ASTRATTISMO Lettura delle opere: - Kandinskij: Rosso, giallo, blu; -Composizione VI - Klee: Ville fiorentine Prof.ssa Zaira CHIAESE L’arte astratta Proseguendo la ricerca intrapresa negli anni del Cavaliere Azzurro, Vasilij Kandinskij giunse a considerare l’arte solo un’espressione della vita interiore. Cercò di rendere la pittura indipendente dalla presenza di oggetti riconoscibili proprio come la musica. Elaborò quindi un linguaggio astratto in cui le linee, i colori e le forme avevano un valore autonomo ed esprimevano sentimenti e stati d’animo. Le improvvisazioni sono dipinti che, come gli “improvviso” in musica, nascono improvvisamente ed incosciamente dall’animo dell’artista, le composizione sono il risultato di numerosi studi preliminari. Improvvisazione XI 1910 San Pietroburgo, Museo Russo di Stato Prof.ssa Zaira CHIAESE Vasilij Kandinskij (1866-1944) In un primo tempo l’artista dipinse forme libere dai colori indistinti, ma successivamente inserì nelle sue opere forme geometriche dai contorni netti. Rosso, giallo, blu Lettura dell’opera 1925 Parigi, Museo Nazionale d’arte moderna Centre Pompidou Nel 1912 Kandinskij pubblicò il libro Lo spirituale nell’arte in cui illustrava i rapporti che uniscono i colori alle forme, ai suoni e alle sensazioni che trasmettono. Il giallo, colore luminoso e leggero è associato all’allegria e al suono della tromba, il verde rappresen ta la quiete, il rosso la passione mentre il blu è il colore della spiritualità, a cui associa la forma del cerchio e il suono del flauto e del violoncello. Il dipinto è composto da due parti che si oppongono. A sinistra il giallo luminoso, che esprime movimento, accompagnato da una serie di linee geometriche, a destra si oppone un cerchio blu, più stabile e freddo, attraversato da linee libere. Tra i due estremi il pittore colloca alcune forme rosse, il colore dell’energia espressiva. Prof.ssa Zaira CHIAESE Vasilij Kandinskij (1866-1944) Lettura dell’opera Composizione VI 1913 San Pietroburgo, Hermitage Per creare effetti evanescenti si è ispirato ai vapori delle saune nordiche. Già il titolo rimanda al mondo musicale, i colori , le linee, le forme non descrivono nulla di concreto; ogni elemento appare disagregato, capace di assumere nuove forme sulla tela. Nell’intenzione dell’artista l’opera doveva evocare un grande diluvio universale, la cui furia distruttrice annuncia la creazione di un mondo nuovo. Prof.ssa Zaira CHIAESE Vasilij Kandinskij (1866-1944) Dopo l’avvento del nazismo in Germania, Kandinskij, dal 1934 al 1944, si trasferì a Parigi. Negli ultimi anni abbandona il rigore geometrico per recuperare una spontaneità creativa. Nel dipinto vediamo fluttuare come sospese nel nulla esili strisce e strane meduse colorate. Blu cielo 1940 Parigi, Museo Nazionale d’arte moderna Centre Pompidou Prof.ssa Zaira CHIAESE Paul Klee (1879-1940) Anche Klee come Kandinskij considerava l’arte un’espressione del mondo interiore da comunicare attraverso l’uso del colore. Pittore, musicista e poeta, nella vasta produzione di opere spaziò dall’arte astratta a quella figurativa e sperimentò tecniche diverse. Lettura dell’opera Ville fiorentine 1926 Parigi, Museo Nazionale d’arte moderna Centre Pompidou Nei suoi lavori cercò soprattutto la semplicità di forme tipica dei disegni dei bambini perchè spontanei e non dettati dalla mente. Il paesaggio ha perso la sua consistenza tridimensionale e si è trasformato in una serie di segni misteriosi, simili a dei graffiti. La stesura dei colori, dalle calde tonalità, forma delle fasce che si alternano mettendo in risalto le piccole scene che, come le tessere di un puzzle, compongono il dipinto. Prof.ssa Zaira CHIAESE Paul Klee (1879-1940) Quando nel 1914 Klee compì un viaggio in Tunisia rimase colpito dall’intensità della luce e dalle calde tonalità dei luoghi; questa esperienza cambiò il suo modo di dipingere. Alcuni anni dopo, un viaggio in Egitto, offrì lo spunto per la realizzazione di una serie di dipinti dai caratteri simili, in cui le forme geometriche che li compongono ricordano quelle dei campi coltivati. Fuoco nella sera 1929 New York MoMa Prof.ssa Zaira CHIAESE Prof.ssa Zaira CHIAESE Lettura delle opere: - Mondrian: Broadway BoogieWoogie; -Rietveld: Casa Schroder NEOPLASTICISMO Prof.ssa Zaira CHIAESE L’ordine della geometria Diversamente dalle altre avanguardie l’Astrattismo non costituì un movimento univoco e organizzato. Nel 1917, in Olanda, Piet Mondrian, insieme ad altri pittori e architetti, fondò la rivista De Stijl da cui prese il nome un movimento artistico che si proponeva un linguaggio astratto di tipo geometrico da introdurre nella vita quotidiana creando una sintesi tra pittura, scultura, architettura e design: Neoplasticismo. Questo movimento si basa sull’uso di pochi elementi formali: i colori primari, la linea retta orizzontale o verticale, la forma quadrata o rettangolare rigorosamente bidimensionale. Prof.ssa Zaira CHIAESE Piet Mondrian (1872-1944) Mondrian componeva i suoi quadri con una struttura rigorosa data da una serie di linee nere perpendicolari. Composizione con rosso, giallo e blu 1921 Basilea; Kunstmuseum Per costruire la griglia geometrica eliminò del tutto le forme curve e le diagonali e impiegò solo colori primari alla ricerca di un perfetto equilibrio compositivo e cromatico. Prof.ssa Zaira CHIAESE Piet Mondrian (1872-1944) Per sfuggire agli orrori della Seconda guerra mondiale, nel 1940 Mondrian si trasferì a New York. Lettura dell’opera L’artista iniziò ad eliminare le linee nere e le sostituì con strisce molto più vivaci composte da piccoli quadrati colorati. Oltre ad eliminare la fasce nere, l’artista inserisce molti quadrati gialli a cui ne alterna altri rossi, blu, grigi che riproducono un effetto vibrante. Inoltre evita un’impostazione simmetrica che risulterebbe troppo statica. Questo è il suo penultimo dipinto, il più rappresentativo di questa fase. Broadway Boogie-Woogie 1942-43 New York MoMa Prof.ssa Zaira CHIAESE L’architettura neoplastica Il primo edificio neoplastico fu Casa Schroder, a Utrecht, progettata da Gerrit Thomas Rietveld nel 1924. L’artista si affidò al nuovo linguaggio per creare un “equilibrio visivo” in grado di rendere migliore la vita dell’uomo. Rietveld ottiene tale equilibrio superando la tradizionale concezione di edificio come parallelepipedo dalle facce uguali ed uniformi. Le facciate infatti sono diverse l’una dall’altra e sono formate da muri, balconi e finestre sporgenti e rientranti e i colori ricordano i dipinti di Mondrian. Prof.ssa Zaira CHIAESE