Spedizione Abbonamento Postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Roma ANNO XV - Lire 3.000 - Supplemento al n. 60 di Impresa Artigiana del 4 giugno 2001 I QUADERNI DI Artigianato e Sanità produrre salute di qualità ARTIGIANATO E SANITÀ: PRODURRE SALUTE DI QUALITÀ 1° Quaderno Entriamo nel servizio sanitario A cura del dott. Carmelo Rigobello Roma, maggio 2001 3 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 7 9 10 18 20 40 42 Introduzione di Luciano Petracchi Presidente Confartigianato Presentazione di Walter Corsi Presidente ANAP Una sanità sempre sotto i ferri delle riforme: sintesi normativa dal 1978 al 2000 Osservazioni a metà strada tra la Costituzione e la realtà dei Servizi Guardiamo attentamente alcuni numeri della nostra sanità La partecipazione del cittadino al Servizio Sanitario Confartigianato propone una cura a una vecchia, radicata concezione che considera la salute semplicemente come assenza di malattia e che risulta d'interesse solo quando succede un evento patologico, si è passati lentamente, e non ancora diffusamente, alla concezione posta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche dalla nostra stessa Costituzione: salute è stato di benessere non solo fisico, ma anche psichico, non solo individuale, ma anche collettivo. D INTRODUZIONE LUCIANO PETRACCHI(*) In questa diversa visione la salute ci vede tutti addetti ai lavori perché siamo coinvolti come persone, come famiglia, come impresa, come società: si passa dunque ad una visione partecipativa, ben al di là dunque di quel clima di casta e di corporazione che stenta ad estinguersi nonostante il bianco di camici e le espressioni rassicuranti che ritroviamo in tanti posti del nostro campo sanitario. Se la Confartigianato ha adottato come "area d'intervento" anche la salute è proprio perché ha fatto propria questa "nuova" concezione in ragione di fondamentali direzioni di lettura: • è il valore fondamentale per la vita delle persone e ciò acquista ancor più peso in un mondo come quello delle piccole imprese, dove l'elemento personale è fondamentale e vitale nella dinamica aziendale. Connotazioni come capacità, intelligenza, creatività, determinazione ci richiamano direttamente l'esigenza di benessere: stare bene e dare salute; • essere parte attiva è strategico da parte dell'artigianato per avere un ruolo nel partecipare globalmente come soggetto sociale ai processi che devono determinare benessere. In questa logica la salute è una fondamentale infrastruttura che genera i fenomeni di sviluppo socio-economico, solo apparentemente "fuori cancello". (*)Presidente Confartigianato Dunque, è un campo non circoscritto al mondo della medicina in senso tradizionale che, 7 esclusi gli addetti "in camice", vedrebbe tutti passivi e possibilmente pazienti, soprattutto… "pazienti". Fare buone leggi, fare prevenzione ed educazione sanitaria, assicurare l'igiene pubblica o una efficace organizzazione sanitaria, disporre di una rete di servizi da consultare, da usare, tutto ciò riguarda molto da vicino l'artigiano, la sua famiglia, la sua impresa: come ogni cittadino, ma con un "corpo" in più da mantenere sano, cioè la propria impresa. Ecco perché una organizzazione come la Confartigianato tra i suoi "orizzonti" di rappresentanza pone anche il produrre salute di qualità: vogliamo infatti che la nostra rappresentanza non si chiuda nel portare gli interessi degli artigiani ad un confronto con le controparti politiche o sindacali intorno ad un tavolo di trattative (sarebbe alla lunga un percorso mediocre e forse a vicolo cieco). Ha certamente più futuro una rappresentanza che metta insieme imprese per avere servizi qualificati, per costruire un ambiente favorevole allo sviluppo complessivo, per disporre di una tecnologia avanzata non solo nella propria azienda, ma anche in quella rete di servizi che tanto viene dichiarata, ma che si fa fatica a vedere. Se vale la vecchia regola che prima di tutto bisogna conoscere, allora sentiamoci convinti che la "cosa" ci riguarda: entriamo allora nel nostro sistema sanità per conoscerlo, valutarlo, usarlo, migliorarlo. 8 a tempo come Associazione coltiviamo il "terreno sanità" con la speranza di superare la posizione di semplici spettatori - magari scontenti e amareggiati - delle scelte di politica sanitaria. D E' quindi con grande soddisfazione che partecipiamo ad un percorso importantissimo che la Confartigianato con l'ANAP traccia per porre al centro il valore salute. PRESENTAZIONE WALTER CORSI (*) Per i pensionati artigiani questo "fatto" è certamente di fondamentale interesse perché, dopo una vita spesa nel lavoro per il proprio benessere e per quello della nostra società, troppo spesso invece che raccoglierne i frutti si subisce una pensione indegna e si avverte nel modo più penoso e preoccupante il problema salute con servizi inefficienti, con trattamenti poco rispettosi della dignità e dei bisogni di persone già gravate di per sé dagli anni. Inizia con questo "quaderno", dunque, un percorso segnato da un ambizioso progetto che vuole da un lato spingere perché le scelte che in sanità fa il nostro Paese siano serie, efficaci, e dall'altra essere attenti ai servizi (o disservizi) di ogni giorno affinché ciascun artigiano pensionato, ma in definitiva ogni cittadino, veda concretamente rispettato il suo diritto alla salute. (*) Presidente ANAP 9 uando un ordinamento giuridico si appresta ad una riforma significa che è necessario rivedere in modo strutturale un'area d'intervento legislativo di vasta dimensione e di delicata complessità (scuola, giustizia, sanità, ordine pubblico ecc…). Una riforma tende a raccordare nel modo più adeguato e coerente i principi costituzionali con la relativa traduzione legislativa ed esecutiva, raccordo che non è solo giuridico e formale, ma anche e soprattutto di risposta alla evoluzione dei bisogni e delle relative possibilità di soluzione. Tale evoluzione è, in una società dinamica come la nostra, di una velocità talvolta addirittura violenta al punto che idee poco chiare, ritardi, errori possono risultare di gravissima entità per quelle aree "sotto riforma". La sanità è certamente un campo soggetto a rapidi e forti cambiamenti in tutti i Paesi industrializzati perché: • la medicina è come scienza soggetta a continue innovazioni • la salute coinvolge tutti e tutto, dall'ambiente alle persone • è facile riconoscere i principi sul diritto alla salute, ma è ben più difficile metterlo in pratica bene e con efficacia. E' sufficiente una rapida riflessione su quanto è cresciuta la speranza di vita in questi ultimi decenni per capire quanto sia importante essere "attivi" nel processo di costruzione del nostro benessere. Q UNA SANITÀ SEMPRE SOTTO I FERRI DELLE RIFORME: SINTESI NORMATIVA DAL 1978 AL 2000 10 La nostra Costituzione al riguardo dedica direttamente in esclusiva un articolo alla Sanità, così formulato: Art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. C'è un altro riferimento costituzionale di diretta rilevanza: Art. 38: "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento ed all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione ed all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera". Va anche richiamata la "Dichiarazione" adottata dalla comunità della Sanità Mondiale nella cinquantunesima Assemblea Mondiale della Sanità (maggio 1998): "… uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano è quello di godere del massimo livello ottenibile di salute; nel dichiarare ciò sosteniamo la dignità ed il valore di ogni persona, nonché uguali diritti, doveri e responsabilità condivise da parte di tutti nei confronti della salute. Noi siamo consapevoli che il miglioramento della salute e del benessere della gente è l'obiettivo finale dello sviluppo economico e sociale". 