IPERDOTAZIONE MENTALE Rosa Angela Fabio Lezioni a.a.: 2008-2009 Università degli Studi di Messina 1 intelligenza acquisire conoscenze e transferizzarle comprendere il mondo circostante e adattarsi ai suoi cambiamenti capacità di pensare in modo astratto comprensione, l'invenzione, la direzione capacità di adattarsi per raggiungere degli scopi e la capacità di autocritica ciò che è misurato dai test di intelligenza INTELLIGENZA Le rappresentazioni della gente delle teorie ingenue dell’intelligenza inducono a pensare che si tratti di una unica abilità I primi studiosi andarono in questa direzione 22/12/2015 4 Le origini dei test di intelligenza Wundt - Lipsia - 1879 Primo laboratorio di psicologia sperimentale. Usa il metodo psicofisico per individuare leggi generali del funzionamento della mente. Galton - Londra - 1884 Laboratorio relazione le genitori e componente individuali. antropometrico. Mette in prestazioni e le misure di figli per individuare la ereditaria delle differenze Cattell Studente di Wundt a Lipsia, era interessato, al contrario del suo maestro, alla variabilità osservata tra soggetti che egli dimostrò essere abbastanza stabile. Nel 1890 definisce Mental Test le prove che ha costruito per studiare le differenze interindividuali. Variabilità Errore sistematico Errore casuale ereditario Errore sistematico interindividuale Binet e il modello metrico di intelligenza Il primo test nato per valutare le differenze tra bambini normali e con ritardo conteneva circa 30 item di comprensione e ragionamento. Prima versione 1904, revisioni nel 1908 e 1911. Per la prima volta si studiano direttamente le capacità complesse e non le abilità percettive di base. 1916. Viene pubblicata la versione americana Stanford-Binet da parte di Terman. 1966 Revisione della Binet-Simon in Francia ad opera di René Zazzo. La tecnica di Binet Tecnica dei “gruppi contrapposti”: si prendono due campioni considerati “estremi” per una certa abilità e, una volta somministrata una serie di prove, si individuano quelle prove che maggiormente mettono in evidenza la differenza tra i due gruppi considerati. Binet aveva a disposizione bambini normali e bambini con ritardo L’età mentale Età mentale. Consiste in una stima dell’età cronologica che un certo soggetto dovrebbe avere sulla base del confronto della sua prestazione con quella di un campione rappresentativo di individui di diverse classi di età. Ad esempio un bambino di otto anni ha una età mentale di 10 nel senso che risolve compiti che sono risolti usualmente da bambini di 10 anni (e non di otto). Nella scala del 1908 ci sono 50 item, 4-5 item per ogni anno successivo di età tra i 3 e i 15 anni. Esempio: Ricordare una lista di cifre. 2 cifre: due anni mentali 3 cifre: tre anni mentali 5 cifre: otto anni mentali 7 cifre: 15 anni mentali Il QI di rapporto Nel 1912 William Stern, sulla base della scala dei due autori francesi enunciò la nozione di Quoziente intellettivo. QI = Età mentale Età cronologica X 100 Esprime la rapidità di sviluppo, oppure più genericamente il vantaggio o lo svantaggio che un certo bambino mostra rispetto alla media dei suoi coetanei. Esempi: età ment. 12, età cron. 10; (12/10)*100=120 età ment. 10, età cron. 12; (10/12)*100=83 55 70 85 100 115 130 Binet-Simon: conclusioni Vantaggi della “scala metrica di intelligenza”. 1) cerca di valutare i processi mentali complessi invece dei soli processi sensoriali. 2) ordina la difficoltà di una serie di item (complessità cognitiva) in base all’età in cui gli item vengono normalmente risolti. 3) ordina di conseguenza anche gli individui sulla base della loro età mentale: sotto la norma, sopra la norma e nella norma. 4) fornisce un punteggio univoco che esprime il grado di sviluppo in termini di rapporto tra età mentale e età cronologica: Il QI. Spearman (1923) e il fattore generale di intelligenza Spearman fa riferimento a due nozioni: il coefficiente di correlazione e l’analisi fattoriale. Coefficiente di correlazione. Indice del grado di relazione tra due variabili o tra due misure entrambe registrate sullo stesso campione di individui. L’indice varia da –1 (perfetta correlazione negativa) a +1 (perfetta correlazione positiva) con zero che significa assenza di relazione. Analisi fattoriale. Tecnica multivariata (che prende in esame più variabili insieme) di analisi dei dati che consente, partendo dalle intercorrelazioni tra le variabili considerate, di individuare fattori comuni non direttamente misurabili ma che sono spiegati dalle parti comuni delle variabili osservate. In questo modo è possibile ridurre le dimensioni in gioco perché le variabili tendono ad assemblarsi in fattori numericamente inferiori. Il fattore g Spearman : primo metodo di analisi fattoriale in una serie di correlazioni ottenute da un campione di soggetti in diverse prove: voti scolastici, semplici test, valutazioni dell’intelligenza fornite dai professori. fattore generale comune a tutti i tipi di variabili possedute, il fattore g più una serie di altri fattori specifici per i diversi items Spearman considerava