5. Software grafici e affini
Una azienda grafica è un ottimo utente di software. Tentiamo una classificazione dei programmi
che vengono usati percorrendo un ideale percorso operativo dalla preventivazione al controllo
dello stampato, soffermandoci principalmente sui programmi più vicini alla produzione grafica:
a. Software di ufficio
b. Software di gestione: preventivazione, gestione della commessa e consuntivazione
c. Software di impaginazione
d. Software di gestione delle fonti
e. Software di fotoritocco e gestione della cromia
f. Software di creazione e gestione dei Pdf
g. Flussi di lavoro e Rip
h. Software di imposizione
i. Software di repourposing
j. Software di gestione delle trasmissioni
k. Software di gestione e di comprensione del colore
l. Software di misurazione e controllo delle lastre
m. Software di misurazione e controllo degli stampati
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a. Software di ufficio
Qualsiasi utente di personal computer deve conoscere il software d’ufficio: word processor,
foglio elettronico, presentazioni ed eventualmente data base. Nell’ottica grafica parleremo di
Office più avanti, in particolare per come non va usato nell’ambito produttivo.
Se è vero che non si può fare della grafica professionale con Office è altrettanto vero che, in
particolare con lo svilupparsi della stampa digitale, non si possa fare a meno di conosce questi
programmi anche per le loro implicazioni produttive.
Qui però li ricordo per la loro vera natura di strumenti indispensabili per l’ufficio e quindi per la
nostra produttività personale. Office è un marchio Microsoft, ma da un po’ di tempo è a
disposizione una suite totalmente gratuita e decisamente performante che apre i file di Office e
li salva anche in quel formato. Può essere scaricata da http://it.openoffice.org e contiene anche
un programma di disegno vettoriale e un potente editor di matematica.
Personalmente per il mio lavoro di imprenditore e di operatore di prestampa (oltre che di
momentaneo insegnante) utilizzo Office per parecchie ore al giorno.
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b. Software di gestione aziendale
Questo gruppo di programmi è di uso più limitato (salvo per i preventivisti e gli amministrativi).
È necessario non solo conoscere l’esistenza visto che anche in produzione, quasi sempre (e se non
ora, lo saremo certamente in futuro) siamo impegnati a interagire con loro per la rilevazione dei
tempi, l’interrogazione dello stato di lavorazione di una commessa alla quale stiamo
partecipando, l’aggiornamento di un Jdf che ci arriva da un Mis e che deve passare nelle nostre
mani per una caduta macchina con tutte le implicazioni sui reparti a valle che ciò comporta.
Jdf (Job Definition Format). In termini informatici si tratta di un file scritto in linguaggio
Xml, vale a dire in un formato strutturato, nel quale, attraverso specifiche regole, è possibile far
passare informazioni tra due programmi o procedure, o sistemi, che in partenza non avevano
alcuna correlazione (per esempio sviluppati da due aziende diverse).
Un esempio che dovrebbe sollecitare la comprensione sono le informazioni sulla geometria del
foglio macchina definite nel programma di imposizione e che, proprio perché standardizzate
(cioè ognuno le deve chiamare allo stesso modo) possono essere comprensibili dal software che
pilota una linea automatica di taglio, piega e confezione.
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c. Software di impaginazione
Si tratta di quel gruppo di programmi usati principalmente dai creativi.
Il loro uso in prestampa è sempre meno frequente in quanto sempre più frequentemente
vengono inviati in stampa i Pdf.
I programmi di impaginazione si dividono in due tipi principali:
orientati alla pagina: Adobe illustrator, Corel Draw, FreeHand †, …
orientati alla pubblicazione: Indesign, Xpress, ...
Non è compito di questo corso analizzarne il funzionamento. Qui voglio solo ricordare che NON
si deve mai affrontare una pubblicazione multipagina che vada oltre il quartino o il sestino con un
programma orientato alla pagina: esistono quelli orientali alla pubblicazione studiati apposta per
rendere agevole quel tipo di produzione.
Altro messaggio riguarda l’opportunità, rarissima a vedersi, di utilizzare la funzione Libro (sia
InDesign che Xpress) con tutti i suoi automatismi per ottenere indici gerarchici e analitici in
automatico, oltre che Postscript e Pdf interi pur partendo da tanti capitoli separati.