11 Se dunque dal punto di vista normativo, come detto, una riforma rappresenta una revisione strutturale dei ruoli, dell'organizzazione, delle regole fondamentali di un servizio per adeguare sempre più la realtà ai principi, dal punto di vista pratico si è reso necessario in Italia, sotto la pressione dei debiti mutualistici degli anni attorno al 1970, rivedere tutto l'assetto della nostra sanità, ripartendo dalle questioni di fondo (quale sanità, quale assistenza dare, a quale prezzo, chi la governa … ?) fino agli aspetti amministrativi, organizzativi, operativi. Va ricordato che il nostro sistema sanitario era caratterizzato dalla presenza di molti Enti: ciascuno per sua competenza svolgeva funzioni senza un effettivo coordinamento, con molta frammentarietà, poca attenzione alla prevenzione. Sul piano istituzionale organizzativo era disattesa la competenza regionale in materia sanitaria come prevista invece dalla Costituzione: art. 117: "La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello stato, sempre che le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre Regioni: (omissis) beneficenza pubblica ed assistenza sanitaria ed ospedaliera; (omissis) " Dunque, dopo tormentati anni di proroghe, di leggi-tampone, di infinite discussioni, la nostra Repubblica giunge alla fine del 1978 ad una definizione riorganizzativa della Sanità iniziando così un nuovo corso per il "bene salute". Prima però di mettere in evidenza gli aspetti fondamentali delle nostre ultime riforme osserviamo dal solo punto di vista cronologico le tappe fondamentali che hanno caratterizzato il "percorso sanità" in Italia. 1806 1888/89 1907 1934 Regolamento Napoleonico che struttura una legislazione sanitaria (igiene pubblica) nel territorio Tutela dell'igiene e la sanità pubblica (legge 5849) R.D. 1.8.1907 n. 603 Primo testo unico di legge sanitaria Testo unico leggi sanitarie (R.D. 27.7.1934 n.1265) Corpo di disposizioni che ha determinato, sino alla riforma del 1978, l'ordinamento dello Stato italiano nel settore della sanità 1947 Alto Commissario per l'igiene e la sanità pubblica 1948 Costituzione (art. 32) 1958 Legge 13.3.1958 n.296 Viene istituito il Ministero della Sanità 1968/69 Riforma ospedaliera Legge 12.2.1968 n.132, istituisce l'Ente Ospedaliero quale Ente preordinato istituzionalmente al ricovero e alla cura degli infermi. Pone il principio di garantire ai cittadini livelli uniformi di assistenza ospedaliera. D.P.R. 27. 3.1969 n.128 - 129 130 di attuazione della L. 132 1972 Competenze dello Stato alle Regioni (D.P.R. 14.1.1972 n. 4) 1974/77 L. 17.8.1974 n.386 Estinzione enti mutualistici L. 29.6.1977 n.349 di trasferimento alle Regioni delle funzioni già esercitate dagli enti mutualistici 12 1978 1980 1982 1991 1992 1992 1993 1998 1999 Istituzione Servizio Sanitario Nazionale (L. 23.12.1978 n.833) ➤ Dalla cura alla tutela della salute ➤ Da tanti soggetti ad un unico responsabile della tutela della salute in precisi ambiti territoriali (ULS) ➤ Dallo spontaneismo alla definizione di programmi e di livelli di assistenza con piani nazionali e regionali ➤ Dallo Stato alle Regioni Riforma psichiatrica (L e g g e 1 3 . 5 . 1 9 7 8 n . 1 8 0 nota come "Basaglia") ➤ equipara la malattia mentale alla malattia comune ➤ vengono soppressi i manicomi ed istituiti i servizi psichiatrici L. 26.4.1982 n. 181 (Finanziaria per il 1982) ➤ "inaugura" la partecipazione degli utenti alla spesa sanitaria attraverso i tickets L. 4.4.1991 n.111 (gestione transitoria delle unità sanitarie locali) ➤ abolisce i comitati di gestione delle ULS ➤ inaugura la gestione monocratica delle unità locali sanitarie attraverso la nomina regionale di amministratori straordinari Legge 23.10.1992, n. 421 (art.1 linee di riordino della sanità) Riforma delle Unità Sanitarie Locali (D. Lgs. 30.12.1992 n.502 e D. Lgs. 7.12.1993 n.517) ➤ dalla politica alla managerialità ➤ dai ruoli alla responsabilità ➤ dalla burocrazia alla efficacia ➤ dai pagamenti a piè di lista al budget, al pareggio di bilancio D. Lgs. 3.2.1992 n. 29 Riforma del pubblico impiego Legge 30.11.1998 n. 419 Linee per la 3^ riforma sanitaria D. Lgs. 19.6.1999 n. 229 Norme razionalizzazione S.S.N. 2000 D. Lgs. 2..3.2000 n. 49 con termine di opzione per il rapporto esclusivo (libera professione intramoenia) dei dirigenti sanitari . 1. La prima riforma: legge 23 dicembre 1978, n. 833 Con questa legge lo Stato: - istituisce il Servizio Sanitario Nazionale che in modo unitario è responsabile dell'assistenza su tutto il territorhŒànazionale; - introduce una rete di Unità Sanitarie Locali che assumono tutte le funzioni sanitarie nel territorio di competenza; - stabilisce che l'intervento sanitario va assicurato in tutte le sue quattro fasi: prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione; - adotta due strumenti fondamentali per assicurare, con equità, su tutto il territorio nazionale l'assistenza sanitaria: il Piano Sanitario e il Fondo Sanitario; - prevede il decentramento delle funzioni alle Regioni, ed in tal senso si pone come legge quadro; - al governo delle Unità Sanitarie Locali pone degli organi di elezione indiretta da parte dei Comuni; - indica dal punto di vista organizzativo le strutture fondamentali di cui deve essere dotata ogni Unità Sanitaria: Ospedale, Distretto Sanitario, Area di Prevenzione e Medicina sociale, Area di Medicina curativa, farmaceutica e veterinaria. Possiamo così riassumere i fondamentali principi ispiratori della riforma sanitaria del 1978: ❑ LaLatutela dirittoalla allasalute salute (art.32 tutela del del diritto (art.32 Cost.) Cost.) compete allo Stato compete allo Stato cessa la distinzione tra enti assicuratori ed enti erogatori del sistema mutualistico. Tutte le funzioni sono ricondotte allo Stato, unico garante del diritto alla salute. I compiti sono distribuiti a livello centrale e decentrato (Regioni-Province-Comuni) 13 Uguaglianza dei dei cittadini cittadini ed ed uniformità uniformità ❑ Uguaglianza delle prestazioni delle prestazioni tutti i cittadini hanno diritto ad usufruire delle medesime prestazioni, indipendentemente dall'attività svolta o dalla condizione sociale, in ottemperanza al principio di uguaglianza sostanziale sancito dall'art. 3 della Costituzione. Globalità ed organicità ❑ Globalità organicità degli degliinterventi interventi il Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare la tutela della salute globalmente intesa in ogni ambito di vita e di lavoro, garantendo così sia la prevenzione, che la cura e la riabilitazione , con particolare attenzione alla realtà degli ambienti di lavoro, alla scuola, agli anziani, alla salute mentale. Viene dunque superata la concezione mutualistica di tutela della salute, che assicurava solo la cura degli eventi morbosi. Dal punto di vista operativo gli aspetti fondamentali di questa riforma risultano: - il riferimento di tutta l'attività sanitaria ad un unico soggetto responsabile e ciò ai tre diversi livelli (nazionale, regionale e locale) - una concezione unitaria dell'intervento sanitario dalla prevenzione alla riabilitazione -l'introduzione di due fondamentali strumenti di pianificazione per poter così creare le condizioni per rendere equamente omogenee in tutto il territorio nazionale l'assistenza: il Piano Sanitario ed il Fondo Sanitario - l'avvicinamento della programmazione ai cittadini attraverso un ruolo attivo di ogni Regione Ma questa riforma ha anche stentato a decollare, anzi in molte "espressioni" è fallita perché: ➢ è frequente nel nostro ordinamento fare "belle leggi" però