Livello: 0 Gruppo: Principale
Viaggio
alla scoperta
della vita
Gruppo:
Biologia della
sessualità
Presentazione
L’indagine
statistica
Gruppo:
Sessualità e
riproduzione
Gruppo:
Sessualità e
salute
Gruppo: dalla
Biologia ai
Sentimenti
Livello: 1 Gruppo: Biologia della sessualità
Gruppo:Come
nasce la vita
Gruppo: i
due sessi
Gruppo:
Perché ci sono
due sessi?
Gruppo:
L’emergere
della sessualità
Gruppo: Differenze
anatomiche tra i
due sessi
Livello: 2 Gruppo: I due sessi
Sesso
genetico
Sesso
gonadico
Sesso
endocrino
Identità
sessuale
Sesso
psicologico
Livello: 2 Gruppo: Perché ci sono due sessi?
Riproduzione
sessuata
Riproduzione
e sessualità
Fecondazione
interna
Fecondazione
esterna
Le cellule della
riproduzione e
lo zigote
Riproduzione
asessuata
Lo
sviluppo
Livello: 2 Gruppo: Differenze anatomiche tra i due
sessi
Differenze
generali
L’atto
sessuale
Differenze
specifiche
Casi
particolari
Livello: 2 Gruppo: come nasce la vita
Meiosi
Fecondazione
Fase
embrionale
Fase
fetale
In viaggio
verso l’utero
nascita
Livello: 2 Gruppo: L’emergere della sessualità
Il piacere
La pubertà
La pubertà
nella femmina
Il ruolo
dell’ipofisi
La pubertà
nel maschio
Ciclo ovarico e
ciclo mestruale
Livello: 1 Gruppo:
Sessualità e Riproduzione
Pianificazione
famigliare
Gruppo:
Fertilità e
Contraccezione
Fertilità
assistita
Aborto
LIVELLO: 2 GRUPPO:
Fertilità e contraccezione
Fertilità e
Contraccezione
Gruppo:
sistemi naturali
Gruppo:
sistemi artificiali
LIVELLO: 3 GRUPPO: Sistemi artificiali
Sistemi
artificiali
Contraccettivi
meccanici
Contraccettivi
ormonali
Livello: 3 Gruppo: Sistemi naturali
Analisi della
fecondità
Metodo
Billings
Altri
metodi
Metodo della
misurazione della
temperatura
Livello: 1 Gruppo: Sessualità e salute
Malattie
sessualmente trasmesse
Gruppo:
AIDS
Gruppo:
Malattie Veneree
Livello: 2 Gruppo: Malattie Veneree
Gonorrea
Sifilide
Livello: 2 Gruppo: AIDS
Sieropositività
e malattia
Che cos’è
Da cosa è
causata
L’AIDS si
può trasmettere
L’AIDS non
si trasmette
Livello: 1 Gruppo: Dalla biologia ai sentimenti
Gruppo:
la sessualità tra
istinto e
apprendimento
Gruppo:
la sessualità,
il piacere
e l’amore
Livello: 2 Gruppo: La sessualità tra istinto e apprendimento
Sessualità:
istinto o
apprendimento?
Storia naturale
del cervello
I tre strati
del cervello
La mente
dei ragazzi
I tre livelli
del comportamento
sessuale
Un cervello per
ogni sesso?
Livello: 2 Gruppo: La sessualità, il piacere e l’amore
L’amore
Il piacere
Gruppo: i volti
e il significato
dell’amore
Livello: 3 Gruppo: I volti e il significato dell’amore
Sessualità e
istinto sociale
L’attaccamento
affettivo
La
simpatia
La prima volta
L’innamoramento
e l’amore
L’intimità
GRUPPO
DIFFERENZE GENERALI
Le differenze tra l’organismo maschile e quello femminile aumentano man mano a
partire dall’infanzia e si accrescono con la pubertà. Nell’uomo le spalle sono più
larghe, il bacino è più stretto, i muscoli più sviluppati. Nella donna le spalle sono
più strette e il bacino ha una maggiore ampiezza e capacità per permettere la
gravidanza e la nascita del neonato. Ancora, mentre il maschio respira soprattutto
con l’addome, la donna respira soprattutto con il torace, in quanto la respirazione
toracica è utile nel corso della gravidanza, quando il feto grava con la sua presenza
sulla pancia della madre. Anche le ossa sono differenti: non solo il bacino ma anche
la posizione dei femori (le ossa delle cosce) che nella donna tendono più a
convergere verso le ginocchia. Questo comporta, ad esempio, un modo un po’
diverso di camminare e di correre anche se, ovviamente, queste differenze tendono
a diminuire negli atleti che sviluppano un fisico particolare.
GRUPPO
DIFFERENZE SPECIFICHE
Tuttavia le differenze maggiori riguardano gli organi
genitali, che consentono di accoppiarsi e di dar vita ad un
nuovo organismo. Nonostante le loro evidenti diversità,
gli organi sessuali dei due sessi hanno delle parti e delle
caratteristiche omologhe che dimostrano una somiglianza
di base tra i due sessi. Tuttavia vi sono delle ovvie
differenze: a differenza dell’uomo, la donna possiede due
diversi canali, uno per l’urina _ l’uretra, un breve
condotto che unisce la vescica urinaria al meato urinario posto sotto il clitoride; l’altro canale, che termina
nell’orifizio vaginale, mette in comunicazione l’utero con
l’ambiente esterno e riceve il pene durante
l’accoppiamento.
L’ingresso
della
vagina
è
originariamente quasi chiuso da un diaframma
membranoso, l’imene, che è perforato e scompare durane
i primi rapporti sessuali (un’imene elastico può anche
rimanere integro). E’ dalla vagina che durante il ciclo
mestruale fuoriesce il sangue mestruale e durante il parto
il neonato.
Per informazioni sui genitali femminili e maschili clicca
sulle figure.
Casi
particolari
GENITALI MASCHILI
pene ed attraverso cui lo sperma
viene emesso. Lo sperma è anche
composto dalle secrezioni della
Sono formati dai testicoli, che producono lo sperma e
prostata, una ghiandola attraverso
gli ormoni sessuali maschili. Gli epididimi sono dei
cui passano i condotti eiaculatori e
canali sovrapposti ai testicoli che hanno la funzione
l’uretra. Attraverso quest’ultimo
di raccogliere lo sperma e che si continuano nel
canale viene emessa anche l’urina
condotto deferente che congiunge l’epididimo alle
che proviene dalla vescica. Una
vescicole seminali: queste sono dei serbatoi in cui si
valvola fa in modo che quando
raccolgono gli spermatozoi prodotti dai testicoli ed
passa lo sperma venga bloccata
esse si continuano nei condotti eiaculatori che
l’urina.
congiungono le vescicole seminali all’uretra, il canale
Il pene aumenta di dimensione con
che attraversa il
la pubertà e in condizioni di riposo
Vescichetta seminale
Ampolla deferente
Condotto eiaculatore misura circa 7 - 10 cm di
lunghezza: esso ha la proprietà di
Vescica urinaria
Prostata
passare dallo stato di riposo
all’erezione, cioè di irrigidirsi
Uretra
Condotto
quando il sangue riempie i corpi
deferente
cavernosi, che fanno sì che esso
Corpi cavernosi
Ghiandola di Cowper
aumenti di volume, lunghezza e
Corpo spugnoso
consistenza.
Pene
Epididimo
Testicolo
Scroto
Glande
Orifizio uretrale
Prepuzio
CONTINUA
CONTINUO GENITALI MASCHILI
Arteria renale
rene
uretere
Vescica
urinaria
prostata
Condotto deferente
testicolo
pene
uretra
L’erezione è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo e può
avvenire puramente per via riflessa (tattile), cioè senza
compartecipazione della mente, o in seguito ad immagini, pensieri
e stimoli erotici che si verificano a livello della corteccia cerebrale
e attraverso il midollo spinale agiscono sul sistema nervoso
autonomo. All’estremità del pene, nel glande, vi è un orifizio che è
lo sbocco dell’uretra, da cui fuoriesce lo sperma durante
l’eiaculazione o l’urina durante la minzione. Di solito il glande è
coperto da un lembo di pelle, il prepuzio, che lo lascia scoperto
durante l’erezione. In alcuni casi, per motivi religiosi o per motivi
medici, viene praticata la circoncisione, cioè il taglio del prepuzio.
Lo scroto forma una specie di borsa che contiene i testicoli: questi
organi prima della nascita sono situati dentro la cavità addominale
come le ovaie. In essi, all’interno di una serie di piccoli canali
seminiferi, vengono prodotti gli spermatozoi. Lo sperma contiene
un elevata numero di spermatozoi, generalmente tra i 40 e i 60
milioni in un millilitro: con una eiaculazione vengono emessi dai
100 ai 350 milioni di spermatozoi che, dopo un rapporto sessuale,
avanzano nella vagina e nell’utero alla velocità di circa 3
millimetri al minuto. Se il loro numero è troppo scarso o se essi
non si muovono o si muovono poco, la fertilità maschile è scarsa o
assente, sino ad arrivare alla sterilità. In media gli spermatozoi
possono vivere uno o due giorni nella vagina.
GENITALI FEMMINILI
Essi presentano delle rassomiglianze con quelli
incontro all’uovo che sta discendendo
maschili per la loro origine comune. Invece dei
nelle tube di Fallopio e quell di
testicoli vi sono due ovaie, una a destra e l’altra a
accogliere
l’uovo
una
volta
sinistra dell’utero: esse secernono gli ormoni
fecondato in modo da assicurare il
femminili e producono i gameti femminili, le uova
suo sviluppo durante la gravidanza.
che attraverso due condotti, le tube di Fallopio,
L’utero man mano si dilata sino a
passano nell’utero, un organo a forma di pera
raggiungere
delle
dimensioni
capovola posto nella parte bassa del bacino tra la
diverse volte superiori al suo stato
vescica urinaria e il retto. L’utero ha due funzioni:
normale.
Al
termine
della
quella di permettere il transito degli spermatozoi che
gravidanza esso contribuisce ad
tuba di Fallopio espellere il neonato in quanto la sua
vanno
salpinge
parete esterna è formata da fibre
ovaia
muscolari che con le loro
contrazioni spingono il feto e la
utero
placenta al di fuori del canale
vescica urinaria
vaginale che è molto dilatabile.
collo
dell’utero
Esteriormente, invece dello scroto,
uretra
vagina
al di sotto del pube vi è una fessura,
clitoride
la vulva, delimitata dalle grandi
labbra, due rigonfiamenti che
corrispondono alle borse dello
Meato urinario
scroto.
Orificio vaginale
CONTINUA
CONTINUO GENITALI FEMMINILI
All’interno della cavità vulvare
vi sono le piccole labbra. All’inizio
rene S
rene D
uretere S
uretere D
ovidotto D
ovaia D
ovidotto S
ovaia S
vescica
vagina
uretra
della fessura vulvare, sotto il pube,
vi è un organo che corrisponde al
pene maschile ma è molto più
piccolo di esso: esso si chiama
clitoride ed è ricoperto da un
prepuzio. Durante l’eccitazione
sessuale i corpi cavernosi che sono
nel clitoride si ingrossano e
provocano la sua erezione: questa si
verifica attraverso degli impulsi
erotici che partono dalla corteccia
cerebrale
soprattutto
sotto
l’influenza di stimoli tattili.
GRUPPO
CASI PARTICOLARI
In alcuni casi la conformazione degli organi sessuali esterni può
essere ambigua, proprio perché esistono delle analogie tra le parti
che formano l’apparato sessuale maschile e femminile. In alcuni
individui queste “ambiguità” possono essere più accentuate,
soprattutto nelle fasi iniziali dello sviluppo, cosicché può essere
difficile stabilire se un individuo è di sesso maschile o femminile.
Queste imperfezioni possono risolversi con la pubertà, o in seguito
a terapie ormonali o ad un intervento chirurgico.
Vi sono anche individui che, cercano di rassomigliare al sesso
opposto modificando le caratteristiche dei propri genitali: in questo
caso si parla di TRANSESSUALI, cioè di persone che hanno un
sesso cromosomico diverso dal loro sesso gonadico.
GRUPPO
L’ATTO SESSUALE
Come abbiamo visto, gli organi maschili e femminili sono complementari nel senso che
nel corso dell’accoppiamento il pene eretto può essere introdotto nel canale vaginale.
Questo atto si chiama anche COITO ed è associato ad una sensazione di piacere: se
così non fosse i due partner non sarebbero indotti ad avere dei rapporti sessuali.
Da un punto di vista puramente biologico il piacere può essere quindi considerato una
specie di “trappola” che ha fatto sì che generazione dopo generazione la nostra specie
in particolare e i mammiferi più in generale si accoppiassero e si riproducessero.
Tuttavia, il piacere legato all’accoppiamento può essere scisso dai fini riproduttivi, in
quanto esistono delle tecniche anticoncezionali che separono questi due momenti della
sessualità.
Ma quali sono le basi fisiologiche del
piacere sessuale?
Nell’incontro tra due partner si
attivano nel nostro cervello dei “centri
del piacere”, si ha così una sensazione
intensa soprattutto in quella fase che
si chiama ORGASMO. L’orgasmo si
verifica in entrambi i sessi ma con
modi e tempi diversi.
