5.LE RISORSE NATURALI Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 193 5. LE RISORSE NATURALI 5.1 INTRODUZIONE La L.R n. 5/ 95 individua come Risorse Naturali da tutelare: l’Aria, l’Acqua, Il Suolo e gli Ecosistemi Naturali della fauna e della flora, in quanto “Esse esprimono (recita la legge) gli equilibri ambientali e lo stato di salute dell’ecosistema naturale a fronte dei quali è valutata la sostenibilità ambientale delle trasformazione del territorio”. Le norme, facenti parte dei contenuti del P.T.C.P., all’art. 21 forniscono per la tutela delle Risorse Naturali i seguenti indirizzi: - per la risorsa aria: • la ricerca dell’ecocompatibilità delle nuove localizzazioni degli insediamenti produttivi rispetto allo stato delle risorse essenziali del territorio; • il recupero delle situazioni di degrado. - per la risorsa acqua: • la conservazione del patrimonio idrico per non pregiudicare la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura la fauna e la flora, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici, la corretta gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee nonché opportuni interventi di risanamento; • il mantenimento di una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica, garantendo comunque che l’insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso vitale degli alvei sottesi, nonché la qualità delle acque. -per la risorsa suolo: • la conservazione, la sistemazione e recupero del suolo nei sottosistemi territoriali ed idrografici; • l’individuazione delle aree soggette a rischio di frana o di intensa erosione, sia per cause naturali che artificiali; • l’attuazione delle necessarie misure di difesa per la diminuzione della pericolosità geomorfologica e della vulnerabilità degli insediamenti, delle attività antropiche e delle emergenze paesistico-ambientali: • la riperimetrazione delle zone sottoposte a vincolo idrogeologico - per gli ecosistemi naturali della fauna e della flora e degli habitat di pregio naturalistico: • la conservazione degli ecosistemi intesa come salvaguardia, tutela e difesa delle risorse naturali considerate nel loro complesso con particolare riguardo alla biodiversità; • la promozione di interventi di miglioramenti ambientale finalizzati alla ricostruzione degli equilibri ecologici; • la compatibilità delle attività (anche produttive), con particolare attenzione a quelle che impiegano risorse naturali, con gli obiettivi di cui alle precedenti lettere; • la promozione di attività compatibili per il tempo libero, per il turismo naturalistico, rurale e storico-artistico; • l’incremento e la diffusione della conoscenza della risorsa attraverso la realizzazione di attività di studio e ricerca scientifica. All’interno del territorio comunale di Lucignano sono stati svolte indagini, rilevazioni e valutazioni relative a tali risorse che verranno di seguito riportate. 5.2 L’AMBIENTE L’ambiente è l’insieme delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche in cui si stabilisce la vita di comunità degli organismi. Il complesso dei vari ambienti costituisce la biosfera, e l’insieme delle relazioni esistenti tra di essi e all’interno di ciascuno di essi è oggetto di studio dell’ecologia. L’ambiente si presenta nelle diverse regioni della biosfera (ecosistemi) con diverse caratteristiche che possono essere considerate come parte integrante della sua struttura. Essa è composta da elementi non viventi, o abiotici, da elementi produttori (vegetali), da elementi consumatori (animali) e decompositori (funghi e batteri). L’ambiente è quindi un sistema aperto, che riceve , elabora e trasmette energia, è capace di autoregolarsi e di raggiungere livelli relativamente stabili. Nel 1992 si apriva a Rio la prima conferenza dell’ONU sull’ambiente dove per la prima volta nella storia i governi di tutto il mondo erano chiamati ad esprimere nella propria agenda politica le tematiche ambientali e a formalizzare quel concetto di sviluppo sostenibile che negli anni precedenti era stata la risposta istintiva alle problematiche di sperpero delle risorse che il nostro pianeta fornisce all’umanità. Recentemente a Johannesburg nel Sud Africa si è tenuto un nuovo Summit caratterizzato da una maggiore conoscenza delle problematiche del pianeta e con un idea di Sviluppo sostenibile molto più concreta che in passato. Difatti all’art. 11 della Dichiarazione di Johannesburg si legge che:”l’eliminazione della povertà. Il cambiamento degli stili di produzione e Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 194 consumo, e la protezione e la gestione delle risorse naturali fondamentali per lo sviluppo sostenibile”. Johannesrburg raccoglie la sfida di passare dalle strategie politiche alle azioni pratiche individuando le comunità locali come fulcro di questo processo e facendo delle loro politiche le necessarie prassi per introdurre dal basso i principi e le forme della sostenibilità. In questo percorso la Regione Toscana ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista partecipando al vertice con una propria rappresentazione, e facendosi firmataria, unica tra le Regioni italiane, assieme ad altri 22 organismi subnazionali e 4 associazioni regionali, della Dichiarazione di Gauteng, atto conosciuto di una Rete di regioni, appartenenti a tutti i continenti, che ha l’intento di rafforzare le opportunità delle amministrazioni regionali e di sviluppare una politica internazionale di cooperazione per lo sviluppo sostenibile a livello subnazionale. Il VI Programma d’azione dell’Unione Europea e così come sono state riprese anche nell’elaborazione del Piano Regionale di Azione Ambientale le priorità ambientali riguardano: -Cambiamento climatico -Natura, biodiversità e difesa del suolo -Ambiente e salute -Uso sostenibile delle risorse naturale e gestione dei rifiuti Per ogni tema sono stati individuati gli obiettivi da perseguire come la riduzione delle emissioni di gas serra, la riduzione dei consumi energetici a vantaggio dei sistemi alternativi. Per il mantenimento delle biodiversità e la difesa del suolo l’obiettivo è quello di aumentare la percentuale delle aree protette,conservare le biodiversità marine e terrestri, ridurre la dinamica delle aree artificiali, prevenire il rischio idrogeologico, prevenire l’erosione costiera. La Regione Toscana ha a riguardo risposto agli impegni assunti dalla comunità internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio di Janeiro del 1992, attraverso un insieme consistente di provvedimenti normativi . tali azioni mirano al contenimento delle pressioni già operanti nel sistema ambiente e territorio e all’adozione di politiche finalizzate alla promozione di comportamenti di consumo e di produzione, da parte di famiglie e imprese, orientati ad una più responsabile tutela delle risorse e dell’ambiente. I temi trattati dalla regione sono: 1. energia; 2. gas ad effetto serra 3. aria 4. inquinamento acustico; 5. inquinamento elettromagnetico; 6. rifiuti 7. bonifiche dei siti inquinati 8. acqua 9. conservazione della