MICETI I miceti sono organismi eucarioti, eterotrofi, chemiosintetici. Possono essere unicellulari (lieviti) o pluricellulari (M. filamentosi o muffe) Posseggono una parete cellulare rigida costituita da chitina. Si riproducono mediante spore (sessuata) e conidi (asessuata) Si trovano nell’ambiente, in rapporto all’uomo possono stabilire dei rapporti di: commensalismo, simbiosi, parassitismo, saprofitismo. Importanza Ecologica: degradano e riciclano il materiale organico Industriale: produzione di cibi e alcolici Biotecnologica: sistemi modello per i processi eucariotici Medica: produzione di metaboliti secondari biologicamente attivi come antibiotici e immunosoppressori (ciclosporina). METABOLISMO MICOTICO I miceti svolgono reazioni di fermentazione e di ossidazione per cui sono spesso aerobi o anaerobi facoltativi. Sono chemiotrofi eterotrofi, necessitano quindi di molecole organiche preformate essenziali come carboidrati e nitrati, e la loro nutrizione avviene per assorbimento di sostanze organiche e sali. Come fonte d’azoto minerale utilizzano composti del carbonio, amminoacidi e peptidi. OPPORTUNISMO FUNGINO Con questo termine si indica la patogenicità “condizionata” di quei microrganismi che, intrinsecamente incapaci di causare malattia, possono causare l’infezione in un organismo nel quale sia loro offerta un’opportunità, che in genere è rappresentata da una riduzione delle capacità difensive dell’organismo stesso. I fattori predisponenti all’opportunismo fungino sono tutti legati ad una riduzione delle capacità di reazione antimicrobica dell’organismo e possono essere: fattori intrinseci cioè legati a situazioni organiche preesistenti come malattie gravi debilitanti o estrinseci come interventi esogeni farmacologici o terapeutici. FATTORI DI VIRULENZA Fattori che interferiscono con i meccanismi di difesa aspecifici Produzione di enzimi (collagenasi, cheratinasi, proteasi, fosfolipasi, elastasi, lipasi, fosfatasi) Produzione di tossine Transizione dimorfa MORFOLOGIA Cellula fungina: nucleo, membrana nucleare, reticolo endoplasmico, mitocondri, apparato secretore. Caratteristica è la presenza della parete cellulare rigida costituita da chitina. Tallo: soma cellulare (unicellulare, pluricellulare) Lieviti (unicellulari) Cellule isolate ovali, consistenza cremosa. Si riproducono spesso per gemmazione (blastogonia) con le blastospore o per via sessuata mediante i blastoconidi. Se le cellule dopo la gemmazione rimangono unite formano le pseudoife, ma ogni cellula mantiene la propria individualità. Muffe filamentose Il tallo è costituito da filamenti tubulari detti IFE (diametro>1 mm) che tendono ad allungarsi e ramificarsi. Il MICELIO è l’insieme delle ife. In ogni colonia fungina miceliale distinguiamo: Micelio vegetativo: funzione nutritiva e di assorbimento, nel terreno. Micelio aereo: funzione riproduttiva, si sviluppa al di sopra del substrato a contatto con l’aria. Funghi dimorfi Specie fungine, spesso agenti eziologici di micosi sottocutanee e profonde, che mostrano una espressione morfologica reversibile in rapporto a variazioni della temperatura: in forma miceliale a T ambiente o nel loro habitat (in vivo), lievitiforme se coltivati su terreni di coltura a 37-40°C (in vitro). Funghi dematiacei Muffe e lieviti che hanno una parete cellulare contenente melanina e che gli dà una colorazione bruna o nerastra. Morfologia delle cellule fungine Formazione di blastoconidi Formazione di scissione Pseudoife Ife cenocitiche Ife settate Ife settate con connessioni ad uncino I LIEVITI RIPRODUZIONE La classificazione dei funghi si base sulla produzione delle spore e sul tipo di riproduzione sessuata. La riproduzione può avvenire sia per via