5.LE RISORSE
NATURALI
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 193
5. LE RISORSE
NATURALI
5.1 INTRODUZIONE
La L.R n. 5/ 95 individua come
Risorse Naturali da tutelare: l’Aria,
l’Acqua, Il Suolo e gli Ecosistemi
Naturali della fauna e della flora, in
quanto “Esse esprimono (recita la legge) gli
equilibri ambientali e lo stato di salute
dell’ecosistema naturale a fronte dei quali è
valutata la sostenibilità ambientale delle
trasformazione del territorio”.
Le norme, facenti parte dei
contenuti del P.T.C.P., all’art. 21
forniscono per la tutela delle Risorse
Naturali i seguenti indirizzi:
- per la risorsa aria:
• la ricerca dell’ecocompatibilità delle
nuove localizzazioni degli insediamenti
produttivi rispetto allo stato delle
risorse essenziali del territorio;
• il recupero delle situazioni di degrado.
- per la risorsa acqua:
• la conservazione del patrimonio idrico
per non pregiudicare la vivibilità
dell’ambiente, l’agricoltura la fauna e la
flora, i processi geomorfologici e gli
equilibri idrologici, la corretta gestione
delle risorse idriche superficiali e
sotterranee
nonché
opportuni
interventi di risanamento;
• il mantenimento di una efficiente rete
idraulica, irrigua ed idrica, garantendo
comunque che l’insieme delle
derivazioni non pregiudichi il minimo
deflusso vitale degli alvei sottesi,
nonché la qualità delle acque.
-per la risorsa suolo:
• la conservazione, la sistemazione e
recupero del suolo nei sottosistemi
territoriali ed idrografici;
• l’individuazione delle aree soggette a
rischio di frana o di intensa erosione,
sia per cause naturali che artificiali;
• l’attuazione delle necessarie misure di
difesa per la diminuzione della
pericolosità geomorfologica e della
vulnerabilità degli insediamenti, delle
attività antropiche e delle emergenze
paesistico-ambientali:
• la riperimetrazione delle zone
sottoposte a vincolo idrogeologico
- per gli ecosistemi naturali della fauna e della
flora e degli habitat di pregio naturalistico:
• la conservazione
degli ecosistemi
intesa come salvaguardia, tutela e
difesa
delle
risorse
naturali
considerate nel loro complesso con
particolare riguardo alla biodiversità;
• la promozione di interventi di
miglioramenti ambientale finalizzati
alla ricostruzione degli equilibri
ecologici;
• la compatibilità delle attività (anche
produttive), con particolare attenzione
a quelle che impiegano risorse naturali,
con gli obiettivi di cui alle precedenti
lettere;
• la promozione di attività compatibili
per il tempo libero, per il turismo
naturalistico, rurale e storico-artistico;
• l’incremento e la diffusione della
conoscenza della risorsa attraverso la
realizzazione di attività di studio e
ricerca scientifica.
All’interno del territorio comunale di
Lucignano sono stati svolte indagini,
rilevazioni e valutazioni relative a tali
risorse che verranno di seguito riportate.
5.2 L’AMBIENTE
L’ambiente è l’insieme delle condizioni
fisiche, chimiche e biologiche in cui si
stabilisce la vita di comunità degli
organismi. Il complesso dei vari ambienti
costituisce la biosfera, e l’insieme delle
relazioni esistenti tra di essi e all’interno
di ciascuno di essi è oggetto di studio
dell’ecologia.
L’ambiente si presenta nelle diverse
regioni della biosfera (ecosistemi) con
diverse caratteristiche che possono essere
considerate come parte integrante della
sua struttura. Essa è composta da
elementi non viventi, o abiotici, da
elementi produttori (vegetali), da elementi
consumatori (animali) e decompositori
(funghi e batteri).
L’ambiente è quindi un sistema aperto,
che riceve , elabora e trasmette energia, è
capace di autoregolarsi e di raggiungere
livelli relativamente stabili.
Nel 1992 si apriva a Rio la prima
conferenza dell’ONU sull’ambiente dove
per la prima volta nella storia i governi di
tutto il mondo erano chiamati ad
esprimere nella propria agenda politica le
tematiche ambientali e a formalizzare quel
concetto di sviluppo sostenibile che negli
anni precedenti era stata la risposta
istintiva alle problematiche di sperpero
delle risorse che il nostro pianeta fornisce
all’umanità.
Recentemente a Johannesburg nel Sud
Africa si è tenuto un nuovo Summit
caratterizzato
da
una
maggiore
conoscenza delle problematiche del
pianeta e con un idea di Sviluppo
sostenibile molto più concreta che in
passato. Difatti all’art. 11 della
Dichiarazione di Johannesburg si legge
che:”l’eliminazione della povertà. Il
cambiamento degli stili di produzione e
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 194
consumo, e la protezione e la gestione
delle risorse naturali fondamentali per lo
sviluppo sostenibile”.
Johannesrburg raccoglie la sfida di passare
dalle strategie politiche alle azioni pratiche
individuando le comunità locali come
fulcro di questo processo e facendo delle
loro politiche le necessarie prassi per
introdurre dal basso i principi e le forme
della sostenibilità.
In questo percorso la Regione Toscana ha
saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista
partecipando al vertice con una propria
rappresentazione, e facendosi firmataria,
unica tra le Regioni italiane, assieme ad
altri 22 organismi subnazionali e 4
associazioni regionali, della Dichiarazione
di Gauteng, atto conosciuto di una Rete
di regioni, appartenenti a tutti i continenti,
che ha l’intento di rafforzare le
opportunità
delle
amministrazioni
regionali e di sviluppare una politica
internazionale di cooperazione per lo
sviluppo
sostenibile
a
livello
subnazionale.
Il VI Programma d’azione dell’Unione
Europea e così come sono state riprese
anche nell’elaborazione del Piano
Regionale di Azione Ambientale le
priorità ambientali riguardano:
-Cambiamento climatico
-Natura, biodiversità e difesa del suolo
-Ambiente e salute
-Uso sostenibile delle risorse naturale e
gestione dei rifiuti
Per ogni tema sono stati individuati gli
obiettivi da perseguire come la riduzione
delle emissioni di gas serra, la riduzione
dei consumi energetici a vantaggio dei
sistemi alternativi.
Per il mantenimento delle biodiversità e la
difesa del suolo l’obiettivo è quello di
aumentare la percentuale delle aree
protette,conservare le biodiversità marine
e terrestri, ridurre la dinamica delle aree
artificiali,
prevenire
il
rischio
idrogeologico,
prevenire
l’erosione
costiera.
La Regione Toscana ha a riguardo
risposto agli impegni assunti dalla
comunità internazionale su Ambiente e
Sviluppo di Rio di Janeiro del 1992,
attraverso un insieme consistente di
provvedimenti normativi . tali azioni
mirano al contenimento delle pressioni
già operanti nel sistema ambiente e
territorio e all’adozione di politiche
finalizzate
alla
promozione
di
comportamenti di consumo e di
produzione, da parte di famiglie e
imprese, orientati ad una più responsabile
tutela delle risorse e dell’ambiente.
I temi trattati dalla regione sono:
1. energia;
2. gas ad effetto serra
3. aria
4. inquinamento acustico;
5. inquinamento elettromagnetico;
6. rifiuti
7. bonifiche dei siti inquinati
8. acqua
9. conservazione della natura
10. difesa del suolo ed erosione costiera.
La dinamica delle aree artificiali, in
provincia di Arezzo ha registrato, nel
periodo 1991-2001, una variazione
percentuale in tendenza con la media
regionale (4.2% rispetto al 4.7%).
In termini di emissione di gas serra, si
registra una variazione, nel periodo 19952000, inferiore rispetto al valore regionale
(2.5% rispetto al 4.6%).