CONTINUA
CONTINUO: ATTO SESSUALE
Nel maschio generalmente si
accompagna alla
eiaculazione, cioè alla
emissione dello sperma. Nella
donna l’orgasmo è legato alla
sollecitazione del clitoride e
della vagina. Tuttavia la
sessualità è molto più
complessa cosicché due
partner si possono eccitare e
giungere all’orgasmo anche
senza un rapporto sessuale
completo. Ci si può anche
eccitare da soli (con la
fantasia, le immagini o la
masturbazione) o attraverso
baci e carezze reciproche.
GRUPPO
I testicoli e le ovaie producono ormoni
sessuali e cellule sessuali maschili e
femminili rispettivamente. La funzione
delle cellule riproduttive è quella di
fornire delle informazioni necessarie
per formare un nuovo e differente
individuo. Metà delle informazioni
viene fornita dai gameti maschili, metà
da quelli femminili. Nella forma più
schematica i gameti maschili (A) e
femminili (B) si formano attraverso un
processo che porta al “dimezzamento”
delle informazioni contenute nel nucleo
(2, 3, 4, 5). A questo punto i due gameti
si uniscono (6 e 7) e ricostituiscono un
individuo (8) che ha un numero di
informazioni uguale a quello degli
individui da cui origina pur
differendone per il tipo di informazioni,
che per metà sono uguali a quelle
dell’individuo “padre (1A) e per metà a
quelle dell’individuo “madre”.
MEIOSI
GRUPPO
FECONDAZIONE
Mentre lo spermatozoo è specializzato
per muoversi e dirigersi verso l’uovo,
la cellula femminile ha altre
caratteristiche: assicura il nutrimento e
le energie necessarie per la prima fase
dello sviluppo. L’uovo attrae lo
spermatozoo con dei segnali chimici e
lo spermatozoo, che ha la forma di un
girino con una grossa testa che contiene
il nucleo, cioè i cromosomi, e una coda
filiforme che gli consente di muoversi
alla ricerca dell’uovo, si agita
velocemente sino a quando raggiunge il
suo bersaglio. In realtà una miriade di
spermatozoi partecipa alla corsa verso
l’uovo, ma appena il primo di essi si
aggancia alla superficie del gamete
femminile, questo erige una specie di
barriera chimica che impedisce agli altri
altri di penetrare al suo interno.
Qualche volta tale meccanismo non
funziona e due diversi spermatozoi
possono entrare e fecondarlo dando
origine a due gemelli diversi.
cellula ovo
con cellule
follicolari
spermatozoo
morula
cellula
divisa
in due
la suddivisione
continua, le
cellule diventano
4, 8, 16, 32, 64, ...
zigote
fecondazione
blastocisti
1° settimana di vita
GRUPPO
IN VIAGGIO VERSO L’UTERO
Impianto Spermatozoi
dell’uovo
in risalita
fecondato
fecondazione
Tuba di Falloppio
Cellula uovo
rilasciata dall’ovaia
fecondazione
morula
1° giorno
2° giorno
vagina
2° giorno
4° giorno
Il processo di divisione cellulare prende il nome di segmentazione. Le cellule che si formano, si
dispongono come i granelli di una mora per cui l’embrione, in questo stadio del suo sviluppo, prende il
nome di morula. Le diverse cellule della morula non si riproducono alla stessa velocità, quelle più
superficiali lo fanno più rapidamente tanto che si forma una piccola cavità all’interno della quale si
accumula del liquido: questo è lo stadio detto blastula. E’ in questo stadio che inizio il differenziamento
cellulare, nel senso che alcune daranno origine all’embrione vero e proprio, altre, invece, si specializzano
per consentire che l’uovo fecondato si annidi nella mucosa dell’utero (trofoblasto).
Otto-dieci giorni dopo la fecondazione, che avviene nelle tube di Falloppio, la blastula giunge nell’utero.
GRUPPO
FASE EMBRIONALE
A partire dal puntino che si trova nell’angolo
a sinistra, la successione dei disegni mostra i
cambiamenti che avvengono durante i due
mesi circa di vita embrionale
Quando l’embrione giunge in prossimità della parete uterina, produce un enzima in grado dii
disgregare localmente la mucosa; questo fenomeno favorisce l’insediamento dell’embrione
stesso in una piccola nicchia nell’endometrio. L’impianto dell’embrione nella parete uterina
segna l’inizio della gravidanza. Verso il 10° giorno di gravidanza si forma il corion, un
sacchetto pieno di liquido (il liquido amniotico) che circonda l’embrione, delimitato
internamente da una membrana detta amnios. Il liquido amniotico ha la funzione di mantenere
le condizioni di umidità adatte e di proteggere l’embrione da eventuali colpi provenienti
dall’esterno. Il corion produce un ormone che stimola la mucosa dell’utero, facendo sì che
questa continui ad essere ben irrorata dal sangue. Infine, una parte del corion forma la placenta.
LA PLACENTA
cordone ombelicale
amnios
parete muscolare del’utero
liquido amniotico
E’ un disco di tessuto che provvede a far giungere all’embrione e al feto ossigeno, sostanze nutritive
(zuccheri, grassi, proteine) che sono nel sangue materno. L’organismo della madre trasmette anche al
feto delle sostanze utili come, ad esempio, gli anticorpi che lo proteggeranno dalle infezioni nei primi
mesi di vita. Invece le sostanze di rifiuto vengono riversate nella circolazione della madre. Infine, la
placenta impedisce ai batteri di infettare il feto, nulla può, invece, contro i piccolissimi virus o le
sostanze tossiche come il fumo. La comunicazione tra il feto e la placenta non è però diretta in quanto il
feto è allacciato a questo organo attraverso il cordone ombelicale, nel quale corrono i vasi sanguigni,
quindi lo scambio di sostanze avviene attraverso le sottili pareti dei vasi.
GRUPPO
LA FASE FETALE
cavità
addominale
placenta
Cordone
ombelicale
Alla fine del secondo mese di
gestazione l’embrione possiede
già gli abbozzi di tutti gli organi;
questo momento segna
convenzionalmente l’inizio della
fase fetale. E’ all’inzio del terzo
mese che la madre comincia a
percepire i movimenti che il feto
compie quando si sposta o muove
gli arti. Durante i mesi successivi
il feto aumenta rapidamente di
dimensioni e conseguentemente
anche l’addome della madre
aumenta in modo considerevole di
volume.
amnios
utero
vescica
urinaria
Dotto urinario
Tappo mucoso
vagina
GRUPPO
NASCITA
1
La durata media di una gravidanza è di circa 280 giorni.Quando il feto
nasce prima del sesto mese e non è ancora vitale si parla generalmente
di aborto.La gravidanza culmina nel parto che viene chiamato
naturale se non c’è bisogno di un intervento chirurgico, in caso
contrario si parla di parto cesareo. Nei parti naturali si hanno diverse
fasi: nella prima fase (fase preparatoria) si verificano delle
contrazioni uterine che hanno il fine di iniziare a spingere il feto fuori
dall’utero e dal corpo materno. In una seconda fase (fase dilatatoria)
la bocca dell’utero si dilata man mano in modo da consentire il
passaggio del feto all’esterno attraverso delle contrazioni uterine
sempre più forti e regolari; in questa fase, generalmente, le membrane
che avvolgono il feto si rompono e il liquido amniotico incomincia ad
uscire (rottura delle acque). Quando le contrazioni aumentano si ha
l’ultima fase (fase espulsiva) e il feto arriva finalmente all’esterno. In
realtà anche il feto contribuisce al parto sollecitando la parete uterina
con i suoi movimenti (delle gambe, delle braccia e di tutto il corpo) e
stimolandola in tal modo a contrarsi. Dopo l’espulsione del feto, o
neonato, segue una fase che dura circa mezz’ora e che si chiama di
secondamento: vengono cioè espulse la placenta e le membrane che
avvolgono il feto, ossia gli annessi fetali. Non tutti i feti sono disposti
nell’utero nella posizione ideale, cioè con la testa rivolta in basso: a
volte il neonato si presenta invece con i glutei e in questi casi il parto
è più difficile e si chiama podalico.
2
3
4
GRUPPO
IL PIACERE
Le forme del piacere e della sessualità sono diverse a seconda delle
età della vita.
Generalmente quando si pensa alla sessualità si pensa a quella di un
adulto, ma ogni età ha delle caratteristiche diverse, dalla prima
infanzia sino alla vecchiaia. Il piacere, infatti, non ha soltanto una
dimensione biologica e non è soltanto legato all’eccitazione di
alcuni centri del nostro cervello: esso è anche connesso alle diverse
esperienze, emozioni, apprendimenti e aspettative. E’ sin dalla
prima infanzia che il bambino prova piacere in alcune situazioni,
ad esempio quando è nutrito, coccolato, tenuto a contatto del corpo
materno. Ma anche nella prima infanzia il piacere ha una
dimensione erotica, sia pure diversa da quella di un ragazzo o di un
adulto. Il bambino non ha certo l’interesse per il sesso che può
avere un giovane, anche perché non è stimolato da quella
“tempesta” ormonale che si verifica nella pubertà; ma anche ai
bambini piace essere tenuti stretti, accarezzati e baciati, delle
sensazioni che in seguito evolveranno sempre più verso una
dimensione erotica. Inoltre, sono normali, tra i 3 e i 12 anni, giochi
come “papà e mamma”, “il dottore e l’infermiera”, ecc. dove la
componente erotica si mescola alla curiosità per il corpo umano. In
questo caso è necessario intervenire senza ansia o preoccupazione,
perché i bambini non pensano di fare “qualcosa di male”, occorre
invece sdrammatizzare ricorrendo al senso dell’umorismo.
GRUPPO
LA PUBERTA’
All’epoca della pubertà si verificano dei profondi cambiamenti del corpo e del comportamento dei
ragazzi. Sino a questa età a parte gli organi genitali, non ci sono delle differenze molto rilevanti tra
maschi e femmine e spesso, anche grazie ad una moda unisex, può essere difficile distinguere tra un
bambino e una bambina. Nella specie umana l’inizio della pubertà si aggira intorno ai 10-13 anni nelle
femmine e ai 13-15 anni nei maschi; tuttavia, il periodo in cui si manifestano i primi segni puberali
presenta un’ampia variabilita’.
L’inizio della pubertà, infatti, è influenzato da diversi fattori, per esempio dalla RAZZA: nel sud
dell’Europa o nel nord dell’Africa la maturazione sessuale avviene molto prima e spesso ciò implica
anche matrimoni anticipati.
Molto importanti sono, inoltre, i FATTORI AMBIENTALI: fattori nutritivi (una dieta più ricca),
l’esercizio fisico (sport, vita all’aria aperta), i messaggi a carattere sessuale che provengono e sono
amplificati dai mass-media (pubblicità, film, fotografie), e anche, secondo certe ricerche recenti,
un’aumentata presenza nell’ambiente degli estrogeni (ormoni sessuali femminili) di origine
farmacologica.
Esiste, soprattutto, una forte VARIABILITA’ tra gli individui del tutto normale.
Come si può vedere, lo sviluppo non avviene per tutti alla stessa età ed alcuni possono essere più precoci
o più tardivi di altri, senza che questi debbano necessariamente preoccuparsi. Tuttavia, a quest’età è
naturale essere in ansia per quei cambiamenti che si sono verificati troppo in fretta o che non hanno
ancora avuto luogo. La ragazza, per esempio, può preoccuparsi di avere un seno troppo grosso o troppo
piccolo, dei fianchi tropo stretti o troppo larghi, mani troppo grandi, un naso prominente e così via. I
maschi invece possono preoccuparsi per una voce ancora con toni acuti, per una barba che non cresce o
per l’imbarazzo che è legato alle prime erezioni, per un passeggero turgore dei capezzoli che però
scompare dopo qualche mese. Ragazzi e ragazze possono, infine, preoccuparsi per l’acne giovanile.
LA VARIABILITA’ NELLO SVILUPPO
DELLE RAGAZZE
•
•
•
La figura è stata ricavata da fotografie
eseguite presso l’istituto di Pediatria
dell’Università di Londra. Le tre ragazze
hanno la stessa età cronologica di 12 anni e
9 mesi. Esse però hanno un aspetto e un
grado di sviluppo diversi. Possiamo dire che
le tre ragazze, pur essendo nate lo stesso
giorno, hanno una diversa età biologica.
La prima a sinistra non ha ancora
raggiunto la pubertà e non ha ancora
sviluppato alcuni caratteri tipici del suo
sesso.
La seconda è in piena pubertà.
La terza ha già completato il suo sviluppo.
Tutte e tre le condizioni sono perfettamente
normali.
LA VARIABILITA’ NELLO SVILUPPO
DEI RAGAZZI
•
•
•
L’età in cui inizia lo sviluppo e avviene
anche il caratteristico “balzo” in altezza
varia non solo da individuo a individuo, ma,
in modo molto più spiccato, dai maschi alle
femmine. La figura mostra tre ragazzi che
hanno la stessa età cronologica di 14 anni e
9 mesi. Anch’essi hanno però tre diversi
gradi di sviluppo tutti perfettamente
normali:
il primo non ha ancora iniziato il suo
sviluppo.
Il secondo è in pieno sviluppo.
Il terzo è completamente sviluppato.