sessuata che asessuata o vegetativa, ma avviene sempre mediante delle cellule specializzate dette spore. Nei funghi è caratteristica l’alternanza delle due fasi di riproduzione. In coltura esprimono la fase sessuale solo in opportune condizioni sperimentali. R. sessuata La fase sessuata è anche detta perfetta o telomorfica. Lo zigote (diploide ) origina dalla fusione di due corredi cromosomici aploidi; in alcuni miceti si ha la fusione di due gameti unicellulari in altri la fusione avviene tra due organuli del tallo detti gametangi. Gameti e gametangi possono essere identici (iso) o diversi (etero); possono essere prodotti da ceppi parentali distinti (R. sess. Eterotallica) o da talli (blastoconidi, ife) diversi ma appartenenti alla stessa colonia (r. sess. Omotallica) In base a queste diversità si possono avere spore sessuali diverse: zigospore, ascospore, basidiospore, che identificano altrettanti Phylum Zigomiceti, Ascomiceti, Basidiomiceti. R. asessuata E’ detta anche fase imperfetta o anamorfica. I miceti in opportune condizioni ambientali sono caratterizzati da intense sintesi macromolecolari che portano ad un rapido aumento del protoplasma. Mentre nei lieviti il raggiungimento del punto critico del rapporto massa superficie porta ad una rapida replicazione, nelle muffe l’accrescimento vegetativo può proseguire in modo differenziato prima di portare alla formazione dei propaguli riproduttivi. Questa differenza rende necessaria una classificazione dei diversi tipi di riproduzione asessuata. Spore sessuate Classificazione Caratteristiche sessuali Phylum Zygomycota La riproduzione sessuata avviene attraverso la fusione di due Phycomycetes) Subphylum Ascomycotina Ascomycetes) gametangi compatibili per produrre lo zigote. La riproduzione asessuata è caratterizzata dalla produzione di sporangiospore. La riproduzione sessuata avviene attraverso la fusione di due nuclei compatibili per formare un nucleo diploide, seguita da meiosi per produrre la progenie aploide; l’intero processo avviene all’interno di un sacco chiamato asco e le spore che ne derivano si chiamano ascospore. Subphylum La riproduzione sessuata avviene in un sacco chiamato Basidiomycotina basidio, dove due nuclei compatibili si fondono per formare un Basidiomycetes) Classe Deuteromycotina Deuteromycetes ) nucleo aploide, seguita da meiosi per produrre la progenie aploide. Questi, quindi, maturano sulla superficie esterna del basidio. Le progenie aploidi sono chiamate basidiospore. Nei funghi classificati in questa categoria non è stato osservato lo stadio sessuato. DIAGNOSI DI LABORATORIO La diagnosi eziologia si basa fondamentalmente sull’indagine microbiologica. La dimostrazione microscopica e/o colturale dell’agente eziologico è la prova diagnostica principale ma le ricerche sierologiche sono importanti soprattutto per le micosi profonde. La raccolta ed il trasporto dei campioni devono essere eseguiti in modo adeguato per l’invio al laboratorio. I campioni biologici per la ricerca dei miceti sono: liquor, sangue, urine, secrezioni respiratorie, espettorato, lavaggio broncoalveolare, biopsie tissutali, frammenti di cute, unghie e capelli. Esame microscopico In alcuni casi l’esame microscopico diretto del materiale clinico ci permette una diagnosi preventiva; in altri casi è necessario un pretrattamento con KOH o NaOH al 10% che idrolizzano i costituenti lipidici, proteici e polisaccaridici permettendo l’osservazione microscopica degli elementi fungini la cui parete è ricca di lucani alcali resistenti. Inoltre possono essere usate anche altre colorazioni come la Gram, la Giemsa soprattutto nei campioni bioptici. Esame colturale L’esame colturale è fondamentale in quanto