Zona dell’Alto Sebino Parrocchia di Lovere Corso biblico in 6 incontri 1) Introduzione generale alla Bibbia e all’Antico Testamento 2) Pentateuco e Libri storici 3) Libri profetici e sapienziali 4) Introduzione al Nuovo Testamento 5) Sinottici e Atti degli Apostoli 6) Giovanni, Paolo e Lettere cattoliche 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 1/16 6) Giovanni, Paolo e Lettere cattoliche Bibliografia di riferimento: - PENNA, R., La formazione del Nuovo Testamento nelle sue tre dimensioni, San Saolo, Cinisello B. 2011. - EBNER, M., SCHREIBER, S., (edd.), Introduzione al Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia 2012. - SERAFINI, F. – PEREGO, G., ABC delle mappe bibliche, San Paolo, Cinisello B. 2008. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 2/16 L’opera giovannea - Vangelo, Apocalisse e Lettere Unità e composizione del Vangelo Prima della moderna critica letteraria il IV vangelo era attribuito in toto a Giovanni apostolo, figlio di Zebedeo, apostolo. In realtà esso, molto diverso dai sinottici, ha una lunga storia della tradizione (dagli anni 30 alla fine del I sec. d.C.) e varie fasi di redazione; è l’opera peculiare di una comunità. La teoria di Brown (la più accreditata tra gli studiosi) dà ragione di alcune incoerenze di stile nelle sequenze e nelle cronologie, di alcune ripetizioni e passi fuori contesto proponendo l’ipotesi di 5 stadi di composizione: 1° stadio: materiale originario, della tradizione orale, indipendente dai sinottici. 2° stadio: in alcuni decenni di predicazione e tradizione orale tale materiale si rimodella, si seleziona, si dà uno stile. Tutto fa capo ad una figura unica (carismatico? predicatore? Giovanni?) e a una sua scuola a cui possono essere collegate anche le Lettere e l’Apocalisse. Siamo ancora nella tradizione orale. 3° stadio: inizia una prima organizzazione del materiale ed una prima stesura scritta, in greco, forse ad opera del teologo/predicatore dominante, che di fatto diventa ora evangelista. Prof.ssa Marialaura Mino 3/16 L’opera giovannea - Vangelo, Apocalisse e Lettere - segue 4° stadio: sempre l’evangelista fa una riscrittura e riorganizzazione allo scopo di aggiungere nuovo materiale, spiegare il vecchio o aggiornarlo. 5° stadio: compare il redattore finale che innanzitutto cerca di conservare il materiale orale del 2° stadio (ante redazionale), recupera tutto e lo inserisce senza togliere nulla. Alla redazione finale appartengono il Prologo (inno forse liturgico) ed il cap. 21. In conclusione: per il IV vangelo non abbiamo un unico autore ma una scuola, impegnata a salvare il materiale che la tradizione ha consegnato, soprattutto perché proviene da testimoni oculari (apostoli, scelti da Gesù, investiti dallo Spirito di Dio). Anche scoperte archeologiche recenti (Cafarnao, piscina di Betesda) confermano la presenza di un testimone oculare all’origine della comunità giovannea. Quella di conservare comunque tutte le tradizioni orali era la preoccupazione enorme di tutti gli evangelisti, che non si curavano di incongruenze e ripetizioni nella redazione o di sistemare coerentemente il materiale, soprattutto per non danneggiarlo. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 4/16 L’opera giovannea – Vangelo, Apocalisse e lettere - segue Personaggio carismatico originario e autori. Secondo Brown Giovanni di Zebedeo potrebbe corrispondere all’ “altro discepolo”, che nella redazione definitiva diventa il “discepolo prediletto”; si definisce apostolo e testimone, è stato compagno di Gesù ed è divenuto poi protagonista in seno alla comunità giovannea. Inizialmente insegnava su Gesù usando materiale grezzo poi adatta questo materiale e ne raccoglie la sostanza in un vangelo scritto, di schema tradizionale. Continuando a predicare e insegnare si rende conto della necessità di attualizzare lo scritto alle nuove situazioni e infine, dopo la sua morte, un discepolo compie una redazione finale incorporando altro materiale proveniente dalla predicazione dell’evangelista e della sua scuola. Ambiente e datazione della comunità giovannea. Secondo la ricostruzione di Brown la comunità conosce 2 fasi di sviluppo. 