Catechesi degli adulti
Seguire Gesù nella vita quotidiana/1
ANDREA FONTANA
sù, per esempio, gli scribi avevano ingabbiato il decalogo con
613 precetti minuziosi che riguardavano il culto, la vita familiare, la vita sociale.
Gesù ci ha liberati da questa
schiavitù
C’è qualcuno che non sopporta la Chiesa perché – dice –
impone troppe regole molto strette e a volte inadeguate
al mondo moderno. Ma il cristiano sa che la sua vita,
sulla parola di Cristo, è guidata unicamente dalla legge
dell’amore.
Il cammino della Legge
tra i popoli
Fin dalle origini dell’umanità ci
sono state regole, precetti, statuti che hanno governato la vita sociale dei popoli. Gli studi di
antropologia e le ricerche archeologiche hanno messo in luce antichi codici legislativi ema-
PISTA DI RIFLESSIONE
PERSONALE
O DI GRUPPO
1. Come percepisci le leggi e i
precetti della Chiesa? Ti senti libero con essi? Pensi che difendano la dignità di ogni essere
umano? Perché?
2. Nella tua vita quotidiana ti
senti schiavo di qualcosa o di
qualcuno? Da dove ti viene questa sensazione di non essere libero? L’amore cambierebbe la
tua situazione?
3. Fare le cose per amore è diverso che farle per guadagnarsi
un premio... Le piccole cose di
ogni giorno, perché le fai? Che significato hanno per te? In che
modo ti fanno sentire «giusto»?
nati da re o da divinità. Lo stesso «decalogo» che la Bibbia ci
ha trasmesso è stato per lungo
tempo il punto di riferimento di
ogni comportamento umano.
Poteri religiosi e civili con il tempo si sono poi appellati a queste
leggi per aggiungere spesso altre prescrizioni. Al tempo di Ge-
Quando Paolo parla ai cristiani
della «Legge» (Gal 5,13-25) allude proprio ai minuziosi precetti
dentro i quali gli ebrei erano tenuti come ingabbiati. Paolo dice
che Cristo ci ha liberati dandoci
un solo comandamento: «Amare
Dio e amare il prossimo».
■ Non c’è bisogno di altro, dice:
se noi crediamo in Gesù sappiamo che «morderci a vicenda» ci
porta a distruggerci gli uni gli altri. Qualsiasi disordine sociale,
qualsiasi depravazione morale,
qualsiasi abuso di violenza,
«qualsiasi peccato» non è altro
che una mancanza di amore.
Dalla lettera di san Paolo ai cristiani della Galazia
«Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! Tutta la Legge infatti
trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Fratelli, Dio vi ha chiamati alla libertà! Ma non servitevi della
libertà per i vostri comodi. Anzi, lasciatevi guidare dall’amore
di Dio e fatevi servi gli uni degli altri. Perché chi ubbidisce a
quest’unico comandamento: Ama il prossimo tuo come te stesso, mette in pratica tutta la legge. Se invece vi comportate come
bestie feroci, mordendovi e divorandovi tra voi, fate attenzione:
finirete per distruggervi gli uni gli altri.
Se lo Spirito di Dio vi guida, non siete più schiavi della legge.
Tutti possiamo vedere quali sono i risultati dell’egoismo umano:
immoralità, corruzione e vizio, idolatria, magia, odio, litigi, gelosie, ire, intrighi, divisioni, invidie, ubriachezze, orge e altre
cose di questo genere. Io ve l’ho già detto prima e ve lo dico di
nuovo: quelli che si comportano in questo modo non avranno
posto nel regno di Dio. Lo Spirito invece produce: amore, gioia,
pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mansuetudine,
dominio di sé» (Gal 5,13-25 passim).
«In realtà per me non c’è vita nella pratica della Legge. Essa
non mi riguarda più: ora vivo per Dio. Sono stato crocifisso con
Cristo. Non sono più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di
Dio che mi ha amato e volle morire per me. Io non rendo inutile la grazia di Dio. Ma se fosse vero che siamo salvati perché
osserviamo le norme della Legge, allora Cristo sarebbe morto
per niente» (Gal 2,20-21).