l’osservazione microscopica non consente l’identificazione specifica del micete. Il terreno di coltura più utilizzato è l’agar Sabouraud, a cui vengono aggiunti antibiotici (cloramfenicolo e cicloesimide) per inibire la crescita batterica. L’incubazione è effettuata a 25°(muffe) e/o 37°C (lieviti) per circa 5 giorni. Studio micromorfologico: si realizza la coltura su un quadratino di terreno (1 cm di lato) posto su di un vetrino , per seguire la crescita del micete in tutte le sue fasi. L’identificazione dei lieviti si basa su prove biochimiche come: test dell’ureasi, prove di fermentazione e di assimilazione degli zuccheri, saggi di utilizzazione dei nitrati. PATOGENESI La malattia nell’uomo è un evento accidentale nel ciclo vitale di quasi tutti i miceti patogeni. Solo nei dermatofiti antropofili l’adattamento alla vita parassitaria porta quasi sempre all’infezione. Nelle micosi esogene l’agente infettante proviene dall’esterno ed è rappresentato da spore e conidi fungini. Nelle micosi superficiali spesso il solo contatto di questi con la cute, peli e unghie è sufficiente per l’infezione. Altre volte (tigne) è indispensabile la presenza di un trauma locale, come uno sfregamento. Nelle micosi sottocutanee l’infezione è di solito mediata da ferite che permettono al fungo di penetrare al di sotto dell’epidermide. Nelle micosi viscerali, la via d’ingresso più frequente è quella aerea. Nelle micosi endogene l’agente infettante è un micete commensale delle prime vie respiratorie, della cute o delle mucose e la colonizzazione di queste zone del corpo è mediata da fattori di adesione specifici ed aspecifici. Il passaggio dal commensalismo all’infezione è mediato da fattori favorenti che caratterizzano il micete come patogeno opportunista. Dal punto di contatto che è la sede di colonizzazione dei funghi commensali essi penetrano per azione meccanica di spinta dell’allungamento ifale (le muffe) o grazie all’intervento della fagocitosi (i lieviti). Micosi Superficiali Sono le micosi limitate agli strati esterni della cute e dei capelli: Pitiriasi versicolor (Tinea versicolor): infezione superficiale e squamosa della pelle che produce depigmentazione; è causata da Malassezia furfur, un fungo dimorfico. La diagnosi si effettua mediante esame microscopico delle squame della pelle che mostrano le cellule di lievito. Tinea nigra: infezione cronica ed asintomatica dello strato corneo; causata dal fungo dematiaceo Exophiala werneckii. Le lesioni sono spesso localizzate sul palmo delle mani e sono macchie brunastre. L’esame microscopico mostra ife ramificate e cellule lievitiformi con melanina. Piedra: La Piedra nera è un’infezione del capello o dei peli causata da Piedraia hortae. La Piedra bianca è causata da Tricosporon beigelii, forma noduli giallastri sui peli. MICOSI SUPERFICIALI Micosi Cutanee Sono causate da funghi che infettano solo il tessuto superficiale cheratinizzato (cute, peli, capelli e unghie). I maggiori responsabili sono i dermatofiti, appartenenti a tre generi: Microsporum, Trichophyton ed Epidermophyton. Essi colonizzano questa sede del corpo perché non crescono a 37°C o in presenza di siero. Le manifestazioni cliniche prendono il nome dal sito anatomico coinvolto: Tinea capitis: è la dermatofitosi del cuoio capelluto e dei capelli. L’infezione determina la comparsa di chiazze circolari di desquamazione con prurito. L’agente eziologico è il Microscosporum. Tinea pedis: detta anche piede d’atleta, è un’infezione cronica delle pieghe interdigitali del piede, caratterizzata da prurito, desquamazione e vescicole. Causata da Epidermophyton floccosum e Trichophyton Tinea unguium: può fare seguito ad una Tinea pedis protratta ed è causata da