natura 10. difesa del suolo ed erosione costiera. La dinamica delle aree artificiali, in provincia di Arezzo ha registrato, nel periodo 1991-2001, una variazione percentuale in tendenza con la media regionale (4.2% rispetto al 4.7%). In termini di emissione di gas serra, si registra una variazione, nel periodo 19952000, inferiore rispetto al valore regionale (2.5% rispetto al 4.6%). Tale incremento, sebbene inferiore alla media regionale, risulta elevato se si considera che, per rispettare gli accordi di Kyoto, le emissioni di gas climalteranti dovrebbero ridursi nel 2010 del 6.5% rispetto ai valori registrati nel 1990. L’impronta ecologica della provincia di Arezzo Situazione della provincia aretina La situazione ambientale della provincia aretina risulta, dal raffronto con i valori medi regionali di un insieme significativo di indicatori, complessivamente positiva. La sua impronta ecologica registra tuttavia, come accade nelle aree ad elevata concentrazione insediativi, un valore regionale, il deficit ecologico della provincia è pari a -1,15 gha/ab2 mentre quello regionale è di -2,08 gha/ ab2. Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 195 5.3 ARIA 5.3.1 INQUINAMENTO ACUSTICO Le sorgenti principali, se non esclusive, di rumore presenti nel territorio comunale sono costituite dalle infrastrutture stradali e specificatamente dalla S.P. n° 19 dei Procacci, soggetta ad un traffico di ragguardevole consistenza caratterizzato da mezzi pesanti che dall’uscita della superstrada dei “Due Mari” in loc. Monte San Savino devono attraversare l’abitato di Lucignano per ricollegarsi all’altezza di Rigomagno con la Superstrada per Siena. Il comune di Lucignano, come tutti i comuni della Toscana, è tenuto a redigere, a norma della L.R. 1 dicembre 1998, n° 89 “Norme in materia di inquinamento acustico”, il Piano di classificazione acustica in base al quale il territorio comunale viene suddiviso in zone acusticamente omogenee. Il Piano di classificazione acustica dovrà essere approvato, perentoriamente, prima dell’approvazione del Regolamento Urbanistico. Nel territorio comunale di Lucignano sono stati effettuati dei monitoraggi da parte dell’ARPAT su richiesta sia dell’Amministrazione provinciale e comunale che di privati. Nel 2000, su richiesta del Sindaco, è stato effettuato un monitoraggio per valutare la rumorosità prodotta dal traffico autostradale A1 nella frazione di Pieve Vecchia. Si riporta di seguito la relazione tecnica trasmessa al comune RELAZIONE R20140A del 24/05/00 OGGETTO: Rumorosità prodotta dal traffico autostradale frazione “Pieve Vecchia” nel comune di Lucignano. Qs. Dipartimento in base alla richiesta del Sindaco del Comune di Lucignano si è attivato per eseguire le misure richieste per valutare la rumorosità prodotta dal traffico autostradale in frazione “Pieve Vecchia”. Come da Vs. richiesta si sono presi accordi con l’Ufficio Tecnico Comunale che ha indicato un punto critico (di cui alla planimetria) in cui eseguire l’indagine per una settimana come previsto dalla normativa vigente D.M. 16/03/98. Quadro Normativo Il rumore stradale è oggetto di specifici Regolamenti di disciplina, previsti dall’art.11 della legge quadro L. 447/95, al momento non ancora emanati; si può fare riferimento alle loro bozze, disponibili ormai in forma semi-definitiva, per illustrarne l’impianto generale e discuterne l’influenza sulle procedure di valutazione dell’inquinamento da traffico. I regolamenti di disciplina prevedono, allo stato attuale, delle fasce fiancheggianti le infrastrutture dette “fasce di pertinenza”, di ampiezza variabile a seconda del genere e della categoria dell’infrastruttura stradale come individuata nel D.Lvo 30/4/92 n.285. Per tali fasce di pertinenza vengono stabiliti dei valori limite di immissione, riferiti alla sola rumorosità prodotta dal traffico sull’infrastruttura medesima; tali valori limite sono differenziati, secondo le categorie sopra citate, per periodo diurno o notturno, e per infrastruttura in esercizio o di nuova costruzione. Dalle attuali bozze di decreti, le fasce di pertinenza proposte variano da 60 m. (per autostrade e strade extraurbane principali e secondarie con livelli ammessi 70 dBA per il periodo diurno e 60 dBA per il periodo notturno) a 20 m. (per tratte autostradali di attraversamento urbano, tangenziali e strade urbane di scorrimento con livelli ammessi 65 dBA per il periodo diurno e 55 dBA per il periodo notturno). Tali fasce di pertinenza andranno a sovrapporsi alle classi di destinazione acustica individuate dal Comune nella predisposizione della zonizzazione acustica. Si ricorda infine che l’art.10 della L. 447/95 prevede che “in deroga a quanto previsto ai precedenti commi, le società e gli enti gestori di servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, ivi comprese le autostrade, nel caso di superamento dei valori di cui al comma 2, hanno l'obbligo di predisporre e presentare al Comune piani di contenimento e abbattimento del rumore, secondo le direttive emanate dal Ministro dell'ambiente con proprio decreto entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge. Essi devono indicare tempi di adeguamento, modalità e costi e sono obbligati ad impegnare, in via ordinaria, una quota fissa non inferiore al cinque per cento dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione e di potenziamento delle infrastrutture stesse per l'adozione di interventi di contenimento e abbattimento del rumore. Per quanto riguarda l'ANAS la suddetta quota è determinata nella misura dell'1,5 per cento dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione. Nel caso dei servizi pubblici essenziali, i suddetti piani coincidono con quelli di cui all'articolo 3, comma 1, lettera i); il controllo del rispetto della loro attuazione è demandato al Ministero dell'ambiente”. Modalita’ di Indagine L’indagine è stata eseguita posizionando il furgone mobile attrezzato con analizzatore statistico Brüel & Kjær mod. 4435 ed unità microfonica Brüel & Kjær mod. 4184 ad altezza di circa 4 m. dal suolo in frazione Pieve Vecchia presso il giardino dell’abitazione indicata in planimetria. Le modalità di misura sono previste dall’allegato C del D.M. 16/03/98 “Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”. Risultati dell’Indagine Nella tabella seguente vengono riepilogati i valori medi dei livelli equivalenti diurni e notturni: POS TAZ ION E Giar dino abita zion e PERIODO RILEVAM ENTO GIORNO Leq (dBA) Leq (dBA) notturno diurno 06:00-22:00 22:00-06:00 15/05/00 - LUN 22/05/00 MAR MER GIO VEN SAB DOM MEDIA PERIOD O 61,0 60,0 60,5 60,0 60,5 60,0 59,5 58,5 60,0 58,5 58,0 59,0 58,5 55,5 57,0 58,0 Nel grafico allegato sono riportati i livelli orari equivalenti e percentili rilevati durante il periodo di monitoraggio (L10 e L90: livelli superati rispettivamente nel 10% e 90% del tempo di campionamento e indicativi della rumorosità di picco e di fondo). Nelle figure viene riportata l’ora di fine di ogni campionamento orario. Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 196 rumorosità prodotta dalla strada provinciale dei Procacci, strada che oltre al traffico veicolare locale è utilizzata come raccordo tra i due tratti di Superstrada dei Due Mari (Olmo Monte S.Savino Rigomagno SienaPerugia) I livelli misurati presentano la stazionarietà diurna-notturna tipica del traffico autostradale. Allo stato attuale i limiti della normativa non si applicano al rumore prodotto dal traffico come riportato nel paragrafo precedente; qualora vengano confermati i valori previsti nelle bozze la situazione potrebbe non essere conforme ai limiti di legge a seconda dell’ampiezza delle fasce di rispetto: in particolare se vengono confermati 60 m di fascia di rispetto gli edifici in oggetto, che distano dalla A1 circa 75 m, sono fuori dalle fasce di rispetto e quindi i limiti ammessi dipendono dalle scelte di zonizzazione acustica del Comune. Qualora, non appena definito il quadro normativo con l’entrata in vigore del decreto applicativo sul rumore stradale, i livelli non siano conformi ai limiti ammessi la situazione dovrà essere segnalata alla Società Autostrade per la programmazione degli interventi di bonifica previsti dall’art. 10 dell L. 447/95. RELAZIONE R23000 OGGETTO: verifica 030609 Lucignano rumorosità traffico veicolare v. Procacci (Lucignano). A seguito di richiesta dell’.Amministrazione Provinciale nei giorni 7-8-9-10 aprile 2003 è stato eseguito un monitoraggio della rumorosità prodotta dal traffico veicolare lungo via Procacci. 70 65 Livello in dB (A) 60 55 50 45 40 35 30 12 18 24 6 12 18 24 6 12 18 24 6 12 18 24 6 12 18 24 6 12 18 24 6 12 18 24 6 Ore L10 L90 LEQ M30140A – Lucignano loc.Pieve Vecchia misure rumore da traffico A1 dal 15/05 al 22/05/2000 Successivamente su richiesta dell’Amministrazione provinciale, è stato eseguito un monitoraggio per valutare la 12 Normativa e metodologia seguita Traffico stradale (decreto non ancora approvato) II rumore stradale e oggetto di specifici Regolamenti di disciplina, previsti dall'alt 11 della legge quadro L. 447/95, al momento non ancora emanati, si può fare riferimento alla bozza per illustrarne l’impianto generale e discuterne l'influenza sulle procedure di valutazione dell’inquinamento da traffico 11 regolamento di disciplina prevede delle fasce fiancheggianti le infrastrutture dette "fasce di pertinenza", di ampiezza variabile a seconda del genere e della categoria dell'infrastruttura stradale come individuata nel D.Lvo 30/4/92 n.285. Per tali fasce di pertinenza vengono stabiliti dei valori limite di immissione, riferiti alla sola rumorosità prodotta dal traffico sull'infrastruttura medesima; i valori limite sono differenziati, secondo le categorie sopra citate, per periodo diurno o notturno, e per infrastruttura in esercizio o di nuova costruzione Dalla attuale bozze di decreto, le fasce di pertinenza proposte variano da 60 m (per autostrade e strade extraurbane principali e secondarie con livelli ammessi 70 dBA per il periodo diurno e 60 dBA per il periodo notturno) a 20 m (per tratte autostradali di attraversamento urbano, tangenziali e strade urbane di scorrimento con livelli ammessi o? dBA per il periodo diurno e ^ dBA per il periodo notturno). Tali fasce di pertinenza andranno a sovrapporsi alle classi di destinazione acustica individuate dal Comune nella predisposizione della zonizzazione acustica I valori limite differenziali di immissione di cui art. 4 del D P C M 14/1 1/97 non si applicano alle infrastrutture stradali ai sensi del comma 3 dell'art 4 del D.P.C M. 14/1 1/97. Criteri risanamento: D.M. 29/11/2002 Il Decreto 29/11/2002 ha fissato i criteri per la predisposizione da parte degli enti gestori dei piani di intervento di contenimento e abbattimento del rumore, sono a carico del gestore l’individuazione delle aree in cui per effetto delle immissioni si abbia superamento dei limiti di emissione previsti (peraltro non ancora fissati per le infrastruture stradali). Il decreto fissa altresì i tempi per il risanamento (diversificati per la tipologia delle sorgenti e pari in particolare a 15 anni per infrastutture lineari di interesse regionale e locale). Il decreto fissa inoltre nell’allegato 1 gli indici di priorità degli interventi di risanamento e nell'allegato 2 i criteri. di progettazione degli interventi di risanamento. La taratura delle apparecchiature e stata compiuta al principio e al termine dei rilievi. Esito del rilevamenti È allegata la scheda tecnica con l'esito dei rilevamenti da cui si evince che i livelli misurali (63 dBA diurno e 55 dBA notturno) sono compatibili con una classe IV del D PCM 14/1 1/Q7 e con i valori attualmente previsti dalle bozze per le infrastrutture stradali (65 dBA diurno e 55 dBA notturno) E’ stata inoltre eseguita una misura di breve durata (indicata come misura spot) in facciata all'edifìcio dell'esponente, dal confronto del livello di pressione sonora rilevato nel punto di riferimento (in continuo) durante il tempo di misura, con quello della misura spot, si sono ricavati i livelli equivalenti diurno che notturno per Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 197 il punto spot che risultano pari a 66 dBA diurno e 58 dBA notturno (tali livelli sono stati indicati nella scheda come "Leq normalizzato"). Risultato Misura in continua (foto 1.) Distanza dalla Distanza dalla carreggiata carreggiata Data della misura Data della misura Durata della Durata della misura misura Leq diurno Leq diurno Leq notturno Leq notturno Coordinate Misura di riferimento Misura spot Est Nord 1722797 4795263 1722662 4795001 Risultati Misure spot (foto 2 e 3) Distanza dalla carreggiata Altezza del microfono Via Procacci – Comune Lucignano – Provincia di Arezzo. Sito: Lucignano. Informazioni generali sul sito Strada Via Procacci Condizioni Normali dell’asfalto Altezza rispetto al Microfono 2 m sopra livello piano stradale strada Tipologia Area di Pressi del centro abitato di Interesse Lucignano Presenza barriere Assenti Giorno della misura Ora della misura Durata della misura Leq Leq normalizzato diurno Leq normalizzato notturno Distanza dalla carreggiata Altezza del microfono 3m 1,5 m dal terreno con 4 m di dislivello dalla sede stradale 10/04/2003 10:00 – 10:32 32 min. 68,6 dBA 66,0 dBA 58,0 dBA 3m 1,5 m dal terreno con 4 m di dislivello dalla sede stradale 5.3.2 INQUINAMENTO ATMOSFERICO Con deliberazione n.1406 del 21/12/2001 la Giunta Regionale Toscana ha adottato la classificazione del territorio regionale, ai sensi degli artt. 6,7,8 e 9 del decreto legislativo n. 351/99, secondo lo stato della qualità dell'aria ambiente rispetto ai valori limite stabiliti dall’Unione Europa. Tale classificazione ha portato a determinare una lista di zone, identificate dai confini amministrativi comunali, per le quali si deve avviare una gestione della qualità dell'aria ambiente che preveda: a) la predisposizione e l'attuazione di politiche di risanamento e miglioramento della qualità dell'aria, dove si supera o si rischia di superare i valori limite previsti dalle direttive dell'Unione