In preghIera
per le vocazioni
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Maggio 2013
La vita come
semina abbondante
Preghiera finale
Tu continui a seminare Gesù,
la tua parola di salvezza in tutti i terreni del mondo,
in tutti i cuori della terra. Non misuri la semente,
ma la versi in abbondanza nelle zolle della nostra esistenza.
Conosci i nostri entusiasmi momentanei, la nostra allergia al sacrificio,
la nostra debolezza nella prova.
Sai bene che talora basta poco, quasi un nulla per coprire la tua voce,
per rendere vana la tua offerta,
per impedire che il Vangelo attecchisca e cresca nella nostra vita.
Eppure continui a seminare, nonostante tutto.
Perché? Perché sai bene che i tuoi semi sono buoni e possono
produrre un raccolto insperato.
Sai che, quando trovano un terreno accogliente,
la loro fecondità è inaudita, al di là di qualsiasi previsione.
Donami, dunque, Gesù,
di non lasciar passare invano la grazia che mi raggiunge,
di non tentare troppo la tua pazienza di seminatore:
solo così potrò sperimentare una ricchezza di frutti al di là di ogni previsione.
Modi semplici che possono avvicinarci molto
a Dio. Faccio un segno di croce. Invito il Signore a venire nella mia casa. Leggo il brano
e mi soffermo. Segno su un libretto la frase
A cura del CRV
Preghiera di invocazione allo Spirito
Vieni, Spirito Creatore,
perenne sorgente della missione: Vieni!
Sostienici quando annunciamo il Vangelo che salva:
all’uomo smarrito, ricorda che Cristo solo è la Via;
all’uomo che cerca il bene, ricorda che Cristo solo è la Verità;
all’uomo che teme la morte, ricorda che Cristo solo è la Vita.
Vieni e soffia ancora su di noi! Soffia e sarà rinnovata la fede;
soffia e sarà beata la speranza; soffia e sarà grande la carità!
La Chiesa di Dio a te si affida: ci affidiamo al tuo soffio d’Amore.
e sempre ti invochiamo: Vieni, Spirito Creatore!
La Parola diventa ascolto
Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9 forma breve
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla
che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito,
perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo
radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra
parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha
orecchi, ascolti».
La Parola diventa concretezza
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Signore , Ti benediciamo, Padre, per il dono della Chiesa, la comunità che
ci ha generato la fede. Illumina con il tuo spirito coloro che sono incaricati a spiegare le scritture sante, perché con le loro parole possano guidare i
cuori a ricercare il Tuo volto. Preghiamo
Signore sostieni gli sforzi e la volontà di quanti operano perché il confronto
aperto e disponibile con la complessità del nostro tempo faccia crescere e
consolidare la fede in ognuno di noi. Preghiamo
Spirito Santo, donaci di mantenere sveglia la nostra coscienza perché
l’indifferenza o il peso dei problemi quotidiani non ci impediscano di soccorrere i più poveri e abbandonati e di cooperare perché attorno a noi crescano giustizia e pace. Preghiamo
Padre, nel nome di Gesù e per intercessione di Maria, dona alle nostre
comunità di camminare guidati da spirito evangelico valorizzando i doni di
ognuno e vivendo nella gioia della comunione fraterna. Dacci la forza per
superare le difficoltà del quotidiano, e di crescere nell’amore. Preghiamo
La Parola diventa preghiera
«Qualcuno potrebbe dire: “Ma come si fa ad incontrare Gesù Cristo”?
Gesù Cristo è vivo, è presente e S. Giovanni dice:
“Quello che noi abbiamo udito, ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che
abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato ...
noi lo annunziamo a voi” (cf. 1Gv 1,1-3) e quello che Lui poteva dire allora,
si può dire anche ora, perché Cristo non è morto.
Noi non entriamo in relazione con Giulio Cesare o Cicerone,
potremmo farlo leggendo i loro scritti, conoscendo la loro storia
ci sentiamo in sintonia con loro, ma non possiamo dialogare assolutamente con loro.
