ALLEGATO A2
ANAGRAFICA E BUSINESS PLAN DELL’ORGANISMO DI FILERA
1 – Anagrafica dell’Organismo di filiera
1.1 – Denominazione: Filiera “Prodotti del casolare”
1.2 - Codice Fiscale(1):.................…...… 1.3 - Partita IVA (1):01974640540
1.4 - Forma giuridica:
6
associazione temporanea d’impresa;
associazione in partecipazione
1.5 - Sede legale: Via...Loc. Le Pierle , prov. PG , CAP 06065
Comune. Passignano s/T tel. 075/8296164 fax ................... e-mail…………...................
1.6 - Sede amministrativa: Via.........IDEM............., prov. ............, CAP ..............
Comune. ......... ......................…tel. ............................ fax ........................... e-mail……………....
1.7 - Legale rappresentante: nome Gianni Faluomo …. sesso M
1.8 - Atto costitutivo: estremi Rep. N. 101268 .scadenza: ..15/04/2015
1.9 - Capitale sociale: importo ............ ...…...........di cui versato: .................…..............................
1.10 - Iscrizione(1) alla C.C.I.A.A. di ..............……….......................... al n. .............................. dal
…...........
1.11 – Iscrizione(1) presso il Reg. Imprese di ....................... sez.................. al n. ..........................
dal .........
1.12 - Referenti di progetto
nome Louis Montagnoli … tel. 075/8474133 …fax .075/8774120 e-mail
[email protected]
nome ………………………………… tel............... fax ..................... e-mail …………………......
nome ………………………………… tel. .…........ fax ..…............... e-mail …………………......
1.13 - Descrizione sintetica della filiera prescelta:
La finalità principale della filiera, come d’intesa tra tutti i componenti dell’ATI, è quella di porre le
basi per una caratterizzazione territoriale e merceologica dei prodotti di fattoria, realizzati cioè in
filiera corta integralmente e direttamente dai produttori, collegati in rete, o da essi commercializzati,
tramite negozi e centri di distribuzioni specializzati, dopo aver fatto lavorare o trasformare la
materia prima prodotta in azienda. Si tratta dunque di una filiera sui generis la cui caratteristica non
deriva da una materia prima di origine comune, ma dal modo di produzione che punta a mettere a
disposizione dei consumatori alimenti ad alta tipicità il cui ciclo produttivo si svolge
completamente, o per la maggior parte, all’interno dell’azienda agricola. La base produttiva della
filiera è costituita da produttori agricoli con esperienza consolidata nelle buone pratiche tradizionali
e vocazione dei terreni ad alcune tipologie produttive specifiche che ben qualificano le
caratteristiche più rappresentative del territorio. Oltre ad alcuni prodotti abbinati storicamente ai
rispettivi territori (cipolla di Cannara, fagiolina del Trasimeno, zafferano di Città della Pieve) e di
cui già esistono i consorzi che ne riuniscono i produttori, la filiera comprende nel suo “paniere”
carni fresche (da allevamento al pascolo brado o semi-brado di bovini, ovini, suini e pollame) e
prodotti trasformati da carni suine, formaggi prodotti direttamente dall’allevatore, pasta artigianale
da produzione biologica di grano duro, farro, kamut, olio extravergine di oliva, da singole
(1)
i dati devono riferirsi al capofila dell’ATI o all’Associante nel caso di Associazione in partecipazione.
produzioni di fattoria, miele prodotto da apicoltori appartenenti all’Associazione Produttori Apistici
Umbri, conserve a base di ortaggi, erbe aromatiche o frutta, da produzione diretta, frutta fresca. Il
territorio di riferimento per l’avvio della filiera è rappresentato dalle aree del Trasimeno, della valle
del medio corso del Tevere, delle zone limitrofe del Perugino in direzione di Città della Pieve,
lungo la direttrice Assisi, Foligno, in direzione dell’alta valle del Chiascio e lungo la dorsale
appenninica
. Altri territori storicamente rappresentativi di produzioni locali saranno comunque ammessi a
partecipare all’avvio o nel corso del successivo consolidamento delle attività di filiera. Le
produzioni comprese nel “paniere”, saranno introdotte nella banca dati della Strada del Vino Colli
del Trasimeno, anch’essa inserita a sua volta nella filiera per la voce relativa ad “allestimento di
sistemi informativi” nel quadro delle azioni orizzontali A.1.1, così da realizzare una sinergia
operativa che potrà giovarsi di un’opportuna informazione grazie all’allestimento di un portale
informatico per la comunicazione ed il marketing dei prodotti enogastronomici della Strada del
Vino. I produttori di carni si potranno giovare di strutture di macellazione, sezionatura,
trasformazione, condizionamento e stagionatura, che accettino di operare secondo i disciplinari di
produzione ed i criteri di tracciabilità e rintracciabilità previsti dall’accordo di filiera. I produttori
biologici di frumento, di farro, di kamut utilizzeranno molini e pastifici certificati per tali
produzioni. La commercializzazione e distribuzione dei prodotti confezionati avverrà per vendita
diretta, laddove saranno previsti interventi aziendali di ristrutturazione ed adeguamento, con
promozione e vendita oltre che delle proprie produzioni anche delle altre appartenenti al paniere,
ma potrà anche prevedere l’identificazione di punti marketing e vendita della filiera, ritenuti idonei
a rappresentare con chiarezza ed efficacia l’immagine di prodotti espressione del territorio di
produzione. L’impegno di conferimento alla filiera dei partecipanti all’associazione d’impresa ha
l’obiettivo di raggiungere un flusso di prodotti, con le caratteristiche necessarie, in grado di
garantire con continuità la disponibilità ai consumatori dei prodotti nelle aziende e nei punti
vendita. La filiera “prodotti del casolare” si avvarrà di una certificazione di prodotto, garantita e
controllata dal Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria Società 3 A. In questo contesto, i
soggetti partecipanti che sottoscrivono il presente atto costitutivo di associazione temporanea
d’impresa, garantiscono reciprocamente la continuità di funzionamento e la soluzione di tutte le
problematiche tecniche, commerciali e distributive connesse all’obiettivo generale. La filiera dal
suo inizio fino al prodotto trasformato dovrà garantire le condizioni di tracciabilità e rintracciabilità
previste dall’entrata in vigore del Regolamento 178/2002 dell’Unione Europea, così da permettere
un’adeguata riconoscibilità dell’origine e del percorso produttivo garantito dall’ATI e consentire
alla distribuzione di esibirne la trasparente identificazione da parte del consumatore finale alla
ricerca di prodotti garantiti.
Saranno predisposti nel quadro delle azioni orizzontali disciplinari di produzione riferiti a ciascuno
dei prodotti inseriti nella filiera e contraddistinti da un marchio unico (Prodotti del casolare, con
logo e marchio registrati) a garanzia di produzioni basate su tecniche produttive, ricette tradizionali
del territorio e criteri di qualità e di genuinità. Tali disciplinari saranno il riferimento tecnico per la
certificazione volontaria di prodotto.
La filiera nel suo complesso prevede di migliorare la sostenibilità dell’impatto ambientale delle
produzioni con interventi tesi a ridurre in campo l’uso di fertilizzanti chimici, fitofarmaci e diserbi
secondo le buone pratiche della lotta integrata e limitare eventuali fonti di inquinamento provenienti
dalle deiezioni grazie ad una bassa concentrazione di animali al pascolo, ottenendo anche i relativi
effetti positivi sulle condizioni di welfare animale. Produzioni biologiche potranno far parte della
filiera secondo gli stessi protocolli adottati con uso dunque del logo, del marchio e delle modalità
di distribuzione, oltre alla certificazione prevista dal Regolamento 2091/92 per le produzioni
vegetali e dal Regolamento 1804/99 per le produzioni animali .
Le azioni orizzontali previste dal bando regionale saranno realizzate in collaborazione con il Parco
Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria Società 3A e la Facoltà di Agraria dell’Università degli
Studi di Perugia.
1.14 - Elencazione e descrizione degli anelli(2) che compongono la filiera:
1.Agricoltori: imprenditrici/imprenditori o cooperative che conducano aziende agricole con
produzioni vegetali o piccoli allevamenti di bovini, ovini, suini, razze avicunicole, con
trasformazione delle materie prime in produzioni agroalimentari caratterizzate dalle tecniche
tradizionali utilizzate e dalle ricette tipiche del territorio, che si impegnino a creare una rete di
promozione e commercializzazione di tutti i prodotti realizzati, nel rispetto delle norme tecniche
previste dall’accordo di filiera e dal disciplinare di produzione;
2.Strutture di trasformazione: imprese specializzate nella trasformazione artigianale di materie
prime agricole in prodotti agroalimentari tipici;
3.Strutture di promozione e commercializzazione: imprese, cooperative o consorzi esistenti o creati
“ad hoc” in grado di promuovere la conoscenza e la commercializzazione dei prodotti del casolare.
Eventuali convergenze con la Grande Distribuzione Organizzata potranno essere trovate allo scopo
di lanciare nella maniera più adeguata i prodotti di fattoria con specifiche iniziative commerciali e
promozionali proposte dal Centro Agroalimentare dell’Umbria.
1.15 - Produzione agricola coinvolta
Prodotti agroalimentari di fattoria: produzioni di qualità e di nicchia con caratterizzazione dei
territori umbri interessati.
1.16 - Indirizzo al quale si chiede che venga indirizzata la corrispondenza:
città: …………………….….... prov. … CAP ……….. via e n. civ. ……………………….
1.17 - Elenco dei soggetti attuatori e dei destinatari (produrre l’ elenco di tutti i soggetti completo
delle informazioni sotto riportate):
1.17.1 Denominazione: Carlo Sirci città: Cannara prov. PG CAP 06033 via e n. civ. P.zza della
Corte Vecchia, 1
Codice fiscale e P. IVA 02432730543
Investimenti previsti (euro) 80.000 di cui contributo (euro) 28.400
Azioni orizzontali (euro) 32.150,00 di cui contributo Euro 24.120,00
1.17.2 Denominazione: Giordano Mainò città: Castiglione del Lago prov. PG CAP 06060 via e n.
civ. Mugnanesi, 2 Loc. Porto
Codice fiscale e P. IVA: 01966700542
Investimenti previsti (euro) 31.164,00 di cui contributo (euro) 9.322,80
Azioni orizzontali (euro) 10.975,00 di cui contributo Euro 6.520,00
1.17.3 Denominazione Madrevite città: Castiglione del Lago prov. PG CAP 06060 via e n. civ.
Cimbano, 36
Codice fiscale e P. IVA 02422890547
Investimenti previsti (euro) 0 di cui contributo (euro) 0
Azioni orizzontali (euro) 8150,00 di cui contributo Euro 6.520,00
1.17.4 Denominazione Michelangelo Monni città: Città di Castello prov. PG CAP 06010 via e n.
civ. Loc. Colle Quarata. Fraz. Morra
(2)
Per anelli della filiera si intendono le singole fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione
del prodotto agricolo e/o agroalimentare o singole sottofasi in cui l’organismo di filiera decida di scomporre la filiera
oggetto del progetto.
Codice fiscale e P. IVA 02640230542
Investimenti previsti (euro142.876,00 di cui contributo (euro) 78.581,80
Azioni orizzontali (euro) 3038,45 di cui contributo Euro 1367,60
1.17.5 Denominazione Roberto Tonazzolli città: Passignano s/T prov. PG CAP 06055 via e n. civ.
loc. Pischiello, 54 Codice fiscale: TNZRRT46P02E500F P. IVA: 01875970541
Investimenti previsti (euro) 222.051,10 di cui contributo (euro) 99.057,84
Azioni orizzontali (euro) 1262,27 di cui contributo Euro 842,10
1.17.6 Denominazione Pantarei soc. coop. arl città: Passignano s/T prov. PG CAP 06065 via e n.
civ. Loc. Le Pierle
Codice fiscale e P. IVA01974640540
Investimenti previsti (euro) 159.508,38 di cui contributo (euro) 75.466,20
Azioni orizzontali (euro) 8150,00 di cui contributo Euro 6.520,00
1.17.7 Denominazione Berna Fabio Mario città: Castiglione del Lago prov. PG CAP 06060 via e
n. civ. loc. Porto
Codice fiscale e P. IVA 02203140542
.Investimenti previsti (euro) 000,00 di cui contributo (euro) 000,00
Azioni orizzontali (euro) 8.150,00 di cui contributo Euro 6.520,00
1.17.8 Denominazione Consorzio Fagiolina del Trasimeno città: Castiglione del Lago prov. PG
CAP 06060 via e n. civ. P.zza Gramsci, 1
Codice fiscale e P. IVA:02617130543
Investimenti previsti (euro) 000,00 di cui contributo (euro) 000,00
Azioni orizzontali (euro) 96.350,00 di cui contributo Euro 95.780,00
1.17.9 Denominazione: Bittarelli Patrizio e Ettore società semplice città: Castiglione del Lago
prov. PG CAP 06060 via e n. civ. Poggio del Sole –Vaiano
Codice fiscale e P. IVA:
Investimenti previsti (euro) 90.927,00 di cui contributo (euro ) 31.939,00
Azioni orizzontali (euro) € 6.150,00di cui contributo Euro 4.920,00
1.17.10 Denominazione Azienda Agricola Centro Storico di Merisio Cristina città: Città della Pieve
prov. PG CAP 06062 via e n. civ. Loc. Le Selve
Codice fiscale e P. IVA 02551220540
Investimenti previsti (euro) 89.200,00 di cui contributo (euro) 25.640,00
Azioni orizzontali (euro) € 6.150,00
di cui contributo Euro 4.920,00
1.17.11 Denominazione: Consorzio il Croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve
Alberto Viganò . città: Città della Pieve prov. PG CAP 06062 via e n. civ. V. Veneto, 1 c/o sede