T. rubrum. Tinea corporis, crucis e manus: sono dermatofitosi della cute glabra, si presentano come lesioni anulari. Il dermatofito cresce nei tessuti morti cheratinizzati mentre gli enzimi fungini diffondono attraverso gli strati vitali dell’epidermide provocando eritema, vescicole e prurito. Responsabili sono T. rubrum e T. menthagrophytes. DERMATOFITI Micosi Sottocutanee Interessano gli strati profondi del derma ed il tessuto sottocutaneo. I funghi responsabili si trovano nel terreno e nei vegetali ed entrano nei tessuti in seguito all’inoculazione traumatica di materiale contaminato, raramente disseminano. Sporotricosi: l’agente eziologico è Sporothrix schenckii, un fungo dimorfo che vive sulla vegetazione, ed è ubiquitario. E’ un’infezione cronica che crea lesioni ulcerative nodulari. I conidi vengono introdotti nella cute con i traumi. Cromoblastomicosi: è un’infezione micotica causata dall’inoculazione di uno degli agenti micotici residenti nel terreno e nella vegetazione. Sono tutti funghi dematiacei: Fonsecaea, Phialophora, Rinocladiella e Cladosporium. L’infezione è cronica ed è caratterizzata dal lento sviluppo di lesioni granulomatose progressive, che inducono iperplasia nel tessuto epidermico. Questi funghi dematiacei formano colonie compatte, di colore scuro e vengono identificati in base alla modalità di conidiazione. Feoifomicosi: con questo nome identifichiamo le infezioni caratterizzate dalla presenza di ife settate e pigmentate nei tessuti. Esistono sia forme cutanee che sistemiche. Le forme cliniche variano da cisti sottocutanee a sinusiti ad ascessi cerebrali. Le specie più frequentemente coinvolte sono Alternaria, Cladosporium, Phialophora. Micetoma: infezione cronica causata dall’inoculazione traumatica di funghi saprofiti del suolo come Madurella, Allescheria, Phialophora. MICOSI SOTTOCUTANEE Micosi Sistemiche o Profonde Gli agenti eziologici delle micosi sono microrganismi intrinsecamente virulenti e causano malattia anche in soggetti sani. Questo gruppo di funghi comprende 5 specie: Histoplasma capsulatum Blastomyces dermatitidis, Paracoccidioides brasiliensis, Coccidioides immitis (funghi dimorfi) Cryptococcus neoformans (monomorfico, con capsula mucopolisaccaridica). La sede primitiva dell’infezione è il polmone, spesso le infezioni sono asintomatiche e si risolvono rapidamente ma a volte si diffondono ad un organo secondario. Istoplasmosi E’ causata dall’inalazione di conidi o frammenti di ife di H. capsulatum. Si verifica in tutto il mondo ma è particolarmente diffusa negli Stati Uniti centro-occidentali. Nella maggior parte dei casi è asintomatica, in circa il 5% dei casi mostra i sintomi di una polmonite acuta. Morfologia: La fase miceliale è caratterizzata da ife settate sottili e ramificate che producono macro e microconidi tubercolari. La fase parassitaria è contraddistinta da una piccola cellula di lievito gemmante all’interno dei macrofagi. Epidemiologia: H. capsulatum cresce sui terreni con elevato contenuto di azoto, come aree contaminate da escrementi di pipistrelli e uccelli (soffitte, grotte, parchi, cortili). L’istoplasmosi è ampiamente distribuita in tutte e zone del mondo temperate, subtropicali e tropicali. Sindromi cliniche: Il polmone è la zona di accesso per l’infezione; conidi o frammenti di ife vengono inalati, fagocitati dai macrofagi polmonari e poi si convertono in lieviti che si replicano all’interno dei macrofagi. Nell’ospite immunocompetente i macrofagi hanno attività fungicida, limitando così l’infezione. Microrganismi vitali possono persistere nell’ospite dopo la risoluzione dell’istoplasmosi non complicate e dare origine alla malattia disseminata nei pazienti immunocompromessi. In