Tale incremento, sebbene inferiore alla
media regionale, risulta elevato se si
considera che, per rispettare gli accordi di
Kyoto, le emissioni di gas climalteranti
dovrebbero ridursi nel 2010 del 6.5%
rispetto ai valori registrati nel 1990.
L’impronta ecologica della provincia di Arezzo
Situazione della provincia aretina
La situazione ambientale della provincia
aretina risulta, dal raffronto con i valori
medi regionali di un insieme significativo
di indicatori, complessivamente positiva.
La sua impronta ecologica registra
tuttavia, come accade nelle aree ad elevata
concentrazione insediativi, un valore
regionale, il deficit ecologico della
provincia è pari a -1,15 gha/ab2 mentre
quello regionale è di -2,08 gha/ ab2.
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5.3 ARIA
5.3.1 INQUINAMENTO ACUSTICO
Le sorgenti principali, se non esclusive, di
rumore presenti nel territorio comunale
sono costituite dalle infrastrutture stradali
e specificatamente dalla S.P. n° 19 dei
Procacci, soggetta ad un traffico di
ragguardevole consistenza caratterizzato
da mezzi pesanti che dall’uscita della
superstrada dei “Due Mari” in loc. Monte
San Savino devono attraversare l’abitato
di Lucignano per ricollegarsi all’altezza di
Rigomagno con la Superstrada per Siena.
Il comune di Lucignano, come tutti i
comuni della Toscana, è tenuto a redigere,
a norma della L.R. 1 dicembre 1998, n°
89 “Norme in materia di inquinamento
acustico”, il Piano di classificazione
acustica in base al quale il territorio
comunale viene suddiviso in zone
acusticamente omogenee.
Il Piano di classificazione acustica dovrà
essere approvato, perentoriamente, prima
dell’approvazione
del
Regolamento
Urbanistico.
Nel territorio comunale di Lucignano
sono stati effettuati dei monitoraggi da
parte dell’ARPAT su richiesta sia
dell’Amministrazione
provinciale
e
comunale che di privati.
Nel 2000, su richiesta del Sindaco, è stato
effettuato un monitoraggio per valutare la
rumorosità
prodotta
dal
traffico
autostradale A1 nella frazione di Pieve
Vecchia.
Si riporta di seguito la relazione tecnica
trasmessa al comune
RELAZIONE R20140A del 24/05/00
OGGETTO:
Rumorosità
prodotta
dal traffico
autostradale frazione “Pieve Vecchia” nel
comune di Lucignano.
Qs. Dipartimento in base alla richiesta del
Sindaco del Comune di Lucignano si è
attivato per eseguire le misure richieste
per valutare la rumorosità prodotta dal
traffico autostradale in frazione “Pieve
Vecchia”.
Come da Vs. richiesta si sono presi
accordi con l’Ufficio Tecnico Comunale
che ha indicato un punto critico (di cui
alla planimetria) in cui eseguire l’indagine
per una settimana come previsto dalla
normativa vigente D.M. 16/03/98.
Quadro Normativo
Il rumore stradale è oggetto di specifici
Regolamenti di disciplina, previsti
dall’art.11 della legge quadro L. 447/95, al
momento non ancora emanati; si può fare
riferimento alle loro bozze, disponibili
ormai in forma semi-definitiva, per
illustrarne l’impianto generale e discuterne
l’influenza sulle procedure di valutazione
dell’inquinamento da traffico.
I regolamenti di disciplina prevedono, allo
stato attuale, delle fasce fiancheggianti le
infrastrutture dette “fasce di pertinenza”,
di ampiezza variabile a seconda del genere
e della categoria dell’infrastruttura stradale
come individuata nel D.Lvo 30/4/92
n.285.
Per tali fasce di pertinenza vengono
stabiliti dei valori limite di immissione,
riferiti alla sola rumorosità prodotta dal
traffico sull’infrastruttura medesima; tali
valori limite sono differenziati, secondo le
categorie sopra citate, per periodo diurno
o notturno, e per infrastruttura in
esercizio o di nuova costruzione.
Dalle attuali bozze di decreti, le fasce di
pertinenza proposte variano da 60 m. (per
autostrade e strade extraurbane principali
e secondarie con livelli ammessi 70 dBA
per il periodo diurno e 60 dBA per il
periodo notturno) a 20 m. (per tratte
autostradali di attraversamento urbano,
tangenziali e strade urbane di scorrimento
con livelli ammessi 65 dBA per il periodo
diurno e 55 dBA per il periodo notturno).
Tali fasce di pertinenza andranno a
sovrapporsi alle classi di destinazione
acustica individuate dal Comune nella
predisposizione
della
zonizzazione
acustica.
Si ricorda infine che l’art.10 della L.
447/95 prevede che “in deroga a quanto
previsto ai precedenti commi, le società e gli enti
gestori di servizi pubblici di trasporto o delle
relative infrastrutture, ivi comprese le autostrade,
nel caso di superamento dei valori di cui al
comma 2, hanno l'obbligo di predisporre e
presentare al Comune piani di contenimento e
abbattimento del rumore, secondo le direttive
emanate dal Ministro dell'ambiente con proprio
decreto entro un anno dalla data di entrata in
vigore della presente legge. Essi devono indicare
tempi di adeguamento, modalità e costi e sono
obbligati ad impegnare, in via ordinaria, una
quota fissa non inferiore al cinque per cento dei
fondi di bilancio previsti per le attività di
manutenzione e di potenziamento delle
infrastrutture stesse per l'adozione di interventi di
contenimento e abbattimento del rumore. Per
quanto riguarda l'ANAS la suddetta quota è
determinata nella misura dell'1,5 per cento dei
fondi di bilancio previsti per le attività di
manutenzione. Nel caso dei servizi pubblici
essenziali, i suddetti piani coincidono con quelli
di cui all'articolo 3, comma 1, lettera i); il
controllo del rispetto della loro attuazione è
demandato al Ministero dell'ambiente”.
Modalita’ di Indagine
L’indagine è stata eseguita posizionando il
furgone
mobile
attrezzato
con
analizzatore statistico Brüel & Kjær mod.
4435 ed unità microfonica Brüel & Kjær
mod. 4184 ad altezza di circa 4 m. dal
suolo in frazione Pieve Vecchia presso il
giardino dell’abitazione indicata in
planimetria.
Le modalità di misura sono previste
dall’allegato C del
D.M. 16/03/98
“Tecniche di rilevamento e misurazione
dell’inquinamento acustico”.
Risultati dell’Indagine
Nella tabella seguente vengono riepilogati
i valori medi dei livelli equivalenti diurni e
notturni:
POS
TAZ
ION
E
Giar
dino
abita
zion
e
PERIODO
RILEVAM
ENTO
GIORNO Leq (dBA) Leq (dBA)
notturno
diurno
06:00-22:00 22:00-06:00
15/05/00 - LUN
22/05/00
MAR
MER
GIO
VEN
SAB
DOM
MEDIA
PERIOD
O
61,0
60,0
60,5
60,0
60,5
60,0
59,5
58,5
60,0
58,5
58,0
59,0
58,5
55,5
57,0
58,0
Nel grafico allegato sono riportati i livelli
orari equivalenti e percentili rilevati
durante il periodo di monitoraggio (L10 e
L90: livelli superati rispettivamente nel
10% e 90% del tempo di campionamento
e indicativi della rumorosità di picco e di
fondo). Nelle figure viene riportata l’ora
di fine di ogni campionamento orario.
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 196
rumorosità prodotta dalla strada
provinciale dei Procacci, strada che oltre
al traffico veicolare locale è utilizzata
come raccordo tra i due tratti di
Superstrada dei Due Mari (Olmo Monte S.Savino
Rigomagno SienaPerugia)
I livelli misurati presentano la
stazionarietà diurna-notturna tipica del
traffico autostradale.