il suo fattore g come una sorta di “energia mentale”. G forti correlazioni con : la capacità di fare inferenze e di generalizzare o associare. Thurstone e le abilità primarie Lo sviluppo delle tecniche di analisi fattoriale, mise ben presto in dubbio il modello ad un solo fattore espresso da Spearman. In Particolare Thurstone negli anni trenta individuò per mezzo di questa tecnica statistica una serie di abilità separate che egli defini “abilità primarie”: 1) comprensione verbale (V), 2) fluidità verbale (W), 3) abilità numerica (N), 4) abilità inferenziale (I), 5) abilità spaziale (S), 6) velocità percettiva (P), 7) memoria (M). Allora l’intelligenza è unidimensionale o multidimensionale? I cinque fattori di Horn e Cattell nel 1966 Horn e Cattell hanno distinto cinque fattori di secondo ordine. 1) intelligenza cristallizzata (gc), si fonda sulle conoscenze acquisite e organizzate in memoria, 2) intelligenza fluida (gf), si fonda sulle capacità che non si basano sulle conoscenze a priori, ma sulla capacità di ragionamento, 3) fattore generale di intelligenza visuo-spaziale (gv), 4) un fattore generale di creatività, entra in gioco quando è necessario scoprire delle soluzioni nuove e originali, 5) un fattore generale di velocità di reazione. Qualora si sottoponessero ad analisi fattoriale i cinque fattori si potrebbe trovare un “fattore di terzo ordine” che raggruppa tutte le prove insieme. Spearman e Thurstone avevano entrambi ragione e torto insieme. 2. IL PARALLELEPIPEDO FATTORIALE Guilford (1967), le capacità mentali sono ordinate in tre assi: OPERAZIONI: operazioni di base che la mente compie con i dati input CONTENUTI: natura delle informazioni ricevute: PRODOTTI: risultato dell’applicazione dell’operazione a un contenuto: 120 fattori Da 1 a 120! Gardner Anche Gardner (1987), come i fattorialisti, mette in discussione la concezione dell’intelligenza come unitaria e sostiene al contrario, l’esistenza di competenze specifiche e autonome L’intelligenza è determinata da una diversa base biologica e da differenze psicologiche relative al tipo di studi che vengono elaborati, al modo in cui si elaborano, alle strategie e alle caratteristiche del soggetto. 7 forme di intelligenza: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporea, intrapersonale e interpersonale, di recente anche: naturalistica e spirituale SVILUPPO DELLA MENTE: L’aspetto sintattico dell’uso dei simboli è vincolato a un settore specifico, ogni traiettoria sintattica non ha rapporti con le altre (corrente di sviluppo). La mente infantile non è percorsa solo da correnti e canali, ma da ONDE:crescita generale della mente trasversale ai vari domini. Sternberg le componenti sono unità elementari di trattamento dell’informazione che compiono una singola operazione mentale, sono su 3 livelli: METACOMPONENTI: pianificazione, controllo e organizzazione del pensiero COMPONENTI DI ESECUZIONE: operazioni di confronto e inferenza, permettono di realizzare quanto stabilito dalle metacomponenti ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE: selezione di elementi nuovi, codifica, confronto e inferenza , acquisizione e soluzione di problemi nuovi CIRCOLO VIRTUOSO Riassunto Le componenti entrano in funzione quando l’individuo deve risolvere problemi: a) adattamento all’ambiente attraverso la modificazione di sé b) modellamento dell’ambiente esterno 1. 2. 3. 4. Esiste un fattore G Abilità fluide e cristallizzate La prova dell’intelligenza lessicale costituiscono le prove più correlate con l’intelligenza Rendimento scolastico e intelligenza Sternberg (2002): la successfull intelligence La S.I. è l’insieme delle abilità che consentono di raggiungere il successo nella vita: Abilità accademiche (analisi) Abilità creative Abilità pratiche La S.I. è fondata sulla teoria componenziale è soggettiva è insegnabile L’INTELLIGENZA POTENZIALE DEFINIZIONE: “Capacità di adattamento” allora: Abilità di apprendere e transferizzare Modificabilità cognitiva MISURE STATICHE: Conoscenze e capacità del soggetto in un dato momento Livello di sviluppo attuale (punto di partenza) MISURE DINAMICHE: Abilità del soggetto di usufruire di suggerimenti e degli aiuti dati da istruzioni esterne Area dello sviluppo potenziale (modificabilità) L’INTELLIGENZA POTENZIALE Vygotskij: la zona di sviluppo prossimale dello sviluppo si riferisce alla distanza fra il livello di performance che un bambino può raggiungere senza aiuto e il livello che può raggiungere quando è guidato da una persona più esperta Zona di sviluppo prossimale Livello raggiunto attraverso l’aiuto Livello di performance (senza aiuto) 2 bambini hanno EM=8. Cosa sappiamo del loro sviluppo? QI = l’inizio della misura e non la fine e diamo loro dei nuovi problemi, essi saranno capaci di trattarli al di sopra del loro livello iniziale. B1 EM=9 (9-8) e (12-8) B2 EM=12 zona dello sviluppo prossimale "…è la distanza fra il livello attuale di sviluppo, determinato da problem solving indipendenti e il livello di sviluppo potenziale determinato da problem solving raggiunti attraverso la guida