili alla più generale crisi economica internazionale e a particolari eventi avversi, quali la siccità che ha colpito il territorio agricolo durante l’anno. Sotto il profilo merceologico, il credito è per la maggior parte distribuito nei rami di attività economica rappresentati da: costruzioni e attività immobiliari; agricoltura, silvicoltura e pesca; commercio all’ingrosso e al dettaglio; attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. La Banca è altresì uno dei partner finanziari di riferimento degli enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di specifici progetti oppure al soddisfacimento di fabbisogni finanziari di breve periodo. Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Banca è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento, rispettivamente, all’operatività in titoli ed in derivati OTC non speculativa. L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio. L’esposizione al rischio di controparte dell’operatività in derivati OTC non speculativa è molto contenuta poiché assunta esclusivamente nei confronti dell’Istituto Centrale Iccrea Banca e finalizzata esclusivamente alla copertura dei rischi. 2. Politiche di gestione del rischio di credito 2.1 Aspetti organizzativi Il rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi complessivi cui è esposta la Banca, considerato anche che gli impieghi creditizi costituiscono circa l’80% dell’attivo patrimoniale. Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia in materia di controlli interni, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed efficace processo di gestione e controllo del rischio di credito. A seguito dell’autodiagnosi sul processo del credito iniziata nel 2010, si sono consolidati nel corso del 2011 interventi volti a definire una linea di “sana e prudente gestione” del credito improntata a un maggiore rigore. Nel corso del 2012, per fronteggiare il perdurare della recessione dell’economia italiana e l’inasprimento delle condizioni economiche, la Banca si è dotata di una nuova piattaforma di gestione dell’intero processo del credito, nella convinzione che per essere Banca di riferimento del territorio non deve venir meno l’appoggio all’economia locale, anche attraverso l’erogazione di prestiti, che tuttavia devono essere concessi a seguito di adeguati processi di selezione, valutazione e in seguito monitoraggio della clientela, al fine di tenere il rischio di credito sotto controllo ed evitare che possa generare in futuro maggiori perdite. 124 NOTA INTEGRATIVA Le linee guida essenziali del nuovo processo del credito possono essere così sintetizzate: 1. Per le posizioni che per la loro dimensione e capacità operativa possono essere considerate esposizioni corporate, la Banca si è dotata di un rigido sistema di analisi e ha inserito precisi vincoli tali per cui solo al superamento di tutti questi criteri selettivi vi sia l’erogazione del credito, ciò per tutelare il patrimonio della Banca e contenere il rischio di credito. 2. Per le posizioni di più piccole dimensioni, che sono il target di clientela della Banca, il credito viene erogato secondo criteri meno stringenti, anche se pur sempre rigorosi, facendo leva sulla conoscenza diretta della controparte, che una Banca del territorio radicata può avere in più rispetto ad altri. 3. Si sono rafforzati, anche attraverso l’obbligo di acquisizione di adeguate garanzie, gli obiettivi di contenimento del fido massimo concedibile a una singola controparte o gruppo di clienti connessi. 4. Si è previsto l’obiettivo di contenere al minimo la quota dei fidi concessi senza garanzie (c.d. fidi in bianco). 5. Si è dotata la struttura di analisti corporate e analisti retail in modo da garantire al processo del credito, nella fase di istruttoria ed erogazione, le competenze specifiche che ogni tipologia di controparte necessita. 6. Si sono ridotti i tempi di risposta alle richieste di credito da parte della clientela, a fronte anche del nuovo assetto organizzativo del comparto della Banca. 7. Si è maggiormente diffuso a livello di conoscenza e applicazione l’utilizzo di strumenti informatici di controllo volti alla quantificazione della rischiosità delle posizioni in essere, per poter intercettare con tempestività fenomeni di deterioramento, anche lievi, del credito, ed approntare per tempo le adeguate misure correttive. 8. Si è avviato nel 2012 un progetto volto all’individuazione di tecniche di “pricing” finalizzate al mantenimento di un adeguato rapporto tra rischio e rendimento delle posizioni, tramite l’applicazione di “prezzi differenziati”. Il processo organizzativo di gestione e controllo del credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie della fase di istruttoria e quelle operative (fatte salve le autonomie attribuite alle filiali), nonché tra le attività di gestione e le attività di controllo. Tale segregazione è stata attuata attraverso la costituzione di strutture organizzative separate. L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da una regolamentazione interna, che in particolare: - individua le deleghe e i poteri di firma in materia di erogazione del credito; - definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; - definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; - definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie. La Banca è strutturata in 20 Filiali che fanno capo all’area commerciale, suddivisa in due zone territoriali (est e ovest), ognuna supportata da un responsabile (Capo Area Mercati). Nel corso del 2012 è stata istituita, a governo dell’area commerciale, la Direzione Centrale Mercato, il cui responsabile sovrintende le attività dei due Capi Area Mercati (e degli Uffici Sviluppo Commerciale e Consulenza Finanziaria). La Direzione Centrale Crediti sovrintende il processo del credito per le fasi di concessione e revisione, la fase di delibera è attribuita a diversi soggetti in base a quanto previsto dal nuovo documento in materia di limiti e deleghe del processo del credito. L’Ufficio Restructuring e Controllo Crediti per l’attività di controllo andamentale del credito e l’Ufficio Legale e Contenzioso per la gestione del contenzioso, entrambi in staff al Direttore Generale, sono stati potenziati nel corso del 2012. Il primo è delegato al monitoraggio sistematico delle posizioni, alla rilevazione delle posizioni “problematiche” e alla gestione delle posizioni anomale, ad integrazione di quanto svolto dai Direttori di Filiale, che si pongono al centro del nuovo processo del credito, con l’obiettivo di seguire le singole posizioni con tempismo, metodo e autorevolezza. L’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi (nella Funzione di Risk Management), in staff al Direttore Generale, definito e potenziato nel corso del 2012, svolge l’attività di controllo sulla gestione dei rischi, attraverso un’articolazione dei compiti derivanti dalle tre principali responsabilità declinate nelle citate Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia: concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi; verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative; controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria / delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione. I momenti di istruttoria / delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalla procedura PEF che consente, in ogni momento, la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di avanzamento di ogni posizione, nonché di ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazione e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate). In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economicopatrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti tre livelli di revisione: “automatica”, con formalità ridotte all’essenziale; “minima”, con iter semplificato; “ordinariaria”, riservato al rinnovo dei fidi di importo più elevato. La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Restructuring e Controllo Crediti e da parte dei Direttori di Filiale (responsabili dei controlli di primo livello). In particolare, gli addetti delegati alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una molteplicità di elementi informativi che permettono tra l’atro di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati (SAR-Web). La procedura informatica SAR-Web adottata dalla Banca consente di selezionare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale. Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici. Le posizioni affidate vengono controllate anche utilizzando le informazioni a livello di Sistema fornite dalla Centrale dei Rischi, e dalla Società Cerved Group SpA, attraverso il monitoraggio degli eventi pregiudizievoli (variazioni societarie, protesti, procedure concorsuali, ipoteche giudiziali e legali) e l’acquisizione di dossier con informazioni anche di tipo economico. Inoltre la Banca ha sottoscritto un ulteriore contratto che consente di acquisire, per le aziende in monitoraggio con Cerved, i fatturati periodicamente aggiornati e caricati automaticamente nel sistema informatico interno della Banca. Tutte le posizioni affidate sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per 125 ogni singola controparte/gruppo di clienti connessi da parte delle strutture competenti sulla base dei limiti delegati. I dati aggregati del comparto crediti sono confrontati con i benchmark di sistema, con le statistiche e le rilevazioni prodotte dalla competente struttura della Federazione Veneta delle BCC in modo tale consentire una valutazione del posizionamento competitivo della Banca. Il controllo delle attività svolte è assicurato dall’Internal Audit (esternalizzato alla Federazione Veneta delle BCC) e dal Risk Management. La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggiornamento costante. Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la metodologia standardizzata e, in tale ambito, ha deciso di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rilasciate dalla seguente ECAI: Moody’s Investors Service, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali” e, indirettamente, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”. Nel corso del 2012, dopo quello del 2011, l’Agenzia di Rating Moody’s ha operato ulteriori declassamenti sul giudizio del merito creditizio dell’Italia, portando la valutazione prima da A2 ad A3 il 13 febbraio e ulteriormente declassando poi l’Italia a Baa2 il 12 luglio, con outlook negativo. Questo secondo downgrading ha comportato il passaggio alla classe di merito creditizio 3, il che comporta, per le Banche che si avvalgono della metodologia standardizzata per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, un aggravio della ponderazione delle esposizioni verso intermediari vigilati italiani con durata originaria superiore ai 3 mesi e degli enti del settore pubblico (dal 50% al 100%). Tale declassamento ha trovato riflesso anche nelle ponderazioni delle garanzie rilasciate da tali controparti e quindi anche dai consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 t.u.b.. Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza l’algoritmo semplificato, cosiddetto Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06), per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi. Inoltre, la Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione citati attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici. Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso la Direzione Centrale Finanza della Banca momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonché verificato il rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate. 2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito Conformemente agli obiettivi e alle politiche creditizie definite dal Consiglio di Amministrazione della Banca, le tecniche di mitigazione del rischio di credito utilizzate si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale e personale. Tali forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affidamento domandata dalla stessa. Anche nel corso del 2012 sono state condotte specifiche attività finalizzate alla verifica dei requisiti di ammissibilità stabiliti dalla normativa prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia adottate, attraverso periodici controlli sulle evidenze prodotte dal sistema informatico, valutazione delle singole posizioni più significative in termini di importo affidato, l’accordo stipulato con la Società ex Pirelli Re, ora Prelios tramite il fornitore EDP in tema di valutazione periodica degli immobili, e la presenza di accordi contrattuali con altri periti indipendenti. Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio è orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito. Garanzie reali Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti categorie: Garanzie ipotecarie - ipoteca su beni immobili residenziali; - ipoteca su beni immobili non residenziali; - ipoteca su terreni; - ipoteca su beni mobili registrati. Garanzie finanziarie - pegno su titoli di stato, garantiti dallo stato o di altri enti sovrani espressi in euro; - pegno su obbligazioni di propria emissione; - pegno su obbligazioni quotate e non quotate con rating da AAA a BBB in euro e in divisa; - pegno su quote di fondi comuni, gpf obbligazionari e bilanciati, obbligazioni prive di rating; - pegno su titoli azionari quotati, fondi comuni e gpf azionari; - pegno di denaro depositato presso la Banca; - pegno su libretti di deposito e certificati di deposito; - pegno su polizze assicurative; - pegno su beni mobili. Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto. La Banca non ricorre a forme di protezione del rischio di credito e di controparte costituite da accordi di compensazione. Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Banca sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto. Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa. In particolare: - sono predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; - sono adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito; - sono affidati a strutture centralizzate i compiti di controllo sui profili di certezza giuridica; - sono sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata; 126 NOTA INTEGRATIVA - le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono chiaramente documentate e divulgate. E’ inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo). Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia. Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli. In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: - alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; - all’indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile; - alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia; - alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite; - al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore dell’immobile a garanzia (loan-to-value): 80% per gli immobili residenziali e 50% per quelli non residenziali. Qualora venga superato tale limite deve essere valutata l’opportunità di richiedere un’idonea garanzia integrativa. - alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore. Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata: - almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; - annualmente per gli immobili di natura non residenziale. Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Banca) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni. La Banca aderisce alle Linee Guida ABI sulla valutazione degli immobili a garanzia delle esposizioni creditizie, le quali sono finalizzate a definire una prassi in grado di agevolare gli intermediari nell’applicazione dei criteri generali di valutazione e di sorveglianza sugli immobili a garanzia di esposizioni creditizie. Mirano, inoltre, ad introdurre criteri di riferimento omogenei in materia, con riferimento specifico agli indicatori di superficie o di volume; alle metodologie di valutazione adottate (per capitalizzazione del reddito, per stima comparativa, ecc.), al livello di professionalità dei periti incaricati della valutazione. La Banca ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie reali finanziarie: - assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del debitore; - specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi; - durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione. La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente/emissione e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto. Garanzie personali Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative. Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, ecc.) la Banca acquisisce anche specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza. Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale. Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 t.u.b. e da enti del settore pubblico/territoriali. Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi: - la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati; - l’esposizione verso il sistema bancario; - le informazioni presenti nel sistema informativo della Banca; - l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva. Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalle rete nell’apposito modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente. 2.4 Attività finanziarie deteriorate La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti. Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari. Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio. - Sono classificate tra le sofferenze le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili. - Sono classificate come crediti ristrutturati le posizioni per le quali la banca acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie 127 del debitore, ad una modifica delle condizioni contrattuali originarie. - Sono classificate tra le partite incagliate le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. - Sono classificate tra le esposizioni scadute e sconfinanti (past due loans) le esposizioni che si trovano in tale stato continuativamente da oltre 90 giorni e per un importo pari ad almeno il 10% dell’intera esposizione (soglia di materialità). Nel 2012 è venuta meno la deroga precedentemente concessa di poter classificare a past due le esposizioni scadute da 180 invece che da 90 giorni. La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a sofferenza, è affidata ai Direttori di Filiale e all’Ufficio Restructuring e Controllo Crediti. Tale attività si estrinseca principalmente come segue: - gestione prioritaria delle citate posizioni; - valutazione degli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure la definizione di piani di ristrutturazione; - determinazione delle previsioni di perdita sulle posizioni; - proposta agli organi superiori competenti per il passaggio a sofferenza di quelle posizioni che a causa di sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione. La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli approfondimenti e alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio. Su tali partite l’attività di monitoraggio svolta dall’Ufficio Restructuring e Controllo Crediti è volta ad assicurare adeguati interventi sulle singole posizioni, compresa l’eventuale proposta di contabilizzazione a sofferenza. Le attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall’Ufficio Legale e Contenzioso, anche in questo caso la metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico. Informazioni di natura quantitativa A. QUALITA’ DEL CREDITO A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale. A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) Portafogli/qualità 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale al 31.12.2012 Totale al 31.12.2011 Sofferenze Esposizioni ristrutturate Incagli Esposizioni scadute Altre attività Totale 1.768 154.577 1.768 154.577 24.095 41.236 863 9.860 44.540 579.572 44.540 655.626 24.095 20.507 41.236 30.023 863 1.111 9.860 14.416 755 781.212 726.839 755 857.266 792.895 A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) Attività deteriorate Portafogli/qualità Esposizione lorda 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 95.273 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale al 31.12.2012 95.273 Totale al 31.12.2011 80.321 I contratti derivati sono stati classificati tra le “Altre attività”. 128 Rettifiche specifiche Esposizione netta Esposizione lorda X 154.577 19.219 76.054 19.219 14.264 76.054 66.057 In bonis Rettifiche di portafoglio X 44.540 582.161 X 2.589 X X 781.278 726.466 X 2.589 1.824 Esposizione netta Totale (esposizione netta) 1.768 154.577 1.768 154.577 44.540 579.572 44.540 655.626 755 781.212 726.839 755 857.266 792.895 NOTA INTEGRATIVA A.1.2.1 Dettaglio del portafoglio crediti verso la clientela delle esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell’ambito di accordi collettivi e delle altre esposizioni A. esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell’ambito di accordi collettivi (1) Tipologie esposizioni\ valori Esposizioni lorde Rettifiche di portafoglio Esposizioni nette Esposizioni non scadute 9.421 -39 9.382 Esposizioni scadute sino a 3 mesi 110 -11 99 da oltre 3 mesi a 6 mesi da oltre 6 mesi a 1 anno oltre 1 anno B.Altre esposizioni in bonis totale crediti verso la clientela in bonis Esposizioni scadute Esposizioni non scadute sino a 90/180 giorni (2) 26.400 -100 26.300 2.812 -358 2.454 38.742 -508 38.235 Non vengono illustrate le esposizioni creditizie degli altri portafogli, diversi dai crediti verso clientela, in quanto non oggetto di rinegoziazione. (1) solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale e/o quota interessi) Le sospensioni di cui alla tabella, indicate nella parte A., derivano dall’adesione ad accordi collettivi o previsionio legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale ed interessi), quali ad esempio: - accordo quadro ABI-MEF stipulato ai sensi dell’art.12 della legge n. 2/2009 - Fondo Solidarietà (di conversione del D.L. N. 185/2008) - tutte le BCC; - avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese (tutte le BCC); - accordo per la sospensione del rimborso dei mutui stipulato fra ABI e associazione dei consumatori stipulato il 18/12/2009 nell’ambito del “Piano famiglia” - protocollo intesa 30.07.2009 con Regione Veneto - protocollo intesa Prefettura di Padova 27.07.2009 - avviso comune ABI del 3.8.2009 destinato alle PMI (2) nelle “altre esposizioni in bonis “ - esposizioni scadute sino a 90/180 giorni - sono di norma ricompresi i crediti il cui scaduto rientra nei 90 giorni, salvo alcune eccezioni che godono della deroga prevista nella circolare n. 263 della Banca d’italia, valida fino al 31 dicembre 2011, che amplia tale termine sino a 180 giorni. A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/valori A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività TOTALE A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate b) Altre TOTALE B TOTALE A + B Esposizione lorda Rettifiche di Rettifiche di vavalore di portalore specifiche foglio Esposizione netta X X X X 60.519 60.519 X 12.651 12.651 73.170 X 60.519 60.519 X 12.651 12.651 73.170 A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Nessuna esposizione verso Banche presenta le caratteristiche del deterioramento, e pertanto nessuna tabella della specie viene redatta. 129 A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/valori A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività TOTALE A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate b) Altre TOTALE B Esposizione lorda Rettifiche di Rettifiche di vavalore di portalore specifiche foglio 36.737 46.668 957 10.912 721.915 817.188 12.642 5.432 94 1.052 X X X X X 2.589 2.589 19.219 2.770 52.428 55.198 X Esposizione netta 24.095 41.236 863 9.860 719.326 795.380 2.770 52.428 55.198 X A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Causali/Categorie A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.6 altre variazioni in diminuzione D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate Sofferenze Incagli 29.812 32.873 12.784 27.235 21.085 2.715 3.435 13.439 193 12.577 5.652 Esposizioni ristrutturate 1.216 Esposizioni scadute 15.774 603 1.037 603 761 275 5.898 863 2.994 2.657 12.475 771 46.668 36.737 863 956 2.817 3.081 10.912 1.873 L’esposizione lorda delle posizioni in sofferenza è indicata al netto degli interessi maturati sulle stesse, che del resto sono completamente ammortizzati dal relativo fondo rettificativo all’uopo costituito. L’importo degli interessi alla data di bilancio è pari a 854 mila euro. A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche di valore B.1.bis perdite da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.2.bis utili da cessione C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate 130 Sofferenze Incagli 9.952 2.849 6.257 3.620 2.682 2.682 100 2.537 3.567 100 Esposizioni ristrutturate 105 Esposizioni scadute 1.358 11 306 11 94 306 1.052 7 140 2.056 100 1.371 12.642 5.432 NOTA INTEGRATIVA Le rettifiche di valore complessive sulle posizioni in sofferenza risentono come noto anche del coasto della c.s. “attualizzazione”, indicata al rigo B.3 delle variazioni in aumento, ed al rigo C.5 per le variazioni in diminuzione (indistintamente indicate per le estinzioni e/o il normale rilascio degli interessi maturati). Per quanto riguarda invece le rettifiche di valore apportate alle posizioni incagliate, ristrutturate e scadute, le stesse sono state oggetto di svalutazione analitica effettuata attraverso una metodologia forfetaria, sulla base di differenziati parametri di probabilità di insolvenza” (PD – probabilità of default) e di “perdita in caso di insolvenza” (LGD – Loss given default) determinate sulla base della movimentazione storica degli ultimi cinque anni sui crediti della specie passati a sofferenza. Il prodotto dei due indici (PD x LGD) ha fornito il coefficiente denominato “ELR – Effective Loss Ratio”, risultato pari a 9,776 che è da considerare il tasso di svalutazione medio dell’intero portafoglio crediti deteriorati, ovviamente al netto delle posizioni analiticamente svalutate. A.2 Classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni Esposizioni Classe 1 Classe 2 Classi di rating esterni Classe 3 Classe 4 134.757 Classe 5 A. Esposizioni creditizie per cassa B. Derivati B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fondi E. Altre Totale 134.757 Si precisa che le esposizioni creditizie rappresentate in tabella comprendono anche le quote di Oicr. Classe 6 Senza rating Totale 721.293 1.367 1.367 856.051 1.367 1.367 52.694 13.788 52.694 13.788 789.142 923.899 A.2.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni Esposizioni A. Esposizioni per cassa B. Derivati B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fondi E. Altre Totale Classe 1 855.899 1.367 1.367 Classe 2 Classi di rating interni Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 Totale 855.899 1.367 1.367 52.694 13.788 52.694 13.788 923.748 923.748 Si precisa che le esposizioni creditizie rappresentate in tabella comprendono anche le quote di Oicr. 131 1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1 totalmente garantite - di cui deteriorate 1.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate 2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 2.1 totalmente garantite - di cui deteriorate 2.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate Altri soggetti Banche Altri enti pubblici Governi e banche centrali Altri soggetti Banche Altri enti pubblici Governi e banche centrali Garanzie personali (2) Derivati su crediti Crediti di firma Altri derivati CLN Altre garanzie reali Titoli Leasing Finanziario Garanzie reali (1) Immobili Ipoteche Valore esposizione netta A.3 DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI GARANTITE PER TIPOLOGIA DI GARANZIA A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite Totale (1)+(2) 25 25 A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite 1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1 totalmente garantite - di cui deteriorate 1.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate 2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 2.1 totalmente garantite - di cui deteriorate 2.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate 132 4.500 31 4.500 31 4.500 Altri soggetti Banche Altri enti pubblici Altri soggetti Banche Altri enti pubblici CLN Governi e banche centrali 861 836 75 24 Totale (1)+(2) 625.411 607.190 69.025 18.221 5.266 839.983 834.310 117.504 5.673 3.103 945 917 38.315 852 417 848 33.282 35.399 26.072 910 12.243 2 852 417 848 125 28.473 925 4.810 2 30.590 1.050 4.810 2 28 9.088 7.887 556 1.201 75 Governi e banche centrali Garanzie personali (2) Derivati su crediti Crediti di firma Altri derivati Altre garanzie reali Titoli Leasing Finanziario Ipoteche Valore esposizione netta Garanzie reali (1) Immobili 874.363 1.729.770 870.460 1.718.941 88.075 210.710 3.902 10.829 811 3.989 NOTA INTEGRATIVA B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) X X X X 390 X 390 X X X 2 2 5 1 14.291 X 14.485 21 2 2 415 X 415 14.900 21 13.168 342 20.388 36.261 733 5.470 372.453 435.306 X X X 115 2.335 247 37.577 40.274 475.580 482.780 X 75 36 11.560 X 4.835 X 80 X 593 X X 1.866 17.068 1.866 X X X X 17.068 1.866 12.104 1.316 Rettifiche val. di portaf. Rettifiche val. di portaf. Rettifiche val. specif. Esposiz. netta Esposiz. netta Rettifiche val. specif. Rettifiche val. di portaf. X X X X X X X X X 390 457 Rettifiche val. di portaf. Esposiz. netta Rettifiche val. specif. 