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… e il tanto amato Photoshop?
non fa parte dei programmi di impaginazione o di montaggio delle pagine.
Chi lo usa in quel modo, e nonostante le potenti capacità di utilizzare i vettori (in particolare le fonti
che sono vettori) denuncia la sua professionalità incompleta.
Photoshop è il principe dei programmi di fotoritocco e di manipolazione delle immagini raster:
usiamolo per quello che sa fare bene.
È molto probabile che tra di voi ci sia qualcuno che non è d’accordo ma mi bastano due semplici
elementi per portarlo dalla mia:
1. per quanto il formato Psd (che è il formato nativo di Photoshop) possa comprimere, soprattutto
i fondi piatti, l’immagine è TUTTA RASTER quindi strutturalmente pesante anche laddove
potrebbe essere leggera
2. Photoshop non è in grado di gestire la sovrastampa del nero e ciò lo esclude da qualsiasi reale
possibilità di creare un vero documento professionale con testo e immagini
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...in buona [o pessima] compagnia
… poiché non voglio essere frainteso mi preme precisare che “non sto parlando male di
Garibaldi”: se Photoshop non esistesse bisognerebbe inventarlo, ma usiamolo nel modo giusto.
Stesso discorso vale per FreeHand o per Corel Draw utilizzati per fare delle riviste o addirittura
dei libri.
Cosa, quella di usarli in modo improprio, che certamente accadrà anche ad Illustrator, ora che
dalla CS4 hanno inserito le multipagine in multiformato (esattamente ciò che succedeva con
FreeHand).
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…e la suite di Office?
Anche questa se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
Tra l’altro pochi hanno idea della potenza di Word o di Excel per la soluzione dei problemi di
trattamento dei testi e delle tabelle che saranno poi impaginati nei programmi professionali
citati prima.
Ma se volete fare della grafica professionale indirizzata alla stampa imparate a usarli nella fase
di preparazione e poi lasciateli al loro destino di potentissimi strumenti per l’ufficio.
Se proprio dovete trattare un documento di Office il consiglio è di passare dal Pdf e poi
lavorare con software di manipolazione quali Acrobat Professional e soprattutto Pit Stop.
Verificate di avere delle impostazioni adatte alla stampa offset (valide quindi anche per la
stampa digitale) e poi convertite. Office può creare anche un suo Pdf, ma se avrete istallato
Acrobat Professional dopo Office questo si troverà automaticamente istallato il Pdf Writer
che io consiglio di usare rispetto al Modulo Microsoft.
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… anche Power Point?
Si anche lui. L’ho usato per fare questa presentazione perché lo reputo un programma adatto per
fare ciò.
La semplicità e potenza del copia incolla da qualsiasi situazione rappresenta un vero strumento di
produttività.
E allora perché non per fare una pubblicazione?
Per il semplice motivo che la qualità di questa presentazione, cioè il prodotto finale del
documento elettronico, la vedo per come sarà (a parte qualche differenza nei colori tra il monitor
con cui l’ho creato e il proiettore con cui lo presento), mentre il prodotto stampato potrà avere
caratteristiche anche completamente diverse da quello che il monitor mi fa vedere.
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d. Software di gestione delle fonti
Potendo scegliere usate le fonti OpenType (estensione Otf).
Machintosh fino a OS9 accettava solo specifiche fonti Type 1 o True Type. Da OSX accetta le
True Type Windows.
Con la diffusione del Pdf ha perso di importanza. La gestione delle fonti rappresenta comunque
sempre un punto estremamente delicato.
In Machintosh OSX la mia esperienza mi porta a usare il Libro font. Può capitare che una fonte
non si carica: il motivo è certamente legato ad una fonte presente in una delle librerie e che Libro
Font non riesce a far vedere. In questo caso è necessario fare un po’ di pulizia facendo
attenzione a non togliere MAI le fondi di sistema presenti nella libreria specifica.
In Windows utilizzo la normale gestione di sistema.
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e. Software di fotoritocco
Principalmente Photoshop, ma vista la relativa diffusione possiamo ricordare anche Photopaint
della suite Grafica Corel.
Per questa parte di corso di prestampa in nostro maggiore interesse è su come NON usare
Photoshop, cosa che abbiamo già visto, piuttosto che sulle sue immense possibilità creative.