1. Origini e fase pre-letteraria (tradizione orale) dagli anni 50 agli anni 80: con radici palestinesi e composta inizialmente da un gruppo di giudei, la cui fede è definibile “cristologia bassa”, seguita da una fase detta della “cristologia alta” (apertura ai Samaritani) che termina con l’ingresso dei gentili e l’universalismo. 2. Fase letteraria (stesura del vangelo) anni 90: una comunità ben definita e stabile anche geograficamente, forse in Asia Minore, che viene a contatto con altri gruppi credenti e non credenti (giudei e pagani). Ha linee di pensiero portanti: impulso universalistico dell’annuncio, dualismo tra credenti (luce) e non credenti (tenebre), si definisce koinonìa secondo la legge dell’amore ed ha una forte coesione interna e di conseguenza contrapposizione esterna. 5/16 L’opera giovannea – Vangelo, Apocalisse e lettere - segue La struttura del Vangelo (secondo Brown) E’ una suddivisione possibile, insieme ad altre varie avanzate: • PROLOGO (1,1-18) con un inno al Logos • LIBRO DEI SEGNI (fino a 12,50) nel quale sono narrati per esteso 7 segni miracolosi e si accenna ad altri segni compiuti da Gesù. • LIBRO DEGLI ADDII (capp. 13-17) con i 2 grandi discorsi che preparano il ritorno di Gesù al Padre: la Cena con lavanda dei piedi e predizione del tradimento (compare per la prima volta il “discepolo che Gesù amava”); l'ultimo discorso, detto sacerdotale, di congedo che riguarda il futuro degli apostoli, la vita dei discepoli e il loro rapporto con il mondo, la venuta del Paraclito, con preghiera finale di Gesù. • RACCONTO DELLA PASSIONE (capp. 18-19) che si snoda fra il giardino di Getsemani e quello del sepolcro nuovo, in tre tappe: arresto e interrogatorio di Gesù; processo davanti a Pilato; crocifissione e sepoltura. • RACCONTI PASQUALI (cap. 20) sviluppati in due dittici e una prima conclusione: visita al sepolcro vuoto e apparizione alla Maddalena; apparizione ai discepoli senza Tommaso e con Tommaso; conclusione e scopo dello scritto. • EPILOGO (cap. 21): apparizione ai discepoli sul mare di Tiberiade, colloquio con Pietro e seconda conclusione. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 6/16 L’opera giovannea - Vangelo, Apocalisse e Lettere - segue Apocalisse: il libro è destinato ad un gruppo di ascolto, forse ad una lettura liturgica davanti all’assemblea radunata. E’ una profezia e va oltre il genere apocalittico: unisce rivelazione ed esortazione. Genere letterario apocalittico: i fatti storici sono interpretati alla luce di Dio, la storia ha significati che appartengono alla realtà trascendente. La struttura dell’Apocalisse è difficile da riconoscere, tuttavia l’opera è unitaria: tra un prologo ed un epilogo sono racchiuse 5 parti. La lingua è il greco ellenistico popolare, con grammatica e sintassi propria, ha un’originalità ed uno stile eccezionale, unico, all’interno di tutto il NT, poetico ed evocativo, senza schemi, spesso di difficile comprensione. L’autore non è lo stesso del IV vangelo e neppure l’apostolo ma probabilmente un discepolo della comunità giovannea. Lettere: fin dall’antichità sono state collegate al IV vangelo ed all’Apocalisse, quindi di ambiente giovanneo e, nonostante la brevità, esprimono grandissima autorità. La 2Gv e la 3Gv si possono considerare lettere a tutti gli effetti, la 1Gv invece è piuttosto una meditazione sintetica, ma