poi si trascura o addirittura si ostacola la esecuzione e il rispetto dei vincoli: su queste riforme si sono visti infinite modalità di attuazione o di omissione ➢ è una legge-quadro che per essere pienamente "operativa" richiedeva oltre 150 provve- ➢ dimenti del Governo, di Ministri, delle Regioni, con una architettura normativa al limite della sostenibilità: infatti ci sono stati innumerevoli cedimenti! ➢ è difficile remare insieme e dalla stessa parte quando si tratta di innovare la Pubblica Amministrazione ➢ spesso nella sanità gli interessi economici e corporativi si antepongono ai valori, alla stessa professionalità, al servizio ➢ la gestione delle Unità Sanitarie Locali è ancora troppo condizionata da una ambigua politica poco orientata a fare scelte di programmazione coerenti ed efficaci ➢ la mentalità che pone sempre al centro l'ospedale è rimasta fortemente radicata e quindi di ostacolo ad una medicina più aperta ai servizi territoriali: salvare gli ospedali , anche se privi di sicurezza, è stato un proclama costante, appassionato e strumentalizzato verso questioni politiche locali ed interessi diffusi, come se fossero più importanti i muri delle persone cui garantire qualità e affidabilità clinica ➢ l'attuazione della legge è stata effettuata senza un efficace controllo della spesa pubblica con un finanziamento che nella sostanza si è svolto "a piè di lista", anche per la mancanza di un piano sanitario nazionale che definisse i livelli uniformi di assistenza, cui agganciare la spesa. Si giunge così, tra "cose" nuove e vecchie, alla decisione di varare una nuova riforma nel clima generale di revisione della Pubblica Amministrazione, a coincidere con una pesante crisi economica, con "tangentopoli" trasversale e nello sbandamento dei partiti tradizionali. E' la riforma della cosiddetta aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali, sintesi espressiva di un tentativo di far funzionare queste grandi "organizzazioni" come fossero aziende, all'insegna dunque dell'efficacia ("prodotti" validi, di qualità) e dell'efficienza (rapporto corretto ed equilibrato tra costi e benefici). 14 Si tratta del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 adottato in attuazione della legge di riordino 23 ottobre 1992, n. 421. Quali le finalità della legge 421/91, con cui il Parlamento delegava il Governo a riordinare, tra l'altro, la sanità pubblica? • il contenimento della spesa, pur nel rispetto della tutela del diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione • una migliore efficienza del servizio • un ottimale utilizzo delle risorse I meccanismi innovativi si possono così sintetizzare: ➢ introduzione di un sistema di finanziamento delle strutture sanitarie per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera in base alle prestazioni erogate, pagate secondo tariffe pre-definite. Non più dunque in base alle giornate di presenza ma al tipo di patologia-ricovero; ➢ aziendalizzazione delle strutture sanitarie con l'obiettivo di assicurare l'efficacia dei servizi e delle prestazioni a costi congrui, coerenti e sostenibili; ➢ ruolo fondamentale delle Regioni nel funzionamento del sistema sanitario; ➢ introduzione del sistema di accreditamento per rendere oggettiva e misurabile la garanzia sulla affidabilità e sulla qualità di ogni struttura sanitaria sia pubblica che privata nonché delle conseguenti prestazioni erogate; ➢ disponibilità a favorire la concorrenza fra strutture pubbliche e private sostenuta attraverso il riconoscimento del principio di libera scelta del cittadino-utente; ➢ istituzione della "figura" del Direttore Generale (assunto con rapporto di diritto privato con il ruolo precedentemente riconosciuto al Comitato di Gestione) che è direttamente responsabile della gestione e dei risultati della Azienda USL. Con lui collaborano per le scelte strategiche un Direttore Sanitario e un Direttore Amministrativo di propria nomina; ➢ adozione sistematica di metodi di revisione e verifica della qualità e quantità delle prestazioni. Riassumendo, i tratti salienti della "Riforma della riforma" sono: ❑ la REGIONALIZZAZIONE del sistema sanitario Le Regioni esercitano le funzioni legislative e amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera, come previsto dalla Costituzione. Alle stesse compete la determinazione dei principi sull'organizzazione dei servizi e sulle attività destinate alla tutela della salute, nonché le funzioni di programmazione, indirizzo e controllo dell'attività delle aziende uls. Quali poteri conserva allora lo Stato centrale in materia di sanità? ➢ la titolarità di indicare i principi fondamentali cui devono attenersi le Regioni in materia di sanità, attraverso specifiche leggi quadro ➢ l'adozione del Piano Sanitario Nazionale ➢ il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e la sua ripartizione tra le Regioni ❑ l'AZIENDALIZZAZIONE delle unità locali sanitarie, accompagnata dalla previsione di vincoli economici per la verifica dei risultati conseguiti (pareggio di bilancio, controllo di gestione, contabilità economico-patrimoniale). Le "nuove" ULS mutano giuridicamente pelle: da strutture operative dei Comuni (così le definiva, in modo infelice, la L. 833/78) diventano azienda dotata di personalità giuridica pubblica, con autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica. Il loro bacino territoriale, la cui individuazione compete alla Regione, dovrà di norma, ma non tassativamente, coincidere con quello della Provincia. Per sommi capi, le prestazioni ed i servizi che le unità locali sanitarie riformate devono assi- 15 curare ai cittadini sono invece rimasti quelli già contemplati dalla Legge 833. Ciò che cambia non sono gli obiettivi del Servizio sanitario, ma le azioni e gli strumenti attraverso cui cercare di raggiungerli. Qual è il ruolo assunto dai Comuni nella sanità riformata dal decreto 502? Sicuramente ridotto sotto il profilo della gestione delle strutture e dei servizi sanitari, alla quale non prendono più alcuna parte. Il decreto 502 affida ai Comuni sostanzialmente una funzione meramente consultiva, riconoscendo loro la possibilità di rimettere al direttore generale dell'azienda sanitaria nonché alla Regione valutazioni e proposte. Questa riforma che in parte supera ma anche conferma o integra quella del 1978 decolla più rapidamente della prima trascinandosi però spesso le "solite" contraddizioni tra buone intenzioni e fatti, tra impegni di verifica ed omissioni, tra una politica che si dichiara fuori ma poi ha il teatrino dietro le quinte. Va comunque riconosciuto che importanti processi verso la qualità delle prestazioni e dei servizi sanitari, verso la razionalizzazione delle gestioni economiche ed innovativi modelli organizzativi si sono anche diffusi. Ma non abbastanza per evitare la tentazione di una ulteriore riforma, tentazione tradottasi dopo enormi difficoltà politiche e corporative nel Decreto Legislativo 19 giugno 1999, n. 229 noto come Riforme Ter o Riforma Bindi, più tecnicamente definito "Norme per la razionalizzazione del Servizio Nazionale" emanato dal Governo in attuazione della legge delega 30.11.1998 n. 419. Tale legge affida al Governo, tra gli altri, i compiti di: 1. modificare i contenuti del decreto 502 2. emanare un Testo unico delle leggi concernenti l'organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale. Mentre il Governo non ha ancora provveduto al compito di raggruppare in un unico corpo normativo la copiosa legislazione sanitaria, ha invece, come ricordato, emanato il Decreto n. 229/99, di modifica del D.Lgs. n. 502/92, in funzione dei seguenti, fondamentali obiettivi posti dalla Legge di delega: • perseguire la piena realizzazione del diritto alla salute • completare il processo di regionalizzazione e verificare e completare il processo di aziendalizzazione delle strutture del Servizio sanitario nazionale; • regolare la collaborazione tra i soggetti pubblici e tra i soggetti pubblici interessati ed i soggetti privati, al fine del raggiungimento degli obiettivi di salute determinati dalla programmazione sanitaria; • garantire la libertà di scelta da parte dell'assistito nei confronti delle strutture e dei professionisti accreditati e con i quali il S.S.N. intrattenga appositi rapporti; • realizzare la partecipazione dei cittadini e degli operatori sanitari alla programmazione ed alla valutazione dei servizi sanitari; • potenziare il ruolo dei comuni nei procedimenti di programmazione sanitaria e sociosanitaria a livello regionale e locale, pur restando gli stessi esclusi da funzioni e responsabilità di gestione diretta del Servizio sanitario nazionale; • pervenire ad una effettiva integrazione a livello distrettuale dei servizi sanitari con quelli sociali, assicurando livelli uniformi delle prestazioni socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria; • prevedere le modalità per pervenire all'esclusività del rapporto di lavoro della dirigenza sanitaria; • ridefinire il ruolo del Piano sanitario nazionale, nel quale sono individuati gli obiettivi di salute, i livelli uniformi ed essenziali di assistenza e le prestazioni efficaci ed appropriate da garantire a tutti i cittadini a carico del Fondo sanitario nazionale; • potenziare il ruolo dei distretti e, all'interno di essi, dei medici di medicina generale; • riordinare le forme integrative di assistenza sanitaria; 16 • rafforzare la partecipazione delle formazioni sociali esistenti sul territorio e dei cittadini alla programmazione ed alla valutazione della attività delle aziende sanitarie; • definire un modello di accreditamento rispondente agli indirizzi del Piano sanitario nazionale; Quali sono dunque le novità dell'ultima riforma ? • valorizzazione e completamento del processo di regionalizzazione del sistema e di aziendalizzazione delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN): si affidano nuove competenze alla Regione, tra le quali la disciplina della Conferenza per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, composta dai sindaci; l'azienda sanitaria è dotata di autonomia imprenditoriale e si deve autoregolare con un atto di diritto privato, l'atto aziendale • conferma dell'importanza del SSN come "strumento attraverso cui l'ordinamento svolge il compito costituzionale di tutela della salute" (restano immutati i principi fondamentali della legge 833, quali l'uguaglianza dei cittadini nei confronti del S.S.N., l'equità, la globalità degli interventi, ecc.) • forte rilievo agli aspetti di valutazione e promozione della qualità dell'assistenza, rispetto ai quali viene sottolineata l'importanza dell'attività formativa degli operatori e di controllo e verifica dell'appropriatezza delle prestazioni • potenziamento del ruolo del Comune con riferimento alle attività di programmazione socio-sanitaria e sanitaria sia a livello regionale che locale, senza alcuna responsabilità di gestione diretta del SSN • ridefinizione della disciplina della dirigenza sanitaria (ruolo unico ed esclusività del rapporto di lavoro) • riconduzione della ricerca scientifica in materia sanitaria agli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale (PSN) • attenzione alla spesa insieme ad una maggior attenzione alla qualificazione e umanizzazione del Servizio Sanitario Nazio- nale • superamento della tradizionale distinzione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale; istituzione di un'area delle professioni socio sanitarie; definizione delle diverse prestazioni: sanitarie a rilevanza sociale, sociali a rilevanza sanitaria, socio sanitarie ad elevata integrazione sanitaria • centralità del ruolo sanitario del Distretto di Base, unitamente ad un maggior coinvolgimento nelle sue attività dei medici di medicina generale Oggi questa riforma è nuovamente in una fase di revisione per cui già si sta prospettando la "Quater". 17 a questo rapido volo ricognitivo sulle riforme che negli ultimi venti anni hanno caratterizzato il Servizio Sanitario in Italia è importante trarre alcuni elementi di considerazione e di valutazione per cercare di capire e di intervenire perché il futuro apporti più alti indici di gradimento nella gestione del "bene salute". Vediamo allora, per appunti, di evidenziare come elementi di riflessione, più che di giudizio, le "cose" più significative di questo percorso della Sanità: • Non c'è prezzo pur di mantenere, recuperare la salute: in realtà l'affermazione va riportata nel giusto contesto di un ordinamento giuridico e di una scienza Dunque, il valore salute va prima di tutto riconosciuto e tutelato dallo Stato come impone l'art. 32 della Costituzione. • In Italia questo valore è sempre stato dichiarato ma le risposte concrete hanno frequentemente sostato tra paludi malsane • Tre riforme in venti anni sono il "segno" di una grande difficoltà a segnare un percorso credibile, chiaro, efficace • Trasversale è la questione della Pubblica Amministrazione diffusamente incapace di darsi regole che siano davvero a servizio dei cittadini e non già degli operatori! • Pensiamo agli orari degli sportelli, quasi sempre chiusi verso il tardo pomeriggio o il sabato mattino ( e in Italia non sono tutti pensionati…..), alle lettere-necrologio con cui- nel 2000 si raggiungono - e non importa se con buone o cattive notizie - i cittadini, all'iter burocratico, alle interpretazioni sempre "contro"…. • Nella sanità poi la dipendenza del cittadino è assoluta, a volte penosa…. e non a caso viene ancora classificato come "paziente"! Liste d'attesa da agende biennali, medici di medicina generale (ex di famiglia) sempre assediati da propagandisti farmaceutici con la cosiddetta "gente" fuori, tempi di visita con il cronometro, segreterie telefoniche, pronti soccorsi intasatissimi. E quando va bene (e fortunatamente la casistica è numerosa) sembra un dono! D OSSERVAZIONI A METÀ STRADA TRA LA COSTITUZIONE E LA REALTÀ DEI SERVIZI 18 • La burocrazia è sempre in agguato e gli slalom tra ticket, non chiare esenzioni, tariffe, code "da mutua" (lunga) o da pagante (breve), tutto s'intreccia in un clima a volte delirante. • La medicina offre il fianco ad un "consumo" che va a pesare sullo stile di vita di persone: e di educazione sanitaria rimane al massimo il desiderio. D'altra parte è imbarazzante per lo Stato proclamare prevenzione quando, ad esempio, sul tabacco sviluppa un importante e significativa speculazione economica. Ma dove si è fatto "qualcosa" i risultati non mancano perché davvero la migliore medicina è prevenire. • Un testo interessante è ancora l'attuale Piano Sanitario 1998-2000 "Un patto di solidarietà per la salute". Vale la pena di considerare questo Patto la piattaforma di un modo corretto nei contenuti e nel metodo per costruire una organizzazione sanitaria che costantemente tuteli la salute sia individuale che collettiva proprio perché: ➢ privilegia la prevenzione ➢ individua gli stili di vita che favoriscono il benessere della persona e della società ➢ configura le aree a maggiore rischio di patologie diffuse indicando quindi la direzione di sforzi organizzativi ed economici per affrontarle ➢ collega le problematiche dell'ambiente a quelle della salute ➢ pone l'attenzione, oltre che sugli infortuni da lavoro, su quelli domestici. Ma anche questo "Patto" rischia di essere un insieme di enunciazioni e sempre più disperata è la ricerca di traduttori: basta cambiare Ministro, Direttori Generali, Decreti e così via per ritenersi assolti dall'impegno delle scadenze e restare così ancorati a vecchi ed inefficaci schemi. Forse proprio in questa tensione va riconosciuto il prossimo impegno: una partita a scacchi non si svolge cambiando continuamente le regole. È pur vero che non siamo nell'accademico o nel ludico, ma può la metafora porsi come modello, tanto più che l'Italia ha ancora un grande valore che sarebbe un peccato disperdere: quello di un sistema sanitario aperto, aperto a tutti e responsabilizzato direttamente sulla Repubblica, come vuole la Costituzione. L'area dunque su cui si deve intervenire è proprio quella esecutiva, quella delle modalità attuative, quella della cultura di servizio che deve essere ben più attenta al cittadino piuttosto che agli interessi di chi della sanità tende a "fare solo bottega". 