di un adulto (Vytgoskij, 1978, pp. 85-86). Luria (1961) ha affermato che l’approccio dell'intelligenza dinamica ed interattiva prevede che esaminatore ed esaminato interagiscano attivamente. Il fatto che un bambino abbia avuto più o meno successo in un compito ci dice qualcosa circa il suo sviluppo intellettivo? Secondo Luria sarebbe più opportuno esaminare diversamente il bambino rigettando il principio statico dell'assessment in favore di un'analisi in cui si confronta lo stato attuale con ciò che lui può raggiungere con l'aiuto di un adulto. Budoff la procedura è di tipo "test-train-test" per le misure di assessment. punteggi del pretest = funzionamento delle abilità presenti nel soggetto I punteggi di post test invece sono misure composite che riflettono: 1) il livello iniziale di competenza, 2) un effetto dovuto alla pratica, 3) l'effetto dovuto ad un training specifico. PRETEST INTERVENTO POST TEST Budoff ha identificato tre gruppi di soggetti: chi si avvantaggia molto del training, "guadagnatore", chi non beneficia del training, "non guadagnatore" chi esegue correttamente il pretest, "alti punteggi prima del training" Secondo Brown e Ferrara (1985): 1. Budoff è troppo concentrato sul prodotto e non sul processo sottostante 2. i risultati sono difficili da comparare perché non si può spiegare ad esempio quale può essere la differenza fra un soggetto che aveva eseguito 0 items al pretest e 5 al post test e un soggetto che ne aveva eseguito 4 al pretest e 5 al post test. Budoff ha trovato che i guadagnatori e coloro che hanno punteggi alti provengono da varie classi sociali e non solo Feuerstein Interiorizzazione: attraverso la relazione con l'adulto che guida l'attività di problem solving e struttura le sue capacità di apprendimento, il bambino diventa in grado di adottare le abilità di strutturazione e di regolazione da solo Per esaminare questa teoria è utile prendere in considerazione due pacchetti di assessment: LPAD PAS Differenze a) i test tradizionali misurano un prodotto (il livello di abilità di un individuo), mentre l’assessment dinamico si focalizza sulla modificabilità cognitiva. b) la graduazione delle difficoltà delle prove è diversa nei due tipi di test c) è diversa anche la situazione di test d) un’ulteriore differenza riguarda l’interpretazione dei risultati Luboskii, Rozanova e Egorova Le misure dinamiche sono sensibili alle differenze fra bambini temporaneamente ritardati (svantaggiati) e bambini con ritardo mentale. I bambini svantaggiati necessitano di meno aiuti ed arrivano prima alla soluzione, transferizzano inoltre più velocemente i loro apprendimenti. Secondo Brown e Ferrara (1985) I sovietici enfatizzano il ruolo degli aiuti graduati, ma per far ciò è necessaria una implicita teoria dell'analisi del compito di transfer. L'esame della zona dello sviluppo prossimale richiede una dettagliata task analysis di di compiti cognitivi e delle possibili prove di transfer. Senza queste informazioni è impossibile costruire tale modello. Brown, Ferrara, Campione, Bryant. La questione iniziale: gli indici della zona prossimale dello sviluppo si correlano ai QI tradizionali? Se vi fosse questa correlazione, allora entrambe le misure QI e ZPD possono portare a una teoria dell'intelligenza che viene definita come velocità nell'apprendimento e efficienza nel transfer. Ferrara et al. (1983) hanno sviluppato uno strumento per la stima della zona prossimale dello sviluppo. In tutte le sessioni dell'esperimento i soggetti lavoravano su problemi di completamento di serie di lettere, che erano rappresentate in diversi modelli. Ciascun modello implicava una o più delle seguenti relazioni alfabetiche: "I" Identita': ripetizione di una lettera "N" Vicinanza: lettere in ordine alfabetico "B" Vicinanza inversa: lettere in ordine alfabetico inverso Il compito del soggetto era quello di individuare le relazioni alfabetiche e la periodicità di ogni modello proposto e di usarle per completarlo. Da questi studi sono emersi diversi profili. Una questione importante da esaminare è se i profili derivati dallo studio con le serie di lettere sono stabili in diversi compiti. È stata analizzata la performance dei bambini sia nelle matrici di Raven sia con le serie di lettere, entrambi i compiti sono di ragionamento induttivi e probabilmente condividono la stessa struttura. La capacità di apprendimento era correlata nei diversi compiti e contesti. La performance di transfer era invece più specifica al compito Le conclusioni a cui arrivano questi studiosi sono che le misure di ZPD e QI sono correlate, ma forniscono insieme una migliore diagnosi di ciò che vuol dire avere un basso QI. Criteri di costruzione di un test dinamico L'approccio di un assessment dinamico richiede, come abbiamo visto prima con Feuerstein, cambiamenti in ognuna delle seguenti aree: La struttura del test; La situazione di esame; L'orientamento del test; Task analysis ben costruita CONCETTO BASE TRANSFER VICINO (semplice e simile) TRANSFER TRANSFER INTERMEDIO LONTANO (complesso e diverso) Critiche e … difese