questi pazienti H. capsulatum può anche provocare una malattia degenerativa e potenzialmente letale. Diagnosi: Si basa su indagini sierologiche (fissazione del complemento; immunodiffusione), sulla ricerca microscopica diretta nelle sezioni istologiche dei tessuti infettati (colorazione delle sez. istologiche di midollo osseo, polmone e sangue) e sull’esame colturale dell’agente eziologico (esame dell’espettorato; coltura di 1-2 settimane). Test con esoantigeni, sonda a DNA. Terapia: amfotericina B. Ciclo di Histoplasma capsulatum Coccidioidomicosi E’ una infezione polmonare acuta, acuta ma autolimitante; è causata dall’inalazione di artroconidi di Coccidioides immitis. Morfologia: è un fungo dimorfico che cresce nell’ambiente come muffa filamentosa. I miceli si frammentano per produrre artroconidi cilindrici. La fase tissutale è la sferula, struttura multinucleata che per frammentazione interna produce endospore mononucleate che danno origine a nuove sferule. Epidemiologia: America settentrionale, centrale e meridionale. L’infezione naturale avviene in animali domestici e selvatici. Sindromi cliniche: La malattia va da una forma febbrile lieve ad una forma respiratoria di gravità moderata; piccola percentuale di polmonite evolutiva o malattia disseminata (meningi, cute). Diagnosi: Si basa su indagini sierologiche (fissazione del complemento; agglutinazione), sulla ricerca microscopica diretta nelle sezioni istologiche dei tessuti infettati (colorazione con ematossilina ed eosina).Test con esoantigeni, conversione a sferule. Terapia: amfotericina B. Ciclo di Coccidioides immitis Blastomicosi E’ causata dall’inalazione di conidi di Blastomyces dermatitidis. Le infezioni polmonari sono spesso asintomatiche, le forme cliniche più frequentemente osservate sono lesioni ulcerative della cute e lesioni osteolitiche, che rappresentano la malattia sistemica o disseminata. Morfologia: è un ascomicete. Epidemiologia:La distribuzione geografica è limitata al continente Nord-Americano e a parte dell’Africa. Sindromi cliniche: Sono molto frequenti la infezioni asintomatiche. Le manifestazioni della blastomicosi sintomatica indicano spesso una diffusione sistemica. L’inalazione dei conidi di B. dermatitidis provoca l’infezione primaria polmonare nell’ospite. I conidi si convertono in lieviti e fagocitati dai macrofagi giungono ad altri organi. La malattia primitiva polmonare può avere tre esiti diversi: risoluzione, malattia polmonare ingravescente, risoluzione infezione polmonare seguita da malattia sistemica. Diagnosi: Si basa su indagini sierologiche (immunodiffusione), sulla ricerca microscopica diretta nelle sezioni istologiche dei tessuti infettati (cellule lievitiformi nel liquido di un ascesso purulento trattato con idrossido di potassio o in biopsie di lesioni cutanee colorate)e sull’esame colturale dell’agente eziologico (esame dell’espettorato; coltura di 1-2 settimane). Terapia: amfotericina B. Ciclo di Blastomyces dermatitidis Paracoccidioidomicosi E’ una malattia polmonare causata dall’inalazione di conidi infettivi di Paracoccidioides brasiliensis. Morfologia: è un fungo dimorfico (muffa nell’ambiente, lievito nei tessuti). La fase di lievito è caratterizzata da cellule multigemmanti. Epidemiologia: Brasile, Venezuela, Colombia. Risiede in terreni con un alto tasso di umidità e temperature medie intorno ai 23°C. La transizione da muffa a lievito è inibita dal beta-estradiolo, per questo si ha una minore incidenza dell’infezione nelle donne. Sindromi cliniche: l’infezione primaria si verifica nei polmoni in seguito all’inalazione dei conidi. L’infezione polmonare è di solito asintomatica ma può evolvere anche verso una malattia