6. WYSIWYG WYSIWYG è l’acronimo che sta per l'inglese “What You See Is What You Get” (quello che vedi è quello che ottieni). Fu la grande chimera della computer grafica degli anni ’80 e ’90. Come possiamo vedere dai programmi che quotidianamente usiamo quell’obiettivo è stato brillantemente raggiunto, salvo… …salvo in prestampa dove proprio qui si annidano le insidie più insidiose. via milia, 149 an Lazzaro tel. [bo] 051/6270076 f ax 051/ 455696 via E cicogna 131 40068 40068Ssan lazzaro [B di o] savena tel. 051 6270076 www.corgae.it ? Un errore comune Capita spesso voler fare continuare una immagine fotografica con un fondo piatto nel quale poi si inseriranno dei testi. Molti creativi si fidano del monitor e, senza conoscere o verificare la natura RGB o CMYK dell’immagine, o il tipo di palette usata prendono il colore che, a monitor, più si avvicina all’immagine. Spesso gli spazi colore utilizzati sono diversi e il risultato che ne deriva in stampa può essere addirittura catastrofico. via milia, 149 an Lazzaro tel. [bo] 051/6270076 f ax 051/ 455696 via E cicogna 131 40068 40068Ssan lazzaro [B di o] savena tel. 051 6270076 www.corgae.it ? In questo esempio tipico il lavoro comincia con la fase di allungamento (qui in Corel Draw) di un cielo al tramonto nel quale si andranno poi a posizionare testi o altri oggetti in quel programma. Monitor e stampa … ecco l’effetto monitor dopo i tagli che prende solo la zona uniformemente magenta. ... ma in stampa può succedere questo dovuto allo “sfritellamento” dell’immagine RGB esportata da Corel Draw con i parametri errati … questo è (in questo caso) il risultato monitor che fornirà la continuità in stampa dove si può notare che la linea di divisione tra cielo e allungamento vettoriale è più marcato (per effetto del diverso risultato del rendering per quel monitor tra la parte bitmap e quella vettoriale) rispetto alla immagine di sinistra. La soluzione c’è Affinché questo effetto riesca è necessario che gli spazi colore della parte bitmap e di quella vettoriale siano identici (e preferibilmente CMYK ad evitare che diversi intenti di rendering nei Rip, al pari di quella vista a monitor, producano differenze imprevedibili) e che identici siano anche i valori in CMYK e l’eventuale profilo allegato. Si misura in Photoshop il valore della bitmap che dovrà andare a contatto col vettoriale, quindi si crea un colore identico sulla palette del programma di impaginazione e si applica. Occorre avere il “coraggio” di non farsi fuorviare dal fatto che quasi sempre, a monitor, si notano delle “incomprensibili” differenze. via milia, 149 an Lazzaro tel. [bo] 051/6270076 f ax 051/ 455696 via E cicogna 131 40068 40068Ssan lazzaro [B di o] savena tel. 051 6270076 www.corgae.it ? Pantoni e raster Vanno poco d’accordo. In tutti i modi un blu Pantone non si separa ne con un raster RGB (B100/B255) ne con un raster CMYK (C100M100). La cosa più semplice è lavorare con delle scale di grigio che quasi tutti i programmi di impaginazione/montaggio riescono a colorare con le tinte piatte: si monta l’immagine, poi con lo strumento contenuto si applica il colore. Il più delle volte l’operazione riesce, ma il risultato è limitato ad un colore e quindi sovente piatto. Se stiamo lavorando di fino, abbiamo immagini adatte, ma un budget ristretto allora quella tecnica non basta. Occorre saper lavorare in bicromia, che non è tra le cose più facile di farsi. Ne parleremo dopo. via milia, 149 an Lazzaro tel. [bo] 051/6270076 f ax 051/ 455696 via E cicogna 131 40068 40068Ssan lazzaro [B di o] savena tel. 051 6270076 www.corgae.it ? … mentre la semplice colorazione Pantone può essere sgradevolmente piatta Una immagine adatta in bicromia non ha nulla da invidiare ad una quadricromia E il nero? È improbabile che il nero di una immagine sia K 100, mentre è molto probabile che il nero che si preleva dalla palette dei colori sia K100. A monitor i due neri sono praticamente identici (se non è attivata una corretta gestione colore) mentre in stampa il risultato è completamente diverso. Anche qui si usa la solita procedura. Si va in Photoshop a misurare il nero, si crea un colore analogo sulla palette dell’impaginatore e si applica. Attenzione a non usare colori del tipo C100, M100, Y100, K100 ma, al massimo, il nero standard della palette di Photoshop (sappiamo già che la somma dei 4 colori non deve mai andare oltre 320 per la stampa offset in macchina piana e 280 in rotativa). via milia, 149 an Lazzaro tel. [bo] 051/6270076 f ax 051/ 455696 via E cicogna 131 40068 40068Ssan lazzaro [B di o] savena tel. 051 6270076 www.corgae.it ? Il nero delle immagini è normalmente un “nero ricco”, e cioè fatto dai 4 colori. Per avere l’uniformità occorre dare al fondo gli stessi valori della immagine Ecco come può presentarsi in stampa una immagine con fondo nero sul quale abbiamo voluto inserire del testo Ma i filetti, ci sono o non ci sono? Se andiamo a controllare nelle preferenze e troviamo attivato arrotonda grafica … … allora non ci sono è un effetto visualizzabile, o meno, in base a queste preferenze del Pdf. Basta disattivare e ci si rende conto di come è in realtà il file.