Limitazioni dei test standardizzati nel fornire informazioni educativamente rilevanti durante l’assessment Inadeguatezza tecnica degli strumenti e l'inesperienza professionale nella loro somministrazione Inadeguatezza degli strumenti standardizzati per l'assessment dei soggetti la cui cultura è diversa da quella del gruppo standard Critiche e … difese Circolarità Classificazione e dell'etichettamento (svantaggiati sociali) Misura dell'adattabilità umana Prodotto o processo? Critiche e … difese (Kline,1991): Circolarità se ok, i test di intelligenza non dovrebbero essere correlati con altri test; qualsiasi cosa misurino i test di intelligenza ciò non è peculiare solo ai test stessi. Correlazioni con i criteri educativi essi predicono la performance anche nei soggetti di cui gli esaminatori non sanno nulla. Ereditarietà dell'intelligenza il 65% della varianza della popolazione nell'intelligenza è attribuita a fattori genetici. Il predittore migliore dei punteggi sembra essere il Q.I. dei genitori indipendentemente dal fatto che i figli 1. Gli iperdotati mentali e i geni – alla ricerca di una definizione 2. Geni si nasce o si diventa? Modelli e spiegazioni causali 3. Una classe speciale: gli iperdotati con basse prestazioni 4. La realizzazione del potenziale 5. Tecniche operative per insegnanti, genitori, educatori e psicologi 1. Gli iperdotati mentali e i geni – alla ricerca di una definizione Determinazione del Quoziente Intellettivo (QI), risultante del rapporto tra l’età mentale e l’età cronologica del soggetto: QI = (età mentale/età cronologica)*100 Gli iperdotati non sono un gruppo omogeneo, né in termini di stile di apprendimento, creatività, velocità di sviluppo, personalità, né di comportamento sociale. Esistono quasi 100 definizioni di “dotazione”, la maggior parte delle quali si riferisce alla precocità dei bambini, sia nei costrutti psicologici, che nell’intelligenza e nella creatività, ma talvolta in termini di buoni voti nelle materie scolastiche (Hany, 1993). Q.I. QI da 130 a 140-145 Iperdotaz. mentale moderata QI da 140-145 a 155-160 Iperdotaz. mentale elevata QI oltre 155-160 Iperdotaz. mentale elevatissima I soggetti iperdotati mentali Sono soggetti il cui QI è pari o superiore a 130 e statisticamente si collocano all’estremo destro della curva normale (CIRCA IL 2%) frequenza Q.I. QI da 130 a 140-145 Iperdotaz. mentale moderata QI da 140-145 a 155-160 Iperdotaz. mentale elevata QI oltre 155-160 Iperdotaz. mentale elevatissima e mostrano abilità intellettive eccezionali, un elevato interesse in un gran numero di attività o in un campo specifico Caratteristiche di un soggetto iperdotato mentale. Mostra abilità superiori nel ragionamento, nella generalizzazione e nella soluzione di problemi; Evidenzia una perenne curiosità intellettuale che comprende anche questioni di tipo filosofico e sociale; possiede una vasta gamma di interessi e sviluppa uno o più interessi con una profondità considerevole; produce lavori scritti di livello superiore e possiede un ricco vocabolario; legge continuamente con il desiderio di imparare sempre di più; apprende concetti matematici e scientifici velocemente; caratteristiche possiede una maggiore sensibilità sia emotiva che fisica; presenta una grande capacità creativa nelle arti unita ad una notevole espressione dell’immaginazione; riesce a mantenere per lunghi periodi di tempo un elevato livello di concentrazione su argomenti o attività di interesse; evidenzia spirito di iniziativa, originalità e flessibilità di pensiero e considera i problemi da differenti punti di vista; è perfezionista; presenta una facilità di socializzazione e un’abilità a comunicare con gli adulti in maniera matura; Si entusiasma per le sfide di intelligenza e mostrare un evidente e sottile senso dell’umorismo (Fabio, 2002) Pregiudizi Il bambino iperdotato non necessita di particolari attenzioni, ma deve essere trattato come gli altri bambini, essere inserito in una classe di coetanei e fare tutto ciò che fanno loro. Bisogna evitare che il bambino iperdotato si costruisca un immagine di sé come soggetto intellettivamente superiore per evitare lo sviluppo di una personalità narcisistica. Non bisogna sovraccaricare il bambino anche se mostra di essere più intelligente dei suoi coetanei Il bambino molto brillante non ha bisogno di aiuto. Caratteristiche dei soggetti iperdotati Abilità non comuni e degli interessi eccezionali che manifestano in una particolare area già nella prima infanzia. Spesso sono bambini che imparano a leggere molto presto, affascinati dai numeri o con una memoria eccezionale per la musica. In realtà molti di questi bambini non diventeranno soggetti eccezionali in età adulta per: sostegno inadeguato Esaurimento di energie Elevate prestazioni nel loro campo CARATTERISTICHE DI PERSONALITA’ La ricerca della solitudine La non convenzionalità La resistenza al duro lavoro Un’inesauribile energia 2. Geni si nasce o si diventa? Modelli e spiegazioni causali L’importanza del contesto nella definizione di iperdotazione mentale Riconoscimento non ambiguo di