Allo stato attuale i limiti della normativa
non si applicano al rumore prodotto dal
traffico come riportato nel paragrafo
precedente; qualora vengano confermati i
valori previsti nelle bozze la situazione
potrebbe non essere conforme ai limiti di
legge a seconda dell’ampiezza delle fasce
di rispetto: in particolare se vengono
confermati 60 m di fascia di rispetto gli
edifici in oggetto, che distano dalla A1
circa 75 m, sono fuori dalle fasce di
rispetto
e quindi i limiti ammessi
dipendono dalle scelte di zonizzazione
acustica del Comune.
Qualora, non appena definito il quadro
normativo con l’entrata in vigore del
decreto applicativo sul rumore stradale, i
livelli non siano conformi ai limiti
ammessi la situazione dovrà essere
segnalata alla Società Autostrade per la
programmazione degli interventi di
bonifica previsti dall’art. 10 dell L.
447/95.
RELAZIONE R23000
OGGETTO: verifica
030609 Lucignano
rumorosità traffico
veicolare v. Procacci (Lucignano).
A seguito di richiesta dell’.Amministrazione Provinciale nei giorni 7-8-9-10
aprile 2003 è stato eseguito un
monitoraggio della rumorosità prodotta
dal traffico veicolare lungo via Procacci.
70
65
Livello in dB (A)
60
55
50
45
40
35
30
12
18 24
6
12 18
24
6
12
18
24
6
12
18
24
6
12
18 24
6
12 18 24
6
12 18 24
6
Ore
L10
L90
LEQ
M30140A – Lucignano loc.Pieve Vecchia
misure rumore da traffico A1 dal 15/05 al
22/05/2000
Successivamente
su
richiesta
dell’Amministrazione provinciale, è stato
eseguito un monitoraggio per valutare la
12
Normativa e metodologia seguita
Traffico stradale (decreto non ancora
approvato)
II rumore stradale e oggetto di specifici
Regolamenti di disciplina, previsti dall'alt
11 della legge quadro L. 447/95, al
momento non ancora emanati, si può fare
riferimento alla bozza per illustrarne
l’impianto
generale
e
discuterne
l'influenza sulle procedure di valutazione
dell’inquinamento
da
traffico
11
regolamento di disciplina prevede delle
fasce fiancheggianti le infrastrutture dette
"fasce di pertinenza", di ampiezza
variabile a seconda del genere e della
categoria dell'infrastruttura stradale come
individuata nel D.Lvo 30/4/92 n.285.
Per tali fasce di pertinenza vengono
stabiliti dei valori limite di immissione,
riferiti alla sola rumorosità prodotta dal
traffico sull'infrastruttura medesima; i
valori limite sono differenziati, secondo le
categorie sopra citate, per periodo diurno
o notturno, e per infrastruttura in
esercizio o di nuova costruzione Dalla
attuale bozze di decreto, le fasce di
pertinenza proposte variano da 60 m (per
autostrade e strade extraurbane principali
e secondarie con livelli ammessi 70 dBA
per il periodo diurno e 60 dBA per il
periodo notturno) a 20 m (per tratte
autostradali di attraversamento urbano,
tangenziali e strade urbane di scorrimento
con livelli ammessi o? dBA per il periodo
diurno e ^ dBA per il periodo notturno).
Tali fasce di pertinenza andranno a
sovrapporsi alle classi di destinazione
acustica individuate dal Comune nella
predisposizione
della
zonizzazione
acustica
I valori limite differenziali di immissione
di cui art. 4 del D P C M 14/1 1/97 non
si applicano alle infrastrutture stradali ai
sensi del comma 3 dell'art 4 del D.P.C M.
14/1 1/97.
Criteri risanamento: D.M. 29/11/2002
Il Decreto 29/11/2002 ha fissato i criteri
per la predisposizione da parte degli enti
gestori dei piani di intervento di
contenimento e abbattimento del rumore,
sono a carico del gestore l’individuazione
delle aree in cui per effetto delle
immissioni si abbia superamento dei limiti
di emissione previsti (peraltro non ancora
fissati per le infrastruture stradali). Il
decreto fissa altresì i tempi per il
risanamento (diversificati per la tipologia
delle sorgenti e pari in particolare a 15
anni per infrastutture lineari di interesse
regionale e locale). Il decreto fissa inoltre
nell’allegato 1 gli indici di priorità degli
interventi di risanamento e nell'allegato 2 i
criteri. di progettazione degli interventi di
risanamento.
La taratura delle apparecchiature e stata
compiuta al principio e al termine dei
rilievi.
Esito del rilevamenti
È allegata la scheda tecnica con l'esito dei
rilevamenti da cui si evince che i livelli
misurali (63 dBA diurno e 55 dBA
notturno) sono compatibili con una classe
IV del D PCM 14/1 1/Q7 e con i valori
attualmente previsti dalle bozze per le
infrastrutture stradali (65 dBA diurno e 55
dBA notturno)
E’ stata inoltre eseguita una misura di
breve durata (indicata come misura spot)
in facciata all'edifìcio dell'esponente, dal
confronto del livello di pressione sonora
rilevato nel punto di riferimento (in
continuo) durante il tempo di misura, con
quello della misura spot, si sono ricavati i
livelli equivalenti diurno che notturno per
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 197
il punto spot che risultano pari a 66 dBA
diurno e 58 dBA notturno (tali livelli sono
stati indicati nella scheda come "Leq
normalizzato").
Risultato Misura in continua (foto 1.)
Distanza dalla Distanza dalla carreggiata
carreggiata
Data della misura
Data della misura
Durata della
Durata della misura
misura
Leq diurno
Leq diurno
Leq notturno
Leq notturno
Coordinate
Misura di
riferimento
Misura spot
Est
Nord
1722797
4795263
1722662
4795001
Risultati Misure spot (foto 2 e 3)
Distanza dalla
carreggiata
Altezza del
microfono
Via Procacci – Comune Lucignano –
Provincia di Arezzo.
Sito: Lucignano.
Informazioni generali sul sito
Strada
Via Procacci
Condizioni
Normali
dell’asfalto
Altezza rispetto al Microfono 2 m sopra livello
piano stradale
strada
Tipologia Area di Pressi del centro abitato di
Interesse
Lucignano
Presenza barriere
Assenti
Giorno della misura
Ora della misura
Durata della misura
Leq
Leq normalizzato
diurno
Leq normalizzato
notturno
Distanza dalla
carreggiata
Altezza del
microfono
3m
1,5 m dal terreno con
4 m di dislivello dalla
sede stradale
10/04/2003
10:00 – 10:32
32 min.
68,6 dBA
66,0 dBA
58,0 dBA
3m
1,5 m dal terreno con
4 m di dislivello dalla
sede stradale
5.3.2 INQUINAMENTO
ATMOSFERICO
Con deliberazione n.1406 del 21/12/2001
la Giunta Regionale Toscana ha adottato
la classificazione del territorio regionale,
ai sensi degli artt. 6,7,8 e 9 del decreto
legislativo n. 351/99, secondo lo stato
della qualità dell'aria ambiente rispetto ai
valori limite stabiliti dall’Unione Europa.
Tale classificazione ha portato a
determinare una lista di zone, identificate
dai confini amministrativi comunali, per
le quali si deve avviare una gestione della
qualità dell'aria ambiente che preveda:
a) la predisposizione e l'attuazione di
politiche di risanamento e miglioramento
della qualità dell'aria, dove si supera o si
rischia di superare i valori limite previsti
dalle direttive dell'Unione Europea;
b)
l'attuazione
di
politiche
di
mantenimento dove non esiste il rischio
di superamento di detti valori limite.
