Corso di
Psicologia Dinamica
La teoria dell’attaccamento
Franco Baldoni
Facoltà di Psicologia - Università di Bologna
John Bowlby
 Nasce a Londra il 26 febbraio 1907
 Psichiatra infantile e psicoanalista, in analisi con Joan
Riviere e in supervisione con Melanie Klein
 Nel 1949 conduce una ricerca per l’OMS sulla salute
mentale dei bambini senza famiglia
 Dal 1956 al 1961 è vicepresidente della Società
Psicoanalitica Britannica (con presidente Donald
Winnicott)
 Dal 1946 al 1972 è vicedirettore della Tavistock Clinic di
Londra dove dirige il dipartimento bambini e genitori
 Sviluppa la Teoria dell’attaccamento
 Muore a Londra il 2 settembre 1990
La deprivazione materna
 Ricerche commissionate nel 1949 dall’OMS supportate dai
documenti filmati di René Spitz e di James Robertson sui
bambini deprivati, istituzionalizzati e ospedalizzati
(Depressione anaclitica, Ospedalismo)
 I bambini necessitano di “un rapporto caldo, intimo e
ininterrotto con la madre (o con un sostituto materno
permanente) nei quali entrambi possano trovare
soddisfazione e godimento”
 La deprivazione prolungata di cure materne subita da un
bambino può avere gravi effetti sul suo carattere e
comportare lo sviluppo di disturbi psicologici e di
comportamenti antisociali che permangono nell’età adulta
(Cure materne e igiene mentale del fanciullo, 1951)
Dorothy Burlingham
e Anna Freud (1942-43)
 Prime osservazioni compiute nei nidi residenziali
d’infanzia di Hampstead (Inghilterra) durante la seconda
guerra mondiale
 Ricerche pionieristiche basate su resoconti non
sistematici di bambini sani (da 0 a 4 anni) separati dai
genitori e assistiti nelle migliori condizioni possibili in
tempo di guerra
 I bambini deprivati di cure materne, specialmente se
cresciuti in istituzioni da un’età inferiore a 7 anni,
possono manifestare carenze dello sviluppo psicofisico e
sociale
René Arpad Spitz
 Nasce a Vienna nel 1887
 Pediatra e psicoanalista (analizzato da Freud)
 Dal 1938 a New York, poi a Chicago
 Nell’ambito della Psicologia dell’Io utilizza un approccio
multidisciplinare (psicoanalisi, etologia, psicologia sociale,
cognitivismo) basato sull’osservazione diretta. Conduce
ricerche con Katherine Wolf
 Descrive come organizzatori della psiche la reazione del
sorriso, l’angoscia dell’estraneo con i suoi derivati patologici
(Depressione anaclitica e Ospedalismo) e la risposta del No
 Opere principali: Il no e il si (1957); Il primo anno di vita
del bambino (1958)
 Muore a Denver, Colorado, nel 1974
La sindrome da ospedalizzazione
(Ospedalismo) (Spitz 1945)
Grave ritardo dello sviluppo psicomotorio che
insorge nei bambini che non hanno mai goduto
della madre inseriti nei primi 18 mesi di vita in
ospedale o in istituto (brefotrofio, orfanotrofio)
in condizioni di totale privazione affettiva
Si manifesta con ritardo della crescita, della
capacità di manipolazione e di esplorazione, del
linguaggio, della percezione affettiva e
dell’adattamento all’ambiente
(Renè Spitz e Katherine Wolf 1949)
La depressione anaclitica
(Spitz e Wolf 1946)
 Depressione gravissima che colpisce il bambino separati dalla
madre a 6-18 mesi (dopo averne goduto) e posti in ambiente
sfavorevole:
all’inizio: apprensione, tristezza, piagnucola, non dorme, non
si nutre, contrae malattie, si isola, apparente indifferenza
fino a 3 mesi : se riunito alla madre i disturbi regrediscono
dopo il 3° mese: accentuato rallentamento psicomotorio con
eventuali comportamenti regressivi e autoaggressivi,
disperazione, grave dimagrimento che può giungere fino alla
morte per deperimento organico (marasma)
 Descritta per la prima volta in figli di donne carcerate (Spitz e
Wolf 1946), si manifesta nei bambini in stato di abbandono
affettivo o istituzionalizzati.