realizzazioni di eccellenza da parte di un individuo all’interno di un contesto specifico (Plucker & Barab, 2002). Creatività = interazione tra le attitudini, i processi cognitivi e l’influenza esercitata dall’ambiente di vita sul singolo soggetto o su un gruppo di individui. Teorie sull’iperdotazione mentale Lo studioso americano Terman (1921) diede avvio ad uno studio longitudinale su un gruppo di soggetti di età media compresa tra 8 e 12 anni che possedevano un QI di almeno 135. Terman: QI in età infantile si prestazioni in età adulta I dati raccolti nel tempo dallo studioso smentirono la sua ipotesi iniziale Alla base dei modelli teorici socioculturali sviluppati in seguito, e ancora oggi maggiormente apprezzati, vi è il presupposto che intervengano anche fattori di tipo non cognitivo, come l’impegno e la motivazione da parte del soggetto. Teorie gerarchiche e psicometriche delle abilità cognitive Cattell-Horn intelligenza generale = intelligenza fluida (gf) e l’intelligenza cristallizzata (gc) La teoria dei tre strati di Carroll: il fattore g nel punto più alto (Strato III) otto abilità generali: intelligenza fluida, intelligenza cristallizzata, memoria generale e apprendimento, ampia percezione visiva, ampia percezione uditiva, ampia abilità di recupero, ampia velocità cognitiva, e velocità di elaborazione (strato II). abilità altamente specifiche e riflette capacità altamente specializzate (strato I) La teoria dei tre anelli di Renzulli (2005) L’autore definisce due diverse tipologie di iperdotazione: l’iperdotazione in ambito scolastico (schoolhouse giftedness) l’iperdotazione produttivo-creativa (creative-productive giftedness), entrambe considerate importanti e non di rado tra loro interagenti. il rendimento scolastico rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente ai fini della produzione creativa. Il modello tripolare di Mönks tre fattori interdipendenti: l’alto potenziale cognitivo, la creatività e la motivazione Il modello di Monaco La Teoria delle Intelligenze multiple di Gardner Gardner: i.“potenziale biofisico che permette ad un individuo di risolvere problemi o prodotti che sono la conseguenza di una particolare impostazione culturale” le intelligenze linguistica e logico-matematica; le intelligenze spaziale, musicale, e corporeo- cinestesica le intelligenze interpersonale e intrapersonale l’intelligenza naturalistica. concezione di iperdotazione in ambito specifico. Il modello di iperdotazione WICS di Sternberg Nell’identificazione dei soggetti dotati i tre fattori che Sternberg nel suo modello WICS (Wisdom, Intelligence, Creativity, Synthesized): intelligenza, creatività e saggezza componenti che devono essere sintetizzate affinché possa realizzarsi l’iperdotazione (Sternberg, 2003). + energia e motivazione 3. Come misurare la genialità: potenzialità e limiti dei test Difficoltà: 1. l’iperdotazione è pervasiva o settoriale? 2. Continuum dell’intelligenza. Cut off? 3. discriminazioni in base alla razza, al genere, alla classe e alla cultura dei soggetti 4. i test psicometrici misurano l’intelligenza astratta 5. la creatività può essere misurata da un test a risposte fisse? 6. il problema della misura dell'adattabilità umana 7. misurano soltanto “ciò che è misurato dai test di intelligenza” 8. immodificabile? 9. correlazione fra QI e rendimento universitario è di 0.2 A difesa… Kline (1991) i test di intelligenza correlano positivamente con la maggior parte delle abilità e con un'ampia varietà di criteri della vita reale Sono buoni predittori della performance educativa a tutte le età; infatti essi predicono la performance anche nei soggetti di cui gli esaminatori non sanno nulla. correlazione QI con i successi occupazionali = 0.3. La difficoltà è la misura del successo occupazionale Il predittore migliore dei punteggi sembra essere il Q.I. dei genitori indipendentemente dal fatto che i figli siano cresciuti insieme a loro I problemi nell’identificazione della genialità (Babaeva & Voiskounsky, 2000) metodologia di analisi fattoriale (letto di Procuste) le misure psicometriche sono statiche, mentre le abilità intellettive si possono sviluppare in modo diverso in rapporto al tempo: ci sono bambini prodigio e bambini che sviluppano più tardi le capacità. Nella dinamica del tempo ci possono essere cambiamenti nell’iperdotazione (nel QI) anche di 50 punti (Bradway & Robinson, 1961) una differenziazione precoce contraddice i valori democratici I primi passi degli approcci dinamici allo studio dell’iperdotazione sono iniziati ancora in Russia con Vygotsky (1962; 1978) Vygotsky: un alto indice di sviluppo intellettivo non necessariamente è un indice di iperdotazione perchè sono possibili risultati straordinari anche con livelli medi di abilità cognitive (+ motivazione ed emozione) Restringiamo ancora di più il focus iperdotazione con sottorendimento la prestazione scolastica è significativamente al di sotto di quanto previsto sulla base dell’età, del livello di istruzione e del potenziale intellettivo documentato come iperdotato. Gap significativo tra