Europea; b) l'attuazione di politiche di mantenimento dove non esiste il rischio di superamento di detti valori limite. Sulla base di questa valutazione il comune di Lucignano è stato classificato tra i territori comunali che non presentano livelli di inquinanti tali da comportare un rischio per la salute pubblica e dell’ambiente. Pertanto il comune di Lucignano è impegnato a mantenere concentrazioni delle sostanze inquinanti in misura tale da non comportare rischi di superamento dei valori limite ed attuare tutte le azioni necessarie al fine di preservare la migliore qualità dell’aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile, valutando preventivamente le ulteriori pressioni sul territorio che possono alterare lo stato della qualità dell’aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile, valutando preventivamente le ulteriori pressioni sul territorio che possono alterare lo stato della qualità dell’aria ambiente in modo significativo. Dal risultato ottenuto da un monitoraggio effettuato nel comune di Lucignano per la valutazione della qualità dell’aria, che riportiamo di seguito, emerge che i valori di concentrazione risultano ampiamente inferiori a quelli previsti dalla normativa vigente. Analizzando per singolo inquinante risulta che vi sono alcuni superamenti relativi agli indici di OZONO e OSSIDI di AZOTO come del resto avviene in tutta la provincia di Arezzo e in tutto il territorio nazionale. L’Agenzia Regionale per al Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) ha effettuato un monitoraggio sulla qualità dell’aria del quale riportiamo la relazione e i risultati graficizzati di questa indagine. Campagna di monitoraggio della qualità dell'aria nel comune di Lucignano -postazione SP 19 La presente campagna di monitoraggio, è stata realizzata su segnalazione del Sig. Claudio Grazi, residente in Via A. Toti, nel Comune di Lucignano; l'ufficio Viabilità della Provincia di Arezzo, ha fornito la propria collaborazione rilevazionado i flussi veicolari sulla SP 19. L'autolaboratorio è stato posizionato nel piazzale antistante l'autorimessa comunale, ubicata in prossimità della SP 19 in ingresso al centro abitato di Lucignano, di fronte all'abitazione del Sig. Grazi. La presente campagna di caratterizzazione dell'aria ambiente, è stata articolata nel periodo di osservazione compreso dal 25 marzo al 6 aprile 2003. Sono stati monitorati: ossidi di azoto (NO-NOx-N02), ozono (Os), monossido di carbonio (CO), idrocarburi non metanici (NMHC), polveri con diametro inferiore a 10 µm (PM10), biossido di Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 198 zolfo (SC>2) ed i parametri meteorologici di direzione e velocità del vento. Il livello di affidabilità dei dati forniti dagli analizzatori in continuo della rete di Arezzo, è assicurato mediante delle verifiche che determinano il grado di dispersione dei valori stimati dì pendenza ed intercetta della retta di calibrazione ottenuta impiegando miscele controllate con standard certificati dall'ente nazionale di certificazione francese COFRAC. Nell'allegato, sono riportati gli elaborati grafici relativi a: • il confronto dei risultati con i relativi limiti di legge; • andamenti orari degli inquinanti monitorati; • la distribuzione delle frequenze in classi di concentrazione; • i giorni tipo; • elaborazioni dei flussi veicolari nella SP 19; • confronto con i valori registrati nella stazione di misura di P.zza della Repubblica; • l'elaborazione dei parametri meteorologici; • legenda sull'origine ed il significato degli inquinanti. La valutazione dei dati raccolti nella campagna, è stata effettuata riferendosi ai valori limite fissati dalla presente legislazione nazionale: • standard di qualità dell'aria fissati dal DPCM del 28/3/83 e dal DPR 203/88. I relativi parametri statistici, forniscono un'ottima base di valutazione per lunghi periodi di osservazione; • livelli di attenzione fissati dai DD.MM del 15/4/94 e 25/11/94. I livelli di attenzione, forniscono indicazioni sui massimi valori registrati, riconducibili alla presenza di eventuali episodi acuti di inquinamento; • limiti fissati dalla normativa specifica per l'ozono (DM del 16/5/96); • valori limite fissati dal Decreto Ministero Ambiente n. 60/2002. Alla valutazione dei dati con riferimento ai limiti di legge, abbiamo affiancato un giudizio relativo esaminando i valori di concentrazione monitorati nella stazione di misura di Piazza della Repubblica ubicata ad Arezzo nello stesso periodo di osservazione. Il quadro generale sulla qualità dell'aria ambiente delineato dalla presente campagna di monitoraggio, evidenzia in prevalenza, valori di concentrazione ampiamente inferiori ai limiti previsti dalla normativa vigente. L'esame dei dati per singolo inquinante, mette in evidenza alcuni superamenti degli indici riguardanti l'ozono e gli ossidi di azoto. II parametro dell'ozono, registra 2 superamenti del livello di protezione della salute umana (media trascinata di otto ore: 110 ug/mc) ed 11 casi di superamento del livello di protezione della vegetazione fissati dal DM del 16/5/96 (media giornaliera: 65 ug/mc). L'ozono, inquinante secondario la cui reazione di formazione è catalizzata dall'intensità della radiazione solare a partire da inquinanti precursori originati da attività antropiche supera frequentemente questo valore obiettivo, in particolare nel periodo estivo. Tale contesto, non è peculiare dell'area di Lucignano, ma è diffuso in tutta la provincia di Arezzo e nel territorio italiano. Il valore medio di ossidi di azoto (NOx) relativo all'intero periodo di osservazione, ha superato il valore limite fissato dal DM Ambiente n. 60/2002. Quest'indice, si riferisce ad un periodo di osservazione annuale e rappresenta il livello di protezione per la vegetazione. E' correntemente superato in tutte le postazioni dove è misurato quest'inquinante. Per i restanti inquinati monitorati, l'ordine di grandezza delle concentrazioni registrate risulta inferiore al 50 % dei rispettivi valori limite. Confronto relativo: sono stati esaminati i valori di biossido di azoto, ossidi di azoto, polveri PM10 e monossido di carbonio rilevati nella stazione di misura di Piazza della Repubblica, ubicata nell'area urbana della Città di Arezzo e caratterizzata da intensi flussi veicolari (23.000 veicoli/giorno). I valori di N02, NOx e CO sono notevolmente inferiori nella postazione di Lucignano, mentre le polveri PM10 sono omogenee, con valori pressoché identici nelle due postazioni. Poiché sono molteplici i contributi che determinano la concentrazione di particolato PM10 nell'aria ambiente (fonti antropiche come il traffico veicolare ed i processi di combustione, o fonti naturali come il risollevamento del terreno ad opera del vento) la concordanza dei valori di concentrazione registrate nelle due postazioni sono da attribuire a contributi e meccanismi diversicati con peso diverso del particolato PM10 tra le zone esaminate. La zona della postazione di Lucignano è aperta, pertanto ben esposta all'azione di