Sulla base di questa valutazione il comune
di Lucignano è stato classificato tra i
territori comunali che non presentano
livelli di inquinanti tali da comportare un
rischio per la salute pubblica e
dell’ambiente.
Pertanto il comune di Lucignano è
impegnato a mantenere concentrazioni
delle sostanze inquinanti in misura tale da
non comportare rischi di superamento dei
valori limite ed attuare tutte le azioni
necessarie al fine di preservare la migliore
qualità dell’aria ambiente compatibile con
lo sviluppo sostenibile, valutando
preventivamente le ulteriori pressioni sul
territorio che possono alterare lo stato
della
qualità
dell’aria
ambiente
compatibile con lo sviluppo sostenibile,
valutando preventivamente le ulteriori
pressioni sul territorio che possono
alterare lo stato della qualità dell’aria
ambiente in modo significativo.
Dal risultato ottenuto da un monitoraggio
effettuato nel comune di Lucignano per la
valutazione della qualità dell’aria, che
riportiamo di seguito, emerge che i valori
di concentrazione risultano ampiamente
inferiori a quelli previsti dalla normativa
vigente.
Analizzando per singolo
inquinante risulta che vi sono alcuni
superamenti relativi agli indici di
OZONO e OSSIDI di AZOTO come
del resto avviene in tutta la provincia di
Arezzo e in tutto il territorio nazionale.
L’Agenzia Regionale per al Protezione
Ambientale della Toscana (ARPAT) ha
effettuato un monitoraggio sulla qualità
dell’aria del quale riportiamo la relazione e
i risultati graficizzati di questa indagine.
Campagna di monitoraggio della
qualità dell'aria nel comune di
Lucignano -postazione SP 19
La presente campagna di monitoraggio, è
stata realizzata su segnalazione del Sig.
Claudio Grazi, residente in Via A. Toti,
nel Comune di Lucignano; l'ufficio
Viabilità della Provincia di Arezzo, ha
fornito
la
propria
collaborazione
rilevazionado i flussi veicolari sulla SP 19.
L'autolaboratorio è stato posizionato nel
piazzale
antistante
l'autorimessa
comunale, ubicata in prossimità della SP
19 in ingresso al centro abitato di
Lucignano, di fronte all'abitazione del Sig.
Grazi. La presente campagna di
caratterizzazione dell'aria ambiente, è
stata
articolata
nel
periodo
di
osservazione compreso dal 25 marzo al 6
aprile 2003.
Sono stati monitorati: ossidi di azoto
(NO-NOx-N02), ozono (Os), monossido
di carbonio (CO), idrocarburi non
metanici (NMHC), polveri con diametro
inferiore a 10 µm (PM10), biossido di
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 198
zolfo (SC>2) ed i parametri meteorologici
di direzione e velocità del vento.
Il livello di affidabilità dei dati forniti dagli
analizzatori in continuo della rete di
Arezzo, è assicurato mediante delle
verifiche che determinano il grado di
dispersione dei valori stimati dì pendenza
ed intercetta della retta di calibrazione
ottenuta impiegando miscele controllate
con standard certificati dall'ente nazionale
di certificazione francese COFRAC.
Nell'allegato, sono riportati gli elaborati
grafici relativi a:
• il confronto dei risultati con i relativi
limiti di legge;
• andamenti orari degli inquinanti
monitorati;
• la distribuzione delle frequenze in
classi di concentrazione;
• i giorni tipo;
• elaborazioni dei flussi veicolari nella
SP 19;
• confronto con i valori registrati nella
stazione di misura di P.zza della
Repubblica;
•
l'elaborazione dei parametri
meteorologici;
• legenda sull'origine ed il significato
degli inquinanti.
La valutazione dei dati raccolti nella
campagna, è stata effettuata riferendosi ai
valori limite fissati dalla presente
legislazione nazionale:
• standard di qualità dell'aria fissati dal
DPCM del 28/3/83 e dal DPR
203/88. I relativi parametri statistici,
forniscono
un'ottima
base
di
valutazione per lunghi periodi di
osservazione;
• livelli di attenzione fissati dai DD.MM
del 15/4/94 e 25/11/94. I livelli di
attenzione, forniscono indicazioni sui
massimi valori registrati, riconducibili
alla presenza di eventuali episodi acuti
di inquinamento;
• limiti fissati dalla normativa specifica
per l'ozono (DM del 16/5/96);
• valori limite fissati dal Decreto
Ministero Ambiente n. 60/2002.
Alla valutazione dei dati con riferimento
ai limiti di legge, abbiamo affiancato un
giudizio relativo esaminando i valori di
concentrazione monitorati nella stazione
di misura di Piazza della Repubblica
ubicata ad Arezzo nello stesso periodo di
osservazione.
Il quadro generale sulla qualità dell'aria
ambiente delineato dalla presente
campagna di monitoraggio, evidenzia in
prevalenza, valori di concentrazione
ampiamente inferiori ai limiti previsti dalla
normativa vigente. L'esame dei dati per
singolo inquinante, mette in evidenza
alcuni superamenti degli indici riguardanti
l'ozono e gli ossidi di azoto.
II parametro dell'ozono, registra 2
superamenti del livello di protezione della
salute umana (media trascinata di otto
ore: 110 ug/mc) ed 11 casi di
superamento del livello di protezione
della vegetazione fissati dal DM del
16/5/96 (media giornaliera: 65 ug/mc).
L'ozono, inquinante secondario la cui
reazione di formazione è catalizzata
dall'intensità della radiazione solare a
partire da inquinanti precursori originati
da
attività
antropiche
supera
frequentemente questo valore obiettivo,
in particolare nel periodo estivo. Tale
contesto, non è peculiare dell'area di
Lucignano, ma è diffuso in tutta la
provincia di Arezzo e nel territorio
italiano.
Il valore medio di ossidi di azoto (NOx)
relativo all'intero periodo di osservazione,
ha superato il valore limite fissato dal DM
Ambiente n. 60/2002. Quest'indice, si
riferisce ad un periodo di osservazione
annuale e rappresenta il livello di
protezione per la vegetazione. E'
correntemente superato in tutte le
postazioni
dove
è
misurato
quest'inquinante.
Per i restanti inquinati monitorati,
l'ordine di grandezza delle concentrazioni
registrate risulta inferiore al 50 % dei
rispettivi valori limite.
Confronto relativo: sono stati esaminati i
valori di biossido di azoto, ossidi di azoto,
polveri PM10 e monossido di carbonio
rilevati nella stazione di misura di Piazza
della Repubblica, ubicata nell'area urbana
della Città di Arezzo e caratterizzata da
intensi
flussi
veicolari
(23.000
veicoli/giorno). I valori di N02, NOx e
CO sono notevolmente inferiori nella
postazione di Lucignano, mentre le
polveri PM10 sono omogenee, con valori
pressoché identici nelle due postazioni.
Poiché sono molteplici i contributi che
determinano la concentrazione di
particolato PM10 nell'aria ambiente (fonti
antropiche come il traffico veicolare ed i
processi di combustione, o fonti naturali
come il risollevamento del terreno ad
opera del vento) la concordanza dei valori
di concentrazione registrate nelle due
postazioni sono da attribuire a contributi
e meccanismi diversicati con peso diverso
del particolato PM10 tra le zone
esaminate. La zona della postazione di
Lucignano è aperta, pertanto ben esposta
all'azione di diluizione e trasporto dei
venti e presenta inoltre valori di flussi
veicolari di circa 'A più bassi di quelli della
stazione di misura di Piazza della
Repubblica, questo spiega la presenza di
valori notevolmente inferiori degli
inquinanti primari registrati nella zona.
