Livello: 0 Gruppo: Principale Viaggio alla scoperta della vita Gruppo: Biologia della sessualità Presentazione L’indagine statistica Gruppo: Sessualità e riproduzione Gruppo: Sessualità e salute Gruppo: dalla Biologia ai Sentimenti Livello: 1 Gruppo: Biologia della sessualità Gruppo:Come nasce la vita Gruppo: i due sessi Gruppo: Perché ci sono due sessi? Gruppo: L’emergere della sessualità Gruppo: Differenze anatomiche tra i due sessi Livello: 2 Gruppo: I due sessi Sesso genetico Sesso gonadico Sesso endocrino Identità sessuale Sesso psicologico Livello: 2 Gruppo: Perché ci sono due sessi? Riproduzione sessuata Riproduzione e sessualità Fecondazione interna Fecondazione esterna Le cellule della riproduzione e lo zigote Riproduzione asessuata Lo sviluppo Livello: 2 Gruppo: Differenze anatomiche tra i due sessi Differenze generali L’atto sessuale Differenze specifiche Casi particolari Livello: 2 Gruppo: come nasce la vita Meiosi Fecondazione Fase embrionale Fase fetale In viaggio verso l’utero nascita Livello: 2 Gruppo: L’emergere della sessualità Il piacere La pubertà La pubertà nella femmina Il ruolo dell’ipofisi La pubertà nel maschio Ciclo ovarico e ciclo mestruale Livello: 1 Gruppo: Sessualità e Riproduzione Pianificazione famigliare Gruppo: Fertilità e Contraccezione Fertilità assistita Aborto LIVELLO: 2 GRUPPO: Fertilità e contraccezione Fertilità e Contraccezione Gruppo: sistemi naturali Gruppo: sistemi artificiali LIVELLO: 3 GRUPPO: Sistemi artificiali Sistemi artificiali Contraccettivi meccanici Contraccettivi ormonali Livello: 3 Gruppo: Sistemi naturali Analisi della fecondità Metodo Billings Altri metodi Metodo della misurazione della temperatura Livello: 1 Gruppo: Sessualità e salute Malattie sessualmente trasmesse Gruppo: AIDS Gruppo: Malattie Veneree Livello: 2 Gruppo: Malattie Veneree Gonorrea Sifilide Livello: 2 Gruppo: AIDS Sieropositività e malattia Che cos’è Da cosa è causata L’AIDS si può trasmettere L’AIDS non si trasmette Livello: 1 Gruppo: Dalla biologia ai sentimenti Gruppo: la sessualità tra istinto e apprendimento Gruppo: la sessualità, il piacere e l’amore Livello: 2 Gruppo: La sessualità tra istinto e apprendimento Sessualità: istinto o apprendimento? Storia naturale del cervello I tre strati del cervello La mente dei ragazzi I tre livelli del comportamento sessuale Un cervello per ogni sesso? Livello: 2 Gruppo: La sessualità, il piacere e l’amore L’amore Il piacere Gruppo: i volti e il significato dell’amore Livello: 3 Gruppo: I volti e il significato dell’amore Sessualità e istinto sociale L’attaccamento affettivo La simpatia La prima volta L’innamoramento e l’amore L’intimità GRUPPO DIFFERENZE GENERALI Le differenze tra l’organismo maschile e quello femminile aumentano man mano a partire dall’infanzia e si accrescono con la pubertà. Nell’uomo le spalle sono più larghe, il bacino è più stretto, i muscoli più sviluppati. Nella donna le spalle sono più strette e il bacino ha una maggiore ampiezza e capacità per permettere la gravidanza e la nascita del neonato. Ancora, mentre il maschio respira soprattutto con l’addome, la donna respira soprattutto con il torace, in quanto la respirazione toracica è utile nel corso della gravidanza, quando il feto grava con la sua presenza sulla pancia della madre. Anche le ossa sono differenti: non solo il bacino ma anche la posizione dei femori (le ossa delle cosce) che nella donna tendono più a convergere verso le ginocchia. Questo comporta, ad esempio, un modo un po’ diverso di camminare e di correre anche se, ovviamente, queste differenze tendono a diminuire negli atleti che sviluppano un fisico particolare. GRUPPO DIFFERENZE SPECIFICHE Tuttavia le differenze maggiori riguardano gli organi genitali, che consentono di accoppiarsi e di dar vita ad un nuovo organismo. Nonostante le loro evidenti diversità, gli organi sessuali dei due sessi hanno delle parti e delle caratteristiche omologhe che dimostrano una somiglianza di base tra i due sessi. Tuttavia vi sono delle ovvie differenze: a differenza dell’uomo, la donna possiede due diversi canali, uno per l’urina _ l’uretra, un breve condotto che unisce la vescica urinaria al meato urinario posto sotto il clitoride; l’altro canale, che termina nell’orifizio vaginale, mette in comunicazione l’utero con l’ambiente esterno e riceve il pene durante l’accoppiamento. L’ingresso della vagina è originariamente quasi chiuso da un diaframma membranoso, l’imene, che è perforato e scompare durane i primi rapporti sessuali (un’imene elastico può anche rimanere integro). E’ dalla vagina che durante il ciclo mestruale fuoriesce il sangue mestruale e durante il parto il neonato. Per informazioni sui genitali femminili e maschili clicca sulle figure. Casi particolari GENITALI MASCHILI pene ed attraverso cui lo sperma viene emesso. Lo sperma è anche composto dalle secrezioni della Sono formati dai testicoli, che producono lo sperma e prostata, una ghiandola attraverso gli ormoni sessuali maschili. Gli epididimi sono dei cui passano i condotti eiaculatori e canali sovrapposti ai testicoli che hanno la funzione l’uretra. Attraverso quest’ultimo di raccogliere lo sperma e che si continuano nel canale viene emessa anche l’urina condotto deferente che congiunge l’epididimo alle che proviene dalla vescica. Una vescicole seminali: queste sono dei serbatoi in cui si valvola fa in modo che quando raccolgono gli spermatozoi prodotti dai testicoli ed passa lo sperma venga bloccata esse si continuano nei condotti eiaculatori che l’urina. congiungono le vescicole seminali all’uretra, il canale Il pene aumenta di dimensione con che attraversa il la pubertà e in condizioni di riposo Vescichetta seminale Ampolla deferente Condotto eiaculatore misura circa 7 - 10 cm di lunghezza: esso ha la proprietà di Vescica urinaria Prostata passare dallo stato di riposo all’erezione, cioè di irrigidirsi Uretra Condotto quando il sangue riempie i corpi deferente cavernosi, che fanno sì che esso Corpi cavernosi Ghiandola di Cowper aumenti di volume, lunghezza e Corpo spugnoso consistenza. Pene Epididimo Testicolo Scroto Glande Orifizio uretrale Prepuzio CONTINUA CONTINUO GENITALI MASCHILI Arteria renale rene uretere Vescica urinaria prostata Condotto deferente testicolo pene uretra L’erezione è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo e può avvenire puramente per via riflessa (tattile), cioè senza compartecipazione della mente, o in seguito ad immagini, pensieri e stimoli erotici che si verificano a livello della corteccia cerebrale e attraverso il midollo spinale agiscono sul sistema nervoso autonomo. All’estremità del pene, nel glande, vi è un orifizio che è lo sbocco dell’uretra, da cui fuoriesce lo sperma durante l’eiaculazione o l’urina durante la minzione. Di solito il glande è coperto da un lembo di pelle, il prepuzio, che lo lascia scoperto durante l’erezione. In alcuni casi, per motivi religiosi o per motivi medici, viene praticata la circoncisione, cioè il taglio del prepuzio. Lo scroto forma una specie di borsa che contiene i testicoli: questi organi prima della nascita sono situati dentro la cavità addominale come le ovaie. In essi, all’interno di una serie di piccoli canali seminiferi, vengono prodotti gli spermatozoi. Lo sperma contiene un elevata numero di spermatozoi, generalmente tra i 40 e i 60 milioni in un millilitro: con una eiaculazione vengono emessi dai 100 ai 350 milioni di spermatozoi che, dopo un rapporto sessuale, avanzano nella vagina e nell’utero alla velocità di circa 3 millimetri al minuto. Se il loro numero è troppo scarso o se essi non si muovono o si muovono poco, la fertilità maschile è scarsa o assente, sino ad arrivare alla sterilità. In media gli spermatozoi possono vivere uno o due giorni nella vagina. GENITALI FEMMINILI Essi presentano delle rassomiglianze con quelli incontro all’uovo che sta discendendo maschili per la loro origine comune. Invece dei nelle tube di Fallopio e quell di testicoli vi sono due ovaie, una a destra e l’altra a accogliere l’uovo una volta sinistra dell’utero: esse secernono gli ormoni fecondato in modo da assicurare il femminili e producono i gameti femminili, le uova suo sviluppo durante la gravidanza. che attraverso due condotti, le tube di Fallopio, L’utero man mano si dilata sino a passano nell’utero, un organo a forma di pera raggiungere delle dimensioni capovola posto nella parte bassa del bacino tra la diverse volte superiori al suo stato vescica urinaria e il retto. L’utero ha due funzioni: normale. Al termine della quella di permettere il transito degli spermatozoi che gravidanza esso contribuisce ad tuba di Fallopio espellere il neonato in quanto la sua vanno salpinge parete esterna è formata da fibre ovaia muscolari che con le loro contrazioni spingono il feto e la utero placenta al di fuori del canale vescica urinaria vaginale che è molto dilatabile. collo dell’utero Esteriormente, invece dello scroto, uretra vagina al di sotto del pube vi è una fessura, clitoride la vulva, delimitata dalle grandi labbra, due rigonfiamenti che corrispondono alle borse dello Meato urinario scroto. Orificio vaginale CONTINUA CONTINUO GENITALI FEMMINILI All’interno della cavità vulvare vi sono le piccole labbra. All’inizio rene S rene D uretere S uretere D ovidotto D ovaia D ovidotto S ovaia S vescica vagina uretra della fessura vulvare, sotto il pube, vi è un organo che corrisponde al pene maschile ma è molto più piccolo di esso: esso si chiama clitoride ed è ricoperto da un prepuzio. Durante l’eccitazione sessuale i corpi cavernosi che sono nel clitoride si ingrossano e provocano la sua erezione: questa si verifica attraverso degli impulsi erotici che partono dalla corteccia cerebrale soprattutto sotto l’influenza di stimoli tattili. GRUPPO CASI PARTICOLARI In alcuni casi la conformazione degli organi sessuali esterni può essere ambigua, proprio perché esistono delle analogie tra le parti che formano l’apparato sessuale maschile e femminile. In alcuni individui queste “ambiguità” possono essere più accentuate, soprattutto nelle fasi iniziali dello sviluppo, cosicché può essere difficile stabilire se un individuo è di sesso maschile o femminile. Queste imperfezioni possono risolversi con la pubertà, o in seguito a terapie ormonali o ad un intervento chirurgico. Vi sono anche individui che, cercano di rassomigliare al sesso opposto modificando le caratteristiche dei propri genitali: in questo caso si parla di TRANSESSUALI, cioè di persone che hanno un sesso cromosomico diverso dal loro sesso gonadico. GRUPPO L’ATTO SESSUALE Come abbiamo visto, gli organi maschili e femminili sono complementari nel senso che nel corso dell’accoppiamento il pene eretto può essere introdotto nel canale vaginale. Questo atto si chiama anche COITO ed è associato ad una sensazione di piacere: se così non fosse i due partner non sarebbero indotti ad avere dei rapporti sessuali. Da un punto di vista puramente biologico il piacere può essere quindi considerato una specie di “trappola” che ha fatto sì che generazione dopo generazione la nostra specie in particolare e i mammiferi più in generale si accoppiassero e si riproducessero. Tuttavia, il piacere legato all’accoppiamento può essere scisso dai fini riproduttivi, in quanto esistono delle tecniche anticoncezionali che separono questi due momenti della sessualità. Ma quali sono le basi fisiologiche del piacere sessuale? Nell’incontro tra due partner si attivano nel nostro cervello dei “centri del piacere”, si ha così una sensazione intensa soprattutto in quella fase che si chiama ORGASMO. L’orgasmo si verifica in entrambi i sessi ma con modi e tempi diversi. CONTINUA CONTINUO: ATTO SESSUALE Nel maschio generalmente si accompagna alla eiaculazione, cioè alla emissione dello sperma. Nella donna l’orgasmo è legato alla sollecitazione del clitoride e della vagina. Tuttavia la sessualità è molto più complessa cosicché due partner si possono eccitare e giungere all’orgasmo anche senza un rapporto sessuale completo. Ci si può anche eccitare da soli (con la fantasia, le immagini o la masturbazione) o attraverso baci e carezze reciproche. GRUPPO I testicoli e le ovaie producono ormoni sessuali e cellule sessuali maschili e femminili rispettivamente. La funzione delle cellule riproduttive è quella di fornire delle informazioni