" Ogni uomo che crede in Lui,
ci dice il vangelo di questo giorno,
otterrà per lui la vita eterna "( Gv 3,15 ).
Per lui, perché nessun altro che Lui
può dare questa vita, che è gratuita.
Non ci si salva da se stessi.
Il dono della fede ci lega a Cristo Salvatore.
Dio ha mandato suo Figlio nel mondo affinché anche, tramite Lui sia annunciata
la salvezza. Alla fine dei tempi, non condannerà nessuno, perché il suo desiderio
è che tutto siano salvati. Quelli che avranno rigettato liberamente la luce che è il Cristo
e respinto di vivere nella verità si renderanno conto di ciò che sono stati e che hanno fatto.
Rievocando un periodo della storia del popolo eletto,
quei gesti presentano Dio come un essere che castiga e perdona.
Le punizioni di Dio sono delle chiamate alla conversione
che dispone i cuori all'accoglienza e al perdono.
(2Cron 36,14-16.19-23)
Composto al tempo dell'esilio, il salmo 136 fa sentire il lamento e l'invocazione
dei deportati a Babilonia che non possono dimenticare la loro patria.
" Ricordati, Signore, del tuo amore e vieni a salvarci! "
Il passaggio del Vangelo esordisce con una affermazione
forte e piena d'imagini concernente il mistero del Cristo morto in croce.
" Come il serpente di bronzo fu alzato da Mosé nel deserto,
così occorre che il Figlio dell'uomo sia elevato. "(Gv 3,14-21)
Bisogna dirlo spesso, a se stessi, agli altri,
a tutti coloro che vivono sulla terra.
Bisogna affermarlo a gran voce:
il Dio dei cristiani, Dio di Gesù Cristo,
vuole che " il mondo sia salvato" (Gv 3,17).
La salvezza è pertanto un gesto di amore divino.
Ha la sua origine in Dio che ama al di là di tutto.
Dio è amore.
Non condanna nessuno.
La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza,
ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e,
soprattutto, con la sua testimonianza.
Si può però testimoniare solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato.
Il cristiano è colui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia,
di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degli uomini.
Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi.
Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi,
ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esempio
per come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri.
Questo servizio può farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo.
Solo questi ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo.
Papa Francesco
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4a Domenica di Quaresima B 2015