municipale
Codice fiscale e P. IVA: 02610300549
Investimenti previsti (euro) ………000,00 di cui contributo (euro)…....... 000,00
Azioni orizzontali (euro) 30.945,00 di cui contributo Euro 28.756,00
1.17.12 Denominazione: Associazione produttori apistici umbri (APAU). Città: Magione prov. PG
CAP 06063 via e n. civ. : Loc. Case Sparse, 112 – Soccorso
Codice fiscale e P. IVA: 014789002549
Investimenti previsti (euro) 000,00 di cui contributo (euro) 000,00
Azioni orizzontali (euro) € 22.850,00 di cui contributo Euro 22.280,00
1.17.13 Denominazione: Apicoltori Gubbio – Gualdo Tadino soc. coop a rl Città: Gubbio prov. PG
CAP 06020 via e n. civ. : Loc. Padule
Codice fiscale e P. IVA: 014789002549
Investimenti previsti (euro) 000,00 di cui contributo (euro) 000,00
Azioni orizzontali (euro) € 20.850,00 di cui contributo Euro 20.280,00
1.17.14 Denominazione: Col. Car. Srl Città: Corciano prov. PG CAP 06073 via e n. civ. : Voc.
Piano, 32
Codice fiscale e P. IVA: 00232180547
Investimenti previsti (euro) 70.140,00 di cui contributo (euro) 35.070,00
Azioni orizzontali (euro) € 2.280,00 di cui contributo Euro 570,00
1.17.15 Denominazione: la Buona Terra soc. Coop. a rl Città: Passignano prov. PG CAP 06065
via e n. civ. : Loc. le Guardie
Codice fiscale e P. IVA: 00443110549
Investimenti previsti (euro) 242574,00 di cui contributo (euro) 102.118,00
Azioni orizzontali (euro) € 6.150,00 di cui contributo Euro 4.920,00
1.17.16 Denominazione: Consorzio tutela vino DOC Colli del Trasimeno Città: Castiglione del
Lago prov. PG CAP 06061 via e n. civ. : c/o municipio
Codice fiscale e P. IVA: 02216920542
Investimenti previsti (euro) 0 00 di cui contributo (euro) 00,00
Azioni orizzontali (euro) € 38.760,00 di cui contributo Euro 38.760,00
1.17.17 Denominazione: Casaccia Alessandro Città: Castiglione del Lago prov. PG CAP 06060 via
e n. civ. : Loc. Poggio del Sole, Vaiano
Codice fiscale e P. IVA: 01807980543
Investimenti previsti (euro) 0 00 di cui contributo (euro) 00,00
Azioni orizzontali (euro) € 6.150,00di cui contributo Euro 4.920,00
1.17.18 Denominazione: Az. Agr. Eredi Cesarini Amedeo s.s. Città: Castiglione del Lago prov. PG
CAP 06060 via e n. civ. : Via degli Eroi, 16 – Vaiano
Codice fiscale e P. IVA: 01886160546
Investimenti previsti (euro) 0 00 di cui contributo (euro) 00,00
Azioni orizzontali (euro) € 6.150,00di cui contributo Euro 4.920,00
1.17.19 Denominazione: Consorzio Agrobiologico Agribosco Città: Sigillo prov. PG CAP 06028
via e n. civ. : Loc. S. Anna, 1
Codice fiscale e P. IVA: 02732820549
Investimenti previsti (euro) 0 00 di cui contributo (euro) 00,00
Azioni orizzontali (euro) € 139.552,63 di cui contributo Euro 135.442,13
2 – Descrizione del Progetto integrato di filiera
2.1 - Sintesi del progetto:
2.1.1 Presentazione dell’oggetto dell’intervento
Sintetica presentazione del piano progettuale, del quale indicare, anche schematicamente, i
principali obiettivi, le principali modalità di intervento presso i differenti anelli della filiera e
presso le varie regioni interessate, la distribuzione degli investimenti complessivi previsti
nel contratto
L’ATI assume il principio di solidarietà tra i produttori membri della filiera come base dell’accordo
di produzione e di vendita nel rispetto dei disciplinari di produzioni, dei protocolli di certificazione
adottati e nel conferimento delle quantità di prodotto sotto il marchio comune “Sapori del casolare”
come previsto dal succitato bando della Regione dell’Umbria.
Le buone pratiche di produzione applicate da tutti i partecipanti all’ATI saranno informate ai
principi di sosteniblità ambientale, ecocondizionalità, rispetto delle norme igienico sanitarie e
valorizzazione delle tradizioni produttive umbre.
Le caratteristiche qualitative per la ricevibilità in filiera dei prodotti con disponibilità del relativo
marchio commerciale, saranno quelle previste dai disciplinari di produzione relativi alla
certificazione volontaria di prodotto.
La predisposizione del sistema di rintracciabilità di filiera secondo la norma UNI 10939 (che
recepisce anche le prescrizioni previste dal Reg CE 178/2002) e la certificazione relativa permetterà
di ricostruire la storia del prodotto.
Le stesse norme prescritte nei disciplinari di produzione relativi alla certificazioni di prodotto e nei
processi di tracciabilità e rintracciabilità dovranno essere seguite da eventuali strutture di
trasformazione di cui i produttori agricoli dovessero servirsi per una o più fasi di lavorazione non
presenti all’interno dell’azienda.
Le imprese agricole partecipanti alla rete di vendita diretta saranno impegnate a distribuire presso la
propria azienda tutti i prodotti del “paniere” e terranno a disposizione dei visitatori e dei
consumatori brochure informative e cataloghi sulle produzioni appartenenti alla filiera. Altrettanto
faranno i punti vendita autorizzati ed inseriti nell’accordo di filiera.
I prodotti “Sapori del casolare” con rispettivi disciplinari di produzioni e certificazioni oltre che con
tutte le informazioni riferibili al luogo di produzione ed al produttore, verranno iscritti al “registro
dei prodotti enogastronomici del Consorzio di Tutela Vini Colli del Trasimeno” e pubblicati nella
banca dati del relativo portale (web farm Colli del Trasimeno).
Gli interventi previsti dai singoli soggetti imprenditoriali partecipanti alla filiera che rientrano nei
finanziamenti del bando regionale saranno volti a migliorare le condizioni produttive atte a
mitigare gli impatti sull’ambiente, dotarsi in azienda di tutte le strutture e le attrezzature più idonee
a realizzare prodotti di qualità, certificare i propri processi produttivi e garantire eventuali fasi di
trasformazione esterna in base ai protocolli accettati dall’ATI. La filiera si impegna nel suo
complesso a realizzare un processo di completa tracciabilità e rintracciabilità oltre alla
certificazione di prodotto secondo le misure orizzontali inserite nel bando medesimo. Tali interventi
sono inseriti e documentati nell’allegato 3 compilato dai singoli soggetti e che costituisce parte
integrante del progetto integrato di filiera.
Tipologia azioni
Svolgimento temporale
Mesi 1° anno di attività giugno 2005/giugno 2006
Adeguamenti az. agricole
Azioni orizz. PTA Soc.3A
Azioni orizz. Centro Agr.
2.1.2 La filiera oggetto dell’intervento
• Descrizione dei principali elementi caratterizzanti la filiera
Anni successivi
…. ….. …. ….
…. ….. …. ….
La filiera dal suo inizio fino al prodotto trasformato dovrà garantire le condizioni di tracciabilità e
rintracciabilità previste dall’entrata in vigore del Regolamento 178/2002 dell’Unione Europea, così
da permettere un’adeguata riconoscibilità dell’origine e del percorso produttivo garantito dall’ATI e
consentire di esibirne la trasparente identificazione al consumatore finale alla ricerca di prodotti
garantiti. Verrà inoltre protocollata una certificazione volontaria di prodotto realizzata in
collaborazione con il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria Società 3 A, che recherà in
etichetta tutte le informazioni relative alla provenienza della materia prima, al produttore, alla data
ed al luogo di trasformazione e, nel caso di produzioni animali, tipo di alimentazione utilizzata ed
eventuale periodo di stagionatura, oltre alle normali prescrizioni di legge.
Per ciò che riguarda le produzioni animali le condizioni di vita e di allevamento dovranno essere
conformi alle norme ed alle buone pratiche previste dall’Unione Europea e relative ai principi di
sosteniblità ambientale, ecocondizionalità e benessere animale. Le produzioni biologiche, dotate
dell’apposita certificazione e seguite dai relativi controlli, come previsto dai regolamenti CEE
2091/1992 e CE 1804/1999, seguiranno lo stesso disciplinare di produzione, lo stesso marchio e le
stesse modalità di promozione e commercializzazione degli altri “Prodotti del casolare”. Poiché
l’organizzazione di rete per la promozione e commercializzazione presuppone un circuito a
carattere agrituristico indotto nei luoghi di produzione, l’ATI promuoverà le buone pratiche
necessarie al mantenimento delle condizioni di sostenibilità compatibili con il rispetto del territorio
rurale.
Saranno garantite le caratteristiche richieste dal disciplinare relative ai requisiti necessari per una
qualità di eccellenza e per la genuinità delle produzioni , riconosciute concordemente da tutti i
soggetti partecipanti quale elemento indispensabile all’affermazione delle produzioni di fattoria e
della filiera corta come mezzo per la valorizzazione di prodotti “dal produttore al consumatore”.
Saranno anche favorite attività volte alla salvaguardia della biodiversità (antiche varietà di cereali,
legumi, ecc.) ed alla reintroduzione di razze di particolare pregio (cinta senese, pecora
sopravvissana, ecc.).
La filiera nel suo complesso prevede di migliorare la sostenibilità dell’impatto ambientale delle
produzioni agricole con interventi tesi a ridurre in maniera compatibile la produzione di liquami ed
il relativo impatto ambientale secondo i criteri stabiliti dalle leggi vigenti e dalle direttive
comunitarie di prossimo recepimento da parte dello Stato italiano.
L’ATI assume nel suo insieme l’obiettivo di sensibilizzare anche settori importanti della vendita al
dettaglio e della Grande Distribuzione Organizzata esterni alla filiera, nonché le organizzazioni dei
consumatori per dare adeguata visibilità ai prodotti ed agli scopi della filiera ed offrire così ai
prodotti di fattoria ed alle produzioni tipiche locali spazi specificatamente dedicati ed azioni
promozioni e di comunicazione in grado di raggiungere il grande pubblico.
Tali obiettivi saranno anche perseguiti attraverso la compartecipazione dei produttori della filiera al
sistema informativo previsto nel progetto sotto la direzione del Consorzio di Tutela Vini Colli del
Trasimeno, all’interno della cui banca dati verranno associate alle informazioni sui vitigni e sui vini
le note caratteristiche dei prodotti del territorio, dei produttori e delle tecniche di produzione.
•
Presentazione di dettaglio dell’articolazione della filiera volta ad evidenziare il sistema
di relazioni (sia intra che extra filiera), gli elementi e gli oggetti di interconnessione tra i
diversi soggetti, ruoli, funzioni e responsabilità e caratteristiche delle tipologie di
soggetti appartenenti a ciascun anello della filiera
La filiera “Prodotti del casolare” ha la caratteristica di consentire ai piccoli produttori agricoli di
raggiungere con maggiore facilità i consumatori e far conoscere loro direttamente, oltre ai prodotti,
il contesto rurale in cui essi nascono e la tradizione contadina che rappresentano. Alcune attività che
non possono essere gestite direttamente dai produttori verranno comunque eseguite in base a quanto
previsto dal disciplinare di produzione e sottoposte al controllo del Parco Tecnologico
Agroalimentare dell’Umbria, Società 3 A, individuato quale responsabile della certificazione di
prodotto, mentre dell’eventuale certificazione volontaria di prodotti biologici saranno responsabili
gli Enti certificatori coinvolti dai produttori (ICEA, ecc.). Data l’ampia gamma di produzioni
ricadenti nella filiera sotto il marchio “Prodotti del casolare”, verrà infatti predisposto un
disciplinare tecnico di produzione, che individui le norme generali da seguire insieme a singoli
disciplinari di prodotto che indicheranno nel dettaglio il percorso produttivo di ciascuna categoria.
In tal modo si creeranno quindi tutte le “referenze” appartenenti al paniere dei “Prodotti del
casolare”. Particolarità della filiera sarà quella di costituire una rete di distribuzione, realizzata da
tutti i partecipanti, che consentirà al consumatore o al visitatore di una fattoria di trovare un’ampia
scelta dei “Prodotti del casolare”, con relativo catalogo ed illustrazione delle caratteristiche storiche
ed organolettiche di tutti i prodotti. Inoltre una banca dati verrà resa disponibile su internet, grazie
ad un portale che verrà realizzato dal Consorzio di Tutela della Strada dei Vini Colli del Trasimeno,
nel quadro delle azioni orizzontali, dove sarà possibile consultare tutte le informazioni necessarie su
prodotti e produttori appartenenti alla filiera. Ulteriori sbocchi di mercato ed attività promozionali
volte a far conoscere il marchio e l’iniziativa, verranno individuati dall’organismo di rappresentanza
dell’ATI insieme al Centro Agroalimentare dell’Umbria. Sulla base delle regole condivise e
previste dall’ATI il disciplinare di produzione, le certificazioni di qualità, i processi di tracciabilità e
rintracciabilità e l’imposizione del marchio sono gli elementi di interconnessione che regolano i
rapporti operativi e commerciali all’interno della filiera. I ruoli dei partecipanti si esplicano in base
ai relativi impegni previsti dall’accordo e secondo le modalità ed i vincoli condivisi attraverso il
disciplinare di produzione e l’attribuzione delle certificazioni e dei marchi previsti esclusivamente
per i processi ed i prodotti individuati.
Il processo di identificazione della qualità necessaria alla filiera si gioverà dunque di protocolli per
l’individuazione delle caratteristiche necessarie ai prodotti e di procedure di tracciabilità,
rintracciabilità e certificazione dei prodotti che daranno una completa garanzia di controllo
dell’origine, dei processi di trasformazione adottati e di tutte le successive fasi fino al consumo
finale.
Da tale sequenza emergono ruoli interconnessi fondati su relazioni di filiera tali da garantire:
- continuità nella produzione delle materie prime in base ai cicli stagionali e secondo le
caratteristiche di qualità stabilite;
- affidabilità dei processi di trasformazione intra ed extra filiera in continuità con il processo
di tracciabilità originato alla produzione ed in conformità con gli standard di qualità stabiliti;
- funzionalità dei “punti vendita, degustazione e promozione” dei prodotti del casolare
costituiti dalle aziende agricole partecipanti, adeguate a tali attività, e imprese, cooperative e
consorzi facenti parte della filiera che si sono candidate a svolgere tale attività.
2.1.3 Obiettivi del progetto
Presentazione di dettaglio degli obiettivi specifici del piano progettuale, ivi incluse le
caratteristiche di innovatività che intende promuovere, corredata di indicazione qualitative e
quantitative relative alle ricadute attese sia rispetto alla filiera di riferimento sia rispetto a
ciascun anello della filiera (es. in termini territoriali, occupazionali, operativi, di mercato, di
area geografica di sbocco ecc.) e dei relativi termini temporali per il raggiungimento
Il progetto di filiera “Prodotti del casolare” si propone l’obiettivo di valorizzare l’attività di
trasformazione di piccole produzioni di fattoria, secondo la catena “dal campo alla tavola”,
gestite direttamente da singoli agricoltori, o da consorzi di produttori per il
condizionamento, la promozione e la commercializzazione dei prodotti. Il progetto “Prodotti
del casolare” intende raccogliere dunque prodotti con identità e localizzazioni differenti,
rappresentative comunque di un territorio, per caratterizzarne la tipicità e la qualità
attraverso un marchio di identificazione locale. L’intento è quello di affermare a livello
locale, nel contesto regionale umbro, una presenza diffusa e significativa di produzioni
alternative a quelle delle catene commerciali della grande e piccola distribuzione, ubicate
dunque in contesti diversi da quelli metropolitani, nel territorio rurale, là dove il terreno
agricolo produce secondo un ciclo naturale di impiego sostenibile del suolo. L’attrazione
turistico-produttiva rappresentata da fattorie dedite a trasformare i prodotti agricoli per
realizzare prodotti di alta qualità artigianale, insieme a contesti di rara e suggestiva bellezza,
possono effettivamente costituire i percorsi privilegiati di una tipologia di turismo che si va
affermando in Italia, in Francia ed in altri Paesi europei in grado di offrire tali opportunità.
Lo stesso successo conseguito in Umbria, come in altre regioni d’Italia, dalle attività
agrituristiche, ha contribuito a creare, in alcuni casi, attività ricettive extra-alberghiere poco
fedeli allo spirito della legge, la n°730 del 5 dicembre 1985 “Disciplina dell’agriturismo”,
con caratteristiche in realtà poco rurali ed orientate ad una tipologia di tipo “commerciale”
soprattutto nell’attività di ristorrazione. Il progetto si propone di creare una rete di aziende
agricole vocate alla produzione di preparazioni gastronomiche tradizionali che consentano al
consumatore, sia esso locale che turista “food trotter”, di poter conoscere, degustare ed
acquistare prodotti genuini direttamente da chi li produce.