diluizione e trasporto dei venti e presenta inoltre valori di flussi veicolari di circa 'A più bassi di quelli della stazione di misura di Piazza della Repubblica, questo spiega la presenza di valori notevolmente inferiori degli inquinanti primari registrati nella zona. Gli elaborati grafici dell'andamento dei valori medi orari per biossido dì azoto e monossido di carbonio, confermano il quadro della qualità dell'aria ambiente delineato in precedenza: valori modesti senza variazioni di rilievo. Per quanto riguarda le polveri PM10, sono evidenziati isolati valori di picco, riconducibili a fenomeni isolati e di breve durata, che non esercitano un peso determinante nell'elaborazione dei valori limite di legge (media giornaliera e media nell'intero periodo di osservazione). La maggior percentuale dei dati relativi alla distribuzione dei valori medi orari in classi di concentrazione, si attesta nelle fasce di concentrazione più basse ad esclusione dell'ozono, i cui valori di concentrazione aumentano in funzione dell'intensità della radiazione solare. L'andamento delle elaborazioni del giorno tipo, indica per gli inquinanti primari correlati ai flussi veicolari, la tendenza della presenza del picco di massima concentrazione nelle ore della prima mattinata (8) e nella prima sera (20). L'ozono, presenta l'andamento caratteristico a campana con i massimi valori di concentrazione distribuiti nelle ore caratterizzate da un'intensa radiazione solare. Le modeste variazioni degli NMHC e del biossido di zolfo, segnalano la presenza di un sostanziale livello di fondo nell'area monitorata. Le elaborazioni di alcuni inquinanti primari in particolare CO e NOx con i volumi di traffico indica in prevalenza, come elemento principale di modificazione dell'aria ambiente nella zona di Lucignano, il traffico veicolare, che ha raggiunto nel periodo di rilevazione effettuato dall'Ufficio Viabilità della Provincia di Arezzo il valore massimo giornaliero di 5.690 veicoli/giorno. Parametri meteorologici: sono stati registrati venti prevalenti provenienti da Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 199 Nord-Est e Sud-Ovest. L'elaborazione relativa al giorno tipo della velocità del vento presenta il caratteristico andamento per la presenza di valori massimi di un certo rilievo nelle ore pomeridiane. Venti rimarchevoli nel giorno 5 aprile con valori medi orari fino a 9,5 m/sec. La qualità dell'aria ambiente dell'area monitorata è caratterizzata da modesti valori di concentrazione; dalla campagna di monitoraggio non emergono episodi acuti di inquinamento o valori medi statistici di rilievo. Il flusso veicolare che contraddistingue la SP19 e che fornisce un contributo determinante sull'entità e sulla distribuzione dei valori di concentrazione nell'aria ambiente, incontra una zona aperta dove le condizioni meteorologiche sono favorevoli alla dispersione ed alla diluizione delle concentrazioni degli inquinanti. Il Tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro p.i. Guglielmo Manganelli CARATTERIZZAZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE II Responsabile della U.O. Chimica Ambientale dott. Claudio Bondi Le informazioni riportate nella tabella che segue forniscono una caratterizzazione del contesto territoriale e ne delineano le principali condizioni al contorno. Nome Postazione Coordinate Geografiche (Gauss Boaga) Altitudine (metri s.l.m.) Altezza punto di campionamento (mt) Periodo Osservazione LUCIGNANOSP19 LONGE 1722694,2 LATN 4795010,2 380 2,5 25 MARZO - 6 APRILE 2003 Popolazione residente nell'area Estensione Centro Abitato 491 0,069 La presente postazione di campionamento è del residenziale, attraversata dalla strada Provinciale veicolari. La zona è piuttosto aperta e pertanto dispersiva degli eventi meteorici. tipo periferica, inserita in una zona n° 19 caratterizzata da discreti flussi influenzata favorevolmente all'azione Vista Sud Viste del territorio circostante Vista Ovest Vista Nord Vista Est Comune di Lucignano Scala1:150000 Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 200 Rendimenti Strumentali % NMHC 3 ore (µg/mc) CO NO2 O2 PM10 SO2 NMHC 96 95 98 77 100 95 Valori relativi al livello di ATTENZIONE fissato dai DD.MM. 15/04/94 – 25/11/94 ** Valori relativi agli Standard di Qualità dell’aria fissati dal DPCM del 28/03/83 e DPR 203/88 *** Valori relativi al DM del 16/05/96 **** Scatta solo se è superato contemporaneamente lo standard di qualità dell’aria relativo all’ozono di 200 (µg/mc) previsto dal DPCM del 28/03/83. Pendenza Intercetta 1+/- 0,1 0+/- 0,1 1+/- 0,1 0+/- 5 Verifica dell’efficienza del convertitore * (GPT) > 96% (*) l’efficienza del convertitore (GPT) è stata considerata sufficiente per valori > 96% CAMPAGNA DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA Regione Toscana Scala1:1500000 Comune di Lucignano-Postazione SP 19 Periodo di osservazione: dal 25 marzo al 06 aprile 2003 PARAMETRO NO2 Max Orario (µg/mc) NO2 98° Percentili (µg/mc) NO2 Media (µg/mc) NOx Media (µg/mc) CO Max 1 Ora (µg/mc) CO Media mobile 8 Ora (µg/mc) O3 Media mobile (µg/mc) O3 Max 1 Ora (µg/mc) O3 Media giornaliera (µg/mc) Polveri PM10 Media (µg/mc) Polveri PM10 Max 24 Ore (µg/mc) SO2 Media giornaliera (µg/mc) SO2 Max Orario (µg/mc) 200**** * Livello di Attendibilità dei dati forniti Inquinante CO NO NO2 51 ANDAMENTO DEI VALORI MEDI ORARI DEL PERIODO 25 MARZO - -04 APRILE 2003 DM60: Valori limite fissati dal Decreto Ministero Ambiente n. 60/2002 comprensivi del relativo margine di tolleranza calcolato per l'anno 2003. CONFRONTO CON I LIMITI DI LEGGE VALORI LIMITE 52 270 DM60 45 200** 14 33 1,1 54 DM60 30 DM60 15* 0,8 14 DM60 111 110*** 126 180* 108 65*** 23 43 DM60 39 60 DM60 7 125* 7 410 DM60 Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 201 GIORNI TIPO DISTRIBUZIONE DEI VALORI MEDI ORARI CORRELAZIONE CON I FLUSSI DI TRAFFICO Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 202 CONFRONTO CON I VAORI DELLA STAZIONE DI P.ZA DELLA REPUBBLICA- AREZZO produzione di NO. La concentrazione negli scarichi degli autoveicoli è maggiore in accelerazione e in marcia di crociera. Un'altra fonte di origine del biossido di azoto (NO2), deriva, come peraltro già accennata per il monossido di azoto (NO), da processi di combustione ad alta temperatura per ossidazione dell'azoto presente nell'aria per il 78%. Il maggior contributo è dato dal traffico autoveicolare e, in ordine decrescente, da diesel pesanti, autovetture a benzina, diesel leggeri e autovetture catalizzate. MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) SORGENTI E' un gas incolore ed inodore che si forma dai processi di combustione in carenza di ossigeno, situazione che si verifica in vario grado nei motori degli autoveicoli soprattutto a bassi regimi ed in decelerazione, negli impiantì di riscaldamento e negli impianti industriali. Un'altra fonte estremamente significativa è rappresentata dal fµmo dì sigaretta. VOLUMI DI TRAFFICO REGISTRATI NEL PERIODO 28/3-4/4/03 LEGENDA INQUINANTI METEOROLOGICI Andamento delle velocità medie