Da dove siamo partiti • Costruire un curricolo ambientale verticale rispetto ai diversi ordini di scuola • Come muoversi? • Quale il senso nel costruire tale curricolo? • Riflessioni su alcune esperienze » “Il confine siamo noi” CSA di Brescia 2003 (Popolis) » Verso il curricolo ecologico 2006-07 Emilia Romagna PROVOCAZIONI • • Il curricolo rappresenta il terreno strategico su cui si costruiscono l’intenzionalità e la progettualità educativa? E’ il luogo di confronto attraverso cui prendono forma i valori, le scelte, i contenuti, i metodi e le tecniche dell’azione formativa radicata in un determinato contesto culturale e territoriale? un unico curricolo o tanti curricoli? • • • • • • • • alla cittadinanza all’ambiente all’informatica alle discipline …….. quale integrazione tra i curricoli? qual è il curricolo più importante? ha senso parlare di comunita’ educativa che definisce con chiarezza le linee portanti del suo educare, che definisce le direttive principali su cui muoversi? PROPOSTA • Costruire un CURRICOLO GLOCALE • Stretta integrazione tra i curricoli e le competenze • Condividere la scelta e porla come prioritaria • Dare un tempo di formazione e scansione temporale per realizzarlo (per iniziare: “acqua e oltre”) Curricolo glocale • relazione tra cittadinanza globale e cittadinanza locale • “All’inizio è la relazione”: il soggetto, l’io non è completo se non si incontra con l’altro, il diverso da sè La via della sostenibilità Non rinviabilità del tema della sostenibilità ambientale radicare conoscenze e comportamenti su una prospettiva di significatività per il soggetto Nell'era della globalizzazione la scuola è chiamata a sviluppare un pensare globale, attraverso il nostro agire locale, per un più pieno sviluppo delle identità, delle culture e della cittadinanza. Abitare uno spazio e un tempo “appartenenza” Alla cultura del “nonluogo”, la scuola e non solo la scuola, deve contrapporre la cultura del “luogo” inteso come: - spazio degli affetti, dei primi affetti familiari, dei genitori e dei nonni. Luogo dal quale la persona ha preso origine, nel quale è nata e nel quale la famiglia è cresciuta, si è formata e è andata via via trasformandosi; - spazio dell’identità dove le persone si conoscono, si apprezzano, si stimano, dove c’è la possibilità di affermarsi, di farsi conoscere, di guadagnarsi un ruolo quale membro attivo e vitale del gruppo di appartenenza; - spazio delle relazioni comunitarie che si basano su occasioni di incontro, momenti di dialogo, scambi di confronto e magari di scontro, ma anche di conseguenti ricuciture di ricerca e realizzazione di progetti comuni e condivisi; - spazio delle radici, dei legami profondi con il passato, con la storia, con le tradizioni, con le ritualità. Radici che accomunano e distinguono, che fanno essere così come si è, che danno la consapevolezza di appartenere a quel luogo, a quella cultura. COMPETENZE • Il concetto stesso di competenza, che è trasversale e legata al saper - fare dello studente, ha bisogno per costruirsi di agganciarsi al contesto: per manipolarlo e per conoscerlo. • Allora “curricolo locale” non significa necessariamente curricolo costituito dagli aspetti che caratterizzano quel particolare territorio ma piuttosto l’insieme dei percorsi formativi che definiscono le “strutture di connessione” tra la dimensione locale e quella più ampia riferita ai saperi universali. Per concludere… • In pratica l’idea emergente è quella di un curricolo “glocale” , vale a dire di una serie di percorsi formativi che tengano insieme ad un tempo il radicamento territoriale e quello universale, orientandoli al valore formativo della conoscenza (dimensione antropologica e dimensione scientifica della cultura, nella loro prospettiva di sviluppo dell’umanesimo contemporaneo) • L'azione educativa non può dunque sottrarsi alla necessità di costruire nei giovani -ma non solocomportamenti responsabili verso l'Ambiente, patrimonio dell'intera umanità, a partire dai singoli contesti di vita e relazione: dallo spazio dell'aula, a quello della città, fino allo spazio del mondo; un pensare globale, attraverso il nostro agire locale, per un più pieno sviluppo delle identità, delle culture e della cittadinanza. I nonluoghi Per Augè” la surmodernità è produttrice di nonluoghi antropologici” (Nonluoghi, p.73) dove nonluogo è da intendersi “uno spazio che non può definirsi né identita io, né relazionale, né storico” (ibidem). Tali sono ad esempio, gli spazi adibiti al consumo, al tempo libero, alle attività di consumo, le infrastrutture che regolano la circolazione di cose e persone…Se il luogo ntropologico è creatore di socialità, il nonluogo si caratteizza per la similitudine e la solitudine dei suoi utenti. Una volta immersi in un megastore o in un moderno aeroporto veniamo a far parte di una massa anonima. La sola relazione possibile è quella tra il singolo e il nonluogo. Augè vede il proliferare dei non luoghi all’insegna della perdita di senso, della passività e dello spreco (da C.E.M. Mondialita’ Aprile ’99, p. 4) Augè M., Nonluoghi, Elèuthera, Milano 19 93