L’organismo di filiera nel suo complesso si pone dunque come punto di riferimento non solo
per evidenziare la possibilità di realizzare canali di vendita alternativi a quelli esistenti che
avvicinino il consumatore al produttore, ma anche come un modello sostenibile di attività
produttive e turismo in ambito rurale rivolto ai consumatori in genere ma anche ad utenti
privilegiati come scuole, famiglie, gruppi di consumo equo e solidale.
Questo approccio è dunque innovativo rispetto all’attuale panorama delle produzioni
agricole ed agroalimentari perché imposta una sua strada originale e percorribile che porta
alle condizioni per un riconoscimento di produzioni tipiche e tradizionali dell’Umbria
attraverso un marchio di riconoscimento della rete “Prodotti del casolare”, con relativa
certificazione di ciascun prodotto, le caratteristiche di filiera corta con completa tracciabilità
e rintracciabilità di tutta evidenza. La filiera si propone come punto di partenza per una
valorizzazione delle produzioni di fattoria e di un circuito di turismo gastronomico
ecocompatibile a partire da una massa critica di prodotti limitata ma significativa rispetto
all’attuale contesto regionale.
L’obiettivo infatti è anche quello di poter dimostrare ad altri produttori la possibilità e gli
spazi esistenti per uno sviluppo della qualità e della riconoscibilità delle produzioni umbre di
fattoria. Il coinvolgimento nella filiera di strutture di trasformazione di provata esperienza,
per completare fasi produttive non eseguibili all’interno delle aziende agricole, pone l’ATI
della filiera nella condizione di produrre con continuità e distribuire all’interno della propria
rete ed in punti vendita specializzati anche prodotti alimentari ad elevato contenuto tecnico
di trasformazione. La preparazione di un disciplinare tecnico dei “Prodotti del casolare”,
con disciplinari di produzione specifici per alcuni prodotti, consentirà di preparare le
documentazioni necessarie per la richiesta di una DOP per alcuni di questi prodotti. Tali
attività di elaborazione dei disciplinari di produzione, di certificazione della tracciabilità e
rintracciabilità, oltre alle documentazioni richieste dal Regolamento 178/2002, e di
certificazione volontaria dei prodotti facenti parte della rete, verranno condotte dal Parco
Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria anche in collaborazione con la Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia. Gli effetti indotti dall’attivazione della rete dei “Prodotti del
casolare” sulle potenzialità di occupazione e di sviluppo economico della filiera sono attesi
non solo rispetto ai primi 12 mesi di varo dell’ATI ed ai successivi 4 anni di vigore
dell’accordo ma anche per gli ulteriori sviluppi conseguenti alla creazione di valore
aggiunto derivante dalle attività produttive ed enogastronomiche con un ipotizzabile
coinvolgimento di tutto il territorio regionale e delle associazioni di produttori e con relativi
effetti occupazionali positivi.
-
2.1.4 Il sistema “filiera” e la sua evoluzione nel corso della realizzazione del progetto
• Presentazione della strategia di filiera che si intende perseguire attraverso la
realizzazione del piano progettuale
La strategia che la filiera intende seguire è quella di una riconoscibilità e caratterizzazione
delle produzioni di fattoria in Umbria attraverso:
un disciplinare di produzione generale, oltre a cinque disciplinari specifici riferiti a
“Fagiolina del Trasimeno” “Cipolla di Cannara”, “Zafferano di Città delle Pieve “Miele
dell’Umbria”, con sottozone vocate quali Monte Cucco e Trasimeno, “Farro biologico”
produzioni biologiche di cereali e legumi per la produzione di pasta alimentare e preparati
per zuppe;
tecniche di allevamento sostenibili (pascolo brado e semibrado) ed a ridotto impatto
ambientale;
tracciabilità e rintracciabilità per tutta la filiera con relativa certificazione volontaria dei
prodotti e marchio ad essi collegato,
produzione di documentazioni necessarie alla presentazione di richieste di DOP per alcuni
dei prodotti maggiormente significativi.
•
Identificazione degli interventi da realizzare che permettono la messa in pratica della
strategia di filiera delineata, anche in relazione alla configurazione attuale dei soggetti
attivi nella filiera
Gli interventi sono rivolti a migliorare tutti gli aspetti della filiera a partire dalla fase di
produzione agricola e di allevamento fino alla fase di trasformazione e distribuzione dei
prodotti di qualità derivati con marchio e certificazione di proprietà dell’ATI.
Per la fase produttiva agricola gli investimenti si rivolgono particolarmente ad azioni di
miglioramento dei fondi rustici, di meccanizzazione, ristrutturazione di stalle, locali per la
trasformazione ed impianti per la produzione delle preparazioni gastronomiche, in base a
criteri di rispetto delle tecniche tradizionali oltre che delle condizioni di igiene e del rispetto
delle norme di riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre vengono previsti interventi per la
certificazione di qualità e per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti. Le azioni relative
ai disciplinari di produzione, al marchio, ai disciplinari specifici dei prodotti e per la
richiesta di DOP verranno attribuite all’intera ATI ed in particolare al capofiliera, mentre
eventuali certificazioni aziendali richieste dalle singole imprese riguarderanno le imprese a
livello individuale.
•
Indicazione degli:
o investimenti aventi ricaduta sulla totalità dei beneficiari (con relativa indicazione
di principali caratteristiche e rispettive quote % rispetto all’investimento
complessivo previsto)
Gli investimenti previsti nel settore agricolo saranno la quasi totalità rispetto al
budget complessivo del progetto, data la caratteristica di filiera corta dei “Prodotti
del casolare”, con tendenza ad impieghi di tipo aziendale. Va però considerato che la
predisposizione di locali di degustazione nelle aziende saranno dedicati a tutti i
prodotti della filiera. Altro genere di investimento con ricaduta sulla totalità dei
beneficiari è costituito dal sistema informativo del Consorzio di Tutela Vini dei Colli
del Trasimeno, il cui portale informatico riporterà, oltre alle caratteristiche dei vini,
dei vitigni e delle aziende vitivinicole, anche i dati e le immagini dei prodotti, delle
tecniche e dei luoghi di produzione legati all’enogastronomia, costituiti dai “Prodotti
del casolare”.
Le attività di certificazione di prodotto, sistema di tracciabilità e rintracciabilità,
certificazioni volontarie della qualità, disciplinari di produzione riguardanti la
fagiolina, lo zafferano, la cipolla di Cannara, il miele, rappresentano nel complesso
un budget pari al 15% circa rispetto all’investimento totale previsto (v. allegato).
o investimenti effettuati in forma comune da più beneficiari (con relativa
indicazione delle principali caratteristiche e rispettive quote % rispetto
all’investimento complessivo previsto)
Il disciplinare tecnico di produzione dei “Prodotti del casolare” e la certificazione
della tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti nelle diverse fasi produttive sono
costi che verranno ripercossi su tutta la filiera e suddivisi per quote tra i diversi
partecipanti (v. allegato). Analogamente verrà fatto per le azioni di marketing ed
azioni commerciali concordate con il Centro Agroalimentare dell’Umbria (v.
allegato).
•
Evidenziare la natura complementare degli investimenti e la capacità di contribuire ad
una stabile integrazione tra i soggetti della filiera
Tutti gli anelli della filiera vengono coinvolti da un sistema di finanziamenti volti a
migliorare la qualità dei diversi aspetti produttivi. In tal senso ogni investimento diventa
funzionale e complementare non solo alle attività aziendali interessate ma a tutto il sistema
filiera. La potenzialità derivante dalla diffusione in rete di prodotti da filiera corta sotto un
unico marchio “Prodotti del casolare”, che ne determina un’immagine non commerciale con
un valore aggiunto spendibile in termini di “appeal” turistico al di fuori dei confini regione,
pone le premesse non solo per la continuità quinquennale dell’accordo ma anche per una sua
successiva estensione ad altri produttori, territori e mercati di riferimento.
•
Illustrazione delle interconnessioni tra i vari anelli della filiera a regime evidenziando le
principali differenze con la situazione “senza progetto”
L’attuale configurazione del settore non propone nessuna azione di sistema, lasciando ai
singoli produttori l’iniziativa di alimentare un proprio micro-mercato. L’azione di rete
proposta dalla filiera si propone di attivare nuovi circuiti di produzione e di turismo
enogastronomico con un’immagine forte dell’originalità del territorio rurale e delle
produzioni di fattoria in Umbria. Tale immagine può concorrere anche a favorire in maniera
innovativa una rinnovata attenzione al sistema agrituristico umbro da parte dei numerosi
visitatori appassionati di questa formula di vacanza in campagna. I territori di produzione
oggi coinvolti, Cannara, Città della Pieve, l’area circum lacustre, la direttrice che unisce il
territorio perugino a quello eugubino ed alla dorsale appenninica, propongono itinerari
suggestivi e tradizioni particolari dove anche ricette tradizionali simili trovano a volte
denominazioni differenti. I produttori agricoli, artefici e gestori principali della rete, possono
riuscire a trovare nuovi stimoli e spinte da un sistema di promozione e vendita che non
assomiglia a quelli classici a cui ci si è rivolti in passato (piccoli commercianti, consorzi,
vendita ambulante,..). Le amministrazioni dei Comuni possono trovare sinergie nuove nel
proporre circuiti non sperimentati del gusto e dei sapori dei diversi territori umbri,
partecipando così al programma promozionale e di caratterizzazione e tipicizzazione dei
prodotti locali.
•
Presentazione della catena del valore della filiera sia con riferimento alla configurazione
preventiva alla realizzazione del progetto sia a quella auspicata al termine del periodo di
osservazione evidenziandone i principali elementi di beneficio in corrispondenza di
ciascun anello della filiera
Gli investimenti programmati sono in grado di creare un gruppo qualificato e significativo di
imprese che si propone con chiarezza l’obiettivo di valorizzare le produzioni di filiera corta
sotto il marchio “Prodotti del casolare”. Si suppone, attraverso gli investimenti previsti a
livello aziendale, di poter disporre di aziende produttrici in grado di trasformare i propri
prodotti agricoli secondo le rispettive vocazioni e le ricette tradizionali di cui possiedono il
know-how, così da consentire ad un raggruppamento di imprenditori agricoli di
specializzarsi nelle produzioni di fattoria, con caratteristiche di qualità tali da poter aprire la
strada al cambiamento ed alla valorizzazione di tutto il sistema produttivo della filiera corta
in Umbria. La qualità così raggiunta verrà adeguatamente certificata e controllata attraverso
un processo di riconoscibilità qualitativa e quantitativa della produzione controllata dal
Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, adeguatamente lanciata da attività
promozionali concordate con il Centro Agroalimentare dell’Umbria e distribuita con
adeguata evidenza da parte della rete dei punti di promozione e vendita dei “Prodotti del
casolare”.
2.1.5 Il sistema dei “prodotti/servizi”
Specifica dei prodotti/servizi coinvolti con indicazione di:
• Aree geografiche presso cui è previsto l’approvvigionamento delle principali materie
prime
Il territorio di riferimento per l’avvio della filiera è rappresentato dalle aree circostanti il
Trasimeno, anche in direzione delle province di Siena ed Arezzo, della valle del medio corso
del Tevere e dai relativi corridoi di congiungimento, del territorio dell’eugubino gualdese,
che costituiscono dunque nel loro insieme una parte rilevane del territorio rurale regionale
interessato alle produzioni di fattoria. Altri territori regionali vocati alle produzioni tipiche e
tradizionali saranno comunque ammessi a partecipare all’avvio o al consolidamento delle
attività di filiera in base al rispetto delle norme e dei comportamenti tecnici previsti dal
disciplinare tecnico di filera e dai disciplinari specifici di produzione.
•
Aree geografiche presso cui è prevista la prima trasformazione delle principali materie
prime
Data la caratteristica di trasformazione diretta da parte dei produttori agricoli non si fa
riferimento a nessuna area specifica. Da rilevare per alcuni prodotti, come la fagiolina del
Trasimeno, la cipolla di Cannara, lo zafferano di Città della Pieve, il miele del Monte Cucco
e di altri territori vocati dell’Umbria, il farro dell’appennino biologico umbro, il territorio
indicato dalle denominazioni nei quali ricadono anche le sedi dei rispettivi consorzi di
produzione. Altri territori regionali vocati alla trasformazione di questi ed altri prodotti tipici
saranno comunque ammessi a partecipare all’avvio o al consolidamento delle attività di
filiera.
• Mercati di sbocco raggiungibili attraverso le differenti modalità distributive individuate
La filiera si rivolge principalmente al mercato locale, costituito dalla rete dei produttori e dei
punti vendita connessi, per la distribuzione dei “Prodotti del casolare”. La promozione sia
attraverso internet che attraverso la produzione di cataloghi studiati ad hoc si rivolgeranno a
target turistici legati al mondo dei cosiddetti gastronauti o food trotter ed a catene del
mercato equo e solidale, in Italia ed in tutto il mondo, oltre che ad un target di famiglie
orientate ad un consumo responsabile ed ad un uso di prodotti di grande genuinità “dal
campo alla tavola”.
•
Elementi di innovatività di processo/prodotto cui il piano progettuale intende mirare ed
effetti sulla filiera
Il progetto basa la sua idea originale sulla potenzialità rappresentata da prodotti di fattoria
rappresentativi delle caratteristiche produttive delle aziende agricole umbre e dei rispettivi
territori. L’Umbria, già oggi legata nell’immaginario collettivo ad un’immagine del
territorio, fatto di un ambiente rurale incontaminato e di persistente genuinità delle
produzioni, può dunque fornire ai produttori una carta in più e trarre a sua volta vantaggio da
un progetto di rete fondato su garanzie di certificazione della qualità proposta.
2.1.6 Dimostrazione della rilevanza regionale
Descrizione della localizzazione degli interventi e della produzione agricola coinvolta
finalizzata a giustificare la rilevanza regionale con riferimento al disposto di cui all’art.2 lett.
f) dell’avviso e commento delle successive tabelle da 5.4 a 5.7
La filiera coinvolge unicamente produttori agricoli ricadenti al 100% nel territorio regionale
umbro, con particolare riferimento alla Provincia di Perugia. Il documento di ATI prevede la
possibilità di allargamento della partecipazione a nuovi soggetti dei diversi anelli della
filiera comunque ubicati entro i confini regionali. Questo approccio si rende necessario per
dare più forza all’impatto locale che la qualità individuata dal disciplinare di produzione per
i “Prodotti del casolare”, i processi di tracciabilità e rintracciabilità della filiera corta, le
tecniche tradizionali utilizzate nella trasformazione della materia prima, il marchio orientato
ad un’immagine territoriale, vogliono in primo luogo rivolgere ai produttori locali, ai
consumatori in senso ampio, a partire dalle famiglie e dai più piccoli, ai turisti interessati a
scoprire bellezze naturali, città d’arte e “giacimenti” del gusto. La quota pressoché totale
riservata ai produttori agricoli nella richiesta di finanziamenti andrà dunque integralmente
destinata all’agricoltura locale, verso cui il progetto si rivolge con particolare forza per dare
una prospettiva credibile allo sviluppo rurale, inteso come alternativa multifunzionale alle
produzioni agricole convenzionali, con forti ricadute positive di immagine e ritorno
economico e come alternativa ai sistemi più diffusi di distribuzione.
