Preparare la tavolozza è, per un pittore, un po’ come accordare il proprio strumento per un musicista. I colori e le loro eventuali sfumature devono essere preparati prima di iniziare, per non perdere “l’attimo creativo”. Tra il pittore, i colori e la sua tela, non vi sarebbe alcun legame se mancasse l’ispirazione e questa strana magia nell’aria diventa tangibile quando l’artista riesce a catturarla e fermarla nella tela. Ed ecco allora che quei colori “impazziti” sulla tavolozza vengono distesi nelle forme ordinate di un paesaggio, proiezione di un pensiero. o di una primavera impossibile da catturare, ma che si può fermare in un breve spazio del suo passaggio. L’ispirazione può nascere dalla carezza lieve di un alito di vento, che porta con sé un odore conosciuto; da nostalgie di terre natie, che si imprimono sulla tela con un lamento antico di dolori ormai rappresi, o dal battito di ali di una farfalla che si posa dolcemente sul cavalletto e resta immobile, a fare da inconsapevole modella: piano, bisogna fare piano, per non spaventarla! Appaiono, come evocati, i tratti di un volto amato e perduto, che poco a poco si delineano, colorandosi lievemente accompagnati da suoni provenienti dalla memoria, fuori da ogni spazio temporale o dalla visione di cose vicine, reali e tangibili. L’estro, la fantasia e l’ispirazione possono essere stimolate da qualsiasi cosa ma occorre una sensibilità particolarmente sviluppata per catturarle e un grande cuore per regalarle al mondo. Dalla tavolozza inizia l’opera che ne verrà alla luce e merita, almeno una volta, un posto in cornice perché rivela, senza parole, la vera essenza dell’artista che la prepara. Testo e grafica: [email protected] Opere originali: Silvestro Migliorini www.silvestromigliorini.it [email protected]