TECNICA E DIDATTICA
DEGLI SPORT INDIVIDUALI
Dott.ssa Chiara Milanese
A.A 2015/2016
MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA
La corsa rappresenta una delle più elementari manifestazioni delle abilità
motorie e coinvolge più di 80 gruppi muscolari e 46 segmenti ossei dell’apparato
locomotore (Hay, 1985).
Finalità: spostare il più velocemente possibile verso l’avanti il centro di massa.
CORSA VELOCE
CORSA DI RESISTENZA
SPORT DI SITUAZIONE
LA PRESTAZIONE NELLA CORSA VELOCE
100 mt
sprint
Partenza
Capacità
reattiva
Corsa
Azioni
Accelerazione
Max
velocità
Decelerazione
MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA
Struttura generale di base BIFASICA:
Fase principale: azione di apertura degli angoli di lavoro con conseguente spostamento verso l'avanti
del baricentro generale del sistema;
Fase finale-preparatoria: recupero dell’arto, ripristino dell’equilibrio del sistema e chiusura degli angoli
di lavoro necessari per ripetere la fase principale.
Fase principale
Fase finale-preparatoria
FASE PRINCIPALE
 Azioni dei segmenti per lo spostamento del centro di massa verso l’avanti (apertura degli angoli di
lavoro).
 Il soggetto passerà da una situazione di equilibrio stabile ad uno sempre più instabile.
 Sono chiamati al lavoro prima i muscoli più potenti e, in crescendo, quelli sempre più veloci.
 Il segmento avampiede deve costituire il punto di appoggio, fino a quando i segmenti soprastanti
non avranno terminato le loro azioni di apertura degli angoli alle articolazioni;
Appoggio
Fine fase di spinta
ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO
Coscia
Tronco
Retropiede
Avampiede
La catena biocinematica più
rispondente alla finalità della
corsa può essere soddisfatta da
un solo schema di movimento,
dove la successione temporale
dei segmenti è quella che influirà
sul rendimento.
1. SEGMENTO COSCIA
1
 Fulcro: articolazione del ginocchio.
 Muscolo: quadricipite femorale.
ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO
Coscia
Tronco
Retropiede
Avampiede
La catena biocinematica più
rispondente alla finalità della
corsa può essere soddisfatta da
un solo schema di movimento,
dove la successione temporale
dei segmenti è quella che influirà
sul rendimento.
2. SEGMENTO TRONCO
 Fulcro: articolazione coxo-femorale.
 Muscolo: grande gluteo.
ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO
Coscia
Tronco
Retropiede
Avampiede
Le azioni combinate dei segmenti
La catena biocinematica più
coscia, tronco, retropiederispondente alla finalità della
avampiede, spostano il centro di
corsa può essere soddisfatta da
massa sulla direzione del vettore
un solo schema di movimento,
che rappresenta la reazione R,
dove la successione temporale
all’azione del piede (pressione) sul
dei segmenti è quella che influirà
terreno, evitando così ogni
sul rendimento.
dispersione di energia.
3-4- SEGMENTI RETROPIEDE-AVAMPIEDE
 Fulcro: si sposta gradualmente
R
dall’articolazione metatarsale alle
articolazioni delle dita fino a togliere
B
completamente il contatto
dell’avampiede con il terreno.
R
 Muscolo: tricipite surale.
A
FASE FINALE-PREPARATORIA
 Finalità: ristabilire l’equilibrio del soggetto e gli angoli di lavoro;
 Riassume tutte le azioni che i segmenti dell’arto inferiore compiono da quando questo lascia
l’appoggio con il terreno, dopo aver esaurito la spinta, fino a quando esso andrà a stabilirne un altro.