3 – Attuatori e destinatari del progetto
3.1 - Composizione dei soggetti compresi nel contratto di filiera
Presentazione dei beneficiari e degli altri soggetti eventualmente coinvolti nel piano progettuale di
filiera evidenziando almeno i seguenti elementi:
attuatore o
destinatario
Carlo Sirci
Principali
produzioni
Cipolla, aglio,
scalogno,
legumi, orzo
Giordano
Fagiolina,
Mainò
legumi,
cereali
Madrevite
Vino sfuso, in
bottiglie, olio
Azienda Agr. Olio, miele
Centro Storico
Michelangelo Formaggio,
Monni
ricotta, agnelli
Roberto
Mele, pesche,
Tonazzolli
prugne, uva,
olio
Pantarei soc. Carne
di
coop.arl
maiale,
bianca,
cereali
e
leguminose
Berna Fabio Fagiolina,
Fatturato
43.420,00
2
Volume
investimenti
80.000,00
32.100,00
1
31.164,00
produttiva
20.800,00
2
0
produttiva
19.814,00
2
90.927,00
produttiva
697.596,80
6
142.876,00
Produttiva
189.000,00
4
222.051,10
Produttiva
10
159.508,38
Produttiva
1
0
produttiva
35.500,00
33.850,00
Redditività
9.135,76
Numero
addetti
Ruolo/compiti(1)
produttiva
Mario
legumi,
cereali, olio,
zafferano
Consorzio
Fagiolina,
216.000,00
fagiolina del fagiolina
Trasimeno
biologica
Apicoltori
miele
162.000,00
Gubbio
Gualdo
Tadino
Casaccia
Fagiolina,
105.960,00
Alessandro
olio, cereali
Bittarelli
Fagiolina,
42.000,00
Patrizio
e legumi, farina,
Ettore
olio
Consorzio
Zafferano
50.000,00
Croco
di
Pietro
Perugino
Zafferano
Ass.ne
Miele umbro
1.816.000,00
produttori
apistici
(APAU)
Col. Car.
Olio, molende 71.036,64
La
Buona Suini,
olio, 56.200,00
Terra
formaggi
Az. Agr. Eredi Fagiolina,
41.760,00
Cesarini
legumi, olio
Amedeo
Consorzio
Farro
765.000,00
Agrobiologico
Agribosco
Consorzio
vino
1.909.200,00
Colli
del
Trasimeno
0
0
0
produttiva
produttiva
1
0
produttiva
2
57.267,00
produttiva
0
0
produttiva
5
produttiva
3
10
70.140,00
242.574,00
produttiva
produttiva
7
0
produttiva
0
0
produttiva
0
0
tutela
(1) ruoli/compiti assegnati nella filiera con particolare riferimento a quelle di natura: produttiva,
trasformazione, tecnica, gestionale, organizzativa e commerciale.
4- Analisi del mercato
4.1 - Analisi del contesto competitivo e dello scenario in relazione ai prodotti/servizi previsti dal
piano progettuale
Il comparto delle produzioni di qualità in Italia, Dop, Igp, prodotti tipici e tradizionali, in Italia
manifesta un buon dinamismo, come rilevato dall’ottavo rapporto di Nomisma effettuato in
collaborazione con Coldiretti. I dati 2003 su produzione e fatturati indicano, in base a stime Ismea,
contenute in un rapporto dal titolo ‘’Le produzioni Dop e Igp in Italia nel 2003. Dinamiche
produttive, aspetti economici e di mercato’’, indicano un giro d’affari alla produzione di circa 4,5
miliardi di euro, mentre sui mercati al consumo il fatturato complessivo ha sfiorato quota 8,5
miliardi. Il mercato dei prodotti di qualità è in crescita anche per quanto riguarda i prodotti
tradizionali, spesso venduti direttamente dai produttori attraverso proprie rivendite o negozi
specializzati.
La crescita rispetto al 2002 nel settore primario è stata nell’ordine dell’8%, a fronte dell’aumento
per il fatturato al consumo del +5,5%, a testimonianza di una riappropriazione del settore della
produzione agricola di una parte del reddito. Il giro d’affari delle Dop e Igp rappresenta, in
particolare, oltre il 10% della produzione ai prezzi di base dell’agricoltura italiana, percentuale che
scende al 6,3% se si considera solo il valore della produzione direttamente imputabile all’attività
agricola, con un’incidenza del 4,3% in rapporto all’intero fatturato dell’industria alimentare,
indicando dunque una tendenza del consumatore ad una disponibilità di spesa nel settore alimentare
che inizia ad orientarsi verso prodotti certificati.
In termini reali, la produzione delle Dop e Igp italiane ha oltrepassato nel 2003 quota 632mila
tonnellate, facendo segnare un aumento del 2% rispetto al 2002. Per i formaggi la crescita della
produzione in quantità è risultata nell’ordine del 3%, mentre nel caso delle preparazioni a base di
carne, l’incremento ha oltrepassato il 5%. Per quanto attiene all’export, i dati Ismea indicano una
netta prevalenza delle vendite all’estero di formaggi e preparati a base di carne che insieme
rappresentano il 98-99% del totale. Anche in questo caso, l’analisi dell’Istituto delinea un quadro di
dinamismo del settore. Le esportazioni di prodotti Dop e Igp sono cresciute, infatti,
complessivamente del 5,7% in quantità (111mila tonnellate) e del 7,4% in termini monetari (1.220
miliardi di euro). Sul versante dei consumi, il Panel continuativo Ismea-Ac Nielsen sugli acquisti
domestici indica invece una spesa per i prodotti a marchio Dop e Igp di 2.100 milioni di euro nel
2003, in calo del 4,5% su base annua. La flessione è riconducibile in primo luogo ai formaggi Dop
(-5,2%) e, in misura più contenuta, ai prodotti a base di carne (-2%). In crescita risultano invece gli
oli extravergini d’oliva che hanno segnato un più 19,4% sul confronto annuo. Ciò che si deduce è
comunque una tendenza in atto che ha costretto la stessa Grande Distribuzione Organizzata a
riorientare le proprie referenze alimentari con una collocazione evidente di immagine di prodotti
certificati ed esprimenti una qualche tipicità, insieme a consumi di massa tutti giocati su criteri di
contenimento dei prezzi, evidenziando una segmentazione del mercato ed un interesse di un numero
crescente di consumatori a criteri di qualità e di consumo equo e solidale. Su questo versante
interessanti le “performance” dei prodotti biologici, di cui è ormai in gran parte invalso l’uso della
garanzia diretta sotto marchio dello stesso soggetto distributore. Questo meccanismo tende a non
premiare ed a non far risaltare in primo piano il produttore agricolo, in quanto è evidente la
contraddizione tra le modalità distributivew e commerciali della GDO e la caratterizzazione dei
prodotti attraverso i rispettivi territori e produttori agricoli.
Esperienze importanti, sia in Italia che in altri Paesi europei, mostrano comunque l’esistenza di un
mercato in lento ma continuo sviluppo che cerca nel prodotto l’immagine vera del territorio
andando perfino ad individuare dei veri e propri “distretti produttivi o giacimenti del gusto”. Tale
effetto si riallaccia direttamente allo slogan “dal campo alla tavola” (o “from the farm to the fork”)
che simboleggia la nuova cultura della multifunzionalità agricola nella riforma della Politica
Agricola Comune. Un esempio importante nato in Francia negli anni ’60 e tuttora in funzione è
quello del label rouge, nato per caratterizzare le produzioni avicole autoctone francesi e rafforzarne
il peso nelle produzioni di fattoria. Tale brillante esperimento, che ha garantito la sopravvivenza ed
il prosperare delle razze di grande qualità, nel caso delle produzioni avicole, è stato in seguito esteso
ad altre produzioni secondo gli stessi criteri di protezione e certificazione della qualità grazie ad una
struttura centralizzata a livello nazionale, La Commission Nationale des Labels et des Certifications
(Cnlc), che garantisce e controlla il funzionamento del sistema.
Vanno ovviamente ponderati anche alcuni aspetti critici che invece tendono a penalizzare le
produzioni di qualità e di filiera corta rispetto ad altre che si pongono surrettiziamente sulla stessa
“onda”, senza averne le caratteristiche. A tal proposito è interessante la tabella qui di seguito
riportata sulla base di un’indagine Nomisma.
Le criticità del “sistema tipico”
0
10
20
30
40
Scarsa percezione del consumatore su
qualità e differenziazione del prodotto
32
Normativa di regolamentazione
inefficace e insufficiente
10
6
Eccessiva segmentazione del mercato
Nessuna criticità
70
37
Necessità di forti investimenti sulla
produzione
Altro
60
37
Concorrenza sleale dei prodotti
succedanei
Difficoltà di accesso al credito
50
1
3
1
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consorzi di tutela.
Come si può vedere le problematiche più avvertite sono quelle relative ai primi tre punti critici,
sulla percezione della qualità da parte del consumatore, sulla concorrenza sleale dei prodotti e sulla
necessità di ingenti investimenti, sui quali dunque è bene soffermarsi per una strategia adeguata di
marketing dei prodotti di fattoria.
L’insieme delle scelte operate dall’ATI dei “Prodotti del casolare” rispetto alla certificazione della
qualità, alla caratterizzazione dei prodotti, alla promozione delle produzioni tradizionali attraverso
un lancio adeguato ed un inserimento in un portale informatico, oltre che nel sistema di rete, si
propongono di dare forza ad un’iniziativa di lungo periodo quale quella ipotizzata dalle aziende
agricole partecipanti al progetto.
4.2 - Vincoli (anche derivanti da accordi internazionali)
Non esistono particolari vincoli produttivi derivanti dalla riforma della PAC, mentre esistono
meccanismi di protezione commerciale e di proprietà del marchio da parte dell’Unione europea
attraverso le certificazioni DOP, IGP, STG e da parte del Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali attraverso l’inserimento del patrimonio gastronomico nazionale, suddiviso per regioni, in
un Atlante dei prodotti tradizionali italiani, con opportune deroghe in alcuni casi alle norme
HACCP.
4.3 - Minacce ed opportunità
E’ del tutto evidente che in un mercato più aperto, quale quello dell’Europa a 25 Paesi ed i mercati
internazionali, il confronto si sposta sulla capacità di dispiegare politiche di sviluppo rurale che
consentano di valorizzare territori e prodotti di qualità. In particolare, nel caso di produzioni a
filiera corta, fondamentale è la capacità di richiamare verso l’ambito territoriale locale l’interesse di
consumatori interessati non soltanto al prodotto di consumo ma alla cultura, alla storia, alla
tradizione, al contesto rurale di tale produzione. Le opportunità sono dunque legate alla capacità di
rappresentare una qualità credibile e spendibile e soprattutto aggregata a marchi territoriali di
grande prestigio e rappresentatività. Fare in modo che i prodotti di fattoria possano presentarsi sui
mercati come un “made in Umbria” specifico di tutta una gamma di prodotti realizzati secondo
tecniche tradizionali rappresenta la migliore possibilità di creare nuove tendenze ed interessanti
prospettive economiche in aree rurali consistenti caratterizzate da terreni collinari e perciò inadatti
alle colture industriali.
4.4 - Fattori critici e fattori di successo
I fattori di maggiore criticità derivano dalla mancanza di precedenti nella realizzazione di forme
organizzative di rete di prodotti in filiera corta e nelle problematiche di riconoscibilità, concorrenza
di prodotti succedanei di quelli “tipici”, ed entità degli investimenti necessari rispetto alle possibilità
aziendali, che venivano sottolineate nell’indagine NOMISMA citata. E’ dunque necessario creare
un gruppo, sia pure necessariamente disomogeneo, inizialmente, che sia fortemente motivato a
lavorare in una dimensione di filiera e che tenga dunque conto di un progetto di prospettiva più che
di un immediato ritorno economico, impegnandosi in prima persona dal punto di vista tecnico ed
organizzativo in un progetto imprenditoriale in futuro condiviso anche da altri operatori non
partecipanti nella fase di lancio a questo raggruppamento. Il lavoro va dunque impostato, per farne
un caso di successo, verso la conquista di una propria identità, riconosciuta oltre i confini regionali,
di prodotti di qualità percepibili come frutto originale ed inimitabile dei territori umbri nelle loro
diversità e specificità. Da questo punto di vista le tradizioni gastronomiche regionali umbre, ormai
identificate nell’immaginario collettivo come un simbolo della ricchezza di un territorio unico e
naturale, spingono ad aprire la strada ad un’attenzione dei consumatori verso un’ampia gamma di
prodotti di qualità come quelli inseriti nel paniere dei “Prodotti del casolare”. Questa attenzione alla
tradizione ed al territorio rurale per farne un “must” nel panorama produttivo e turistico nazionale è
uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto di filiera e che meglio di semplici ed inattuabili azioni
di ampliamento della dimensione di scala delle produzioni per agire sui costi possono garantire ai
produttori continuità, adeguata retribuzione del proprio lavoro e sviluppo economico sostenibile.
Una parte fondamentale di tale azione non potrà dunque non riguardare gli aspetti della
valorizzazione legati alla possibilità per il consumatore di avere una piena conoscenza di tutti i dati
produttivi, di origine e di trattamento dei prodotti. Attraverso un percorso di caratterizzazione e
certificazione delle caratteristiche si ritiene dunque possibile contrastare le principali criticità
derivanti dalla concorrenza di prodotti che si propongono come tipici, senza averne le caratteristiche
ed incontrare il favore di un pubblico di consumatori attento alla qualità ed al contenuto di
specificità dei prodotti della tradizione. Acquisirà dunque particolare importanza lo studio di
adeguate campagne informative capaci di raggiungere un ampio pubblico di consumatori di prodotti
di qualità e di visitatori della nostra regione.