L’angoscia dell’ottavo mese
(Angoscia dell’estraneo) (Spitz 1950)
 Rappresenta il secondo organizzatore della vita psichica
(stadio dell’oggetto libidico)
 E’ una reazione angosciosa che si manifesta in presenza
di estranei verso il sesto-ottavo mese di vita (8-15 mesi)
 Non è una fuga da qualcosa che fa paura perché il
bambino non ha motivo di temere l’estraneo
 E’ una forma di angoscia di separazione: il bambino
reagisce al fatto che l’estraneo non è la madre
 E’ la testimonianza che il bambino comincia a
differenziare la madre e a sviluppare un vero rapporto
oggettuale
Critica di Bowlby
all’angoscia dell’estraneo
L’estraneità è di per sé stessa causa di paura
La paura degli estranei è una reazione ben
distinta dall’angoscia di separazione (anche
quando la madre è in vista il bambino continua
ad avere paura dell’estraneo)
Un bambino è in grado di distinguere le persone
note molto prima di manifestare paura degli
estranei (il comportamento di attaccamento si
manifesta prima degli otto mesi)
(Attaccamento e perdita, vol.1, L’attaccamento alla madre 1969)
James Robertson
Obiettore di coscienza che aveva lavorato
come addetto alle caldaie nel nido infantile
residenziale di Anna Freud a Hampstead
Con Bowlby nel 1952 realizzò il famoso
film A two-year-old goes to hospital
sull’angoscia di una bambina separata dalla
madre (che contribuì a liberalizzare gli
orari di visita negli ospedali)
Divenne
psicoanalista
e
regista
cinematografico
La critica femminista all’idea
della deprivazione materna
 Bowlby esagera perché ha studiato solo bambini
sottoposti a deprivazione materna quasi totale. Un
bambino può essere affidato a un sostituto senza soffrirne
(nonni, asilo, kibbutz)
 La valorizzazione della relazione madre-bambino è la
conseguenza di una un clima culturale post-bellico di
riparazione. Queste tesi poteva essere sfruttata dal
governo per evitare l’assistenza per l’infanzia e chiudere
gli asili nido (Winnicott scrisse a Bowlby)
 Si vuole relegare le donne in casa e giustificare i padri
assenti. Il vero problema di oggi è la deprivazione paterna
La separazione dalla madre
Protesta
Angoscia di separazione
Disperazione
Depressione, lutto
Distacco
Difese
( Attaccamento e perdita, vol.2., La separazione dalla madre, 1973)
Il pianto
 Nel bambino ha il significato di richiamare attenzione e aiuto
da parte della madre assente (Bowlby)
 Le espressioni di dolore dell’adulto esprimono la tendenza a
piangere e l’inibizione del pianto (Darwin 1872)
 La lacrimazione e i concomitanti affetti spiacevoli sono
evocati da un evento che sconvolge, di solito una perdita
reale, fantasticata o simbolica
 Funzioni fisiologiche : pulire i condotti lacrimali e inumidire
la cornea. Altre sconosciute.
 Interpretazioni psicoanalitiche : 1) espressione simbolica delle
pulsioni fallico-uretrali; 2) scaricare energie aggressive per espellere
simbolicamente oggetti interni cattivi; 3) funzioni comunicative; 4)
funzioni autoconsolatorie; 5) funzioni difensive e ostili-aggressive
Le fasi del lutto
(perdita del coniuge)
Fase di stordimento
Bowlby 1980
(da alcune ore ad alcuni giorni)
incredulità, calma innaturale
Fase di ricerca e struggimento per la figura
perduta (da alcuni mesi a qualche anno) : collera,
pianto, dolore, angoscia, insonnia, irrequietezza, pensiero
ossessivo sul defunto, sogni, eventuale prolungamento in
lutto patologico.
Fase di disorganizzazione e disperazione
disperazione, depressione, apatia, senso di solitudine,
riconoscimento che la perdita è definitiva
Fase di riorganizzazione
Ridefinizione del Sé e della
Le fasi del lutto
(perdita di un figlio)
Bowlby 1980
Fase di stordimento
Fase dell’incredulità e tentativo di
negazione dell’esito finale
Fase di disorganizzazione e disperazione
Fase di riorganizzazione
(Attaccamento e perdita, Vol.3. La perdita della madre, 1980)
Fasi del lutto
(Engel 1962)
Stadio dello shock e dell’incredulità
rifiuto
(diniego) sbigottimento e incredulità, può esserci
accettazione razionale con tentativi di confortare gli altri
Stadio della crescente consapevolezza
tristezza acuta, senso di vuoto,
ambivalenza (incapacità di piangere)
collera,
pianto,
Fase di restituzione (lavoro del lutto) rituali
funebri, riconoscimento del bisogno di aiuto, pensiero
centrato sul defunto, idealizzazione, identificazione,
riemergere di nuovi interessi, eventuale maturazione
La teoria dell’attaccamento
L’essere umano manifesta una predisposizione
innata a sviluppare relazioni di attaccamento con
figure genitoriali primarie
Tali relazioni svolgono una funzione di protezione
E’ una teoria spaziale : quando sono vicino a chi
amo mi sento bene, quando sono lontano sono
ansioso, triste e solo
Integra
teorie
psicoanalitiche,
etologiche,
evoluzioniste, cognitiviste e sistemiche
I bisogni fondamentali
Protezione dai pericoli
Paura
Affetti
Cibo
Cure corporee
Desiderio
Riproduzione
I sistemi comportamentali
Attaccamento
(protezione dai pericoli)
Sicurezza
Affetti
Accudimento
(cibo, cure corporee)
Piacere
Sessualità
(riproduzione)
Aspetti psicoanalitici
L’attaccamento è la motivazione primaria (un
bisogno).