disseminata. Diagnosi: si basa sul riscontro di anticorpi specifici, sulla dimostrazione del microrganismo nel materiale istopatologico e sull’isolamento del microrganismo in coltura Il microrganismo può essere osservato in preparati di materiale infetto trattato con idrossido di potassio o sezioni istologiche colorate con sali d’argento. La diagnosi viene confermata con l’osservazione della presenza di molteplici cellule gemmanti di piccole dimensioni intorno ad una cellula matura (timone). Il microrganismo in coltura cresce lentamente e a 25°C forma delle muffe bianche mentre a 37°C si ha una crescita lievitiforme con cellule gemmanti multipolari. Terapia: L’amfotericina B è efficace ma vista la terapia prolungata e dati i suoi effetti tossici è preferibile usare sulfamidici e ketoconazolo. Ciclo di Paracoccidioides brasiliensis Criptococcosi E’ causata da Criptococcus neoformans e l’infezione ha manifestazioni variabili da acute a croniche. Il polmone è la sede principale dell’infezione, anche se il microrganismo diffonde in maniera sistemica al cervello e alle meningi. Morfologia: cresce come lievito sia nei tessuti infettati che in coltura. La sua caratteristica peculiare è la capsula mucopolisaccaridica, che è un fattore di patogenicità ed è importante per la diagnosi. Un altro fattore di virulenza è la fenolo-ossidasi, un enzima che converte i composti fenolici in melanina. Epidemiologia: I sierotipi A e D si trovano negli escrementi dei piccioni, il microrganismo sopravvive bene in un ambiente secco, alcalino e ricco di azoto e ipertonico. E’ diffuso in tutto il mondo. Sindromi cliniche: L’infezione polmonare è frequentemente asintomatica; spesso alla radiografia si osserva un nodulo polmonare solitario. Può dare anche una polmonite sintomatica caratterizzata da infiltrati polmonari diffusi. La forma clinica più frequentemente diagnosticata è la meningite criptococcica, causata dalla diffusione ematica del fungo dal polmone alle meningi. Diagnosi: La sierodiagnosi si basa sulla determinazione degli antigeni, si eseguono il test di agglutinazione per la determinazione degli antigeni poisaccaridici nel liquido cerebro-spinale e nel siero. Si può effettuare una diagnosi rapida di meningite criptococcica con l’esame di un preparato di liquido cerebro-spinale colorato con inchiostro di china in cui C. neoformans appare come una singola cellula o un lievito gemmante circondato da un alone chiaro. L’esame colturale è però il metodo diagnostico definitivo. Terapia: amfotericina B e 5-fluorocitosina per 6 settimane in caso di meningite. Ciclo di Criptococcus neoformans Micosi Opportunistiche Sono patologie che coinvolgono soggetti immunodepressi. I miceti che causano queste micosi sono: •Candida albicans •Aspergillus fumigatus •Pneumocystis carinii •Famiglia Mucorales Candidiasi Diverse specie di Candida sono implicate in questa patologia: C. albicans, C. parapsilosis, C. glabrata… Fanno parte della normale flora microbica dell’uomo, possono essere isolate da superfici mucose sane della cavità orale, della vagina, del tratto gastrointestinale e dell’area rettale. Ma raramente sono isolati dalla cute umana normale. In certe condizioni raggiungono la via ematogena dall’orofaringe o dal tratto gastrointestinale se la barriera mucosa è danneggiata. Gli organi più spesso coinvolti sono polmoni, milza, reni, fegato, cuore e cervello. Morfologia: Si moltiplica formando blastospore, pseudoife ed ife settate. Sindromi cliniche: Infezioni della cute (intertrigine), dele unghie (paronichia), mucose della bocca (mughetto), e mucose vaginali (vulvovaginite). Candidiasi mucocutanea cronica (CMC): gruppo eterogeneo di infezioni di Candida superficiali, croniche e