necessarie per formare un nuovo e differente individuo. Metà delle informazioni viene fornita dai gameti maschili, metà da quelli femminili. Nella forma più schematica i gameti maschili (A) e femminili (B) si formano attraverso un processo che porta al “dimezzamento” delle informazioni contenute nel nucleo (2, 3, 4, 5). A questo punto i due gameti si uniscono (6 e 7) e ricostituiscono un individuo (8) che ha un numero di informazioni uguale a quello degli individui da cui origina pur differendone per il tipo di informazioni, che per metà sono uguali a quelle dell’individuo “padre (1A) e per metà a quelle dell’individuo “madre”. MEIOSI GRUPPO FECONDAZIONE Mentre lo spermatozoo è specializzato per muoversi e dirigersi verso l’uovo, la cellula femminile ha altre caratteristiche: assicura il nutrimento e le energie necessarie per la prima fase dello sviluppo. L’uovo attrae lo spermatozoo con dei segnali chimici e lo spermatozoo, che ha la forma di un girino con una grossa testa che contiene il nucleo, cioè i cromosomi, e una coda filiforme che gli consente di muoversi alla ricerca dell’uovo, si agita velocemente sino a quando raggiunge il suo bersaglio. In realtà una miriade di spermatozoi partecipa alla corsa verso l’uovo, ma appena il primo di essi si aggancia alla superficie del gamete femminile, questo erige una specie di barriera chimica che impedisce agli altri altri di penetrare al suo interno. Qualche volta tale meccanismo non funziona e due diversi spermatozoi possono entrare e fecondarlo dando origine a due gemelli diversi. cellula ovo con cellule follicolari spermatozoo morula cellula divisa in due la suddivisione continua, le cellule diventano 4, 8, 16, 32, 64, ... zigote fecondazione blastocisti 1° settimana di vita GRUPPO IN VIAGGIO VERSO L’UTERO Impianto Spermatozoi dell’uovo in risalita fecondato fecondazione Tuba di Falloppio Cellula uovo rilasciata dall’ovaia fecondazione morula 1° giorno 2° giorno vagina 2° giorno 4° giorno Il processo di divisione cellulare prende il nome di segmentazione. Le cellule che si formano, si dispongono come i granelli di una mora per cui l’embrione, in questo stadio del suo sviluppo, prende il nome di morula. Le diverse cellule della morula non si riproducono alla stessa velocità, quelle più superficiali lo fanno più rapidamente tanto che si forma una piccola cavità all’interno della quale si accumula del liquido: questo è lo stadio detto blastula. E’ in questo stadio che inizio il differenziamento cellulare, nel senso che alcune daranno origine all’embrione vero e proprio, altre, invece, si specializzano per consentire che l’uovo fecondato si annidi nella mucosa dell’utero (trofoblasto). Otto-dieci giorni dopo la fecondazione, che avviene nelle tube di Falloppio, la blastula giunge nell’utero. GRUPPO FASE EMBRIONALE A partire dal puntino che si trova nell’angolo a sinistra, la successione dei disegni mostra i cambiamenti che avvengono durante i due mesi circa di vita embrionale Quando l’embrione giunge in prossimità della parete uterina, produce un enzima in grado dii disgregare localmente la mucosa; questo fenomeno favorisce l’insediamento dell’embrione stesso in una piccola nicchia nell’endometrio. L’impianto dell’embrione nella parete uterina segna l’inizio della gravidanza. Verso il 10° giorno di gravidanza si forma il corion, un sacchetto pieno di liquido (il liquido amniotico) che circonda l’embrione, delimitato internamente da una membrana detta amnios. Il liquido amniotico ha la funzione di mantenere le condizioni di umidità adatte e di proteggere l’embrione da eventuali colpi provenienti dall’esterno. Il corion produce un ormone che stimola la mucosa dell’utero, facendo sì che questa continui ad essere ben irrorata dal sangue. Infine, una parte del corion forma la placenta. LA PLACENTA cordone ombelicale amnios parete muscolare del’utero liquido amniotico E’ un disco di tessuto che provvede a far giungere all’embrione e al feto ossigeno, sostanze nutritive (zuccheri, grassi, proteine) che sono nel sangue materno. L’organismo della madre trasmette anche al feto delle sostanze utili come, ad esempio, gli anticorpi che lo proteggeranno dalle infezioni nei primi mesi di vita. Invece le sostanze di rifiuto vengono riversate nella circolazione della madre. Infine, la placenta impedisce ai batteri di infettare il feto, nulla può, invece, contro i piccolissimi virus o le sostanze tossiche come il fumo. La comunicazione tra il feto e la placenta non è però diretta in quanto il feto è allacciato a questo organo attraverso il cordone ombelicale, nel quale corrono i vasi sanguigni, quindi lo scambio di sostanze avviene attraverso le sottili pareti dei vasi. GRUPPO LA FASE FETALE cavità addominale placenta Cordone ombelicale Alla fine del secondo mese di gestazione l’embrione possiede già gli abbozzi di tutti gli organi; questo momento segna convenzionalmente l’inizio della fase fetale. E’ all’inzio del terzo mese che la madre comincia a percepire i movimenti che il feto compie quando si sposta o muove gli arti. Durante i mesi successivi il feto aumenta rapidamente di dimensioni e conseguentemente anche l’addome della madre aumenta in modo considerevole di volume. amnios utero vescica urinaria Dotto urinario Tappo mucoso vagina GRUPPO NASCITA 1 La durata media di una gravidanza è di circa 280 giorni.Quando il feto nasce prima del sesto mese e non è ancora vitale si parla generalmente di aborto.La gravidanza culmina nel parto che viene chiamato naturale se non c’è bisogno di un intervento chirurgico, in caso contrario si parla di parto cesareo. Nei parti naturali si hanno diverse fasi: nella prima fase (fase preparatoria) si verificano delle contrazioni uterine che hanno il fine di iniziare a spingere il feto fuori dall’utero e dal corpo materno. In una seconda fase (fase dilatatoria) la bocca dell’utero si dilata man mano in modo da consentire il passaggio del feto all’esterno attraverso delle contrazioni uterine sempre più forti e regolari; in questa fase, generalmente, le membrane che avvolgono il feto si rompono e il liquido amniotico incomincia ad uscire (rottura delle acque). Quando le contrazioni aumentano si ha l’ultima fase (fase espulsiva) e il feto arriva finalmente all’esterno. In realtà anche il feto contribuisce al parto sollecitando la parete uterina con i suoi movimenti (delle gambe, delle braccia e di tutto il corpo) e stimolandola in tal modo a contrarsi. Dopo l’espulsione del feto, o neonato, segue una fase che dura circa mezz’ora e che si chiama di secondamento: vengono cioè espulse la placenta e le membrane che avvolgono il feto, ossia gli annessi fetali. Non tutti i feti sono disposti nell’utero nella posizione ideale, cioè con la testa rivolta in basso: a volte il neonato si presenta invece con i glutei e in questi casi il parto è più difficile e si chiama podalico. 2 3 4 GRUPPO IL PIACERE Le forme del piacere e della sessualità sono diverse a seconda delle età della vita. Generalmente quando si pensa alla sessualità si pensa a quella di un adulto, ma ogni età ha delle caratteristiche diverse, dalla prima infanzia sino alla vecchiaia. Il piacere, infatti, non ha soltanto una dimensione biologica e non è soltanto legato all’eccitazione di alcuni centri del nostro cervello: esso è anche connesso alle diverse esperienze, emozioni, apprendimenti e aspettative. E’ sin dalla prima infanzia che il bambino prova piacere in alcune situazioni, ad esempio quando è nutrito, coccolato, tenuto a contatto del corpo materno. Ma anche nella prima infanzia il piacere ha una dimensione erotica, sia pure diversa da quella di un ragazzo o di un adulto. Il bambino non ha certo l’interesse per il sesso che può avere un giovane, anche perché non è stimolato da quella “tempesta” ormonale che si verifica nella pubertà; ma anche ai bambini piace essere tenuti stretti, accarezzati e baciati, delle sensazioni che in seguito evolveranno sempre più verso una dimensione erotica. Inoltre, sono normali, tra i 3 e i 12 anni, giochi come “papà e mamma”, “il dottore e l’infermiera”, ecc. dove la componente erotica si mescola alla curiosità per il corpo umano. In questo caso è necessario intervenire senza ansia o preoccupazione, perché i bambini non pensano di fare “qualcosa di male”, occorre invece sdrammatizzare ricorrendo al senso dell’umorismo. GRUPPO LA PUBERTA’ All’epoca della pubertà si verificano dei profondi cambiamenti del corpo e del comportamento dei ragazzi. Sino a questa età a parte gli organi genitali, non ci sono delle differenze molto rilevanti tra maschi e femmine e spesso, anche grazie ad una moda unisex, può essere difficile distinguere tra un bambino e una bambina. Nella specie umana l’inizio della pubertà si aggira intorno ai 10-13 anni nelle femmine e ai 13-15 anni nei maschi; tuttavia, il periodo in cui si manifestano i primi segni puberali presenta un’ampia variabilita’. L’inizio della pubertà, infatti, è influenzato da diversi fattori, per esempio dalla RAZZA: nel sud dell’Europa o nel nord dell’Africa la maturazione sessuale avviene molto prima e spesso ciò implica anche matrimoni anticipati. Molto importanti sono, inoltre, i FATTORI AMBIENTALI: fattori nutritivi (una dieta più ricca), l’esercizio fisico (sport, vita all’aria aperta), i messaggi a carattere sessuale che provengono e sono amplificati dai mass-media (pubblicità, film, fotografie), e anche, secondo certe ricerche recenti, un’aumentata presenza nell’ambiente degli estrogeni (ormoni sessuali femminili) di origine farmacologica. Esiste, soprattutto, una forte VARIABILITA’ tra gli individui del tutto normale. Come si può vedere, lo sviluppo non avviene per tutti alla stessa età ed alcuni possono essere più precoci o più tardivi di altri, senza che questi debbano necessariamente preoccuparsi. Tuttavia, a quest’età è naturale essere in ansia per quei cambiamenti che si sono verificati troppo in fretta o che non hanno ancora avuto luogo. La ragazza, per esempio, può preoccuparsi di avere un seno troppo grosso o troppo piccolo, dei fianchi tropo stretti o troppo larghi, mani troppo grandi, un naso prominente e così via. I maschi invece possono preoccuparsi per una voce ancora con toni acuti, per una barba che non cresce o per l’imbarazzo che è legato alle prime erezioni, per un passeggero turgore dei capezzoli che però scompare dopo qualche mese. Ragazzi e ragazze possono, infine, preoccuparsi per l’acne giovanile. LA VARIABILITA’ NELLO SVILUPPO DELLE RAGAZZE • • • La figura è stata ricavata da fotografie eseguite presso l’istituto di Pediatria dell’Università di Londra. Le tre ragazze hanno la stessa età cronologica di 12 anni e 9 mesi. Esse però hanno un aspetto e un grado di sviluppo diversi. Possiamo dire che le tre ragazze, pur essendo nate lo stesso giorno, hanno una diversa età biologica. La prima a sinistra non ha ancora raggiunto la pubertà e non ha ancora sviluppato alcuni caratteri tipici del suo sesso. La seconda è in piena pubertà. La terza ha già completato il suo sviluppo. Tutte e tre le condizioni sono perfettamente normali. LA VARIABILITA’ NELLO SVILUPPO DEI RAGAZZI • • • L’età in cui inizia lo sviluppo e avviene anche il caratteristico “balzo” in altezza varia non solo da individuo a individuo, ma, in modo molto più spiccato, dai maschi alle femmine. La figura mostra tre ragazzi che hanno la stessa età cronologica di 14 anni e 9 mesi. Anch’essi hanno però tre diversi gradi di sviluppo tutti perfettamente normali: il primo non ha ancora iniziato il suo sviluppo. Il secondo è in pieno sviluppo. Il terzo è completamente sviluppato. Le tre coppie di maschi e femmine sono , in quanto a sviluppo, equivalenti; tuttavia le ragazze sviluppano in genere due anni prima dei maschi GRUPPO IL RUOLO DELL’IPOFISI Le trasformazioni fisiologiche che avvengono nella pubertà, dipendono da un incremento della secrezione di ormoni da parte dell’ipofisi. Questa ghiandola endocrina è costituita da due lobi, uno anteriore (adenoipofisi) e uno posteriore (neuroipofisi) collegato tramite un peduncolo ad una parte del cervello l’ipotalamo. L’attività dell’ipofisi è controllata da sostanze prodotte dal cervello, la cui natura non è ancora ben conosciuta, e che giungono alla ghiandola attraverso i vasi sanguigni che arrivano dall’ipotalamo. In risposta a queste stimolazioni cerebrali, l’ipofisi