Gli elaborati grafici dell'andamento
dei valori medi orari per biossido dì
azoto e monossido di carbonio,
confermano il quadro della qualità
dell'aria ambiente delineato in precedenza:
valori modesti senza variazioni di rilievo.
Per quanto riguarda le polveri PM10,
sono evidenziati isolati valori di picco,
riconducibili a fenomeni isolati e di breve
durata, che non esercitano un peso
determinante nell'elaborazione dei valori
limite di legge (media giornaliera e media
nell'intero periodo di osservazione).
La maggior percentuale dei dati relativi
alla distribuzione dei valori medi orari
in classi di concentrazione, si attesta nelle
fasce di concentrazione più basse ad
esclusione dell'ozono, i cui valori di
concentrazione aumentano in funzione
dell'intensità della radiazione solare.
L'andamento delle elaborazioni del
giorno tipo, indica per gli inquinanti
primari correlati ai flussi veicolari, la
tendenza della presenza del picco di
massima concentrazione nelle ore della
prima mattinata (8) e nella prima sera
(20).
L'ozono,
presenta
l'andamento
caratteristico a campana con i massimi
valori di concentrazione distribuiti nelle
ore caratterizzate da un'intensa radiazione
solare. Le modeste variazioni degli
NMHC e del biossido di zolfo, segnalano
la presenza di un sostanziale livello di
fondo nell'area monitorata.
Le
elaborazioni di alcuni inquinanti primari
in particolare CO e NOx con i volumi di
traffico indica in prevalenza, come
elemento principale di modificazione
dell'aria ambiente nella zona di
Lucignano, il traffico veicolare, che ha
raggiunto nel periodo di rilevazione
effettuato dall'Ufficio Viabilità della
Provincia di Arezzo il valore massimo
giornaliero di 5.690 veicoli/giorno.
Parametri meteorologici: sono stati
registrati venti prevalenti provenienti da
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 199
Nord-Est e Sud-Ovest. L'elaborazione
relativa al giorno tipo della velocità del
vento presenta il caratteristico andamento
per la presenza di valori massimi di un
certo rilievo nelle ore pomeridiane. Venti
rimarchevoli nel giorno 5 aprile con valori
medi orari fino a 9,5 m/sec.
La qualità dell'aria ambiente dell'area
monitorata è caratterizzata da modesti
valori di concentrazione; dalla campagna
di monitoraggio non emergono episodi
acuti di inquinamento o valori medi
statistici di rilievo. Il flusso veicolare che
contraddistingue la SP19 e che fornisce
un contributo determinante sull'entità e
sulla distribuzione dei valori di
concentrazione
nell'aria
ambiente,
incontra una zona aperta dove le
condizioni
meteorologiche
sono
favorevoli alla dispersione ed alla
diluizione delle concentrazioni degli
inquinanti.
Il Tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei
luoghi di lavoro p.i. Guglielmo Manganelli
CARATTERIZZAZIONE DEL
CONTESTO TERRITORIALE
II Responsabile della U.O. Chimica
Ambientale
dott. Claudio Bondi
Le informazioni riportate nella tabella
che
segue
forniscono
una
caratterizzazione del contesto territoriale
e ne delineano le principali condizioni al
contorno.
Nome Postazione
Coordinate
Geografiche
(Gauss
Boaga)
Altitudine
(metri
s.l.m.)
Altezza punto di
campionamento (mt)
Periodo Osservazione
LUCIGNANOSP19
LONGE 1722694,2
LATN
4795010,2
380
2,5
25 MARZO - 6
APRILE 2003
Popolazione residente nell'area
Estensione Centro Abitato
491
0,069
La
presente
postazione
di
campionamento è del residenziale,
attraversata dalla strada Provinciale
veicolari. La zona è piuttosto aperta e
pertanto dispersiva degli eventi meteorici.
tipo periferica, inserita in una zona n° 19
caratterizzata da discreti flussi influenzata
favorevolmente all'azione
Vista Sud
Viste del territorio circostante
Vista Ovest
Vista Nord
Vista Est
Comune di Lucignano Scala1:150000
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 200
Rendimenti Strumentali %
NMHC 3 ore (µg/mc)
CO NO2 O2 PM10 SO2 NMHC
96
95
98
77
100
95
Valori relativi al livello di
ATTENZIONE fissato dai DD.MM.
15/04/94 – 25/11/94
**
Valori relativi agli Standard di
Qualità dell’aria fissati dal DPCM del
28/03/83 e DPR 203/88
*** Valori relativi al DM del 16/05/96
**** Scatta solo se è superato
contemporaneamente lo standard di
qualità dell’aria relativo all’ozono di 200
(µg/mc)
previsto dal DPCM del
28/03/83.
Pendenza
Intercetta
1+/- 0,1
0+/- 0,1
1+/- 0,1
0+/- 5
Verifica
dell’efficienza
del
convertitore * (GPT) > 96%
(*) l’efficienza del convertitore (GPT) è
stata considerata sufficiente per valori >
96%
CAMPAGNA
DI
MONITORAGGIO
DELLA QUALITA’ DELL’ARIA
Regione Toscana Scala1:1500000
Comune di Lucignano-Postazione SP 19
Periodo di osservazione: dal 25 marzo al
06 aprile 2003
PARAMETRO
NO2
Max
Orario
(µg/mc)
NO2 98° Percentili
(µg/mc)
NO2 Media (µg/mc)
NOx Media (µg/mc)
CO Max 1 Ora
(µg/mc)
CO Media mobile 8
Ora (µg/mc)
O3
Media
mobile
(µg/mc)
O3 Max 1 Ora
(µg/mc)
O3 Media giornaliera
(µg/mc)
Polveri PM10 Media
(µg/mc)
Polveri PM10 Max 24
Ore (µg/mc)
SO2 Media giornaliera
(µg/mc)
SO2
Max
Orario
(µg/mc)
200****
*
Livello di Attendibilità dei dati forniti
Inquinante
CO
NO
NO2
51
ANDAMENTO DEI VALORI MEDI
ORARI DEL PERIODO 25 MARZO - -04
APRILE 2003
DM60: Valori limite fissati dal
Decreto Ministero Ambiente n.
60/2002 comprensivi del relativo
margine di tolleranza calcolato per
l'anno 2003.
CONFRONTO CON I LIMITI DI LEGGE
VALORI LIMITE
52
270 DM60
45
200**
14
33
1,1
54 DM60
30 DM60
15*
0,8
14 DM60
111
110***
126
180*
108
65***
23
43 DM60
39
60 DM60
7
125*
7
410 DM60
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 201
GIORNI TIPO
DISTRIBUZIONE DEI VALORI MEDI
ORARI
CORRELAZIONE CON I FLUSSI DI
TRAFFICO
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 202
CONFRONTO CON I VAORI DELLA
STAZIONE DI P.ZA DELLA
REPUBBLICA- AREZZO
produzione di NO. La concentrazione
negli scarichi degli autoveicoli è
maggiore in accelerazione e in marcia di
crociera. Un'altra fonte di origine del
biossido di azoto (NO2), deriva, come
peraltro già accennata per il monossido
di azoto (NO), da processi di
combustione ad alta temperatura per
ossidazione dell'azoto presente nell'aria
per il 78%. Il maggior contributo è dato
dal traffico autoveicolare e, in ordine
decrescente,
da
diesel
pesanti,
autovetture a benzina, diesel leggeri e
autovetture catalizzate.
MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
SORGENTI
E' un gas incolore ed inodore che si
forma dai processi di combustione in
carenza di ossigeno, situazione che si
verifica in vario grado nei motori degli
autoveicoli soprattutto a bassi regimi ed
in decelerazione, negli impiantì di
riscaldamento
e
negli
impianti
industriali. Un'altra fonte estremamente
significativa è rappresentata dal fµmo dì
sigaretta.
