Fine Presentazione Scheda tecnica La Mela annurca tradizionale si presenta come un frutto dalle piccole dimensioni dal peso medio di 100gr, di forma rotondeggiante con epidermide rossa striata. Nei pressi della cavità penducolare presenta una caratteristica area rugginosa, bianca compatta, croccante, non molto estesa. La polpa è bianca, succosa, dolce, gradevolmente acidula, aromatica e profumata. Tra le caratteristiche che emergono della mela annurca Campana Igp è la sua acidità che risulta alla raccolta pari a 9 meq/100ml accompagnati da 1° brix pari a 13° Bx, mentre a fine conservazione il valore è pari a 5,4 meq/100ml con 1° Bx 13,7. La straordinarietà di questo frutta è la sua lunga conservabilità, esso infatti rimane sul mercato quasi un anno intero senza l’ausilio di trattamenti chimici post-raccolta. La storia millenaria che lega la mela annurca al territorio le ha permesso di acquisire la denominazione di indicazione geografica protetta(I.G.P.) ‘Mela annurca Campana’. Scheda tecnica Storia della produzione Un punto di forza della Annurca è senza dubbio la sua peculiare tecnica di produzione e di trasformazione, sempre in bilico tra passato e presente. Sappiamo bene come dall’inizio degli anni Sessanta si sia verificata una grande trasformazione socio-culturale: il progressivo spopolamento delle campagne, lo sgretolarsi dell’economia montana e collinare, aumento del reddito, la nascita di un’economia di mercato che scardina le antiche forme di produzione. Questo fenomeno potrebbe comportare una sorta di perdita di identificazione con i luoghi, la terra e la produzione. Per tale motivo la storia della cultura e dell’autenticità devono essere rilette sotto una luce totalmente nuova. Ingold sostiene quanto sia importante ripensare all’ambiente e alla società come intreccio di relazioni che generano situazioni di stabilità rottura e di trasformazione. La mela Annurca nonostante i cambiamenti sociali è riuscita a mantenere un forte legame con le sue origini, con gli uomini che hanno dedicato la loro vita a questo frutto e che stanno lottando affinchè questa varietà non venga perduta. Tutto ciò contribuisce all’inserimento di questa vecchia varietà in un cammino di valorizzazione, al fine di favorire un maggiore inserimento all’interno di un mercato più redditizio. La stragrande maggioranza delle aziende che si dedicano alla coltivazione del melo in Campania è sostanzialmente a conduzione familiare dovuto anche dall’ottimo adattamento del prodotto all’ambiente campano. Oggi molte cose stanno cambiando: aziende sempre più recenti tendono ad adottare tecniche innovative al fine di ottenere una produzione più intensiva e redditizia. Continua Scheda tecnica Gli effetti benefici dell’ Annurca L’estratto di mela annurca aiuterebbe a prevenire la formazione dei polipi nell’intestino e quindi il tumore al colon. La speranza arriva da una ricerca del policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna in collaborazione con il centro di ricerca biomedica applicata, del Baylor University Medical Centere della University of Texas MD Anderson. Lo studio è stato coordinato dal dottor Luigi Ricciardiello e pubblicato su “Cancer Prevention Research”. L’estratto di mela annurca, infatti, fornirebbe preziosi antiossidanti in grado di combattere i polipi intestinali, spesso avvisaglie di tumori al colon. Il team di ricercatori, infatti, ha analizzato alcuni topi divisi in due gruppi. Il primo ha seguito un regime alimentare equilibrato, mentre il secondo una dieta molto ricca di grassi, e povera di fibre, calcio e vitamina D. I topi successivamente sono stati ulteriormente messi alla prova. Il primo gruppo, infatti, ha bevuto l’estratto di mela annurca, disciolto nell’acqua, il secondo invece solo acqua. I risultati dell’esperimento, hanno dimostrato come il concentrato di mela annurca avesse ridotto il numero e le dimensioni dei polipi intestinali nei roditori. Situazione