orarie OSSIDI DI AZOTO (NO/NO2) SORGENTI II biossido di azoto (N02), è un gas di colore rosso bruno, di odore pungente ed altamente tossico, si forma in massima parte in atmosfera per ossidazione del monossìdo dì azoto (NO), inquinante principale che si forma nei processi di combustione derivanti da autoveicoli, impianti di riscaldamento e impianti industriali; più elevata è la temperatura nella camera di combustione, più elevata è la POLVERI con diametro aerodinamico < 10 µm (PM10) SORGENTI II materiale particolato presente nell'aria è costituito da una miscela di particelle solide e liquido, che possono rimanere sospese in aria anche per lunghi periodi. Hanno dimensioni comprese tra 0,005 µm e 50-150 µm (lo spessore di un capello µmano è circa 100 µm), e una composizione costituita da una miscela di elementi quali: carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo, ecc. L'insieme delle particelle sospese in atmosfera è definito come PTS (polveri totali sospese) o PM Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 203 (materiale particolato). Le polveri totali vengono generalmente distinte in due classi dimensionali corrispondenti alla capacità di penetrazione nelle vie respiratorie da cui dipende l'intensità degli effetti nocivi. Le polveri che penetrano nel tratto superiore delle vie aeree o tratto extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe), polveri dette inalabili o toraciche, hanno un diametro inferiore a 10 µm (PMio). Quelle invece che possono giungere fino alle parti inferiori dell'apparato respiratorio o tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi, bronchioli e alveoli polmonari), le cosiddette polveri respirabili, hanno un diametro inferiore a 2,5 µm (PM2,5). Le particelle solide sono originate sia per emissione diretta (particelle primarie) che per reazione nell'atmosfera di composti chimici, quali ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e composti organici (particelle secondarie). Le sorgenti del particolato possono essere antropiche e naturali. Le fonti antropiche sono riconducibili principalmente ai processi di combustione quali: emissioni da traffico veicolare, utilizzo di combustibili (carbone, oli, legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni industriali (cementifici, fonderie, miniere). Le fonti naturali invece sono sostanzialmente: aerosol marino, suolo risollevato e trasportato dal vento, aerosol biogenico, incendi boschivi, emissioni vulcaniche, ecc. Le cause principali delle alte concentrazioni di polveri in ambito cittadino sono dovute in gran parte alla crescente intensità di traffico veicolare, e in particolare alle emissioni dei motori diesel e dei ciclomotori. Una percentuale minore è legata all'usura degli pneumatici e dei corpi frenanti delle auto. Un ulteriore elemento che contribuisce alle alte concentrazioni di polveri è connesso anche al risollevamento delle frazioni depositate, per cause naturali o legate allo stesso traffico. OZONO (03) SORGENTI E' un gas fortemente ossidante che si forma nella bassa atmosfera per reazioni fotochimiche attivate dalla luce solare, che danno origine allo smog fotochimico. La formazione di elevate concentrazioni di ozono è un fenomeno prettamente estivo, legato alla potenzialità della radiazione solare, alle alte temperature e alla presenza di sostanze chimiche (idrocarburi e biossido di azoto) dette precursori, che attivano e alimentano le reazioni fotochimiche producendo ozono, radicali liberi, perossidi ed altre sostanze organiche fortemente ossidanti. Il problema dell'ozono ha la sua origine nell'ambiente urbano. combustibili. I gasoli da trazione, costituiti da idrocarburi a peso molecolare più elevato di quelli delle benzine e del GPL determinano generalmente le emissioni atmosferiche a più elevata concertazione di idrocarburi. Sono particolarmente pericolosi in presenza di ossidanti (Os) e radiazione solare perché originano lo "smog fotochimico". BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2) SORGENTI Uso di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio). Negli ultimi 10 anni si è osservata una netta tendenza alla diminuzione delle emissioni di S02, attribuibile alle modifiche nel tipo e nella qualità dei combustibili usati a minor contenuto di zolfo. Un contributo determinante per la diminuzione di emissioni di S02 è stato fornito dalla larga diffusione della metanizzazione. NMHC (idrocarburi non metanici) SORGENTI Sono in parte rappresentati dai costituenti dei carburanti che non sono bruciati completamente nelle reazioni di combustione nonché per la loro evaporazione diretta. Generalmente, la formazione di queste sostanze avviene vicino alle pareti della camera di combustione dove la temperatura, per effetto dello scambio di calore con l'esterno non raggiunge i valori tali da permettere l'ossidazione totale delle molecole dei combustibili. Inoltre, la quantità di queste sostanze emesse in atmosfera dipende dalle condizioni di funzionamento, di manutenzione e di usura del motore. La quantità totale di idrocarburi emessi, cresce di norma con l'aumentare del peso molecolare medio degli idrocarburi costituenti i 5.3.3 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO L’Arpat ha eseguito, per conto del comune di Lucignano, un’indagine sull’inquinamento elettromagnetico del territorio comunale del quale si riporta la relazione tecnica. RELAZIONE N° 40990A del 03/07/00 OGGETTO: Verifica campi elettromagnetici territorio Comune di Lucignano. Con riferimento alla Vs. richiesta sulla situazione di inquinamento elettromagnetico nel comune di Lucignano il responsabile dell’U.O. Controllo Agenti Fisici ha eseguito sopralluogo con tecnico del Vs. Comune geom. Rosini per individuare i siti da sottoporre a controllo. Il tecnico ha segnalato che è installata nel territorio comunale una SRB OMNITEL e un traliccio con ponti radio Telecom. Per quanto riguarda gli elettrodotti il territorio comunale è attraversato dalle due linee AT 132 KV n° 425 (linea Distillerie Italiane – Chiusi) e n° 426 (S. Giovanni –Foiano); è stato inoltre chiesto un rilievo del campo magnetico nella scuola elementare per la vicinanza di una linea MT 15KV. IMPIANTI TELECOMUNICAZIONI Per quanto riguarda la SRB OMNITEL LUCIGNANO la OMNITEL ha chiesto parere di conformità alla normativa vigente D.M. 381/98 rilasciato da qs. Dipartimento lo scorso giugno e trasmesso anche a codesto spettabile Comune per conoscenza (parere che si allega in copia allegato 1). Si sono eseguite delle misure in prossimità della stazione nei punti indicati in planimetria riscontrando i seguenti valori: PUNTO PUNTO DI VALORE V/m MISURA 1 confine 0,6 edificio uso magazzino 2 retro edificio 0.7 uso magazzino 3 ingresso 0,3 abitazione piano terra 4 balcone < 0,3 abitazione valore 6 V/m limite D.M. 381/98 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 204 Misuratore di campo elettromagnetico PMM 8053 dotato di sonda per Campo Elettrico PMM EP 330 (range 0.3/300 V/m). generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno” che