VOLUMI DI TRAFFICO REGISTRATI
NEL PERIODO 28/3-4/4/03
LEGENDA INQUINANTI
METEOROLOGICI
Andamento delle velocità medie orarie
OSSIDI DI AZOTO (NO/NO2)
SORGENTI
II biossido di azoto (N02), è un gas di
colore rosso bruno, di odore pungente
ed altamente tossico, si forma in
massima parte in atmosfera per
ossidazione del monossìdo dì azoto
(NO), inquinante principale che si
forma nei processi di combustione
derivanti da autoveicoli, impianti di
riscaldamento e impianti industriali; più
elevata è la temperatura nella camera di
combustione, più elevata è la
POLVERI con diametro aerodinamico
< 10 µm (PM10)
SORGENTI
II materiale particolato presente nell'aria è
costituito da una miscela di particelle
solide e liquido, che possono rimanere
sospese in aria anche per lunghi periodi.
Hanno dimensioni comprese tra 0,005
µm e 50-150 µm (lo spessore di un
capello µmano è circa 100 µm), e una
composizione costituita da una miscela di
elementi quali: carbonio, piombo, nichel,
nitrati, solfati, composti organici,
frammenti di suolo, ecc. L'insieme delle
particelle sospese in atmosfera è definito
come PTS (polveri totali sospese) o PM
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 203
(materiale particolato). Le polveri totali
vengono generalmente distinte in due
classi dimensionali corrispondenti alla
capacità di penetrazione nelle vie
respiratorie da cui dipende l'intensità degli
effetti nocivi. Le polveri che penetrano
nel tratto superiore delle vie aeree o tratto
extratoracico (cavità nasali, faringe e
laringe), polveri dette inalabili o toraciche,
hanno un diametro inferiore a 10 µm
(PMio). Quelle invece che possono
giungere fino alle parti inferiori
dell'apparato respiratorio o tratto
tracheobronchiale (trachea, bronchi,
bronchioli e alveoli polmonari), le
cosiddette polveri respirabili, hanno un
diametro inferiore a 2,5 µm (PM2,5). Le
particelle solide sono originate sia per
emissione diretta (particelle primarie) che
per reazione nell'atmosfera di composti
chimici, quali ossidi di azoto e zolfo,
ammoniaca e composti organici (particelle
secondarie). Le sorgenti del particolato
possono essere antropiche e naturali. Le
fonti antropiche sono riconducibili
principalmente ai processi di combustione
quali: emissioni da traffico veicolare,
utilizzo di combustibili (carbone, oli,
legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni
industriali (cementifici, fonderie, miniere).
Le
fonti
naturali
invece
sono
sostanzialmente: aerosol marino, suolo
risollevato e trasportato dal vento, aerosol
biogenico, incendi boschivi, emissioni
vulcaniche, ecc.
Le
cause
principali
delle
alte
concentrazioni di polveri in ambito
cittadino sono dovute in gran parte alla
crescente intensità di traffico veicolare, e
in particolare alle emissioni dei motori
diesel e dei ciclomotori. Una percentuale
minore è legata all'usura degli pneumatici
e dei corpi frenanti delle auto. Un
ulteriore elemento che contribuisce alle
alte concentrazioni di polveri è connesso
anche al risollevamento delle frazioni
depositate, per cause naturali o legate allo
stesso traffico.
OZONO (03)
SORGENTI
E' un gas fortemente ossidante che si
forma nella bassa atmosfera per reazioni
fotochimiche attivate dalla luce solare,
che danno origine allo smog fotochimico.
La formazione di elevate concentrazioni
di ozono è un fenomeno prettamente
estivo, legato alla potenzialità della
radiazione solare, alle alte temperature e
alla presenza di sostanze chimiche
(idrocarburi e biossido di azoto) dette
precursori, che attivano e alimentano le
reazioni
fotochimiche
producendo
ozono, radicali liberi, perossidi ed altre
sostanze organiche fortemente ossidanti.
Il problema dell'ozono ha la sua origine
nell'ambiente urbano.
combustibili. I gasoli da trazione,
costituiti da idrocarburi a peso molecolare
più elevato di quelli delle benzine e del
GPL determinano generalmente le
emissioni atmosferiche a più elevata
concertazione di idrocarburi. Sono
particolarmente pericolosi in presenza di
ossidanti (Os) e radiazione solare perché
originano lo "smog fotochimico".
BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2)
SORGENTI
Uso di combustibili fossili (carbone e
derivati del petrolio). Negli ultimi 10 anni
si è osservata una netta tendenza alla
diminuzione delle emissioni di S02,
attribuibile
alle modifiche nel tipo e nella qualità dei
combustibili usati a minor contenuto di
zolfo. Un contributo determinante per la
diminuzione di emissioni di S02 è stato
fornito dalla larga diffusione della
metanizzazione.
NMHC (idrocarburi non metanici)
SORGENTI
Sono in parte rappresentati dai costituenti
dei carburanti che non sono bruciati
completamente
nelle
reazioni
di
combustione nonché per la loro
evaporazione diretta. Generalmente, la
formazione di queste sostanze avviene
vicino alle pareti della camera di
combustione dove la temperatura, per
effetto dello scambio di calore con
l'esterno non raggiunge i valori tali da
permettere l'ossidazione totale delle
molecole dei combustibili. Inoltre, la
quantità di queste sostanze emesse in
atmosfera dipende dalle condizioni di
funzionamento, di manutenzione e di
usura del motore. La quantità totale di
idrocarburi emessi, cresce di norma con
l'aumentare del peso molecolare medio
degli
idrocarburi
costituenti
i
5.3.3 INQUINAMENTO
ELETTROMAGNETICO
L’Arpat ha eseguito, per conto del
comune di Lucignano, un’indagine
sull’inquinamento elettromagnetico del
territorio comunale del quale si riporta la
relazione tecnica.
RELAZIONE N° 40990A del 03/07/00
OGGETTO: Verifica campi elettromagnetici
territorio Comune di Lucignano.
Con riferimento alla Vs. richiesta sulla
situazione
di
inquinamento
elettromagnetico
nel
comune
di
Lucignano il responsabile dell’U.O.
Controllo Agenti Fisici ha eseguito
sopralluogo con tecnico del Vs. Comune
geom. Rosini per individuare i siti da
sottoporre a controllo.
Il tecnico ha segnalato che è installata nel
territorio comunale una SRB OMNITEL
e un traliccio con ponti radio Telecom.
Per quanto riguarda gli elettrodotti il
territorio comunale è attraversato dalle
due linee AT 132 KV n° 425 (linea
Distillerie Italiane – Chiusi) e n° 426 (S.
Giovanni –Foiano); è stato inoltre chiesto
un rilievo del campo magnetico nella
scuola elementare per la vicinanza di una
linea MT 15KV.
IMPIANTI TELECOMUNICAZIONI
Per quanto riguarda la SRB OMNITEL
LUCIGNANO la OMNITEL ha chiesto
parere di conformità alla normativa
vigente D.M. 381/98 rilasciato da qs.
Dipartimento lo scorso giugno e
trasmesso anche a codesto spettabile
Comune per conoscenza (parere che si
allega in copia allegato 1).
Si sono eseguite delle misure in prossimità
della stazione nei punti indicati in
planimetria riscontrando i seguenti valori:
PUNTO PUNTO DI VALORE V/m
MISURA
1
confine
0,6
edificio uso
magazzino
2
retro edificio
0.7
uso
magazzino
3
ingresso
0,3
abitazione
piano terra
4
balcone
< 0,3
abitazione
valore
6 V/m
limite D.M. 381/98
STRUMENTAZIONE UTILIZZATA
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 204
Misuratore di campo elettromagnetico
PMM 8053 dotato di sonda per Campo
Elettrico PMM EP 330 (range 0.3/300
V/m).
generati alla frequenza industriale
nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi
e nell’ambiente esterno” che prevede i
seguenti limiti di esposizione per il campo
magnetico:
ELETTRODOTTI
• 100 µT per l’induzione magnetica in
aree o ambienti chiusi o ambienti in
cui si possa ragionevolmente attendere
che individui della popolazione
trascorrano una parte significativa
della giornata.