completa, sull’esistenza cristiana, molto breve ma densa. E’ rivolta ad una comunità particolare, ma in modo che possa essere letta anche da comunità diverse (lettera circolare). Riguardo all’autore: è lo stesso per tutte e 3? E’ lo stesso del vangelo e dell’Apocalisse? Ipotesi e teorie diverse ma l’ambiente di provenienza è in ogni caso quello della scuola giovannea. Prof.ssa Marialaura Mino 7/16 Le altre Lettere cattoliche Differenza tra il genere lettera ed il genere epistola: una lettera è qualcosa di non letterario, un mezzo di comunicazione di natura personale o confidenziale e non destinata alla diffusione. L’epistola è destinata a una pubblica diffusione, quindi è una composizione accurata, non è casuale né confidenziale, un componimento letterario. Caratteristiche generali delle lettere cattoliche: con il termine cattoliche vengono indicate nel canone le 7 lettere non paoline: 1, 2Pt, Gc, Gd - oltre a 1, 2, 3Gv. Sono dette cattoliche perché riguardano ciò che di universale vi è all’interno di ogni singola comunità e che la accomuna a tutte le altre. In esse manca l’aspetto del dialogo coi lettori e la partecipazione di chi scrive. • In quasi tutte la forma è di tipo epistolare. • Per quanto riguarda gli autori, ogni lettera costituisce un problema a sé e non sempre gli studiosi sono concordi rispetto all’identità di chi scrive. • Il contenuto tematizza in generale i problemi della vita e della fede nelle comunità che combattono contro le eresie. Nello specifico: Gc Rapporto fede e opere, coerenza del cristiano, attesa della Parusìa 1Pt Vita nuova in Cristo, perseveranza nella persecuzione 2Pt Saldezza della vocazione e speranza della Parusìa Gd Pericolo dei falsi profeti, invito alla fedeltà La Lettera agli Ebrei Autore: questo scritto, dal IV sec. attribuito a Paolo e poi a lungo così considerato, ora si dice ironicamente che non è né una lettera, non è di Paolo e non è indirizzata agli Ebrei. L’ipotesi è che l’autore conosca Paolo e il suo pensiero (Barnaba? Apollo?) o sia vicino alle chiese di matrice paolina. E’ certamente di ambiente ellenistico e proviene dal giudaismo. Genere letterario: predica sinagogale ellenistica, non una lettera vera e propria ma un’epistola o un’omelia vera e propria a cui viene aggiunto un bigliettino di accompagnamento. Datazione: la più probabile, per vari motivi, è intorno all’80, 85 d.C. Tema della lettera: sacrificio e misericordia nel sacerdozio di Cristo. Struttura in 5 parti: I - La situazione di Cristo: “coronato di gloria per la morte che patì”. (1,5-2,18) II - Cristo Sommo Sacerdote degno di fede e misericordioso: “…accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia!” (3,1-5,10) III - Unicità del sacerdozio e del sacrificio di Cristo: “Cristo si è offerto una volte per tutte…” (5,11-10,39) IV - La situazione del cristiano: “corriamo tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (11,1-12,13) V - “Voi vi siete accostati a Gesù!” (12,14-13,18). Conclusione, dossologia, saluto (13,20-25). 9/16 Vita e cronologia di Paolo Saulo/Paolo di Tarso, il più moderno fra gli antichi, attinge a 3 culture: latina, greco-ellenistica, ebraica della diaspora. Mai rinnega le sue origini di ebreo (conosce l’ebraico), israelita (appartiene al popolo dell’Alleanza) e discendente di Abramo (della tribù di Beniamino). Per ricostruire la vita di Paolo abbiamo a disposizione gli Atti degli apostoli e le sue Lettere (solo 7 su 13 sono sicuramente autentiche: Rm, 1Cor, 2Cor, Gal, Fil, 1Ts, Fm). In esse non dice dove è nato, scrive solo delle sue origini giudaiche, dice di essere fariseo (Rm 11,1; Fil 3,5; 2Cor 11,22) e non fa cenno ad un incontro con il Gesù storico; dagli Atti provengono le notizie su Tarso e sulla scuola ai piedi di Gamaliele (attivo a