Io posso dirmi seguace di Cicerone, ma è un fatto puramente ideale,
le mie idee combaciano con le sue e stop. Con Gesù Cristo invece no,
Egli è vivo, perché Egli è risorto, ecco l’annunzio:
Cristo è risorto e non muore più. Quindi è sempre presente, mi sta accanto,
mi sta dentro, ecco perciò la possibilità di una comunione vera e profonda».
Don Giuseppe Puglisi
Omelia in occasione di un corso di esercizi spirituali presso
la Casa della Presenza del Vangelo a Motta d’Affermo (1-8 agosto 1985).
Testo tratto da registrazione audio.
La Parola diventa testimonianza
ConosCiamo Don Pino Puglisi
Gli anni settanta: parroco a Godrano
Padre Pino arriva a Godrano nel 1970 da giovane presbitero e inizia con una certa
fatica, non nascondendo delle evidenti e oggettive difficoltà il suo ministero pastorale.
Cosa lo preoccupava particolarmente? Anzitutto la resistenza che trovava tra i parrocchiani a lasciarsi coinvolgere nelle attività della comunità parrocchiale, fatto per niente
raro in un piccolo paese all’inizio degli anni settanta. Tuttavia sarà proprio a Godrano
che padre Pino vivrà la sua esperienza di vita parrocchiale più intensa e prolungata e,
pertanto, occorre riandare a quegli anni per ritrovare i lineamenti del suo essere pastore
pienamente innamorato del gregge e con l’“odore delle pecore”, secondo la felice espressione di papa Francesco.
Come avverrà a Brancaccio, anche qui egli decide di partire dai più piccoli per giungere al cuore di tutti i parrocchiani. E, pertanto, dà vita ad una instancabile e intensa
attività ministeriale tesa a educare umanamente e cristianamente i fanciulli, mostrando
loro in Gesù l’amico buono e fidato, l’“uomo libero e liberante”, come amava definirlo.
Una cosa che sta particolarmente a cuore a padre Puglisi è la riscoperta delle proprie
radici e tradizioni culturali che non devono essere motivo di vergogna, quanto piuttosto
fonte di gratitudine e di orgoglio. In tal senso egli fa “scoprire” ai ragazzi quelle stupende
montagne che fanno da cornice al paese di Godrano e che probabilmente nessuno era
riuscito ad apprezzare pienamente. E così le celebrazioni fatte all’alba in montagna a
Rocca Busambra, i ritiri al Gorgo del Drago, i momenti di svago in mezzo alla natura
diventano emblematici della sua volontà di immergersi o, meglio, incarnarsi nel posto in
cui il Signore lo aveva mandato ad annunciare il Vangelo e far fare una esperienza di
contemplazione e di intensa comunione con Dio ai ragazzi e ai giovani.
Altro tratto distintivo del suo impegno fu quello educativo e culturale. La sua canonica, definita ben presto “Colosseo” perché sempre accessibile, pian piano diventa una
piccola biblioteca in cui i ragazzi potevano essere guidati nella scelta di libri opportuni in
base alla loro età e al percorso della loro vita, in cui potersi confrontare e trovare la possibilità di essere ascoltati. Emerge forte, in tal senso, il profilo di colui che da lì a qualche
anno sarebbe diventato un instancabile apostolo delle vocazioni. Di padre Pino a Godrano viene ricordata la capacità di ascolto, di entrare in empatia con l’altro al punto da dimenticare tutto e tutti, o meglio mettendo in secondo piano il resto per far spazio
all’ascolto e al prendere su di sé il vissuto dell’altro in una relazione fondamentale in cui
egli è modello: la paternità spirituale.
Quella di Godrano fu certamente una tappa fondamentale nell’itinerario presbiterale
di padre Puglisi che lascerà una traccia indelebile nell’intero suo ministero e che ricorderà in ogni occasione con grande gratitudine e amore.
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