4.5 - Analisi della domanda e dell’offerta dei prodotti agricoli e/o agro alimentari oggetto
dell'intervento
4.5.1 Analisi della domanda dei prodotti agricoli e/o agro alimentari
(contenente informazioni quali-quantitative riferite alla segmentazione della domanda in
relazione a differenti tipologie della clientela e produttive corredata di indicazione dei principali
trends ed orientamenti del mercato e dati utili a comprendere il posizionamento dei prodotti
agricoli e/o agro alimentari)
La domanda di prodotti tipici si presenta notevolmente segmentata secondo tre principali
parametri di riferimento del mercato:
1. grandi produzioni di qualità governate da consorzi di produzione a marchio DOP o IGP
o, nel caso dei vini, caratterizzati da DOCG, DOC o IGT, la cui caratterizzazione viene
fatta dipendere da processi produttivi e produzioni provenienti da aree piuttosto ampia, a
volte su scala regionale. Tali prodotti hanno dimensioni di scala tali da poter raggiungere
i mercati internazionali ed hanno un forte impatto di immagine che si ripercuote sui
territori di origine. Per tali motivi sono a volte sottoposti ad imitazioni in altri Paesi ma
vengono protetti dal marchio e dalle azioni legali e di pressione commerciale condotte
dagli organismi dell’Unione Europea;
2. grandi o medie produzioni, spesso a marchio commerciale, che sfruttano l’immagine di
un territorio o di un prodotto tipico, senza averne le caratteristiche selettive di origine,
qualità e tecnica produttiva. Tali prodotti si rivolgono ad un mercato di consumatori
spesso più attenti al risparmio che all’effettiva qualità dei prodotti e che spesso vengono
tratti in inganno dalla risonanza di un nome conosciuto;
3. piccole produzioni di fattoria con distribuzione locale e con modeste quantità destinate a
negozi specializzati di altri Paesi. La tradizione locale porta a volte alla diffusione di
micro-realtà produttive in aree territoriali ristrette con un’esaltazione delle caratteristiche
del prodotto derivante dalla circolazione di know-how tra i pochi produttori. Negli
ultimi anni si è assistito al fenomeno di crescita di un turismo enogastronomico in
numerosi paesi europei, tra cui l’Italia, con fenomeni di culto di alcuni prodotti e relativo
riscontro turistico in quelli che sono stati definiti “giacimenti del gusto”. In Francia ne è
derivato a livello nazionale un lavoro scientifico di “inventario del patrimonio
gastronomico nazionale” insieme ad attività di garanzia del prodotto attraverso il
marchio “label rouge”. In Italia il Ministero delle Produzioni Agricole e forestali, in
collaborazione con le Regioni, ha realizzato un “Atlante dei prodotti tradizionali”, allo
scopo di individuare prodotti e preparazioni che possano simboleggiare i diversi territori,
provvedendo anche alle eventuali deroghe, per alcune tipologie di prodotti alle norme
igieniche HACCP.
Di fronte ad un mercato così differenziato dei prodotti che si definiscono “tipici” a cui
corrispondono sistemi produttivi molto diversificati tra loro per tipologia, posizionamento
dei prodotti e strategia di marketing, la filiera dei “Prodotti del casolare” tende a realizzare
una rete di prodotti che associno alla caratteristica di tipicità della produzione e
tradizionalità della preparazione un rapporto diretto di filiera corta tra l’azienda agricola
produttrice ed il consumatore. Il marchio dunque presenta un alto valore aggiunto di
contenuto per modalità produttive, legame diretto con il territorio, modalità di promozione e
commercializzazione realizzate in rete locale tra i produttori partecipanti, tale da distinguersi
nettamente dall’offerta di prodotti tipici esistenti.
4.5.2 Analisi dell'offerta dei prodotti agricoli e/o agro alimentari
(contenente informazioni quali-quantitative utili a comprendere la segmentazione dell'offerta
per tipologia dei produttori e tipologie produttive, i principali trends ed orientamenti dei soggetti
offerenti ed i principali competitors sui mercati di riferimento.
Il mercato dei prodotti tipici ha oggi raggiunto, anche in conseguenza dell’imporsi di alcuni
importanti marchi rappresentati da Consorzi di Tutela di grande importanza, un livello di alto
profilo commerciale nelle realtà europee del settore maggiormente rappresentative. Questo contesto
di grande rilevanza ha anche innescato i meccanismi di protezione dei prodotti europei tutelati da
DOP, IGP, STG che si sono anche trasferiti a denominazioni derivate da località produttive, non
senza alimentare dissidi commerciali a livello internazionale. La difficoltà di estendere la
protezione del marchio a denominazioni sia pur storiche ma non riferite espressamente a località ha
creato timori di concorrenza sleale e di riproduzione sotto la stessa denominazione di prodotti non
collegati al territorio in altre aree del mondo per fini di sfruttamento commerciale. E’ questo il caso,
ad esempio, del Sagrantino, per i cui vitigni si paventa la possibile riproduzione in terre lontane
utilizzandone appunto il nome per un vino che nulla avrebbe a che fare con il territorio originale di
produzione. Di fronte a questi diversi scenari, uno che testimonia il positivo sviluppo delle
produzioni tipiche ed il chiaro intento di difenderne il patrimonio a livello europeo e l’altro che
tende a sfruttarne impropriamente i vantaggi commerciali, va ribadita l’importanza di rafforzare la
caratterizzazione delle produzioni locali attraverso sistemi di certificazione che garantiscano ai
produttori i propri diritti commerciali ed ai consumatori la riconoscibilità dei prodotti. a creare i
numeri necessari alle imprese per il mantenimento di un’adeguata redditività. Uno dei classici
esempi ai quali si attaglia in pieno un intervento concepito per valorizzare in tal modo e certificare
le produzioni locali è quello che riguarda prodotti aziendali, tecniche artigianali in preparazioni di
tipo tradizionale, biodiversità di prodotti documentati e garantiti nei confronti di eventuali
imitazioni. Mettere in rete tali micro-sistemi produttivi dotati delle relative certificazioni di filiera e
di tracciabilità significa iniziare a realizzare un sistema diffuso di punti di produzione, promozione
e vendita con grande valenza turistica di tipo enogastronomico. Le aziende agricole si candidano
infatti in tal modo, molto concretamente, ad essere “custodi del territorio e della biodiversità” ed a
rappresentare di fronte al turista, all’appassionato “gastronauta” o “food trotter”, come alla famiglia
interessata a disporre di prodotti genuini, la qualità di produzioni con caratteristiche specifiche del
territorio che fanno riferimento a comuni disciplinari e principi produttivi ed unite dunque da un
marchio comune. Realizzare in tal modo il legame tra le piccole produzioni aziendali ed il territorio,
creando una rete di collegamento di prodotti, produttori e luoghi di produzione rappresenta il
miglior sistema per individuare un proprio mercato necessariamente diverso sia per collocazione sul
territorio che per caratteristiche dei prodotti da tutto il resto del settore dei prodotti di qualità. I
competitors diventano dunque non più i prodotti tipici collocati nei banconi o nelle vetrine dei
servizi commerciali di varia dimensione e natura, dal supermercato della GDO alla “boutique” del
gusto, ma gli altri territori rurali che sono noti come punto di riferimento per alcuni prodotti tipici la
cui fama ha ormai varcato i confini locali (culatello di Zibello, lardo di Colonnata, formaggio di
fossa di Sogliano sul Rubicone, solo per citare i nomi più noti). E’ indubbio che tale proposta
compie anche una chiara scelta di campo rispetto al consistente fenomeno agrituristico umbro, di
cui si propone di sviluppare i caratteri più originali della produzione agricola di qualità e della
gastronomia tradizionale, molto spesso traditi da una gran parte di esercizi ricettivi e ristorativi che
non forniscono al cliente i prodotti della propria terra ma che si approvvigionano di prodotti
alimentari presso gli esercizi commerciali. La rete dei “Prodotti del casolare” si propone dunque
anche ad aziende agricole con ricettività agrituristica che vogliano avere l’opportunità di proporre
alla propria clientela un’ampia gamma di prodotti direttamente realizzati per il consumatore finale
dalle stesse aziende agricole umbre.
5 – Piano degli investimenti e delle spese afferenti il progetto integrato di filiera
5.1 - Presentazione del piano degli investimenti:
•
Presentazione del piano corredata di indicazioni utili a meglio comprendere le scelte
effettuate (es. riduzione dei tempi di realizzazione e del time to market, contenimento spese,
ecc.) ed i legami con gli obiettivi di “innovazione” dichiarati per il progetto attraverso il
commento della successiva tabella 5.4.
Il piano degli investimenti è volto ad assicurare le migliori capacità produttive aziendali
possibili per diverse tipologie di prodotti consentendo anche ad alcune imprese agricole
interventi su diversi aspetti produttivi aziendali che possano metterle in grado di offrire
un’ampia gamma di prodotti. Gli investimenti previsti dai consorzi di produttori partecipanti
(Consorzio della fagiolina del Trasimeno, dello zafferano di Città della pieve, della cipollla di
Cannara) vanno nel senso di fornire servizi alla produzione di confezionamento e/o di
commercializzazione che permettano un’azione più incisiva di tali strutture, anche sul piano
promozionale, verso i consumatori. Gli investimenti in azioni orizzontali, ritenute strategiche
per la difesa e lo sviluppo di tutta questa tipologia di prodotti, vanno in direzione di garantire sia
una tracciabilità certificata ed una caratterizzazione merceologica dei prodotti di fattoria, che le
documentazioni preparatorie per istruttorie di DOP su quattro prodotti di grande significato (i
tre citati per i rispettivi consorzi ed il miele). Significativo ed anch’esso di grande rilevanza,
nella proposta progettuale, il sistema informativo richiesto dal Consorzio di Tutela dei Vini
Colli del Trasimeno, impostato in modo da associare alla banca dati dei vitigni, dei vini e delle
aziende produttrici, analoghe indicazioni per i prodotti enogastronomici costituiti dal pool dei
“Prodotti del casolare”. La rete produttiva e distributiva unificata attraverso un unico sistema di
tracciabilità, un unico marchio ed un unico sistema informativo, punta dunque a rendere
operative ed a mettere a sistema una serie di relazioni esistenti e possibili tra produttori e
prodotti che finora non hanno trovato alcun collegamento organizzativo importante. In questa
prospettiva strategica di operatività risiede la principale caratteristica di innovatività del
progetto, che si propone come nucleo iniziale per la crescita di un “movimento” di produttori in
grado di fornire dal campo alla tavola i propri prodotti mettendo a disposizione di consumatori e
visitatori una gamma ed una varietà di contesti produttivi e saperi tradizionali rappresentativi
del territorio. Il meccanismo di rapporto diretto tra produttore e cliente è in grado non solo di
rendere al tempo stesso più remunerativi i prodotti per l’agricoltore e più convenienti per il
consumatore, ma anche di stabilire un rapporto tra l’ambiente rurale di produzione ed il
visitatore. Se si aggiunge a questo un’offerta disposta diffusamente in territori diversi che si
presta dunque, oltre che a costituire altrettanti punti vendita anche a rappresentare possibili mete
di visita per famiglie, scuole, turisti, si può comprendere la valenza di “distretto rurale” che il
progetto può far acquisire alla crescita della rete. Non solo vengono incoraggiate “new entry”
successive alla presentazione del progetto, ma la rete dei “Prodotti del casolare” si propone
anche di prevedere un ampliamento della propria potenzialità con apposite convenzioni che
potranno essere intraprese con centri di promozione e vendita pubblici o privati.
•
Descrizione di dettaglio delle principali linee di intervento
Il progetto parte da accordi tra i produttori per adottare un disciplinare di produzione coerente
per i diversi prodotti appartenenti alla filiera, per seguire le stesse procedure di tracciabilità e
rintracciabilità, per promuovere la certificazione e la caratterizzazione merceologica di alcuni
prodotti agricoli di grande tipicità (fagiolina del Trasimeno, cipolla di Cannara, zafferano di
Città della Pieve, miele dell’Umbria, farro biologico) nella prospettiva del riconoscimento della
DOP, per creare un’unica rete di promozione e commercializzazione sotto il marchio unico
“Prodotti del casolare”. In questa tipologia di filiera corta ogni azione, dagli investimenti per
migliorare la qualità delle produzioni e per consentire alle imprese agricole di trasformare in
tutto o in parte il prodotto in azienda, fino alla certificazione della qualità che si va a proporre ai
consumatori, fa parte di un unico anello di filiera primario che corrisponde ai principi della
diversificazione e della multifunzionalità delle aziende agricole come sollecitato da Agenda
2000, dal Regolamento CE 1957/1999 e da prospettive e scenari previsti dall’evoluzione della
riforma della PAC e dei Piani di Sviluppo Rurale. La realizzazione del disciplinare verrà
condotta dal Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria in collaborazione, particolarmente
per la caratterizzazione dei prodotti, con la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di
Perugia. Il miglioramento tecnico delle strutture (siano esse stalle, cantine, oleifici, ecc.), degli
impianti e delle attrezzature delle imprese agricole partecipanti alla filiera viene concepito come
garanzia di poter raggiungere i livelli di qualità, rispetto ambientale, competitività del sistema
produttivo e commerciale necessari per il rispetto degli standard previsit dal sistema di
certificazioni e disciplinari previsti. Tali interventi di adeguamento puntano dunque a realizzare
quanto più possibile tutte le fasi di trasformazione del prodotto nelle aziende agricole o nei loro
consorzi ed a creare le strutture idonee alle degustazioni, promozioni e vendite di tutta la gamma
dei prodotti dotati di tali caratteristiche ed esclusivamente provenienti dalla filiera, nelle stesse
aziende agricole o in strutture ad esse direttamente collegate. Controlli interni alla filiera
verranno effettuati sia sulla qualità richiesta ai produttori che sulle condizioni di massima
attenzione agli standard qualitativi fissati nel disciplinare. I controlli di filiera verranno garantiti
da procedure modulate a seconda delle diverse caratterisitche delle produzioni e delle aziende
utilizzando o meno apparecchiature di controllo elettronico (scanning) e software, atti a
garantire la tracciabilità e rintracciabilità in automatico dei prodotti.
Gli investimenti nelle azioni orizzontali previste consentiranno dunque di creare un disciplinare
di produzione coerente per i vari prodotti, alcune tipologie di caratterizzazione merceologica e
le documentazioni di riferimento per la successiva richiesta di DOP per i prodotti
precedentemente indicati. Inoltre verrà impostata una campagna promozionale per la
commercializzazione dei prodotti costituita da due azioni concordate con il Centro
Agroalimentare dell’Umbria per la presentazione dei prodotti e per il lancio del marchio
“Prodotti del casolare”. Inoltre, grazie al sistema informativo realizzato come azione orizzontale
dal Consorzio di Tutela dei Vini Colli del Trasimeno, sarà possibile pubblicare e rendere note le
caratteristiche di tutti i prodotti appartenenti alla filiera in abbinamento gastronomico ed in
collegamento territoriale con i vini prodotti dalle aziende appartenenti al Consorzio.
5.2 - Ubicazione delle sedi coinvolte dai programmi di investimenti/spese1 (produrre un elenco di
tutte le sedi coinvolte dal piano progettuale del contratto di filiera, completo delle informazioni
sotto riportate)
Soggetto attuatore: Carlo Sirci
sede coinvolta comune di Cannara prov. PG CAP 06033 via e n. civ. P.zza della Corte Vecchia, 1
Cod. ISTAT attività 01116
Soggetto attuatore: Giordano Mainò sede coinvolta comune di Castiglione del Lago prov. PG,
CAP 06060 via e n. civ. Mugnanesi, 2 Loc. Porto Cod. ISTAT attività 01131
Soggetto attuatore: Madrevite sede coinvolta comune di Castiglione del Lago prov. PG, CAP 06060
via e n. civ. Loc. Cimbano, 36 Cod. ISTAT attività 01116
Soggetto attuatore: Michelangelo Monni sede coinvolta comune di Città di Castello , prov. PG CAP
06010 via e n. civ. Loc. Colle Quarata Cod. ISTAT attività 01.1
Soggetto attuatore: Roberto Tonazzolli sede coinvolta comune di Passignano s/T prov. PG, CAP
06065 via e n. civ. G. Byron Cod. ISTAT attività 0113A
Soggetto attuatore: Pantarei Soc. coop. arl sede coinvolta comune di Passignano s/T prov. PG CAP
06060 via e n. civ. Loc. Le Pierle Cod. ISTAT attività 01300
Soggetto attuatore: Fabio Mario Berna sede coinvolta comune di Castiglione del Lago, prov. PG
CAP 06070 via e n. civ. loc. Porto Cod. ISTAT attività 01111
Soggetto attuatore: Consorzio Fagiolina del Trasimeno sede coinvolta comune di Castiglione del
Lago prov. PG, CAP 06061 via e n. civ. P.zza Gramsci, 1 15
1
L’elenco dovrà riguardare tutte le ubicazioni coinvolte per la realizzazione del/i programma/i di investimenti/spese.