resistenti alla terapia che colpiscono cute, unghie e orofaringe. Si manifesta in soggetti con deficienze delle cellule T. Candidasi disseminata: si diffonde per via ematica coinvolgendo diversi organi. Si verifica in pazienti neutropenici, immunodepressi trapiantati e con AIDS (infezioni gravi dell’orofaringe e del tratto gastrointestinale). Diagnosi: Le cellule di Candida su terreno di coltura produce colonie opache, pastose e color crema. E’ necessario identificare le specie di tutti i lieviti coltivati dai campioni (sangue, liquor, biopsie). Per identificare C. albicans si impiega il test di filamentazione, in quanto le blastospore di C. albicans producono ife se sospese in siero ed incubate a 37°C. Si effettuano inoltre altri test biochimici e di fermentazione degli zuccheri. Terapia: Infezioni sistemiche: amfotericina B e 5-fluorocitosina; ketoconazolo e fluconazolo somministrati per via orale. La nistatina è applicata come crema, docce vaginali o somministrata per via orale. Aspergillosi Le varie specie di Aspergillus causano un ampio spettro di manifestazioni cliniche e l’aspergillosi viene contratta da sorgenti esogene Morfologia: Sono identificati in coltura in base alle loro caratteristiche morfologiche, alle modalità di sviluppo dei conidiofori ed al colore dei conidi. Sono comuni nell’ambiente, le specie A. fumigatus e A. flavus sono quelle più frequentemente associate a malattia invasiva. Sindromi cliniche: Il soggetto sano non è soggetto ad aspergillosi sistemica, è un infezione puramente opportunistica ed il tipo di malattia dipende dallo stato immunitario e fisiologico, locale e generale dell’ospite. L’Aspergillosi allergica si presenta inizialmente come un processo benigno che può diventare grave con l’avanzare dell’età del paziente. Nella Colonizzazione secondaria può essere presente una situazione cronica con sintomatologia lieve, ma si possono verificare modificazioni patologiche del polmone che portano alla formazione dell’aspergilloma. Questo è una massa sferica di elementi ifali settati e ramificati, visibili anche radiologicamente. L’Aspergillosi sistemica è una malattia grave, rapidamente fatale se non diagnosticata precocemente e trattata aggressivamente. Nell’immunocompromesso il microrganismo diffonde dalla sede primitiva ai tessuti circostanti, ed all’interno dei vasi ematici le ife causano emorragie. Diagnosi: La diagnosi di aspergillosi invasiva è valida quando si osservano nei campioni clinici ife settate che si diramano ad intervalli regolari. Polmonite da Pneumocystis carinii Questa malattia è associata ad una serie di condizioni debilitanti come l’età avanzata, immunosoppressione e AIDS, inoltre si osserva nei prematuri e nei bambini malnutriti. E’ un opportunista ubiquitario. La trasmissione avviene attraverso l’inalazione di goccioline ed un contatto stretto. E’ presente in molti soggetti asintomatici e la malattia sintomatica si sviluppa quando è presente uno squilibrio o una malattia debilitante, probabilmente perché si riattiva un’infezione latente o uno stato di portatore cronico. Morfologia: Nei campioni clinici è possibile osservare la forma trofica di questo microrganismo, come una sporocisti mononucleata, o come una cisti matura con 8 spore sferiche o ovali. Dopo la rottura dell’involucro della cisti le spore vengono rilasciate e rimane la parete della cisti come struttura collassata. Sindromi cliniche: L’infezione si verifica in età precoce ed il fungo è molto comune nell’ambiente. Nei soggetti sani sono frequenti le infezioni subcliniche ed il microrganismo può rimanere latente a lungo.Il segno tipico dell’infezione è la polmonite interstiziale con infiltrati plasmacellulari. La radiografia