20 X X X X 139.752 49.911 189 X X X X 75 75 Rettifiche val. specif. 139.752 X 139.752 Rettifiche val. di portaf. Esposiz. netta Rettifiche val. specif. Rettifiche val. specif. Rettifiche val. di portaf. X X X X Altri soggetti Esposiz. netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) al 31.12.2012 Totale (A+B) al 31.12.2011 Esposiz. netta Governi Esposizioni/Controparti Società di assiSocietà finanziarie Imprese non finanziarie curazione Altri enti pubblici 3.707 4.787 129 4.385 192.440 205.447 1.081 576 14 459 X 2.131 31 41 14.436 14.508 219.955 221.565 X X X X 646 646 X X X X 2.131 1.818 646 469 B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) al 31.12.2012 Totale (A+B) al 31.12.2011 24.095 41.236 863 9.860 719.294 795.348 12.642 5.432 94 1.052 2.589 21.808 2 2 31 31 115 2.366 288 52.428 55.198 850.545 767.848 21.808 16.088 2 3 31 31 Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Resto del mondo Rettifiche valore compless. Asia Esposiz. netta Rettifiche valore compless. America Esposiz. netta Esposiz. netta Rettifiche valore compless. Altri Paesi europei Rettifiche valore compless. Esposizioni/Aree geografiche Esposiz. netta Italia 133 B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) al 31.12.2012 Totale (A+B) al 31.12.2011 397 94 1.752 2.149 8 102 24.084 40.840 863 9.860 563.675 639.322 102 138 115 2.366 288 52.300 55.070 694.392 701.798 24 24 2.173 2.635 153.490 153.490 21.604 15.411 94 94 153.585 62.762 Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Esposiz. netta 12.616 5.337 94 1.052 2.505 21.604 Sud-Isole Rettifiche valore compless. Centro Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Esposiz. netta Esposizioni/Aree geografiche Nord-Est Rettifiche valore compless. Nord-Ovest 11 26 74 74 376 387 2 28 74 364 9 9 396 653 28 175 B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) al 31.12.2012 Totale (A+B) al 31.12.2011 134 60.519 60.519 12.651 12.651 73.170 104.306 6 Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Resto del mondo Rettifiche valore compless. Asia Esposiz. netta Rettifiche valore compless. America Esposiz. netta Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Altri Paesi europei Rettifiche valore compless. Esposizioni/Aree geografiche Esposiz. netta Italia NOTA INTEGRATIVA B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio) (Versione alternativa) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) al 31.12.2012 Totale (A+B) al 31.12.2011 157 157 60.362 60.362 55 55 212 332 12.596 12.596 72.958 103.974 Rettifiche valore compless. Esposiz. netta Sud-Isole Rettifiche valore compless. Centro Esposiz. netta Rettifiche valore compless. Nord-Est Esposiz. netta Rettifiche valore compless. Esposizioni/Aree geografiche Esposiz. netta Nord-Ovest B.4 Grandi rischi a) Ammontare - Valore di Bilancio b) Ammontare - Valore Ponderato c) Numero Totale 31.12.2012 94.531 90.229 4 Totale 31.12.2011 29.427 26.930 4 L’aumento del valore complessivo dei grandi rischi deriva essenzialmente dalla posizione nei confronti di Iccrea Banca per circa 64 milioni di euro, depositaria delle disponibilità liquide della banca e principale controparte nella normale attività sia relativamente agli incassi e pagamenti, che della gestione della liquidità complessiva. Si fa notare che nel contempo Iccrea Banca è anche fornitrice e intermediaria nei nostri confronti di tutte le anticipazioni ottenute dalla nostra banca nei confronti di BCE per le operazioni di LTRO. 135 1. Operazioni di cartolarizzazione “proprie” Nella presente Sezione è riportata l’informativa riguardante le caratteristiche della/e operazione/i di cartolarizzazione posta/e in essere dalla Banca ai sensi della L. 130/1999. La normativa richiamata disciplina la cessione “in blocco” di crediti da parte di una società (originator) ad un’altra società appositamente costituita (Special Purpose Vehicle – SPV), la quale a sua volta emette titoli collocabili sul mercato (Asset Backed Securities - ABS) al fine di finanziare l’acquisto dei crediti stessi. Di seguito sono specificate le caratteristiche delle operazioni della specie, ivi incluse quelle ancora in essere effettuate negli esercizi precedenti. Alla data di chiusura del presente bilancio la banca ha in essere due operazioni di cartolarizzazione “proprie” di mutui in bonis; di queste una é operazione di auto-cartolarizzazione in quanto i titoli emessi sono stati integralmente sottoscritti dalla Banca. Quest’ ultima é oggetto di informativa nella Sezione della presente Parte E dedicata al rischio di liquidità. Sintesi delle politiche contabili adottate Il trattamento di Bilancio delle operazioni di cartolarizzazione effettuate dalla Banca anteriormente all’entrata in vigore dei principi IAS/IFRS differisce dal trattamento riservato alle stesse operazioni effettuate successivamente. Viceversa, per le operazioni di cartolarizzazione effettuate in data successiva al 1° gennaio 2004, come nel nostro caso, le regole in materia sancite dallo IAS 39 prevedono la mancata cancellazione dal bilancio dei crediti sottostanti in presenza del sostanziale mantenimento dei rischi e dei benefici del portafoglio ceduto; di conseguenza, detti attivi continuano a figurare nell’attivo del bilancio della Banca tra le attività cedute non cancellate. Inoltre, in misura pari alle passività emesse dalla società veicolo e detenute da soggetti diversi dalla Banca, si è proceduto all’iscrizione di una passività verso la società veicolo. Infine, con riferimento alle auto-cartolarizzazioni non si è proceduto ad iscrivere alcuna passività verso la società veicolo ed è stata, quindi, adottata la medesima rappresentazione adottata in Matrice dei Conti, ossia “a saldi chiusi”. CARTOLARIZZAZIONE EFFETTUATA NELL’ESERCIZIO 2006 Finalità La cartolarizzazione dei crediti permette l’approvvigionamento di rilevanti masse finanziarie in alternativa all’indebitamento diretto, con possibilità di riduzione delle attività di rischio ai fini dei coefficienti di solvibilità, senza estromettere l’originator dalla gestione del rapporto con il cliente. L’operazione, pertanto, si connota come il ricorso ad uno strumento di raccolta sui mercati internazionali per finanziare gli impieghi della Banca e si inquadra nell’ambito delle aspettative di sostegno allo sviluppo dell’economia del territorio, coerentemente con le linee strategiche aziendali. L’operazione è stata effettuata, oltre che nell’ottica di diversificazione delle fonti di finanziamento, anche per permettere una maggiore correlazione delle scadenze tra raccolta ed impieghi, nonché della possibilità di miglioramento dei coefficienti prudenziali di Vigilanza. In tale ambito, i principali vantaggi conseguiti sono sintetizzabili in: miglioramento del mismatching delle scadenze tra le poste attive e passive; diversificazione delle fonti di finanziamento; miglioramento dei “ratios” di Vigilanza; allargamento della base degli investitori e conseguente ottimizzazione del costo della raccolta. Informazioni generali Nel corso del 2006 la Banca ha partecipato ad un’operazione di cartolarizzazione di crediti ai sensi della L.130/199, avente per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela / banche residenti in Italia. L’operazione, realizzata con l’assistenza di Iccrea Banca, ha visto la cessione pro-soluto di portafogli di crediti nascenti da mutui ipotecari “in bonis” assistiti da ipoteca, erogati dalla Banca e da altre BCC-CR consorelle a clienti, per un valore nominale complessivo lordo di 480 milioni euro, di cui 20,5 mln euro relativi alla Banca. Soggetto organizzatore (arranger) è stata Iccrea Banca con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, delle Agenzie Moody’s e Standard & Poor’s. Per l’operazione ci si è avvalsi di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla L.130/99, denominata Credico Finance 7 srl, nella quale la Banca non detiene interessenze, né suoi dipendenti rivestono ruoli societari, e le cui quote sono detenute da Iccrea Banca. L’operazione si è concretizzata per mezzo di più contratti tra loro collegati, il cui schema è di seguito rappresentato: cessione pro-soluto, da parte degli originators, di un portafoglio di crediti individuati in “blocco”; acquisizione dei crediti da parte del cessionario/emittente - società veicolo - ed emissione da parte di quest’ultimo di “notes” caratterizzate da un diverso grado di rimborsabilità al fine di reperire mezzi finanziari; sottoscrizione delle “notes” Senior e Mezzanine da parte di intermediari collocatori; sottoscrizione da parte dei singoli originators delle notes Serie C – Junior. I mutui ceduti sono stati selezionati ed identificati dal cedente sulla base dei seguenti criteri oggettivi: sono garantiti da almeno un’ipoteca su di un immobile a destinazione residenziale o commerciale; sono denominati in lire / euro al momento dell’erogazione; la relativa rata viene addebitata direttamente in conto corrente; sono in regolare ammortamento, riportando in alcuni casi un ritardo massimo di 25 giorni alla data di efficacia; sono interamente liquidati; non sono stati erogati “in pool” con altri istituti di credito. I debitori ceduti sono tutti operanti nel territorio nazionale. 136 NOTA INTEGRATIVA Ripartizione per vita residua (dati in unità di euro) Vita residua Fino a 6 anni Da 6 a 8 anni Da 8 a 10 anni Oltre 10 anni Totale Numero mutui Importo 13 49 5 69 136 Distribuzione % 4,77% 28,34% 3,09% 63,80% 393.576 2.336.095 254.691 5.259.418 8.243.781 Ripartizione per settore di attività economica (dati in unità di euro) Settore di attività economica Soc. artigiane con meno di 20 addetti Famiglie consumatrici Famiglie produttrici: artigiani Famiglie produttrici: altre Totale Numero mutui 1 126 7 2 136 Importo 56.303 7.772.965 370.591 43.922 8.243.781 Distribuzione % 0,68% 94,29% 4,49% 0,53% 100,00% Il prezzo di acquisto del portafoglio dei crediti ceduti è stato definito in 20.518 mila euro e corrisponde al valore contabile dei crediti alla data del 22.11.2006, comprensivo di interessi maturati ma non ancora esigibili alla data dell’operazione. Non vi è overcollateralisation: l’outstanding value dei crediti risulta infatti pari all’ammontare dell’emissione e, quindi, l’operazione di cessione non ha comportato conseguentemente la rilevazione né di utili né di perdite. Di seguito si riportano i dati di flusso relativi ai crediti ceduti (dati in unità di euro) a. b. c. d. DESCRIZIONE Situazione iniziale Variazioni in aumento interessi corrispettivi Variazioni in diminuzione incassi pre-estinzioni e riduzioni Situazione finale ESERCIZIO IN CORSO 9.359.481 ESERCIZI PRECEDENTI 10.581.613 303.296 342.116 1.062.229 356.767 8.243.781 1.099.290 464.958 9.359.481 Come indicato, la Società Veicolo ha finanziato l’acquisto di crediti mediante emissione di titoli obbligazionari suddivisi in tre classi. Le caratteristiche delle tre tipologie di titoli emessi sono le seguenti: Titoli di classe A (titoli Senior) Obbligazioni a tasso variabile (Euribor tre mesi), maggiorato di uno spread pari allo 0,16% annuo, per un valore complessivo di 451,65 milioni di euro, a cui è stato attribuito rating AAA da parte di Moody’s e Standard & Poor’s. Titoli di classe B (titoli Mezzanine) Valore complessivo 16.700 mila euro Obbligazioni a tasso variabile, cui è stato attribuito rating A da parte di Moody’s e Standard & Poor’s. Titoli di classe C (titoli Junior) Obbligazioni a tasso variabile (unrated) per un valore complessivo di 9.589 mila euro. I titoli di classe A e B, quotati presso la Borsa Valori di Lussemburgo, sono stati interamente collocati presso primari investitori istituzionali. I titoli di classe C sono stati suddivisi in 16 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole banche; esse hanno provveduto a sottoscriverli interamente. Ognuna di queste ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo “alla pari”. Le “notes” Senior e Mezzanine godono di una valutazione o rating attribuito da Agenzie specializzate, come di seguito specificato: Serie 1A 1B 16 C 9C Notes Senior Mezzanine junior Junior quota Bcc Piove Rating AAA A No rating No rating Importo 451.650.000 16.700.000 9.589.745 410.499 Scadenza 03/2039 03/2039 03/2039 03/2039 Alle diverse tipologie di titoli è stato attribuito un diverso grado di subordinazione nella definizione delle priorità nei pagamenti, sia per il capitale che per gli interessi. Ad ogni scadenza trimestrale, le somme ricevute dagli attivi, dopo il pagamento delle spese e delle cedole sui titoli di classe A e B, vengono integralmente destinate al rimborso dei titoli Junior. In particolare, i titoli di classe A hanno priorità nel pagamento rispetto ai titoli di classe B. 137 La terza tranche di titoli (cosiddetta emissione Junior o tranche C), sprovvista di rating, è subordinata nel rimborso alle precedenti. Questa tipologia di titoli non ha una cedola predeterminata ed è remunerata solo in presenza di fondi residuali, dopo aver coperto tutte le spese di periodo (Senior costs, Interessi Classe A, Interessi Classe B, etc.). Il rimborso del capitale dei titoli di classe C è quindi ultimo nella gerarchia dei pagamenti, sia in caso di rimborso anticipato che in caso di estinzione naturale dei titoli. Descrizione dei sistemi interni di misurazione e controllo dei rischi connessi con l’operatività in cartolarizzazioni. Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi, la Banca continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti in portafoglio. Il processo di gestione delle cartolarizzazioni è assistito da specifica procedura interna che assegna compiti e responsabilità alle strutture organizzative dell’area amministrativa il compito di redigere e trasmettere i report mensili, trimestrali e semestrali agli altri componenti il gruppo della cartolarizzazione, nonché alla società veicolo ed agli organismi di controllo della stessa, nelle diverse fasi del processo stesso. Ciascuna delle banche cedenti esercita le attività di servicing in relazione allo specifico portafoglio dalla stessa ceduto, curando la gestione, l’amministrazione e l’incasso dei crediti, nonché dei procedimenti in conformità ai criteri individuati nel contratto di servicing. Per tale attività, disciplinata da specifica procedura, la Banca riceve una commissione pari allo 0,35 % annuo sull’outstanding e al 6% annuo sugli incassi relativi a posizioni in default. In adempimento a quanto disposto dalle Istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia in materia, la Banca verifica inoltre che l’operazione nel suo complesso sia gestita in conformità alla legge e al prospetto informativo (Offering Circular). Il portafoglio di ciascuna cartolarizzazione è sottoposto a monitoraggio periodico; sulla base di tale attività sono predisposti report mensili e trimestrali verso la Società Veicolo e le controparti dell’operazione, così come previsti dalla documentazione contrattuale, con evidenze dello status dei crediti, dell’andamento degli incassi, della morosità e delle posizioni in contenzioso. Tale informativa costituisce anche la rendicontazione periodica sull’andamento dell’operazione effettuata all’Alta direzione e al CdA. Descrizione delle politiche di copertura adottate per mitigare i rischi connessi A copertura del rischio di tasso di interesse, la Società Veicolo ha sottoscritto un contratto di Interest rate swap. Ciascun Cedente aveva fornito alla Società Veicolo una linea di liquidità proporzionale all’ammontare ceduto, che nel nostro caso ammontava a 846 mila euro, da attivarsi nel caso in cui, ad una data di pagamento, i fondi disponibili rivenienti dagli incassi non fossero sufficienti per remunerare i portafogli dei titoli secondo l’ordine di priorità predefinito dei pagamenti . I Cedenti inoltre avevano inoltre assunto il ruolo di Limited Recourse Loan Providers. Ciascun Cedente ha quindi messo a disposizione della Società Veicolo titoli di stato (o altri titoli secondo quanto previsto contrattualmente, specificare tipologia di titoli e importi) con la funzione di fornire una forma di supporto di liquidità, sostitutiva a quanto già effettuato con la Linea di Liquidità; detta forma di garanzia risulta escutibile solo nell’impossibilità di utilizzare la linea medesima ed attivabile fino al suo completo utilizzo. Ciò al fine di consentire alla Società Veicolo di far fronte tempestivamente al pagamento delle somme dovute ai Portatori dei Titoli Senior e Mezzanine, a titolo di interessi e capitale, ai sensi del regolamento delle Notes, nonché di far fronte ai costi dell’operazione di cartolarizzazione. Il perdurante stato di crisi economica e le turbolenze dei mercati che hanno visto, tra l’altro, il downgrade del merito creditizio dello Stato Italiano, hanno reso opportuna una rivisitazione delle forme collaterali di garanzia previste per le operazioni di cartolarizzazione poste in essere dalla Banca negli anni precedenti. In questo contesto nel mese di dicembre 2011 sono state apportate alcune modifiche ai Contratti dell’operazione ed in particolare al Contratto di Finanziamento della Liquidità, allo scopo di consentire, in caso di necessità, la sostituzione dei titoli di stato. Per effetto di tali modifiche, la BCC, previa comunicazione all’ SPV, ha sostituito il Mutuo a Ricorso Limitato in titoli di stato con una Riserva di liquidità ( “cash reserve”), costituita attraverso il “tiraggio” completo, da parte della società veicolo, della Linea di liquidità. La liquidità è stata versata su un apposito conto corrente intestato alla società veicolo (Conto Riserva di Liquidità). A fronte di tali versamenti la Società Veicolo ha rimborsato alla BCC il Mutuo a Ricorso Limitato, tramite restituzione dei titoli di stato. L’ammontare trasferito sul Conto Riserva di Liquidità è stato pari al valore della Linea di liquidità, dedotte le somme già a credito della BCC per effetto dell’utilizzo della Linea di Liquidità stessa in corso al momento della sostituzione. La Società Veicolo può utilizzare i fondi disponibili sul Conto Riserva di Liquidità per soddisfare i suoi impegni, in conformità ai Contratti che regolano l’operazione. Gli interessi che maturano sulle somme a disposizione sul Conto Riserva di Liquidità concorrono a costituire i Fondi Disponibili del portafoglio che, dedotti gli impegni prioritari, vengono riconosciuti alla BCC originator come interessi sui conti. Sulle somme utilizzate la Società Veicolo riconosce alla BCC interessi al tasso Euribor + 0,10 bp. Poiché l’operazione non ha comportato la derecognition dei crediti, il credito per Riserva di Liquidità è esposto in bilancio a riduzione della “passività per attività cedute ma non cancellate” . Attesa la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio che rimane in capo alla Banca è determinato dalla differenza tra il valore complessivo delle attività cedute e non cancellate e la passività iscritta verso il veicolo per attività cedute ma non cancellate. Politiche contabili adottate Per quanto attiene alla rappresentazione dell’operazione dal punto di vista contabile, la cartolarizzazione nel bilancio della Banca è stata riflessa come segue: 1) i mutui cartolarizzati sono allocati, nell’ambito dei crediti verso clientela, alla sottovoce “mutui”, generando a conto economico corrispondenti interessi attivi; 2) la passività verso la società veicolo è iscritta tra i debiti verso clientela, nella sottovoce “altri debiti”, rilevando a conto economico i corrispondenti interessi passivi; 3) le spese legate all’operazione sono state ripartite nel conto economico pro–rata temporis sulla base dell’expected maturity. La non cancellazione dei mutui cartolarizzati e la rappresentazione dei medesimi è avvenuta per il loro importo integrale, in quanto la Banca ha mantenuto tutti i rischi ed i benefici, non essendosi modificata sostanzialmente l’esposizione alla variabilità ed alle tempistiche dei flussi finanziari netti delle attività trasferite. 138 NOTA INTEGRATIVA Informativa sui risultati economici connessi con le posizioni in bilancio e “fuori bilancio” I risultati economici complessivi derivano sia dai differenziali strettamente connessi alle operazioni medesime (costo della provvista, rendimento della nuova liquidità ottenuta, costi operativi), sia dai mutamenti indotti nel profilo tecnico della Banca (miglioramento dei “ratios” di Vigilanza, riequilibrio del portafoglio impieghi, allineamento delle scadenze delle poste dello stato patrimoniale, ecc.) che incidono sul suo standing. In particolare, all’avvio dell’operazione di cartolarizzazione, la Banca ha ottenuto, contestualmente alla cessione dei crediti, il regolamento del prezzo dei medesimi in misura pari alla somma algebrica tra il corrispettivo per i mutui cartolarizzati e la sottoscrizione della tranche del titolo C di propria competenza, al netto degli oneri sostenuti inizialmente per la strutturazione dell’operazione. In ogni periodo, la Banca beneficia inoltre delle commissioni percepite per l’attività di servicing svolta per conto dell’emittente delle notes, del rendimento sotto forma di excess spread del titolo Junior sottoscritto (in funzione della performance dei crediti ceduti), nonché di un risultato connesso con il reimpiego della liquidità generata dall’operazione. Sintesi dei risultati economici connessi con l’operazione di cartolarizzazione (dati in unità di euro) Interessi maturati su titolo junior classe C Interessi attivi su cash reserve Commissioni attive di servicing Risultato dell’operazione 157.834 512 36.224 194.571 Si evidenzia che tale operazione, essendo stata posta in essere dopo il 30 settembre 2005, è assoggettata alle disposizioni previste dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, che subordinano il riconoscimento ai fini prudenziali delle cartolarizzazioni alla condizione che le stesse realizzino l’effettivo trasferimento del rischio di credito per il cedente, come modificate da ultimo dal VII aggiornamento di gennaio 2011. Si precisa altresì che le citate disposizioni prevedono che il trattamento contabile delle stesse non assuma alcun rilievo ai fini del loro riconoscimento prudenziale. Per l’operazione di cartolarizzazione posta in essere dalla Banca, si evidenzia il mancato significativo trasferimento del rischio di credito e il mancato riconoscimento ai fini prudenziali. Il requisito prudenziale è, pertanto, pari all’8% del valore ponderato delle attività cartolarizzate. Quest’ultimo è calcolato in base all’approccio utilizzato dalla Banca per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito (Metodologia Standardizzata). 2. Operazioni di cartolarizzazione di “terzi” La Banca detiene in portafoglio titoli rinvenienti da operazioni di cartolarizzazione di “terzi” per complessivi 840 mila euro. Titoli – Junior IT0004237753 Strumenti finanziari Valore nominale 840.000 Valore di bilancio 863.857 Trattasi di titoli di classe C emessi dalla Società Veicolo Credico Funding 3-CBO srl nel contesto di una emissione di obbligazioni della Banca (prestito Obbligazionario codice ISIN IT0004226418 per complessivi 30 milioni di euro), acquistati da ICCREA Banca spa e successivamente cedute alla Società Veicolo. Tali titoli figurano nell’attivo dello Stato Patrimoniale della Banca tra i Crediti verso Clientela, voce 70 dello S.P.Attivo. Si precisa che relativamente alle suddette operazioni di cartolarizzazione, la Banca non svolge alcun ruolo di servicer, né detiene alcuna interessenza nella Società Veicolo. Nell’esercizio non si sono apportate rettifiche di valore su titoli in portafoglio posseduti. 139 Informazioni di natura quantitativa C.1.1 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione distinte per qualità delle attività sottostanti Espos. netta Espos. lorda Espos. netta Linee di credito Mezzanine Junior Espos. lorda Espos. netta Senior Espos. lorda 864 Espos. netta 864 Espos. lorda 410 864 Espos. netta 454 864 Espos. lorda 410 Espos. netta Espos. netta 454 A. Con attività sottostanti proprie : a) Deteriorate b) Altre B. Con attività sottostanti di terzi : a) Deteriorate b) Altre Garanzie rilasciate Senior Mezzanine Junior Espos. lorda Espos. lorda Espos. netta Espos. lorda Espos. lorda Qualità attività sottostanti/Esposizioni Espos. netta Esposizioni per cassa Senior Mezzanine Junior C.1.2 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione “proprie” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni Rettif./ripr. di valore Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Linee di credito Mezzanine Junior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Senior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Esposizione netta Garanzie rilasciate Mezzanine Junior Rettif./ripr. di valore Senior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Valore di bilancio Rettif./ripr. di valore Valore di bilancio Rettif./ripr. di valore Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni Valore di bilancio Esposizioni per cassa Senior Mezzanine Junior A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio C. Non cancellate dal bilancio 457 C.1 Credico Finance 7 457 Quanto sopra rappresenta il controvalore del titolo junior sottoscritto in occasione della cartolarizzazione dei mutui con la SPV “Credico Finance 7” C.1.3 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione “di terzi” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipo di esposizione Credico Funding 3 864 Il valore indicato è relativo al titolo junior sottoscritto in occasione della cartolarizzazione di provvista denominata “Credico Funding 3” 140 Rettif./ripr. di valore Junior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Linee di credito Mezzanine Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Senior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Esposizione netta Garanzie rilasciate Mezzanine Junior Rettif./ripr. di valore Senior Esposizione netta Rettif./ripr. di valore Valore di bilancio Rettif./ripr. di valore Valore di bilancio Rettif./ripr. di valore Tipologia attività sottostanti/Esposizioni Valore di bilancio Esposizioni per cassa Senior Mezzanine Junior NOTA INTEGRATIVA C.1.4 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione ripartite per portafoglio e per tipologia Esposizione/portafoglio Attività finanziarie detenute per negoziazione Attività finanziarie fair value option Attività finanzia- Attività finanziarie disponibili per rie detenute sino Crediti la vendita alla scadenza Totale 31.12.2012 864 864 902 864 864 902 1. Esposizioni per cassa - senior - mezzanine - junior 2. Esposizioni fuori bilancio - senior - mezzanine - junior Totale 31.12.2011 C.1.5 Ammontare complessivo delle attività cartolarizzate sottostanti ai titoli junior o ad altre forme di sostegno creditizio Attività/Valori A. Attività sottostanti proprie: A.1 Oggetto di integrale cancellazione 1. Sofferenze 2. Incagli 3. Esposizioni ristrutturate 4. Esposizioni scadute 5. Altre attività A.2 Oggetto di parziale cancellazione 1. Sofferenze 2. Incagli 3. Esposizioni ristrutturate 4. Esposizioni scadute 5. Altre attività A.3 Non cancellate 1. Sofferenze 2. Incagli 3. Esposizioni ristrutturate 4. Esposizioni scadute 5. Altre attività B. Attività sottostanti di terzi: B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Esposizioni ristrutturate B.4 Esposizioni scadute B.5 Altre attività Cartolarizzazioni tradizionali Cartolarizzazioni sintetiche X X X X X X X X X X 864 864 437.866 437.866 C.1.6 Interessenze in società veicolo Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene alcuna interessenza nelle varie società veicolo interessate alle cartolarizzazioni, sia proprie che di terzi. Per tale motivo non si compila alcuna tabella. C.1.7 Attività di servicer - incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo Attività cartolarizzate (dato di fine periodo) Incassi crediti realizzati nell’anno senior Società veicolo Deteriorate Credico Finance 7 Quota % dei titoli rimborsati (dato di fine periodo) 108 In bonis 8.127 Deteriorate In bonis 1.116 attività deteriorate 0% mezzanine junior attività in bonis attività deteriorate attività in bonis 0% 0% 0% attività deteriorate 0% attività in bonis 0% Nel totale degli incassi dell’esercizio sono ricompresi 357 mila euro relativi a mutui riacquistati e/o estinti anticipatamente. 