Soggetto attuatore: Bittarelli Patrizio e Ettore sede coinvolta comune di Castiglione del Lago, prov.
PG CAP 06060 via e n. civ. Poggio del Sole, 2 Vaiano Cod. ISTAT attività 01111
Soggetto attuatore: Consorzio il Croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve Alberto
Viganò sede coinvolta comune di Città della Pieve , prov. PG, CAP 06062 via e n. civ. V.
Veneto, 1 Cod. ISTAT attività 0141A
Soggetto attuatore: Associazione produttori apistici umbri (APAU) sede coinvolta comune di
Magione , prov. PG, CAP 06062 via e n. civ. Loc. Casesparse, 112 – Soccorso 1 Cod. ISTAT
attività 01253
Soggetto attuatore: Apicoltori Gubbio – Gualdo Tadino soc. coop a rl sede coinvolta comune di
Gubbio , prov. PG, CAP 06024 via e n. civ. Loc. Padule Cod. ISTAT attività 0300
Soggetto attuatore: Az. Agr. Centro Storico di Merisio Cristina sede coinvolta comune di Città
della Pieve , prov. PG, CAP 06062 via e n. civ. loc. Le Selve Cod. ISTAT attività 01255
Soggetto attuatore: Col. Car. Srl sede coinvolta comune di Corciano, prov. PG, CAP 06073 via e
n. civ. loc. Voc. Piano, 32 Cod. ISTAT attività 0110
Soggetto attuatore: La Buona Terra sede coinvolta comune di Passignano prov. PG, CAP 06075
via e n. civ. loc. Le Guardie Cod. ISTAT attività 01300
Soggetto attuatore: Consorzio Colli del Trasimeno sede coinvolta comune di Castiglione del Lago
prov. PG, CAP 06061 via e n. civ. loc. c/o Municipio Cod. ISTAT attività 91330
Soggetto attuatore: Casaccia Alessandro sede coinvolta comune di Castiglione del Lago prov. PG,
CAP 06061 via e n. civ. loc. Poggio del sole Cod. ISTAT attività 0110
Soggetto attuatore: Az. Agr. Eredi Cesarini Amedeo s.s. sede coinvolta comune di Castiglione del
Lago prov. PG, CAP 06061 via e n. civ. degli Eroi, 16 - Vaiano Cod. ISTAT attività 0111A
Soggetto attuatore: Consorzio agrobiologico Agribosco sede coinvolta comune di Sigillo prov.
PG, CAP 06028 via e n. civ. S. Anna, 1 Cod. ISTAT attività 01116
5.3 - Avvio e conclusione del progetto integrato di filiera ed entrata a regime:
1. data (gg/mm/aa) di avvio: 15/04/2005
2. data (gg/mm/aa) di ultimazione: 15/04/2015 salvo minore durata dei vincoli contratti in base
alla tipologia di investimento realizzato.
3. anno a regime (anno ) 2006
5.4 – Costi del programma di investimento/spese al netto di IVA per tipologia di investimento:
AZIONI ORIZZONTALI ( per la tipologia degli interventi ammissibili vedi allegato 1 A)
(euro x 000)
Descrizione investimenti
Data avvio
Data
ultimazione
Spesa
prevista
15/07/2005
15/07/2005
15/08/2005
31/05/2006
31/05/06
30/04/2006
31.150,00
9.825,00
19.700,00
% su
spesa tot.
progetto
Contributo
richiesto
A.1.1)
INTRODUZIONE DI SISTEMI DI CERTIFICAZIONE E
CONTROLLO
1) Carlo Sirci
2) Giordano Mainò
3) Apicoltori Gubbio Gualdo Tadino
22.970,00
5.370,00
19.130,00
4) Madrevite
5) Ass.ne Produtt. Apistici (APAU)
6) Roberto Tonazzolli
7) Pantarei Soc. coop. arl
7) Fabio Mario Berna
8) Consorzio Fagiolina del Trasimeno
9) Consorzio il Croco di Pietro
Perugino – Zafferano di Città della
Pieve
10) Bittarelli Patrizio e Ettore
11) Az. Agr. Centro storico di Merisio
12) Col.car. srl
13) Monni Michelangelo
14) La Buona Terra
15) Consorzio Colli del Trasimeno
01/07/2005
15/08/2005
09/2005
09/2005
15/07/2005
15/08/2005
30/06/2005
30/06/2005
30/04/2006
06/2006
06/2006
31/05/2006
31/05/2006
30/06/2006
7.000,00
21.700,00
210,52
7.000,00
7.000,00
95.200,00
30.945,00
5.370,00
21.130,00
121,80
5.370,00
5.370,00
94.630,00
28.756,00
06/2005
25/06/2005
06/2005
06/2005
31/05/2006
31/05/2006
06/2006
06/2006
5000,00
5000,00
1.700
2.888,45
3.770,00
3.770,00
1.130
1367,60
09/2005
06/2005
06/2006
05/2006
5000
38760,00
3770,00
38760,00
16) Casaccia Alessandro
17) Az. Agr. Eredi Cesarini Amedeo
07/2005
15/07/2005
06/05
06/2006
05/2006
06/2006
5000
5000
138.500,0
0
3770
3770
134.600,00
15/07/2005
06/2005
09/2005
01/07/2005
15/07/2005
15/07/2005
15/08/2005
15/08/2005
25/06/2005
06/2005
09/2005
06/2005
09/2005
07/2005
06/2005
15/07/2005
06/05
31/05/2006
31/05/2006
06/2006
30/06/2005
31/05/2006
31/05/06
30/04/2006
30/04/2006
31/05/2006
06/2006
06/2006
06/2006
06/2006
06/2006
31/05/2006
05/2006
06/2006
1150
1150
1150
1150
1150
1150
1150
1150
1150
1150
1052,63
943
1150
1150
1150
1150
1052,63
920
920
920
920
920
920
920
920
920
920
842,104
754,40
920
920
920
920
842,00
18) Cons. Agrobiol. Agribosco
n)…..
A.1.2) REALIZZAZIONE DI PROGETTI E SERVIZI
FINALIZZATI ALLA COMMERCIALIZZIONE PRODOTTI
AGRICOLI DI QUALITÀ
1) Fabio Mario Berna
2) Consorzio Fagiolina del Trasimeno
3) Pantarei Soc. coop. arl
4) Madrevite
5) Carlo Sirci
6) Giordano Mainò
7) Ass.ne Produtt. Apistici (APAU)
8) Apicoltori Gubbio Gualdo Tadino
9) Az. Agr. Centro storico di Merisio
10) Col.car. srl
11) Roberto Tonazzolli
12) Monni Michelangelo
13) La Buona Terra
14) Casaccia Alessandro
15) Bittarelli Patrizio e Ettore
16) Az. Agr. Eredi Cesarini Amedeo
17) Cons. Agrobiol. Agribosco
A.1.3) SERVIZI DI SUPPORTO PER LA
COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI DI
QUALITA’
n)…..
A.1.4) PROGRAMMI DI TUTORAGGIO
1)..
2)..
n)…..
TOTALI
Nota bene: all’interno della proposta di tracciabilità e rintracciabilità (Azione A.1.1- punto 6))
è compresa l’azione formativa a vantaggio dei diversi soggetti coinvolti nello svolgimento di
attività e nell’utilizzazione di modulistiche previste da procedure e documentazioni rese
obbligatorie dall’introduzione del Reg. 1702/2002, oltre che da azioni volontarie di
certificazione e controllo. Il soggetto tecnico preposto e responsabile per tale attività
formativa è il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria – Soc. 3°.
AZIONI PER ANELLI DI FILIERA (per la tipologia degli interventi ammissibili vedi allegato 1B)
Data avvio
Data ultimaz.
Descrizione investimenti
Importo
investimenti
% su spesa
tot. progetto
Contributo
richiesto
B.1) PER LA PRODUZIONE
1) Carlo Sirci
2) Giordano Mainò
3) Az. Agr. Centro
Storico
4) Roberto Tonazzolli
5) Pantarei Soc. Coop arl
6) Bittarelli Patrizio e
Ettore
7) Col. Car srl
8) Monni Michelangelo
9) La Buona Terra
06/2005
06/2005
06/2005
31/05/2006
31/05/2006
31/05/2006
80.000,00
31.164,00
90.927,00
28.400,00
9.322,80
31.939,00
09/2005
09/2005
06/2005
06/2006
06/2006
31/05/2006
222.051,10
159.508,38
57267,00
99.057,84
75.466,20
18.431,00
07/2005
06/2005
09/2005
09/2005
12/2005
06/2006
70.140,00
142.876,00
240.574,00
35.070,00
78.581,80
102.118,00
n)…..
SUBTOTALE
B.2)
PER LA TRASFORMAZIONE E
COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI
AGRICOLI
n)….
.
SUBTOTALE
- PER LA DISTRIBUZIONE (non
finanzibile)
1)..
2)..
Data avvio
Data ultimaz.
Importo
investimenti
% su spesa
tot. progetto
Contributo
richiesto
n)…..
SUBTOTALE
TOTALE GENERALE
6 – Piano di sviluppo commerciale e piano organizzativo di filiera
6.1 – Piano di sviluppo commerciale
•
Piano di marketing operativo: descrizione delle scelte di natura commerciale, accordi
stipulati tra soggetti interni alla filiera e con soggetti esterni, tipologia di coinvolgimento
delle organizzazioni di settore, canali ed azioni promozionali e loro tempistica, grado e
modalità e innovazione nella distribuzione della produzione per i diversi anelli della filiera,
innovazioni di processo e di prodotto, politiche di prezzo adottate;
E’ stata definita sia la serie dei vincoli tecnici, che verranno inseriti nel disciplinare di
produzione dei “Prodotti del casolare”, che la natura dei controlli relativi alle verifiche di
qualità, che saranno previste per i disciplinari specifici dei prodotti derivati. I prodotti che
faranno riferimento al marchio unico verranno certificati per derivazione di appartenenza alla
filiera in base alla certificazione rilasciata dal Parco Tecnologico Agroalimentare al Capofiliera.
Il marchio servirà dunque anche ad identificare e garantire il prodotto di fronte al consumatore
per origine, metodi di produzione, caratteristiche merceologiche. Questo meccanismo di
produzione-certificazione-vendita al consumatore, consentirà di rendere evidenti le
caratteristiche peculiari di queste produzioni rispetto a quelle legate al circuito agroalimentare
convenzionale della GDO, dei mercati all’ingrosso e dei negozi di vendita al dettaglio. Sarà
dunque più mirata la vendita rispetto ad una tipologia di consumatore cosciente ed a conoscenza
della particolare genuinità dei prodotti, con un rapporto di fidelizzazione che fa parte del
marketing di prodotto specidfico della filiera “Prodotti del casolare”. In questo caso infatti il
territorio non sarà solo immagine grafica o virtuale ma scenario vero e vivo dei prodotti venduti
direttamente in rete dai produttori. Ne risulta un rafforzamento delle opportunità commerciali
dei partecipanti alla filiera e dei Consorzi a cui aderiscono i singoli produttori, con una capacità
promozionale del marchio complessivamente assai superiore all’attuale situazione di
dispersione delle produzioni e scarsa efficacia di marketing.
•
Produzioni agricole coinvolte (commento alla successiva tabella 6.2);
Le produzioni agricole coinvolte riguardano alcune aree della Provincia di Perugia comprese tra
l’area del Trasimeno, l’Umbria settentrionale dall’Alta Valle del Tevere a quella del Chiascio,
lungo la dorsale appenninica dell’Eugubino-Gualdese, con giacitura prevalentemente di media
ed alta collina caratterizzata da piccole produzioni di cereali, legumi, olio extravergine di oliva e
piccoli allevamenti aziendali. Le aziende agricole costituite in ATI rappresentano una parte
significativa a livello dei territori richiamati delle produzioni cosiddette di fattoria, caratterizzate
cioè da una produzione destinata direttamente al consumatore, in alcuni casi con particolare
rilievo dato dall’organizzazione in consorzi di produttori. Va inoltre rimarcato il ruolo che l’ATI
può assumere rispetto alla richiesta di DOP per alcuni prodotti quali la fagiolina del Trasimeno,
la cipolla di Cannara, lo zafferano di Città della Pieve, il miele tipico umbro ed il farro biologico
dell’Umbria. Il marchio commerciale che sottende tale azione “Prodotti del casolare”, vuole
caratterizzare le produzioni di fattoria indicandone nella genuinità, nella salubrità ambientale del
territorio e nella sapienza delle produzioni tradizionali il carattere di originalità che possa
garantire ai consumatori prodotti simbolo di un territorio d’origine, come quello umbro,
sinonimo nell’immaginario collettivo, di qualità di eccellenza. E’ atteso dunque un aumento non
quantitativo qualitativo tale da poter dare un maggior valore ai prodotti agricoli e trasformati ed
una caratterizzazione territoriale, in gran parte legata a produzioni rispettose dell’ambiente.
•
Piano delle vendite per anello della filiera (commento alla successiva tabella P1.01 del punto
9.2);
Il meccanismo della filiera prevede la vendita da parte di ciascuna azienda in forma diretta ed
attraverso la rete delle altre imprese e consorzi partecipanti al raggruppamento di imprese. Il
portale messo a disposizione di tutta la rete dal Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno potrà
essere in futuro utilizzato anche per azioni di e.commerce che potranno venire decise dall’ATI.
6.2 – Valore della produzione agricola coinvolta nell’anno precedente la domanda e prevista
nell’anno di regime
Unità
di
misur
a
Anno precedente la domanda
Totale valore
Quantità
Prezzo
della
venduta
(Euro)
produzione
(Euro)
Soggetto
attuatore/destinatar
io
Localizzazio
ne
(Comune)
Carlo Sirci
Cannara
Cipolla
Q
600
120,00
Carlo Sirci
Cannara
Aglio
Q
12
Carlo Sirci
Cannara
Scalogno
Q
Carlo Sirci
Cannara
Legumi
Carlo Sirci
Cannara
Orzo
Giordano Mainò
Giordano Mainò
Giordano Mainò
Ass.ne prod.
Apistici (APAU)
Ass.ne prod.