Le tre coppie di maschi e femmine sono , in
quanto a sviluppo, equivalenti; tuttavia le
ragazze sviluppano in genere due anni
prima dei maschi
GRUPPO
IL RUOLO DELL’IPOFISI
Le trasformazioni fisiologiche che avvengono nella pubertà, dipendono da un incremento della secrezione di
ormoni da parte dell’ipofisi. Questa ghiandola endocrina è costituita da due lobi, uno anteriore
(adenoipofisi) e uno posteriore (neuroipofisi) collegato tramite un peduncolo ad una parte del cervello
l’ipotalamo. L’attività dell’ipofisi è controllata da sostanze prodotte dal cervello, la cui natura non è
ancora ben conosciuta, e che giungono alla ghiandola attraverso i vasi sanguigni che arrivano
dall’ipotalamo. In risposta a queste stimolazioni cerebrali, l’ipofisi produce diversi ormoni che sono
immessi nel circolo sanguigno.
Tra gli ormoni prodotti dall’ipofisi sono di fondamentale importanza per la maturazione sessuale e per il
processo riproduttivo gli ormoni gonadotropici, perché agiscono sulle gonadi inducendone la crescita e
la maturazione. Gli ormoni sessuali stimolano, insieme con altri ormoni dell’organismo, la crescita delle
ossa, dei muscoli e dei vari organi: evento che porta alla crisi di crescenza, espressione che si riferisce
all’intensificato ritmo di accrescimento della statura e del peso all’inizio dell’adolescenza, e che procede
in modo diverso nei due sessi e porta pure a caratteristiche fisiologiche diverse nei due sessi (per
esempio: la circolazione, la respirazione, la capacità di sopportare la fatica, ecc.).
Unitamente allo sviluppo fisico anche le capacità cognitive si modificano, diventando sempre più complesse
e articolate. Mentre il bambino percepisce l’aspetto immediato e concreto delle cose, l’adolescente
comincia a cogliere anche l’aspetto ipotetico che esse potranno o potrebbero assumere.
Anche sul piano psicologico-sociale si hanno radicali mutamenti nei comportamenti: si assiste al progressivo
allontanamento dalle figure parentali (i genitori) e alla loro sostituzione con il gruppo dei pari (i
coetanei), con i quali si sente di condividere le proprie emozioni più liberamente.
IPOFISI
L’ipotalamo
controlla
l’attività
dell’ipofisi, la
quale a sua volta
induce un
diverso sviluppo
dell’apparato
scheletrico, delle
ghiandole
mammarie e
delle ghiandole
sessuali nei due
sessi durante la
pubertà
ipotalamo
GRUPPO
LA PUBERTA’ NEL MASCHIO
Nel maschio, i segnali chimici provenienti
dall’ipofisi, determinano la maturazione dei
testicoli, i quali cominciano a produrre sia il
testosterone (l’ormone sessuale maschile), sia
gli spermatozoi (spermatogenesi).
Il testosterone è il responsabile dello sviluppo dei
caratteri sessuali secondari quali: la crescita
della barba, dei peli sul torace e sull’addome e
dei peli pubici, la maturazione delle vescicole
seminali e della prostata, l’accrescimento
scheletrico e lo sviluppo muscolare, la
modificazione del timbro della voce (dovuta a un
ingrossamento della laringe, il “pomo d’Adamo”,
e all’allungamento e ispessimento delle corde
vocali). Contemporaneamente si ha la crescita
del pene e la spermatogenesi, la quale tuttavia
inizialmente produce un liquido seminale povero
di spermatozoi e quindi poco adatto alla
riproduzione. Questo liquido è espulso attraverso
il pene anche involontariamente nel sonno,
durante le cosiddette polluzioni notturne, o
mediante
l’autostimolazione
dei
genitali
(masturbazione).
GRUPPO
LA PUBERTA’ NELLA FEMMINA
Nelle bambine la pubertà è generalmente più precoce che
nei maschi ed inizia con lo sviluppo delle mammelle,
che si verifica in genere intorno agli 11 anni. Circa un
anno dopo, intorno ai 12-13 anni, compare la prima
mestruazione o menarca. Nei primi anni il ciclo
mestruale (vedi testo) è irregolare e la maturazione
delle uova nelle ovaie avviene in genere due o tre anni
dopo quei cambiamenti ormonali che portano alla prima
mestruazione. Anche nella femmina la pubertà inizia
quando l’aumentata produzione di ormoni gonadotropi
da parte dell’ipofisi determina la maturazione delle
ovaie, che comincino così a produrre gli ormoni sessuali
femminili: estrogeni e progesterone. Alcune ragazze
durante le mestruazioni hanno sintomi spiacevoli:
emicranie, mal di testa, mal di schiena e crampi, che
tendono tuttavia a scomparire con il tempo.
Soprattutto gli estrogeni stimolano lo sviluppo dei
caratteri sessuali secondari: lo sviluppo delle
mammelle, si allarga il bacino e aumentano le
dimensioni dell’utero e della vagina, si ha la crescita dei
peli nel cavo ascellare e sul pube, compaiono le tipiche
curve del corpo femminile in conseguenza della
distribuzione dei pannicoli adiposi prevalentemente sui
fianchi e intorno alle cosce.
OVAIA E CICLO OVARICO
GRUPPO
1°-A partire dal 1° giorno del ciclo l’ovulo comincia a svilupparsi
all’interno di un ammasso di cellule germinative chiamate
follicolo.
2°- Man mano che il follicolo cresce aumenta di volume e si riempie
del cosiddetto liquido follicolare.
Nella prima parte del ciclo l’ipofisi secerne l’ormone follicolostimolante (FSH), il follicolo matura e cresce la produzione di
ormoni estrogeni, che stimolano la mucosa uterina a crescere
per favorire l’impianto di un uovo (fase proliferativa).
FSH
LH
maturazione
del follicolo
ovulazione
corpo
luteo
estrogeni
progesterone
mucosa uterina
mestruazione proliferazione
secrezione
3°- Giunto a maturazione dopo 14-15 giorni, sotto la
pressione del liquido il follicolo si rompe e da esso
fuoriesce un uovo maturo grande come un granello di
zucchero (ovulazione).
4°- Dopo l’ovulazione il follicolo vuoto dà origine ad una
masserella di colore giallastro chiamata corpo luteo,
che si mantiene per circa 10 giorni.
Nella seconda parte del ciclo l’ipofisi secerne l’ormone
luteinizzante (LH), che induce il corpo luteo a produrre
il progesterone, e questo a sua volta favorisce la fase
secretiva della mucosa uterina, cioè si trasforma in un
tessuto soffice e ricco di vasi sanguigni.
giorni
CONTINUA
CONTINUO: CICLO OVARICO
ovocita
mucosa uterina
(endometrio)
ovaia
Tuba di
Falloppio
Utero organo muscolare
che può dilatarsi per
contenere il feto
collo dell’utero
vagina
Se invece l’uovo viene fecondato il
corpo luteo non regredisce e
continua a produrre il progesterone.
Di conseguenza le pareti dell’utero
restano soffici e ricche di vasi
sanguigni. Tutto ciò favorisce
l’annidamento dell’uovo fecondato
e la formazione dell’abbozzo
embrionale.
5°- Man mano che il corpo luteo regredisce,
non produce più il progesterone. In
assenza di progesterone la spessa parete
dell’endometio si rompe e viene via via
eliminata attraverso la vagina. Inizia così
una sorta di emorragia mensile, detta
mestruazione, che normalmente dura 4-5
giorni e può essere accompagnata da
dolori al basso ventre, più o meno intensi.
Il ciclo ovarico si ripete ogni 28 giorni
circa, dalla pubertà alla menopausa, che
corrisponde alla cessazione del periodo
della fertilità della donna.
futura placenta
ovocita
futuro embrione
Rivestimento della palcenta
IPOFISI, CICLO, GRAVIDANZA
Il ciclo mestruale è un processo
1
molto complicato regolato da 4
ormoni. Esso inizia quando l’ipofisi
produce il 1° ormone (FSH), che
stimola l’ovaia; l’ovaia a sua volta
risponde
a
questo
stimolo
producendo l’ormone estrogeno.
Quest’ultimo stimola l’ipofisi a
produrre il 3° ormone (LH), che, a
sua volta, stimola l’ovaia alla
ovulazione e a iniziare la
produzione del 4° ormone, il
4
Progesterone. A questo punto il
ciclo può evolvere in due modi: 1)
se non è avvenuta la fecondazione,
cessa
la
produzione
del
progesterone e, in seguito, si hanno
le mestruazioni; 2) se, invece, è
3
avvenuta la fecondazione, l’uovo si
impianta nell’utero, che produce un
5° ormone, chiamato HCG, indispensabile alla gravidanza. Infine, alla nascita, l’ipofisi verrà
stimolata a produrre un 6° ormone, detto Prolattina, che induce le ghiandole mammarie a
secernere il Latte.
GRUPPO
MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
La sessualità ha diversi aspetti, da quelli piacevoli legati al
rapporto fisico e all’amore a quelli legati alla riproduzione e
alla nascita di un figlio. Ma vi sono anche degli aspetti
spiacevoli che riguardano la sfera delle cosiddette malattie
sessuali, perché vengono trasmesse nel corso dei rapporti tra
persone di sesso opposto o anche dello stesso sesso.
Anche nel passato gli uomini compresero ben presto che
attraverso i rapporti sessuali potevano essere trasmesse delle
malattie più o meno gravi: malattie che in alcuni casi potevano
diventare quasi epidemiche e minacciare la sopravvivenza di
una collettività. Fu questo, ad esempio, il caso della sifilide.
Questa malattia comparve, per la prima volta nel 1495, quando
Carlo VIII di Francia cinse d’assedio la città di Napoli. Si disse
che i marinai di Cristoforo Colombo, contratto il morbo nelle
Indie Occidentali, lo avessero trasmesso al loro ritorno agli
spagnoli di Napoli i quali, a loro volta, ne contagiarono i
francesi (nota curiosa: i francesi chiamavano la malattia
“napoletana”, mentre gli spagnoli la indicavano come “mal
francese”
GRUPPO
GONORREA O BLENORRAGIA
E’ una malattia legata ad un batterio, il GONOCOCCO, che si sviluppa
qualche giorno dopo un rapporto sessuale. Nel maschio si verifica
un’infiammazione dell’uretra (il canale urinario del pene) cosicché
l’urinare risulta doloroso e viene eliminata una secrezione biancastra o
giallastra. Nella donna invece si hanno le cosiddette perdite bianche o
LEUCORREA. La gonorrea è fortemente contagiosa e una dei due
partner può contagiare l’altro.
In passato la maggiore causa di diffusione della gonorrea era la
prostituzione, tant’è che le prostitute - che vivevano nelle cosiddette case
di tolleranza - venivano periodicamente controllate dal medico per
accertare che non fossero infette. Questa malattia non curata poteva
portare non solo alla sterilità ma anche a gravi infiammazioni croniche
dell’apparato urinario. Oggi la gonorrea, che in passato produceva
notevoli danni,viene curata con una semplice iniezione di ANTIBIOTICI o
con SULFAMIDICI.
GRUPPO
SIFILIDE
Una malattia più seria della gonorrea è invece la sifilide o lue.
Oggi questa malattia è più rara della gonorrea anche se è in
aumento. Anche la sifilide viene trasmessa per via sessuale ed è
causata da una spirocheta (il Treponema pallidum). Questa
malattia, al giorno d’oggi, resta limitata al suo primo stadio,
quando si manifesta come una tumefazione ulcerosa sui genitali.
In passato la sifilide, che oggi viene curata con diversi
ANTIBIOTICI,si diffondeva a tutto l’organismo attraverso il
sangue e passava ad una forma “secondaria” e infine “terziaria”
in cui generalmente attaccava anche il sistema nervoso,
producendo delle gravi patologie del comportamento, simili alla
pazzia. La sifilide, inoltre, veniva trasmessa al neonato quando la
madre ne era affetta e questi poteva nascere con delle “tare”,
ossia delle lesioni alla pelle, alle ossa, all’udito e anche dei
disturbi mentli.
GRUPPO
L’AIDS: CHE COS E’
Anche oggi i rapporti sessuali casuali, cioè con
persone che si prostituiscono o con partner
pressoché ignoti, sono a rischio in quanto
possono essere causa di una malattia sessuale.
Tuttavia, il pericolo maggiore odierno è quelo
del contagio dell’AIDS o sindrome di
immunodeficienza acquisita, una malattia che
può essere anche trasmessa per via sessuale.
Questa infezione comporta una diminuzione
delle capacità di difesa dell’organismo che
generalmente vengono assicurate dal nostro
sistema immunitario, cioè dal timo (la
ghiandola alla base del collo) e dai linfociti,
alcune delle cellule bianche del nostro sangue.
Le difese immunitarie consentono di lottare
contro le infezioni prodotte dai batteri o dai
virus, ma servono anche neutralizzare,
distruggendole, quelle cellule tumorali che
possono formarsi nel nostro corpo, impedendo
che proliferino dando luogo ad un tumore .
Eccetto il cuore e
l’aorta gli organi
disegnati rappresentano
il sistema linfatico
che costituisce anche
il sistema immunitario
GRUPPO
DA COSA E’ CAUSATA
Nelle persone che sono colpite
dall’AIDS, il virus HIV (Human
Immunodeficiency Virus) distrugge le
cellule del sistema immunitario
cosicché queste non sono più in grado
di svolgere il loro ruolo. In tal modo le
infezioni batteriche o virali non
vengono
più
neutralizzate
e
l’organismo è preda di vari tipi di
infezioni, da quelle del sistema
respiratorio (polmoniti) a quelle del
sistema intestinale (diarree batteriche)
a quelle che interessano il sistema
nervoso (meningiti, ecc.). Oltre a
queste
infezioni,
nell’organismo
colpito
dall’AIDS
possono
manifestarsi dei tumori, soprattutto
quelli della pelle, come linfomi o
malattia di Kaposi, caratterizzata dal
diffondersi di bubboni sul corpo del
malato.