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f. Software di gestione dei Pdf
Principalmente Acrobat ma non solo in quanto il Pdf è un formato standard e può essere creato
da terze parti rispetto ad Adobe.
Abbiamo detto di Office, ma anche Xpress non utilizza il motore Adobe. Il GWG (Ghent Work
Group) consiglia quindi il passaggio attraverso il Postscript.
Nella Creative Suite invece l’esportazione diretta o il passaggio dal Postscript utilizzano sempre
lo stesso motore di conversione del distiller, quindi meglio esportare direttamente.
Sul Pdf ci soffermeremo in una specifica lezione.
La creazione può avvenire creando inizialmente un file Postscript e poi distillandolo con i
parametri giusti oppure “direttamente” con varie modalità che di volta in volta si chiamano Salva
con nome (Illustrator e Photoshop), esporta (InDesign, Xpress), pubblica (Corel Draw) ecc.
La gestione in prestampa, intesa come visualizzazione, preflight e modifica avviene con Acrobat
professional con la collaborazione, o meno, del Plugin PitStop.
Questo Plugin produce anche il cosiddetto Pdf certificato, un Pdf che ha superato determinati
controlli e sul quale è tracciata la storia di tutti gli interventi successivi alla creazione intesi sia
come operazioni che come operatore (nome e azienda).
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g. Flussi di lavoro e Rip
Anche questi argomenti, per la loro importanza, saranno oggetto di ben due lezioni contigue che
saranno sviluppate nel periodo in cui apprenderete Stampa.
Lavoreremo sui flussi di lavoro basati sul Pdf in quanto con l’abbandono da parte di Kodak di
Brisque, che è stato fino a qualche anno fa il flusso di lavoro per antonomasia (un flusso misto
proprietario (CT e LW) / Postscript / Pdf) oramai è questa la strada intrapresa da tutti i fornitori
di sistemi per le arti grafiche.
Nella prima parte andremo ad analizzare cosa succede al Pdf che avremo preparato con i nostri
strumenti di produttività personale fino alla preparazione della lastra virtuale o Tiff One Bit.
Nella seconda parte ci soffermeremo sul controllo della lastra esposta e sulle implicazioni che le
operazioni fatte a monte in termini di svuotamento o imbottitura della curva tonale avranno sul
foglio macchina.
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h. Software di imposizione
Sono collegati al flusso di lavoro con il quale possono esistere forti integrazioni, oppure possono
lavorare autonomamente caricando delle singole pagine per dare degli output in caduta macchina
che il Rip gestirà come una pagina da esporre su un Ctp o da stampare su un’altra periferica, per
esempio una stampante digitale.
Li abbiamo già visti nella prima lezione e non ci soffermiamo ulteriormente se non per dire che
nel flusso JDF il programma di imposizione assume una importanza capitale.
Da qui infatti possono essere definiti molti degli elementi che ci consentiranno di pilotare in
automatico taglierine e altri impianti di confezione.
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i. Repourposing
Anticipando quanto diremo nelle lezioni dedicate al colore, il risultato della cromia ottenuto da
un mix di dispositivi di output può avere un elemento comune nei valori Lab, ovvero nei valori
colorimetrici percepiti dal cosiddetto Osservatore standard.
I valori Lab sono svincolati da rigide percentuali numeriche degli inchiostri che partecipano alla
formazione di quel colore, potendosi avere:
1. numerose diverse combinazioni con le quali ottenere lo stesso colore (in particolare
modificando la percentuale del nero)
2. situazioni completamente diverse (a parità di percentuale di inchiostro usato) in funzione
del supporto sul quale gli inchiostri stessi vengono spalmati
TAC - Normalmente i creativi non hanno consapevolezza del fatto che la somma dei colori in
uno stesso punto non può superare determinati valori e che tali valori sono diversi in funzione
della tecnologia di stampa. Per fare un esempio, se una Tac (Total Area Coverage) di 320 può
andare bene per una Offset da foglio è assolutamente eccessiva per una rotativa con forno per
la quale non si dovrebbe andare oltre 280.