• 1000 µT per l’induzione magnetica nel
caso in cui l’esposizione sia
ragionevolmente limitata a poche ore
al giorno.
A seguito di esposto trasmesso dal Vs.
Comune si sono eseguiti lo scorso anno i
rilevamenti sulle immissioni delle linee
AT 425-426 KV presso l’abitazione
Berrettoni (si allega copia dell’esito delle
misurazioni allegato 2); poiché tale
postazione è stata indicata come la più
critica dai Vs. tecnici non si sono ripetuti
ulteriori rilevamenti sulla linea AT.
E’ stata invece effettuata una verifica
nella scuola nelle cui vicinanze passa una
linea MT.
Per le medie tensioni le distanze di
rispetto sono fissate dal D.M. 16/01/91
che prevede una distanza di 3,13 m dai
fabbricati per una linea MT 15 KV.
ESITO DEI RILEVAMENTI DEL 19/05/00
NELLA SCUOLA ELEMENTARE
I rilievi sono stati effettuati dalle ore
11:00 alle ore 12:30 del 19/05/00
posizionando lo strumento di misura
all’interno del locale più vicino alla linea
MT ed ottenendo valori di induzione
magnetica compresi fra un minimo di
0.04 µT ed un valore massimo di 0.06 µT
e quindi abbondantemente sotto il valore
0.2 µT preso attualmente a riferimento
negli studi epidemiologici condotti a
livello internazionale per eventuali effetti
a lungo termine.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
DPCM 23/4/92 “Limiti massimi di
esposizione ai campi elettrici e magnetico
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 205
5.4 ACQUA
L’acqua è l’elemento primario di cui sono
fatte tutte le creature viventi sia di origine
animale che vegetale e tutto l’ambiente
dove queste vivono. L’acqua è il primo
elemento indispensabile per la vita sul
pianeta purtroppo non è un bene
inesauribile di conseguenza è opportuno,
come del resto è stato fatto, attuare delle
politiche volte alla “difesa dell’acqua”;
difesa intesa come lotta agli sprechi, agli
usi impropri, attraverso un risparmio ed
un riutilizzo, e una lotta all’inquinamento
attraverso la salvaguardia dei corpi
recettori.
Si tratta quindi di una difesa sia a livello
quantitativo e qualitativo del bene acqua.
Altro concetto importante è l’acqua come
“BENE COMUNE”, bene esauribile sia nella
quantità che nel tempo che le
amministrazioni devono garantire e
sostenere.
Obiettivo comune è quello di contenere la
crescita dei consumi al fine di garantire a
tutti l’accesso all’acqua e soprattutto di
salvaguardare i corpi idrici dai quali è
possibile attingere acqua ma al contempo
è necessario che questa acqua sia
riconvogliata all’interno del corpo idrico
(acqua reflua) adeguatamente depurata e
nella quantità idonea da consentire nuovi
e successivi usi nel rispetto dell’intero
ciclo idrico.
Il nuovo approccio del settore di
salvaguardia della risorsa idrica non punta
più al controllo puntuale allo scarico ma
alla capacità del corpo recettore di
autodepurarsi.
Si è passati dal concetto di acqua come
bene senza valore, gratuito e di proprietà
privata ad acqua come soggetto debole da
tutelare
attraverso
un’azione
di
incorporazione nelle politiche settoriali.
Quindi acqua oltre che risorsa naturale un
bene comune cioè di tutti.
Il Piano di Tutela delle acque della Regione
Toscana propone la “CARTA DEL FUTURO
DELL’ACQUA” facendo proprio quanto
espresso dalla Conferenza di Rio del
1992;
“Il ciclo dell’acqua è un elemento chiave nella vita
e dell’equilibrio ecologico del pianeta. L’eccessivo
consumo d’acqua da parte dell’uomo ha impatti
negativi sugli esseri viventi. L’acqua che
consumiamo è una risorsa rinnovabile che ha un
ciclo naturale: la pioggia alimenta le sorgenti,
fiumi, laghi e falde acquifere. Oltre che agli
uomini, questa risorsa è necessaria alla
sopravivenza di animali, piante ed ecosistemi.
L’uso eccessivo d’acqua per consumi urbani,
industriali e agricoli ne mette a rischio la
sopravivenza”;
inoltre assume i principi derivanti dalla
Direttiva 200/60 /CE del Parlamento
Europeo del Consiglio del 23.10.2000 che
istituisce un “QUADRO PER L’AZIONE
COMUNITARIO IN MATERIA DI ACQUA”.
Il principio conduttore è quello di acqua
come bene comune, risorsa esauribile da
difendere e recuperare sia nella qualità che
nella quantità.
In particolare, basandosi sul principio di
“chi inquina paga”, si occupa della
protezione delle acque superficiali interni,
acque di transizione, acque costiere e
sotterranee.
Nella Carta per il futuro dell’acqua, la
Regione Toscana assume anche altri
principi derivanti dalla L. 36/94
“Disposizioni in materia di risorse
idriche” che si basano sulla tutela e
salvaguardia ma anche nell’uso del bene
acqua riconoscendolo come elemento
primario di vita, come diritto per i bisogni
basilari e quindi non appartenenti ai
singoli ma alla collettività.
Si riconosce nell’acqua una capacità di
riproducibilità naturale con limiti nel
tempo e nelle quantità, vulnerabilità e con
limitate capacità di autodepurazione.
È necessario quindi gestire il bene acqua
sia nell’uso qualitativo che nell’uso
quantitativo che quella della parte reflua.
L’acqua in quanto bene esauribile ha un
costo. Nella carta sono contenuti anche
gli indirizzi assunti dalla Regione Toscana.
Il territorio comunale di Lucignano si
trova per la sua totalità all’interno del
Bacino ARNO.
La Legge 18.05.89 “Norme per il riassetto
organizzativo e funzionale della difesa del
suolo” segna un evoluzione importante
per la difesa in maniera idraulico
ambientale.
Tale legge ripartisce il Territorio
Nazionale in:
bacini nazionali, bacini interregionali e
bacini regionali.
La Regione Toscana ha organizzato i
bacini di interesse regionale nel rispetto
delle delimitazioni dei bacini nazionali
con una propria L.R. 11.12.98 n° 91
Norme per la difesa del suolo.
Bacino regionale Fiume Costa
Bacino regionale Toscana nord
Lucignano si trova inserito, per la totalità
del suo territorio comunale, all’interno del
Bacino Nazionale del Fiume Arno
Il bacino Arno si suddivide in sottobacini,
Lucignano rientra nel sottobacino della di
1368 Kmq.
Le
caratteristiche
idrografiche
e
ideologiche del sotto bacino della
Valdichiana sono caratterizzate dalla
presenza del Canale Maestro della Chiana
uno dei principali affluenti dell’Arno.
Il Canale Maestro sbocca in Arno in riva
sinistra in prossimità di Arezzo. La quota
media del suo bacino imbrifero è pari a
337 m slm.
Gli apporti inquinanti sono determinati
da scarichi urbani, zootecnici, e dai reflui
dello
zuccherificio
di
Castiglion
Fiorentino.
I bacini che interessano la Toscana sono:
Bacino nazionale dell’Arno per il 98.4%
toscano e 1.6%umbro; è il bacino più
rappresentativo
della
regione
e
comprende 164 comuni toscani o parte di
essi inseriti in 6 Ambiti Territoriali
Omogenei.