produce diversi ormoni che sono immessi nel circolo sanguigno. Tra gli ormoni prodotti dall’ipofisi sono di fondamentale importanza per la maturazione sessuale e per il processo riproduttivo gli ormoni gonadotropici, perché agiscono sulle gonadi inducendone la crescita e la maturazione. Gli ormoni sessuali stimolano, insieme con altri ormoni dell’organismo, la crescita delle ossa, dei muscoli e dei vari organi: evento che porta alla crisi di crescenza, espressione che si riferisce all’intensificato ritmo di accrescimento della statura e del peso all’inizio dell’adolescenza, e che procede in modo diverso nei due sessi e porta pure a caratteristiche fisiologiche diverse nei due sessi (per esempio: la circolazione, la respirazione, la capacità di sopportare la fatica, ecc.). Unitamente allo sviluppo fisico anche le capacità cognitive si modificano, diventando sempre più complesse e articolate. Mentre il bambino percepisce l’aspetto immediato e concreto delle cose, l’adolescente comincia a cogliere anche l’aspetto ipotetico che esse potranno o potrebbero assumere. Anche sul piano psicologico-sociale si hanno radicali mutamenti nei comportamenti: si assiste al progressivo allontanamento dalle figure parentali (i genitori) e alla loro sostituzione con il gruppo dei pari (i coetanei), con i quali si sente di condividere le proprie emozioni più liberamente. IPOFISI L’ipotalamo controlla l’attività dell’ipofisi, la quale a sua volta induce un diverso sviluppo dell’apparato scheletrico, delle ghiandole mammarie e delle ghiandole sessuali nei due sessi durante la pubertà ipotalamo GRUPPO LA PUBERTA’ NEL MASCHIO Nel maschio, i segnali chimici provenienti dall’ipofisi, determinano la maturazione dei testicoli, i quali cominciano a produrre sia il testosterone (l’ormone sessuale maschile), sia gli spermatozoi (spermatogenesi). Il testosterone è il responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari quali: la crescita della barba, dei peli sul torace e sull’addome e dei peli pubici, la maturazione delle vescicole seminali e della prostata, l’accrescimento scheletrico e lo sviluppo muscolare, la modificazione del timbro della voce (dovuta a un ingrossamento della laringe, il “pomo d’Adamo”, e all’allungamento e ispessimento delle corde vocali). Contemporaneamente si ha la crescita del pene e la spermatogenesi, la quale tuttavia inizialmente produce un liquido seminale povero di spermatozoi e quindi poco adatto alla riproduzione. Questo liquido è espulso attraverso il pene anche involontariamente nel sonno, durante le cosiddette polluzioni notturne, o mediante l’autostimolazione dei genitali (masturbazione). GRUPPO LA PUBERTA’ NELLA FEMMINA Nelle bambine la pubertà è generalmente più precoce che nei maschi ed inizia con lo sviluppo delle mammelle, che si verifica in genere intorno agli 11 anni. Circa un anno dopo, intorno ai 12-13 anni, compare la prima mestruazione o menarca. Nei primi anni il ciclo mestruale (vedi testo) è irregolare e la maturazione delle uova nelle ovaie avviene in genere due o tre anni dopo quei cambiamenti ormonali che portano alla prima mestruazione. Anche nella femmina la pubertà inizia quando l’aumentata produzione di ormoni gonadotropi da parte dell’ipofisi determina la maturazione delle ovaie, che comincino così a produrre gli ormoni sessuali femminili: estrogeni e progesterone. Alcune ragazze durante le mestruazioni hanno sintomi spiacevoli: emicranie, mal di testa, mal di schiena e crampi, che tendono tuttavia a scomparire con il tempo. Soprattutto gli estrogeni stimolano lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari: lo sviluppo delle mammelle, si allarga il bacino e aumentano le dimensioni dell’utero e della vagina, si ha la crescita dei peli nel cavo ascellare e sul pube, compaiono le tipiche curve del corpo femminile in conseguenza della distribuzione dei pannicoli adiposi prevalentemente sui fianchi e intorno alle cosce. OVAIA E CICLO OVARICO GRUPPO 1°-A partire dal 1° giorno del ciclo l’ovulo comincia a svilupparsi all’interno di un ammasso di cellule germinative chiamate follicolo. 2°- Man mano che il follicolo cresce aumenta di volume e si riempie del cosiddetto liquido follicolare. Nella prima parte del ciclo l’ipofisi secerne l’ormone follicolostimolante (FSH), il follicolo matura e cresce la produzione di ormoni estrogeni, che stimolano la mucosa uterina a crescere per favorire l’impianto di un uovo (fase proliferativa). FSH LH maturazione del follicolo ovulazione corpo luteo estrogeni progesterone mucosa uterina mestruazione proliferazione secrezione 3°- Giunto a maturazione dopo 14-15 giorni, sotto la pressione del liquido il follicolo si rompe e da esso fuoriesce un uovo maturo grande come un granello di zucchero (ovulazione). 4°- Dopo l’ovulazione il follicolo vuoto dà origine ad una masserella di colore giallastro chiamata corpo luteo, che si mantiene per circa 10 giorni. Nella seconda parte del ciclo l’ipofisi secerne l’ormone luteinizzante (LH), che induce il corpo luteo a produrre il progesterone, e questo a sua volta favorisce la fase secretiva della mucosa uterina, cioè si trasforma in un tessuto soffice e ricco di vasi sanguigni. giorni CONTINUA CONTINUO: CICLO OVARICO ovocita mucosa uterina (endometrio) ovaia Tuba di Falloppio Utero organo muscolare che può dilatarsi per contenere il feto collo dell’utero vagina Se invece l’uovo viene fecondato il corpo luteo non regredisce e continua a produrre il progesterone. Di conseguenza le pareti dell’utero restano soffici e ricche di vasi sanguigni. Tutto ciò favorisce l’annidamento dell’uovo fecondato e la formazione dell’abbozzo embrionale. 5°- Man mano che il corpo luteo regredisce, non produce più il progesterone. In assenza di progesterone la spessa parete dell’endometio si rompe e viene via via eliminata attraverso la vagina. Inizia così una sorta di emorragia mensile, detta mestruazione, che normalmente dura 4-5 giorni e può essere accompagnata da dolori al basso ventre, più o meno intensi. Il ciclo ovarico si ripete ogni 28 giorni circa, dalla pubertà alla menopausa, che corrisponde alla cessazione del periodo della fertilità della donna. futura placenta ovocita futuro embrione Rivestimento della palcenta IPOFISI, CICLO, GRAVIDANZA Il ciclo mestruale è un processo 1 molto complicato regolato da 4 ormoni. Esso inizia quando l’ipofisi produce il 1° ormone (FSH), che stimola l’ovaia; l’ovaia a sua volta risponde a questo stimolo producendo l’ormone estrogeno. Quest’ultimo stimola l’ipofisi a produrre il 3° ormone (LH), che, a sua volta, stimola l’ovaia alla ovulazione e a iniziare la produzione del 4° ormone, il 4 Progesterone. A questo punto il ciclo può evolvere in due modi: 1) se non è avvenuta la fecondazione, cessa la produzione del progesterone e, in seguito, si hanno le mestruazioni; 2) se, invece, è 3 avvenuta la fecondazione, l’uovo si impianta nell’utero, che produce un 5° ormone, chiamato HCG, indispensabile alla gravidanza. Infine, alla nascita, l’ipofisi verrà stimolata a produrre un 6° ormone, detto Prolattina, che induce le ghiandole mammarie a secernere il Latte. GRUPPO MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE La sessualità ha diversi aspetti, da quelli piacevoli legati al rapporto fisico e all’amore a quelli legati alla riproduzione e alla nascita di un figlio. Ma vi sono anche degli aspetti spiacevoli che riguardano la sfera delle cosiddette malattie sessuali, perché vengono trasmesse nel corso dei rapporti tra persone di sesso opposto o anche dello stesso sesso. Anche nel passato gli uomini compresero ben presto che attraverso i rapporti sessuali potevano essere trasmesse delle malattie più o meno gravi: malattie che in alcuni casi potevano diventare quasi epidemiche e minacciare la sopravvivenza di una collettività. Fu questo, ad esempio, il caso della sifilide. Questa malattia comparve, per la prima volta nel 1495, quando Carlo VIII di Francia cinse d’assedio la città di Napoli. Si disse che i marinai di Cristoforo Colombo, contratto il morbo nelle Indie Occidentali, lo avessero trasmesso al loro ritorno agli spagnoli di Napoli i quali, a loro volta, ne contagiarono i francesi (nota curiosa: i francesi chiamavano la malattia “napoletana”, mentre gli spagnoli la indicavano come “mal francese” GRUPPO GONORREA O BLENORRAGIA E’ una malattia legata ad un batterio, il GONOCOCCO, che si sviluppa qualche giorno dopo un rapporto sessuale. Nel maschio si verifica un’infiammazione dell’uretra (il canale urinario del pene) cosicché l’urinare risulta doloroso e viene eliminata una secrezione biancastra o giallastra. Nella donna invece si hanno le cosiddette perdite bianche o LEUCORREA. La gonorrea è fortemente contagiosa e una dei due partner può contagiare l’altro. In passato la maggiore causa di diffusione della gonorrea era la prostituzione, tant’è che le prostitute - che vivevano nelle cosiddette case di tolleranza - venivano periodicamente controllate dal medico per accertare che non fossero infette. Questa malattia non curata poteva portare non solo alla sterilità ma anche a gravi infiammazioni croniche dell’apparato urinario. Oggi la gonorrea, che in passato produceva notevoli danni,viene curata con una semplice iniezione di ANTIBIOTICI o con SULFAMIDICI. GRUPPO SIFILIDE Una malattia più seria della gonorrea è invece la sifilide o lue. Oggi questa malattia è più rara della gonorrea anche se è in aumento. Anche la sifilide viene trasmessa per via sessuale ed è causata da una spirocheta (il Treponema pallidum). Questa malattia, al giorno d’oggi, resta limitata al suo primo stadio, quando si manifesta come una tumefazione ulcerosa sui genitali. In passato la sifilide, che oggi viene curata con diversi ANTIBIOTICI,si diffondeva a tutto l’organismo attraverso il sangue e passava ad una forma “secondaria” e infine “terziaria” in cui generalmente attaccava anche il sistema nervoso, producendo delle gravi patologie del comportamento, simili alla pazzia. La sifilide, inoltre, veniva trasmessa al neonato quando la madre ne era affetta e questi poteva nascere con delle “tare”, ossia delle lesioni alla pelle, alle ossa, all’udito e anche dei disturbi mentli. GRUPPO L’AIDS: CHE COS E’ Anche oggi i rapporti sessuali casuali, cioè con persone che si prostituiscono o con partner pressoché ignoti, sono a rischio in quanto possono essere causa di una malattia sessuale. Tuttavia, il pericolo maggiore odierno è quelo del contagio dell’AIDS o sindrome di immunodeficienza acquisita, una malattia che può essere anche trasmessa per via sessuale. Questa infezione comporta una diminuzione delle capacità di difesa dell’organismo che generalmente vengono assicurate dal nostro sistema immunitario, cioè dal timo (la ghiandola alla base del collo) e dai linfociti, alcune delle cellule bianche del nostro sangue. Le difese immunitarie consentono di lottare contro le infezioni prodotte dai batteri o dai virus, ma servono anche neutralizzare, distruggendole, quelle cellule tumorali che possono formarsi nel nostro corpo, impedendo che proliferino dando luogo ad un tumore . Eccetto il cuore e l’aorta gli organi disegnati rappresentano il sistema linfatico che costituisce anche il sistema immunitario GRUPPO DA COSA E’ CAUSATA Nelle persone che sono colpite dall’AIDS, il virus HIV (Human Immunodeficiency Virus) distrugge le cellule del sistema immunitario cosicché queste non sono più in grado di svolgere il loro ruolo. In tal modo le infezioni batteriche o virali non vengono più neutralizzate e l’organismo è preda di vari tipi di infezioni, da quelle del sistema respiratorio (polmoniti) a quelle del sistema intestinale (diarree batteriche) a quelle che interessano il sistema nervoso (meningiti, ecc.). Oltre a queste infezioni, nell’organismo colpito dall’AIDS possono manifestarsi dei tumori, soprattutto quelli della pelle, come linfomi o malattia di Kaposi, caratterizzata dal diffondersi di bubboni sul corpo del malato. Una foto al microscopio elettronico con colori convenzionali di un virus HIV nella fase di attacco a una cellula immunitaria. GRUPPO SIEROPOSITIVITA’ E MALATTIA Essere portatori del virus HIV, cioè essere stati contagiati dal virus, non significa però avere l’AIDS: in questa fase l’individuo è sieropositivo, cioè il suo sistema immunitario denuncia, con la produzione