Apistici (APAU)
Apicoltori
Gubbio Gualdo
Tadino
Apicoltori
Gubbio Gualdo
Tadino
Castiglion
e del Lago
Castiglion
e del Lago
Castiglion
e del Lago
Regione
Regione
Comprens
orio
eugubino
gualdese
Comprens
orio
eugubino
gualdese
Anno di regime
Quantità
venduta
Prezzo
(Euro)
Totale valore
della produzione
(Euro)
72.000,00
750
120,00
90.000,00
400,00
4.800,00
15
400,00
6.000,00
100
120,00
12.000,00
200
120,00
24.000,00
Q
10
400,00
4.000,00
10
400,00
4.000,00
Q
12
35,00
420,00
12
35,00
420,00
Fagiolina
KG
1200
16
19.200,00
1500
16,00
24.000,00
Legumi
KG
1800
3
5400,00
2200
3,00
6.600,00
Cereali
KG
2500
3
7.500,00
3000
3
9.000,00
KG
160000
3
480.000,00
160000
3
480.000,00
KG
260000
5
1.300.000
260000
5.1
1.326.000
Miele
ingrosso
KG
12000
60.000,00
12000
5
60.000,00
Miele
dettaglio
KG
14000
91.000,00
16000
7
102.000,00
Prodotti
Miele
ingrosso
Miele
dettaglio
5
6.5
Col. Car srl
Corciano
Olio
Q
52.111,39
12
52.111,39
Col. Car srl
Corciano
Molende
Q
18.925,25
12
18.925,25
Vino sfuso
Hl
120
Vino
botttiglia
N.°
0
Olio
Kg
400
Formaggio
KG
50.000
Madrevite
Madrevite
Madrevite
Monni
Michelangelo
Castiglion
e del Lago
Castiglion
e del Lago
Castiglion
e del Lago
Città di
Castello
140
16.800,00
250
140
35.000,00
0
10.000
3,50
35.000,00
8
3200
400
8
3200
10
500.000,00
50000
12
600.000,00
0
Monni
Michelangelo
Monni
Michelangelo
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Roberto
Tonazzolli
Pantarei soc.
coop arl
Pantarei soc.
coop arl
Pantarei soc.
coop arl
Fabio Mario
Berna
Fabio Mario
Berna
Fabio Mario
Berna
Fabio Mario
Berna
Fabio Mario
Berna
Consorzio
Fagiolina del
Trasimeno
Consorzio
Fagiolina del
Trasimeno
Az. Agr. Centro
storico di
Merisio C.
Az. Agr. Centro
storico di
Merisio C.
Bittarelli Patrizio
e Ettore
Bittarelli Patrizio
e Ettore
Consorzio
Croco di Pietro
Perugino
Zafferano
La Buona Terra
Ricotta
KG
18.000
3,50
63.000,00
18.000
4
72.000,00
Agnelli
KG
8.000
2,50
20.000,00
8.000
3,20
25.600,00
Mele
Q
3.200
20
64.000, 00
2.400
20
48.000,00
Mele
Q
800
70
56.000,00
1.600
70
112.000,00
Pesche
Q
50
100
5.000,00
50
100
5.000,00
Prugne
Q
100
80
8.000,00
100
80
8.000,00
Uva
cabernet
Q
150
42
6.300,00
150
42
6.300,00
Uva comune
Q
300
20
6.000,00
300
20
6.000,00
olio
Q
5
700
3.500,00
5
700
3.500,00
KG
0
0
0
3000
8
24.000,00
KG
0
0
0
2200
4
8.800,00
KG
0
0
0
450
6
2.700,00
Fagiolina
KG
800
18
14.400,00
1000
18
18.000,00
Legumi
KG
1800
3
5.400,00
2200
3
6.600,00
Cereali
KG
2500
3
7.500,00
2500
3
7.500,00
Lt
100
12
1200
100
12
1.200,00
zafferano
GR
25
22
550
25
22
550,00
Castiglion
e del Lago
Fagiolina
KG
7000
16
112.000,00
9000
16
144.000,00
Castiglion
e del Lago
Fagiolina
biologica
KG
3000
18
54.000,00
4000
18
72.000,00
Città della
Pieve
Olio
KG
1200
16
19.200,00
1500
16
24.000,00
Miele
KG
153
4
614
153
4
614
Fagiolina
KG
1200
16
19.200,00
1500
16
24.000,00
legumi
KG
2000
3
6.000,00
6000
3
18.000,00
Zafferano
Gr
1200
25
30.000,00
2000
25
50.000,00
capi
2
630
1260,00
20
630
12.600,00
Passignan
o s/T
Passignan
o s/T
Castiglion
e del Lago
Carne di
maiale
Carni
bianche
Cereali e
leguminose
Olio
Castiglion
e del Lago
Castiglion
e del Lago
Città della
Pieve
Passignan
o
Suini,
La Buona Terra
Olio
Q
10
1800
18.000,00
12
1800
21.600,00
La Buona Terra
formaggio
Q
10
2000
20.000,00
11
2000
22.000,00
Vino
Hl
5160
375
1.909.200,
00
5670
401,25
2.277.495,0
0
Consozio Colli
del Trasimenop
Castiglion
e del Lago
Casaccia
Alessandro
Casaccia
Alessandro
Casaccia
Alessandro
Casaccia
Alessandro
Az. Agr.
Cesarini
Amedeo
Az. Agr.
Cesarini
Amedeo
Az. Agr.
Cesarini
Amedeo
Cons.Agr.
Biologico
Agribosco
Castiglion
e del Lago
Fagiolina
Olio
Cereali al
dettaglio
Cereali
all’ingrosso
KG
110
18
1980,00
200
18
3.600,00
KG
30
12
360,00
30
12
360,00
KG
20000
3
60.000,00
20000
3
60.000,00
K
280000
0.15
42.000,00
280000
0.15
42.000,00
Castiglion
e del Lago
Fagiolina
KG
1200
18
21.600
1600
18
28.800,00
Castiglion
e del Lago
Legumi
KG
2000
6
6.000,00
2400
3
7.200,00
Castiglion
e del Lago
Olio
Lt
480
12
5760,00
480
12
5760
Farro
Q
7000
85
595.000,00
8500
90
765.000,00
Sigillo
6.3 – Piano organizzativo
• Descrizione delle scelte organizzative di filiera utili a garantire una tenuta generale del
gruppo oltre i termini temporali del contratto (accordi, impegni ecc.)
Viene previsto dall’ATI un concatenamento delle azioni produttive, promozionali e commerciali
tale da portare il gruppo ad un progressivo ampliamento della base produttiva agricola e dei
consorzi di prodotti diversi in aggiunta a quelli presenti in avvio di filiera . Il meccanismo di
filiera punta dunque non solo a permanere per il periodo stabilito, ma a candidarsi come punto
di riferimento per la creazione di un distretto rurale diffuso in Umbria dei prodotti di fattoria e
per la caratterizzazione di alcune produzioni tipiche e tradizionali con richiesta di alcune DOP.
•
Descrizione delle conseguenze delle scelte organizzative in termini di risorse umane
coinvolte e di assetto organizzativo nei vari anelli della filiera, riferita a tutti degli
attuatori/destinatari.
E’ attesa una crescita occupazionale in funzione delle attività produttive, commerciali e di
accoglienza dei diversi partecipanti alla filiera. Pur non essendo facile ipotizzare l’incremento
occupazionale derivante da tali attività, le prospettive che determinano il lancio di nuovi
prodotti territorialmente caratterizzati fanno pensare ad un indotto che possa anche andare oltre i
partecipanti della filiera ed investire in maniera consistente altri soggetti esterni, in particolare
negozi specializzati in prodotti tipici o settori della ristorazione interessati ad utilizzare tali
prodotti per garantire al cliente il gusto della vera cucina umbra.
•
Piano occupazionale previsionale (previsioni relative all’anno a regime): incremento
occupazionale previsto
Categorie di personale
Azioni orizzontali: i tecnici impegnati
Produzione:
- …………………………………..;
- …………………………………..;
- …………………………………..;
Dirigenti
N°
11
Quadri/
impiegati
N°
7
Operai/
operai
agricoli
N°
54
Totale
N°
72
di cui
Personale part-time
Personale
apparten.te a
categorie protette
Trasformazione e
commercializzazione:
- ………………….……………..;
- ………………………………...;
Distribuzione:
- ………………………………….;
Totali
7 – Vincoli e rischi nella realizzazione dell’intervento
• Adempimenti necessari
Le aziende agricole appartenenti alla filiera praticano la lotta integrata in agricoltura o, in alcuni
casi, sono certificate per produzioni biologiche in base al Reg. CEE 2092/91. o in regime di
applicazione delle norme previste dalla Legge Merli e dal Decreto Ronchi. Si tratta di imprese
che già si trovano dunque nelle condizioni di rispettare le norme sull’ecocondizionalità previste
dal Regolamento CE 1782/2003. L’accordo di filiera ed il disciplinare di produzione prevedono
un impegno dei produttori agricoli a determinare nell’uso delle buone pratiche agricole una
qualità percepibile oggettivamente fondata sulle tecniche e le modalità di produzione oltre che
sulle caratteristiche territoriali dei prodotti inclusi nel paniere dei “Prodotti del casolare”. Tutte
le attività migliorative previste nelle aziende di produzione vanno dunque nel senso di
consentire ai produttori di elevare i propri standard e di creare in tutta la filiera un sistema di
tracciabilità e rintracciabilità che dia al consumatore le più complete garanzie di trasparenza,
genuinità e salubrità delle produzioni.
• Cantierabilità amministrativa degli interventi
Tutte le opere e gli investimenti previsti da ciascun componente della filiera sono stati
preventivamente sottoposti al nulla osta delle amministrazioni competenti in modo da poter
ricevere la disponibilità ad un parere favorevole che dovrà concretizzarsi in un’autorizzazione
all’esecuzione dei lavori entro i tempi previsti dal bando.
• Analisi dei vincoli specifici e delle ricadute sul progetto
I vincoli relativi ai criteri di rispetto ambientale e di corretta applicazione delle regole previste
dall’ATI e dal disciplinare di produzione, ivi inclusa la tracciabilità e rintracciabilità e la
certificazione di prodotto, potranno avere conseguenze nell’aggravamento dei costi di di aziende
che già operano in produzioni di nicchia. Si sottolinea tuttavia che il posizionamento medio-alto
dei prodotti (per intendersi nel segmento dei prodotti DOP e più generalmente tipici) fornirà un
valore aggiunto consistente a tutti gli attori della filiera. Inoltre gli studi di caratterizzazione
previsti contribuiranno ad un avanzamento del livello conoscitivo di alcuni prodotti che per il
loro livello gastronomico sono già stati individuati da associazioni per la protezione del
patrimonio gastronomico, come Slow Food o l’associazione dei “Feed saver”, o istituti
sperimentali per la ricerca della biodiversità.
• Analisi dei rischi specifici e delle ricadute sul progetto
I rischi che vengono individuati sono soprattutto relativi a quelli tipici dell’impresa: innanzitutto
la capacità di incidere sul mercato con prodotti la cui conoscenza non è ancora diffusa a livello
di mercato. E’ comunque atteso un effetto moltiplicatore di trascinamento che dovrebbe
consentire alla filiera di crescere in corso d’opera grazie alle caratterizzazioni ottenute, con
relativo interesse degli “addetti ai lavori” ed alle attività, sia pur limitate di promozione
dell’immagine e dei prodotti. Altro rischio possibile deriva dal “matching” del prezzo fissato
con l’interesse del consumatore. Bisognerà evitare che un prezzo troppo elevato non faciliti la
confidenza che sicuramente i consumatori del mercato locale nutriranno verso un prodotto
caratterizzato territorialmente e che scoraggi d’altra parte i “turisti del gusto”. Un’adeguato
lancio dei prodotti sarà dunque necessario facendo soprattutto centro sull’interesse della stampa
(educational) che su iniziative di “fattorie aperte” dedicate a turisti, famiglie e scuole.
• Relazione sulla sostenibilità ambientale
L’agricoltura della fattoria tradizionale, con la sua tendenza a metodi di produzione
ecocompatibili, quali le rotazioni delle colture, la non intensività, il cosiddetto “ciclo chiuso
aziendale” con l’uso di concimi organici direttamente prodotti dagli animali allevati in azienda,
la pratica del sovescio, pongono la filiera dei “prodotti del casolare” in posizione di eccellenza
per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. D’altra parte anche la logica di porgere al
visitatore la possibilità di un’esperienza a diretto contatto con una natura che, grazie all’uomo
che la rispetta, produce i suoi frutti in un ciclo naturale e rinnovabile, contiene in sé l’essenza
sostenibilità di queste produzioni. C’è in più il valore aggiunto rappresentato dal ruolo
dell’agricoltore nel proteggere e salvare le risorse genetiche di una biodiversità messa a rischio
sempre di più dalla tendenza a globalizzare le produzioni riducendo la varietà biologica ed
industrializzando i processi produttivi in agricoltura con i noti danni della BSE, dei polli alla
diossina, dei frequenti allarmi degli ultimi anni tipo SARS. La filiera vuole dunque dimostrare
che “un’altra agricoltura è possibile” e che l’Umbria ha le caratteristiche produttive e territoriali
per mettere in evidenza in questo campo le proprie originali qualità.
• Infrastrutture specifiche necessarie
Le infrastrutture necessarie riguardano soprattutto eventuali adeguamenti di viabilità ed
indicazioni cartellonistiche in grado di rendere più agevole a visitatori e clienti l’accesso alle
fattorie, in alcuni casi situate in luoghi non facilmente raggiungibili ed individuabili.
• Norme di ostacolo o di impedimento al dispiegamento
Non esistono allo stato attuale, né sono in previsione, ostacoli o impedimenti di tipo legislativo
o amministrativo al pieno dispiegamento dele attività previste dalla filiera.
• Richieste di modifiche e/o integrazioni con indicazione delle amministrazioni e/o enti da
coinvolgere
Nessuna richiesta o integrazione specifica. L’ATI si attiverà per velocizzare eventuali decisioni
pendenti rispetto a richieste di cantierabilità di lavori esecutivi.
8 – Integrazione del contratto di filiera con altri programmi e progetti in corso di
realizzazione e/o in fase di ideazione
• Descrizione dei programmi/progetti e del loro stato di attuazione
Il punto di riferimento più importante per il progetto di filiera “Prodotti del casolare” è costituito
dalla caratterizzazione e dalla documentazione per la richiesta di Denominazione di Origine
Protetta per alcuni prodotti della filiera con cinque disciplinari di produzione specifici per
“Fagiolina del Trasimeno”, “Zafferano”, “Miele”, “Farro”, “Cipolla di Cannara”, che si prevede
di rivolgere alle competenti autorità del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e della
Commissione Europea nel quadro delle azioni orizzontali del progetto gestite in collaborazione
con il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria. Il progetto di filiera si riferisce infatti
espressamente a tale prospettiva di marchio europeo proponendosi come iniziativa da parte di
tutti i soggetti appartenenti all’ATI, coinvolti unitariamente nello sforzo di caratterizzare la
produzione agroalimentare territoriale con alcuni prodotti di eccellenza. In alcuni casi si tratta
della prosecuzione di attività e lavori precedentemente iniziati, come per la fagiolina, da parte
del Consorzio, della Comunità Montana, della Facoltà di Agraria di Perugia, oltre che di Slow
Food, per la cipolla di Cannara da parte del Consorzio e di Slow food, per il miele, da parte
della Facoltà di Agraria e dei due consorzi di produttori, per lo zafferano, da parte della Facoltà
di Agraria e del Consorzio, per il farro, da parte dell’Istituto sperimentale di cerealicoltura, della
Facoltà di Agraria e del Consorzio dei produttori di Sigilllo. Le azioni orizzontali previste
consentiranno dunque un deciso avanzamento della caratterizzazione dei prodotti tale da avere
sicuri riflessi sulle opportunità commerciali e di immagine con ricaduta su tutta la regione.