prevede i seguenti limiti di esposizione per il campo magnetico: ELETTRODOTTI • 100 µT per l’induzione magnetica in aree o ambienti chiusi o ambienti in cui si possa ragionevolmente attendere che individui della popolazione trascorrano una parte significativa della giornata. • 1000 µT per l’induzione magnetica nel caso in cui l’esposizione sia ragionevolmente limitata a poche ore al giorno. A seguito di esposto trasmesso dal Vs. Comune si sono eseguiti lo scorso anno i rilevamenti sulle immissioni delle linee AT 425-426 KV presso l’abitazione Berrettoni (si allega copia dell’esito delle misurazioni allegato 2); poiché tale postazione è stata indicata come la più critica dai Vs. tecnici non si sono ripetuti ulteriori rilevamenti sulla linea AT. E’ stata invece effettuata una verifica nella scuola nelle cui vicinanze passa una linea MT. Per le medie tensioni le distanze di rispetto sono fissate dal D.M. 16/01/91 che prevede una distanza di 3,13 m dai fabbricati per una linea MT 15 KV. ESITO DEI RILEVAMENTI DEL 19/05/00 NELLA SCUOLA ELEMENTARE I rilievi sono stati effettuati dalle ore 11:00 alle ore 12:30 del 19/05/00 posizionando lo strumento di misura all’interno del locale più vicino alla linea MT ed ottenendo valori di induzione magnetica compresi fra un minimo di 0.04 µT ed un valore massimo di 0.06 µT e quindi abbondantemente sotto il valore 0.2 µT preso attualmente a riferimento negli studi epidemiologici condotti a livello internazionale per eventuali effetti a lungo termine. NORMATIVA DI RIFERIMENTO DPCM 23/4/92 “Limiti massimi di esposizione ai campi elettrici e magnetico Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 205 5.4 ACQUA L’acqua è l’elemento primario di cui sono fatte tutte le creature viventi sia di origine animale che vegetale e tutto l’ambiente dove queste vivono. L’acqua è il primo elemento indispensabile per la vita sul pianeta purtroppo non è un bene inesauribile di conseguenza è opportuno, come del resto è stato fatto, attuare delle politiche volte alla “difesa dell’acqua”; difesa intesa come lotta agli sprechi, agli usi impropri, attraverso un risparmio ed un riutilizzo, e una lotta all’inquinamento attraverso la salvaguardia dei corpi recettori. Si tratta quindi di una difesa sia a livello quantitativo e qualitativo del bene acqua. Altro concetto importante è l’acqua come “BENE COMUNE”, bene esauribile sia nella quantità che nel tempo che le amministrazioni devono garantire e sostenere. Obiettivo comune è quello di contenere la crescita dei consumi al fine di garantire a tutti l’accesso all’acqua e soprattutto di salvaguardare i corpi idrici dai quali è possibile attingere acqua ma al contempo è necessario che questa acqua sia riconvogliata all’interno del corpo idrico (acqua reflua) adeguatamente depurata e nella quantità idonea da consentire nuovi e successivi usi nel rispetto dell’intero ciclo idrico. Il nuovo approccio del settore di salvaguardia della risorsa idrica non punta più al controllo puntuale allo scarico ma alla capacità del corpo recettore di autodepurarsi. Si è passati dal concetto di acqua come bene senza valore, gratuito e di proprietà privata ad acqua come soggetto debole da tutelare attraverso un’azione di incorporazione nelle politiche settoriali. Quindi acqua oltre che risorsa naturale un bene comune cioè di tutti. Il Piano di Tutela delle acque della Regione Toscana propone la “CARTA DEL FUTURO DELL’ACQUA” facendo proprio quanto espresso dalla Conferenza di Rio del 1992; “Il ciclo dell’acqua è un elemento chiave nella vita e dell’equilibrio ecologico del pianeta. L’eccessivo consumo d’acqua da parte dell’uomo ha impatti negativi sugli esseri viventi. L’acqua che consumiamo è una risorsa rinnovabile che ha un ciclo naturale: la pioggia alimenta le sorgenti, fiumi, laghi e falde acquifere. Oltre che agli uomini, questa risorsa è necessaria alla sopravivenza di animali, piante ed ecosistemi. L’uso eccessivo d’acqua per consumi urbani, industriali e agricoli ne mette a rischio la sopravivenza”; inoltre assume i principi derivanti dalla Direttiva 200/60 /CE del Parlamento Europeo del Consiglio del 23.10.2000 che istituisce un “QUADRO PER L’AZIONE COMUNITARIO IN MATERIA DI ACQUA”. Il principio conduttore è quello di acqua come bene comune, risorsa esauribile da difendere e recuperare sia nella qualità che nella quantità. In particolare, basandosi sul principio di “chi inquina paga”, si occupa della protezione delle acque superficiali interni, acque di transizione, acque costiere e sotterranee. Nella Carta per il futuro dell’acqua, la Regione Toscana assume anche altri principi derivanti dalla L. 36/94 “Disposizioni in materia di risorse idriche” che si basano sulla tutela e salvaguardia ma anche nell’uso del bene acqua riconoscendolo come elemento primario di vita, come diritto per i bisogni basilari e quindi non appartenenti ai singoli ma alla collettività. Si riconosce nell’acqua una capacità di riproducibilità naturale con limiti nel tempo e nelle quantità, vulnerabilità e con limitate capacità di autodepurazione. È necessario quindi gestire il bene acqua sia nell’uso qualitativo che nell’uso quantitativo che quella della parte reflua. L’acqua in quanto bene esauribile ha un costo. Nella carta sono contenuti anche gli indirizzi assunti dalla Regione Toscana. Il territorio comunale di Lucignano si trova per la sua totalità all’interno del Bacino ARNO. La Legge 18.05.89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” segna un evoluzione importante per la difesa in maniera idraulico ambientale. Tale legge ripartisce il Territorio Nazionale in: bacini nazionali, bacini interregionali e bacini regionali. La Regione Toscana ha organizzato i bacini di interesse regionale nel rispetto delle delimitazioni dei bacini nazionali con una propria L.R. 11.12.98 n° 91 Norme per la difesa del suolo. Bacino regionale Fiume Costa Bacino regionale Toscana nord Lucignano si trova inserito, per la totalità del suo territorio comunale, all’interno del Bacino Nazionale del Fiume Arno Il bacino Arno si suddivide in sottobacini, Lucignano rientra nel sottobacino della di 1368 Kmq. Le caratteristiche idrografiche e ideologiche del sotto bacino della Valdichiana sono caratterizzate dalla presenza del Canale Maestro della Chiana uno dei principali affluenti dell’Arno. Il Canale Maestro sbocca in Arno in riva sinistra in prossimità di Arezzo. La quota media del suo bacino imbrifero è pari a 337 m slm. Gli apporti inquinanti sono determinati da scarichi urbani, zootecnici, e dai reflui dello zuccherificio di Castiglion Fiorentino. I bacini che interessano la Toscana sono: Bacino nazionale dell’Arno per il 98.4% toscano e 1.6%umbro; è il bacino più rappresentativo della regione e comprende 164 comuni toscani o parte di essi inseriti in 6 Ambiti Territoriali Omogenei. Bacino nazionale dell’Po Bacino nazionale del Tevere Bacino interregionale del Fiume Magra Bacino interregionale del Fiume Fiora Bacino interregionale del Fiume Reno Bacino interregionale