di anticorpi anti-HIV, che l’organismo è entrato in contatto con il virus. Questa fase “silenziosa” può durare molti anni, prima che si passi alla vera e propria malattia detta AIDS. Al momento attuale non è certo se tutti gli individui sieropositivi siano destinati a sviluppare inesorabilmente, prima o poi, la malattia vera e propria e siano quindi destinati ad entrare nella seconda fase che culmina con l’AIDS. Comunque, una volta entrato nella fase della malattia conclamata, gradualmente l’organismo soccombe e il malato di AIDS muore inevitabilmente. Al giorno d’oggi, infatti, non esiste una terapia per questa grave malattia. Gemmazione del virus HIV, responsabile dell’AIDS, sulla superficie di un linfocita fotografato al microscopio elettronico. GRUPPO L’AIDS SI PUO’ TRASMETTERE se utilizzi la siringa di altri Se scambi lo spazzolino da denti e ... se fai l’amore con portatori … il rasoio o altri oggetti taglienti con la gravidanza da madre a figlio GRUPPO L’AIDS NON SI TRASMETTE se fai l’amore usando il preservativo se baci e abbracci se giochi con portatori se ti punge un insetto se vivi con portatori GRUPPO IDENTITA’ SESSUALE L’essere maschio o l’essere femmina non riguarda solo le funzioni riproduttive o l’atto sessuale in sé, ma anche i nostri ruoli sociali, i modi cioè con cui le persone dell’uno o dell’altro sesso agiscono ed hanno rapporti tra di loro in varie situazioni e contesti. La sessualità influisce anche sull’immagine che abbiamo di noi stessi come uomini e come donne, vale a dire sulla nostra identità sessuale. Ogni cultura e ogni generazione, infatti, stabilisce cosa sia tipicamente maschile o tipicamente femminile e può essere più o meno tollerante nei confronti di chi si discosta da queste caratteristiche. Ognuno di noi, inoltre, ha un suo modo personale di vivere la sessualità, propria ed altrui, e di “interpretare” le norme sociali che riguardano i ruoli sessuali. Le differenze in questo campo sono perciò più complesse e variabili di ciò che può sembrare a prima vista. SESSO GENETICO GRUPPO Ogni cellula ha un suo nucleo che contiene i cromosomi: dei sottili filamenti che racchiudono le informazioni ereditarie e che determinano le caratteristiche del nostro corpo. Nella specie umana vi sono 46 cromosomi in ogni cellula organizzati in 23 coppie : 22 coppie sono uguali nel maschio e nella femmina , invece la coppia dei cromosomi sessuali è diversa. Nelle donne , infatti , i cromosomi sessuali sono di tipo XX mentre nell’uomo XY. cromosomi sessuali dei genitori gameti cromosomi sessuali dei figli CONTINUA CONTINUO: SESSO GENETICO Quando nei testicoli e nelle ovaie si formano le cellule sessuali, spermatozoi e ovuli , attraverso un processo chiamato meiosi si ha il dimezzamento dei cromosomi ; cioè i nuclei di queste cellule possiedono un solo cromosoma di ogni coppia , inclusa quella dei cromosomi sessuali (1, 2, 3, 4, 5). Tuttavia, quando nella fecondazione le due cellule germinali si fondono (6, 7), la nuova cellula originata, detta zigote ( 8 ), ha i 46 cromosomi tipici della specie organizzati in 23 coppie. Lo zigote, suddividendosi in tante altre cellule, a sua volta darà inizio allo sviluppo embrionale. CONTINUA CONTINUO: SESSO GENETICO La prima differenza sessuale riguarda proprio le nostre cellule riproduttrici: tutti gli ovuli contengono un solo cromosoma X; al contrario il 50% degli spermatozoi hanno il cromosoma X e l’altro 50% il cromosoma Y. Quindi al momento della fecondazione si hanno due eventi ugualmente possibili: la formazione della coppia XX, da cui nasce una femmina, oppure la coppia di cromosomi XY da cui nasce un maschio. GRUPPO SESSO GONADICO Nel corso del 1° mese di gravidanza cominciano già a formarsi delle gonadi primordiali: un apparato riproduttore appena abbozzato simile in entrambi i sessi. Al secondo mese di gravidanza però entra in funzione il gene SRY situato sul cromosoma Y. Questo gene permette, nel maschio, la completa trasformazione delle gonadi iniziali in testicoli, che secernono ormoni maschili, stimolando così la crescita del pene e dello scroto. Nella femmina questo processo non avviene ma le gonadi matureranno lentamente trasformandosi così in ovaie. Gonade primordiale indifferenziata GRUPPO SESSO ENDOCRINO Gli embrioni , i feti, i neonati, i bambini, gli adolescenti e gli adulti hanno delle caratteristiche fisiche e sessuali che sono stabilite dal gioco dei cromosomi sessuali, ma che in realtà dipendono in gran parte da alcune molecole chimiche, gli ormoni sessuali maschili e femminili prodotti rispettivamente dai testicoli e dalle ovaie. Il testosterone promuove lo sviluppo del pene e dello scroto e in generale dei caratteri sessuali secondari maschili. Nella femmina, invece , l’assenza degli ormoni androgeni fa si che si sviluppino le ovaie e queste, a loro volta, secernano gli ormoni femminili , estrogeni e progesterone, che determinano i caratteri sessuali secondari femminili. Raramente può accadere che nascano bambini che pur essendo geneticamente maschi o femmine , hanno degli organi sessuali dalle caratteristiche incerte più simili a quelle del sesso opposto. Questo evento si chiama ermafroditismo PIU’ ALTI molecola dell’ormone della crescita Al microscopio estradiolo e testosterone, ormoni sessuali femminile e maschile GRUPPO SESSO PSICOLOGICO Con l’adolescenza compaiono altre differenze sessuali: una di queste riguarda il sesso psicologico , cioè l’identità sessuale di un individuo e il tipo di orientamento che ha verso l’altro sesso . Per esempio la maggior parte dei maschi sono attratti da stimoli simili a quelli della figura A, mentre altri provano più interesse per quelli simili alla figura B, viceversa per le femmine. L’omosessualità implica una preferenza sessuale predominante e persistente per persone dello stesso sesso e un’assenza o debolezza di eccitazione nei riguardi del sesso opposto. Tuttavia la stessa definizione “preferenza predominante e persistente” implica che vi possano essere delle fasi passeggere in cui si possono verificare delle attrazioni fra persone dello stesso sesso che non comportano una vera e propria condizione di omosessualità. ETERO E OMOSESSUALITA’ Oggi molti sessuologi considerano il comportamento sessuale nell’ambito di un arco continuo: ad una estremità vi sarebbero coloro che sono nettamente eterosessuali, all’altra estremità coloro che sono nettamente omosessuali e, al centro, un certo numero di bisessuali o di persone che pur essendo eterosessuali hanno avuto o hanno ancora delle esperienze di tipo omosessuale per motivi che possono essere diversi da un caso all’altro. Vi sono, infine, i transessuali, cioè individui che si sentono psicologicamente appartenenti al sesso opposto tanto da ricorrere anche ad un intervento chirurgico, per modificare le caratteristiche dei propri genitali. GRUPPO LA SESSUALITA’ TRA ISTINTO E APPRENDIMENTO L’amore viene spesso definito come un istinto e così la sessualità, il comportamento materno o l’attaccamento verso i figli. In questo modo si ipotizza che la sessualità rappresenti una pulsione simile alla fame o alla sete, cioè che sia una necessità essenziale per la sopravvivenza dell’individuo e della specie: una pulsione, un istinto, che è iscritta nel cervello e che stimola dei comportamenti in modo quasi automatico; come quando il livello di zucchero nel nostro sangue si abbassa oltre una certa soglia e noi sentiamo fame, oppure quando la concentrazione di sale nel nostro sangue è troppo elevata e proviamo sete. Questi comportamenti sono quindi qualcosa di istintivo che dipende da dei meccanismi nervosi più o meno automatici. In molte specie animali la sessualità fa capo ad un’organizzazione simile: ad esempio, quando i livelli di ormoni maschili sono elevati, il maschio in presenza della femmina diventa eccitato e tenta di accoppiarsi con lei. Anche nella nostra specie gli ormoni giocano un ruolo simile e così alcuni meccanismi nervosi. Tuttavia la sessualità non è soltanto un istinto, ossia una forza cieca che ci spinge a provare attrazione verso un partner sessuale e, in ultima analisi, a riprodurci. Come sappiamo, il comportamento sessuale e l’amore dipendono anche da altri fattori. GRUPPO STORIA NATURALE DEL CERVELLO Se studiamo la storia del cervello, e cioè le trasformazioni che si sono verificate nel tempo nelle varie specie animali, potremmo vedere che man mano a delle parti o stutture più semplici ed essenziali si sono aggiunte nuove strutture più complicate. Attraverso un processo di lenta ma continua crescita e trasformazione il sistema nervoso è così passato da una forma allungata e sottile, tipica dei vertebrati più antichi, a strutture meno antiche, il cosidetto paleoncefalo o “cervello vecchio”che è presente nei mammiferi più semplici come un topo o una scimmia primitiva. Infine, nei mammiferi più evoluti e soprattutto nell’ uomo, esiste un “nuovo” cervello o neoencefalo, che ha portato allo sviluppo di una grande corteccia cerebrale, sede della nostra mente e dei nostri comportamenti più complicati. Anche se con la dovuta cautela una ricapitolazione di questa incredibile evoluzione la si può riconoscere nello sviluppo cerebrale neonatale e postnatale e dal confronto tra il cervello dei ragazzi e quello degli adulti. tartaruga pollo embrioni a confronto cane uomo Encefalo Bulbo olfattivo Midollo spinale EVOLUZIONE DEL CERVELLO Vista dall’alto Sezione longitudinale Corteccia primitiva Pesce Sezione trasversale Neocorteccia in espansione Paleocorteccia Rettile evoluto Con l’evoluzione dei primi mammiferi la superficie della neocorteccia seguita a crescere mentre la paleocorteccia dei rettili si ripiega su se stessa Neocorteccia Mammifero primitivo Mammifero evoluto Nei mammiferi superiori e nell’uomo la neocorteccia seguita a crescere e la paleocorteccia dei rettili viene racchiusa all’interno degli emisferi cerebrali dove forma il sistema limbico GRUPPO I TRE STRATI DEL CERVELLO pensiero, apprendimento complesso Il nostro cervello può essere paragonato a tre grosse bucce di cipolla sovrapposte, tre diversi cervelli che si fondono tra di loro. • 1) L’encefalo più primitivo, o spino midollare, compare per la prima volta nei pesci ed è formato da un tratto di midollo spinale e da due emisferi cerebrali molto piccoli. • 2) Il paleoencefalo compare negli anfibi e soprattutto nei primi rettili. Esso consiste in nuova corteccia capace di analizzare stimoli sensoriali più complessi che provengono dall’ambiente terrestre. • mammiferi più evoluti, uomo mammiferi primitivi, rettili Emotività, affettività, istinti primi cordati Comportamenti stereotipati, riflessi 3) Anche la paleocorteccia dei rettili è destinata ad essere sostituita da una corteccia ancora più recente che compare nei mammiferi. Giungiamo così all’evoluzione del neoencefalo. Nei mammiferi evoluti e nell’uomo, ciò che resta del paleoencefalo “accartocciato” dei rettili è racchiuso dentro il volume degli emisferi dove forma il sistema limbico. Infine, nei mammiferi più evoluti, e soprattutto nelle scimmie e nell’uomo, la neocorteccia continua a crescere fino a ripiegarsi su se stessa dando luogo a emisferi rugosi, contemporaneamente, però, si riduce l’importanza dei bulbi olfattivi. LA MACCHINA PER PENSARE sistema limbico emisfero destro specializzato nelle funzioni spaziali Emisfero sinistro specializzato nel linguaggio talamo Corteccia cerebrale Il corpo calloso stabilisce i collegamenti trasversali tra i due emisferi. All’interno del talamo è localizzato l’ipotalamo CERVELLO SPINO MIDOLLARE La “buccia”più interna, detta “spinomidollare”, perché le sue strutture sono localizzate nel midollo spinale, all’interno della colonna vertebrale e si spingono sino alla base del cervello, rappresenta il livello più antico del cervello ed è la sede dei riflessi. Questo tipo di sistema nervoso è già presente nei vertebrati più primitivi, i cosidetti “cordati”, organismi dotati di una corda dorsale da cui è evoluta la nostra colonna vertebrale. Anche la specie umana conserva le tracce di questa organizzazione nervosa: molti comportamenti riflessi come allontanare la mano da una superficie che brucia, respirare, vomitare se con un dito si stimola la gola rappresentano dei comportamenti che ci sono utili, che avvengono in modo inconscio e che ci consentono di sopravvivere. Una