Una foto al microscopio elettronico con colori convenzionali
di un virus HIV nella fase di attacco a una cellula immunitaria.
GRUPPO
SIEROPOSITIVITA’ E MALATTIA
Essere portatori del virus HIV,
cioè essere stati contagiati dal
virus, non significa però avere
l’AIDS:
in
questa
fase
l’individuo è sieropositivo, cioè
il suo sistema immunitario
denuncia, con la produzione di
anticorpi
anti-HIV,
che
l’organismo è entrato in
contatto con il virus. Questa
fase “silenziosa” può durare
molti anni, prima che si passi
alla vera e propria malattia
detta AIDS. Al momento
attuale non è certo se tutti gli
individui sieropositivi siano
destinati
a
sviluppare
inesorabilmente, prima o poi,
la malattia vera e propria e
siano quindi destinati ad
entrare nella seconda fase che
culmina con l’AIDS.
Comunque, una volta entrato nella fase della malattia conclamata,
gradualmente l’organismo soccombe e il malato di AIDS muore
inevitabilmente. Al giorno d’oggi, infatti, non esiste una terapia per
questa grave malattia.
Gemmazione del virus HIV, responsabile
dell’AIDS, sulla superficie di un linfocita
fotografato al microscopio elettronico.
GRUPPO
L’AIDS SI PUO’ TRASMETTERE
se utilizzi
la siringa
di altri
Se scambi
lo spazzolino da denti
e ...
se fai l’amore
con portatori
… il rasoio
o altri
oggetti taglienti
con la gravidanza
da madre a figlio
GRUPPO
L’AIDS NON SI TRASMETTE
se fai l’amore
usando il
preservativo
se baci
e abbracci
se giochi
con portatori
se ti punge
un insetto
se vivi
con portatori
GRUPPO
IDENTITA’ SESSUALE
L’essere maschio o l’essere femmina non
riguarda solo le funzioni riproduttive o l’atto
sessuale in sé, ma anche i nostri ruoli sociali,
i modi cioè con cui le persone dell’uno o
dell’altro sesso agiscono ed hanno rapporti tra
di loro in varie situazioni e contesti. La
sessualità influisce anche sull’immagine che
abbiamo di noi stessi come uomini e come
donne, vale a dire sulla nostra identità
sessuale.
Ogni cultura e ogni generazione, infatti,
stabilisce cosa sia tipicamente maschile o
tipicamente femminile e può essere più o meno
tollerante nei confronti di chi si discosta da
queste caratteristiche. Ognuno di noi, inoltre,
ha un suo modo personale di vivere la
sessualità, propria ed altrui, e di “interpretare”
le norme sociali che riguardano i ruoli sessuali.
Le differenze in questo campo sono perciò più
complesse e variabili di ciò che può sembrare a
prima vista.
SESSO GENETICO
GRUPPO
Ogni cellula ha un suo nucleo che
contiene i cromosomi: dei sottili
filamenti che racchiudono le
informazioni ereditarie e che
determinano le caratteristiche del
nostro corpo. Nella specie umana vi
sono 46 cromosomi in ogni cellula
organizzati in 23 coppie : 22 coppie
sono uguali nel maschio e nella
femmina , invece la coppia dei
cromosomi sessuali è diversa. Nelle
donne , infatti , i cromosomi sessuali
sono di tipo XX mentre nell’uomo
XY.
cromosomi sessuali
dei genitori
gameti
cromosomi
sessuali
dei figli
CONTINUA
CONTINUO:
SESSO GENETICO
Quando nei testicoli e nelle ovaie si
formano le cellule sessuali, spermatozoi e
ovuli , attraverso un processo chiamato
meiosi si ha il dimezzamento dei
cromosomi ; cioè i nuclei di queste cellule
possiedono un solo cromosoma di ogni
coppia , inclusa quella dei cromosomi
sessuali (1, 2, 3, 4, 5). Tuttavia, quando
nella fecondazione le due cellule
germinali si fondono (6, 7), la nuova
cellula originata, detta zigote ( 8 ), ha i 46
cromosomi tipici della specie organizzati
in 23 coppie. Lo zigote, suddividendosi in
tante altre cellule, a sua volta darà inizio
allo sviluppo embrionale.
CONTINUA
CONTINUO:
SESSO GENETICO
La prima differenza sessuale
riguarda proprio le nostre cellule
riproduttrici: tutti gli ovuli
contengono un solo cromosoma X;
al contrario il 50% degli
spermatozoi hanno il cromosoma
X e l’altro 50% il cromosoma Y.
Quindi
al
momento
della
fecondazione si hanno due eventi
ugualmente
possibili:
la
formazione della coppia XX, da cui
nasce una femmina, oppure la
coppia di cromosomi XY da cui
nasce un maschio.
GRUPPO
SESSO GONADICO
Nel corso del 1° mese di gravidanza
cominciano già a formarsi delle gonadi
primordiali: un apparato riproduttore
appena abbozzato simile in entrambi i sessi.
Al secondo mese di gravidanza però entra
in funzione il gene SRY situato sul
cromosoma Y. Questo gene permette, nel
maschio, la completa trasformazione delle
gonadi iniziali in testicoli, che secernono
ormoni maschili, stimolando così la crescita
del pene e dello scroto. Nella femmina
questo processo non avviene ma le gonadi
matureranno lentamente trasformandosi
così in ovaie.
Gonade primordiale indifferenziata
GRUPPO
SESSO ENDOCRINO
Gli embrioni , i feti, i neonati, i bambini, gli
adolescenti e gli adulti hanno delle
caratteristiche fisiche e sessuali che sono
stabilite dal gioco dei cromosomi sessuali, ma
che in realtà dipendono in gran parte da
alcune molecole chimiche, gli ormoni sessuali
maschili e femminili prodotti rispettivamente
dai testicoli e dalle ovaie. Il testosterone
promuove lo sviluppo del pene e dello scroto e
in generale dei caratteri sessuali secondari
maschili. Nella femmina, invece , l’assenza
degli ormoni androgeni fa si che si sviluppino
le ovaie e queste, a loro volta, secernano gli
ormoni femminili , estrogeni e progesterone,
che determinano i caratteri sessuali secondari
femminili. Raramente può accadere che
nascano
bambini
che
pur
essendo
geneticamente maschi o femmine , hanno degli
organi sessuali dalle caratteristiche incerte più
simili a quelle del sesso opposto. Questo
evento si chiama ermafroditismo
PIU’ ALTI
molecola dell’ormone
della crescita
Al microscopio
estradiolo e testosterone,
ormoni sessuali
femminile e maschile
GRUPPO
SESSO PSICOLOGICO
Con l’adolescenza compaiono altre differenze sessuali: una di queste riguarda il sesso
psicologico , cioè l’identità sessuale di un individuo e il tipo di orientamento che ha verso
l’altro sesso . Per esempio la maggior parte dei maschi sono attratti da stimoli simili a quelli
della figura A, mentre altri provano più interesse per quelli simili alla figura B, viceversa
per le femmine. L’omosessualità implica una preferenza sessuale predominante e persistente
per persone dello stesso sesso e un’assenza o debolezza di eccitazione nei riguardi del sesso
opposto. Tuttavia la stessa definizione “preferenza predominante e persistente” implica che
vi possano essere delle fasi passeggere in cui si possono verificare delle attrazioni fra
persone dello stesso sesso che non comportano una vera e propria condizione di
omosessualità.
ETERO E
OMOSESSUALITA’
Oggi
molti
sessuologi
considerano
il
comportamento sessuale nell’ambito di un
arco continuo: ad una estremità vi sarebbero
coloro che sono nettamente eterosessuali,
all’altra estremità coloro che sono nettamente
omosessuali e, al centro, un certo numero di
bisessuali o di persone che pur essendo
eterosessuali hanno avuto o hanno ancora
delle esperienze di tipo omosessuale per motivi
che possono essere diversi da un caso all’altro.
Vi sono, infine, i transessuali, cioè individui
che si sentono psicologicamente appartenenti
al sesso opposto tanto da ricorrere anche ad
un intervento chirurgico, per modificare le
caratteristiche dei propri genitali.
GRUPPO
LA SESSUALITA’ TRA ISTINTO
E APPRENDIMENTO
L’amore viene spesso definito come un istinto e così la sessualità, il
comportamento materno o l’attaccamento verso i figli. In questo modo si
ipotizza che la sessualità rappresenti una pulsione simile alla fame o alla
sete, cioè che sia una necessità essenziale per la sopravvivenza
dell’individuo e della specie: una pulsione, un istinto, che è iscritta nel
cervello e che stimola dei comportamenti in modo quasi automatico; come
quando il livello di zucchero nel nostro sangue si abbassa oltre una certa
soglia e noi sentiamo fame, oppure quando la concentrazione di sale nel
nostro sangue è troppo elevata e proviamo sete.
Questi comportamenti sono quindi qualcosa di istintivo che dipende da dei
meccanismi nervosi più o meno automatici. In molte specie animali la
sessualità fa capo ad un’organizzazione simile: ad esempio, quando i livelli
di ormoni maschili sono elevati, il maschio in presenza della femmina
diventa eccitato e tenta di accoppiarsi con lei. Anche nella nostra specie gli
ormoni giocano un ruolo simile e così alcuni meccanismi nervosi. Tuttavia
la sessualità non è soltanto un istinto, ossia una forza cieca che ci spinge a
provare attrazione verso un partner sessuale e, in ultima analisi, a
riprodurci. Come sappiamo, il comportamento sessuale e l’amore
dipendono anche da altri fattori.
GRUPPO
STORIA NATURALE DEL CERVELLO
Se studiamo la storia del cervello, e cioè le trasformazioni che si sono verificate nel
tempo nelle varie specie animali, potremmo vedere che man mano a delle parti o
stutture più semplici ed essenziali si sono aggiunte nuove strutture più complicate.
Attraverso un processo di lenta ma continua crescita e trasformazione il sistema
nervoso è così passato da una forma allungata e sottile, tipica dei vertebrati più antichi,
a strutture meno antiche, il cosidetto paleoncefalo o “cervello vecchio”che è presente
nei mammiferi più semplici come un topo o una scimmia primitiva. Infine, nei
mammiferi più evoluti e soprattutto nell’ uomo, esiste un “nuovo” cervello o
neoencefalo, che ha portato allo sviluppo di una grande corteccia cerebrale, sede della
nostra mente e dei nostri comportamenti più complicati. Anche se con la dovuta cautela
una ricapitolazione di questa incredibile evoluzione la si può riconoscere nello sviluppo
cerebrale neonatale e postnatale e dal confronto tra il cervello dei ragazzi e quello degli
adulti.
tartaruga
pollo
embrioni a confronto
cane
uomo
Encefalo
Bulbo
olfattivo
Midollo spinale
EVOLUZIONE DEL CERVELLO
Vista dall’alto
Sezione longitudinale
Corteccia
primitiva
Pesce
Sezione trasversale
Neocorteccia in espansione
Paleocorteccia
Rettile evoluto
Con l’evoluzione dei primi mammiferi la superficie
della neocorteccia seguita a crescere mentre la paleocorteccia
dei rettili si ripiega su se stessa
Neocorteccia
Mammifero primitivo
Mammifero evoluto
Nei mammiferi superiori e nell’uomo la neocorteccia
seguita a crescere e la paleocorteccia dei rettili viene racchiusa all’interno
degli emisferi cerebrali dove forma il sistema limbico
GRUPPO
I TRE STRATI DEL CERVELLO
pensiero, apprendimento complesso
Il nostro cervello può essere paragonato a tre
grosse bucce di cipolla sovrapposte, tre diversi
cervelli che si fondono tra di loro.
• 1) L’encefalo più primitivo, o spino midollare,
compare per la prima volta nei pesci ed è
formato da un tratto di midollo spinale e da
due emisferi cerebrali molto piccoli.
• 2) Il paleoencefalo compare negli anfibi e
soprattutto nei primi rettili. Esso consiste in
nuova corteccia capace di analizzare stimoli
sensoriali più complessi che provengono
dall’ambiente terrestre.
•
mammiferi
più evoluti,
uomo
mammiferi
primitivi,
rettili
Emotività,
affettività,
istinti
primi cordati
Comportamenti
stereotipati,
riflessi
3) Anche la paleocorteccia dei rettili è destinata ad essere sostituita da una corteccia ancora
più recente che compare nei mammiferi. Giungiamo così all’evoluzione del neoencefalo.
Nei mammiferi evoluti e nell’uomo, ciò che resta del paleoencefalo “accartocciato” dei
rettili è racchiuso dentro il volume degli emisferi dove forma il sistema limbico. Infine, nei
mammiferi più evoluti, e soprattutto nelle scimmie e nell’uomo, la neocorteccia continua a
crescere fino a ripiegarsi su se stessa dando luogo a emisferi rugosi, contemporaneamente,
però, si riduce l’importanza dei bulbi olfattivi.