• Analisi delle cause e delle modalità di integrazione
Il progetto di filiera “Prodotti del casolare”, che punta a creare un mercato delle produzioni
tradizionali in filiera corta dal produttore al consumatore, ed una richiesta di DOP per alcuni
prodotti, riguarda una serie di soggetti partecipanti che già si sono particolarmente distinti per la
loro opera volta a diffondere la conoscenza dell’importanza della tradizione agroalimentare e
gastronomica umbra anche al di fuori dei confini nazionali. Al momento di entrata in vigore
delle DOP che si accinge a richiesere, l’ATI ne promuoverà l’utilizzo all’interno della filiera e
tra i produttori attualmente non coinvolti, come requisito di ulteriore distinzione dei prodotti
umbri rispetto al resto del mercato. L’avvio di una pratica di tracciabilità e rintracciabilità, di
relativa etichettatura e di certificazione, avviata in collaborazione con il Parco Tecnologico
Agroalimentare dell’Umbria Società 3A, individuato quale responsabile anche per la richiesta di
DOP, renderà più agevole la penetrazione stessa dell’utilizzo del marchio “Prodotti del
casolare” rispetto al più ampio mondo dei produttori umbri con un loro coinvolgimento
all’interno della filiera.
9 – Piano economico e finanziario
9.1 – Ipotesi di base
• Criteri adottati per la determinazione dei dati di base assunti per le proiezioni
economico-finanziarie
Nella difficoltà di trovare dati a riferimento di un settore così specifico come quello dei prodotti di
fattoria, che vanno dunque considerati nell’ambito dei prodotti tradizionali, si è fatto riferimento
all’unico mercato che si può considerare attinente e cioè quello dei prodotti Dop, Igp, tipici e
tradizionali. Su tale settore di mercato l’unica ricerca organica risulta essere ad oggi quella inserita
nell’ottavo rapporto Nomisma effettuato in collaborazione con Col diretti dal titolo‘’Le produzioni
Dop e Igp in Italia nel 2003. Dinamiche produttive, aspetti economici e di mercato’’. I dati 2003 su
produzione e fatturati, contenuti nella ricerca, indicano, in base a stime ISMEA, un giro d’affari alla
produzione di circa 4,5 miliardi di euro, mentre sui mercati al consumo il fatturato complessivo
avrebbe sfiorato quota 8,5 miliardi. Il mercato dei prodotti di qualità risulta in “trend” di crescita
non solo per i prodotti con certificazione europea, ma anche anche per quanto riguarda i prodotti
tradizionali, con garanzia di produttori o consorzi e spesso venduti dai produttori direttamente o
tramite negozi specializzati. E’ interessante notare nei dati esposti nella ricerca citata che, in tale
settore, la crescita rispetto al 2002 nel settore primario è stata nell’ordine dell’8%, a fronte
dell’aumento per il fatturato al consumo del +5,5%, a testimonianza di una riappropriazione da
parte della produzione agricola di una parte del reddito. In particolare il giro d’affari delle Dop e Igp
rappresenta, oltre il 10% della produzione ai prezzi di base dell’agricoltura italiana, percentuale che
scende al 6,3% se si considera solo il valore della produzione direttamente imputabile all’attività
agricola, con un’incidenza del 4,3% in rapporto all’intero fatturato dell’industria alimentare,
indicando dunque una tendenza del consumatore ad una disponibilità di spesa nel settore alimentare
che inizia ad orientarsi verso prodotti certificati.
In termini di quantità la produzione delle Dop e Igp italiane ha oltrepassato nel 2003 quota 632mila
tonnellate, facendo segnare complessivamente un aumento del 2% rispetto al 2002. Le esportazioni
di prodotti Dop e Igp sono cresciute, infatti, complessivamente del 5,7% in quantità (111mila
tonnellate) e del 7,4% in termini monetari (1.220 miliardi di euro). Sul versante dei consumi, il
Panel continuativo Ismea-Ac Nielsen sugli acquisti domestici indica invece una spesa per i prodotti
a marchio Dop e Igp di 2.100 milioni di euro nel 2003, in calo del 4,5% su base annua. Tale dato
congiunturale può tuttavia essere spiegato dalla crisi dei consumi che, nel caso dei generi
alimentari, si è tradotto in una minore disponibilità di spesa da parte delle famiglie.
Resta tuttavia interessante la tendenza da parte di un numero crescente di appassionati da una parte,
valutati in circa 600.000 “gastronauti” o “food trotter” in Italia, ma anche di famiglie e di scuole
dall’altra, a programmare visite “in fattoria” per apprezzarne le caratteristiche paesaggistiche oltre
che per gustarne ed acquistarne i prodotti. L’analisi dei dati deve dunque orientarsi non solo verso
gli aspetti della produzione, e del posizionamento dei prodotti sul mercato, nel caso della filiera
“Prodotti del casolare”, ma tenere conto anche della particolarità multifunzionale, nelle imprese
agricole, di una produzione che mette direttamente a disposizione del cliente-visitatore insieme alla
genuinità della tradizione gastronomica e dei “sapori perduti” tutto l’affascinante mondo della
fattoria e della sua capacità di accoglienza e di insegnamento riferito ad uno stile di vita oggi
invidiato da chi vive in reltà metropolitane.
• Eventuale indicazione motivata e dettagliata relativa a richieste di integrazioni
con altri strumenti finanziari corredata di indicazioni utili a testimoniarne la
compatibilità tra i regimi e la sostenibilità dal punto di vista operativo ed
economico-finanziario
Gli incontri di filiera condotti ed i tavoli di lavoro che hanno tracciato il progetto si sono
impegnati anche nell’individuazione di strumenti finanziari idonei a sostenere il fabbisogno di
denaro da parte delle imprese ed a verificare un’ipotesi di ingegnerizzazione della parte di
finanziamento riguardante le imprese. L’ATI non è tuttavia giunta, al di là dell’individuazione
di alcuni strumenti e prodotti finanziari, quali il ricorso al consorzio fidi, al credito agrario ed
artigiano, agli interventi di Gepafin, ad una decisione unanime in sede di redazione progettuale e
di documento costitutivo che potesse indicare un unico percorso. In caso di approvazione del
progetto, tale aspetto sarà di nuovo analizzato ed istuito in base alle ipotesi raccolte ed a nuove
eventuali proposte.
• Commentare le tabelle di cui al successivo punto 9.2
Le tabelle successive mettono in evidenza un sostanziale equilibrio negli interventi previsti tra
produttori dell’anello di filiera agricola e trasformatori. Non è stato possibile il quadro 9.2.F a
causa dell’assenza di dati aggregati di bilancio che consentissero le relative analisi dei conti
economici
9.2 – Tabelle del piano economico finanziario
• Alcune tabelle andranno compilate per ciascun anello della filiera indicando in
alto a sinistra della tabella e sotto la voce “Anello della filiera” una descrizione
di sintesi dell’anello di riferimento;
• Altre tabelle andranno compilate a livello di piano progettuale in qualche caso
prevedendo all’interno e per specifiche voci una disaggregazione per anello
della filiera, in altri casi costituendo invece una semplice aggregazione dei dati
per anello.
9.2.A Piano delle vendite per l’anello di filiera: Produzione
(da compilare per ogni anello di filiera coinvolto nel progetto)
Prodotti/servizi
Unità
intrafiliera
Extrafiliera
di
Quantità Prezzo Ricavi
Quan Prezzo u Ricavi
misura
u
tità
Q
600
120 72000
0
0
0
Q
12
400
4800
0
0
0
Q
100
120 12000
0
Q
10
400
4000
0
Q
12
35
420
0
KG
1200
16 19200
0
KG
1800
3
5400
0
KG
2500
3
7500
0
KG
2000
7 14000 2000
7
14000
Hl
120
140 16800
0
Lt
500
8
4000
0
KG
2000
6 12000 4000
6
24000
Q
0
0
KG
16666
12 199992 33333
12 399996
KG
6000
4 24000 12000
4
48000
KG
2666
3,2 8531,2 5333
3,2 17065,6
cipolla
aglio
scalogno
legumi
orzo
fagiolina
legumi
cereali
miele
vino
olio
miele
pecorino
ricotta
agnelli
mele
fagiolina
legumi
cereali
olio
zafferano
pasta grano
duro
miele
vino
fagiolina
fagiolina
biologica
zafferano
Q
Q
KG
KG
KG
lt
GR
KG
300
60
1000
2200
2500
100
25
300
18
3
3
12
22
3,5
Kg
lt
KG
KG
30
200
7000
3000
5
150
4
800
16 112000
18 54000
GR
1050
0
2000
2800
7500
150
1600
2400
480
500
300
25
0
16
3
3
12
18
3
12
3
3,5
0
fagiolina
legumi
cereali
olio
fagiolina
legumi
olio
cereali
pasta grano
duro
0
KG
KG
KG
Lt
KG
Kg
Lt
KG
KG
18000
0
18000
6600
7500
1200
550
1050
26250
0
32000
8400
22500
1800
28800
7200
5760
1500
1050
1300
12
12
12
12
9000
4000
16
18
950
0
0
0
25
0
0
0
15600
0
0
0
0
0
0
0
Totale
ricavi
72000
4800
12000
4000
420
19200
5400
7500
28000
16800
4000
36000
0
599988
72000
25596,
8
33600
0
18000
6600
7500
1200
550
1050
0
150
0
800
144000 256000
72000 126000
23750
0
0
0
0
0
0
50000
0
32000
8400
22500
1800
28800
7200
5760
1500
1050
miele
olio
molende
farro
suini
olio
formaggio
KG
q
q
Q
capi
Q
Q
Q
Kg
KG
KG
fagiolina
cereali
olio
30
5
4420
2
10
10
90
630
1800
2000
200
300000
30
18
12
150
0
0
397800
1260
18000
20000
0
3600
102000
360
4080
90
0
0
367200
0
0
0
0
150
0
0
765000
1260
18000
20000
0
9.2.B Acquisto materie prime, semilavorati, merci e servizi per anello di filiera.
Descrizione anello
Anno di avvio
Intrafiliera
Extrafiliera
%
Anno a regime
Intrafiliera
Extrafiliera
%
9.2.C Costi industriali, commerciali e amministrativi per l’anello di Filiera: Produzione
(da compilare per ogni anello di filiera coinvolto)
Descrizione
(escluso lavoro dipendente e
ammortamenti)
Anno di avvio
Intrafiliera
Extrafiliera
%
Anno a regime
Intrafiliera
Extrafiliera
-costi industriali:
Energia e forza motrice
combustibili
manutenzioni
servizi
Fitti e leasing
Altri:
10050
28647
23753,23
40721
7453
0
29655,36
26323,73
17081,3
17747,85
29187,02
54246,66
10300
29017
26865,23
41380
7470
0
31614
31174,98
18248,15
17765,68
29178,02
54246,66
- costi commerciali
Provvigioni di vendita
Promozione
Partecipazione a fiere
Pubblicità e omaggi
Trasporti su vendite
Carburanti e lubrificanti
Spese automezzi
Prestazioni di servizi
0
35902,63
7252,63
13600
7000
15273,69
2700
13000
20057,38
30994,32
500
23,28
20539,05
3000
43142,56
10000
0
41902,63
7652,63
13900
7050
12150
2050
12500
20057,38
33694,32
5000
0
20539,05
7079,69
43142,56
10000
%
Altri:
-costi amministrativi:
Assicurazioni
Noleggi e fitti
Imposte e tasse (no
reddito)
Competenze
amministratori
e
sindaci
Telefono, fax,…….
18454,87
4000
0
18718,47
0
20442,56
18716,87
4000
0
20918,47
0
21148,56
1200
0
1400
0
15950
9055,22
18300
9155,22
8730
3417,84
7130
1417,84
20150
4962,05
24900
4962,05
19950
33823,04
21450
33823,04
Cancelleria, stampati,
spese postali
Energia
elettrica,
riscaldamento
Prestazioni
professionali
e
consulenze
AltrI:
9.2.D organico e costo lordo del personale per anello di filiera e totale.
Personale
-filera 1: produzione
Dirigenti
Quadri
Impiegati
Operai (OTI)
Operai (OTD)
Sub-totale
-filera
2:……………………
Dirigenti
Quadri
Impiegati
Operai (OTI)
Operai (OTD)
Sub-totale
-filera
n:……………………
Dirigenti
Quadri
n.
unità
10
1
4
8
37
Anno di avvio
Costo
Costo totale
medio
2151,213
50000
5000
10787,50
5845
21512,13
50000
20000
86300
216270,40
n. unità
11
1
6
14
5842,40
Anno a regime
Costo
Costo
medio
totale
2151,83
50000
5000
9677,30
40
23670,13
50000
30000
135482,20
233690,40
Impiegati
Operai (OTI)
Operai (OTD)
Sub-totale
TOTALE GENERALE
9.2.E Fonti finanziarie
(euro x 000)
Descrizione
Periodo (anni)
2005
2004
finanziamenti di attuatori e destinatari con mezzi
propri:
- Finanziamento attuatori
- finanziamento destinatari
- altri:………………………………………………….
2006
113667,3
150157,1
0
27000
19345
0
65730,6
224042,2
Sub-totale
mutui e prestiti agevolati
- mutui o prestiti di durata superiore a 5 anni
- prestiti fino a 5 anni
altri:…………………………………………………………
…….
Sub-totale
Contributi
- per azioni orizzontali
- per azioni verticali
altri:………………………………………………………….
.
Sub-totale
mutui e prestiti non agevolati
- mutui o prestiti di durata superiore a 5 anni
- prestiti fino a 5 anni
altri:…………………………………………………………
…….
Sub-totale
TOTALE GENERALE
206397,90
0
0
0
76045
76045
0
35070
35070
317512,90
393544,30
421531
403101,9
824632,90
50000
50000
1.268.177,20
9.2.F conto economico previsionale per l’anello di filiera:………..…….…………………..
(da compilare per ogni anello di filiera coinvolto)
Conto economico
A.1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni.
A.2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in
corso di lavorazione, semilavorati e finiti
A.3) Variazioni di lavori in corso su ordinazione
A.4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori
interni.
A.5) Altri ricavi e proventi
A) Valore della produzione
B.6) Materie prime, sussidiarie, di consumo e
merci
B.7) Servizi
B.8) Godimento di beni di terzi
B.9) Personale
B.10) Ammortamenti e svalutazioni
B.11) Variazione delle rimanenze di materie
prime, sussidiarie, di consumo e merci
B.12) Accantonamenti per rischi
B.13) Altri accantonamenti
B.14) Oneri diversi di gestione
B) Costi della produzione
RISULTATO OPERATIVO = A) – B)
C.15) Proventi da partecipazione
C.16) Altri proventi finanziari
C.17) Interessi e altri oneri finanziari
C) Proventi e oneri finanziari
= (C.15+C.16) – C.17
D.18) Rivalutazioni
D.19) Svalutazioni
D) Rettifica valore attività finanziarie =(D18 – D19)
E) Proventi ed oneri Straordinari
Risultato prima delle imposte = A – (B+C+D+E)
Imposte sul reddito di esercizio
Utile o perdita di esercizio
1° esercizio
2° esercizio
3° esercizio
Media ultimi
1°esercizio
precedente
precedente
precedente
tre esercizi
a regime
anno..........
anno.........
anno.........
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Anagrafica dell`Organismo di filiera 1.1 – Denominaz