parte dei nostri comportamenti sessuali si svolgono a questo livello, in modo quasi automatico: per esempio, la stimolazione tattile dei genitali può portare ad un’ erezione anche in mancanza di stimoli erotici, cioè di una compartecipazione della nostra mente. IL SISTEMA NERVOSO: DAI CORDATI AI VERTEBRATI Vescicola cerebrale Tubo neurale Corda dorsale Lo schema generale di organizzazione dei cordati e dei vertebrati è somigliante. A causa della loro comune origine, i sistemi nervosi di un anfiosso, di un pesce e di un mammifero presentano evidenti omologie. Encefalo Anfiosso L’anfiosso, lungo 5-7 cm, è il tipico rappresentante dei cordati, i quali devono il loro nome alla corda dorsale; la corda dorsale è un cordone longitudinale unitario e di natura elastica che sorregge un rudimentale sistema nervoso. Dalla corda dorsale dei cordati ha avuto origine, 500 milioni di anni fa, la colonna vertebrale dei pesci; la colonna vertebrale è formata da una serie di vertebre indipendenti e articolate tra loro. Midollo Colonna spinale vertebrale Colonna vertebrale encefalo Pesce Mammifero Il corpo affusolato dei pesci ricorda ancora quello dell’anfiosso, e la colonna vertebrale è un asse che si trova al centro del corpo; nei mammiferi terrestri invece la colonna vertebrale è in posizione dorsale e il loro corpo è sospeso ad essa come ad un ponte IL PALEOENCEFALO La seconda “buccia di cipolla” è sovrapposta alle strutture spinomidollari e si chiama paleoencefalo l’ antico cervello che è tipico dei rettili e dei mammiferi più primitivi. Questa parte del sistema nervoso è responsabile degli istinti, cioè dei comportamenti, come l’ aggressività, il comportamento materno o la sessualità, che si accompagnano ad emozioni e che sono cioè meno automatici dei comportamenti che dipendono dalle strutture spinomidollari. La “centralina” nervosa che controlla le pulsioni istintive è una formazione che si chiama ipotalamo, che ha il volume di una nocciola ed è situato nelle profondità del nostro cervello: è l’ ipotalamo, suddiviso in diversi centri, che induce la fame o la sete, l’ emotività o la calma, il desiderio sessuale o la sua assenza, anche in quanto stimola l’ipofisi, la ghiandola alla base del cervello che produce gli ormoni che a loro volta stimolano i testicoli e le ovaie. L’ipotalamo è inoltre collegato a dei centri nervosi che se stimolati inducono una sensazione di piacere. Gran parte delle nostre pulsioni sessuali e delle emozioni che esse suscitano sono legate alla presenza di queste antiche strutture che spesso possono spingerci a ricercare delle sensazioni che sono in contrasto con le regole della nostra educazione. IL NEOENCEFALO L’ultima “buccia di cipolla”, lo strato più esterno, è quello costituito dalla corteccia cerebrale, la parte del cervello più recente in termini di storia evolutiva. La corteccia cerebrale fa parte del neoencefalo ed è particolarmente sviluppata nell’uomo: è qui che hanno sede memorie ed apprendimenti, creatività ed astrazione, ma è anche qui che ha sede la nostra capacità di fantasticare e di raffigurarci delle situazioni erotiche. Insomma, la corteccia cerebrale è responsabile di quelle fantasticherie sessuali che, da sole, anche in assenza di un partner possono eccitarci. GRUPPO I TRE LIVELLI DEL COMPORTAMENTO SESSUALE Quindi esistono tre diversi livelli del comportamento sessuale che possono anche avere una certa autonomia l’uno dall’altro: il primo e più semplice è riflesso e risponde a stimoli tattili; il secondo è sensibile agli ormoni ed a stimoli più complessi come la vista, l’olfatto, ecc.; il terzo è il più complesso perché ci permette di produrre da noi stessi delle immagini eccitanti come anche di frenare la nostra sessualità. Infatti è la nostra corteccia cerebrale, cioè la nostra educazione, le norme che ci siamo dati, che può indurci ad obbedire a delle regole anche rigide e persino a fare a meno della sessualità o a sublimarla in altre imprese o ideali. III livello corteccia cerebrale II livello ipotalamo I livello riflesso GRUPPO UN CERVELLO PER OGNI SESSO? Da questo punto di vista si possono riconoscere tre tipi di differenze: Corpo calloso • differenza di volume e quindi di peso a causa del fatto che il corpo dell’uomo in media è più pesante di quello della donna. Tuttavia questa differenza non ha nulla a che vedere Ipotalamo con l’intelligenza in quanto è noto che sono esistiti ed esistono uomini geniali con un cervello di piccole dimensioni. • Un’altra differenza riguarda invece i due emisferi cerebrali: in entrambi i sessi la metà sinistra è specializzata nel linguaggio e nelle funzioni logiche, quella destra in quelle emotive, percettive ed empatiche. Le due metà del cervello sono però unite da un ponte di fibre nervose, il corpo calloso, in cui si ha uno scambio di informazioni tra le due parti. Numerose ricerche hanno dimostrato che nella donna il corpo calloso è più voluminoso, il che comporta una maggiore integrazione tra le funzioni dei due emisferi, e quindi un diverso modo di affrontare la realtà e di emozionarsi. • Un’ultima differenza è connessa alla fisiologia della donna: il ciclo ovarico e mestruale dipendono dalle secrezioni ormonali dell’ipofisi. Gli ormoni ipofisari stimolano sia le gonadi maschili che quelle femminili. Ma l’ipofisi, a sua volta, risponde agli ordini che le impartisce l’ipotalamo, un nucleo del cervello. Questi ordini sono di tipo ciclico nella donna e in generale negli animali di sesso femminile e di tipo continuo nel maschio in cui la produzione ormonale non è ciclica. GRUPPO LA MENTE DEI RAGAZZI Perché i ragazzi fanno “di testa loro”? La grande diversità tra bambini, adolescenti e adulti sta nel cervello, dicono eminenti neurologi americani. Ecco cosa hanno scoperto. • Materia grigia in crescita. Arthur Toga, dell’Università della California, usando la tecnica della risonanza magnetica ha osservato come cambia il cervello tra l’infanzia e l’adolescenza. In bambini di 3-6 anni aveva visto l’iniziale “fioritura” di fibre nervose, soprattutto nella corteccia frontale (pianificazione delle azioni). Oggi gli stessi soggetti, in età puberale, sono stati riesaminati. Risultato: exploit delle aree cerebrali che controllano l’organizzazione del linguaggio. • Reazioni sconsiderate. Perché i ragazzi reagiscono in modo eccessivo a certi stimoli, per esempio la paura? Secondo Deborah Todd del Brain Imaging Center, Massachusetts:”Gli spaventi interessano una parte del sistema limbico: l’amigdala, che genera la reazione istintiva. Quest’ultima, però, negli adulti viene “mediata” dai lobi frontali, sede del ragionamento; nei giovani, invece, la ragione influisce meno perché i lobi frontali sono immaturi”. A 10-12 ANNI i lobi frontali, sede dell’attenzione e delle capacità di giudizio, sono ancora molto immaturi. A 10-12 ANNI le aree parietali, sede dell’abilità visiva e spaziali, raggiungono un picco. In seguito decrescono. A 20 ANNI le connessioni nervose dei lobi frontali raggiungono la loro conformazione definitiva. A 20 ANNI le aree che presiedono l’organizzazione del linguaggio hanno avuto un notevole picco di crescita. GRUPPO IL PIACERE Una parte del nostro cervello, l’ipotalamo, stimola la ghiandola ipofisi a produrre degli ormoni che inducono le ghiandole sessuali a produrre a loro volta altri ormoni, quelli sessuali. Questi ultimi hanno un ruolo importante nella nostra sessualità. Infatti con la pubertà gli ormoni accendono il desiderio facendo sì che nel corso dell’adolescenza esso si manifesti in tutta la sua forza. I maschi, in particolare, sono coinvolti dalla comparsa di erezioni (notturne e al mattino quando sono appena svegli) e da polluzioni notturne (o eiaculazioni notturne: nel corso di un sonno profondo o di un semi-sonno viene emesso del liquido spermatico senza che il giovane se ne renda conto) prima ancora che la loro mente venga coinvolta dal desiderio e dall’erotismo. L’erezione e le polluzioni notturne sono prevalentemente un fatto riflesso, un segno che l’ormone sessuale maschile è entrato in funzione e ha innescato quei meccanismi che nel midollo spinale portano all’erezione. Certamente un aspetto fondamentale della sessualità è che essa comporta un intenso piacere, una sensazione che ha origine nei cosiddetti “centri del piacere”, dei nuclei nervosi che si trovano in quella parte del cervello chiamata ipotalamo. Questi centri vengono stimolati anche da alcune droghe come l’eroina i cui effetti, inizialmente, sono piacevoli e pertanto intrappolano i giovani in una tossicodipendenza che man mano porterà sensazioni sempre meno piacevoli e sempre più negative. Il piacere dell’eccitazione sessuale fa sì che un giovane possa ricorrere alla masturbazione per procurarselo. Su questo comportamento esistono opinioni diverse: c’è chi lo condanna severamente e chi invece lo considera un fatto normale. Anche se la masturbazione entro certi limiti non è in sé un fatto patologico di cui bisogna preoccuparsi, tuttavia la sessualità matura è soprattutto una forma di comunicazione poiché implica un rapporto emotivo o affettivo con un’altra persona. Comportamenti e sensazioni sono però diversi nei maschi e nelle femmine. LA MASTURBAZIONE Soprattutto nel passato la masturbazione veniva considerata in termini molto negativi, spesso come una forma di malattia che avrebbe indebolito l’organismo e addirittura originato altri disturbi come la pazzia. Questa concezione era in gran parte legata al fatto che molto spesso la masturbazione veniva praticata senza inibizione dai malati di mente e dai gravi ritardati mentali. In realtà, se questo comportamento viene manifestato in pubblico o è molto frequente, rappresenta il sintomo di un disturbo e non la causa di esso. Oggi sappiamo che la masturbazione non soltanto non è la causa di malattie disastrose ma non riesce a produrre neppure un foruncolo; ciò nonostante il “piacere solitario” è spesso fonte di disapprovazione da parte degli adulti e di ansietà per i ragazzi. Può essere vissuto come qualcosa di squallido e sporco perché viene disapprovato, oppure come una dimostrazione della propria mancanza di volontà in quanto si fanno dei tentativi per smettere ma non ci si riesce. C’è anche chi (soprattutto tra i ragazzi e le ragazze più grandi) si sente sminuito in quanto avverte che questa sua attività è un ripiego in mancanza di meglio, oppure un modo sbrigativo (una abitudine) per far fronte alla noia, alla solitudine o alla rabbia. Ed effettivamente, se la masturbazione ha tra i suoi esiti anche quelli di allentare la tensione fisica e di “consolare”, non soddisfa però altre aspirazioni fondamentali come il desiderio di intimità e di amore. Non bisogna, infatti, dimenticare che la sessualità è un aspetto del comportamento sociale tra persone consenzienti, che implica quindi un rapporto affettivo con un’altra persona. SESSUALITA’ NEI MASCHI E NELLE FEMMINE I maschi, ad esempio, tendono a raggiungere l’orgasmo, cioè la sensazione di intenso piacere che culmina con l’eiaculazione, in tempi più brevi rispetto alle femmine: queste ultime hanno (ma non sempre) bisogno di preliminari e di tempi più lunghi per arrivare al piacere. A volte i maschi, soprattutto quando sono ansiosi, sono estremamente rapidi nel raggiungere l’orgasmo tanto da non riuscire, anche volendolo, ad avere un rapporto sessuale completo. In questo caso si parla di eiaculazione precoce. In generale i maschi tendono anche (sebbene vi siano notevoli differenze tra le persone) ad essere più stimolati da una serie di dettagli o tratti che riguardano l’altro sesso: non è soltanto il corpo femminile ad attirare, ma anche i vestiti, il trucco, i gioielli, il profumo. Si può essere sensibili a questi “stimoli” - e quindi provare tensione e desiderio sessuale in loro presenza - senza nemmeno rendersene conto, in quanto essi sollecitano un tipo di “risposte” che fanno parte dei riflessi naturali. GRUPPO L’AMORE Certamente la sessualità non si esaurisce soltanto nell’atto sessuale. Soprattutto se le persone si amano, lo scambio comporta una serie di manifestazioni affettive che possono essere più significative, gratificanti e piacevoli di un semplice rapporto sessuale. Sensualità, sessualità, sentimenti, amore costituiscono un “nodo centrale” del nostro essere, sia che noi siamo uomini, con la nostra virilità, che