del Fiume Morecchia Bacino regionale Fiume Ombrone Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 206 5.5 ECOSISTEMI NATURALI Gli ecosistemi naturali costituiscono, insieme con l'aria, l'acqua, il suolo e sottosuolo, risorsa naturale, ma contestualmente costituiscono anche risorsa essenziale dal momento che per risorsa essenziale devono intendersi le invarianti, cioè i caratteri distintivi del paesaggio, le emergenze paesistico ambientali, i beni territoriali di interesse storico — culturale, i tracciati storici ed altre permanenze, l'evoluzione del territorio rurale (agrario e boschivo), 1'evoluzione insediativa, 1’infrastrutturazione. Di conseguenza le varie aree ambientali presentì sul territorio comunale dovranno essere oggetto, all'interno del Piano Strutturale, di regole e interventi specifici che esaltino la loro funzione di "risorsa naturale ed essenziale". Una prima area ambientale è quella del sistema dei boschi che si sviluppa su una superficie di circa 1225 ettari su 44,9 kmq di territorio comunale. Appare utile precisare che per boschi devono intendersi non solo le aree coperte da vegetazione arborea spontanea o artificiale, ma anche le aree coperte da vegetazione arbustiva ed altri elementi caratteristici del paesaggio, quali le associazioni vegetali lineari naturali arboree o arbustive, i filari frangivento di specie autoctone o naturalizzate, le alberature stradali significative, i gruppi colati, le piante monumentali isolate, i castagneti sia da frutto che da legno. I soprasuoli non sono mai stati lasciati alla loro evoluzione naturale. Il "taglio" è sempre stato praticato ed ha coinciso con gli interessi diversificati: l'interesse economico, quello ecologico e quello culturale. Ecologico perché vi favorisce la presenza di determinate specie animali selvatiche e di uccelli stanziali e migratori. Culturale perché le popolazioni locali hanno sempre visto e conosciuto il bosco sottoposto a ceduazione periodica. La maggior parte del territorio boscato è rappresentata da latifoglie con isole di conifere. Un secondo campo ambientale riguarda i territori dell’agricoltura di fondovalle; stretti quelli del corso del Fosso Vescina e del fosso Scerpella posti a nord-est del capoluogo, larghi lungo il basso corso dell’Esse al confine con Foiano della Chiana a est del capoluogo e lungo il torrente Foenna al confine provinciale con Sinalunga. Un ulteriore area ambientale è quella delle colline che sono di alto pregio paesaggistico. Il sistema collinare è caratterizzato da tessitura agraria a maglia fitta essendo in precedenza i terreni condotti a mezzadria, dove sono presenti ciglioni e terrazzamenti per la maggior parte coltivati ad olivo. Permangono vigneti e oliveti di podere, relitti di piantate, siepi vive arborate. La flora e la fauna naturale Uno dei problemi più diffusi delle attuali aree verdi, che consideriamo naturali, è che, in realtà, nel corso del tempo hanno risentito pesantemente dell'intervento dell'uomo, che le ha alterate a tal punto da fargli perdere la propria connotazione e il proprio ruolo nel contesto ambientale. Le grandi opere umane, come le grandi vie di comunicazione realizzate e/o previste, tendono a sezionare il territorio, all' interno del quale si creano isole di diverse dimensioni, che seguono poi percorsi diversi, che ne accentuano le differenze e rendono gli eventuali interventi di recupero sempre più difficili e costosi. Già oggi si possono osservare alcune realtà che si evolvono in maniera disarmonica rispetto all'ambiente circostante, ma soprattutto evidenziano difficoltà a raggiungere equilibri ecologici stabili. Senza una spinta positiva verso condizioni ecologicamente favorevoli, tali equilibri, nell’ipotesi più ottimistica, potrebbero comunque essere raggiunti naturalmente, ma con tempi esageratamente lunghi e con un danno economico e ambientale, legato ai ritardi e alla perdita di ruolo e di ricchezza biologica. Le scelte dell’uomo, specialmente in passato, hanno determinato interventi rilevanti e conseguenze negative per la salvaguardia della biodiversità e del ruolo ecologico che esse intrinsecamente possiedono. Un esempio di questo riguarda la scelta, fatta in passato, di introdurre una nuova specie di cinghiali non autoctona,incrociati con il suino, ( all’interno dell’area del Calcione) che accoppiandosi con la razza indigena hanno determinato un sovraffollamento che è difficile da contenere tanto che è necessario l’intervento dell’uomo per tentare di ripristinare l’equilibrio naturale. Difatti il numero considerevole di cinghiali, oltre che a distruggere il sottobosco e di conseguenza l’habitat di alcune specie, interessa anche le colture agricole limitrofe alla zona boscata. Un aspetto positivo, che rende la zona meritevole di studio e valorizzazione, è quello della ricchezza di specie tipiche della fascia collinare, della presenza in zona di ampie aree di interesse naturalistico e ambientale, in particolare la zona umida. La presenza della diga, di specchi d’acqua artificiali e di sviluppate aree fluviali evidenzia la possibilità di sviluppare gli ecosistemi acquatici, che costituiscono ambienti adatti per gli stop migratori e di nidificazione degli uccelli di passaggio. Per poter realizzare un progetto di gestione è però necessari una programmazione pluriennale e l’individuazione di interventi mirati, infatti a causa del fatto che i laghi e corsi d’acqua presenti risentono di fattori tipici sia degli ecosistemi terrestri che acquatici, i programmi di gestione richiedono approcci multidisciplinari basati su monitoraggio sistematico di parametri fisici, chimici e biologici. Questo fatto risulta particolarmente importante alla luce della degradazione su larga scala delle aree migratorie di acqua dolce e dell’estinzione di un gran numero di specie animali e vegetali stanziali tipiche delle zone umide. Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 207 Consulenza Ente Irriguo UmbroToscano 1992-93 La diga del Calcione è in terra con nucleo centrale di tenuta, essa è lunga 850 m ed alta 30 m, consente un invaso di 27 Mm³ di acqua. La Modimar ha progettato idraulicamente e strutturalmente: - gli scarichi di fondo (90,3 m³ /s) e di superficie (220 m³ /s), quest' ultimo con soglie a tre diversi livelli, convergenti entrambi in un unico manufatto e canale profondamente inciso e realizzato con paratie di calcestruzzo dotate di puntoni; - la vasca di dissipazione al piede, del tipo USBR ed il canale di restituzione al fiume; - la camera di manovra, il pozzo di accesso alla stessa, l'opera di presa. Per la diga del Calcione (di terra di altezza 20 m, invaso 4x10³ m³ /s) realizzata nel 1969 e che presenta dei fenomeni di innalzamento della linea di saturazione per perdita di efficienza del materasso filtrante, è stato studiato il moto di filtrazione dell'acqua attraverso il rilevato e la sua variazione nel tempo. Sono stati progettati i provvedimenti per il controllo e l'abbattimento della falda. Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 208