 Le azioni sono svolte in tempi e spazi differenti, per una miglior comprensione questa fase è stata
divisa in quattro istanti:
• Primo istante
• Secondo istante
• Terzo istante
• Quarto istante
1° istante
2° istante
3° istante
4° istante
FASE FINALE-PREPARATORIA primo istante
 Recupero dell’arto fino a quando il segmento coscia è pressoché parallelo
al segmento coscia dell’altro arto
 Una condizione necessaria per non compromettere l’equilibrio del sistema
dato che in questa fase l’altro arto stabilisce l’appoggio;
CM
Fp
 La linea del centro di massa (CM), deve intersecare la base d’appoggio.
 Ordine d’intervento e azioni:
• flessione del piede (forza- peso)
• flessione del gamba (ischio-crurali)
• flessione del coscia (forza-peso).
Fp
FASE FINALE-PREPARATORIA secondo istante
R
 La coscia arriva ad essere quasi parallela al terreno (chiusura angolo
all’articolazione coxo-femorale).
 Ordine d’intervento e azioni:
 flessione della coscia (ileo-psoas)

parziale estensione della gamba e del piede (forza-peso)
CM
FASE FINALE-PREPARATORIA terzo istante
 L’arto libero si prepara a stabilire un nuovo appoggio.
 Ordine d’intervento e azioni:
 estensione della coscia (forza-peso)
 parziale estensione della gamba
 il piede si prepara a prendere contatto con il suolo con l’avampiede.
FASE FINALE-PREPARATORIA quarto istante
 L’ultimo istante è dato dal contatto dell’avampiede sul terreno, con la
preparazione degli angoli alle articolazioni soprastanti.
B
Nell’istante di contatto del piede con il suolo, la linea del centro di massa deve
cadere all’interno della base d’appoggio in modo da garantire un equilibrio
stabile, una ottimale preparazione degli angoli articolari e dei gruppi muscolari
interessati. Tutto il sistema tende ad abbassarsi (fase di ammortizzazione o
contromovimento).
Retropiede
Avampiede
Pianta
Fp
Fp
COMPORTAMENTO DEI SEGMENTI NON PROTAGONISTI: SEGMENTO CAPO
 Il segmento capo ha la possibilità le sue masse avanti, dietro, a sinistra e a destra, di ruotare nei due
sensi e di effettuare tutte le combinazioni possibili fra queste azioni. Simili spostamenti possono far
variare la posizione del baricentro generale.
Pertanto, il comportamento che il segmento capo deve assumere durante il passo di corsa è quello di
mantenere il suo asse longitudinale allineato con quello del tronco.
COMPORTAMENTO DEI SEGMENTI NON PROTAGONISTI: ARTI SUPERIORI
Se si osserva un soggetto che cammina si nota che gli arti superiori si trovano in atteggiamento lungo
ed eseguono un movimento pendolare alternato. Nel momento in cui il soggetto passa dalla
deambulazione alla corsa, si nota che gli arti superiori continuano la loro azione pendolare, aumentano
però il grado di escursione articolare e assumono un atteggiamento breve, in quanto più economico,
attraverso una chiusura più o meno accentuata dell’articolazione del gomito.
COMPORTAMENTO DEI SEGMENTI NON PROTAGONISTI: ARTI SUPERIORI
Le masse di un arto superiore ruotano verso
l’avanti-alto mentre contemporaneamente quelle
Fase
principale
dell’altro verso dietro-alto fino a raggiungere con
l’asse longitudinale del segmento braccio, di
entrambi gli arti una posizione di quasi
perpendicolarità con il tronco.
Fase
finalepreparatoria
Gli arti superiori invertono le loro rotazioni
per arrivare con gli assi longitudinali dei due
segmenti braccio paralleli al tronco, nel
momento in cui il piede stabilisce il contatto
con il terreno.
MODELLO PRESTAZIONALE DELLA PARTENZA DAI BLOCCHI
 Nell’atletica leggera, con il termine
partenza si intende l’insieme di azioni
che i segmenti di un atleta compiono
per passare da un atteggiamento
statico ad uno dinamico.