donne, con la nostra femminilità. Bisogna che ne siamo ben coscienti perché questo nodo centrale può essere la fonte di un grande equilibrio della persona, o al contrario di uno squilibrio più o meno evidente, più o meno importante, che può rivelarsi pericoloso. Il ragazzo e la ragazza, così come l’uomo e la donna, possono, per questo motivo, ripiegarsi su se stessi come la lumaca che si ritira nel proprio guscio; è questo atteggiamento che può essere definito narcisismo . Il giovane, centrato su se stesso, si guarda in uno specchio invece di guardare il mondo intorno a lui. CONTINUA CONTINUO: L’AMORE Ma può anche verificarsi il caso contrario, un eccesso di estroversione. Si tratta di una scarsa attenzione a se stessi, mentre si è proiettati verso l’esterno e verso una fame di cambiamenti. I ragazzi allora possono tuffarsi in relazioni sessuali multiple molto superficiali che non comportano la conoscenza del partner: può così succedere di non amare veramente nessuno e di non essere amati. Si finisce, a volte, per “usare” il corpo dell’altro e strumentalizzare le sue emozioni. I rapporti sentimentali e sessuali sono visti da alcuni soltanto come mezzo di autoaffermazione, come terreno di pura conquista o ambito in cui competere con altri rivali; in questi casi i sentimenti e i desideri del partner hanno scarsa rilevanza. Se è vero che la sessualità ha un ruolo importante, però è anche vero che non si può vivere senza affetti e tenerezze, cioè senza rapporti che non soltanto coinvolgano emotivamente ma che soddisfino anche il grande bisogno di ciascuno di noi di essere riconosciuti, rispettati e amati per ciò che siamo, con le nostre qualità e i nostri difetti. Ogni essere umano è capace di dare affetto e ha bisogno di affetto. Esistono molti mezzi per esprimere questa tenerezza che possono variare a seconda dell’età e dei rapporti tra le diverse persone: una madre. Ad esempio, copre di baci e carezze il suo bambino, ma anche quest’ultimo farà le coccole alla mamma. Questa stessa tenerezza è presente nella vita sentimentale di un uomo e di una donna che si amano veramente e che sono attenti non solo alle proprie esigenze e ai propri stati d’animo ma anche a quelli del loro compagno o compagna. GRUPPO SESSUALITA’ E ISTINTO SOCIALE Esiste un solo tipo di amore o più amori? L’amore materno, quello dei genitori nei riguardi dei figli, è fondamentalmente diverso rispetto all’amore della coppia? L’amore tra amici, quella forma di empatia ed attaccamento affettivo che può legare tra loro due o più persone dello stesso sesso o di sesso opposto, non ha nulla a che spartire con l’amore che unisce due innamorati? E se ci atteniamo all’amore di coppia, l’amore romantico è fondamentalmente diverso dalla passione amorosa? E’ ben difficile rispondere a questi interrogativi perché per ogni tipo di amore si troveranno certamente peculiarità e differenze, per ogni epoca storica analogie ma anche diversità, i segni di un’intesa tra i partner simile a quella odierna ma anche i segni di una maggiore o minore apertura verso la società circostante, verso altri legami affettivi… Certamente vi sono delle differenze ben chiare tra l’amore nei riguardi dei figli e l’amore di coppia, tra l’amore romantico e quello esclusivamente sessuale, tra l’amore di oggi e quello di ieri: eppure vi è una sorta di filo rosso che unisce tra di loro tutti questi amori, queste diverse manifestazioni dell’affettività e dell’attaccamento emotivo che fanno capo ad un aspetto fondamentale del comportamento umano, di quel vero e proprio ISTINTO che è la SOCIALITA’. Mentre tutte le specie animali si riproducono attraverso la sessualità, non tutte sono sociali, non tutte vivono in coppia col partner e dimostrano un attaccamento nei suoi riguardi al di là del breve momento dell’accoppiamento. La socialità rappresenta invece una caratteristica propria di un numero limitato di specie animali e l’attaccamento affettivo una caratteristica ancora più rara, ma molto utile per la sopravvivenza della specie. Se infatti non esistessero la socialità e l’attaccamento affettivo, al vita dei singoli membri di una specie sarebbe più esposta alle minacce dell’ambiente in quanto ogni individuo dovrebbe far fronte da solo a delle situazioni a rischio. GRUPPO L’ATTACCAMENTO AFFETTIVO L’attaccamento affettivo - da quello verso i figli a quello verso gli amici - rappresenta un meccanismo istintivo che traspare sin dalle prime fasi della vita umana e che è utile per far fronte alle minacce ambientali. Infatti i piccoli hanno paura del buio e del vuoto, del rapido avvicinarsi di un oggetto e dell’isolamento, cioè di potenziali minacce di pericolo di fronte a cui i lattanti reagiscono con manifestazioni di paura, ansia e sconforto. Gli psicologi, osservando il comportamento dei bambini separati dalla madre, hanno descritto l’angoscia da separazione che si manifesta quando il piccolo viene isolato dalla mamma e ritiene di aver perduto i contatti con lei: questa angoscia farebbe capo a un comportamento istintivo, una reazione fisiologica ad una potenziale minaccia di isolamento e separazione dal gruppo, comune a diverse specie di animali che si basano sulla socialità. La socialità e l’attaccamento sono quindi i mattoni con cui vengono costruite le diverse forme di amore, da quelle più sfumate a quelle più intense e coinvolgimenti; ma oltre a questa base comune i diversi tipi e le diverse manifestazioni dell’amore dipendono da numerosi altri fattori legati all’esperienza precoce, alla storia individuale, ai condizionamenti culturali o a necessità biologiche, come nel caso della pulsione sessuale. GRUPPO LA SIMPATIA Esiste una sorta di arco ideale che abbraccia i diversi aspetti dell’affettività: all’inizio di quest’arco traviamo la simpatia, una complessa mescolanza di sensazioni emotive e di giudizi che ci portano a provare empatia verso chi ha degli aspetti comuni, ma talora anche complementari, con noi: ci è simpatica una persona che ci ricorda con il suo aspetto o comportamento delle figure di attaccamento, lontane amicizie,valori comuni o che magari si comporta come noi vorremmo comportarci. GRUPPO L’INTIMITA’ La simpatia costituisce l’anticamera dell’ intimità, un altro gradino nella scala dell’affettività e dell’attaccamento che implica l’esistenza di “canali” privilegiati di comunicazione, spesso non verbali: è con le persone intime che ci si comprende con un cenno, che si condividono spazi, situazioni e dinamiche precluse agli altri; l’intimità può costituire un aspetto scontato ed ovvio della vita familiare o tra amici, ma nelle fasi iniziali della vita di coppia rappresenta una condizione desiderata, un momento essenziale sia della condizione degli innamorati che della sessualità. GRUPPO L’INNAMORAMENTO E L’AMORE L’innamoramento e l’amore rappresentano la continuazione di alcuni aspetti dell’affettività che sono già presenti nella simpatia e nell’intimità: infatti la simpatia e l’intimità rappresentano dei presupposti dell’attaccamento affettivo. Ma l’amore di due partner si carica anche fortemente di valenze sessuali che, almeno nella fase iniziale della vita di coppia, rinforzano attraverso il piacere i legami affettivi. Ovviamente anche le variabili culturali contribuiscono a delineare in modo fondamentale i nostri rapporti affettivi col partner, a suscitare aspettative, necessità, insoddisfazioni, frustrazioni: così, chi crede e si attende l’amore romantico potrà scontrarsi con la banalità dell’esistenza quotidiana, sentirsi addirittura aggredito dalla sessualità, come avveniva per molte fanciulle dell’800 che mitizzavano la figura del principe azzurro, spogliandola di ogni caratteristica fisica e immaginandola perfetta. Allo stesso modo, anche quelle società che limitano l’affettività ad un’intensa vita di coppia, inducendo il nucleo familiare a chiudersi verso l’esterno, generano spesso insoddisfazione: il partner non può infatti soddisfare tute quelle aspettative che vanno dalle esigenze della socialità a quelle dell’attaccamento, da quelle dell’amicizia a quelle della sessualità. GRUPPO PIANIFICAZIONE FAMIGLIARE Non soltanto i comportamenti sessuali sono variabili da individuo a individuo, ma risentono anche di fattori ambientali e storici. Per esempio gli antichi da un lato rispettavano ed erano affascinati dalla forza della fecondità, tanto da avere delle forme di culto per la dea della fertilità e per la potenza maschile: era la fecondità ad assicurare l’abbondanza delle messi, la continuità delle greggi e il perpetuarsi della specie umana, sempre minacciata dalla decimazione a causa delle guerre, delle carestie e delle epidemie. Tuttavia, il culto della fecondità non implicava che gli uomini si adattassero sempre all’ineluttabilità della riproduzione. Uomini e donne si resero presto conto che vi erano dei periodi in cui la donna era non fertile, delle stagioni della vita di non fertilità, delle situazioni in cui riprodursi poteva rappresentare un rischio per il bambino e per la madre GRUPPO FERTILITA’ E CONTRACCEZIONE Sino a che punto si è riusciti a separare la sessualità dalla riproduzione? E sino che punto può essere lecito farlo? In gran parte le nostre scelte dipendono dall’atteggiamento che abbiamo nei riguardi della vita: infatti alcuni considerano che taluni suoi aspetti possano essere modificati e piegati dalla volontà umana, mentre altri sono più restii a intervenire attivamente in quanto ritengono che la vita sia un dono divino e come tale immodificabile. Ciò nonostante anche questi ultimi accettano di separare la sessualità dalla riproduzione purché ciò non comporti degli interventi “innaturali”: in altre parole ci si può soltanto limitare a seguire i ritmi fisiologici del corpo umano, individuando quei momenti in cui l’organismo femminile non è fecondo. Altri, invece, intervengono attivamente sui meccanismi della riproduzione. Qualunque sia la nostra opinione in fatto di pratiche contraccettive, è utile conoscere i vari metodi o “tecniche” che cercano di “ingannare” o modificare la fecondità, cioè di esercitare un CONTROLLO DELLE NASCITE. GRUPPO BREVE ANALISI DELLA FECONDITA’ La fecondità femminile risponde ad un ritmo in cui vi sono dei periodi in cui l’uovo può essere fertilizzato dallo spermatozoo:il CICLO varia da individuo a individuo, ma si ripete all’incirca ogni 28 giorni circa. In alcune donne il ciclo può essere più lungo ed arriva a più di 30 giorni, in altre è più breve e oscilla tra i 25 e i 26 giorni. Non mamma mamma Il test della gravidanza: la provetta si decolora se nell’urina è presente l’ormone HCG Dal periodo della pubertà sino alla menopausa (fine della fecondità), mese dopo mese, si succedono dei cicli: il periodo fertile di una donna si situa all’incirca a metà del ciclo in media dai 3 ai 6 giorni. Il ciclo femminile viene diviso in due parti che sono molto diverse. La prima inizia il giorno in cui si verificano le mestruazioni e termina con l’ovulazione, e ha una durata variabile. La seconda inizia quando si verifica l’ovulazione e finisce con l’inizio delle mestruazioni, e ha una durata fissa di 14 giorni. Nella prima parte del ciclo vengono secreti gli ormoni estrogeni, mentre nella seconda parte, a partire dall’ovulazione, viene secreto il progesterone, o ormone della gravidanza, che prepara la mucosa dell’utero ad accogliere l’uovo se questo è stato fecondato da uno spermatozoo. Nel caso in cui l’uovo sia stato fecondato, le mestruazioni si bloccano e ricompariranno dopo il parto. GRUPPO M ETODO BILLINGS In coincidenza con l’ovulazione l’organismo femminile va incontro a delle modifiche, ormonali e fisiologiche, che lo rendono adatto ad accogliere una nuova vita. Ad esempio l’utero produce un secreto che favorisce il movimento degli spermatozoi verso l’uovo maturo. Il metodo Billings si basa sull’osservazione del muco secreto dal collo dell’utero (muco cervicale). La donna, osservando il muco a livello della vulva e regolandosi sulle sensazioni prodotte dalla sua presenza o assenza, può capire se è in periodo fertile oppure no. In genere dopo la mestruazione vi sono dei “giorni asciutti” che sono più o meno numerosi, e in certi casi possono addirittura mancare nei cicli brevi. Quando gli estrogeni aumentano e stimolano la maturazione del follicolo da cui si origina l’uovo, la donna osserva la comparsa