LA MACCHINA PER PENSARE
sistema
limbico
emisfero destro
specializzato nelle funzioni spaziali
Emisfero sinistro
specializzato nel linguaggio
talamo
Corteccia
cerebrale
Il corpo calloso stabilisce
i collegamenti trasversali
tra i due emisferi.
All’interno del talamo è localizzato l’ipotalamo
CERVELLO SPINO MIDOLLARE
La “buccia”più interna, detta “spinomidollare”, perché
le sue strutture sono localizzate nel midollo spinale,
all’interno della colonna vertebrale e si spingono sino
alla base del cervello, rappresenta il livello più antico
del cervello ed è la sede dei riflessi.
Questo tipo di sistema nervoso è già presente nei
vertebrati più primitivi, i cosidetti “cordati”, organismi
dotati di una corda dorsale da cui è evoluta la nostra
colonna vertebrale.
Anche la specie umana conserva le tracce di questa
organizzazione nervosa: molti comportamenti riflessi come allontanare la mano da una superficie che brucia,
respirare, vomitare se con un dito si stimola la gola rappresentano dei comportamenti che ci sono utili, che
avvengono in modo inconscio e che ci consentono di
sopravvivere. Una parte dei nostri comportamenti
sessuali si svolgono a questo livello, in modo quasi
automatico: per esempio, la stimolazione tattile dei
genitali può portare ad un’ erezione anche in mancanza
di stimoli erotici, cioè di una compartecipazione della
nostra mente.
IL SISTEMA NERVOSO:
DAI CORDATI AI VERTEBRATI
Vescicola
cerebrale
Tubo
neurale
Corda
dorsale
Lo schema generale di organizzazione dei cordati
e dei vertebrati è somigliante.
A causa della loro comune origine, i sistemi
nervosi di un anfiosso, di un pesce e di un
mammifero presentano evidenti omologie.
Encefalo
Anfiosso
L’anfiosso, lungo 5-7 cm, è il tipico rappresentante dei cordati,
i quali devono il loro nome alla corda dorsale; la corda dorsale
è un cordone longitudinale unitario e di natura elastica che sorregge
un rudimentale sistema nervoso. Dalla corda dorsale dei cordati
ha avuto origine, 500 milioni di anni fa, la colonna vertebrale
dei pesci; la colonna vertebrale è formata da una serie di vertebre
indipendenti e articolate tra loro.
Midollo Colonna
spinale vertebrale
Colonna vertebrale
encefalo
Pesce
Mammifero
Il corpo affusolato dei pesci ricorda ancora quello
dell’anfiosso, e la colonna vertebrale è un asse
che si trova al centro del corpo; nei mammiferi
terrestri invece la colonna vertebrale è in posizione
dorsale e il loro corpo è sospeso ad essa come ad un ponte
IL PALEOENCEFALO
La seconda “buccia di cipolla” è sovrapposta alle strutture
spinomidollari e si chiama paleoencefalo l’ antico cervello che è
tipico dei rettili e dei mammiferi più primitivi. Questa parte del
sistema nervoso è responsabile degli istinti, cioè dei comportamenti,
come l’ aggressività, il comportamento materno o la sessualità, che
si accompagnano ad emozioni e che sono cioè meno automatici dei
comportamenti che dipendono dalle strutture spinomidollari. La
“centralina” nervosa che controlla le pulsioni istintive è una
formazione che si chiama ipotalamo, che ha il volume di una
nocciola ed è situato nelle profondità del nostro cervello: è l’
ipotalamo, suddiviso in diversi centri, che induce la fame o la sete,
l’ emotività o la calma, il desiderio sessuale o la sua assenza, anche
in quanto stimola l’ipofisi, la ghiandola alla base del cervello che
produce gli ormoni che a loro volta stimolano i testicoli e le ovaie.
L’ipotalamo è inoltre collegato a dei centri nervosi che se stimolati
inducono una sensazione di piacere. Gran parte delle nostre
pulsioni sessuali e delle emozioni che esse suscitano sono legate alla
presenza di queste antiche strutture che spesso possono spingerci a
ricercare delle sensazioni che sono in contrasto con le regole della
nostra educazione.
IL NEOENCEFALO
L’ultima “buccia di cipolla”, lo
strato più esterno, è quello
costituito
dalla
corteccia
cerebrale, la parte del cervello più
recente in termini di storia
evolutiva. La corteccia cerebrale
fa parte del neoencefalo ed è
particolarmente
sviluppata
nell’uomo: è qui che hanno sede
memorie
ed
apprendimenti,
creatività ed astrazione, ma è
anche qui che ha sede la nostra
capacità di fantasticare e di
raffigurarci
delle
situazioni
erotiche. Insomma, la corteccia
cerebrale è responsabile di quelle
fantasticherie sessuali che, da
sole, anche in assenza di un
partner possono eccitarci.
GRUPPO
I TRE LIVELLI DEL
COMPORTAMENTO SESSUALE
Quindi esistono tre diversi livelli del
comportamento sessuale che possono anche
avere una certa autonomia l’uno dall’altro: il
primo e più semplice è riflesso e risponde a
stimoli tattili; il secondo è sensibile agli
ormoni ed a stimoli più complessi come la
vista, l’olfatto, ecc.; il terzo è il più complesso
perché ci permette di produrre da noi stessi
delle immagini eccitanti come anche di
frenare la nostra sessualità. Infatti è la nostra
corteccia cerebrale, cioè la nostra educazione,
le norme che ci siamo dati, che può indurci ad
obbedire a delle regole anche rigide e persino
a fare a meno della sessualità o a sublimarla in
altre imprese o ideali.
III livello
corteccia cerebrale
II livello
ipotalamo
I livello
riflesso
GRUPPO
UN CERVELLO PER OGNI SESSO?
Da questo punto di vista si possono riconoscere
tre tipi di differenze:
Corpo calloso
• differenza di volume e quindi di peso a causa
del fatto che il corpo dell’uomo in media è
più pesante di quello della donna. Tuttavia
questa differenza non ha nulla a che vedere
Ipotalamo
con l’intelligenza in quanto è noto che sono
esistiti ed esistono uomini geniali con un
cervello di piccole dimensioni.
• Un’altra differenza riguarda invece i due emisferi cerebrali: in entrambi i sessi la metà sinistra è
specializzata nel linguaggio e nelle funzioni logiche, quella destra in quelle emotive, percettive ed
empatiche. Le due metà del cervello sono però unite da un ponte di fibre nervose, il corpo calloso,
in cui si ha uno scambio di informazioni tra le due parti. Numerose ricerche hanno dimostrato che
nella donna il corpo calloso è più voluminoso, il che comporta una maggiore integrazione tra le
funzioni dei due emisferi, e quindi un diverso modo di affrontare la realtà e di emozionarsi.
• Un’ultima differenza è connessa alla fisiologia della donna: il ciclo ovarico e mestruale dipendono
dalle secrezioni ormonali dell’ipofisi. Gli ormoni ipofisari stimolano sia le gonadi maschili che
quelle femminili. Ma l’ipofisi, a sua volta, risponde agli ordini che le impartisce l’ipotalamo, un
nucleo del cervello. Questi ordini sono di tipo ciclico nella donna e in generale negli animali di sesso
femminile e di tipo continuo nel maschio in cui la produzione ormonale non è ciclica.
GRUPPO
LA MENTE DEI RAGAZZI
Perché i ragazzi fanno “di testa loro”?
La grande diversità tra bambini, adolescenti e adulti sta nel cervello, dicono eminenti neurologi
americani. Ecco cosa hanno scoperto.
• Materia grigia in crescita. Arthur Toga, dell’Università della California, usando la tecnica
della risonanza magnetica ha osservato come cambia il cervello tra l’infanzia e l’adolescenza. In
bambini di 3-6 anni aveva visto l’iniziale “fioritura” di fibre nervose, soprattutto nella corteccia
frontale (pianificazione delle azioni). Oggi gli stessi soggetti, in età puberale, sono stati riesaminati.
Risultato: exploit delle aree cerebrali che controllano l’organizzazione del linguaggio.
• Reazioni sconsiderate.
Perché i ragazzi reagiscono in modo eccessivo a certi stimoli, per
esempio la paura? Secondo Deborah Todd del Brain Imaging Center, Massachusetts:”Gli spaventi
interessano una parte del sistema limbico: l’amigdala, che genera la reazione istintiva.
Quest’ultima, però, negli adulti viene “mediata” dai lobi frontali, sede del ragionamento; nei
giovani, invece, la ragione influisce meno perché i lobi frontali sono immaturi”.
A 10-12 ANNI i lobi frontali, sede dell’attenzione
e delle capacità di giudizio, sono ancora molto immaturi.
A 10-12 ANNI le aree parietali, sede dell’abilità visiva e
spaziali, raggiungono un picco. In seguito decrescono.
A 20 ANNI le connessioni nervose dei lobi frontali
raggiungono la loro conformazione definitiva.
A 20 ANNI le aree che presiedono l’organizzazione del
linguaggio hanno avuto un notevole picco di crescita.
GRUPPO
IL PIACERE
Una parte del nostro cervello, l’ipotalamo, stimola la ghiandola ipofisi a produrre degli ormoni
che inducono le ghiandole sessuali a produrre a loro volta altri ormoni, quelli sessuali. Questi
ultimi hanno un ruolo importante nella nostra sessualità. Infatti con la pubertà gli ormoni
accendono il desiderio facendo sì che nel corso dell’adolescenza esso si manifesti in tutta la sua
forza. I maschi, in particolare, sono coinvolti dalla comparsa di erezioni (notturne e al mattino
quando sono appena svegli) e da polluzioni notturne (o eiaculazioni notturne: nel corso di un
sonno profondo o di un semi-sonno viene emesso del liquido spermatico senza che il giovane se
ne renda conto) prima ancora che la loro mente venga coinvolta dal desiderio e dall’erotismo.
L’erezione e le polluzioni notturne sono prevalentemente un fatto riflesso, un segno che l’ormone
sessuale maschile è entrato in funzione e ha innescato quei meccanismi che nel midollo spinale
portano all’erezione.
Certamente un aspetto fondamentale della sessualità è che essa comporta un intenso piacere, una
sensazione che ha origine nei cosiddetti “centri del piacere”, dei nuclei nervosi che si trovano in
quella parte del cervello chiamata ipotalamo. Questi centri vengono stimolati anche da alcune
droghe come l’eroina i cui effetti, inizialmente, sono piacevoli e pertanto intrappolano i giovani
in una tossicodipendenza che man mano porterà sensazioni sempre meno piacevoli e sempre più
negative.
Il piacere dell’eccitazione sessuale fa sì che un giovane possa ricorrere alla masturbazione per
procurarselo. Su questo comportamento esistono opinioni diverse: c’è chi lo condanna
severamente e chi invece lo considera un fatto normale. Anche se la masturbazione entro certi
limiti non è in sé un fatto patologico di cui bisogna preoccuparsi, tuttavia la sessualità matura è
soprattutto una forma di comunicazione poiché implica un rapporto emotivo o affettivo con
un’altra persona. Comportamenti e sensazioni sono però diversi nei maschi e nelle femmine.
LA MASTURBAZIONE
Soprattutto nel passato la masturbazione veniva considerata in termini molto
negativi, spesso come una forma di malattia che avrebbe indebolito l’organismo e
addirittura originato altri disturbi come la pazzia. Questa concezione era in gran
parte legata al fatto che molto spesso la masturbazione veniva praticata senza
inibizione dai malati di mente e dai gravi ritardati mentali. In realtà, se questo
comportamento viene manifestato in pubblico o è molto frequente, rappresenta il
sintomo di un disturbo e non la causa di esso.
Oggi sappiamo che la masturbazione non soltanto non è la causa di malattie
disastrose ma non riesce a produrre neppure un foruncolo; ciò nonostante il
“piacere solitario” è spesso fonte di disapprovazione da parte degli adulti e di
ansietà per i ragazzi. Può essere vissuto come qualcosa di squallido e sporco perché
viene disapprovato, oppure come una dimostrazione della propria mancanza di
volontà in quanto si fanno dei tentativi per smettere ma non ci si riesce. C’è anche
chi (soprattutto tra i ragazzi e le ragazze più grandi) si sente sminuito in quanto
avverte che questa sua attività è un ripiego in mancanza di meglio, oppure un modo
sbrigativo (una abitudine) per far fronte alla noia, alla solitudine o alla rabbia. Ed
effettivamente, se la masturbazione ha tra i suoi esiti anche quelli di allentare la
tensione fisica e di “consolare”, non soddisfa però altre aspirazioni fondamentali
come il desiderio di intimità e di amore. Non bisogna, infatti, dimenticare che la
sessualità è un aspetto del comportamento sociale tra persone consenzienti, che
implica quindi un rapporto affettivo con un’altra persona.
SESSUALITA’
NEI MASCHI E NELLE FEMMINE
I maschi, ad esempio, tendono a
raggiungere
l’orgasmo,
cioè
la
sensazione di intenso piacere che
culmina con l’eiaculazione, in tempi
più brevi rispetto alle femmine: queste
ultime hanno (ma non sempre) bisogno
di preliminari e di tempi più lunghi per
arrivare al piacere. A volte i maschi,
soprattutto quando sono ansiosi, sono
estremamente rapidi nel raggiungere
l’orgasmo tanto da non riuscire, anche
volendolo, ad avere un rapporto
sessuale completo. In questo caso si
parla di eiaculazione precoce.
