USI – Unione Spiritica Italiana
• Studio Sistematico della
“Dottrina Spiritica”
Organizzato dalla:
“FEB - Federação Espírita Brasileira”
• Programma fondamentale – Tomo 2
USI – Unione Spiritica Italiana
Sommario Tomo - 2
Modulo – 17
“La perfezione morale”
Cap. 1-
Caratteristiche della perfezione morale
Cap. 2 -
La conoscenza di se stesso
Cap. 3 -
L’uomo dabbene
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Modulo – 17
“La perfezione morale”
Cap. 3-
L’uomo dabbene
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Obiettivo specifico:
• Esprimere il concetto di uomo
dabbene
• Enumerare
le
qualità
distingono l’uomo dabbene
che
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CONCETTO DI UOMO DABBENE
• In effetti, l’uomo dabbene è chi pratica la legge della giustizia, amore
e carità nei suoi puri intendimenti. Se interroga la propria coscienza
sugli atti che ha praticato si chiederà se non è venuto meno a quella
legge, se non ha fatto del male, se ha fatto tutto il bene che poteva,
se nessuno si sia lamentato di lui. Ed infine se, ha fatto agli altri ciò
che desiderava che gli altri avessero fatto a lui. Pervaso dal
sentimento d’amore e di carità verso il prossimo, fa il bene per il
bene, senza contare con retribuizioni, e sacrifica i propri interessi alla
giustizia. É buono, umano e disponibile con tutti, perché vede fratelli
in tutti gli uomini senza distinzione di razza, o di fede. Se Dio gli ha
concesso potere e ricchezza, egli, li considera come un deposito di
cui servirsi per fare il bene.
(continua)
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Nè di queste cose si fa vanto perché sa che Dio, il quale gliele
ha date, può toglierle. Se, l’ordine sociale ha posto uomini alle sue
dipendenze, egli li tratta con bontà e benevolenza, perché davanti a
Dio essi sono suoi uguali. Usa la sua autorità per sollevare il loro
morale, e non frustrali con il suo orgoglio. É indulgente con le
debolezze altrui, perché sa che lui stesso ha bisogno d’indulgenza e
perché ricorda delle parole di Cristo: “Colui che è senza peccato scagli
la prima pietra”. Non è affatto vendicativo. Sull’esempio di Gesù
perdona le offese per ricordarsi solo dei benefici, perché sa che sarà
perdonato come lui stesso ha perdonato. Infine, rispetta nei suoi simili
tutti i diritti che le leggi naturali concedono, come vorrebbe che
venissero rispettati nei suoi confronti.
Allan Kardec: Il Libro degli Spiriti, domanda 918 – commento.
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Si può affermare che il [...] vero uomo dabbene è chi
osserva la legge di giustizia, d’amore e di carità nei suoi puri
intendimenti. Se interroga la propria coscienza sugli atti che ha
praticato si chiederà se non è venuto meno a quella legge, se non
ha fatto del male, se ha fatto tutto il bene che poteva, se nessuno si
sia lamentato di lui, se ha disprezzato volontariamente qualche
occasione per essere utile; ed infine
se ha fatto agli altri tutto
quello che desiderava gli facessero. Ripone la sua fede in Dio, nella
sua bontà, nella sua fiducia e nella sua saggezza. Sa che senza il
suo permesso nulla succede e tutte le cose Gli si sommettono. Ha
fede nel futuro, ragione per cui, antepone i beni spirituali ai beni
temporali. Sa che tutte le vicissitudini, della vita, tutti i dolori, tutti i
disinganni sono prove od espiazioni e le accetta senza protestare.
(continua)
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L’uomo per bene è buono, umano, benevolo con tutti perché
vede, in tutti gli uomini, dei fratelli, senza eccezione di razza o di fede.
Rispetta negli altri le loro convinzioni e non lancia anatemi a
quelli che non la pensano come lui.
In ogni circostanza prende per guida la Carità, ed ha la
certezza che, chi pregiuduca il prossimo con la parola malevola, chi
ferisce con il proprio orgoglio ed il proprio disprezzo la suscettibilità di
qualcuno, chi non demorde dall’idea di procurare danno ad altri una
sofferenza, una contrarietà, siano pur leggere, quando la può evitare;
manca al dovere di amare il prossimo e, non merita la clemenza del
Signore.
Non alimenta né odio né rancore, tanto meno desideri di
vendetta; con l’esempio di Gesù, perdona e dimentica le offese,
ricorda solo i benefici, e sa, che sarà perdonato nella stessa misura
con la quale ha perdonato.
(continua)
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Non dà valore al suo spirito e neppure ai suoi talenti a
sfavore degli altri; ed approfitta d’ogni occasione per far risaltare ciò
che può essere utile al prossimo.
Non si vanta della sua ricchezza e nemmeno dei suoi
vantaggi personali poiché conosce che tutto ciò, che gli è stato
donato, può essere requisito.
Usa, ma non abusa dei beni che gli sono stati concessi,
poiché sono il deposito di cui dovrà giustificare i conti e che, il più
pregiudiziale impiego che gli possono dare, è il devolverli alla
soddifazione delle sue passioni.
In fine, l’uomo dabbene, rispetta tutti i diritti che il prossimo
dà alle Leggi della Natura, e vuole che anche i suoi siano rispettati.
KARDEC, Allan. Il vangelo secondo gli Spiriti. Cap. 18, item 3,.
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CONCLUSIONE:
Sintetizzando tutte le qualità dell’uomo dabbene, troviamo
nel Vangelo, la figura del buon Samaritano, vero termine di
paragone da essere seguito da tutti quelli che desiderano
raggiungere la perfezione morale.
L’uomo dabbene, pertanto, è quello che vive il sentimento di
Carità in tutti gli atti della sua esistenza.
Ed infine diciamo che, anche per Kardec: la Carità e
l’umiltà, sono l’unico sentiero per la salvezza. L’egoismo e
l’orgoglio, sono la perdizione. Tutti [...] i doveri dell’uomo, si
riassumono in questa massima: Fuori dalla Carità non c’è salvezza.
KARDEC, Allan. Il vangelo secondo gli Spiriti. Cap. 15 item .
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Modulo 17, Cap. 3