Bacino nazionale dell’Po
Bacino nazionale del Tevere
Bacino interregionale del Fiume Magra
Bacino interregionale del Fiume Fiora
Bacino interregionale del Fiume Reno
Bacino interregionale del Fiume Morecchia
Bacino regionale Fiume Ombrone
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 206
5.5 ECOSISTEMI NATURALI
Gli ecosistemi naturali costituiscono,
insieme con l'aria, l'acqua, il suolo e
sottosuolo,
risorsa
naturale,
ma
contestualmente costituiscono anche
risorsa essenziale dal momento che per
risorsa essenziale devono intendersi le
invarianti, cioè i caratteri distintivi del
paesaggio, le emergenze paesistico ambientali, i beni territoriali di interesse
storico — culturale, i tracciati storici ed
altre
permanenze, l'evoluzione del
territorio rurale (agrario e boschivo),
1'evoluzione
insediativa,
1’infrastrutturazione.
Di conseguenza le varie aree ambientali
presentì sul territorio comunale dovranno
essere oggetto, all'interno del Piano
Strutturale, di regole e interventi specifici
che esaltino la loro funzione di "risorsa
naturale ed essenziale".
Una prima area ambientale è quella del
sistema dei boschi che si sviluppa su una
superficie di circa 1225 ettari su 44,9 kmq
di territorio comunale.
Appare utile precisare che per boschi
devono intendersi non solo le aree
coperte da vegetazione arborea spontanea
o artificiale, ma anche le aree coperte da
vegetazione arbustiva ed altri elementi
caratteristici del paesaggio,
quali le
associazioni vegetali lineari naturali
arboree o arbustive, i filari frangivento di
specie autoctone o naturalizzate, le
alberature stradali significative, i gruppi
colati, le piante monumentali isolate, i
castagneti sia da frutto che da legno.
I soprasuoli non sono mai stati lasciati alla
loro evoluzione naturale.
Il "taglio" è sempre stato praticato ed ha
coinciso con gli interessi diversificati:
l'interesse economico, quello ecologico e
quello culturale. Ecologico perché vi
favorisce la presenza di determinate
specie animali selvatiche e di uccelli
stanziali e migratori.
Culturale perché le popolazioni locali
hanno sempre visto e conosciuto il bosco
sottoposto a ceduazione periodica.
La maggior parte del territorio boscato è
rappresentata da latifoglie con isole di
conifere.
Un secondo campo ambientale riguarda i
territori dell’agricoltura di fondovalle;
stretti quelli del corso del Fosso Vescina
e del fosso Scerpella posti a nord-est del
capoluogo, larghi lungo il basso corso
dell’Esse al confine con Foiano della
Chiana a est del capoluogo e lungo il
torrente Foenna al confine provinciale
con Sinalunga.
Un ulteriore area ambientale è quella delle
colline che sono di alto pregio
paesaggistico.
Il sistema collinare è caratterizzato da
tessitura agraria a maglia fitta essendo in
precedenza i terreni condotti a mezzadria,
dove
sono
presenti
ciglioni
e
terrazzamenti per la maggior parte
coltivati ad olivo.
Permangono vigneti e oliveti di podere,
relitti di piantate, siepi vive arborate.
La flora e la fauna naturale
Uno dei problemi più diffusi delle attuali
aree verdi, che consideriamo naturali, è
che, in realtà, nel corso del tempo hanno
risentito pesantemente dell'intervento
dell'uomo, che le ha alterate a tal punto da
fargli perdere la propria connotazione e il
proprio ruolo nel contesto ambientale.
Le grandi opere umane, come le grandi
vie di comunicazione realizzate e/o
previste, tendono a sezionare il territorio,
all' interno del quale si creano isole di
diverse dimensioni, che seguono poi
percorsi diversi, che ne accentuano le
differenze e rendono gli eventuali
interventi di recupero sempre più difficili
e costosi.
Già oggi si possono osservare alcune
realtà che si evolvono in maniera
disarmonica
rispetto all'ambiente
circostante, ma soprattutto evidenziano
difficoltà a raggiungere equilibri ecologici
stabili. Senza una spinta positiva verso
condizioni ecologicamente favorevoli, tali
equilibri, nell’ipotesi più ottimistica,
potrebbero comunque essere raggiunti
naturalmente,
ma
con
tempi
esageratamente lunghi e con un danno
economico e ambientale, legato ai ritardi e
alla perdita di ruolo e di ricchezza
biologica.
Le scelte dell’uomo, specialmente in
passato, hanno determinato interventi
rilevanti e conseguenze negative per la
salvaguardia della biodiversità e del ruolo
ecologico che esse intrinsecamente
possiedono. Un esempio di questo
riguarda la scelta, fatta in passato, di
introdurre una nuova specie di cinghiali
non autoctona,incrociati con il suino, (
all’interno dell’area del Calcione) che
accoppiandosi con la razza indigena
hanno determinato un sovraffollamento
che è difficile da contenere tanto che è
necessario l’intervento dell’uomo per
tentare di ripristinare l’equilibrio naturale.
Difatti il numero considerevole di
cinghiali, oltre che a distruggere il
sottobosco e di conseguenza l’habitat di
alcune specie, interessa anche le colture
agricole limitrofe alla zona boscata.
Un aspetto positivo, che rende la zona
meritevole di studio e valorizzazione, è
quello della ricchezza di specie tipiche
della fascia collinare, della presenza in
zona di ampie aree di interesse
naturalistico e ambientale, in particolare la
zona umida.
La presenza della diga, di specchi d’acqua
artificiali e di sviluppate aree fluviali
evidenzia la possibilità di sviluppare gli
ecosistemi acquatici, che costituiscono
ambienti adatti per gli stop migratori e di
nidificazione degli uccelli di passaggio.
Per poter realizzare un progetto di
gestione
è
però
necessari
una
programmazione
pluriennale
e
l’individuazione di interventi mirati, infatti
a causa del fatto che i laghi e corsi d’acqua
presenti risentono di fattori tipici sia degli
ecosistemi terrestri che acquatici, i
programmi di gestione richiedono
approcci multidisciplinari basati su
monitoraggio sistematico di parametri
fisici, chimici e biologici.
Questo fatto risulta particolarmente
importante alla luce della degradazione su
larga scala delle aree migratorie di acqua
dolce e dell’estinzione di un gran numero
di specie animali e vegetali stanziali
tipiche delle zone umide.
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 207
Consulenza Ente Irriguo UmbroToscano 1992-93
La diga del Calcione è in terra con
nucleo centrale di tenuta, essa è lunga 850
m ed alta 30 m, consente un invaso di 27
Mm³ di acqua. La Modimar ha progettato
idraulicamente e strutturalmente:
- gli scarichi di fondo (90,3 m³ /s) e di
superficie (220 m³ /s), quest' ultimo con
soglie a tre diversi livelli, convergenti
entrambi in un unico manufatto e canale
profondamente inciso e realizzato con
paratie di calcestruzzo dotate di puntoni;
- la vasca di dissipazione al piede, del tipo
USBR ed il canale di restituzione al
fiume;
- la camera di manovra, il pozzo di
accesso alla stessa, l'opera di presa.
Per la diga del Calcione (di terra di
altezza 20 m, invaso 4x10³ m³ /s)
realizzata nel 1969 e che presenta dei
fenomeni di innalzamento della linea di
saturazione per perdita di efficienza del
materasso filtrante, è stato studiato il
moto di filtrazione dell'acqua attraverso il
rilevato e la sua variazione nel tempo.
Sono stati progettati i provvedimenti per
il controllo e l'abbattimento della falda.
Comune di Lucignano - PIANO STRUTTURALE 2004 - Quadro Conoscitivo - Relazione Pag. 208
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Relazione - CAP.5