In generale i maschi tendono anche (sebbene vi siano notevoli differenze tra le persone) ad essere più
stimolati da una serie di dettagli o tratti che riguardano l’altro sesso: non è soltanto il corpo femminile
ad attirare, ma anche i vestiti, il trucco, i gioielli, il profumo. Si può essere sensibili a questi “stimoli” - e
quindi provare tensione e desiderio sessuale in loro presenza - senza nemmeno rendersene conto, in
quanto essi sollecitano un tipo di “risposte” che fanno parte dei riflessi naturali.
GRUPPO
L’AMORE
Certamente la sessualità non si esaurisce soltanto nell’atto sessuale. Soprattutto se le persone si
amano, lo scambio comporta una serie di manifestazioni affettive che possono essere più
significative, gratificanti e piacevoli di un semplice rapporto sessuale. Sensualità, sessualità,
sentimenti, amore costituiscono un “nodo centrale” del nostro essere, sia che noi siamo uomini, con
la nostra virilità, che donne, con la nostra femminilità.
Bisogna che ne siamo ben coscienti
perché questo nodo centrale può
essere la fonte di un grande
equilibrio della persona, o al
contrario di uno squilibrio più o
meno evidente, più o meno
importante, che può rivelarsi
pericoloso. Il ragazzo e la ragazza,
così come l’uomo e la donna,
possono, per questo motivo,
ripiegarsi su se stessi come la
lumaca che si ritira nel proprio
guscio; è questo atteggiamento che
può essere definito narcisismo . Il
giovane, centrato su se stesso, si
guarda in uno specchio invece di
guardare il mondo intorno a lui.
CONTINUA
CONTINUO: L’AMORE
Ma può anche verificarsi il caso contrario, un eccesso di estroversione. Si tratta di
una scarsa attenzione a se stessi, mentre si è proiettati verso l’esterno e verso una
fame di cambiamenti. I ragazzi allora possono tuffarsi in relazioni sessuali multiple
molto superficiali che non comportano la conoscenza del partner: può così
succedere di non amare veramente nessuno e di non essere amati. Si finisce, a volte,
per “usare” il corpo dell’altro e strumentalizzare le sue emozioni. I rapporti
sentimentali e sessuali sono visti da alcuni soltanto come mezzo di
autoaffermazione, come terreno di pura conquista o ambito in cui competere con
altri rivali; in questi casi i sentimenti e i desideri del partner hanno scarsa
rilevanza.
Se è vero che la sessualità ha un ruolo importante, però è anche vero che non si può
vivere senza affetti e tenerezze, cioè senza rapporti che non soltanto coinvolgano
emotivamente ma che soddisfino anche il grande bisogno di ciascuno di noi di
essere riconosciuti, rispettati e amati per ciò che siamo, con le nostre qualità e i
nostri difetti. Ogni essere umano è capace di dare affetto e ha bisogno di affetto.
Esistono molti mezzi per esprimere questa tenerezza che possono variare a seconda
dell’età e dei rapporti tra le diverse persone: una madre. Ad esempio, copre di baci
e carezze il suo bambino, ma anche quest’ultimo farà le coccole alla mamma.
Questa stessa tenerezza è presente nella vita sentimentale di un uomo e di una
donna che si amano veramente e che sono attenti non solo alle proprie esigenze e ai
propri stati d’animo ma anche a quelli del loro compagno o compagna.
GRUPPO
SESSUALITA’ E ISTINTO SOCIALE
Esiste un solo tipo di amore o più amori? L’amore materno, quello dei genitori nei riguardi dei
figli, è fondamentalmente diverso rispetto all’amore della coppia? L’amore tra amici, quella
forma di empatia ed attaccamento affettivo che può legare tra loro due o più persone dello
stesso sesso o di sesso opposto, non ha nulla a che spartire con l’amore che unisce due
innamorati? E se ci atteniamo all’amore di coppia, l’amore romantico è fondamentalmente
diverso dalla passione amorosa? E’ ben difficile rispondere a questi interrogativi perché per
ogni tipo di amore si troveranno certamente peculiarità e differenze, per ogni epoca storica
analogie ma anche diversità, i segni di un’intesa tra i partner simile a quella odierna ma anche i
segni di una maggiore o minore apertura verso la società circostante, verso altri legami
affettivi…
Certamente vi sono delle differenze ben chiare tra l’amore nei riguardi dei figli e l’amore di
coppia, tra l’amore romantico e quello esclusivamente sessuale, tra l’amore di oggi e quello di
ieri: eppure vi è una sorta di filo rosso che unisce tra di loro tutti questi amori, queste diverse
manifestazioni dell’affettività e dell’attaccamento emotivo che fanno capo ad un aspetto
fondamentale del comportamento umano, di quel vero e proprio ISTINTO che è la
SOCIALITA’.
Mentre tutte le specie animali si riproducono attraverso la sessualità, non tutte sono sociali, non
tutte vivono in coppia col partner e dimostrano un attaccamento nei suoi riguardi al di là del
breve momento dell’accoppiamento. La socialità rappresenta invece una caratteristica propria
di un numero limitato di specie animali e l’attaccamento affettivo una caratteristica ancora più
rara, ma molto utile per la sopravvivenza della specie. Se infatti non esistessero la socialità e
l’attaccamento affettivo, al vita dei singoli membri di una specie sarebbe più esposta alle
minacce dell’ambiente in quanto ogni individuo dovrebbe far fronte da solo a delle situazioni a
rischio.
GRUPPO
L’ATTACCAMENTO AFFETTIVO
L’attaccamento affettivo - da quello verso i figli a quello verso gli
amici - rappresenta un meccanismo istintivo che traspare sin dalle
prime fasi della vita umana e che è utile per far fronte alle minacce
ambientali. Infatti i piccoli hanno paura del buio e del vuoto, del
rapido avvicinarsi di un oggetto e dell’isolamento, cioè di potenziali
minacce di pericolo di fronte a cui i lattanti reagiscono con
manifestazioni di paura, ansia e sconforto. Gli psicologi,
osservando il comportamento dei bambini separati dalla madre,
hanno descritto l’angoscia da separazione che si manifesta quando
il piccolo viene isolato dalla mamma e ritiene di aver perduto i
contatti con lei: questa angoscia farebbe capo a un comportamento
istintivo, una reazione fisiologica ad una potenziale minaccia di
isolamento e separazione dal gruppo, comune a diverse specie di
animali che si basano sulla socialità.
La socialità e l’attaccamento sono quindi i mattoni con cui vengono
costruite le diverse forme di amore, da quelle più sfumate a quelle
più intense e coinvolgimenti; ma oltre a questa base comune i
diversi tipi e le diverse manifestazioni dell’amore dipendono da
numerosi altri fattori legati all’esperienza precoce, alla storia
individuale, ai condizionamenti culturali o a necessità biologiche,
come nel caso della pulsione sessuale.
GRUPPO
LA SIMPATIA
Esiste una sorta di arco ideale che
abbraccia
i
diversi
aspetti
dell’affettività: all’inizio di quest’arco
traviamo la simpatia, una complessa
mescolanza di sensazioni emotive e di
giudizi che ci portano a provare empatia
verso chi ha degli aspetti comuni, ma
talora anche complementari, con noi: ci è
simpatica una persona che ci ricorda con
il suo aspetto o comportamento delle
figure
di
attaccamento,
lontane
amicizie,valori comuni o che magari si
comporta
come
noi
vorremmo
comportarci.
GRUPPO
L’INTIMITA’
La simpatia costituisce l’anticamera dell’
intimità, un altro gradino nella scala
dell’affettività e dell’attaccamento che implica
l’esistenza di “canali” privilegiati di
comunicazione, spesso non verbali: è con le
persone intime che ci si comprende con un
cenno, che si condividono spazi, situazioni e
dinamiche precluse agli altri; l’intimità può
costituire un aspetto scontato ed ovvio della
vita familiare o tra amici, ma nelle fasi iniziali
della vita di coppia rappresenta una
condizione desiderata, un momento essenziale
sia della condizione degli innamorati che della
sessualità.
GRUPPO
L’INNAMORAMENTO E L’AMORE
L’innamoramento e l’amore rappresentano la continuazione
di alcuni aspetti dell’affettività che sono già presenti nella
simpatia e nell’intimità: infatti la simpatia e l’intimità
rappresentano dei presupposti dell’attaccamento affettivo.
Ma l’amore di due partner si carica anche fortemente di
valenze sessuali che, almeno nella fase iniziale della vita di
coppia, rinforzano attraverso il piacere i legami affettivi.
Ovviamente anche le variabili culturali contribuiscono a
delineare in modo fondamentale i nostri rapporti affettivi
col partner, a suscitare
aspettative, necessità,
insoddisfazioni, frustrazioni: così, chi crede e si attende
l’amore romantico potrà scontrarsi con la banalità
dell’esistenza quotidiana, sentirsi addirittura aggredito dalla
sessualità, come avveniva per molte fanciulle dell’800 che
mitizzavano la figura del principe azzurro, spogliandola di
ogni caratteristica fisica e immaginandola perfetta. Allo
stesso modo, anche quelle società che limitano l’affettività
ad un’intensa vita di coppia, inducendo il nucleo familiare a
chiudersi verso l’esterno, generano spesso insoddisfazione: il
partner non può infatti soddisfare tute quelle aspettative
che vanno dalle esigenze della socialità a quelle
dell’attaccamento, da quelle dell’amicizia a quelle della
sessualità.
GRUPPO
PIANIFICAZIONE FAMIGLIARE
Non soltanto i comportamenti sessuali sono variabili da individuo
a individuo, ma risentono anche di fattori ambientali e storici.
Per esempio gli antichi da un lato rispettavano ed erano affascinati
dalla forza della fecondità, tanto da avere delle forme di culto per
la dea della fertilità e per la potenza maschile: era la fecondità ad
assicurare l’abbondanza delle messi, la continuità delle greggi e il
perpetuarsi della specie umana, sempre minacciata dalla
decimazione a causa delle guerre, delle carestie e delle epidemie.
Tuttavia, il culto della fecondità non implicava che gli uomini si
adattassero sempre all’ineluttabilità della riproduzione.
Uomini e donne si resero presto conto che vi erano dei periodi in
cui la donna era non fertile, delle stagioni della vita di non fertilità,
delle situazioni in cui riprodursi poteva rappresentare un rischio
per il bambino e per la madre
GRUPPO
FERTILITA’ E CONTRACCEZIONE
Sino a che punto si è riusciti a separare la sessualità dalla riproduzione? E sino
che punto può essere lecito farlo?
In gran parte le nostre scelte dipendono dall’atteggiamento che abbiamo nei
riguardi della vita: infatti alcuni considerano che taluni suoi aspetti possano
essere modificati e piegati dalla volontà umana, mentre altri sono più restii a
intervenire attivamente in quanto ritengono che la vita sia un dono divino e
come tale immodificabile. Ciò nonostante anche questi ultimi accettano di
separare la sessualità dalla riproduzione purché ciò non comporti degli
interventi “innaturali”: in altre parole ci si può soltanto limitare a seguire i
ritmi fisiologici del corpo umano, individuando quei momenti in cui
l’organismo femminile non è fecondo. Altri, invece, intervengono attivamente
sui meccanismi della riproduzione.
Qualunque sia la nostra opinione in fatto di pratiche contraccettive, è utile
conoscere i vari metodi o “tecniche” che cercano di “ingannare” o modificare la
fecondità, cioè di esercitare un CONTROLLO DELLE NASCITE.
GRUPPO BREVE ANALISI DELLA FECONDITA’
La fecondità femminile risponde ad un ritmo
in cui vi sono dei periodi in cui l’uovo può
essere fertilizzato dallo spermatozoo:il
CICLO varia da individuo a individuo, ma si
ripete all’incirca ogni 28 giorni circa. In
alcune donne il ciclo può essere più lungo ed
arriva a più di 30 giorni, in altre è più breve e
oscilla tra i 25 e i 26 giorni.
Non
mamma
mamma
Il test della gravidanza: la provetta si decolora se
nell’urina è presente l’ormone HCG
Dal periodo della pubertà sino alla menopausa (fine della fecondità), mese dopo mese, si succedono
dei cicli: il periodo fertile di una donna si situa all’incirca a metà del ciclo in media dai 3 ai 6
giorni. Il ciclo femminile viene diviso in due parti che sono molto diverse. La prima inizia il giorno
in cui si verificano le mestruazioni e termina con l’ovulazione, e ha una durata variabile. La
seconda inizia quando si verifica l’ovulazione e finisce con l’inizio delle mestruazioni, e ha una
durata fissa di 14 giorni. Nella prima parte del ciclo vengono secreti gli ormoni estrogeni, mentre
nella seconda parte, a partire dall’ovulazione, viene secreto il progesterone, o ormone della
gravidanza, che prepara la mucosa dell’utero ad accogliere l’uovo se questo è stato fecondato da
uno spermatozoo. Nel caso in cui l’uovo sia stato fecondato, le mestruazioni si bloccano e
ricompariranno dopo il parto.
GRUPPO
M ETODO BILLINGS
In coincidenza con l’ovulazione l’organismo
femminile va incontro a delle modifiche,
ormonali e fisiologiche, che lo rendono adatto
ad accogliere una nuova vita. Ad esempio
l’utero produce un secreto che favorisce il
movimento degli spermatozoi verso l’uovo
maturo. Il metodo Billings si basa
sull’osservazione del muco secreto dal collo
dell’utero (muco cervicale).