Dossier Catechista
20
Settembre-Ottobre 2008
Nel disegno di Gianfranco Monaca
l’amore, la fraternità e la condivisione
vissute nella Chiesa degli inizi.
Amerai il prossimo tuo
come te stesso
Rileggiamo il Catechismo degli adulti
«La verità vi farà liberi»
«La vita cristiana è relazione personale con Cristo, un dialogo e
un cammino con lui. Lo Spirito Santo unisce e rende conformi a
lui, muove a seguirlo. Camminare dietro a Cristo significa camminare nella carità, avere i suoi stessi sentimenti, amare come
egli ha amato, fino a dare la vita per i fratelli; ma è impossibile amare come Cristo ha amato, se egli stesso non ama in noi;
è impossibile andargli dietro, se egli stesso non viene a vivere
dentro di noi» (816-817).
Ogni essere umano
ha una coscienza
Dice Gesù: «Sapete giudicare
l’aspetto della terra e del cielo,
come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non
giudicate da voi stessi ciò che è
giusto?» (Lc 12,56-57).
■ Il decalogo offre dieci esempi
di pericoli mortali che minacciano ogni giorno il nostro amore e la nostra libertà. San Paolo
parla delle «opere della carne»,
cioè degli istinti animaleschi
della creatura umana che costituiscono un pericolo per la no-
stra dignità umana. Minacciano la nostra libertà perché ci riducono in schiavitù.
■ «La schiavitù della carne»
consiste proprio nel dovere per
forza soddisfare impulsi bestiali.
Più sei invidioso, più ti squalifichi; più sei fissato con il sesso,
più ne diventi succube; più ti lasci guidare dall’ira, più la convivenza con gli altri diventa insopportabile. Imparare ad amare significa imparare a essere liberi e non lasciarci schiavizzare
dalle imposizioni degli altri o
dagli istinti che sono in noi.
Per la preghiera in famiglia
Da soli o in coppia raccontiamoci una scelta fatta durante la giornata: abbiamo detto certe parole al capoufficio... abbiamo comprato un certo
oggetto... ci siamo comportati in un certo modo
con gli amici... Che cosa ci ha spinti a fare così? È
stato l’amore o l’invidia? L’istinto o l’abitudine?
Che valutazione possiamo farne ora, a mente lucida? C’è una parola di Gesù nel vangelo che potrebbe aiutarci a capire meglio? Quale parola?
Dossier Catechista
21
Le «opere della carne» sono
messe a tacere «dallo spirito di
Cristo». Se Cristo vive in me, egli
ci dà la «grazia» che ci porta ad
amare: se lui abita in noi, non
siamo più capaci di ira, di violenza, di depravazioni e di odio.
Amati da Dio attraverso Gesù
non siamo più capaci di far male a nessuno. Per questo siamo
«giustificati», cioè «dichiarati
giusti».
■ In questo consiste il nostro
cristianesimo: non, come molti
pensano, in una serie interminabile di proibizioni e di sentenze di condanna, ma in un
messaggio d’amore che è Cristo
stesso.
■ Chi ama non ha bisogno che
qualcuno gli insegni le regole
dell’amore. Chi ama non ha bisogno che qualcuno gli dica:
«devi amare», perché l’amore è
già dentro di lui. Troverà lui
stesso la strada per esprimere
ogni giorno il suo amore a coloro che ama. È libero, può esprimere il suo amore in mille modi
e lo fa liberamente, senza imposizioni.
«Se credi in Gesù, non puoi
non amare...»
La «novità» cristiana rispetto a
tutte le morali filosofiche o le etiche mondane sta proprio in questo. A volte si parla della osservanza della Legge per acquistare
«meriti» e guadagnare il paradiso. Ma se uno ama, il paradiso è
già dentro di lui, perché Dio è in
lui con il suo amore.
■ Non sono le opere buone che
ci rendono santi, ma l’amore di
Dio che è in noi e che si manifesta nei pensieri, nelle parole,
nelle azioni che ogni giorno
compiamo.
Settembre-Ottobre 2008
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