L’importanza della gratificazione orale e delle
pulsioni sessuali è ridimensionata
La relazione madre-bambino è il centro di
interesse
Si studiano l’angoscia di separazione, le
esperienze di perdita, il lavoro del lutto, le
rappresentazioni interne delle relazioni e le difese
inconsce
Relazioni oggettuali e
teoria dell’attaccamento
Relazioni oggettuali
Teoria dell’attaccamento
Mondo
interno
Rappresentazioni,
fantasie
Modelli operativi interni
Pulsioni
Eros, Thanatos
Attaccamento
Oggetto
primario
Seno, volto
Base sicura, evitamento pericolo,
risposta alla protesta
Amore
Sessualità
Vicinanza
Odio
Invidia
Protesta per la separazione
Nosologia
Posizione schizo-paranoide
e posizione depressiva
Distruttività, perversione,
narcisismo
Sicuro (B), insicuro (A,C, D)
Patologia
Attaccamenti inadeguati,
fallimento dell’autoconsolazione
(Holmes 1999, modificato)
Influenze teoriche
Etologia
Osservazione diretta in condizioni naturali
Fenomeno dell’Imprinting (Konrad Lorenz 1935, 1949)
Studi sulle scimmie Rhesus (Harry F. Harlow 1958)
Teoria dell’evoluzione
Visione in termini di adattamento all’ambiente
Teoria generale dei sistemi e cibernetica
Relazione d’attaccamento come sistema
Valorizzazione delle retroazioni (feedback)
Cognitivismo
Valutazione dei sistemi di memoria (Piaget, Tulving)
La relazione d’attaccamento
E’ definita dalla presenza di tre caratteristiche:
Ricerca della vicinanza di una figura preferita
(proximity seeking) (analogia con l’imprinting)
Effetto base sicura (secure base)
Protesta per la separazione
(separation protest )
(Weiss 1982)
Le caratteristiche chiave
Ricerca
della vicinanza
Protesta per
la separazione
Attaccamento
Base sicura
L’attaccamento
E’ un termine generale che si riferisce allo
stato attuale degli attaccamenti dell’individuo
Può essere:
sicuro :
sentirsi sicuri e protetti
insicuro: nei confronti delle figure di
attaccamento si sperimenta un misto di emozioni
ambivalenti (amore, rabbia, ansia, dipendenza,
paura dell’abbandono) oppure distanzianti
(diffidenza, evitamento, controllo)
Il comportamento di
attaccamento
Ogni forma di comportamento finalizzato
ad ottenere o mantenere la vicinanza di
un individuo preferito
E’ innescato dalla separazione o dalla
minaccia di separazione dalla figura
d’attaccamento
Diminuisce o cessa quando si ottiene una
vicinanza soddisfacente
comportamenti di
attaccamento
E’ un modello del mondo in cui vengono
rappresentati il Sé, gli altri significativi e
le loro interrelazioni
Considera le relazioni e le retroazioni
(prospettiva sistemica e cibernetica)
Codifica il particolare pattern di
attaccamento mostrato da un individuo
in funzione delle risposte della figura
d’attaccamento
Il sistema comportamentale
di attaccamento
La figura
d’attaccamento è
sufficientemente
vicina, sintonica
e sensibile?