opposta per i topi che avevano seguito la dieta a base di grassi. Nel loro organismo infatti i polipi erano ormai in coppia con i tumori al colon. Secondo gli studiosi il merito della presenza massiccia di antiossidanti, in grado di prevenire malattie neurodegenerative, l’ipometilazione del DNA e di conseguenza la comparsa del tumore al colon. La mela annurca inoltre è usata molto nella cosmesi naturale, poiché rivitalizza l’epidermide e svolge un’azione antirughe. Le proprietà della varietà annurca sono davvero molte. E’ ricca, infatti, di vitamine del complesso B, PP e C, di minerali, e di fibre, combinazione che la rende particolarmente utile anche nella prevenzione del colesterolo. L’alta percentuale di potassio è importante per la contrazione muscolare. Scheda tecnica La storia Nelle maestose arcate dei Ponti della Valle Valle,che rappresentavano la linea di confine ideale tra le province di Caserta e Benevento, regna l’antichissimo e saporito frutto mela annurca. Gli oltre trent’anni trascorsi, per •Ildella termine indicazione geografica meglio noto con l'acronimoè rimasta fortuna non hannoprotetta, stravolto lo scenario e l’immagine IGP, indica un marchio di origine sostanzialmente la stessa. Eppure stiamo parlandoche di un frutto che ha viene attribuito dall'Unione Europea a rischiato addirittura di scomparire: l’annurca, particolarmente consumata quei prodotti agricoli e alimentari per i fino al periodo delquali secondo conflitto bellico mondiale, nei decenni 50-60 era una determinata qualità, la finita ad occuparereputazione un ruolo veramente presa d’assalto dalle “nuove o un'altra marginale, caratteristica mele”, soprattutto quelle che arrivavano dal Nuovo Continente, più “belle” e di dipende dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o più facile produzione. elaborazione avviene in un'area Negli ultimi geografica anni, poi, ladeterminata. rivincita: questo frutto, non finisce come cibo Per ottenere la IGPspesso quindi,succede almeno nelle una fase dela lieto fine, ha conquistato per maiali. Anzi, come favole processo produttivo deve avvenire le tavole dei gourmet più esigenti, tanto che oramai in in riferimento alla mela una particolare area. Chi produce annurca si usa contraddistinguerla con la definizione di “regina delle mele”, IGP deve attenersi alle rigide regole fregiata anche dal marchio Igp Igp. produttive stabilite nel disciplinare di produzione, il rispetto di tali regole è La mela annurca è senzaedubbio il frutto maggiormente caratterizzante garantito da uno specifico organismo la ‘Campania Felix’, perchè fortemente legata a questa regione da di anche controllo. tempi remotissimi, almeno da due millenni, come dimostrano i dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano ( particolarmente nella Casa dei Cervi), città romana sommersa insieme a Pompei dalla distruttiva eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Scheda tecnica Varietà mele Annurche La Melannurca presenta due varietà: la Sergente e la Caporale Caporale. La prima, dal sapore acidulo, ha la buccia striata di colore giallo-verde mentre la seconda, più dolce, è rossa a puntini bianchi. I frutti di maggiori dimensioni, che possono arrivare ad un peso di 500 grammi, sono tradizionalmente denominati Cape e' ciuccio (teste d'asino). Il Comune di Giugliano in Campania è uno dei maggiori centri di questa produzione ed è noto, per questo motivo, come Città della Mela Annurca. Giugliano in Campania Giugliano si trova nella zona nord-occidentale dell'entroterra di Napoli, confina a nord con il casertano e a sud con i Campi Flegrei. Il territorio si trova pressoché sul livello del mare. Il tratto costiero, basso e sabbioso, si estende sul litorale domitio per oltre 3 km, dalla Marina di Varcaturo a Lido di Licola (o Licola Mare). All'interno del territorio si trova il Lago di Patria, con l'omonima località sulle sue sponde. Il lago non è di origine