del muco e avverte una sensazione di bagnato: Man mano il muco da opaco, denso e appiccicoso, diventa elastico e filante più o meno come la chiara dell’uovo. L’ultimo giorno in cui è presente un muco di questo tipo si chiama “giorno del picco” ed è il giorno della massima fertilità: esso viene riconosciuto il giorno dopo quando il muco si è modificato e la sensazione di bagnato è scomparsa. L’ovulazione si verifica nell’arco di tempo che va da tre giorni prima a due giorni dopo il picco, quando il muco cambia a causa della produzione del progesterone. Osservando il tipo di muco secreto si comprende quando avviene l’ovulazione e quindi ci si può astenere dai rapporti sessuali. Tuttavia il metodo non è sicuro al cento per cento. GRUPPO METODO DELLA MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA Un altro metodo naturale è basato sulla misurazione della temperatura che fornisce un indice dei giorni fecondi. La temperatura del corpo femminile è infatti bassa (intorno ai 36 gradi e mezzo) prima dell’ovulazione, cade al momento in cui questa si verifica e poi sale nel corso di tre giorni per portarsi a livelli più alti (circa 37 gradi) una volta che si è verificata l’ovulazione, quando ormai la donna si trova in fase di sterilità. Ogni donna ha una sua curva della temperatura e quindi per calcolare i giorni fertili deve verificare la propria temperatura per alcuni mesi. Tuttavia anche questo metodo non è infallibile perché la temperatura può modificarsi per vari motivi: Ad esempio in seguito ad una piccola influenza o per irregolarità del ciclo. GRUPPO • • ALTRI METODI NATURALI Il metodo più antico è quello che si chiama di OGINO-KNAUS in ricordo di due medici che all’inizio di questo secolo osservarono per primi che l’ovulazione si verifica tra il 12° e il 16° giorno del ciclo. Essi ipotizzarono che questa ciclicità fosse più o meno costante nel tempo e quindi consigliarono di astenersi dai rapporti sessuali in quei giorni per evitare delle nascite. Tuttavia questo metodo è estremamente impreciso a causa delle irregolarità del ciclo femminile, dovute a volte al cambiamento di clima o agli stress. Può infatti accadere che un viaggio, un’influenza, una grossa fatica, un cambiamento d’altitudine o una contrarietà importante, alterino completamente il ciclo e l’ovulazione si sposti di alcuni giorni in avanti o indietro. In passato, e spesso anche oggi, soprattutto i giovani hanno praticato il metodo detto del COITO INTERROTTO: in questo metodo l’atto sessuale viene interrotto nel momento in cui il maschio sente che è prossimo alla eiaculazione. Questo metodo è “a rischio” sia perché l’uomo non sempre riesce ad arrestarsi, sia perché esso può creare insoddisfazione e ansietà in entrambi i partner. GRUPPO SISTEMI ARTIFICIALI pillola ormonale B B B ipofisi Sono metodi che tendono a bloccare in diversi momenti la fecondazione dell’uovo: • quelli ad azione locale, di tipo MECCANICO(frecce A), che impediscono la penetrazione degli spermatozoi oppure l’annidamento dell’ovulo fecondato, come la spirale; • e quelli di tipo ORMONALE (frecce B) che modificano la mucosa uterina e interferiscono sulle CORRELAZIONI IPOFISI-OVAIE (freccia C) bloccando l’ovulazione. C spirale ovaia A A diaframma profilattico crema spermicida GRUPPO • • • • CONTRACCETTIVI MECCANICI E CHIMICI Il PROFILATTICO, o preservativo o condom (dal nome del suo inventore) è una guaina di lattice di gomma che viene distesa sul pene in erezione e impedisce al seme di penetrare nella vagina. Esso va levato prima che il pene ritorni allo stato di riposo, altrimenti il seme può fuoriuscire dal profilattico e passare nella vagina. Spesso nel preservativo è contenuta una sostanza spermicida. Questo metodo molto diffuso, offre una buona percentuale di sicurezza. Esso inoltre rappresenta anche un importante mezzo di prevenzione delle malattie infettive sessuali. Il DIAFRAMMA è invece un cappuccio che viene applicato all’entrata dell’utero in modo da bloccare il passaggio degli spermatozoi. La sua sicurezza è meno elevata rispetto al preservativo in quanto può spostarsi o non essere bene applicato. La SPIRALE IUD (Intra Uterine Device) è di materiale plastificato a forma di T o di L e viene posta dal ginecologo dentro l’utero dove può restare anche per un paio d’anni. Essa ha il compito di modificare l’ambiente uterino bloccando lo sviluppo di un uovo fecondato: in altre parole essa non blocca l’incontro tra l’uovo e lo spermatozoo ma produce un mini-aborto nelle fasi iniziali dello sviluppo embrionle. CONTRACCETTIVI CHIMICI: sono tra le più antiche forme di contraccezione e si bsano sulla modifica dell’acidità vaginale attraverso l’uso di lavande, creme e gelatine, oppure sull’uso di sostanze spermicide (che inattivano gli spermatozoi). Esse devono far in modo che gli spermatozzoi vengono bloccati o neutralizzati nel loro percorso verso l’uovo all’interno della vagina. La loro efficacia è limitata perché qualche spermatozoo può sopravvivere. GRUPPO CONTRACCETTIVI ORMONALI Queste sostanze costituiscono la cosiddetta PILLOLA che si è diffusa dalla metà degli anni cinquanta quando il dottor Pincus scoprì la funzione del progesterone: questo ormone infatti può bloccare l’ovulazione come si verifica quando è in corso una gravidanza. Dopo la prima pillola ne sono state ideate altre contenenti estrogeni oppure una miscela di estrogeni e progesterone. Questi nuovi tipi di pillola hanno rappresentato un tentativo per ovviare agli effetti collaterali della prima pillola, che potevano essere da quelli più lievi come mal di testa e variazioni della pressione del sangue, a quelli più gravi come alterazioni della coagulazione del sangue, che in alcuni casi potevano portare a delle trombosi, cioè alla coagulazione del sangue nei vasi sanguigni. La pillola è stata inoltre incolpata di favorire la formazione di alcuni tumori del seno e dell’utero. Le pillole attuali sono certamente più sicure, tuttavia una donna che decida di farne uso sarà bene che lo valuti insieme con il proprio ginecologo. Di recente sono state introdotte sul mercato delle sostanze che contrastano l’annidamento dell’uovo fecondato nella mucosa uterina: esse si chiamano prostaglandine e sono sostanze che agiscono sulla muscolatura dell’utero provocando una sorta di miniaborto subito dopo la fecondazione. Anche in questo caso. Come per la pillola, la loro assunzione deve essere controllata dal medico. GRUPPO FERTILITA’ ASSISTITA La comprensione dei meccanismi attraverso cui gli ormoni stimolano l’ovulazione ha portato a scoprire delle SOSTANZE CHE PROMUOVONO LA FERTILITÀ. Queste sostanze inducono l’ovulazione quand’essa non si verifica o è alterata. Tuttavia esse presentano due tipi di rischi: quello di stimolare fortemente la funzione delle ovaie, favorendo la comparsa di cisti o piccoli tumori, e quello di indurre più di una ovulazione e quindi delle gravidanze multiple da cui nascono vari gemelli. fecondazione in provetta ovulo spermatozoo Questi tipi di trattamenti per promuovere la fertilità sono stati perciò in gran parte sostituiti da altre tecniche che cercano di favorire la fertilizzazione dell’uovo da parte degli spermatozoi, soprattutto quando questi non sono sufficientemente numerosi o vitali. Le tecniche sono diverse. Esse possono consistere, ad esempio, nel fecondare l’uovo all’interno dell’utero (FECONDAZIONE ARTIFICIALE) o all’esterno (FECONDAZIONE IN PROVETTA) con degli spermatozoi provenienti dal partner o da un “donatore” (quando il partner è sterile). Di recente, utilizzando questi metodi, si è riusciti a consentire a donne ormai in menopausa di portare avanti una gravidanza. Come si vede, sia le tecniche contraccettive che quelle volte a promuovere la fertilità non interessano solo la fisiologia dell’organismo ma anche, ovviamente, la psicologia e al morale. GRUPPO Lo ABORTO sviluppo di diversi tipi di metodi contraccettivi ha portato ad una riduzione degli aborti procurati, indotti generalmente entro il quarto mese di vita del feto. In passato l’aborto era una pratica frequente e rischiosa per la donna. Nei secoli passati era inoltre molto diffusa la pratica dell’infanticidio o dell’abbandono del neonato vicino alle ruote, delle aperture rotanti nelle mura degli ospedali, dei conventi o dei brefotrofi. Spesso questi bambini abbandonati erano illegittimi e ancora nel secolo scorso il dar vita ad un figlio illegittimo era considerato un’onta intollerabile per la madre. Da quei tempi l’atteggiamento nei riguardi delle donne nubili e dei loro figli è fortemente cambiato e si è anche modificato il nostro atteggiamento nei riguardi della procreazione, che non è più un fenomeno del tutto casuale ma viene sempre più considerato come un atto responsabile e soprattutto di amore. Comunque, l’aborto è legale prima della fine del quarto mese di vita intrauterina per motivi terapeutici, nel caso in cui la vita della gestante sia posta in pericolo dalla gravidanza; per motivi preventivi nel caso in cui il feto presenti grossolane malformazioni; oppure può essere legato alla volontà della donna (che può aver subìto una violenza) o della coppia di non avere un figlio per una serie di motivi che vanno da quelli psicologici a quelli economici. Tuttavia per le conseguenze psicologiche che l’aborto procura alla donna bisognerebbe evitare questa tecnica anticoncezionale, cercando di aiutare in tutti i modi quelle donne o ragazze madri che sono in qualche modo indotte a farlo. GRUPPO RIPRODUZIONE E SESSUALITA’ Nella specie umana e nella maggior parte delle specie animali essere femmina significa avere due cromosomi X ed essere maschi significa avere un cromosoma X e un cromosoma Y: Nella nostra e nelle altre specie i gameti (cioè le cellule riproduttrici: spermatozoi e uova) contengono la metà dei cromosomi rispetto a tutte le altre cellule del corpo e uno solo dei due cromosomi sessuali: la X nei gameti femminili, la X o la Y in quelli maschili. Ma perché esiste questo complicato gioco dei cromosomi e soprattutto perché esistono due sessi? Per rispondere alla domanda occorre prima di tutto dire che due sono le funzioni della riproduzione. • In primo luogo la riproduzione assicura la sopravvivenza della specie. Infatti mettendo al mondo i figli una specie si perpetua, ed ha tanto più successo quanto maggiore è il numero di figli che riesce ad allevare. • In secondo luogo la riproduzione trasmette ai figli i caratteri tipici della specie, cosicché i figli somigliano ai genitori. Tuttavia la riproduzione avviene in due modi: la riproduzione asessuata e quella sessuata. GRUPPO LA RIPRODUZIONE ASESSUATA La riproduzione asessuata è tipica degli esseri unicellulari. Nei batteri, ad esempio, non si distinguono individui maschili o femminili; i batteri di una certa specie sono tutti uguali e la riproduzione avviene per spore o più spesso attraverso il meccanismo della divisione binaria. .In questo caso ogni batterio si scinde in due batteri identici ad esso. Questo però non significa che nei batteri non ci sia sessualità. Infatti, dal punto di vista scientifico, il termine sessualità significa scambio di materiale ereditario contenuto nel nucleo della cellula tra due individui distinti. E questo fenomeno avviene con una certa frequenza tra i batteri appartenenti non solo alla stessa specie ma anche a specie diverse, solo che non è in relazione con la riproduzione. Tuttavia è proprio la sessualità che spiega la capacità che hanno i batteri di modificarsi, come avviene, per esempio, nel fenomeno della immunoresistenza. GRUPPO RIPRODUZIONE SESSUATA La riproduzione sessuata è tipica degli esseri pluricellulari, ma la distinzione in individui maschili e femminili è molto evidente solo nelle piante con i fiori e negli animali superiori. Nella riproduzione sessuata attraverso l’unione di una cellula di origine paterna e di una di origine materna (lo spermatozoo e l’uovo) vengono messi insieme dei patrimoni ereditari diversi, delle vere e proprie riserve, che consentono di adattarsi ad ambienti nuovi e a condizioni di vita mutate. Essa è comparsa circa 600 milioni di anni di anni fa e, poiché accelera sia il rimescolamento dei caratteri che la casuale comparsa di mutazioni, ha permesso l’esplosione vitale che, negli ultimi 600 milioni di anni fa, ha arricchito la Terra con milioni e milioni di