19 rima di elaborare delle proposte per un miglioramento della politica sanitaria in Italia riteniamo utile, ma anche doveroso, guardare la realtà anche attraverso dati, numeri, confronti per disporre di elementi - pur di sintesi - quale piattaforma oggettiva di riferimento: accompagniamo qualche "tabella" con semplicissime note di valutazione per favorire una lettura delle stesse facendo presente che la loro "selezione" non è certamente ideologica, ma viene inserita all'interno di un percorso idoneo per misurare nei dati più significativi gli "effetti" o le "premesse" dell'attuale sistema sanitario. I confronti poi con altri Paesi non c'interessano per fornire graduatorie in stile sportivo ma per capire "come va il mondo" su questo campo e per porre, quando serve, modelli di riferimento e stimolare così processi di miglioramento della nostra qualità. Vediamo per tappe il nostro percorso: P GUARDIAMO ATTENTAMENTE ALCUNI NUMERI DELLA NOSTRA SANITÀ . POPOLAZIONE La popolazione è al centro di ogni considerazione e valutazione soprattutto nel campo della salute: l'obiettivo fondamentale di un sistema sanitario è infatti quello di dare alla propria gente un efficace servizio e per poter soddisfare questo primo obiettivo è prioritario "avere i numeri" della popolazione, che qui vediamo pur in una veloce panoramica: Come si può subito riscontrare la popolazione in un secolo (1861-1961) è più che raddoppiata nonostante rilevanti fenomeni di emigrazione all'estero, mentre negli ultimi qua- 20 rant'anni la crescita è contenuta come si sta registrando in tutti i paesi a forte tasso di industrializzazione. E' anche significativo lo "spostamento" in trent'anni dalla campagna alla città. abitanti urbana rurale 1951 47.515.537 52% 48% 1981 56.556.911 64% 36% Ma come è "distribuita" per età la popolazione? Il dato è importantissimo per il campo salute perché la maggiore fragilità e quindi il bisogno di assistenza è proprio nei primi anni di vita e in quelli che indicativamente superano i 65 anni. Fonte ISTAT, gennaio 2001 Crescita, dunque, pari al 12% nell'area urbana a diretto discapito di quella rurale con una mappatura conseguente di servizi e di infrastrutture, comprese quelle sanitarie, in grande evoluzione. Guardando, dunque, alla popolazione con più di 65 anni constatiamo che se nel 1911 rappresentava il 6,39% di quella totale nel 2000 ha 21 raggiunto il 17,68%, con una proiezione destinata a crescere con grande rapidità. E' inequivocabile allora l'invecchiamento della popolazione e dunque si prospettano, soprattutto considerando strutturale questa "composizione" distributiva e quindi con una evoluzione sulle di- rettrici già riscontrate, enormi problemi assistenziali oltre che economici per il Paese: è la famosa questione Welfare, grande appuntamento e sfida dei prossimi anni. Osservando altri dati le nostre considerazioni possono porre ulteriori rilevanti aspetti L'Italia è un Paese articolato con realtà diversificate fortemente in tre aree: uno dei compiti della pianificazione sanitaria è tenerne conto ma anche garantire equità nella distribuzione dei servizi. 22 Altro aspetto che sta caratterizzando questi ultimi anni è dato dal movimento migratorio: Osservando poi solo gli ultimi decenni (perché se andassimo ulteriormente indietro registreremmo valori incredibili) la speranza di vita ha dinamiche di enorme interesse: Speranza di vita alla nascita Anni 1961 - 1997 Femmine 1961 72,3 1971 74,9 1981 77,8 1991 80,2 1996 81,2 1997 81,3 Maschi 67,2 69 71,1 73,6 74,8 74,9 Ciò significa che la qualità di vita sotto il profilo igienico- sanitario ha subito straordinari benefici: naturalmente questo "evento", frutto di uno sviluppo socio-economico sempre più avanzato e tecnologico, pone altri problemi sul fronte socio - assistenziale che, come già detto, vanno affrontati con un'adeguata programmazione e con strutturali interventi. Sotto il profilo della occupazione questa è, per estrema sintesi, l'evoluzione degli ultimi anni: 23 Tasso di disoccupazione per sesso e area geografica Anno 1999 Fonte ISTAT, gennaio 2001 La disoccupazione purtroppo è ancora un fenomeno da sottolineare, soprattutto con riguardo al pesantissimo squilibrio Nord/Sud: naturalmente pesa anche sulla salute quando viene intesa nella sua accezione più ampia ma anche più vera e cioè come stato di benessere. Infatti, per sé stessa la disoccupazione è malessere. . CAUSE MORTALITÀ La morte è purtroppo la "soglia finale" dell'in- tervento sanitario e dunque un sistema sanitario efficace deve creare le condizioni perché questa "soglia" si ponga solo quando natura, tecnologia ed assistenza sono prive di possibilità umane. Conoscere sul piano generale quali sono le cause di morte e come queste nel tempo si modificano è importante per orientare gli investimenti di ricerca e d'intervento. Vediamo alcuni dati: Morti per grandi gruppi di cause (valori assoluti) 24 Ma oltre a questi dati di natura fisiologica (anche se constatare che in meno di 15 anni i tumori sono cresciuti del 6% come componente di morte deve far pensare …) è da mettere in evidenza anche la mortalità determinata da incidenti Domestici … come noto in Italia è certamente elevato: Numero Medici ANNO 1999 (Stima) Persone colpite Incidenti n° 3.048.000 (=5,3%popolazione Italia) n° 3.672.000 Su questo campo educazione sanitaria, promozione, organizzazione sono le vere efficaci "medicine" per ridurre i fattori di rischio da cui derivano morti ed invalidità gravissime. . RISORSE DEL SISTEMA SANITARIO Vediamo allora alcuni significativi dati per "misurare" le risorse che il Servizio Sanitario Nazionale ha complessivamente a disposizione anche se sono "numeri" in costante e spesso rilevante modificazione. Il primo riferimento è il numero di Medici che Italia Iscritti Nord Centro Sud Isole Totale 135.250 80.690 70.957 40.706 327.603 Fonte: FnomCeO 2000 di cui Medici di medicina generale e Pediatri di base - Anno 1997 MMG x100.000 ab. Pediatri di base x 100.000 ab. NORD 8,29 8,26 CENTRO 8,97 9,35 SUD 7,87 6,95 TOTALE 8,26 7,85 Fonte: Elaborazioni ISTAT su dati del Ministero della Sanità 25 E' interessante però rilevare anche la "distribuzione" per Regione dei medici e del loro rapporto con la popolazione: Fonte "De Sanitate " Settembre-Ottobre 1998 Già questi semplici numeri indicano una situazione di squilibrio nei rapporti di assistenza nel "Paese Italia" che possono essere affrontati solo con una coraggiosa e coerente programmazione e con conseguenti verifiche. Ma questi numeri vanno approfonditi attraver- so altri dati che mettono in campo il complessivo mondo delle risorse umane, cioè di tutti quegli operatori sanitari che hanno scelto una professione orientata a realizzare giorno per giorno la tutela della salute nel nostro Paese: 26 Dal punto di vista strutturale prevale ancora la concezione ospedalecentrico (sanità = ospedale) ed è comunque evidente che l'attività ospedaliera sia un riferimento di forte rilievo. Vediamo alcuni dati: 27 E' interessante osservare se e quanto si investa in "grandi" apparecchiature diagnostiche e questi semplici "numeri" ci possono già dare delle risposte. 