PREVENZIONE E CURA DELLE ULCERE DA PRESSIONE Ulcere da pressione Definizione: per ulcera o lesione da decubito si intende: una lesione tissutale ad evoluzione necrotica che interessa la cute,il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere,nei casi più gravi il muscolo, la cartilagine e l’osso EZIOLOGIA • una prolungata e/o eccessiva pressione,stiramento e sfregamento • da un esposizione prolungata della cute all’umidità. • fattori sistemici generali e locali Le lesioni sono favorite da fattori generali e locali Identificazione dei pazienti a rischio e prevenzione: • • • • • • • • Identificare il paziente a rischio Ridurre la pressione e le forze di frizione Aumentare la mobilità Migliorare l’alimentazione Igiene corporea Ridurre l’umidità Controllare l’incontinenza Impegnare correttamente le superfici di supporto Il paziente a rischio è quel soggetto costretto a letto con gravi difficoltà di movimento. Per questo sono state create delle raccomandazioni, linee guida per prevenire le ulcere da pressione: • A : al momento del ricovero ogni paziente deve essere accuratamente ispezionato per rilevare la presenza o meno di ulcere da pressione. • B: al ricovero in tutti i pazienti deve essere effettuata,e registrata la misurazione del livello di rischio secondo la scala di valutazione BRADEN (vedi scheda) • C: la misurazione del livello di rischio deve essere ripetuta,e registrata,a intervalli regolari e comunque al variare delle condizioni generali. • D: tutti i pazienti con punteggio di rischio uguale o inferiore a 16 vanno considerati vulnerabili alle ulcere da pressione e trattati con presidi antidecubito. • E: in tutti i pazienti con punteggio uguale o inferiore a 16 la cute deve essere ispezionata giornalmente per rilevare la comparsa di arrossamenti. • F: la posizione dei pazienti con punteggio uguale o inferiore a 16 deve essere ruotata ogni 2 ore,ovvero ogni 4 se viene utilizzato un materasso antidecubito (vedi scheda) • G: tutti i dimessi o trasferiti con rischio uguale o inferiore a 16 devono ricevere la scheda di Braden compilata al momento della dimissione,la descrizione di eventuali lesioni da decubito ed il piano di trattamento (vedi scheda) Importante è l’educazione ai familiari per la gestione del paziente a domicilio PRESIDI DI PREVENZIONE (mad) • Individuare il materasso adeguato al rischio secondo il punteggio della scala di Braden. • Esistono vari tipi di superfici con caratteristiche ,costo ed efficacia molto variabili Stadiazione o classificazione per gradi ( secondo lo schema EPUAP” NPUAP ) • *I° stadio : eritema fisso ( che non scompare alla digito-pressione) della cute integra; • *II stadio: ferita a spessore parziale che coinvolge l’epidermide e/o il derma. La lesione è superficiale e clinicamente si presenta come una abrasione, una vescicola o un lieve cavità; • *III stadio: ferita a tutto spessore che implica danno e necrosi del tessuto sottocutaneo che si può estendere fino alla sottostante fascia muscolare senza però attraversarla; la lesione si presenta clinicamente come una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo. • *IV stadio: ferita a tutto spessore con estesa distrazione dei tessuti, necrosi e danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto (tendini, capsule,articolari). Per la presenza di sottominature del tessuto e di tratti cavitari può essere associata a lesioni da decubito di III stadio. ULCERE DA PRESSIONE • Lesione di I° grado • Lesione di II° grado ULCERE DA PRESSIONE • Lesione di III° • Lesione di IV° Osservazione o documentazione lesione I dati da raccogliere sono i seguenti: • • • • • • • • la sede la causa le dimensione l’aspetto della cute perilesionale le secrezioni l’odore il dolore la temperatura COMPLICANZE DELLA LESIONE Sono essenzialmente l’infezione e il dolore I segni e sintomi clinici di un infezione possono essere: * Locali aumento dell’essudato, secrezione purulenta, intenso e non usuale cattivo odore, zona intorno alla lesione arrossata, calda, gonfia e dolorante * Sistemici febbre e brividi, alterazioni degli stanchezza, stato confusionale In alcuni casi anemia (stillicidio) es. di laboratorio, ULCERE DA PRESSIONE MAGGIORI COMPLICANZE DELLE LESIONI • lesione da pressione sacrale con presenza di enorme zona necrotica • lesione da pressione con presenza di zona necrotica, fibrina e infezione TIPI DI