La donna, osservando il muco a livello della vulva e regolandosi sulle sensazioni prodotte dalla sua
presenza o assenza, può capire se è in periodo fertile oppure no. In genere dopo la mestruazione vi
sono dei “giorni asciutti” che sono più o meno numerosi, e in certi casi possono addirittura mancare
nei cicli brevi. Quando gli estrogeni aumentano e stimolano la maturazione del follicolo da cui si
origina l’uovo, la donna osserva la comparsa del muco e avverte una sensazione di bagnato: Man
mano il muco da opaco, denso e appiccicoso, diventa elastico e filante più o meno come la chiara
dell’uovo. L’ultimo giorno in cui è presente un muco di questo tipo si chiama “giorno del picco” ed
è il giorno della massima fertilità: esso viene riconosciuto il giorno dopo quando il muco si è
modificato e la sensazione di bagnato è scomparsa. L’ovulazione si verifica nell’arco di tempo che
va da tre giorni prima a due giorni dopo il picco, quando il muco cambia a causa della produzione
del progesterone. Osservando il tipo di muco secreto si comprende quando avviene l’ovulazione e
quindi ci si può astenere dai rapporti sessuali. Tuttavia il metodo non è sicuro al cento per cento.
GRUPPO
METODO DELLA
MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA
Un altro metodo naturale è basato sulla
misurazione della temperatura che fornisce un
indice dei giorni fecondi. La temperatura del
corpo femminile è infatti bassa (intorno ai 36
gradi e mezzo) prima dell’ovulazione, cade al
momento in cui questa si verifica e poi sale nel
corso di tre giorni per portarsi a livelli più alti
(circa 37 gradi) una volta che si è verificata
l’ovulazione, quando ormai la donna si trova
in fase di sterilità. Ogni donna ha una sua
curva della temperatura e quindi per
calcolare i giorni fertili deve verificare la
propria temperatura per alcuni mesi. Tuttavia
anche questo metodo non è infallibile perché
la temperatura può modificarsi per vari
motivi: Ad esempio in seguito ad una piccola
influenza o per irregolarità del ciclo.
GRUPPO
•
•
ALTRI METODI NATURALI
Il metodo più antico è quello che si chiama di OGINO-KNAUS in ricordo
di due medici che all’inizio di questo secolo osservarono per primi che
l’ovulazione si verifica tra il 12° e il 16° giorno del ciclo. Essi ipotizzarono
che questa ciclicità fosse più o meno costante nel tempo e quindi
consigliarono di astenersi dai rapporti sessuali in quei giorni per evitare
delle nascite. Tuttavia questo metodo è estremamente impreciso a causa
delle irregolarità del ciclo femminile, dovute a volte al cambiamento di
clima o agli stress. Può infatti accadere che un viaggio, un’influenza, una
grossa fatica, un cambiamento d’altitudine o una contrarietà importante,
alterino completamente il ciclo e l’ovulazione si sposti di alcuni giorni in
avanti o indietro.
In passato, e spesso anche oggi, soprattutto i giovani hanno praticato il
metodo detto del COITO INTERROTTO: in questo metodo l’atto sessuale
viene interrotto nel momento in cui il maschio sente che è prossimo alla
eiaculazione. Questo metodo è “a rischio” sia perché l’uomo non sempre
riesce ad arrestarsi, sia perché esso può creare insoddisfazione e ansietà in
entrambi i partner.
GRUPPO
SISTEMI ARTIFICIALI
pillola ormonale
B
B
B
ipofisi
Sono metodi che tendono a bloccare in
diversi momenti la fecondazione
dell’uovo:
• quelli ad azione locale, di tipo
MECCANICO(frecce
A),
che
impediscono la penetrazione degli
spermatozoi oppure l’annidamento
dell’ovulo fecondato, come la spirale;
• e quelli di tipo ORMONALE (frecce B)
che modificano la mucosa uterina e
interferiscono sulle CORRELAZIONI
IPOFISI-OVAIE (freccia C) bloccando
l’ovulazione.
C
spirale
ovaia
A
A
diaframma
profilattico
crema spermicida
GRUPPO
•
•
•
•
CONTRACCETTIVI MECCANICI
E CHIMICI
Il PROFILATTICO, o preservativo o condom (dal nome del suo inventore) è una
guaina di lattice di gomma che viene distesa sul pene in erezione e impedisce al seme
di penetrare nella vagina. Esso va levato prima che il pene ritorni allo stato di riposo,
altrimenti il seme può fuoriuscire dal profilattico e passare nella vagina. Spesso nel
preservativo è contenuta una sostanza spermicida. Questo metodo molto diffuso, offre
una buona percentuale di sicurezza. Esso inoltre rappresenta anche un importante
mezzo di prevenzione delle malattie infettive sessuali.
Il DIAFRAMMA è invece un cappuccio che viene applicato all’entrata dell’utero in
modo da bloccare il passaggio degli spermatozoi. La sua sicurezza è meno elevata
rispetto al preservativo in quanto può spostarsi o non essere bene applicato.
La SPIRALE IUD (Intra Uterine Device) è di materiale plastificato a forma di T o di
L e viene posta dal ginecologo dentro l’utero dove può restare anche per un paio
d’anni. Essa ha il compito di modificare l’ambiente uterino bloccando lo sviluppo di
un uovo fecondato: in altre parole essa non blocca l’incontro tra l’uovo e lo
spermatozoo ma produce un mini-aborto nelle fasi iniziali dello sviluppo embrionle.
CONTRACCETTIVI CHIMICI: sono tra le più antiche forme di contraccezione e si
bsano sulla modifica dell’acidità vaginale attraverso l’uso di lavande, creme e gelatine,
oppure sull’uso di sostanze spermicide (che inattivano gli spermatozoi). Esse devono
far in modo che gli spermatozzoi vengono bloccati o neutralizzati nel loro percorso
verso l’uovo all’interno della vagina. La loro efficacia è limitata perché qualche
spermatozoo può sopravvivere.
GRUPPO
CONTRACCETTIVI ORMONALI
Queste sostanze costituiscono la cosiddetta PILLOLA che si è diffusa dalla metà degli
anni cinquanta quando il dottor Pincus scoprì la funzione del progesterone: questo
ormone infatti può bloccare l’ovulazione come si verifica quando è in corso una
gravidanza. Dopo la prima pillola ne sono state ideate altre contenenti estrogeni
oppure una miscela di estrogeni e progesterone. Questi nuovi tipi di pillola hanno
rappresentato un tentativo per ovviare agli effetti collaterali della prima pillola,
che potevano essere da quelli più lievi come mal di testa e variazioni della pressione
del sangue, a quelli più gravi come alterazioni della coagulazione del sangue, che in
alcuni casi potevano portare a delle trombosi, cioè alla coagulazione del sangue nei
vasi sanguigni. La pillola è stata inoltre incolpata di favorire la formazione di
alcuni tumori del seno e dell’utero. Le pillole attuali sono certamente più sicure,
tuttavia una donna che decida di farne uso sarà bene che lo valuti insieme con il
proprio ginecologo.
Di recente sono state introdotte sul mercato delle sostanze che contrastano
l’annidamento dell’uovo fecondato nella mucosa uterina: esse si chiamano
prostaglandine e sono sostanze che agiscono sulla muscolatura dell’utero
provocando una sorta di miniaborto subito dopo la fecondazione. Anche in questo
caso. Come per la pillola, la loro assunzione deve essere controllata dal medico.
GRUPPO
FERTILITA’ ASSISTITA
La comprensione dei meccanismi attraverso cui
gli ormoni stimolano l’ovulazione ha portato a
scoprire
delle
SOSTANZE
CHE
PROMUOVONO LA FERTILITÀ. Queste
sostanze inducono l’ovulazione quand’essa
non si verifica o è alterata. Tuttavia esse
presentano due tipi di rischi: quello di
stimolare fortemente la funzione delle ovaie,
favorendo la comparsa di cisti o piccoli
tumori, e quello di indurre più di una
ovulazione e quindi delle gravidanze multiple
da cui nascono vari gemelli.
fecondazione in provetta
ovulo
spermatozoo
Questi tipi di trattamenti per promuovere la fertilità sono stati perciò in gran parte sostituiti da
altre tecniche che cercano di favorire la fertilizzazione dell’uovo da parte degli spermatozoi,
soprattutto quando questi non sono sufficientemente numerosi o vitali. Le tecniche sono diverse.
Esse possono consistere, ad esempio, nel fecondare l’uovo all’interno dell’utero (FECONDAZIONE
ARTIFICIALE) o all’esterno (FECONDAZIONE IN PROVETTA) con degli spermatozoi
provenienti dal partner o da un “donatore” (quando il partner è sterile). Di recente, utilizzando
questi metodi, si è riusciti a consentire a donne ormai in menopausa di portare avanti una
gravidanza.
Come si vede, sia le tecniche contraccettive che quelle volte a promuovere la fertilità non interessano
solo la fisiologia dell’organismo ma anche, ovviamente, la psicologia e al morale.
GRUPPO
Lo
ABORTO
sviluppo di diversi tipi di metodi
contraccettivi ha portato ad una riduzione
degli aborti procurati, indotti generalmente
entro il quarto mese di vita del feto. In passato
l’aborto era una pratica frequente e rischiosa
per la donna. Nei secoli passati era inoltre
molto diffusa la pratica dell’infanticidio o
dell’abbandono del neonato vicino alle ruote,
delle aperture rotanti nelle mura degli
ospedali, dei conventi o dei brefotrofi. Spesso
questi bambini abbandonati erano illegittimi e
ancora nel secolo scorso il dar vita ad un figlio
illegittimo era considerato un’onta intollerabile per la madre. Da quei tempi l’atteggiamento nei
riguardi delle donne nubili e dei loro figli è fortemente cambiato e si è anche modificato il nostro
atteggiamento nei riguardi della procreazione, che non è più un fenomeno del tutto casuale ma
viene sempre più considerato come un atto responsabile e soprattutto di amore. Comunque,
l’aborto è legale prima della fine del quarto mese di vita intrauterina per motivi terapeutici, nel
caso in cui la vita della gestante sia posta in pericolo dalla gravidanza; per motivi preventivi nel caso
in cui il feto presenti grossolane malformazioni; oppure può essere legato alla volontà della donna
(che può aver subìto una violenza) o della coppia di non avere un figlio per una serie di motivi che
vanno da quelli psicologici a quelli economici. Tuttavia per le conseguenze psicologiche che
l’aborto procura alla donna bisognerebbe evitare questa tecnica anticoncezionale, cercando di
aiutare in tutti i modi quelle donne o ragazze madri che sono in qualche modo indotte a farlo.
GRUPPO
RIPRODUZIONE E SESSUALITA’
Nella specie umana e nella maggior parte delle specie animali essere femmina
significa avere due cromosomi X ed essere maschi significa avere un cromosoma X
e un cromosoma Y: Nella nostra e nelle altre specie i gameti (cioè le cellule
riproduttrici: spermatozoi e uova) contengono la metà dei cromosomi rispetto a
tutte le altre cellule del corpo e uno solo dei due cromosomi sessuali: la X nei
gameti femminili, la X o la Y in quelli maschili.
Ma perché esiste questo complicato gioco dei cromosomi e soprattutto perché
esistono due sessi?
Per rispondere alla domanda occorre prima di tutto dire che due sono le funzioni
della riproduzione.
• In primo luogo la riproduzione assicura la sopravvivenza della specie. Infatti
mettendo al mondo i figli una specie si perpetua, ed ha tanto più successo quanto
maggiore è il numero di figli che riesce ad allevare.
• In secondo luogo la riproduzione trasmette ai figli i caratteri tipici della specie,
cosicché i figli somigliano ai genitori.
Tuttavia la riproduzione avviene in due modi: la riproduzione asessuata e quella
sessuata.
GRUPPO
LA RIPRODUZIONE ASESSUATA
La riproduzione asessuata è tipica degli esseri unicellulari. Nei batteri, ad
esempio, non si distinguono individui maschili o femminili; i batteri di una
certa specie sono tutti uguali e la riproduzione avviene per spore o più spesso
attraverso il meccanismo della divisione binaria. .In questo caso ogni batterio
si scinde in due batteri identici ad esso. Questo però non significa che nei
batteri non ci sia sessualità. Infatti, dal punto di vista scientifico, il termine
sessualità significa scambio di materiale ereditario contenuto nel nucleo della
cellula tra due individui distinti. E questo fenomeno avviene con una certa
frequenza tra i batteri appartenenti non solo alla stessa specie ma anche a
specie diverse, solo che non è in relazione con la riproduzione. Tuttavia è
proprio la sessualità che spiega la capacità che hanno i batteri di modificarsi,
come avviene, per esempio, nel fenomeno della immunoresistenza.
GRUPPO
RIPRODUZIONE SESSUATA
La riproduzione sessuata è tipica degli esseri pluricellulari, ma la
distinzione in individui maschili e femminili è molto evidente solo nelle
piante con i fiori e negli animali superiori. Nella riproduzione sessuata
attraverso l’unione di una cellula di origine paterna e di una di origine
materna (lo spermatozoo e l’uovo) vengono messi insieme dei patrimoni
ereditari diversi, delle vere e proprie riserve, che consentono di
adattarsi ad ambienti nuovi e a condizioni di vita mutate. Essa è
comparsa circa 600 milioni di anni di anni fa e, poiché accelera sia il
rimescolamento dei caratteri che la casuale comparsa di mutazioni, ha
permesso l’esplosione vitale che, negli ultimi 600 milioni di anni fa, ha
arricchito la Terra con milioni e milioni di specie.