141 C.2 OPERAZIONI DI CESSIONE A. Attività finanziarie e non cancellate integralmente Informazioni di natura qualitativa Vengono segnalate nella presente sezione le (eventuali) cessioni temporanee di titoli alla Clientela (denominate operazioni di pronti contro termine passive), nonché la posizione relativa ai crediti cartolarizzati, ceduti ma non cancellati dal Bilancio. C.2 Operazioni di cessione C.2.1 Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e intero valore Forme tecniche/Portafoglio A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. O.I.C.R. 4. Finanziamenti B. Strumenti derivati Totale al 31.12.2012 di cui deteriorate Totale al 31.12.2011 di cui deteriorate Attività finanziarie detenute per la negoziazione A B C Attività finanziarie valutate al fair value A X B X C X Attività finanziarie disponibili per la vendita A X B X C X Attività finanziarie detenute sino alla scadenza A B C Crediti verso banche Crediti verso clientela A B C A B 8.125 C X X X X 8.125 X X 8.125 75 9.247 91 X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 3.063 Totale 2012 8.125 2011 12.310 3.063 8.125 9.247 8.125 75 X X 12.310 91 X Legenda: A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio) B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio) C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore) Gli importi della presente tabella si riferiscono ai mutui cartolarizzati, ceduti ma non cancellati dalle attività della Banca. Non erano presenti operazioni di Pronti contro Termine alla data del bilancio. C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio Passività/Portafoglio attività 1. Debiti verso clientela a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente 2. Debiti verso banche a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente Totale al 31.12.2012 Totale al 31.12.2011 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.928 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Totale 6.874 6.874 6.874 6.874 6.874 7.989 6.874 10.917 La tabella è speculare alla precedente, e vi è rappresentato, nella colonna “Crediti verso la Clientela” il totale del debito verso la Società veicolo della cartolarizzazione denominata CF7, ed è costituita dal totale dei crediti cartolarizzati non ancora incassati, al netto del titolo junior e della linea di liquidità concessa alla società veicolo stessa. D. Modelli per la misurazione del rischio di credito La Banca non dispone di modelli di misurazione del rischio di credito. 142 NOTA INTEGRATIVA SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 2.1 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO – PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA A. Aspetti generali La Banca svolge, in via principale, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse. L’attività di negoziazione riguarda anche strumenti di capitale, rappresentati prevalentemente da OICVM quotati (in particolare ETF/ETC). In ogni caso tale attività risulta del tutto residuale rispetto all’operatività sui mercati obbligazionari. La dimensione del portafoglio di proprietà è strettamente legata alla posizione di liquidità di tesoreria. La Banca, pertanto, non svolge attività di negoziazione in senso stretto: i titoli del portafoglio di negoziazione sono detenuti in un’ottica di complementarietà con il portafoglio bancario, risultando destinati alla costituzione delle riserve di liquidità secondaria, a fronte delle esigenze di tesoreria. La Banca non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Banca stessa. B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di vigilanza La Banca monitora il rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di Vigilanza mediante l’approccio previsto dalla normativa prudenziale emanata dalla Banca d’Italia (Circolare n. 263/06). Coerentemente con la regolamentazione prudenziale di cui alla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, il Consiglio di Amministrazione della Banca - con le delibere del 20/12/2007 e del 27/03/2008 - si è espresso – tra l’altro – a favore: - dell’adozione della metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per i rischi di mercato (I Pilastro); - dell’utilizzo, nell’ambito della suddetta metodologia, del metodo basato sulla scadenza per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di posizione generico sui titoli di debito; - dell’utilizzo, nell’ambito della suddetta metodologia, del metodo della “doppia entrata” per convertire in posizioni nel sottostante i derivati e le altre operazioni “fuori bilancio” che dipendono in misura rilevante dai tassi di interesse. In particolare, per i titoli di debito il “rischio generico”, ovvero il rischio di perdite causate da una avversa variazione del livello dei tassi di interesse, è misurato tramite il “metodo basato sulla scadenza” che prevede la distribuzione, distintamente per ciascuna valuta, delle posizioni in fasce temporali di vita residua di riprezzamento del tasso di interesse; le posizioni così allocate sono opportunamente compensate per emissione, fascia temporale e gruppi di fasce temporali. Il requisito è dato dalla somma dei valori delle posizioni residue e delle posizioni ponderate compensate. I derivati e le altre operazioni “fuori bilancio” del portafoglio di negoziazione di vigilanza che dipendono in misura prevalente dai tassi di interesse sono convertiti in posizioni nel sottostante attraverso il cd. “metodo della doppia entrata” che consiste nell’esprimere le posizioni, per vita residua, come combinazione di una attività e di una passività a pronti e di uguale importo. La Banca nel corso dell’esercizio 2012 ha utilizzato tale metodologia standardizzata per la determinazione dei requisiti patrimoniali. Il Responsabile dell’Ufficio Finanza di Proprietà e il Direttore Centrale Finanza analizzano periodicamente il portafoglio di negoziazione e definiscono gli appropriati interventi di investimento, nel rispetto dei limiti di portafoglio approvati dal Consiglio di Amministrazione. La gestione e la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk, Modified Duration e di Massima Perdita Accettabile (stop-loss) che consentono di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di negoziazione. In particolare, il limite di Value at Risk è definito con un intervallo di confidenza pari al 99% e un periodo di detenzione (holding period) di dieci giorni lavorativi. Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate, sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese. La banca, inoltre, monitora costantemente gli investimenti di capitale al fine di assumere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo. Per quanto riguarda gli OICR viene costantemente monitorato il valore corrente delle quote onde assumere tempestivamente le decisioni più opportune. Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito dall’Ufficio Finanza di Proprietà sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione). Come riportato con riferimento al rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio nel suo complesso. I modelli a supporto delle analisi di rischio sono gestiti dall’outsourcer dei sistemi informatici, che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso. I risultati di tali analisi sono riportati all’attenzione del Consiglio di Amministrazione. Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interni. 143 Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari (242 EURO) da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 da oltre 5 fino a 3 oltre 10 durata indeTipologia/Durata residua a vista mesi fino a mesi fino a anno fino a anni fino a mesi anni terminata 6 mesi 1 anno 5 anni 10 anni 1. Attività per cassa 1.135 1.1 Titoli di debito 1.135 - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.135 1.2 Altre attività 2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari (001 DOLLARO USA) da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 da oltre 5 durata indeTipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi mesi fino a 6 mesi fino a 1 anno fino a anni fino a oltre 10 anni terminata mesi anno 5 anni 10 anni 1. Attività per cassa 2 1.1 Titoli di debito 2 - con opzione di rimborso anticipato - altri 2 1.2 Altre attività 2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di ‘analisi della sensitività’ La banca non dispone di alcun modello interno per la valutazione dell’analisi di sensibilità. 144 NOTA INTEGRATIVA 2.2 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO - PORTAFOGLIO BANCARIO A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1. Rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario Principali fonti del rischio di tasso di interesse Le fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili principalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela. In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile. Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”. Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso La Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a contenere il rischio di tasso. Tali misure di attenuazione e controllo trovano codifica nell’ambito delle normative aziendali attraverso la definizione di politiche, limiti, disposizioni. Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nell’Ufficio Finanza di Proprietà e nella Funzione di Risk Management le strutture deputate a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene su base trimestrale. Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente capitale interno, il Consiglio di Amministrazione della Banca con la delibera del 27 marzo 2008, ha deciso di utilizzare l’algoritmo semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia. Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario a fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base. L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici. 1. Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non rientranti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza. 2. Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul totale passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro. 3. Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune attività e passività, le attività e le passività sono inserite nello scadenziario secondo i criteri previsti nella Circolare 272 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti” . Le posizioni in sofferenza, incagliate e scadute e sconfinanti (deteriorate) sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle previsioni di recupero dei flussi di cassa. Le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni di recupero dei flussi di cassa sono convenzionalmente allocate nelle differenti fasce temporali sulla base di una ripartizione proporzionale, utilizzando come base di riparto la distribuzione nelle varie fasce di vita residua (a parità di tipologia di deterioramento) delle previsioni di recupero effettuate sulle altre posizioni deteriorate. 4. Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce). 5. Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli aggregati approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato. 6. Aggregazione nelle diverse valute: le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato. Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) stabiliscono che nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca superiore al 20% del patrimonio di vigilanza la Banca d’Italia approfondisce con la Banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi. La Banca ha definito un valore pari al 15% come soglia di attenzione. La Banca effettua prove di stress attraverso la citata metodologia e considerando un incremento di 100 bps dello shock di tasso. Rischio di prezzo – Portafoglio Bancario Il portafoglio bancario accoglie particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. In particolare, nel portafoglio bancario sono presenti per lo più partecipazioni che costituiscono cointeressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca. Il rischio di prezzo bancario è gestito alla Direzione Generale, che in questa attività è supportata dall’Ufficio Finanza di Proprietà e dalla Funzione di Risk Management (in quanto referente del processo ICAAP), sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di partecipazioni strumentali all’attività bancaria, di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione). Vista l’attuale limitata operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo. B. Attività di copertura del fair value Obiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura del fair value, tipologie di contratti derivati utilizzati per la copertura e natura del rischio coperto La Banca ha posto in essere operazioni di copertura gestionale da variazioni del fair value, per la cui rappresentazione contabile si avvale di quanto disposto 145 dalla cosidetta “Fair Value Option”. La principale tipologia di derivati utilizzati è rappresentata da contratti IRS (interest rate swap) di copertura. Le attività e le passività coperte sono principalmente rappresentate da “prestiti obbligazionari” emessi e da impieghi a tasso fisso a favore della clientela. Per quanto concerne i finanziamenti sottostanti, oggetto di copertura, si osserva che essi sono classificati alla voce 70 e sono valutati al “costo ammortizzato”. Tale classificazione si è resa necessaria in quanto sarebbe stato estremamente complesso, se non addirittura impossibile, procedere alla valutazione secondo il criterio della “fair value option” sia del derivato che del finanziamento oggetto di copertura, trattandosi di valutare il rischio di inadempimento della controparte e quello connesso alle previsioni di pagamento. Poiché le caratteristiche dei derivati e dei finanziamenti sono strettamente correlate (identica quantità, durata, piano di ammortamento, scadenze), ci si è avvalsi dell’opportunità prevista dalla circolare 155/91 della Banca d’Italia, in cui si prevede che i contratti derivati rientrino nel portafoglio di negoziazione di vigilanza solo se trattati ai fini interni come derivati di negoziazione. In altri limitati casi la Banca ha predisposto la copertura del fair value tramite la tecnica dell’hedge accounting. La Banca si è dotata di presidi di carattere organizzativo e strumentale in coerenza con quanto statuito dalla disciplina in tema di fair value option. C. Attività di copertura dei flussi finanziari La Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile. D. Attività di copertura di investimenti esteri La Banca non pone in essere operazioni di copertura di investimenti esteri. 