Si
Giocoso,
sorridente,
esplorativo,
socievole
Sicurezza,
amore,
fiducia in se
stessi
No
Comportamenti
di attaccamento:
ricerca visiva,
segnali di bisogno,
suppliche,
aggrapparsi
Evitamento,
diffidenza
Paura
angoscia
Difese
Ambivalenza,
aggrapparsi
rabbia
(Holmes 1993)
I modelli operativi interni
(Internal Working Models )
 Rappresentazioni interne di se stessi, delle proprie figure
d’attaccamento e del mondo, nonché delle relazioni che li
legano (Modelli di se stesso e degli altri basati su pattern
ripetuti di esperienze interattive)
 Si costituiscono durante lo sviluppo e tendono a persistere
relativamente stabili in età adulta
 Vengono generalizzati e utilizzati per predire il mondo e
mettersi in relazione con esso
 Sono complementari a quelli delle figure d’attaccamento
 Sono alla base dei processi di transfert
 Indicano il mondo interno descritto dalla psicoanalisi
tenendo conto del cognitivismo
Lo sviluppo della teoria
1a fase (1950-70): osservazione diretta su
deprivazione materna, separazione e lutto
(Bowlby)
2a fase (1970-80): valutazione
dell’attaccamento infantile, Strange Situation
(Ainsworth)
3a fase (dal 1980): valutazione
dell’attaccamento nell’adulto, Adult Attachment
Interview e questionari (Main, Crittenden,
Fonagy, Bretherton, Hazan, Bartholomew)
Lo sviluppo della teoria
Anni
Studi
Metodi
Autori
1950-70 Deprivazione
materna,
separazione,
lutto
1970-80 Attaccamento
infantile
Osservazione
diretta
Bowlby
Strange
Situation
Ainsworth
Dal 1980 Attaccamento
adulto
Adult
Attachment
Interview,
Main, Crittenden,
Fonagy, Bretherton,
Hazan, Shaver,
Bartholomew,
van IJzendoorn
Questionari
La valutazione
dell’attaccamento
Nel bambino
Strange Situation (SS) (Mary Ainsworth) 12-18 mesi
CARE Index (Patricia Crittenden) 0-24 mesi
Nell’adulto
Adult Attachment Interview (AAI) (Mary Main)
Questionari autovalutativi (self-report)
•Adult Attachment Style Questionnaire (Hazan e Shaver)
•Relationship Questionnaire (Bartholomew e Horowitz)
•Attachment Style Questionnaire (Feeney, Noller, Hanrahan)
Mary D. Salter Ainsworth
Nasce nel 1913 e si laurea a Toronto
Nel 1950 sposa Leonard Ainsworth e si trasferisce
a Londra dove collabora con Bowlby
E’ considerata la coautrice della teoria
dell’attaccamento
Propone il concetto di base sicura
Inventa la tecnica della Strange Situation
attraverso la quale classifica per la prima volta i
pattern d’attaccamento
La base sicura
E’ l’atmosfera creata dalla figura d’attaccamento per la
persona che le si attacca
Fornire una base sicura è la caratteristica più
importante dell’essere genitori
Consiste nell’essere disponibili a rispondere, quando
chiamati in causa, per incoraggiare e dare assistenza,
ma intervenendo attivamente solo se necessario
In questo modo è possibile avventurarsi nel mondo
esterno e ritornare sicuri di essere accolti, nutriti sul
piano fisico ed emotivo, confortati se tristi, rassicurati
se spaventati
La Strange Situation
Una seduta di circa 20 minuti (divisa in 8 episodi di
3 minuti) nella quale un genitore e il suo bambino
di un anno vengono introdotti in una stanza
assieme ad un estraneo ed esposti a momenti di
separazione e riunione
Si utilizza con bambini di 12-18 mesi (anche oltre)
La procedura è videoregistrata (attraverso un
specchio unidirezionale)
Viene codificato il comportamento del bambino nei
confronti della figura d’attaccamento e conduce alla
classificazione del suo pattern d’attaccamento
Procedura della Strange Situation
(Ainsworth et al. 1978)
1- una madre e il suo bambino vengono introdotti in una stanza
sconosciuta
2- vengono lasciati soli, il bambino è libero di giocare (3 minuti)
3- entra un estraneo (lo sperimentatore) che parla con la madre e si
avvicina al bambino iniziando a giocare con lui (totale 3 minuti)
4- la madre lascia la stanza per 3 minuti, l’estraneo continua per un
po’ a giocare con il bambino poi si siede
5- la madre ritorna e si rivolge al bambino eventualmente
confortandolo, l’estraneo esce (3 minuti)
6- la madre esce di nuovo lasciando il bambino solo nella stanza per
3 minuti (a meno che non sia troppo sconvolto)
7- l’estraneo rientra ed eventualmente consola il bambino (3 minuti)
8- la madre e il bambino si riuniscono (almeno 3 minuti)
I pattern di attaccamento
(alla Strange Situation)
Sicuro (B)
Insicuro-evitante (A)
Insicuro-ambivalente (Insicuro-resistente) (C)
Insicuro-disorganizzato (D) (Mary Main)
L’attaccamento sicuro (B)
Sono in genere angosciati (ma non troppo) dalla