INFEZIONE: Esistono diversi tipi di agenti patogeni determinanti reazioni tissutali che caratterizzano il quadro clinico delle infezioni; • stafilococchi: pus denso giallognolo e inodore • streptococchi: pus giallo-grigio fluido • Pseudomonas: pus blu verdognolo con odore dolciastro • Escherichia coli: pus marroncino con odore fecalico Lo scopo del trattamento con medicazioni appropriate nelle ulcere da pressione e nelle ferite difficili è: • • • • • favorire il processo di guarigione della ferita ridurre il rischio di peggioramento prevenire le complicanze infettive trattare le complicanze infettive mantenere sulla lesione un adeguato livello di umidità il più a lungo possibile. • L’ambiente più favorevole alla ricostruzione dei tessuti si è rilevato essere l’ambiente umido, perché l’idratazione dei tessuti aumenta la vitalità cellulare e rende più veloci i processi di cicatrizzazione. • In ambiente secco succede esattamente il contrario. • A tal fine sono nate le medicazioni avanzate che comprendono numerosi prodotti adatti ai diversi stadi di evoluzione delle lesioni. CARATTERISTICHE DI UNA MEDICAZIONE SPECIALE? • • • • • • • • • • • • • Mantenere la ferita umida e non bagnata, gestendo l’essudato infiammatorio Permettere lo scambio gassoso di O2, CO2 e vapore acqueo Garantire l’isolamento termico Essere impermeabile ai microrganismi e ai liquidi esterni Non aderire al letto della ferita Non lasciare residui sulle ferite Essere comoda e non dolorosa Permettere un cambio di medicazione atraumatico Avere alta assorbenza Permettere l’osservazione costante della lesione Garantire una protezione meccanica riducendo la pressione fra paz. e sup. di contatto e proteggere dai traumi Avere intervalli di ricambio sufficientemente lunghi Ridurre i tempi assistenziali WOUND BED PREPARATION La Wound Bed Preparation (preparazione del letto della ferita) sta emergendo come elemento essenziale per ottenere il massimo dei benefici dai prodotti più innovativi attualmente disponibili nel campo della riparazione tessutale. E’ un processo che implica la rimozione di barriere locali alla guarigione, che può accelerarne i processi o favorire l’efficacia di eventuali terapie in corso. Il concetto TIME è stato ideato per aiutare il personale medico e non medico ad inquadrare meglio i principi della preparazione del letto della ferita. T - Tessuto necrotico o devitalizzato La ferita presenta tessuto necrotico o devitalizzato, escara dura e depositi di fibrina? I - Infezione o Infiammazione La ferita presenta segni locali o sistemici di un'elevata carica batterica o infiammazione? M - Macerazione o secchezza - squilibrio dei fluidi La ferita presenta un eccesso di essudato con eventuale macerazione dei margini, o secchezza? E - Epidermide - margini non proliferativi o sottominati I margini della ferita si presentano sottominati e vi è una mancata progressione dei margini in assenza di necrosi, infezione ed essudato? La Wound Bed Preparation si può scomporre in tre fasi : - debridement - controllo della carica batterica - e gestione dell’essudato Sono questi i processi che preparano il letto della ferita ad affrontare tutti gli eventi necessari per la guarigione: è molto importante, quindi, per il successo terapeutico, che ogni operatore conosca a fondo come e perché queste barriere locali debbano essere rimosse. • La WBP è alla base di ogni processo di guarigione della lesione LESIONE DOPO AVER EFFETTUATO UNA WBP. LA LESIONE SI PRESENTAVA CON ENORME ZONA DI NECROSI, FIBRINA, SUPER INFETTA . Dopo il trattamento di wbp si notano solo dei tendini, la lesione ora è pronta al processo di guarigione con i presidi di medicazione. UNA FASE DI QUESTO PROCESSO E’ IL DEBRIDEMENT: che consiste nella rimozione di tessuti morti, danneggiati o infetti, che potrebbero altrimenti compromettere la guarigione della lesione • • • • Debridement chirurgico Debridement autolitico Debridement enzimatico Debridement ad ultrasuoni LE MEDICAZIONI AVANZATE O SPECIALI Si possono raggruppare in. • • • • • • • • SCHIUME DI POLIURETANO IDROGELI IDROCOLLOIDI ALGINATI CARBOSSIMETILCELLULOSA SODICA ( CMC ) IDROFIBRE COLLAGENASI FILM SEMIPERMEABILI MEDICAZIONI NON ADERENTI SCHIUME DI POLIURETANO . Medicazioni assorbenti di vario spessore permeabili a O2 e al . . . . . . vapore acqueo. Non aderenti e quindi non comportano nessun trauma o residuo