abilità o “potenziale” (QI > 130) e performance o “rendimento” (basse votazioni scolastiche, comportamento disturbante). Inoltre… la situazione di sottorendimento deve: • perdurare per un lungo periodo • non essere ascrivibile a difficoltà di apprendimento Sottorendimento: continuum che va dal lieve, al medio, al grave bassa autostima; concetto di sé non realistico; scarsa comunicatività, tendenza a tirarsi indietro, evitare rischi, sentirsi senza forze; tendenza alla passività – a fare solo il necessario per “andare avanti”; aggressività, ostilità, essere sulla difensiva, ribellione rifiuto dell’autorità; dare la colpa dei problemi agli altri o al destino; non essere a proprio agio o costruttivi all’interno di un gruppo; mancanza di relazioni sociali intime; inflessibilità, blocco (basso livello di creatività); fattori carattere personale ambiente scolastico clima familiare Instabilità emotiva Aggressività Tendenza ad isolarsi Bassa autostima Scarsa motivazione e costanza Tendenza ad annoiarsi Alta distraibilità Rifiuto dell’autorità Voti bassi stile educativo non rinforzante poca fiducia nei figli. mancanza stile di vita positivo, sano, o Situazione familiare instabile, poco pr Possibili spiegazioni del sottorendimento 1) Eccessiva sensibilità verso gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, eccesso di energia psico- motoria che trova sfogo in: • Movimento incessante • Loquacità esagerata Queste manifestazioni rendono l’iperdotazione simile a ADHD ; possibile errore nella diagnosi. 2) Mancanza di interesse verso un percorso scolastico ritenuto poco stimolante: • I ragazzi non si impegnano in compiti ritenuti “troppo facili” • Si distraggono cercando di dare risposte ai tanti quesiti che la grande curiosità suggerisce. Fattori sociali nella determinazione del sottorendimento 1. Si attribuiscono troppo in fretta handicap mentali, fisici o emozionali ai soggetti sottorendimento 2. I bambini sviluppano bassa autostima, sottoutilizzano o utilizzano in modo sbagliato le loro abilità 3. La società può essere costretta ad accogliere criminali molto brillanti. Cause: mancanza di motivazione: stili di apprendimento incompatibili con i metodi di istruzione tradizionali conflitti di valori contesto socioeconomico basso spesso è incapace di fornire stimoli che sviluppino abilità di pensiero elevate. Pensiamo ad problemi di salute cronici Comportamenti associati all’ADHD Comportamenti associati (Barkley, 1990) all’iperdotazione (Webb, 1993) 1. Attenzione poco sostenuta nella 1. Poca attenzione, noia, sogni ad maggior parte delle situazioni occhi aperti in situazioni specifiche 2. Diminuita persistenza sui compiti 2. Poca tolleranza per persistenza sui che non hanno conseguenze immediate compiti che appaiono irrilevanti 3. Impulsività, ritardo di gratificazione 3. Capacità di giudizio sfasata rispetto allo sviluppo intellettivo 4. Ridotta rispondenza ai comandi volti 4. Intensità potrebbe portare a lotte di a regolare o inibire comportamenti in potere con le autorità contesti sociali 5. Più attivi e irrequieti rispetto ai 5. Elevato livello di attività; bambini normali potrebbero aver bisogno di meno sonno 6. Difficoltà nel rispondere a regole e 6. Mettere in discussione regole, regolamenti costumi e tradizioni Ricerca sperimentale Fabio, Guerra (2008) Obiettivi della ricerca Indagare le principali caratteristiche di personalità dei soggetti iperdotati mentali istituendo un confronto tra che ottengono buoni risultati a scuola •Soggetti iperdotati che presentano basso rendimento scolastico •Soggetti normodotati con rendimento nella media La ricerca empirica: Gli strumenti (I) Matrici progressive di Raven, per la misurazione del Q.I. La ricerca empirica: Gli strumenti (II) Scala SDAI: per l’individuazione di comportamenti di disattenzione ed iperattività. 18 items corrispondenti ai sintomi riportati nel DMD-IV. es.: Incontra difficoltà a dirigere l'attenzione sui dettagli o compie errori di negligenza. Spesso si agita con le mani o con i piedi o si dimena sulla seggiola. Scala SCOD: per l’individuazione di comportamenti dirompenti. 17 items relativi ad aggressività e difficoltà d’apprendimento. es.: Si rifiuta deliberatamente di seguire le regole dettate dagli adulti. Legge in modo lento e commette numerosi errori di decodifica. Questionario di valutazione del Curriculum scolastico 2 items relativi a materie scientifiche ed umanistiche. La ricerca empirica: Gli strumenti (III) Big Five Questionnaire for Children Eterovalutazione 65 items relativi alle cinque aree della personalità. Questionario compilato dalle insegnanti con scala di valutazione a cinque punti (da “quasi mai” a “quasi sempre”) es.: Pensa che le altre persone siano buone e oneste. Fa amicizia facilmente. La ricerca empirica: La teoria dei Big Five Aree della personalità Comportamenti e manifestazioni correlate Energia Socievolezza, loquacità, assertività, livello di attività, dinamismo. Amicalità Altruismo, prendersi cura, dare supporto, capacità di cooperare, fiducia. Coscienziosità Capacità di