separazione
Al momento della riunione salutano contenti il
genitore, si avvicinano, ricevono conforto e poi
tornano a giocare tranquilli e soddisfatti
Il bambino mostra fiducia nella disponibilità e
sensibilità della figura d’attaccamento vivendola
come “base sicura”
Le loro madri sono “sensibili e comprensive”,
rispondono in modo pronto e adeguato al pianto,
all’interazione faccia a faccia e al contatto corporeo
L’attaccamento
insicuro-evitante (A)
Mostrano scarsi segni di angoscia alla separazione,
oppure indifferenza
Al momento della riunione non sembrano prestare
attenzione alla madre e continuano a giocare
Minimizzano i propri bisogni perché si aspettano di
venire rifiutati, pur rimanendo in contatto distante con
la figura d’attaccamento. I propri bisogni ed il rifiuto
vengono esclusi dalla coscienza (esclusione difensiva )
Le loro madri si contraddistinguono per mancanza di
affetto e di tenerezza, soprattutto quando tengono il
bambino in braccio (non sono sensibili e comprensive)
L’attaccamento
insicuro-ambivalente (C)
E’ chiamato anche Insicuro-resistente
Sono fortemente angosciati dalla separazione e non si
tranquillizzano facilmente al momento della riunione
Cercano fortemente il contatto, ma resistono con calci,
pugni, urlando, scappando, strapazzando o buttando i
giocattoli, alternando stati di rabbia a momenti in cui
si stringono alla madre. Il gioco è inibito
La loro madre è contraddittoria e imprevedibile,
spesso ignora i segnali del bambino o offre contatto
quando non è ricercato, può essere intrusiva (sono
sensibili e comprensive, ma in modo non costante)
L’attaccamento
insicuro-disorganizzato (D)
 Descritto per la prima volta da Mary Main e Judith
Salomon (Main e Salomon 1986)
 Il bambino manifesta un repertorio di comportamenti
contraddittori (ricerca di contatto accompagnata da
evitamento), confusi e disorientati (è immobile o
rallentato, inibito, rimane come paralizzato, ha movimenti
stereotipati con posture anomale)
 E’ associato a psicopatologie gravi
 La figura d’attaccamento può essere abusante e, in
seguito a traumi o perdite non elaborati, si comporta in
modo spaventato e spaventante disorientando il bambino
Mary Main
Docente presso l’Università di Berkeley, California
Si è occupata dello studio della trasmissione
dell’attaccamento da una generazione all’altra
(ipotesi transgenerazionale)
Ha individuato la categoria di attaccamento
disorganizzato-disorientato (D)
Ha inventato, assieme a Carol George, la Adult
Attachment Interview descrivendo per la prima
volta i pattern d’attaccamento negli adulti
L’Adult Attachment Interview
(AAI)
Ideata da Carol George, Nancy Kaplan e Mary
Main nel 1986
E’ un’intervista semistrutturata composta da una
serie di domande aperte che riguardano il
rapporto della persona con le sue figure
d’attaccamento
L’intervista dura dai 45 ai 90 minuti ed è simile a
un colloquio clinico
L’intero colloquio viene registrato, trascritto in
modo preciso (compresi gli aspetti non verbali) e
codificato
Scopi dell’AAI
Identificare il pattern di attaccamento nell’adulto
Non interessa la storia dettagliata dell’infanzia
del soggetto, ma piuttosto la configurazione del
pensiero sulle relazioni d’attaccamento (Modelli
operativi interni)
Si induce una quantità progressiva, ma
moderata, di stress in modo da attivare il sistema
d’attaccamento (“è un tentativo di sorprendere
l’inconscio”)
E’ nata per verificare l’ipotesi transgenerazionale,
ma ora ha un uso più ampio
Le domande dell’AAI
Parte I- La famiglia durante l’infanzia
Parte II - Le relazioni con le figure
d’attaccamento (descritte da 5 parole)
Parte III - Eventi normali in cui i bambini non si
sentono sicuri
Parte IV - Esperienze potenzialmente pericolose
Parte V - Lutto
Parte VI-VII - Domande integrative sull’infanzia e
sull’età adulta (genitori, partner, figli)
AAI - Sistema di codifica
della Main (Main e Goldwin 1986)
Ainsworth ( SS, bambino)
Main e Goldwyn (AAI, adulto)
B - Sicuro
F - (Free) Libero-autonomo
A - Evitante
Ds - (Dismissing) Distanziante
C - Resistente-ambivalente
E - (Entangled)
Preoccupato-invischiato
D - Disorganizzato- disorientato
U - (Unresolved) Irrisolto
Corrispondenza
70-75%
F - (Free ) Libero-autonomo
Facile accesso ai ricordi
Raccontano in modo coerente ed
equilibrato la propria infanzia
Se vi sono state esperienze negative,
traspare un senso di dolore provato e
superato
Tendono ad avere figli sicuri (B)
Ds - (Dismissing ) Distanziante