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I principali scopi del repurposing
Con le premesse appena sviluppate vediamo come possiamo definire il repurposing (ovvero
riseparazione): si tratta di una tecnologia che, a parità di valori Lab attesi in stampa è in grado di
modificare la composizione percentuale degli inchiostri. E lo fa senza incorrere in quello che è il
difetto principe della tecnologia Icc che, nelle varie conversioni, passando da uno spazio colore a
4 dimensioni (CMYK) ad uno a 3 (Lab o XYZ) al ritorno non lascia mai indenni i colori primari
che invece, una buona stampa, vorrebbe il più possibile puri.
Lavorando in partenza da uno spazio CMYK verso uno spazio ancora CMYK, e modificando
principalmente la percentuale del nero a scapito della componente grigia della somma dei tre
colori primari CMY, è possibile mantenere integri i valori al 100% (primario puro) o al 200%
(due primari puri).
Facendo queste operazioni è possibile anche ottenere dei forti risparmi sull’uso degli inchiostri
secondo l’antica formula del GCR (gray component replacement) che però, a differenza di
quanto avveniva in passato, i software attuali sanno realizzare con superiore qualità.
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j. Software di teletrasmissione
Principalmente si tratta di software di gestione e trasmissione in FTP (File Transfer Protocol).
Esistono numerosissimi programmi gratuiti.
In Machinthos il più diffuso è Cyberduck e su Windows Filezilla.
Interagendo coi server Windows, Cyberduck ha spesso dei problemi mentre Filezilla funziona
sempre egregiamente in tutte le situazioni.
Inoltre Filezilla è in grado di riprendere una trasmissione che per qualsiasi ragione si fosse
interrotta dal punto di interruzione (anche in un secondo momento).
Tra i software di teletrasmissione si può annoverare anche Skipe noto, e da me molto utilizzato
soprattutto con l’estero, per la telefonia.
Skipe è totalmente gratuito nelle transazioni che sfruttano le normali connessioni tra computer, e
ha abbonamenti superconvenienti per la telefonia verso fissi in Italia o in Europa. Si possono
acquistare dei crediti ed utilizzarlo in modo estremamente conveniente in tutto il mondo anche
senza abbonamento. Per alcuni Paesi (Usa e Cina per esempio), possono essere chiamati i cellulari
alla stessa tariffa dei fissi: 0,017 euro al minuto.
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k. Software di gestione del colore
Dedicheremo ben due lezioni alla comprensione e gestione e una alla misurazione (del foglio di
stampa che è in larga parte misurazione del colore).
Software di comprensione del colore: è una mia classificazione e vi annovero l’utility Color Sync
(gratuito su Mac in quanto elemento di quel Sistema Operativo) e Color Think.
Color Think ha anche molte altre funzioni, ma è fondamentale per la comprensione degli spazi colore,
profili, intenti di rendering: in una parola vedere la fisica del colore in 3D e farsene una ragione.
Software di misurazione. Appartengono a questo gruppo i programmi forniti con gli hardware (ma
anche i pacchetti di terze parti che pilotano numerosi tipi di hardware di costruttori diversi) di
calibrazione e profilazione delle periferiche: monitor, stampanti, scanner, dorsi digitali.
Software di creazione dei profili colore: i più raffinati hanno una ampia gestione per la
generazione del nero, altri (normalmente quelli legati all’hardware di misurazione) creano i profili
secondo una unica modalità standard.
Software per la creazione di palette e per definire e pilotare una conversione colori:
sono particolarmente interessanti nell’analisi di un colore per vedere in quale modalità può essere
riprodotto in base alle disponibilità hardware.
Software di correzione e gestione dei profili colore: servono per modificare manualmente i
profili colore.
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l. Software di controllo lastre
Ne riparleremo quando studieremo da vicino i flussi di lavoro nell’ottica della realizzazione delle
lastre di stampa.
Il risultato di stampa secondo tradizione, tecnologia e norma ISO 12647-2 non è la
riproduzione esatta dei punti che abbiamo generato nel Tiff one bit, ma un qualcosa di diverso
che, tenendo conto dello schiacciamento effettivo del punto che avverrà in macchina, dovrà
rispondere a specifici requisiti. Requisiti che per essere controllati debbono essere misurati.
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m. Software di controllo stampati
Sarà uno dei principali oggetti della lezione relativa alla norma 12647-2 nella quale, oltre al
software, faremo conoscenza dello spettrofotometro.
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