28 Ma è anche importante rilevare se ci sia o meno rinnovo nel "parco macchine" come dato per misurare da un lato l'affidabilità clinico-tecnologica e dall'altra la tendenza degli investimenti. Questa "rappresentazione grafica" da sola fa intravedere la necessità di garantire investimenti in tecnologia non solo verso "frontiere" nuove ma anche sostituendo le attrezzature cosiddette tradizionali, cui sono affidati comunque funzioni fondamentali ed insostituibili. . SPESA SANITARIA Vediamo ora quanto spende il nostro Paese per la tutela della salute: è un dato (complesso, articolato, sempre discusso) che non è semplicemente di bilancio in senso ragionieristico, ma è anche l'indicatore macro del "valore" di cui beneficia la salute. 29 30 La spesa globale va "vista" nei suoi valori fondamentali per singola Regione avendo come parametro da osservare con particolare attenzione quello della spesa pro capite: 31 Ma accanto ai grandi numeri del Paese è interessante vedere quanto mediamente costano ( e come si distribuiscono) per la singola famiglia i servizi sanitari. . LA MAPPA Spesa media mensile sostenuta dalle famiglie per l'acuisto di beni e servizi sanitari nel 1999 32 Altra considerazione da porre è il rapporto tra spesa sanitaria pubblica e privata, rapporto che percentualmente negli ultimi anni sta segnando un rilevante incremento di quella privata. . CHI PAGA Tra le voci più importanti della spesa sanitaria si colloca quella farmaceutica particolarmente cresciuta nella "fonte" privata. 33 . CONFRONTI E' giusto confrontarsi anche con altri Paesi non tanto per fare graduatorie quanto per cogliere tendenze, differenze, risultati: non sono i numeri che possono da soli fare da "percorso" ma rappresentano dei punti di appoggio per capire se siamo sulla buona strada, se le risorse sono ben distribuite, quali opportunità si possono cogliere. La globalizzazione, poi, da un lato e la nuova Europa rendono i confronti sempre meno accademici e sempre più di vincolo. Vediamo alcuni significativi dati: 34 Il rapporto con il PIL (Prodotto Interno Lordo) è fondamentale per cogliere quanto un Paese investa/spenda nel valore salute. E' chiaro che il dato è parziale se poi non si valutano i contenuti di quel "peso" soprattutto rispetto ai margini di manovra sugli sprechi o i disservizi. Guardando poi i dati in evoluzione è importante approfondire il rapporto intervento pubblico / intervento privato: Come si può ben vedere dai dati nel nostro Paese c'è una forte tendenza a rivedere l'intervento pubblico, con un calo di natura strutturale. Ci siamo collocati ora al di sotto delle media UE. Altro "paragone" importante è la "presenza" dei medici 35 Da sempre è stata segnalata la nostra "punta" con problematiche alla fin fine di disoccupazione. Siamo comunque "in calo" nel rapporto come risulta dal seguente grafico: Un ultimo "confronto" quasi a sorteggio Quante risorse assorbono gli ospedali in Italia il 60% della spesa pubblica in Germania il 40% della spesa pubblica Quanto si spende per l'acquisto di nuove apparecchiature mediche in Italia 36.000 lire l'anno procapite in Germania 80.000 lire l'anno procapite Il confronto parla da solo! Un ultimo dato di riferimento è quanto "peso" abbia la ricerca in un Paese industrializzato: 36 . GIUDIZIO I dati, e quelli richiamati sono solo delle "espressioni" di un fenomeno quanto mai complesso ed enorme, favoriscono una lettura oggettiva della realtà. Ma alla fin fine quando si parla di servizi è essenziale il giudizio di chi li utilizza: ci sono certamente esperienze le più diverse, è forte la soggettività di impressioni, di atteggiamenti, ma un servizio è comunque sottoposto all' "indice di gradimento". Vediamo questo rapporto: Fonte: Eurisko, Rapporto 1996 Non volendo giudicare i giudizi … ! Vediamo altre valutazioni Fonte: Eobarometer survey 1998 37 Esprime quanto il Sistema sanitario trasforma la spesa sanitaria in aumenti di salute. Varia da un minimo di 0 a un massimo di 1. Fonte: Oms Health Report 2000 La capacità del sistema di soddisfare esigenze di rispetto della persona e orientamento al cittadino. Fonte: Oms Health Report 2000 38 Persone molto soddisfatte dei servizi ospedalieri (Anno 1998) quozienti per 100 persone 39 Dopo le riforme degli anni '90 U n n limite storico dell'azione amministrativa è stato (e, per molti versi, lo è ancora) quello di fare senza dar voce alla collettività, che non trova canali adeguati per esprimere le proprie esigenze, i propri bisogni. E' una frattura che, per far assumere centralità all'individuo, quale soggetto destinatario di un servizio pubblico di spiccato valore sociale quale quello sanitario, dovrebbe trovare soluzione soprattutto in termini propositivi e partecipativi, consentendogli, cioè, di indicare al sistema le prestazioni insufficienti se non scadenti. Il Decreto legislativo n. 502, sulla carta, si pone in controtendenza rispetto al suddetto, storico atteggiarsi della pubblica amministrazione nella gestione dei servizi, inclusi quelli sanitari. Introduce infatti nel sistema una disposizione (art. 14) che si ispira alla volontà di interloquire con l'opinione pubblica, che diventa veicolo di raccolta di informazioni utili per il costante miglioramento del servizio sanitario. Ma come, in concreto, si tutela il diritto dei cittadini a "partecipare" alle scelte delle istituzioni in tema di sanità? I diritti dei cittadini vengono anzitutto riconosciuti attraverso la predisposizione, da parte del Ministero della Sanità, di una serie di indicatori della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie: vi compaiono, a scorrere l'elenco approvato con D.M. 15.10.96, la possibilità di pagare il ticket all'interno del presidio ove viene erogata la prestazione, quella di prenotare le visite specialistiche attraverso il telefono e mediante un Centro Unificato di Prenotazione; ma ancora il numero di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta che hanno predisposto l'apertura dello studio dopo le ore 18,00, per almeno un'ora, il numero di medici di medicina generale che sono collegati telematicamente al Centro Unificato di Prenotazione e così via. Gli indicatori, dunque, dovrebbero consentire ai soggetti istituzionali di acquisire un quadro LA PARTECIPAZIONE DEL CITTADINO AL SERVIZIO SANITARIO 40 reale ed affidabile dello stato dell'arte, intervenendo sui servizi "deficitari", da ridisegnare a misura di utente. Ma gli indicatori di qualità non sono l'unico momento di dialogo tra enti erogatori di servizi e cittadini. Sempre l'art. 14 del Decreto legislativo n. 502 sottolinea come il diritto all'informazione sia principio cardine della corretta partecipazione del cittadino al servizio sanitario. In tal senso, le regioni vengono chiamate a promuovere consultazioni con i cittadini e le loro organizzazioni anche sindacali e, in particolare, con gli organismi di volontariato e di tutela dei diritti al fine di fornire e raccogliere informazioni sull'organizzazione dei servizi. Dunque, la partecipazione del cittadino vuole essere, nello spirito della norma, non solo momento di verifica della qualità dei servizi erogati, ma, in maniera più pregnante, programmatica dell'azione pubblica. Il Tavolo regionale può diventare allora il luogo di scambio reciproco sulla qualità dei servizi e comunque dibattito tra soggetto