Università degli studi dell’Insubria
L’internazionalizzazione delle
imprese italiane nell’Europa
dell’Est
Titolo:
• Internazionalizzazione ed
innovazione di impresa: evidenza
del sistema italiano e locale e
prospettiva di evoluzione.
Paesi interessati:
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Bulgaria
Polonia
Repubblica Ceca
Repubblica Slovacca
Romania
Slovenia
Ungheria
Obiettivi dell’indagine
• Creare una banca dati sui processi di
internazionalizzazione delle imprese, in
particolare sulle PMI che costituiscono la
forza trainante dell’apparato industriale
italiano e lombardo.
• Comprendere i motivi alla base delle
scelte di localizzazione all’estero di attività
(resource seeking, market seeking, efficiency
seeking, strategic asset seeking).
Obiettivi dell’indagine
• Individuare le modalità di
internazionalizzazione scelte.
• Individuare le tipologie di investimenti
attuati:
 Investimento greenfield;
 Acquisizione di impresa già esistente;
 Joint-ventures;
 altro.
Obiettivi dell’indagine
• Relazione tra aree di destinazione e aree
di partenza.
• Individuare ed analizzare quali siano i
driver e le direttrici dello sviluppo
internazionale delle imprese italiane.
Il questionario
• È stato redatto sia in lingua italiana che in
inglese.
• È stato reso disponibile alle aziende
interessate sia in formato cartaceo, che in
formato elettronico raggiungibile attraverso
Internet.
• È stato suddiviso in quattro moduli distinti.
MODULO A
• L’internazionalizzazione
e rapporti casa madre - filiale
Dati rilevati:
• Ragione sociale e sede;
• Settore di attività dell’impresa italiana;
• Numero di filiali e di dipendenti;
• Anno di apertura della prima sede estera;
• Attività svolte e i motivi che hanno portato la casa madre a internazionalizzare;
• Grado di autonomia della filiale e modalità di controllo esercitate su di essa
(report finanziario mensile/trimestrale/annuale, obiettivi di produzione periodici,
obiettivi di redditività/vendite, controllo di qualità della produzione, acquisto
di qualità della produzione).
MODULO B
• CARATTERISTICHE DELLA FILIALE
(filiale locale dell’impresa italiana)
Dati rilevati:
• Ragione sociale e anno di costituzione;
• Settore di attività;
• Composizione (dirigenti, impiegati, operai) e nazionalità dell’organico;
• Attività della catena del valore svolte
(Produzione, gestione acquisti, vendite, marketing, comunicazione, R&D,
amministrazione e contabilità, gestione tesoreria, gestione finanziaria);
• Tipo di investimento scelto per la creazione della filiale (greenfield,
joint-venture o acquisizione di un’impresa già esistente);
• Fatturato medio e sua distribuzione (mercato domestico, altri paesi
dell’Europa dell’Est, Italia, altri paesi dell’UE, U.S.A., altro)
MODULO C
• Rapporti della filiale con
le altre imprese locali
Dati rilevati:
• Regolarità dei rapporti di acquisto e vendita con le imprese locali;
• Cessione di lavorazioni in conto terzi ad altre imprese dell’area;
• Lavorazione per conto di terzi per imprese italiane;
• Tipologia dei rapporti (formali o informali);
• Collaborazioni intrattenute (scambio di informazioni tecnologiche, commerciali
o sulle condizioni di mercato, prestito di macchinari, collaborazioni per lo
sviluppo di prodotti) e loro grado di consolidamento;
MODULO D
• Il ruolo della ricerca e sviluppo (R&D)
e dell’innovazione
Dati rilevati:
• Introduzione di nuovi prodotti o di processi tecnologicamente innovativi;
• Le fonti che hanno contribuito all’innovazione;
• Entità delle spese di ricerca e sviluppo sostenute dalla casa madre
o dalla filiale.
Metodo di analisi dei dati raccolti
Le risposte contenute nei questionari
compilati sono state inserite in un foglio di
calcolo Excel, in modo da rendere possibile
la gestione e l’aggiornamento dei dati in essi
contenuti.
L’aggregazione statistica dei dati è stata fatta
tenendo conto in un primo momento di tutti i dati
nella loro globalità, e successivamente
distinguendoli in base al paese, rilevando
interessanti differenze da un paese all’altro.
ALCUNE BREVI
CONSIDERAZIONI
A una prima analisi dei dati rilevati, e delle statistiche realizzate,
un’evidenza di sicuro interesse riguarda la distribuzione del
fatturato che per la metà viene conseguito nel mercato
domestico.
Questo significa che le imprese che hanno avviato un processo di
internazionalizzazione hanno cercato una penetrazione di mercato
(market seeking):
la crescita dell’azienda è passata necessariamente attraverso
l’ingresso in nuovi paesi.
In passato l’internazionalizzazione era per lo più dovuta alla
ricerca di condizioni di costo reale più vantaggiose rispetto a
quelle che caratterizzano il mercato domestico (resource seeking)
ALCUNE BREVI
CONSIDERAZIONI
La ricerca e sviluppo viene effettuata solo marginalmente dalle
filiali, lasciando quindi questo compito alla casa madre.
Mediamente la filiale investe solo il 5.21% del suo fatturato
in spese di ricerca e sviluppo, quota che rappresenta meno della
metà di quanto invece investe la casa madre in questa attività.
ALCUNE BREVI
CONSIDERAZIONI
L’attività delle filiali è generalmente tenuta sotto costante
controllo da parte della casa madre.
Dai dati emerge che tale controllo, per la maggior parte delle
imprese, si esplica secondo diverse modalità: le principali
sono il report finanziario mensile (64%) e gli obiettivi di
produzione periodica (50%, formalizzati in piani).
Seguono il controllo di qualità (45%), gli obiettivi di redditività
(42%) e il report finanziario annuale (39%).
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