Gerusalemme tra il 20 ed il 50 d.C.). Per uno studio sulla vita di Paolo tenere sempre presente che: le Lettere sono autobiografia, gli Atti sono storiografia esemplare; nelle Lettere si trovano le cronache dei fatti secondo una visione personale e generi letterari diversi, in funzione dei destinatari; negli Atti si trova la storia secondo una prospettiva teologica ed il genere letterario della storiografia antica; le Lettere precedono gli Atti di una generazione (gli Atti le presuppongono e le conoscono); per una ricostruzione cronologica secondo criteri storiografici moderni rimangono molti limiti oggettivi delle fonti disponibili. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 10/16 Vita e cronologia di Paolo – segue 6 dati storici utilizzabili come indizi per la cronologia paolina: 1. Nel 36 d.C. Ponzio Pilato è richiamo a Roma e, fino all’arrivo del nuovo 2. 3. 4. 5. 6. procuratore Marcello, periodo di vuoto legale e istituzionale; forse in quell’anno avviene la lapidazione di Stefano (At 7,58-60), atto illegale secondo il diritto romano, cui sarebbe seguita la conversione. Areta governa Damasco tra il 37 e il 39 d.C.; in Gal Paolo scrive che dopo i 3 anni trascorsi in Arabia torna a Damasco, in 2Cor sfugge ad Areta possibili anni della conversione 34-36 d.C. Una carestia sotto l’impero di Claudio (confermata anche da Giuseppe Flavio) colpisce tutto il Mediterraneo orientale dal 46 al 49 d.C.; Paolo e Barnaba portano aiuti ai fratelli della Giudea (Paolo era già da 1 anno ad Antiochia). Persecuzione con espulsione dei Giudei da Roma dal gennaio del 49 al gennaio del 50 d.C.; a Corinto Paolo conosce Aquila e Priscilla, giudei di Roma vittime della persecuzione di Claudio (At 18,2). Nell’estate del 52 d.C. Gallione è proconsole dell’Acaia; Paolo si ferma a Corinto 1 anno e mezzo (At 18,11), citato in tribunale dai Giudei, compare davanti a Gallione (At 18,12) e dopo diversi giorni si imbarca per la Siria; Paolo a Corinto dal 51 all’autunno del 52. Cambio del governatore della Giudea circa nel 60 d.C. (a Felice succede Porcio Festo); in questo periodo Paolo prigioniero a Cesarea (At 24,2227). Vita e cronologia di Paolo – segue La conversione è stata per Paolo una svolta decisiva: da fariseo persecutore dei cristiani ad apostolo dei gentili; da quell’evento Paolo si mette nel numero di coloro che hanno visto il Signore risorto, si colloca nella catena della tradizione apostolica, trasmette quello che ha ricevuto (1Cor 11.15). Con autorità in 1Cor 15,8 afferma che il Signore gli è apparso, questa esperienza è per lui un dato certo e oggettivo, la considera una rivelazione di Dio. La conclusione della vita: dati certi non ce ne sono. Nelle Lettere pastorali, sembra che si alluda a una nuova visita in oriente; secondo la tradizione fu decapitato a Roma sotto Nerone, tra il 64 e il 68 d.C. La finale degli Atti non riferisce niente di più, lascia Paolo a Roma, città metafora di quegli estremi confini della terra (non geografici ma storico-salvifici) a cui Gesù aveva indirizzato la missione della Chiesa (At 1,8). 4 discrepanze tra Atti e Lettere riguardo alla vita di Paolo: 1. la sua presenza all’uccisione di Stefano non compare nelle Lettere ma solo negli Atti (7,58-8,1 e 22,20-21); 2. la sua fuga da Damasco dopo la conversione in 2Cor 11,32-33 è per sfuggire al governatore del re Areta, mentre in At 9,23-25 è per sfuggire ad un complotto dei Giudei; 3. il suo soggiorno in Arabia subito dopo la conversione (Gal 1,17) non è attestato in Atti (cfr cap. 9); 4. riguardo ai suoi viaggi, nelle Lettere non si trova alcuna indicazione di itinerario, né distinzione tra un viaggio e l’altro, mentre negli Atti Luca li divide in 3 gruppi: At 13,1-14,28; At 15,36-18,22; At 18,23-21,19. Vita e cronologia