Forniscono resoconti brevi e incompleti
(sostengono di avere pochi ricordi)
Sminuiscono i propri bisogni d’attaccamento
passati ed attuali
Tendono a idealizzare i genitori e le
esperienze passate (in contraddizione con i
ricordi autobiografici)
Tendono ad avere figli evitanti (A)
E - (Entangled )
Preoccupato-invischiato
Scarsa capacità di sintesi
Narrazioni caotiche e contraddittorie
Appaiono eccessivamente coinvolti in
conflitti e difficoltà legati al passato
Tendono ad avere figli resistentiambivalenti (C)
U - (Unresolved ) Irrisolto
A
volte
forniscono
resoconti
apparentemente coerenti, che non
reggono a un esame più attento
Spesso esposti durante l’infanzia ad eventi
traumatici (deprivazioni, maltrattamenti,
abusi, perdite) non ancora elaborati
Tendono ad avere figli disorientatidisorganizzati (D)
La trasmissione intergenerazionale
dell’attaccamento
I genitori tendono a trasmettere il proprio
modello d’attaccameno ai figli (tramite i propri
modelli operativi interni)
E’ un’ipotesi avanzata da Mary Main e
sottoposta a verifica tramite il confronto tra
Strange Situation e Adult Attachment Interview
La corrispondenza è maggiore tra madre e
figlio (73-80%), minore tra padre e figlio (5082%)
Corrispondenza tra AAI e SS
AAI
MADRE
MADRE
PADRE
PADRE
Sicura
SS
CORRISPONDENZA
Sicuro
80%
FIGLIO
Insicura Insicuro
Sicuro
Sicuro
Insicuro Insicuro
73%
50%
82%
Peter Fonagy
 Somministrando l’AAI alle madri è riuscito a predire i risultati
della Strange Situation (con un accuratezza del 73-80%). Anche
i pattern dei padri sono risultati predittivi (50-82%), ma in
modo minore
 Ha rilevato una correlazione generica tra attaccamento e
condizioni psicopatologiche (Fonagy et al. 1996):
Preoccupate (E): sintomatologia percepita soggettivamente come
stato d’ansia o di malessere (attacchi di panico,
disturbi d’ansia, disturbi borderline e istrionici)
Distanzianti (Ds): sintomatologia non riconosciuta come un problema
(disturbi antisociali e narcisistici, abuso di sostanze,
sindromi psicosomatiche, rallentamenti psicomotori)
La maggior parte e dei soggetti a rischio si inquadrano nella sola
configurazione preoccupato (E) e in particolare nel sottotipo U/E3
Marinus H. van IJzendoorn
Meta-analisi della letteratura (18 studi) del 1995
Confermata l’elevata correlazione tra le AAI delle
madri e le Strange Situation dei figli
distinzione sicuri-insicuri: 75%
distinzione sicuri-distanzianti-preoccupati: 70%
Le correlazioni con le AAI dei padri sono
decisamente minori
Attaccamento
e rischio psicosociale
Le prime ricerche sulla trasmissione
dell’attaccamento sono basate su campioni
appartenenti a famiglie di classe media a
basso rischio psicosociale
Per le famiglie ad alto rischio le
correlazioni sono minori e si assiste ad una
maggiore discontinuità dell’attaccamento
durante il corso della vita e tra generazioni
differenti
Patricia M. Crittenden
Ha studiato con Mary Ainsworth sotto la cui guida
si è specializzata in ecologia sociale e sviluppo
della famiglia
Ha svolto ricerche sulle famiglie ad alto rischio, in
particolare quelle maltrattanti
Ha sviluppato un Approccio Dinamico Maturativo
allo studio e classificazione delle relazioni
d’attaccamento
Ha inventato il CARE Index ed elaborato un
proprio metodo di valutazione dell’AAI
L’approccio
Dinamico-Maturativo
 La maturazione è in interazione dinamica con l’esperienza
creando delle possibilità di cambiamento dell’attaccamento
nel corso della vita (riorganizzazioni )
 Il pericolo è l’elemento fondamentale per l’evoluzione
 La cognitività e l’affettività sono considerate le due forme
principali di informazione. Viene considerata la sessualità
 Ogni configurazione comporta aspetti adattativi e non
adattativi. Anche i pattern insicuri possono essere
adattativi in ambienti ad alto rischio scarsamente affidabili
 Tiene in considerazione il contributo della psicologia
dell’età evolutiva, della psicologia cognitiva e delle
neuroscienze
I sistemi di memoria
(Endel Tulving 1972)
 Memoria procedurale : regola il comportamento in condizioni
ordinarie. E’ basata su schemi sensomotori preconsci (riflessi o appresi)
che rispecchiano ciò che abbiamo imparato per mantenerci al sicuro
 Memoria per immagini : è un’elaborazione dell’affettività. Consiste in
informazioni sensoriali (visione, suono, odore, tatto, gusto) associate a
sentimenti suscitati da esperienze passate pericolose o sicure,
sessualmente frustranti o soddisfacenti (condizionamento classico).