specie. Per rendersi conto dell’enorme varietà di adattamenti, che proprio la sessualità ha reso possibile, basta anche solo considerare rapidamente le diverse modalità secondo cui avviene la riproduzione nei vertebrati. GRUPPO FECONDAZIONE ESTERNA Nei pesci l’ambiente acquatico favorisce una fecondazione esterna. Le femmine dei pesci producono milioni di uova e i maschi nello stesso luogo le fecondano cospergendole di sperma. Nonostante questo la maggior parte delle cellule sessuali vengono mangiate dai predatori e solo un piccolo numero di uova vengono fecondate. Di conseguenza gli organi riproduttori dei pesci (ovaie e testicoli) sono interni e molto semplici: uova e spermatozoi vengono riversati all’esterno attraverso la cloaca, dalla quale escono anche le feci e l’orina. Negli anfibi la situazione è la stessa dei pesci, tuttavia durante la stagione degli amori il maschio della rana rimane abbracciato alla femmina. Così facendo tiene gli orifizi delle cloache vicini, ed espelle lo sperma man mano che la femmina produce uova gelatinose in acqua. Questo permette una minore produzione di gameti rispetto ai pesci. GRUPPO FECONDAZIONE INTERNA Per i vertebrati terrestri la fecondazione esterna è impossibile perché gli spermatozoi e le uova non sopravvivono in un ambiente asciutto. .La produzione di uovo con guscio è stata infatti la grande conquista adattativa dei rettili. Le uova debbono però essere fecondate prima della deposizione quando ancora sono senza guscio. La fecondazione quindi deve avvenire all’interno del corpo femminile per mezzo dell’accoppiamento. guscio cordone di sostegno albume tuorlo disco embrionale membrana esterna membrana interna Le femmine degli uccelli hanno solo un’ovaia funzionante, l’altra è rudimentale. Le uova appena formate hanno solo il tuorlo. Poi quando l’uovo scende lungo l’ovidotto viene aggiunto l’albume, infine si forma il guscio calcareo e l’uovo viene espulso attraverso la cloaca. Gli uccelli maschi hanno i testicoli interni e benché alcune specie abbiano sviluppato un pene sviluppato, la maggior parte emette lo sperma dalla cloaca. La fecondazione avviene quando il maschio rimane appollaiato sulla schiena della femmina. In questa posizione i due animali, curvando la coda, mettono a contatto le rispettive cloache. Gli spermatozoi passano direttamente dal maschio alla femmina. La fecondazione interna, essendo più sicura, ha permesso di risparmiare il numero delle uova deposte. CONTINUA CONTINUA: FECONDAZIONE INTERNA Nei mammiferi gli organi per l’accoppiamento sono esterni: nei maschi il pene e nelle femmine la vagina, separata dalla cloaca. Durante l’accoppiamento il pene viene introdotto nella vagina; in questo modo gli spermatozoi vengono depositati nel corpo della femmina vicino agli ovuli (fecondazione interna). Per favorire l’accoppiamento il pene presenta il fenomeno dell’erezione. Nell’uomo l’erezione è dovuta alla pressione idraulica del sangue. Nel toro, in molti carnivori e nella maggior parte dei mammiferi, essa è facilitata da un osso interno al pene. Infine anche i testicoli sono esterni, contenuti in una sacca detta scroto. Ciò favorisce la produzione di sperma che richiede temperature più basse di quelle corporee. Nei mammiferi quindi non c’è più una cloaca unica e gli organi riproduttori sono collegati solo all’apparato urinario. GRUPPO CELLULE DELLA RIPRODUZIONE E ZIGOTE La diversità biologica, così importante per la sopravvivenza delle specie, inizia a partire dai gameti. Le uova dei vertebrati sono costituite da un’unica cellula, il gamete femminile, provvisto sempre di una certa quantità di tuorlo. Il guscio è presente solo in certi animali. Anche gli spermatozoi sono costituiti da un’unica cellula, il gamete maschile, che è simile ad un microscopico girino. Uno stesso uovo è raggiunto da molti spermatozoi ma solo uno riesce a fecondarlo. morula Cellula femminile Cellula maschile La fusione dell’ovulo con lo spermatozoo produce lo zigote, la prima cellula del nuovo individuo. Da essa in poche ore si formano migliaia di cellule del nuovo embrione che all’inizio sembra una mora, infatti viene detto morula. Successivamente cominciano a comparire le forme degli organi del capo e degli arti che nelle prime fasi sono pressoché identiche in tutti i vertebrati. Questa somiglianza è una prova che le diverse specie si sono evolute da un comune antenato. salmone EMBRIONI A CONFRONTO Le forti somiglianze che si riscontrano nelle prime fasi dello sviluppo confermano che tutti i vertebrati hanno avuto origine da un antenato comune uccello rana maiale uomo GRUPPO • • • • LO SVILUPPO Poiché l’accrescimento di un embrione richiede un continuo rifornimento di alimenti, pesci, anfibi, rettili e uccelli depongono uova che contengono nel tuorlo la necessaria quantità di nutrimento per l’embrione. Ciò spiega le grandi dimensioni raggiunte dalle uova di alcune specie. I mammiferi monotremi (ornitorinco e echidna), depongono uova e appena i figli sono sgusciati li nutrono con il latte prodotto dalle ghiandole mammarie. I mammiferi marsupiali (canguro, koala, opossum) producono uova con poco tuorlo, però trattengono per un certo tempo l’embrione nell’utero e lo partoriscono ancoro incompleto. Lo sviluppo dell’embrione viene completato nel marsupio, dentro il quale si trovano le mammelle. Tutti gli altri mammiferi sono placentati, e l’embrione è direttamente alimentato dentro l’utero attraverso la placenta che stabilisce un collegamento tra la circolazione sanguigna della madre e quella del figlio. Il collegamento è costituito da due arterie e una vena riunite nel cordone ombelicale che viene eliminato alla nascita, quando il neonato comincia a respirare con i suoi polmoni e a nutrirsi di latte attraverso il suo apparato digerente. Sul ventre dei mammiferi placentati, come l’uomo e le scimmie, resta perciò l’ombelico, che è l’impronta di questo interrotto legame. VEDI FIGURA SISTEMI DI NUTRIMENTO DELL’EMBRIONE UCCELLI embrione L’embrione assorbe sostanze nutritive dal tuorlo attraverso una rete di vasi sanguigni, mentre gli scambi di gas avvengono per mezzo di un’altra rete di vasi. Mammifero marsupiale: Opossum camera d’aria marsupio placenta apparato digerente polmoni mammelle La placenta è un organo scambiatore attraverso di essa l’embrione riceve dalla madre ossigeno, nutrimento e anticorpi, e riversa invece nella circolazione materna le sostanze di rifiuto. GRUPPO LA PRIMA VOLTA A che età avere il primo rapporto sessuale? A questa domanda ci sono un'infinità di risposte, poiché ognuno ha la proprio personalità, la propria sensibilità e la propria storia. In passato un rapporto sessuale era consentito solo all'interno del matrimonio, soprattutto per la donna; oggi questo comportamento è cambiato, tuttavia l'età della prima volta è variabile come ogni persona è diversa da un'altra. Non bisogna però lasciarsi trascinare dalle mode o mettersi in competizione con gli altri, perché ogni giovane ha un suo ritmo di maturazione. Quando si presenterà l'occasione e ne verrà la pena, ognuno di noi sarà in grado di decidere come affrontare la situazione, d'accordo con il proprio partner. Su questo punto è importante essere liberi e seguire il più possibile i propri sentimenti e la propria sensibilità. La prima volta per le femmine implica la perdita della cosiddetta "verginità". Essere vergini significa, dal punto di vista fisico, avere l'imene intatto. L'imene è una piccola membrana che restringe l'orifizio vaginale e che durante il primo rapporto, con la penetrazione del pene, può rompersi o allargarsi, per poi avere, il più delle volte, una piccola perdita di sangue. Nel maschio invece la prima volta non comporta alcuna alterazione fisica, ma è importante a livello psicologico tanto quanto nella femmina. Non bisogna attendersi troppo dalla prima volta in quanto l'ansia e l'emotività del momento possono giocare "brutti scherzi". CONTINUO: LA PRIMA VOLTA Per alcuni la sessualità è un modo come un altro per soddisfare i propri desideri o semplicemente per provare piacere, ma per la maggior parte delle persone, la sessualità non è disgiunta dall'amore e altri addirittura decidono di astenersi da una vita sessuale per un periodo di tempo o addirittura per tutta la vita; a volte però una astensione o un rifuggire dalla sessualità può dipendere da una serie di fattori psicologici, che complessivamente fanno capo a paure o insicurezze. IL PUDORE Immagini di moda balneare ieri e oggi Anche il pudore appartiene sia ad una dimensione sociale che ad una individuale. E’ vero, infatti, che il concetto di pudore varia a seconda degli usi e dei costumi dei popoli e delle diverse epoche storiche, cosicché oggi non ci sentiamo offesi da situazioni che potevano suscitare profonda riprovazione fino ad alcuni decenni orsono; però, è anche vero che ognuno di noi ha un suo senso del pudore che è legato al modo in cui è stato cresciuto, al suo temperamento, alla sua sensibilità, al rapporto che ha con il suo corpo e alle sue credenze e valori. LA PERSONA LA SESSUALITA’ L’AMORE GRUPPO INTRODUZIONE La sessualità è un aspetto importante della vita che riguarda sia ognuno di noi come singolo che la società in cui viviamo. In passato come anche oggi i giovani hanno imparato a conoscere i vari aspetti del sesso attraverso le confidenze dei loro compagni o fratelli più grandi, che però spesso tramandavano e tramandano una serie di pregiudizi e di false informazioni. Del resto nel mondo contemporaneo circolano - grazie ai mass media - molti messaggi sessuali espliciti che raggiungono bambini e ragazzi in modo disordinato, a volte turbandoli e lasciando comunque in ombra svariati aspetti su cui i ragazzi si interrogano e cercano risposte. La sessualità presenta diversi aspetti, da quelli che riguardano la biologia a quelli che riguardano l’immaginario letterario ed artistico, a quelli che si riferiscono al ruolo sociale dei due sessi. Un altro aspetto della sessualità è quello legato alla possibilità di contrarre quelle malattie che possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali. La sessualità, infine, deve essere guardata anche da un’altra prospettiva, quella della riproduzione. Il lavoro svolto non ha certamente la pretesa di esaurire tutti questi aspetti, tuttavia il modo come è stata costruita tutta la prima parte (una sorta di mappa concettuale a più livelli) può servire per future estensioni. Nella mappa ogni gruppo include a sua volta altri gruppi subordinati ma tra loro collegati, oppure gruppi e nodi, oppure solo nodi tra loro in relazione. La mappa è servita per costruire l’ipertesto, e può benissimo essere utilizzata per navigare al suo interno. Su internet e in libreria c’è tutto quanto occorre per saperne di più, tuttavia la maggior parte dei testi, specie quelli sul web sono in inglese e “per addetti ai lavori”; ecco comunque qualche suggerimento. Per navigatori on line: education.indiana.edu/cas/adol/adol.html (U.S.), www.minori.it (Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza). Per chi preferisce un libro: Ascoltare gli adolescenti di A. Pozzato e G. Gallino (Sonda, 2000, 26000 lire) è il resoconto di una serie d’incontri tra psicologi e ragazzi. Psicologia dello sviluppo… di R. Vianelo (Edizioni Junior, 1999, 28000 lire) è invece un’interessante indagine. GRUPPO L’INDAGINE STATISTICA Tra la seconda metà di marzo e la prima metà di aprile è stata proposto un questionario di 22 domande agli alunni delle classi terze sui principali problemi della pubertà. L’elaborazione del questionario era anonima e libera e non è stata riproposta a quegli alunni che erano assenti il giorno in cui il questionario in oggetto era stato presentato alla classe. Pertanto il campione esaminato è costituito da 159 questionari. In questa sede si è deciso di non fornire alcuna conclusione, anche se dalla lettura dei dati elaborati, nonostante le deficienze e manchevolezze del questionario proposto, qualcosa di interessante può essere certamente ricavato. Il motivo è che questo lavoro ha la pretesa di aprire un dialogo tra gli insegnanti, le loro classi e i genitori, per rilevare particolari aspetti e problemi cui stare attenti durante lo svolgimento di questi argomenti così importanti per ciascuno di noi. Se vuoi visionare il documento relativo al questionario clicca sull’icona.