del torace mostra infiltrati che danno al polmone l’aspetto di vetro smerigliato. Il decesso del paziente avviene per asfissia. AGENTI ANTIFUNGINI Nella terapia delle infezioni fungine si deve tenere conto di: Agente eziologico Tessuti colpiti Stato immunitario del paziente Per le infezioni superficiali che sono causate da funghi che crescono sugli strati più esterni della cute e peli: agenti antifungini per uso topico e buona igiene personale. Per le infezioni cutanee causate da tinee e dermatofiti che infettano i tessuti cheratinizzati dell’epidermide, peli e unghie: farmaci per uso topico e terapia sistemica in caso di diffuso coinvolgimento della cute. Per le infezioni sottocutanee è necessario tenere conto dell’agente eziologico: per la sporotricosi il trattamento è una soluzione satura di ioduro di potassio; per la cromoblastomicosi alte dosi di 5-fluorocitosina per via orale. I farmaci usati per la terapia delle infezioni fungine sistemiche appartengono a 3 classi: • polieni, agiscono sulle membrane citoplasmatiche • derivati azoici, inibiscono la sintesi dell’ergosterolo • 5-fluorocitosina che interferisce con la sintesi di DNA e RNA. POLIENI Sono metabolici secondari prodotti da varie specie di Streptomyces. Sono macrolidi lattonici ciclici. Il meccanismo d’azione si basa sulla loro capacità di legarsi agli steroli delle membrane citoplasmatiche delle cellule sensibili (funghi-ergosterolo; mammiferi-colesterolo; piante-sitosterolo; protozoi-ergosterolo). Questo è però la causa della loro tossicità. Amfotericina B: è l’unico poliene clinicamente utile, è selettivo perché si lega in modo preferenziale alle membrane contenenti ergosterolo. Le molecole di farmaco si orientano parallelamente alle catene laterali dei fosfolipidi di membrana dando origine ad un canale di forma cilindrica. I poricosì formati aumentano la permeabilità di membrana facendo penetrare ioni nella cellula portandola alla morte. Inoltre questo farmaco è dotato di attività immunomodulanti. Nistatina: è un analogo strutturale dell’amfotericina B, ha lo stesso meccanismo di azione e viene utilizzato per trattamento topico. DERIVATI AZOLICI Hanno ampio spettro di attività verso funghi ed alcuni batteri Gram-positivi. Sono fungistatici ed agiscono inibendo la sintesi dell’ergosterolo. Si dividono in due gruppi caratterizzati da anelli azoici a 5 atomi con un gruppo metile. Gli IMIDAZOLI hanno due atomi di azoto nell’anello (clotrimazolo, miconazolo, chetoconazolo), i TRIAZOLI hanno tre atomi di azoto nell’anello (fluconazolo). Analoghi nucleosidici La 5-fluorocitosina è una pirimidina fluorurata con ristretto spettro d’azione; è impiegata per via orale nelle infezioni sistemiche causate da Candida, Aspergillus, Cryptococcus. Essa viene deamminata a 5-fluorouracile che è poi convertito o ad acido 5-fluorourodilico monofosfato che inibisce la sintesi di RNA o a 5-fluorodeossiuridinamonofosfato che inibisce la sintesi di DNA. Antifungini per le micosi da dermatofiti • Griseofulvina: somministrato per via orale, è un derivato del Penicillum griseofulvum. Interagisce con la tubulina durante la mitosi. E’ attiva verso i dermatofiti, ma non nei confronti della Candida albicans. • Allilamine:-naftifine, uso topico, -terbinafina, via orale. Inibiscono la sintesi di ergosterolo. Sono attivi verso i funghi filamentosi e dimorfici ed inattivi verso i lieviti. •Tiocarbamati (tolnaftato e tolciclato): inibiscono la sintesi di ergosterolo nei dermatofiti, meno attivi verso i lieviti. Uso topico. • Amorolfina: attiva contro i dermatofiti e modesta attività verso i lieviti, attività variabile nei confronti dei funghi filamentosi. Interferisce nella via biosintetica dell’ergosterolo.