 Memoria semantica : è una forma linguistica di informazione
cognitiva. Consiste in affermazioni verbali su come sono le cose e sulle
condizioni in cui possono cambiare. Fornisce predizioni cognitive
generalizzate importanti per mantenersi al sicuro. Tende a riflettere i
punti i vista altrui.
 Memoria episodica : rappresenta un’integrazione sofisticata di
affettività e cognitività. Consiste in ripetizioni mentali di eventi che
usualmente chiamiamo “ricordi”.
Il CARE Index
(Crittenden 1999)
(Care-Adult Relationship Experimental Index)
E’ una procedura videoregistrata della durata di
3-5 minuti per l’analisi di un’interazione di gioco
tra adulto e bambino dalla nascita ai 24 mesi
Si chiede all’adulto di giocare come è solito fare
con il suo bambino
E’ stata sviluppata per la ricerca, ma può essere
utilizzato per fare uno sceening nelle condizioni
di rischio, guidare l’intervento e valutare i
risultati di un trattamento
Richiede codificatori molto esperti
Codifica del CARE-Index
 Aspetti del comportamento valutati :
(per ognuno tre items descrittori adulti e quattro infantili)
1) Espressione del volto; 2) Espressione vocale;
3) Posizione e contatto corporeo, 4) Espressione dell’affetto,
5) Successione dei turni; 6) Controllo; 7) Scelta dell’attività
 La sensibilità adulta è considerata qualunque configurazione
del comportamento che faccia piacere al bambino, aumenti il
suo benessere e riduca il suo disagio. Il temperamento del
bambino è considerato in funzione della sensibilità adulta
 Scala di sensibilità: sensibile (14-11), adeguata (10-7),
marginalmente adeguata (6-5, area di intervento), a rischio
(4-0, area di tutela)
AAI - Sistema di codifica
di Patricia Crittenden (1999)
Nasce dall’analisi di interviste di adulti appartenenti
a molte culture e in diverse condizioni di vita
(compresi soggetti deprivati, maltrattati e affetti da
malattie psichiatriche)
Si basa su tre fonti di informazione:
storia ed eventi dell’infanzia
discorso e sistemi di memoria associati (procedurale, per
immagini, semantica, episodica, di lavoro)
caratteristiche del discorso (marcatori linguistici)
Mantiene le configurazioni di Ainsworth e Main con
numerose integrazioni ed espansioni
La codifica dell’attaccamento
Ainsworth ( SS)
Main e Goldwyn (AAI)
Crittenden (AAI)
B - Sicuro
F - (Free)
Libero-autonomo
B - Equilibrato
A - Evitante
Ds - (Dismissing)
Distanziante
A - Distanziante
C - Resistenteambivalente
D - Disorganizzatodisorientato
Bambino
a basso indice (A1-2)
ad alto indice (A3-6)
C - Preoccupato
E - (Entangled)
a basso indice (C1-2)
Preoccupatoad alto indice (C3-8)
invischiato
A/C - Dist/Preocc
U - (Unresolved)
AC - Psicopatia
Irrisolto
------------------------- Adulto ----------------------
I questionari self-report
 Adult Attachment Questionnaire (AAQ) di Hazan e
Shaver (1987)
 Relationship Questionnaire (RQ) di Bartholomew e
Horowitz (1991)
 Attachment Style Questionnaire (ASQ) di Feeney, Noller
e Hanrahan (1994)
 Questionario sull’Attaccamento Attuale di Lorenzini,
Mancini e Sassaroli (1985)
 Parental Bonding Instrument (PBI) di Parker, Tupling e
Brown (1978)
Adult Attachment Questionnaire (AAQ)
di Cindy Hazan e Phillip Shaver (1987)
Quale delle seguenti frasi descrive meglio i suoi sentimenti? (scala da 1 a 7)
1. Trovo relativamente facile stabilire delle relazioni intime con altri e mi sento a
mio agio nel dipendere da loro. Non mi capita spesso di temere di essere
abbandonato/a o che qualcuno si leghi fortemente a me. (SICURO)
2. Qualche volta mi sento a disagio quando sto con gli altri; trovo difficile avere
completa fiducia in loro, mostrarmi dipendente da essi. Divento nervoso/a se
qualcuno diventa eccessivamente intimo e, spesso, il/la mio/a partner vorrebbe che
stabilissimo un’intimità superiore a quella che mi fa sentire a mio agio.