autoregolazione, precisione, accuratezza, scrupolosità, tenacia, perseveranza. Instabilità Emotiva Incapacità di controllare le reazioni emotive, instabilità di umore, presenza di affetti negativi, incapacità di controllare la rabbia e l'irritazione. Apertura mentale Apertura alla novità, ampi interessi culturali, originalità, creatività. La ricerca empirica: Metodologia (I) Iperdotati sotto rendimento 486 soggetti Iperdotati rendimento adeguato Matrici di Raven Iperdotati mentali Q.I. ≥ 136,2 Valutazione curricolare Scala SCOD 18 soggetti + 18 di controllo Scala SDAI Campione di controllo La ricerca empirica: Metodologia (II) Iperdotati sotto – rendimento (7 soggetti) Campione di Iperdotati rendimento controllo adeguato (11 soggetti) (18 soggetti) Big Five Questionnaire Children Big 5: Risultati Eterovalutazione fra Iperdotati e Controllo Eterovalutazione 60 Iperdotati 58 Controllo 56 54 52 50 48 D: -5,47% D: 7,33% D: 16,75% Big 5: Eterovalutazione split-up Sotto/normorendimento Eterovalutazione 60 58 Iperdotati sottorendimento 56 54 52 50 Iperdotati rendimento adeguato 48 46 Controllo 44 42 D:11,53%D:9,61% D: 4,61 % D: 2,41 % D: 0,82 % D: -10,55 % D: 2,97 % Conclusioni (I) Le ipotesi iniziali vengono confermate: I) esistono differenze nei tratti di personalità dei soggetti iperdotati mentali rispetto ai normodotati. iperdotati mentali + energia + coscienziosità + apertura mentale + instabilità emotiva - amicalità rispetto a normodotati Conclusioni (II) Le ipotesi iniziali vengono confermate: II) esistono differenze nei tratti di personalità all’interno del gruppo degli iperdotati mentali: Iperdotati sottorendimento - energia rispetto a iperdotati alto rendimento - coscienziosità - amicalità + instabilità emotiva = apertura mentale Per contrastare il sottorendimento due categorie di intervento Interventi di Counseling Si tenta di intervenire sulle dinamiche familiari Aiuta gli iperdotati a decidere i propri scopi A cambiare le abitudini che li bloccano verso il successo molteplicità di argomenti e materie; conoscere informazioni nuove e sfide perseguire le proprie idee e i propri interessi; utilizzare un ampio vocabolario e concetti di difficoltà sempre maggiore; essere esposti a idee il cui livello di difficoltà di apprendimento sia adatto alle sue capacità (Clark,2005), POTENZIAMENTO COGNITIVO E MODIFICABILITA’ i processi cognitivi e le strategie presenti nel patrimonio cognitivo della persona non sempre vengono utilizzati evidenziare il potenziale = scoprire la CAPACITA’ INTERNA, fornendo mediazioni tra risorse interne ed esterne (Fabio, 2003; 1999) POTENZIAMENTO COGNITIVO E MODIFICABILITA’ i processi cognitivi e le strategie presenti nel patrimonio cognitivo della persona non sempre vengono utilizzati evidenziare il potenziale = scoprire la CAPACITA’ INTERNA, fornendo mediazioni tra risorse interne ed esterne (Fabio, 2003; 1999) POTENZIARE = ‘conferire o acquisire potenza’, andare oltre le proprie potenzialità (Pazzaglia, Moè, Friso & Rizzato, 2002) RECUPERARE = riacquistare una capacità che si ritiene perduta, distrutta o inesistente 2. I PRESUPPOSTI TEORICI DEL POTENZIAMENTO La modificabilità sempre possibile La soggettività della modificabilità L’allenamento LA MODIFICABILITÀ Attraverso l’impatto di condizioni esterne, si evidenziano capacità precedentemente inesistenti Indipendentemente da • età • tipo di problema • livello di gravità (Feuernstein, 1980) Come modificare … ∞ LIVELLO C (ancora più complesso) – investimento totale di risorse LIVELLO B (più complesso) – investimento totale di risorse LIVELLO A – investimento totale di risorse Fabio, 2003 Livello C – Automatizzazione e svincolo di risorse Livello BAutomatizzazione e svincolo di risorse Livello A Automatizzazione e svincolo di risorse 3. Cosa modificare COGNIZIONI Sé EMOZIONI COMPORTAMENTI R E L A Z I O N E LA SOGGETTIVITA’ DELLA MODIFICABILITÀ Tutti gli esseri umani sono modificabili Ognuno può farlo secondo le sue potenzialità L’ALLENAMENTO COGNITIVO Rafforza ed enfatizza i processi cognitivi (Costa e Garmston, 1999) Aiuta ad utilizzare in modo migliore le abilità che già l’alunno possiede e a sviluppare nuove abilità (Quinn, 2002; Spreitzer, 1996) “Obbliga” l’allievo a divenire consapevole dei propri paradigmi e a modificarsi DOCENTE, TERAPISTA = “COACH” parte da ciò che l’alunno già possiede lo aiuta ad automatizzare processi e contenuti dell’apprendimento attraverso nuovi modelli di azione rinforza i nuovi modelli così che l’alunno diventi consapevole del loro significato conduce il ragazzo verso sistemi di logica più complessa CHE COSA POTENZIARE CONTENUTI PROCESSI I CONTENUTI I PROCESSI COGNITIVI I processi di input I processi di elaborazione I processi di output ATTENZIONE MEMORIA RAGIONAMENTO ESPRESSIONE DI QUANTO APPRESO Presupposti neuropsicologici Dogma: la fissità del cervello adulto: Per decenni si è ritenuto che il cervello avesse una struttura fissa, determinata fin dalla nascita, destinata a deteriorarsi col tempo Oggi: la neuroplasticità è permanente: il cervello ha la capacità di creare nuovi neuroni anche