di Paolo – segue Viaggi missionari e cronologia delle Lettere L’attività di Paolo è stata un unico grande viaggio missionario. La ricostruzione di Luca negli Atti, benché artificiale, aiuta a ordinare nel tempo gli spostamenti e tutti gli studiosi, anche se la ritengono arbitraria, la usano: 1a missione/viaggio (cfr At 13,1-14,28): tra il 39 e il 49, con Barnaba e Giovanni detto Marco, cosiddetta missione preconciliare, raccontata solo dagli Atti. Al termine si svolge il concilio di Gerusalemme in seguito al cosiddetto incidente di Antiochia a cui Paolo accenna in Gal 2 (riferito diversamente che in Atti). 2a missione/viaggio (cfr At 15,36-18,22): dal 50 al 52, con Sila mentre Barnaba e Marco vanno altrove. Paolo va in Macedonia e poi a Corinto dove scrive la 1Ts. 3a missione/viaggio (cfr At 18,23-21,19): dal 54 al 58, dopo uno stop di 1-2 anni ad Antiochia, va ad Efeso e si ferma 3 anni; da lì scrive la lettera ai Galati e le 2 ai Corinti. Poi si reca a Corinto, da dove scrive ai Romani, infine torna a Gerusalemme per consegnare la colletta e poi ripartire per la Spagna, ma sarà imprigionato e condotto a Roma (ultimo viaggio con naufragio a Malta). Dal 61 fino al 63 è agli arresti domiciliari nella capitale dell’Impero. Secondo la tradizione (gli Atti non dicono nulla e nemmeno le Lettere ne fanno riferimento) Filemone, Colossesi ed Efesini sarebbero state scritte là. 13/16 Ricostruzione dell’itinerario dei 3 viaggi missionari e dell’ultimo verso Roma 14/15 Letteratura paolina 1Ts Schema cronologico riassuntivo in relazione alle 7 Lettere sicuramente autentiche Morte di Gesù intorno al 30 Conversione di Paolo 33/34 circa Concilio di Gerusalemme 48/49 circa A Corinto fine 50/inizio 52 Missione apostolica, chiesacomunione, male e peccato, problema escatologico. Il vangelo della croce, i 1Cor carismi, la resurrezione dei morti. Fil Mistero divino-umano di Cristo, giustificazione per la fede, unità, apostolato. Fm Uguaglianza degli uomini, accoglienza di Onesimo. 1Ts A Efeso 52-55 1Cor, Fil, Fm Viaggio per colletta 55/56 2Cor, Gal A Corinto Inizio 56 Rm Ritorno a Gerusalemme Pentecoste 56 Partenza da Gerusalemme 58 Arrivo a Roma Primavera 59 Morte di Paolo Inizio anni 60 (64?) Tema delle 7 Lettere sicuramente autentiche Colletta per Gerusalemme, dell’apostolo, 2Cor ministero autodifesa di Paolo, Gal Il vangelo di Paolo, fede e opere della legge, libertà dei figli di Dio, vita secondo lo Spirito. Rm Giustificazione mediante la fede in Cristo, nuova legge e vita dallo Spirito, il peccato, teologia della storia. Letteratura paolina – segue Nel NT sono in tutto 13 le lettere attribuite a Paolo, fin dall’antichità. La critica moderna le divide in tre categorie: • A. 7 scritti sicuramente paolini: 1Ts, Gal, Fil, Fm, 1-2Cor, Rm; • B. 3 scritti deuteropaolini attribuiti a un suo discepolo (impronta di Paolo): 2Ts, Col, Ef; • C. 3 scritti pseudonimi (fatti passare per scritti di Paolo): 1-2 Tim e Tt. Certamente Paolo scrisse più di 13 lettere (di lettere ai Corinzi ne rimangono due ma possiamo ricavare l’esistenza di 5; in Col è menzionata una lettera ai laodicesi). Tema delle altre 6 Lettere del Corpus paulinum N.B.: nel canone del NT le lettere sono disposte in base alla loro lunghezza decrescente Ef tra l’80 e il 90 Piano della salvezza in Cristo, esortazioni pratiche Col intorno all’80 Mistero di Cristo e della Chiesa, santità 2Ts fine I sec. Fede, ammonizioni sulla Parusìa, il problema del male 1Tm fine del I sec. Pastorale: disposizioni per i pastori e la chiesa di Efeso 2Tm fine del I sec. Pastorale: apostolato e sofferenza, falsi maestri, tempi futuri Tt Pastorale: organizzazione della comunità, ruolo dei presbiteri fine del I sec. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino 16/16