 Il regolamento internazionale delle
gare di atletica leggera impone
l’obbligo di quattro appoggi per le
distanze che vanno dai 100 ai 400
metri piani, dai 100 e 110 ai 400
ostacoli, al primo frazionista delle
staffette 4 per 100 e 4 per 400.
MODELLO PRESTAZIONALE DELLA PARTENZA DAI BLOCCHI
“Ai vostri posti”
FASE PREPARATORIA
creare un’area di appoggio in grado di
garantire un equilibrio stabile;
“Pronti”
reclutare adeguati angoli di lavoro in
grado di consentire la massima
espressione di forza da parte dei muscoli.
FASE PRINCIPALE
“Start”
Sviluppare un elevato valore di forza in
particolare nella direzione orizzontale nel
tempo più breve possibile e con un’elevata
velocità d’uscita dai blocchi.
FASE FINALE-PREPARATORIA
 Stabilire l’appoggio del piede a terra;
 Ripristino dell’equilibrio del sistema e
degli angoli di lavoro alle articolazioni,
necessari a proseguire con la corsa.
Gli studi di biomeccanica ci offrono informazioni utili riguardo ai gradi angolari che le articolazioni
coinvolte devono assumere nella partenza dai blocchi per:
 consentire un’ adeguata preparazione dei muscoli (prestiramento, accumulo di energia elastica);
 consentire una successiva espressione della massima forza nel più breve tempo possibile;
 ottenere la più elevata velocità orizzontale.
 Posizionamento dei blocchi.
 Posizioni assunte dagli atleti ai comandi che gli vengono dati alla partenza (“ai vostri
posti”, “pronti”, “start)”.
“Ai vostri posti”
“Pronti”
“Start”
POSIZIONE DEI BLOCCHI
 Stabilire qual è il blocco anteriore e qual è il blocco posteriore;
 Stabilire a quale distanza posizionare il blocco anteriore dalla linea di
partenza;
 Stabilire la distanza tra il blocco anteriore e quello posteriore;
 Stabilire l’inclinazione del blocco;
1. Stabilire qual è il blocco anteriore e qual è il blocco posteriore
 Sul blocco anteriore deve essere posizionato l’arto dominante.
 Un test per stabilire l’arto dominante è ad esempio quello di effettuare un salto
verticale con un solo piede. In genere l’arto che il soggetto, spontaneamente, tiene in
appoggio a terra per determinare la spinta verso l’alto rappresenta il suo arto dominante.
 L’arto dominante si stacca dal
blocco per secondo .
 Potrà sfruttare meno il
riflesso di stiramento rispetto
all’altro arto.
 Dovrà applicare la forza per
un tempo più lungo.
DX
DX
2. Stabilire la distanza tra il blocco anteriore e la linea di partenza.
La distanza dalla linea di partenza al blocco anteriore dovrebbe essere del
60% della lunghezza dell’arto inferiore: dal grande trocantere (GT) al
malleolo laterale (ML);
3. Stabilire la distanza tra il blocco anteriore e il blocco posteriore.
GT
La distanza
Diversi
studimedia
hannotra
dimostrato
i blocchi dovrebbe
che una distanza
essere del
media
45%,tra
della
i blocchi
lunghezza
permetteinferiore:
dell’arto
all’atleta dal
di utilizzare
grande trocantere
il riflesso estensorio
(GT) al malleolo
dei muscoli
laterale
soleo
(ML).
e
gastrocnemio.
È stato inoltre riscontrato che ciò permette un recupero più veloce
dell’estremità dell’arto posteriore e una maggior espressione di potenza in
termini di spinta globale (Hoster & May, 1979)
60% GT-ML
ML
45% GT-ML
Schot & Knutzen, 1992
3. Stabilire l’inclinazione del blocco
 Guissard et al., (1992) hanno dimostrato che il grado di
inclinazione dei blocchi è preferibile a 30°. Questa inclinazione
permette:
 una maggior velocità di partenza senza variazioni sia del
tempo di spinta, sia del tempo di applicazione della forza.
 di sfruttare gli effetti positivi del ciclo di allungamentoaccorciamento (accumulo energia elastica) del soleo e del
gastrocnemio incrementando così la produzione di forza e
ad una più efficace velocità di accorciamento del muscolo.