in età avanzata, di riprogrammare le proprie reti neurali, di superare danni provocati da traumi o malattie. Rivoluzione copernicana: la scoperta della plasticità del cervello, soggetto a continui cambiamenti indotti dalle esperienze, dalle sostanze, dai rapporti con l’ambiente. La specializzazione del cervello non è fissata una volta per tutte dai geni, ma è anche il risultato di ciò che ci accade. Il cervello si può “ammalare” in forza dell’interazione con l’ambiente Ma può avvenire anche il contrario: il pensiero e l’attività mentale possono modificare positivamente il pensiero. La meditazione buddista, la preghiera cristiana, la terapia cognitivocomportamentale possono modificare la struttura stessa del cervello. Io posso Esperimenti Pascual-Leone (2005) ha chiesto a un gruppo di volontari di eseguire un semplice esercizio al pianoforte per 2 ore al giorno per una settimana. Risultati: l’area cerebrale deputata al movimento delle dita andava colonizzando le aree contigue, cioè un quantitativo sempre maggiore di corteccia cerebrale era delegata al compito. Pascual-Leone La neuroplasticità non è solo la capacità di creare nuove sinapsi, cioè nuove connessioni fra neuroni, ma cambia la stessa funzione delle aree cerebrali. Esperimento di Jeffrey Schwartz (2005) con soggetti con pensieri ossessivi-compulsivi (12 su 18) l’attività della corteccia orbitale frontale, centro del disturbo ossessivo, si era ridotta Esperimento di Richard Davidson: studio del cervello dei monaci (la meditazione aveva reso più attivi i circuiti della felicità) Diventare promotori consapevoli e attivi del processo di cambiamento, attraverso l’allenamento. Allenamento e volontà Applicazione intenzionale The will … has the power to change the brain … by activating adaptive circuitry. How someone thinks about thoughts can effect plastic changes in the brain. 6. Tecniche operative Fattori di base: La motivazione L’accettazione incondizionata L’empatia Il rinforzo L’estinzione La punizione Lo shaping Il fading La gerarchia delle discipline La sistematicità L’automatizzazione Il transfer di generalizzazione L’astrazione L’autonomia 1. le nuove conoscenze all’interno di un preciso contesto concettuale 2. trattare un numero limitato di argomenti in maniera approfondita approccio di problem solving 3. i materiali dovrebbero essere qualitativamente molto elevati e i livelli di lettura dei brani dovrebbero rimandare a risposte complesse 4. richiedere loro l’uso di un linguaggio tecnico appropriato e non una versione semplificata dello stesso; 5. incoraggiarli a “giocare con le parole”, come ad esempio a pensare a proverbi e idiomi; 6. incoraggiarli a fare domande, stimolare i processi di problem solving, ad utilizzare il pensiero critico e creativo. A scuola… durante le ore scolastiche i bambini iperdotati dovrebbero trascorrere del tempo con i propri simili in modo da confrontarsi allo stesso livello; strutturare programmi differenziati programmare attività differenziate adatte al livello mentale dei soggetti iperdotati (ad esempio gare di scacchi o di logica) che impegnino parte del tempo trascorso a scuola; possibilità di accelerazione dei programmi e dell’istruzione su base individuale i gruppi misti di cooperazione fra iperdotati e normodotati sono molto importanti soprattutto in rapporto allo sviluppo delle abilità sociali stabilire o mantenere un’atmosfera generale che promuove l’attività di pensiero, ossia: incoraggiare a pensare; consentire l’umorismo; discutere gli argomenti in profondità essere un modello relativamente all’abilità di pensiero: mostrare le caratteristiche tipiche di un buon pensatore; condividere ciò che si pensa, progetta, decide, ecc. lavorare per rimuovere i blocchi che limitano il pensiero critico e creativo nei bambini; stimolare e porre domande che promuovono e sviluppano le abilità di pensiero: usare interrogatori divergenti; dare ai bambini il tempo per pensare prima di rispondere alle domande o durante le discussioni; essere accettati senza essere lodati; insegnare strategie e tecniche di pensiero; fare un uso formale, sia in famiglia che a scuola, delle strategie e delle tecniche del problem solving e delle procedure decisionali; aiutare i bambini a costruire sui fallimenti; aiutare i bambini a sviluppare le proprie abilità di autovalutazione; incoraggiare i bambini ad esprimere affermazioni positive circa le loro abilità di pensiero; insegnare ed essere un modello di mente aperta. E’ inoltre fondamentale che l’adulto incoraggi il bambino a riflettere sul proprio pensiero, chiedendo al bambino di pensare ad alta voce; guidare il bambino nello sviluppo di un piano di pensiero; aiutando il bambino a valutare e criticare il proprio pensiero. qual è il tuo obiettivo o il tuo scopo? quale tipo di risultato finale vuoi ottenere? che tipo di problema è questo? qual è il tuo progetto? cosa sai a proposito di …? quali parametri di riferimento utilizzerai per giudicare il tuo lavoro? quali sono stai i punti di forza e/o di debolezza del tuo ragionamento? cosa hai imparato per il futuro?