vulcanica, ma residuale retrodunale, cioè generato dalla chiusura di dune sabbiose verso il mare Il territorio giuglianese fu abitato dalle tribù italiche, popolazioni antichissime. Tra il V e il IV secolo a.C. vi si stanziarono gli Osci, i quali fondarono, tra le molte città, Atella e Liternum (situata sulle sponde del lago Patria), fiorenti sotto il dominio di Roma. L'area è quella della Terra di Lavoro, la parte più fertile della Campania felix. Un'infinità di reperti archeologici attesta la presenza di insediamenti romani. Ma la tradizione vuole che un nucleo di Cumani, rifugiatosi nelle campagne giuglianesi nel 421 a.C., chiamò “Leirianum” la zona, per un'estesa fioritura di gigli, e quindi “Lilianum”. L'anno 1207 segna una svolta decisiva nella storia del piccolo centro feudale; in quell'anno Cuma fu distrutta dai Napoletani, perché era divenuta un covo di pirati e di predoni. I Cumani fuggiaschi trovarono ospitalità a Giugliano, insieme con il Clero ed il Capitolo Cattedrale, trasferendovi anche il culto di San Massimo e Santa Giuliana. Di Giugliano, in quanto Feudo, abbiamo i primi documenti a partire dal 1270. Nel XII secolo troviamo le famiglie di Pietro Trotta, dei Varavalla, gli Aversano e la famiglia Vulcano. A questi subentrarono poi i Filomarino e i Pignatelli; una parte dei Feudo fu proprietà dei D'Aquino. Nel XV secolo il Feudo passò a Ettore Pignatelli, Conte di Fondi. Nel 1495 Carlo VIII di Francia, occupato il Regno di Napoli donò il feudo al conte Michele Riccio, cui venne tolto con la disfatta dei francesi[4]. Nel 1542 i Carafa vendettero una quota a Cosimo Pinelli, la famiglia del quale amministrò rettamente Giugliano per circa un secolo. Nel 1639 Galeazzo Pinelli vendette a Cesare D'Aquino le quote a lui spettanti. Nel corso del Seicento la famiglia Mancini fu investita della baronia di Giugliano con Domenico Nicola II, già Marchese di Fusignano e Vice Gran Cancelliere del Regno di Napoli. Nel 1691 il Feudo passò a Francesco Grillo. Il Principe di Stigliano, Marcantonio Colonna, l'acquistò nel 1778 e lo tenne fino alla Rivoluzione Francese; quindi, con Gioacchino Murat, si ebbe la fine di tutti i privilegi feudali e l'inizio dell'Amministrazione comunale. Dunque l'ultima a governare il feudo Giuglianese, è stata la dinastia Colonna, dopo di che il potere è passato in mano ai cittadini. Scheda tecnica Gli effetti benefici dell’ Annurca Prima Nell’antichità le mele annurche venivano raccolte nei primissimi giorni del mese di ottobre e messe in apposite ceste per poi essere trasportate nei melai. Venivano costruiti dei veri letti formati da i cosidetti “ cannutoli”, le parti di minor pregio che derivavano dalla lavorazione della canapa, una fibra tessile particolarmente diffusa nella terra campana fino alla metà degli anni 60’. Inoltre i melai erano coperti da frasche generalmente di castagno. Dopo L’annurca va trattata e selezionata questo avviene perché la maturazione del frutto non avviene sulla pianta: i pomi vanno raccolti ancora acerbi perché il peduncolo si mostra poco resistente e non garantisce la completa maturazione sugli alberi. La raccolta avviene nei primissimi giorni del mese di ottobre: le mele vanno messe in apposite ceste per poi essere delicatamente trasportate nei melai, luogo dove avverrà la successiva maturazione. I frutti vengono raccolti con il bel tempo, in condizioni di asciutto e non devono essere bagnati nemmeno di rugiada. Ovviamente la raccolta dei frutti dalla pianta viene effettuata a mano così come l’intero processo lavorativo nei melai. Vi vengono costruiti dei veri e propri letti formati da materiale soffice vario (paglia,aghi di pino). Per la protezione dall’eccessivo irraggiamento solare e da intemperie, i melai sono coperti da appositi teli.. In genere la maturazione ottimale delle annurche arriva a metà dicembre e sarà pronta per il consumo, ma potrà essere conservata fino all’estate dell’anno seguente.