 Mero et al., (2006) ha dimostrato che un’inclinazione di 40°
consente al gastrocnemio ed al soleo di incrementare la potenza
e la velocità di partenza
Posizioni assunte al comando: “Ai vostri posti”
 L’atleta si posiziona sui blocchi di partenza con 5
appoggi: le mani, il ginocchio dell’arto posteriore, i piedi;
 Le mani devono essere posizionate appena dietro la linea
di partenza e appoggiate all’interno rispetto la proiezione
delle spalle;
Braccia distese;
 La distanza tra le mani corrisponde alla larghezza delle
spalle (o poco più);
 Le dita appoggiano con i polpastrelli;
 Il pollice e l’indice formano un arco.
Posizioni assunte al comando “Pronti”
90°-111°
118°-136°
80°-90°

Questi stacca
valorida
si basano
su modelli
prestativi
di atleti
 L’atleta
terra il ginocchio
posteriore
passando
dad’elite.
5 a 4 appoggi;
 Il centro di massa subisce un lieve spostamento verso l’avanti-alto;

studi suggeriscono:
 Alcuni
Attualmente
purtroppo gli studi, che confermano che in assoluto questo range
• Gli artiper
superiori
arrivare
ad essere
perpendicolari al terreno (90°) (Schot
è ottimale
tutti glipossono
atleti, sono
molto
pochi.
and Knutzen, 1992) o superare leggermente verso l’avanti tale perpendicolarità (80°)
(Harland & Steele, 1997). La miglior determinazione dell’angolo è dettata dalla
 Questi
valoripositiva
costituiscono
per l’allenatore una importante base di partenza e
sensazione
dell’atleta.
potranno
essere
apportati
aggiustamenti
• Un range
di 90°-111°
perdegli
il ginocchio
anteriorein funzione delle caratteristiche
• Un range di 118°-136°
per quello abilità
posteriore.
antropometriche,
forza muscolare,
dell’atleta.
Posizioni assunte al comando “Start”
 Gli arti superiori contribuiscono a controbilanciare il
momento angolare prodotto dalla rotazione delle anche
mettendo così gli arti inferiori nella condizione di esprimere al
meglio la forza.
Il movimento delle braccia90°-111°
non può incrementare la velocità
verso l’avanti dell’atleta ma, la componente orizzontale
118°-136°
Arto anterioreparte per
secondo
generata dal loro movimento può aiutare a incrementare la
lunghezza del passo (Bhowmick and Bhattacharyya, 1988).
80°-90°
 Il segmento coscia dell’arto che parte per primo
(quello in
Arto posterioreparte per primo
posizione arretrata) inizia la fase di spinta seguito dalla coscia
dell’altro arto.
 Ordine di intervento segmentarlo:
 estensione coscia dell’arto posteriore, seguita da
un’estensione
coscia dell’arto
anteriore
Vettore
di forzadella
risultante
all’uscita
dai blocchi:
 stacco del piede dal45
blocco
°-50dietro
°
 estensione graduale del tronco
 stacco del piede del blocco anteriore
MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA AD OSTACOLI
L’obiettivo da raggiungere per l’ostacolista, oltre a superare l’ingombro rappresentato
dall’ostacolo, è quello di percorrere la distanza di gara nel minor tempo possibile.
Il superamento dell’ostacolo, a causa del fine, deve perciò avvenire con una parabola
che assuma più i caratteri di un passo di corsa che quelli di un salto.
Il passo effettuato per superare la barriera deve prevedere delle azioni anomale rispetto
a quelle che gli arti eseguono nella corsa.
Le azioni devono garantire al passaggio dell’ostacolo un innalzamento del baricentro
segmentario e la presentazione di un minor ingombro delle masse del segmento.