istituzionalmente investito della funzione di programma ed indirizzo sul territorio ed i cittadini e le loro organizzazioni. Attraverso le consultazioni tra Regione e cittadini o, per meglio dire, le organizzazioni rappresentative di quest'ultimi, si induce la riflessione sull'organizzazione dei servizi e sugli standards qualitativi raggiunti, cercando soluzioni e margini migliorativi anche con l'aiuto dei soggetti destinatari del sistema sanità. Nel solco di un avvicinamento delle istituzioni al cittadino-fruitore di servizi pubblici è poi la previsione che le singole aziende sanitarie debbano attivare un efficace sistema di informazione sulle prestazioni erogate, sulle tariffe, sulle modalità di accesso ai servizi. Inoltre le singole aziende sanitarie, per meglio orientare i cittadini a servirsi della sanità pubblica, devono provvedere ad individuare modalità di raccolta ed analisi dei disservizi, sempre in collaborazione con le organizzazioni rappresentative dei cittadini, con le organizza- zioni di volontariato e di tutela dei diritti. Tuttavia la norma commentata non si limita a disciplinare strumenti di partecipazione del cittadino, per così dire, preventiva e partecipativa, ma introduce dei rimedi che si propongono di risolvere a posteriori situazioni di risposta insoddisfacente da parte delle istituzioni pubbliche. Difatti, il direttore sanitario ed il dirigente sanitario debbono, su esplicita richiesta degli assistiti, adoperarsi per rimuovere i disservizi che incidono sulla qualità dell'assistenza. Ancora, il cittadino che si sia visto negare o limitare la fruibilità delle prestazioni di assistenza sanitaria può sporgere reclamo, anche attraverso i propri parenti ed affini o gli organismi di volontariato e di tutela dei diritti accreditati presso la regione, al direttore generale che deve provvedere in via amministrativa entro quindici giorni, sentito il direttore sanitario. Il reclamo può essere presentato su carta semplice e la relativa decisione non inficia il diritto dell'interessato a proporre ulteriori impugnative in via giurisdizionale. La norma, quindi, fa carico all'organo di vertice di assumersi la responsabilità di interloquire direttamente con l'utente per rendere conto dei disservizi della propria azienda, rinvigorendo la centralità assunta dal cittadino nell'architettura del Servizio sanitario riformato dai decreti legislativi degli anni '90. 41 l sistema artigianato, composto da oltre 1,3 milioni di imprese e da oltre 4 milioni di persone occupate e dalle loro famiglie, ha non solo diritto ma ha il dovere istituzionale e civico di proporre, dal proprio punto di vista, cosa si attende dalla sanità in Italia. I Tavola "I numeri dell'artigianato nazionale" Italia CONFARTIGIANATO PROPONE UNA CURA 1.382.149 imprese artigiane,(*) 1.864.523 titolari e collaboratori artigiani,(**) 1.203.279 addetti artigianato,(***) (*) dati UNIONCAMERE (**) dati INPS (***) dati INFOCAMERE Percentuale PIL totale Artigianato/ PIL totale Italia: 11,89% Export Artigianato: Italia 76.538 miliardi Qui si indicano alcuni vincoli e alcuni percorsi di natura strutturale per rinviare invece ad un impegno costante l'analisi, la valutazione e le azioni rispetto a quanto l'ordinamento giuridico va ad elaborare di tappa in tappa in materia di sanità. Schematicamente, anche per favorire una lettura di sintesi della "cura Confartigianato" si espongono i punti salienti: ➢ deve essere esplicita e resa coerente la strategia che il nostro Stato, dal livello centrale a quello locale, intende porre nel campo della sanità e più in generale del cosiddetto welfare. Non semplicemente assicurazioni ma garanzie sulla sostenibilità economico - finanziaria del programma a fronte di un rispetto: • dei principi costituzionali ed in particolare dell'art. 32 che assicura la tutela della salute in direzione sia di ogni persona che della collettività; • della libertà di scelta da parte dei cittadini 42 della struttura / del servizio; • della efficacia e della qualità dei servizi erogati dal sistema; • di un corretto rapporto tra costi e benefici; • di un libero "mercato" tra strutture pubbliche e private. La normativa in campo sanitario in particolare deve definire a livello nazionale i "percorsi" generali, le relative regole, procedure e responsabilità senza architetture regolamentari (come oggi avviene!) lasciando poi a Regioni ed Unità Sanitarie Locali la traduzione. ➢ Va altresì superato il "vizio" di cambiare continuamente e confusamente le regole, magari con "finanziarie" guidate di anno in anno da mille compromessi. ➢ Sono indispensabili precisi "strumenti" di verifica sull'attuazione delle norme, sulle responsabilità dei disservizi, sulla possibilità di miglioramento. Al riguardo va riconosciuta l'estrema importanza del Piano Sanitario segnalando anche che troppo facilmente va a finire nei cassetti delle buone intenzioni e della burocrazia che ha la grande capacità di rendere sterile tutto ciò che "tocca". ➢ La priorità nelle scelte sanitarie è data dal servizio emergenza noto come SUEM 118: è un campo dove organizzazione, risorse umane e tecnologiche, professionalità e affidabilità devono essere al massimo livello. Quindi, dall'elisoccorso all'ambulanza medicalizzata con rianimazione in itinere vanno su tutto il territorio nazionale assicurati: rappresenta una sicurezza anche psicologica ma soprattutto è un servizio reale per salvare vite umane. ➢ E' ancora modesto l'impegno nella fase prevenzione dell'intervento sanitario, dal mondo della scuola alla vita sulle strade, nelle case, sul lavoro. È prima di tutto da porre come fatto culturale (e per cambiare abitudini e mentalità sono necessari ingenti, costanti investimenti) e come fatto economico perché una buona prevenzione è contraria al consumismo/abusivismo sanitario. Sono necessari quindi volontà, coraggio, professionalità e tante scelte/azioni per spostare attenzione e risorse dalla fase curativa, spesso inappropriata o tardiva, a quella preventiva. Come voce imprenditoriale consideriamo questo un percorso d'obbligo ed urgente. ➢ Nel quadro di un investimento in prevenzione si inseriscono a pieno titolo le indicazioni/ prescrizioni sugli stili di vita, nell'accezione e ➢ con le configurazioni poste dal Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 "Un patto di solidarietà per la salute". È un'area di straordinario valore che non consente né rinvii né superficialità applicativa: fumo, droghe, alcool, alimentazione, interagiscono vitalmente con la qualità dell'esistenza e coniugano anche pericolosamente presente e futuro. ➢ Come su tutti i campi - ma allora ancor più in sanità visto che sono in gioco la salute e la vita - è necessario investire in tecnologia per garantire qualità. Fino ad oggi l'attenzione è stata preminentemente sui muri (fare e gestire ospedali …), forse è da rivedere radicalmente l'impostazione orientandola verso un numero anche inferiore di ospedali/ strutture di ricovero ma in rete e con tanta tecnologia e risorse umane di grande professionalità. ➢ Ogni Direttore Generale deve rendere noti gli obiettivi (concreti e misurabili) e ne risponde personalmente ➢ La sicurezza in azienda rientra in un patto per garantire la salute di imprenditori e collaboratori. Va allora perseguito un rapporto di collaborazione tra pubblica amministrazione e impresa avendo come "chiave" la medicina preventiva ben più efficace di quei comportamenti ancor troppo frequenti di natura solo repressiva. ➢ Per accelerare e garantire l'adozione di tutte le misure di sicurezza, di protezione in azienda le scelte fondamentali vanno poste su queste direttrici: - per macchine ed attrezzature, vincolare