Per rendersi conto dell’enorme varietà di adattamenti, che proprio la
sessualità ha reso possibile, basta anche solo considerare rapidamente le
diverse modalità secondo cui avviene la riproduzione nei vertebrati.
GRUPPO
FECONDAZIONE ESTERNA
Nei pesci l’ambiente acquatico favorisce una
fecondazione esterna. Le femmine dei pesci
producono milioni di uova e i maschi nello
stesso luogo le fecondano cospergendole di
sperma. Nonostante questo la maggior parte
delle cellule sessuali vengono mangiate dai
predatori e solo un piccolo numero di uova
vengono fecondate. Di conseguenza gli organi
riproduttori dei pesci (ovaie e testicoli) sono
interni e molto semplici: uova e spermatozoi
vengono riversati all’esterno attraverso la
cloaca, dalla quale escono anche le feci e
l’orina.
Negli anfibi la situazione è la stessa dei pesci,
tuttavia durante la stagione degli amori il
maschio della rana rimane abbracciato alla
femmina. Così facendo tiene gli orifizi delle
cloache vicini, ed espelle lo sperma man mano
che la femmina produce uova gelatinose in
acqua. Questo permette una minore
produzione di gameti rispetto ai pesci.
GRUPPO
FECONDAZIONE INTERNA
Per i vertebrati terrestri la fecondazione
esterna
è
impossibile
perché
gli
spermatozoi e le uova non sopravvivono in
un ambiente asciutto. .La produzione di
uovo con guscio è stata infatti la grande
conquista adattativa dei rettili. Le uova
debbono però essere fecondate prima della
deposizione quando ancora sono senza
guscio. La fecondazione quindi deve
avvenire all’interno del corpo femminile
per mezzo dell’accoppiamento.
guscio
cordone di sostegno
albume
tuorlo
disco embrionale
membrana esterna
membrana interna
Le femmine degli uccelli hanno solo un’ovaia funzionante, l’altra è rudimentale. Le uova appena
formate hanno solo il tuorlo. Poi quando l’uovo scende lungo l’ovidotto viene aggiunto l’albume,
infine si forma il guscio calcareo e l’uovo viene espulso attraverso la cloaca. Gli uccelli maschi
hanno i testicoli interni e benché alcune specie abbiano sviluppato un pene sviluppato, la maggior
parte emette lo sperma dalla cloaca. La fecondazione avviene quando il maschio rimane
appollaiato sulla schiena della femmina. In questa posizione i due animali, curvando la coda,
mettono a contatto le rispettive cloache. Gli spermatozoi passano direttamente dal maschio alla
femmina. La fecondazione interna, essendo più sicura, ha permesso di risparmiare il numero delle
uova deposte.
CONTINUA
CONTINUA: FECONDAZIONE INTERNA
Nei mammiferi gli organi per l’accoppiamento sono esterni: nei maschi il pene e
nelle femmine la vagina, separata dalla cloaca. Durante l’accoppiamento il pene
viene introdotto nella vagina; in questo modo gli spermatozoi vengono depositati
nel corpo della femmina vicino agli ovuli (fecondazione interna). Per favorire
l’accoppiamento il pene presenta il fenomeno dell’erezione. Nell’uomo l’erezione
è dovuta alla pressione idraulica del sangue. Nel toro, in molti carnivori e nella
maggior parte dei mammiferi, essa è facilitata da un osso interno al pene. Infine
anche i testicoli sono esterni, contenuti in una sacca detta scroto. Ciò favorisce la
produzione di sperma che richiede temperature più basse di quelle corporee. Nei
mammiferi quindi non c’è più una cloaca unica e gli organi riproduttori sono
collegati solo all’apparato urinario.
GRUPPO
CELLULE DELLA RIPRODUZIONE
E ZIGOTE
La diversità biologica, così importante per la
sopravvivenza delle specie, inizia a partire dai
gameti. Le uova dei vertebrati sono costituite
da un’unica cellula, il gamete femminile,
provvisto sempre di una certa quantità di
tuorlo. Il guscio è presente solo in certi
animali. Anche gli spermatozoi sono costituiti
da un’unica cellula, il gamete maschile, che è
simile ad un microscopico girino. Uno stesso
uovo è raggiunto da molti spermatozoi ma
solo uno riesce a fecondarlo.
morula
Cellula femminile
Cellula maschile
La fusione dell’ovulo con lo spermatozoo
produce lo zigote, la prima cellula del nuovo
individuo. Da essa in poche ore si formano
migliaia di cellule del nuovo embrione che
all’inizio sembra una mora, infatti viene
detto morula. Successivamente cominciano a
comparire le forme degli organi del capo e
degli arti che nelle prime fasi sono pressoché
identiche in tutti i vertebrati. Questa
somiglianza è una prova che le diverse specie
si sono evolute da un comune antenato.
salmone
EMBRIONI
A CONFRONTO
Le forti somiglianze che si
riscontrano nelle prime fasi
dello sviluppo confermano
che tutti i vertebrati hanno
avuto origine da un antenato
comune
uccello
rana
maiale
uomo
GRUPPO
•
•
•
•
LO SVILUPPO
Poiché l’accrescimento di un embrione richiede un continuo rifornimento di
alimenti, pesci, anfibi, rettili e uccelli depongono uova che contengono nel tuorlo la
necessaria quantità di nutrimento per l’embrione. Ciò spiega le grandi dimensioni
raggiunte dalle uova di alcune specie.
I mammiferi monotremi (ornitorinco e echidna), depongono uova e appena i figli
sono sgusciati li nutrono con il latte prodotto dalle ghiandole mammarie.
I mammiferi marsupiali (canguro, koala, opossum) producono uova con poco
tuorlo, però trattengono per un certo tempo l’embrione nell’utero e lo partoriscono
ancoro incompleto. Lo sviluppo dell’embrione viene completato nel marsupio,
dentro il quale si trovano le mammelle.
Tutti gli altri mammiferi sono placentati, e l’embrione è direttamente alimentato
dentro l’utero attraverso la placenta che stabilisce un collegamento tra la
circolazione sanguigna della madre e quella del figlio. Il collegamento è costituito
da due arterie e una vena riunite nel cordone ombelicale che viene eliminato alla
nascita, quando il neonato comincia a respirare con i suoi polmoni e a nutrirsi di
latte attraverso il suo apparato digerente. Sul ventre dei mammiferi placentati,
come l’uomo e le scimmie, resta perciò l’ombelico, che è l’impronta di questo
interrotto legame.
VEDI FIGURA
SISTEMI DI NUTRIMENTO DELL’EMBRIONE
UCCELLI
embrione
L’embrione assorbe
sostanze nutritive dal
tuorlo attraverso una
rete di vasi sanguigni,
mentre gli scambi di
gas avvengono per
mezzo di un’altra rete
di vasi.
Mammifero marsupiale:
Opossum
camera d’aria
marsupio
placenta
apparato digerente
polmoni
mammelle
La placenta è un organo scambiatore
attraverso di essa l’embrione riceve
dalla madre ossigeno, nutrimento e
anticorpi, e riversa invece nella
circolazione materna le sostanze di
rifiuto.
GRUPPO
LA PRIMA VOLTA
A che età avere il primo rapporto sessuale?
A questa domanda ci sono un'infinità di
risposte, poiché ognuno ha la proprio
personalità, la propria sensibilità e la propria
storia. In passato un rapporto sessuale era
consentito solo all'interno del matrimonio,
soprattutto per la donna; oggi questo
comportamento è cambiato, tuttavia l'età
della prima volta è variabile come ogni
persona è diversa da un'altra. Non bisogna
però lasciarsi trascinare dalle mode o mettersi
in competizione con gli altri, perché ogni
giovane ha un suo ritmo di maturazione.
Quando si presenterà l'occasione e ne verrà la
pena, ognuno di noi sarà in grado di decidere
come affrontare la situazione, d'accordo con il
proprio partner. Su questo punto è
importante essere liberi e seguire il più
possibile i propri sentimenti e la propria
sensibilità.
La prima volta per le femmine implica la
perdita della cosiddetta "verginità".
Essere vergini significa, dal punto di vista
fisico, avere l'imene intatto. L'imene è una
piccola membrana che restringe l'orifizio
vaginale e che durante il primo rapporto,
con la penetrazione del pene, può rompersi
o allargarsi, per poi avere, il più delle
volte, una piccola perdita di sangue. Nel
maschio invece la prima volta non
comporta alcuna alterazione fisica, ma è
importante a livello psicologico tanto
quanto nella femmina.
Non bisogna attendersi troppo dalla prima
volta in quanto l'ansia e l'emotività del
momento possono giocare "brutti scherzi".
CONTINUO: LA PRIMA VOLTA
Per alcuni la sessualità è un
modo come un altro per
soddisfare i propri desideri o
semplicemente per provare
piacere, ma per la maggior
parte delle persone, la
sessualità non è disgiunta
dall'amore
e
altri
addirittura decidono di
astenersi da una vita
sessuale per un periodo di
tempo o addirittura per
tutta la vita; a volte però
una astensione o un rifuggire
dalla
sessualità
può
dipendere da una serie di
fattori
psicologici,
che
complessivamente
fanno
capo a paure o insicurezze.
IL PUDORE
Immagini di
moda balneare
ieri e oggi
Anche il pudore appartiene sia ad una dimensione
sociale che ad una individuale. E’ vero, infatti, che il
concetto di pudore varia a seconda degli usi e dei
costumi dei popoli e delle diverse epoche storiche,
cosicché oggi non ci sentiamo offesi da situazioni che
potevano suscitare profonda riprovazione fino ad
alcuni decenni orsono; però, è anche vero che
ognuno di noi ha un suo senso del pudore che è
legato al modo in cui è stato cresciuto, al suo
temperamento, alla sua sensibilità, al rapporto che
ha con il suo corpo e alle sue credenze e valori.
LA PERSONA
LA SESSUALITA’
L’AMORE
GRUPPO
INTRODUZIONE
La sessualità è un aspetto importante della vita che riguarda sia ognuno di noi come singolo che la
società in cui viviamo. In passato come anche oggi i giovani hanno imparato a conoscere i vari
aspetti del sesso attraverso le confidenze dei loro compagni o fratelli più grandi, che però spesso
tramandavano e tramandano una serie di pregiudizi e di false informazioni. Del resto nel mondo
contemporaneo circolano - grazie ai mass media - molti messaggi sessuali espliciti che raggiungono
bambini e ragazzi in modo disordinato, a volte turbandoli e lasciando comunque in ombra svariati
aspetti su cui i ragazzi si interrogano e cercano risposte.
La sessualità presenta diversi aspetti, da quelli che riguardano la biologia a quelli che riguardano
l’immaginario letterario ed artistico, a quelli che si riferiscono al ruolo sociale dei due sessi. Un altro
aspetto della sessualità è quello legato alla possibilità di contrarre quelle malattie che possono
essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali. La sessualità, infine, deve essere guardata anche da
un’altra prospettiva, quella della riproduzione.
Il lavoro svolto non ha certamente la pretesa di esaurire tutti questi aspetti, tuttavia il modo come è
stata costruita tutta la prima parte (una sorta di mappa concettuale a più livelli) può servire per
future estensioni. Nella mappa ogni gruppo include a sua volta altri gruppi subordinati ma tra loro
collegati, oppure gruppi e nodi, oppure solo nodi tra loro in relazione. La mappa è servita per
costruire l’ipertesto, e può benissimo essere utilizzata per navigare al suo interno.
Su internet e in libreria c’è tutto quanto occorre per saperne di più, tuttavia la maggior parte dei
testi, specie quelli sul web sono in inglese e “per addetti ai lavori”; ecco comunque qualche
suggerimento. Per navigatori on line: education.indiana.edu/cas/adol/adol.html (U.S.),
www.minori.it (Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza). Per
chi preferisce un libro: Ascoltare gli adolescenti di A. Pozzato e G. Gallino (Sonda, 2000, 26000
lire) è il resoconto di una serie d’incontri tra psicologi e ragazzi. Psicologia dello sviluppo… di R.
Vianelo (Edizioni Junior, 1999, 28000 lire) è invece un’interessante indagine.
GRUPPO
L’INDAGINE STATISTICA
Tra la seconda metà di marzo e la prima metà di aprile è stata proposto
un questionario di 22 domande agli alunni delle classi terze sui
principali problemi della pubertà. L’elaborazione del questionario era
anonima e libera e non è stata riproposta a quegli alunni che erano
assenti il giorno in cui il questionario in oggetto era stato presentato
alla classe. Pertanto il campione esaminato è costituito da 159
questionari.
In questa sede si è deciso di non fornire alcuna conclusione, anche se
dalla lettura dei dati elaborati, nonostante le deficienze e
manchevolezze del questionario proposto, qualcosa di interessante
può essere certamente ricavato. Il motivo è che questo lavoro ha la
pretesa di aprire un dialogo tra gli insegnanti, le loro classi e i
genitori, per rilevare particolari aspetti e problemi cui stare attenti
durante lo svolgimento di questi argomenti così importanti per
ciascuno di noi.
Se vuoi visionare il documento relativo al questionario clicca sull’icona.
Scarica

file ppsx 1906 KB