146 NOTA INTEGRATIVA Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte a vista 414.838 3.124 da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 da oltre 5 mesi fino a mesi fino a anno fino anni fino a 6 mesi 1 anno a 5 anni 10 anni 171.937 46.756 24.455 121.709 53.538 15.536 12.886 10.193 49.831 49.044 fino a 3 mesi oltre 10 anni 20.360 14.827 3.124 18.140 393.575 128.563 265.012 15.536 26.055 130.346 12.886 10.193 49.831 49.044 14.827 33.870 5.532 33.870 71.878 19.274 52.604 4.494 130.346 14.263 3.107 11.155 4.494 5.532 265.012 301.838 297.041 262.631 34.411 130.346 170.632 14.283 7.409 6.874 33.870 72.231 32.288 14.459 17.829 11.155 26.978 15.395 15.395 52.605 217.509 3.365 3.365 4.494 1 1 5.532 34.411 4.063 3.709 354 734 6.874 84.572 17.829 84.572 71.777 39.943 11.583 214.144 734 71.777 39.943 11.583 214.144 8.587 99.570 14.834 12.332 74.320 16.072 8.297 8.587 99.570 87.516 1.325 86.190 12.054 1.884 10.170 102 102 14.834 5.567 4.532 1.035 9.267 406 8.861 332 332 12.332 12.237 12.237 74.320 46.264 46.264 16.072 15.303 15.303 8.297 7.564 7.564 95 28.056 19.054 9.002 1.292 1.292 769 733 769 733 1.145 1.145 8.587 8.437 150 5.822 1.333 4.488 durata indeterminata 1 1 95 284 284 147 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DOLLARO USA) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte 148 a vista fino a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 da oltre 1 da oltre 5 mesi fino anno fino anni fino a a 1 anno a 5 anni 10 anni 5 25 368 188 321 47 188 5 25 47 188 5 25 47 589 552 552 188 5 25 37 37 oltre 10 anni durata indeterminata NOTA INTEGRATIVA 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (002 STERLINA GB) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte a vista 20 fino a 3 mesi da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 mesi fino a mesi fino a anno fino 6 mesi 1 anno a 5 anni da oltre 5 anni fino a 10 anni oltre 10 anni durata indeterminata 20 26 26 26 149 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (071 YEN GIAPPONESE) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte 150 a vista fino a 3 mesi 106 106 106 106 106 106 106 da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 mesi fino a mesi fino a anno fino 6 mesi 1 anno a 5 anni da oltre 5 anni fino a 10 anni oltre 10 anni durata indeterminata NOTA INTEGRATIVA 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (003 FRANCO SVIZZERA) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte fino a 3 mesi a vista 3 410 da oltre 3 da oltre 6 da oltre 1 mesi fino a mesi fino a anno fino 6 mesi 1 anno a 5 anni da oltre 5 anni fino a 10 anni oltre 10 anni durata indeterminata 3 410 410 2 2 2 410 411 411 411 151 2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività Portafoglio di negoziazione di vigilanza (Banca d’Italia - circ 262 del 22 dic 2005 - cap 2 - par 6 - parte E - sez 2 - punto 2.1 rischio tasso) Si riportano di seguito gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse pari a +/- 100 punti base sul margine d’intermediazione, sul risultato d’esercizio e sul patrimonio netto. Le stime sono state effettuate ipotizzando l’invarianza della struttura patrimoniale in termini di masse e mix di attività e passività, nonché ipotizzando che le poste a vista abbiano un adeguamento ritardato e parziale alle nuove condizioni di mercato, stimato attraverso un’analisi econometrica ad hoc (modello del cosiddetto “replicating portfolio”). Shock + 100 punti base Effetto Variazione importo variazione Margine di intermediazione incidenza % importo variazione Utile d’esercizio 10.923 incidenza % importo variazione valore economico Patrimonio Netto incidenza % Shock - 100 punti base importo variazione Margine di intermediazione incidenza % importo variazione Utile d’esercizio incidenza % importo variazione valore economico Patrimonio Netto incidenza % 11.967 0,04% 0,45% -33 -0,00% -11.967 -0,04% -10.923 -0,45% 2 0,00% Portafoglio Bancario (Banca d’Italia - circ 262 del 22 dic 2005 - cap 2 - par 6 - parte E - sez 2 - punto 2.2 rischio tasso) Si riportano di seguito gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse pari a +/- 100 punti base sul margine d’interesse, sul risultato d’esercizio e sul patrimonio netto. Le stime sono state effettuate ipotizzando l’invarianza della struttura patrimoniale in termini di masse e mix di attività e passività, nonché ipotizzando che le poste a vista abbiano un adeguamento ritardato e parziale alle nuove condizioni di mercato, stimato attraverso un’analisi econometrica ad hoc (modello del cosiddetto “replicating portfolio”). Shock + 100 punti base Effetto Variazione importo variazione Margine di interesse incidenza % importo variazione Utile d’esercizio incidenza % importo variazione valore economico Patrimonio Netto incidenza % Shock - 100 punti base importo variazione Margine di interesse incidenza % importo variazione Utile d’esercizio incidenza % importo variazione valore economico Patrimonio Netto incidenza % 1.732.375 7,34% 1.581.201 65,19% -3.713.374 -4,91% -1.732.375 -7,34% -1.581.201 -65,19% 5.811.859 7,69% Titoli di capitale (Banca d’Italia - circ 262 del 22 dic 2005 - cap 2 - par 6 - sez 2 - punto 2.3 rischio prezzo) Si riportano di seguito gli effetti di una variazione dei prezzi dei titoli di capitale e degli indici azionari sul margine di intermediazione, sul risultato d’esercizio e sul patrimonio netto. Le stime sono state effettuate utilizzando la metodologia VAR (metodo varianza/covarianza, intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni lavorativi). In particolare, il VAR del portafoglio azionario è stato rilevato con riferimento ai valori in essere alla data del 31 dicembre. VAR al 31 dic importo bilancio incidenza Margine di intermediazione Utile di Esercizio Patrimonio netto 152 € 12.663,10 € 30.167.744 € 2.425.662 € 75.575.762 0,04% 0,52% 0,02% NOTA INTEGRATIVA 2.3 RISCHIO DI CAMBIO A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell’esercizio dell’attività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% del patrimonio di vigilanza (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio. La Banca è marginalmente esposta al rischio di cambio alla luce dei richiamati vincoli normativi. Tale esposizione si concretizza per effetto dell’operatività tradizionale con particolari tipologie di clientela oppure dell’attività di servizio alla clientela. L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia. La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (“in bilancio” e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute. La struttura organizzativa vede la gestione del rischio di cambio demandata all’Ufficio Finanza di Proprietà e la misurazione dell’esposizione netta in cambi di competenza dell’Ufficio Estero e Internazionalizzazione d’Impresa. Le analisi vengono condotte giornalmente con rendicontazione mensile prevista all’interno della relazione su limiti e deleghe in ambito della gestione Finanza. B. Attività di copertura del rischio di cambio La Banca, non assumendo esposizioni in divisa, non pone in essere operazioni di copertura 153 Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati Voci A. Attività finanziarie A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche A.4 Finanziamenti a clientela A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività C. Passività finanziarie C.1 Debiti verso banche C.2 Debiti verso clientela C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività E. Derivati finanziari - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte Totale attività Totale passività Sbilancio (+/-) Dollari USA 588 2 Sterline 20 321 265 20 18 589 37 552 6 26 607 589 17 26 26 Yen Valute Dollari canadesi 106 1 4 413 413 1 417 413 4 26 106 106 2. Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività La Banca non dispone di modelli interni per la valutazione dell’analisi di sensitività ai fini del rischio di cambio 154 3 410 106 106 106 Franchi svizzeri 413 1 Altre valute NOTA INTEGRATIVA 2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi A.2.1 Di copertura Attività sottostanti/Tipologie derivati 1. Titoli di debito e tassi d’interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi Totale al 31.12.2012 Controparti Over the counter centrali 8.953 Totale al 31.12.2011 Controparti Over the counter centrali 8.862 8.953 8.862 8.953 8.802 8.862 7.511 A.2.2 Altri derivati Attività sottostanti/Tipologie derivati 1. Titoli di debito e tassi d’interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi Totale al 31.12.2012 Over the Controparti counter centrali 12.629 12.629 Totale al 31.12.2011 Over the Controparti counter centrali 12.943 12.943 161 161 12.629 12.787 13.104 13.142 Nella tabella sono riportati i valori nominali dei derivati da strumenti finanziari complessi. Tali derivati in Bilancio sono classificati tra le attività e le passività di negoziazione. 155 A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti Portafogli/Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario - di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri C. Portafoglio bancario - altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti Portafogli/Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario - di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri C. Portafoglio bancario - altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 156 Fair Value positivo Totale al 31.12.2012 Totale al 31.12.2011 Over the Controparti Over the Controparti counter centrali counter centrali 755 457 755 457 612 310 612 310 1.367 767 Fair Value negativo Totale al 31.12.2012 Totale al 31.12.2011 Controparti Controparti Over the counter Over the counter centrali centrali 462 353 462 353 462 353 NOTA INTEGRATIVA 1) Titoli di debito e tassi d’interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura Altri soggetti Imprese non finanziarie Società di assicurazione Società finanziarie Banche Altri enti pubblici Contratti non rientranti in accordi di compensazione Governi e banche centrali A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione 21.582 1.367 462 122 Sono rappresentati i valori sottostanti i contratti derivati in essere a fine esercizio, nell’ambito della fair value option e dell’hedge accounting, ovvero a copertura gestionale delle proprie attività e passività, ma non oggetto di negoziazione con la Clientela. A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d’interesse A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori B. Portafoglio bancario B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d’interesse B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro B.4 Derivati finanziari su altri valori Totale al 31.12.2012 Totale al 31.12.2011 Oltre 1 anno e fino a 5 anni Oltre 5 anni Totale 222 222 19.858 19.858 1.502 1.502 21.582 21.582 222 475 19.858 19.809 1.502 1.682 21.582 21.966 A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario - Modelli interni Poiché la Banca non possiede derivati di negoziazione, si omettono tutte le tabelle relative. 157 SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni. Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito. La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alle disposizioni dell’Autorità di Vigilanza, persegue gli obiettivi di: - disporre di liquidità adeguata in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi; - finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche. A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategica, il Consiglio di Amministrazione della Banca definisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché gli strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità - formalizzando le “linee guida per il governo e la gestione del rischio di liquidità” della Banca stessa. La relativa regolamentazione interna è stata rivisitata alla luce delle disposizioni di vigilanza in materia di governo e gestione del rischio di liquidità (introdotte, nel dicembre 2010, dal IV aggiornamento alla Circolare n. 263/2006). La liquidità della Banca è gestita dall’Ufficio Finanza Proprietà e dalla Direzione Centrale Finanza, i quali, conformemente ai citati indirizzi strategici, analizzano e presidiano l’esposizione della Banca al rischio di liquidità, e coerentemente con le metodologie definite dal Consiglio di Amministrazione e nel rispetto dei limiti operativi definiti, gestiscono la liquidità di breve, medio e lungo termine. In sostanza, si garantisce la disponibilità di un ammontare di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine e, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio tra le scadenze medie di impieghi e raccolta nel medio/lungo termine. A tal fine la Banca si avvale delle previsioni di impegno rilevate tramite le nuove procedure di Icrrea Banca, integrate nel sistema informatico della Banca e inserite all’interno dello strumento di analisi ALM (tra cui CRG, SCALIQ e Maturity Ladder), oltre a supporti costruiti autonomamente così come previsto nella policy di liquidità. Sono definiti i presidi organizzativi del rischio di liquidità in termini di controlli di linea e attività in capo alla funzioni di controllo di II e III livello. In particolare, il controllo di II livello del rischio di liquidità è di competenza della Funzione di Risk Management, che propone al Direttore Generale le metodologie per l’analisi e il presidio dell’esposizione della Banca al rischio di liquidità, incluse le metodologie per la conduzione delle prove di stress, monitora il rispetto dei limiti operativi, in presenza di sconfinamenti attiva la procedura definita, effettua, secondo quanto previsto, le prove di stress, attivando quando necessario gli atti successivi previsti dalla policy di liquidità. La Banca ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo (fino 12 mesi) su due livelli: 1. Il primo livello prevede il presidio giornaliero della posizione di tesoreria, attraverso l’analisi degli indicatori di sorveglianza/monitoraggio, ivi compresi gli indicatori sulla concentrazione della raccolta, tiraggi, ecc. e quindi sull’adeguatezza delle riserve di liquidità; 2. Il secondo livello prevede l’analisi della situazione della Banca nell’orizzonte fino a 12 mesi e l’esecuzione di opportune manovre correttive volte a minimizzare il rischio di liquidità. Ai fini di valutare la propria vulnerabilità a situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, la policy di liquidità vigente nel corso del 2012 prevede che giornalmente nel calcolo degli indicatori di liquidità vengano direttamente inserite delle prove di stress in termini di analisi di sensitività e/o di “scenario”, definendo delle apposite soglie di tolleranza e allerta, da affiancare ai limiti operativi. Seguendo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, si contemplano due “scenari” di crisi di liquidità, di mercato/sistemica e specifica della singola banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, per la pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci e per la revisione periodica del Contingency Funding Plan. Per la misurazione e monitoraggio della liquidità strutturale (oltre i 12 mesi), la Banca si è dotata di un piano di funding, con la finalità di assicurare alla stessa la capacità di finanziare l’attivo e di far fronte agli impegni di pagamento attraverso un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell’attivo e del passivo. La Banca monitora anche le ex-regole sulla trasformazione delle scadenze della Banca d’Italia. Le risultanze generali delle analisi effettuate vengono mensilmente presentate al Consiglio di Amministrazione. La Banca si è dotata anche di un Contingency Funding Plan (CFP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/ gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organizzative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione delle crisi). La Banca, tradizionalmente, detiene una discreta disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizione del proprio portafoglio di asset finanziari, formato prevalentemente da strumenti finanziari “eligible”, ovvero stanziabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di “politiche di funding” volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail. Tale tendenza si è ulteriormente ampliata nel corso del 2012. La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche, le linee di credito e i finanziamenti collateralizati attivati con Iccrea Banca per soddisfare inattese esigenze di liquidità, oltre che la presenza di adeguati limiti operativi, rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità. 158 NOTA INTEGRATIVA La Banca ha attuato un’attenta politica di gestione della liquidità durante l’anno avviando diverse iniziative fra queste, particolare rilievo ha avuto la partecipazione alle L.T.R.O. (Long Term Refinancing Operations), tramite le quali la BCE ha sostenuto il sistema bancario durante la fase più acuta della crisi finanziaria. La Banca, dopo le operazioni del 2011, anche nel 2012 per le succitate operazioni ha stanziato titoli di propria emissione sui quali ha ottenuto la garanzia dello Stato. Nel corso degli ultimi mesi del 2011 e dei primi mesi del 2012, sulla base delle linee guida elaborate a livello di Categoria, sono stati condotti gli approfondimenti in merito al grado di conformità del sistema di governo e gestione del rischio di liquidità della Banca alle nuove disposizioni di vigilanza in materia. Tali approfondimenti sono stati utilizzati per la revisione della regolamentazione interna della Banca nel 2012, per la ridefinizione della policy di liquidità e per l’impostazione dei criteri e degli indicatori rilevanti da inserire nella ridefinizione della policy di liquidità per il 2013. B. Operazioni di cartolarizzazione Con il proposito di incrementare l’ammontare di attività finanziarie “eligibile” per le operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, e quindi rafforzare la propria posizione di liquidità, la Banca nel corso del 2012 ha posto le basi per partecipare per l’anno 2013 a due operazioni di cartolarizzazione multi-originator con controparte Iccrea Banca SpA. Le operazioni, denominate Credico Finance 12 e Credico Finance 14, saranno presumibilmente avviate nel primo semestre del 2013: i titoli senior rivenienti da tali operazioni saranno utilizzati per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema. 159 Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 160 a vista 151.497 55 152 151.290 17.951 133.340 301.426 297.862 2.356 295.506 761 2.802 190 190 284 94 4.488 4.488 da oltre da oltre da oltre da oltre da oltre da oltre da oltre Durata 1 giorno 7 giorni 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Oltre 5 15 giorni indetera7 a 15 fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 anni a 1 mese minata giorni giorni mesi mesi anno anni 2.675 2.456 22.815 53.487 6.696 80 28.498 8.078 1.071 48.191 271.748 283.842 7.253 56.900 62.950 324 15.640 7.513 2.669 2.456 19.349 40.614 199.208 220.892 2.669 975 538 2.456 991 604 22.815 46.710 3.174 15.456 19.642 31.254 43.257 115.400 1.823 4.473 19.349 36.648 14.616 40.614 199.208 220.892 37.873 248.524 7.196 15.728 3.357 7.513 7.513 538 437 604 387 1.823 2.934 38.500 14.616 20.210 1.822 15.728 3.357 19.765 231.555 2.380 13.613 5 4.473 64.619 46.308 7.196 NOTA INTEGRATIVA 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DOLLARO USA) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte da oltre da oltre da da oltre da oltre da oltre da oltre Durata 1 gior- 7 giorni oltre 15 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Oltre 5 a vista indeterno a 7 a 15 giorni a fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 anni minata mesi anno anni giorni giorni 1 mese mesi 369 45 81 5 59 7 25 15 15 369 321 47 589 589 37 552 45 81 5 59 7 25 45 81 5 59 7 25 18 18 161 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (002 STERLINA GB) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 162 da oltre da da oltre da oltre da oltre da oltre da oltre 1 a 7 giorni oltre 15 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Oltre giorno a 7 vista a 15 giorni a fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 5 anni giorni mesi anno anni giorni 1 mese mesi 20 20 20 26 26 26 Durata indeterminata NOTA INTEGRATIVA 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (071 YEN GIAPPONESE) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte da oltre da oltre da da oltre da oltre da oltre da oltre Oltre Durata a 1 giorno 7 giorni oltre 15 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno 5 indetermivista a7 a 15 giorni a fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 anni nata mesi anno anni giorni giorni 1 mese mesi 107 107 67 67 67 44 (44) 44 44 (44) 107 39 39 39 44 163 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (003 FRANCO SVIZZERA) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 164 da oltre da oltre da da oltre da oltre da oltre da oltre Durata 1 gior- 7 giorni oltre 15 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Oltre 5 a vista indeterno a 7 a 15 giorni a fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 anni minata mesi anno anni giorni giorni 1 mese mesi 3 67 21 328 3 3 2 2 2 411 411 411 67 21 328 67 21 328 NOTA INTEGRATIVA 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (ALTRE VALUTE) Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte a vista da oltre da oltre da da oltre da oltre da oltre da oltre Durata 1 gior- 7 giorni oltre 15 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Oltre 5 indeterno a 7 a 15 giorni a fino a 3 fino a 6 fino a 1 fino a 5 anni minata mesi anno anni giorni giorni 1 mese mesi 165 SEZIONE 4 – RISCHIO OPERATIVO INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo Natura del rischio operativo Il rischio operativo, così come definito dalla nuova regolamentazione prudenziale, è il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico. Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera sua struttura (governo, business e supporto). Principali fonti di manifestazione Il rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversalmente da tutti i processi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi connessi alle attività rilevanti eseguite in outsourcing. Struttura organizzativa preposta al controllo del rischio La Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli organi di vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame. In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un efficace Sistema di “misurazione e controllo” del rischio operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione del rischio operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del rischio operativo. In tale ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del rischio operativo. Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Nella gestione e controllo dei rischi operativi sono coinvolte tutte le unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra queste, la funzione di Risk Management è responsabile dell’analisi e valutazione dei rischi operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza. La revisione interna, esternalizzata alla Federazione Veneta delle BCC, altresì, nel più ampio ambito delle attività di controllo di propria competenza, effettua sui rischi operativi specifiche e mirate verifiche. Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della Funzione di Compliance, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di condotta, codici di autodisciplina). In tal senso, la Banca ha assegnato tale responsabilità all’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi, nella figura del responsabile della Funzione citata, con separazione di competenze rispetto alla Funzione di Risk Management. L’attività è regolamentata attraverso un apposito documento e si avvale della collaborazione della Federazione Veneta delle BCC e di altri Uffici della Banca su specifiche tematiche normative, quali l’Ufficio Marketing, Organizzazione - IT, l’Ufficio Restructuring e Controllo Crediti, la Direzione Centrale Finanza, ecc.. La Banca ha istituito a far data dal 1° settembre 2011, la “Funzione di Antiriciclaggio” così come definita dalle Disposizioni di Vigilanza in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria ai fini di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo, del 10 marzo 2011. La responsabilità di tale Funzione è stata assegnata all’Ufficio Compliance – Pianificazione e Rischi, nella figura del responsabile della Funzione citata. La Banca ha costituito, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 20 dicembre 2007, l’Organismo di vigilanza previsto ai sensi della legge 231/2001; è stato altresì deliberato il relativo Regolamento ed il Codice Etico. L’attività svolta e gli esiti degli interventi vengono periodicamente portati a conoscenza del Consiglio di Amministrazione. Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestione Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA). Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annua di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”), individuato nel margine di intermediazione, riferito alla situazione di fine esercizio (31 dicembre). Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai principi contabili IAS e si basa sulle osservazioni disponibili aventi valore positivo. Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la Banca monitora l’esposizione a determinati profili di insorgenza di tale rischio attraverso l’analisi e il monitoraggio dei fenomeni, avvalendosi anche dei risultati dell’attività di verifica della Revisione Interna oltre che dei controlli interni. Ad integrazione di quanto sopra, la Funzione di Risk Management, per la conduzione della propria attività di valutazione, si avvale anche delle metodologie e degli strumenti promossi dal movimento (FederCasse/FederVeneta) ed utilizzati dall’Internal Audit della Federazione Veneta delle BCC. Le metodologie in argomento si basano sul censimento delle fasi e delle attività in cui si articolano tutti i processi operativi standard relativamente ai quali vengono individuati i rischi potenziali e i contenuti di controllo “ideali”, sia di primo che di secondo livello; la verifica dell’esistenza e dell’effettiva applicazione 166 NOTA INTEGRATIVA di tali contenuti permette di misurare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di processo ai fini della mitigazione e del contenimento delle diverse fattispecie di manifestazione del rischio. L’attività si sviluppa sulla base di un piano annuale definito ed approvato dal Consiglio di Amministrazione. Oltre ai singoli interventi di controllo e monitoraggio programmati si rilevano, quali presidi, la presenza di Regolamenti di processo, procedure operative con definiti punti di controllo. Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione, di un “Piano di Continuità Operativa”, di durata triennale, che periodicamente viene aggiornato e volto a cautelare la Banca a fronte di eventi critici che possono inficiarne la piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti. Infine, per tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati, la Banca rivede periodicamente i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorarne la segregazione funzionale. Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perdite Dalla valutazione fatta a fine esercizio 2012 sulle cause pendenti a diverso titolo, si è ritenuto di confermare le quote accantonate a “Fondo Rischi controversie legali” nell’esercizio precedente, ritenendo non opportuno accantonare somme ulteriori per altre pendenze in essere. Pubblicazione dell’informativa al pubblico La Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “Informativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2. Le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca (www.bccpiove.it). PARTE F - INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO Sezione 1 - Il patrimonio dell’impresa A. Informazioni di natura qualitativa Una delle consolidate priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Viene pienamente condivisa la rappresentazione del patrimonio riportata nelle “Istruzioni di Vigilanza per le Banche” della Banca d’Italia, per cui tale aggregato costituisce “il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria”. L’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto all’autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti. La Banca destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio. Nel corso del 2012 la Banca ha sviluppato l’interesse verso una spinta all’incremento della base sociale attraverso l’acquisizione di nuovi Soci e la maggiore partecipazione di già Soci mediante la sottoscrizione di nuove quote del Capitale della Banca. Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall’utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della Banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall’esposizione della Banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e di creditori. Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il patrimonio della banca deve rappresentare almeno l’8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese e alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all’attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”. Per le banche di credito cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all’operatività aziendale quali: - il vincolo dell’attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio; - il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la Banca ha le proprie Filiali ed in quelli limitrofi. Accanto al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori (“primo pilastro”), la normativa richiede l’utilizzo di metodologie interne tese a determinare l’adeguatezza patrimoniale e prospettica (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della Banca stessa. La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. Obiettivo della banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del patrimonio avviene trimestralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi. L’attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le banche di credito cooperativo. 167 B. Informazioni di natura quantitativa Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della banca. B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione Voci/Valori 1. Capitale 2. Sovrapprezzi di emissione 3. Riserve - di utili a) legale b) statutaria c) azioni proprie d) altre - altre 3.5. (Acconti su dividendi) 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) 6. Riserve da valutazione - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 7. Utile (Perdita) d’esercizio Totale Totale 31.12.2012 5.193 1.787 64.210 64.210 61.703 Totale 31.12.2011 198 1.678 62.861 62.861 61.123 2.506 1.738 4.386 1.516 202 (2.668) 2.870 2.426 78.001 2.870 1.610 66.549 Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 5,58 euro (valore al centesimo di euro). Ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento. Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale), nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti della transizione ai principi contabili internazionali Ias/Ifrs. Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita, comprese nel punto 6, sono dettagliate nella successiva tabella B.2. 168 NOTA INTEGRATIVA B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione Attività/Valori 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale Totale 31.12.2012 Riserva Riserva positiva negativa 1.610 94 1.610 Totale 31.12.2011 Riserva Riserva positiva negativa 57 2.725 94 57 2.725 Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari, che nell’ambito della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value superiore al costo ammortizzato (attività finanziarie plusvalenti). Nella colonna “riserva negativa” è indicato, per converso, l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari che, nell’ambito della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value inferiore al costo ammortizzato (attività finanziarie minusvalenti). Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale. B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue Titoli di debito Titoli di capitale 1. Esistenze iniziali 2. Variazioni positive 2.1 Incrementi di fair value 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative - da deterioramento - da realizzo 2.3 Altre variazioni 2.4 Operazioni di aggregazione aziendale 3. Variazioni negative 3.1 Riduzioni di fair value 3.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive : da realizzo 3.4 Altre variazioni 3.5 Operazioni di aggregazione aziendale 4. Rimanenze finali (2.668) 6.271 6.041 Quote di O.I.C.R. Finanziamenti 230 2.087 9 11 2.067 1.516 La sottovoce 3.4 “Altre variazioni” include aumenti di imposte differite passive per 795 mila euro; Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l’applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della disciplina della Banca d’Italia sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali. 2.1 Patrimonio di vigilanza A. Informazioni di natura qualitativa Il patrimonio di vigilanza differisce dal patrimonio netto contabile determinato in base all’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, poiché la normativa di vigilanza persegue l’obiettivo di salvaguardare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità, indotta dall’applicazione degli IAS/ IFRS. Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Il patrimonio di vigilanza, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni. Sia il patrimonio di base (tier 1) che il patrimonio supplementare (tier 2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del patrimonio di vigilanza, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio. Sempre in tema di filtri prudenziali si segnala il provvedimento del 18 maggio 2010 della Banca d’Italia con cui viene modificato, ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, il trattamento prudenziale delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali dei Paesi UE inclusi nel portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita – AFS”. In particolare, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve AFS. La banca si è avvalsa della possibilità di esercitare detta opzione. Di seguito si illustrano gli elementi che compongono il patrimonio di base ed il patrimonio supplementare, in particolare: 169 Patrimonio di base (Tier 1): il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso costituisce il patrimonio di base. Patrimonio supplementare (Tier 2): le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1. Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie. Patrimonio di terzo livello: Gli elementi rientranti nel patrimonio di terzo livello possono essere utilizzati soltanto a copertura dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato – esclusi i requisiti sui rischi di controparte e di regolamento relativi al “portafoglio di negoziazione di vigilanza” – ed entro il limite del 71,4% di detti requisiti. Possono concorrere al patrimonio di 3° livello: le passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare perché eccedenti il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre; le passività subordinate di 3° livello. Al momento la banca non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio. Gli strumenti ibridi di patrimonializzazione non irredimibili devono avere una durata pari o superiore a 10 anni. Nel contratto deve essere esplicitata la clausola che subordina il rimborso del prestito al nulla osta della Banca d’Italia. Le passività subordinate emesse dalle banche concorrono invece alla formazione del patrimonio supplementare a condizione che i contratti che ne regolano l’emissione prevedano espressamente che: - in caso di liquidazione dell’ente emittente il debito sia rimborsato solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati; - la durata del rapporto sia pari o superiore a 5 anni e, qualora la scadenza sia indeterminata, sia previsto per il rimborso un preavviso di almeno 5 anni; - il rimborso anticipato delle passività avvenga solo su iniziativa dell’emittente e preveda il nulla osta della Banca d’Italia. L’ammontare dei prestiti subordinati ammesso nel patrimonio supplementare è ridotto di un quinto ogni anno durante i 5 anni precedenti la data di scadenza del rapporto, in mancanza di un piano di ammortamento che produca effetti analoghi. Alla data del 31/12/2012 la Banca ha in essere una passività/prestito subordinato di durata residua pari a 4 anni e di importo originario di 5 milioni di €. Avendo, come da piano di ammortamento, rimborsato 1 milione a fine 2012, l’importo residuo alla data di chiusura del bilancio è di 4 milioni di €. Con riferimento alla scelta dell’opzione di cui alla comunicazione di Banca d’Italia del 18 maggio 2010 si evidenzia che adottando l’approccio “asimmetrico” il Patrimonio di Vigilanza, alla data di chiusura del presente bilancio, sarebbe stato pari a 80.032 mila euro. per effetto della riserva negativa su titoli di stato disponibili per la vendita pari a 93 mila euro. Con riferimento alla scelta dell’opzione di cui alla comunicazione di Banca d’Italia del 18 maggio 2010 si evidenzia che adottando l’approccio “asimmetrico” il Patrimonio di Vigilanza, alla data di chiusura del presente bilancio, sarebbe stato pari a 80.032 mila euro. per effetto della riserva negativa su titoli di stato disponibili per la vendita pari a 93 mila euro. B. Informazioni di natura quantitativa A. Patrimonio di base prima dell’applicazione dei filtri prudenziali B. Filtri prudenziali del patrimonio di base: B.1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+) B.2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) F. Patrimonio supplementare prima dell’applicazione dei filtri prudenziali G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: G. 1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+) G. 2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) Totale 31.12.2012 73.260 Totale 31.12.2011 66.086 73.260 36 73.224 2.931 3.970 4.001 (31) 6.902 66.086 197 65.889 2.870 5.001 5.001 6.902 7.871 80.125 73.760 80.125 73.760 7.871 L’importo di cui alla lettera D.Elementi da dedurre dal patrimonio di base, è costituito dagli oneri immateriali (software) da ammortizzare alla data del bilancio. Quanto invece alla voce G.2 Filtri prudenziali IAS/Ifrs negativi, l’importo è relativo al 50% dello sbilancio positivo delle riserve di rivalutazione dei titoli disponibili per la vendita diversi dai titoli di stato. 170 NOTA INTEGRATIVA 2.2 Adeguatezza patrimoniale A. Informazioni di natura qualitativa La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd. “Basilea 2”). La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri: - il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo; - il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna; - il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo. I coefficienti prudenziali alla data di chiusura del presente bilancio sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e di controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi. In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di Vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio). Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione, la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio ed il rischio di posizione su merci. Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate. Come già indicato nella Sezione 1, la banca ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanza delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione della Banca. Come risulta dalla composizione del patrimonio di vigilanza e dal seguente dettaglio dei requisiti prudenziali al 31/12/2012, la Banca presenta un rapporto tra patrimonio di base ed attività ponderate per il rischio (Tier 1 capital ratio) pari all’11,55% (10,45% al 31/12/2011) e un rapporto tra patrimonio di vigilanza e attività ponderate per il rischio (Total capital ratio) pari al 12,64% (11,69% al 31/12/2011), superiore al requisito minimo dell’8%. In particolare, i requisiti per il rischio di credito e di controparte risultano solo in lieve aumento rispetto all’esercizio precedente principalmente per l’incremento delle esposizioni scadute e per l’effetto già descritto del downgrading del rating Paese, i cui effetti sono controbilanciati dalla riduzione delle esposizioni garantite da imprese e dalle altre esposizioni. Il requisito a fronte del rischio operativo (pari al 15% della media del margine di intermediazione del triennio 2010-2012) è il leggero aumento a seguito dell’incremento dell’indicatore rilevante utilizzato per il suo calcolo, come precedentemente descritto. Il miglioramento dei ratios patrimoniali è da attribuirsi quindi sia all’incremento del patrimonio di vigilanza (nuove sottoscrizioni soci) sia al contenimento del rischio di credito (incrementato di meno rispetto alla media del Sistema Bancario). L’eccedenza patrimoniale al netto dell’assorbimento dei rischi di primo pilastro (credito, mercato e operativo) si attesta a 29,428 milioni di euro (era 23,320 milioni al 31/12/2011). 171 B. Informazioni di natura quantitativa Categorie/Valori A. ATTIVITA’ DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.3 Rischio operativo 1. Modello base 2. Modello standardizzato 3. Modello avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali B.5 Altri elementi del calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITA’ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 172 Importi non ponderati 31.12.2012 1.041.155 1.041.155 Importi non ponderati 31.12.2011 1.025.075 1.025.075 Importi ponderati/ requisiti 31.12.2012 Importi ponderati/ requisiti 31.12.2011 583.611 572.813 584.169 572.889 10.798 11.281 46.689 46.734 4.008 4.008 3.781 3.781 50.697 50.514 633.717 631.429 11,55% 10,47% 12,64% 11,68% NOTA INTEGRATIVA PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche (compresi gli amministratori e i sindaci) La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l’ammontare dei compensi di competenza dell’esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica, intendendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca, compresi gli Amministratori e i Sindaci della Banca stessa. - Importi Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci Benefici successivi al rapporto di lavoro Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro Altri benefici a lungo termine 900 30 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate Rapporti con parti correlate 6.420 9 Garanzie rilasciate 4.524 104 45 6.569 829 924 1.762 21 23 4.568 Attivo Controllate Collegate Amministratori, Sindaci e Dirigenti Altri parti correlate Totale Passivo Garanzie ricevute 6.883 68 5.650 12.601 Ricavi Costi 226 7 7 240 15 24 39 Le altre parti correlate includono gli stretti familiari degli Amministratori, dei Sindaci e degli altri Dirigenti con responsabilità strategica, nonché le società controllate dai medesimi soggetti o dei loro stretti familiari. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Banca trova applicazione l’art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l’art. 2391 del codice civile. In proposito la Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 18-05-2011, si è dotata di un apposito “Regolamento sulla disciplina del conflitto d’interessi e delle obbligazioni degli esponenti bancari”, disciplinante le procedure da seguire nei casi interessati. Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre nel rispetto della normativa vigente, dando adeguata motivazione delle ragioni e della convenienza per la conclusione delle stesse. Le operazioni con parti correlate non hanno una incidenza significativa sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari della Banca. Nel bilancio non risultano svalutazioni analitiche o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sui crediti verso parti correlate viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva. 173 ALLEGATO 1 Elenco analitico proprietà immobiliari comprensivo delle rivalutazioni effettuate: Ubicazione Destinazione Immobili Strumentali: Piove di Sacco - Via A. Valerio 47 Arzergrande - Via Roma, 88 Celeseo - Via San Marco, 121 Brugine - Via Roma, 17 Brugine - Via Rialto, 18 Piove di Sacco - Via Valerio 78 Totale complessivo Filiale n. 12 Filiale n. 2 Filiale n. 4 Filiale n. 6 Filiale n. 3 Sede centrale Ammontare della rivalutazione ex L. 576/75 Ammontare della rivalutazione ex L. 72/83 Ammontare della rivalutazione ex L. 408/90 Ammontare della rivalutazione ex L. 413/91 Ammontare della rivalutazione ex L. 342/00 192 40 23 255 Ammontare della rivalutazione ex L. 266/05 251 293 134 441 68 1.756 2.943 ALLEGATO 2 Oneri per revisione legale - comma 1, n. 16-bis, Art. 2427 del C.C. In ottemperanza a quanto previsto dall’art. 2427, 1° comma, n. 16-bis del codice civile si riepilogano di seguito i corrispettivi contrattualmente stabiliti per l’esercizio 2011 con la Società di Revisione/i revisori legali per l’incarico di revisione legale dei conti e per la prestazione di altri servizi resi alla Banca. Gli importi sono al netto dell’IVA e delle spese. Tipologia di servizi Verifica dei conti annuali Altri servizi di verifica svolti Servizi di consulenza fiscale Altri servizi diversi dal controllo contabile Totale corrispettivi 174 Soggetto che ha prestato il servizio Audirevi srl Audirevi srl Corrispettivi 21.200 5.300 26.500 NOTA INTEGRATIVA 175 MAGGIO 2013 176