l'obiettivo di sicurezza alla fase di produzione; - per interventi sulla logistica, per le installazioni, per la realizzazione di corsi prevedere la massima defiscalizzazione. Come si sottolineava in sede d'introduzione di questo "capitolo" le proposte sono di traccia per poter su orizzonti chiari e condivisi sviluppare percorsi concreti, operativi verso un più affidabile benessere che è anche premessa ed obiettivo per dare al Paese da parte del mondo artigiano un rassicurante PIL. 43 SEDI inapa PIEMONTE E VALLE D'AOSTA Sede Regionale: Piazza Bodoni 3 - 10125 TORINO - Tel. 011/8127500 AOSTA - Loc. Grand Chemin, 30 - St. Christophe - 0165/361001 ALESSANDRIA - Spalto Marengo - Palazzo Pacto - 0131/286511 ASTI - Piazza Cattedrale 2 - 141/596228 BIELLA - Via T. Galimberti, 4/E - 015/405012 CUNEO - Via I Maggio 8 - 0171/631792 NOVARA - Via S. Francesco D'Assisi 5/D - 0321/661111 VERBANIA - Via Liberazione 20/a - 323/846887 TORINO - Via Cernaia, 20 - 011/5062111 VERCELLI - Largo M. D'Azzo 11 - 0161/217655 LIGURIA Sede Regionale: Via Assarotti, 7/9 - 16122 GENOVA - 010 8461822 GENOVA - Via Assarotti 7 - 010/816051 IMPERIA - Via Roma, 33 - Sanremo - 0184/531646 LA SPEZIA - Galleria Adamello 4 - 0187/515365 SAVONA - Piazza Mameli 4/2 LOMBARDIA Sede Regionale: V.le Vittorio Veneto 16/A - 20124 MILANO - 02/201800 MILANO - Via Menabrea, 18 - 02/66800113 BERGAMO - Via Torretta, 12 - 035/274111 BERGAMO - Piazza Matteotti 11 - 035/238724 COMO - V.le Roosevelt 13 (ang. Via Italia Libera) - 031 3161 CREMA - Via IV Novembre, 121 - 0373/87112 CREMONA - Via Belfiore 2 - 0372 36615 MANTOVA - Via Solferino 25 - 376/236204 LECCO - Via Galileo Galilei 1 - 0341/250200 LODI - Via Garibaldi 40 - 20073 Codogno - 0377 41541 PAVIA - Viale Cesare Battisti 76 - 0382/377511 SONDRIO - Via delle Prese 15 - 0342/514343 VARESE - Viale Milano 5 - 0332 256262 TRENTINO A. ADIGE Sede Regionale: Via Brennero 182 - 38100 Trento - 0461/803800-803849 BOLZANO - Via di Mezzo ai Piani, 7 - 0471/323264 TRENTO - Via Brennero 182 - 0461/803800-803849 FRIULI VENEZIA GIULIA Sede Regionale: Via del Pozzo 8 "Cond. Isola" - 33100 UDINE - 0432/516611 GORIZIA - Via XXIV Maggio 3 - 0481/82100 PORDENONE - Via dell'Artigliere 8 - 0434/509217 TRIESTE - Via Cicerone 9 - 040/3735207 UDINE - Viale Ungheria, 65 - 0432/516611 VENETO SEDE REGIONALE: Via F. Bandiera 35 - 30175 MARGHERA (Ve) - 041/2902955 Mestre - Via Padre R. Giuliani 13 - 041/957777 BELLUNO - Piazzale della Resistenza 62 - 0437/933220 PADOVA - Piazza A. De Gasperi 22 - 049 8206382 ROVIGO - Viale Porta Po 87 - Policentro C.P. 179 - 0425/474772 TREVISO - Via Bastia 40 - 0422/433300 44 VERONA - Via Selenia 16 - 045/9211555 VICENZA - Via Enrico Fermi 134 - 0444/392354 EMILIA EMILIA ROMAGNA ROMAGNA Sede Regionale: Via della Previdenza Sociale, 54 - 2100 Reggio Emilia - 0522/273534 BOLOGNA - Via delle Tofane, 2/I - 051/6154318 CESENA - Viale Bovio, 425 - 0547/25500 FERRARA - Corso Giovecca 3 - 0532/205730 FORLÌ - Viale Oriani 1 - 0543 452856 MODENA - Via Emilia Ovest 103 - 059/827279 PARMA - Viale Mentana 139 - 0521/2191 PARMA - Strada al Ponte Caprazucca, 6/a - 0521/2262 PIACENZA - Via IV Novembre 64 - 0523/307526 RAVENNA - Via Berlinguer 8 - 0544/407700 REGGIO EMILIA - Via della Previdenza Sociale, 5 - 0522/273525 RIMINI - Viale Valturio, 1 - 0541/783953 TOSCANA TOSCANA Sede Regionale: Viale S. Lavagnini 45 - 50129 FIRENZE - 055/499426 FIRENZE - Piazza Stazione 2 - 055/2727215 AREZZO - Via Tiziano 32 - 0575/3141 GROSSETO - Via Monterosa 26 - 0564/453308 LIVORNO - Via Grande 136 - 0586/882372 LUCCA - Via S. Croce, 43 - 0583/44131 CARRARA - Via 7 Luglio, 3 - 0585/70790 PISA - Lungarno Mediceo 21 - 050/574586 PISTOIA - Via Enrico Fermi 49 - Loc. S. Agostino - 0573/9375 PRATO - Prato Maliseti - Via Dino Saccenti 19/21 - C.P. 942 - 0574/6561 SIENA - Via dell'Artigianato (ang. Via di Busseto) - 0577/282047 MARCHE Sede Regionale: Via S. Martino 43 - 60121 ANCONA - 071/203238 ANCONA - Via Palestro 7 - 071/22931 ASCOLI PICENO - Via Sacconi 7 - 0736/259688 MACERATA - Vicolo S. Croce 11 - 0733/3661 PESARO - Strada Statale Adriatica, 35 - 0721/4371 UMBRIA UMBRIA Sede Regionale: Via Campo di Marte 115 - 06100 PERUGIA - 075/582901 PERUGIA - Via Campo di Marte 115 - 075/582901 TERNI - Via del Sersimone 18/20 - 0744/405276 ABRUZZO ABRUZZO -- MOLISE MOLISE Sede Regionale: Via Catullo, 30 - 65127 pescara - 085/66284 Sede Regionale: Via Zurlo, 8 - 86100 CAMPOBASSO - 0874-614134 L'AQUILA - Via dell'Indipendenza, 13 (Pal. Ciccozzi) - 0862/22473 AVEZZANO - Via Cesare Battisti, 70 - 0863/413713 PESCARA - Via del Porto, 18 - 0854514593 - 085451508 TERAMO - Via dei Mille 61 - 64100 Teramo - 0861/244351 CAMPOBASSO - Via Zurlo, 8 - 86100 CAMPOBASSO - 0874/614133 ISERNIA - Via Papa Giovanni XXIII, 47 - 0865/451944 LAZIO Sede Regionale: Via Labicana, 114 - 00184 Roma - 0670492911 ROMA - Via Labicana, 112 - 06/77256949 FROSINONE - Via Marittima, 183 - 0775/211609 LATINA - Via Epitaffio, 66a - 0773/666593 RIETI - Via delle Palme 16 - 0746/251900 45 VITERBO - Via Garbini 29/G - 0761/223245-3 - 343196 - 28168 CAMPANIA Sede Regionale: Piazza Garibaldi, 39 - 80142 NAPOLI - 081/200710 NAPOLI - Via Medina, 63 - 081/5515246 NAPOLI - Piazza Bovio, 8 - 081/5520516 NAPOLI - Calata San Marco, 4 - 081/495200 AVELLINO - Via Nazionale Torette, 15 - 0825/681886 - 83013 Mercogliano BENEVENTO - Via Capitano Luca Mazzella, 6bis - 0824/21153 CASERTA - Via Renella, 113 - 0823/443990 SALERNO - Via Torrione, 161 - 089/795556 BASILICATA Sede Regionale: C.so XVIII Agosto, 34 - 85100 POTENZA - 0971/411034 MATERA - Via Lucana, 155/bis - 0835/333362 POTENZA - Corso XVIII Agosto, 22 - 0971/411034 CALABRIA Sede Regionale: Via Alimena, 61 - 87100 COSENZA - 0984/73955 REGGIO CALABRIA - Via Marvasi 8/c - 0965/330912 CATANZARO - Via D. Mottola d'Amato, 51 c/o Residence Mauro - 0961 792713 COSENZA - Viale Degli Alimena 61 - 0984/75909 CROTONE - Piazza Umberto I°, 58 - 0962 905107 VIBO VALENTIA - Via Salvemini snc - 0963 472353 - C.P. A n. 218 PUGLIA Sede Regionale: Via Nicola De' Nicolo' 20 - 70121 BARI - 080/5541011 BARI - Via Nicola De' Nicolo' 20 - 080/5541505 BRINDISI - Via Cappuccini, 160 - 0831/513913 FOGGIA - Via Molfetta 23/G - 0881/661757 LECCE - Via Duca degli Abruzzi 35 - 0832/303185 TARANTO - Taranto - Via D. Peluso 111 - 099/336775 SICILIA Sede Regionale: Via Francesco Laurana, 5 - 90143 PALERMO - 091/309005 PALERMO - Via Cavour, 117 - 091/585362 AGRIGENTO - Via XXV Aprile, 174 - 0922/27507-23560 CALTANISSETTA - Caltanissetta - Via Consultore Benintendi, 86 - 0934 564173 CATANIA - Via Pietro Toselli 37 - 095/313755 ENNA - Via Valle d'Aosta, pal. A - 0935 /520418 - 531905/553190 MESSINA - Corso Cavour, 206 isolato 371 - 090/53785 RAGUSA - Via Roma 216 - 0932/621677 SIRAGUSA - Corso Gelone, 68 - 0931/21742 TRAPANI - Via Vespri, 67 - 0923/21950 SARDEGNA Sede Regionale: - Via Garavetti 22 - 09127 CAGLIARI - 070/44891 CAGLIARI - Corso Vittorio Emanuele 1 - 070/653220 NUORO - Via Veneto, 48 - 0784/34628 ORISTANO - Via Cimarosa 42 - 0783/302934 SASSARI - Via Alghero 30 - 079/272675 Per conoscere le Sedi Mandamentali e Zonali chiama il Numero verde: 800334488 o collegati al Sito Web: www.confartigianato.it 46 inapa VINCE IL GIOCO DI SQUADRA Numero verde: 800334488 Sito Web: www.confartigianato.it ionale: Roma Sede Nazno, 152 - 00184.it i in Lateral.confartigianato nn va io Via S. G ail: anap@mai e-m 47 Quotidiano della Confartigianato Direttore Responsabile Giovanni Vitelli Direzione, Redazione e Amministrazione Roma - Via S. Giovanni in Laterano 152 Tel. 06/70374411-402 fax 06/70452293 E-MAIL [email protected] EDITART S.r.l. Via S. 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