Superato l’ostacolo l’atleta deve compiere con l’arto che andrà in appoggio delle azioni
che consentano il ripristino di un equilibrio stabile, e con l’altro delle azioni che gli
permettano di assumere un assetto idoneo a riprendere la corsa.
Distanza m
N° hs
Pro/Sen M
110
10
13,72
9,14
14,02
1,06
Pro/Sen F
100
10
13
8,5
10,5
0,84
Pro/Sen M
400
10
45
35
40
0,91
Pro/Sen F
400
10
45
35
40
0,76
10,5 m
13,72 m
9,14 m
14,02 m
Start
45 m
45 m
35 m
35 m
40 m
40 m
Finish
8,5 m
Finish
Start
Categoria
13 m
Distanza tra
gli HS (m)
Distanza
ultimo HS ed Altezza HS (m)
arrivo
Distanza
primo HS (m)
Azioni dell’arto inferiore che per primo supera l’ostacolo
Posizioni spaziali degli assi longitudinali dei segmenti:
L'arto destro (blu) sta esaurendo la seconda parte della fase finale-preparatoria
del movimento corsa:
 Il segmento coscia è quasi perpendicolare al segmento tronco;
 Il segmento gamba è perpendicolare a quello della coscia;
 Il segmento piede è quasi perpendicolare con quello della gamba.
Azioni segmentarie e ordine di intervento:
 COSCIA: flessione del segmento coscia all’articolazione coxo-femorale,
sostenuta dal muscolo ileo-psoas;
 GAMBA: estensione del segmento gamba con fulcro all’articolazione del
ginocchio, sostenuta dal muscolo quadricipite femorale;
 PIEDE: naturale estensione del piede con fulcro all’articolazione tibiotarsica, sostenuta dalla forza peso.
Confrontando il passo di corsa con la corsa ad ostacoli si nota che l’ordine di
intervento segmentario non varia ma variano i valori angolari che si determinano
soprattutto nell'articolazione coxo femorale e in quella del ginocchio.
Azioni dell’arto inferiore che per secondo supera l’ostacolo
Posizioni spaziali degli assi longitudinali dei segmenti:
L'arto sinistro (blu) ha appena concluso la fase principale del passo di corsa ed è
pertanto in massima estensione:
 Il segmento coscia è quasi allineato col segmento tronco;
 Il segmento gamba è allineato al segmento coscia;
 Il segmento piede ha concluso la fase di spinta.
Azioni segmentarie e ordine di intervento:

PIEDE: flessione del segmento piede con fulcro all’articolazione tibio-tarsica,
sostenuta dalla forza-peso;

GAMBA: flessione del segmento gamba con fulcro all’articolazione del
ginocchio, sostenuta dai muscolari ischio crurali;

COSCIA: flessione e contemporanea abduzione del segmento coscia con fulcro
all’articolazione coxo-femorale, ma la flessione è sostenuta dalla forza-peso
controllata e guidata dai muscoli, l’abduzione è sostenuta dai muscoli abduttori.
La contemporaneità delle azioni di flessione e di abduzione del segmento coscia
determina un avanzamento del ginocchio nel piano trasverso.
Le azioni compiute dagli arti inferiori provocano un’elevazione del baricentro segmentario
(coscia, gamba) e conseguentemente di quello generale, e consentono di presentare al
passaggio dell'ostacolo valori minimi di ingombro delle loro masse.
Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI
Le azioni dei segmenti degli arti inferiori durante la fase di
superamento dell’ostacolo, comunicano, nei tre piani
ortogonali, al baricentro generale del sistema un effetto di
rotazione di senso antiorario.
Per non compromettere l’equilibrio del sistema è necessario
che i segmenti non protagonisti:
 assumano un comportamento in grado di annullare gli
effetti negativi da tale rotazione.
 compiano delle azioni in grado di comunicare al
baricentro generale del sistema un momento di pari valore e
di senso opposto a quello determinato dagli arti inferiori.
Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI
 Il capo mantenere il suo asse longitudinale
allineato con quello del tronco;
 Il tronco compie una flessione e una
torsione. Ognuna di queste azioni deve
generare un momento rotante di pari valore
e di senso opposto a quello generato dagli
arti inferiori;
 L’arto superiore controlaterale a quello
inferiore che per primo supera l’ostacolo,
deve accentuare la chiusura dell’angolo
all’articolazione scapolo-omerale e aprire
invece quello all’articolazione del gomito;
l’altro arto superiore controlaterale a quello
inferiore che per secondo supera l’ostacolo,
deve compiere un’abduzione.
Appoggio dell’arto che ha superato l’ostacolo per primo (segmenti blu)
 I segmenti dell'arto che per primo ha superato l'ostacolo, devono ora
B
Fp
compiere le azioni che consentano all’arto di stabilire l’appoggio il più
velocemente possibile.
 Per ripristinare l’equilibrio del sistema è necessario che la proiezione
del baricentro generale intersechi il centro della base di appoggio
determinata dall’avampiede.
Fp
Azioni segmentarie e ordine di intervento:
 COSCIA: estensione della coscia, sostenuta dalla forza peso guidata
e controllata dai specifici muscolari;
 GAMBA: estensione del segmento gamba, consentita della
contrazione del quadricipite;
 RETROPIEDE-AVAMPIEDE: flessione del piede, con una chiusura
degli angoli alle articolazioni della caviglia e del metatarso,
permessa dalla contrazione dei flessori del piede.
Ripristino assetto di corsa dell’arto che ha superato l’ostacolo per secondo (blu)
 I segmenti di questo arto devono compiere delle azioni in grado di far assumere all’arto l’assetto più
consono per riprendere la corsa.
 La posizione spaziale dell’arto in questione e quella di una abduzione. L’arto deve quindi essere portato
davanti al corpo, in modo da assumere un normale assetto di corsa
Azioni segmentarie e ordine di intervento:

COSCIA: - una rotazione interna, nel piano trasverso determinata dalla
contrazione dei muscoli chiamati rotatori interni, al fine di far
B
avanzare l'arto evitando che tocchi la barriera.
- una rotazione esterna nel piano frontale, a carico dei muscoli:
grande e medio gluteo, piriforme, otturatore interno ed esterno
e quadrato del femore, al fine di assumere un assetto idoneo a
Fp
riprendere la corsa.

GAMBA: estensione del segmento gamba, consentita della contrazione
del quadricipite;

PIEDE: flessione del piede, con una chiusura degli angoli alle articolazioni
della caviglia e del metatarso, permessa dalla contrazione dei flessori del
Fp
piede.
Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI
Le azioni dei segmenti dell’arto inferiore che ha stabilito
l’appoggio a terra, e quelle dell’altro arto che ha ripristinato
un assetto normale di corsa, comunicano al baricentro
generale un momento rotante di senso orario.
Per non compromettere l’equilibrio del sistema è necessario
che i segmenti non protagonisti:
 compiono delle azioni in grado di annullare tale momento.
 compiono delle azioni in grado di comunicare al baricentro
generale del sistema un momento di pari valore e di senso
opposto a quello determinato dagli arti inferiori.
Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI
 Il capo mantiene il suo asse longitudinale
allineato con quello del tronco;
 Il tronco torna alla posizione di partenza, cioè
quella che normalmente assume nel passo di
corsa;
 Arti superiori:
 Sinistro: precedentemente aveva
accentuato la chiusura dell’angolo
all’articolazione scapolo-omerale e
aperto invece quello all’articolazione del
gomito, ora deve ripristinare gli stessi
gradi angolari che ha nella fase di corsa;
 Destro: si trova abdotto e deve compiere
un’azione inversa, cioè un’adduzione.
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Lezioni seconda parte 2015/2016 (octet