(EVITANTE)
3. Trovo che gli altri siano riluttanti a stabilire con me quell’intimità che desiderei
raggiungere con loro. Spesso temo che il/la mio/a partner non sia realmente
innamorato/a o che non voglia stare con me. Desidero un rapporto molto stretto con
il/la mio/a partner e questo, qualche volta, fa fuggire le persone. (ANSIOSOAMBIVALENTE)
Il modello a 4 categorie di
Kim Bartholomew (1990)
SCHEMA DEGLI ALTRI
SCHEMA DEL SE’
P
O
S
I
T
I
V
O
N
E
G
A
T
I
V
O
POSITIVO
NEGATIVO
SICURO
PREOCCUPATO
A proprio agio con
l’intimità e l’autonomia
Preoccupato
per le relazioni
Preoccupato (Main)
Ambivalente (Hazan)
EVITANTE DISTACCATO
EVITANTE SPAVENTATO
Rifiuto dell’intimità
e della dipendenza
Timore dell’intimità
Evitamento sociale
Evitante (Main)
Evitante (Hazan)
Relationship Questionnaire (RQ)
di Kim Bartholomew e Leonard Horowitz (1991)
SCHEMA DEGLI ALTRI
SCHEMA DEL SE’
P
O
S
I
T
I
V
O
N
E
G
A
T
I
V
O
POSITIVO
NEGATIVO
SICURO
PREOCCUPATO
Trovo relativamente facile stabilire
relazioni intime con gli altri. Mi sento a mio
agio nel dipendere da loro e nel sentire
che qualcuno dipende da me. Non mi
capita spesso di temere di essere
abbandonato o di non essere accettato
dagli altri
Vorrei instaurare con le persone
relazioni estremamente intime, ma
spesso trovo che gli altri sono riluttanti a
stabilire con me quell’intimità che
desidererei raggiungere. Sto male se
non sono in stretto contatto con
qualcuno, e qualche volta temo che gli
altri non mi stimino quanto io stimo loro
EVITANTE DISTACCATO
EVITANTE SPAVENTATO
Sto bene senza relazioni fortemente
emotive. E’ molto importante per me
sentirmi indipendente e autosufficiente;
preferisco non dipendere dagli altri e non
sopporto che gli altri dipendano da me.
Mi sento piuttosto a disagio quando mi
lego agli altri. Desidero stabilire relazioni
intime, ma trovo difficile avere completa
fiducia negli altri o dover dipendere da
loro. Qualche volta ho paura di dover
soffrire se mi lego troppo agli altri
Attachment Style Questionnaire (ASQ)
di Judith Feeney, Patricia Noller e Mary Hanrahan
(1994)
E’ un questionario self-report di 40 items con
risposte su una scala a sei punti (da totalmente in
disaccordo a totalmente d’accordo)
Valuta cinque dimensioni che vanno a costituire
altrettante
sottoscale
(Fiducia,
Bisogno
di
approvazione, Preoccupazione per i rapporti stretti,
Disagio nei confronti dell’intimità, Rapporto
sentimentale considerato come secondario)
La classificazione è basata sul modello a quattro
categorie di Bartholomew
Parental Bonding Instrument (PBI)
di Parker, Tupling, Brown (1979)
E’ un questionario self-report di 25 items con
risposte su una scala a 4 punti (da molto vero a
molto falso)
Valuta nell’adulto il legame con i propri genitori
durante i primi 16 anni di vita
Si basa su due dimensioni:
Cura (affettuosità, calore, empatia e confidenza contro
freddezza, incomprensione, negligenza)
Iperprotezione (controllo, intrusione, inibizione della
autonomia contro stimolazione all’indipendenza e
all’esplorazione)
La teoria dell’attaccamento
Bibliografia essenziale
 Bowlby J. (1951) Cure materne e
igiene mentale del fanciullo.
Giunti- Barbera, Firenze, 1957
 Bowlby J.
(1969-1980):
Attaccamento e perdita (Voll.13). Boringhieri, Torino, 19721983
 Bowlby J. (1977): Costruzione e
rottura dei legami affettivi.
Raffaello Cortina, Milano, 1982
 Bowlby J. (1988): Una base
sicura. Raffaello Cortina, Milano
 Letture consigliate
 Holmes J. (1993): La teoria
dell’attaccamento. Raffaello Cortina,
Milano, 1994
 Crittenden P.M. (1999): Attaccamento
in età adulta. Raffaello Cortina, Milano
 Fonagy P. (2002): Psicoanalisi e teoria
dell’attaccamento. Raffaello Cortina,
Milano.
 Loriedo C., Picardi A. (2000): Dalla
teoria generale dei sistemi alla teoria
dell’attaccamento. Franco Angeli,
Milano
 Cassidy J., Shaver P.R. (a cura di)
(1999): Manuale dell’attaccamento,
Giovanni Fioriti, Roma, 2002
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Attaccamento