alla rimozione. Creano un ambiente umido e isolante alla lesione. Indicazioni: ulcere di 2°-3°-4° grado Sono controindicate in caso di cute macerata, eczema o infezione. Sono prodotte in forma di compresse con adesivo e non, oltre come cuscinetti per cavità. Possono essere lasciate in situ dai 3 ai 7 gg. IDROGEL . Medicazioni fluide, che contengono alte percentuali di acqua, in grado di sottrarla e di cederla. . Agiscono idratando le lesioni necrotiche stimolando l’autolisi. . Assorbono l’essudato. . Si possono associare a film di poliuretano che ne potenziano l’efficacia. . Svantaggi: macerazione dei bordi della ferita. . Si possono lasciare in sede dalle 24h. ai 3gg. IDROCOLLOIDI (in placche, gel e pasta ) . Medicazioni che realizzano un ambiente umido, assorbono medie quantità di essudato, detergenti, permeabili ai gas, promuovono la crescita del tess. di granulazione. . Aderiscono alla cute sana ma non al letto della ferita. . Sono utili per ferite a essudazione moderata in presenza di necrosi umida. Non usare su lesioni moto essudanti, in presenza di eczema o infezione. ( In caso di infezione non usare mai medicazioni occlusive ) . Indicazioni: lesioni di 2°-3°-4° grado mediamente essudanti. . Possono stare in sede anche una settimana. ALGINATI ( in placche o in gel ) . Fibre in tessuto non tessuto derivanti dalle alghe marine; si utilizzano su lesioni a essudazione medio intensa anche contaminate infette, mai su lesioni secche o necrotiche. . hanno elevato potere di assorbenza; . mantengono l’ambiente umido; . hanno potere emostatico; . favoriscono lo sbrigliamento cioè la rimozione del tess. Necrotico. . Indicazioni: ulcera di 2°-3°-4° grado con forte essudazione; Dopo escarectomia per l’effetto emostasi nelle prime 24h. CMC ( carbossimetilcellulosa ) SODICA IDROFIBRE Fibre in tessuto non tessuto; . Hanno un azione altamente assorbente; . Mantengono un ambiente umido; . Sono di rimozione facile e non traumatica. . Sono indicate per lesioni con essudazione medio-forte e anche in fase di granulazione. . Non si utilizzano mai su lesioni secche o necrotiche. La versione Ag. Ha proprietà antimicrobiche e permette di controllare la proliferazione batterica. . Si possono lasciare in situ da 2 a 5 gg. COLLAGENASI Preparati a base di enzimi litici che attraverso il meccanismo della proteasi, favoriscono la rimozione delle necrosi e della fibrina. Abbiamo un preparato in crema, che deve essere coperto da una medicazione secondaria. Il cambio della medicazione deve essere giornaliero FILM SEMIPERMEABILI di Poliuretano Trasparenti ; con o senza tampone assorbente; . Sono utilizzati per la prevenzione e il trattamento di lesioni di I°grado in fase di riepitelizzazione, o come medicazione secondaria in associazione ai gel. . Possono stare in sede 4-7 gg. . Non applicare direttamente su ferite infette o con essudato. MEDICAZIONI NON ADERENTI Non fanno parte delle medicazioni avanzate, ma per le loro caratteristiche di non aderenza e di mantenimento dell’umidità, oltre che per il loro diffuso utilizzo, meritano di essere menzionate. Sono garze imbevute di silicone o di paraffina o di vasellina; . Riducono le aderenze con la ferita; . Consentono un cambio di medicazione non traumatico; Però non consentano intervalli lunghi di ricambio, in quanto hanno tendenza ad essiccarsi e in caso di lesioni molto secernenti non sono in grado di gestire l’essudato. PROCEDURA ASSISTENZIALE PER IL TRATTAMENTO DELLE ULCERE DA PRESSIONE IN BASE AL LORO GRADO O STADIAZIONE LESIONE DI PRIMO GRADO ( Arrossamento della cute intatta che non scompare alla digitopressione ) OBIETTIVO: proteggere l’integrità della cute da fattori esterni, saper gestire la cute arrossata e prevenire ulteriori danni. TRATTAMENTO: * Superficie antidecubito * Mobilizzazione: ogni 2h senza sup. antidecubito ogni 4h con sup. antidecubito ( annotare su sch. movimentaz. ) * Igiene della cute con saponi neutri, non sgrassanti * Polveri d’argento * Pomate all’Ossido di Zinco o Creme Idrofile a base di argento antimicrobiche * Film adesivi in Poliuretano, semipermeabile, trasparente di varie misure, da cambiare ogni 3-5 gg.; salvo distacco, arricciamento contaminazione * Non usare alcool saponato perché disidrata la cute. LESIONE DI SECONDO GRADO ( Lesione cutanea superficiale che interessa l’epidermide e/o il derma ) OBIETTIVO: favorire la ricostruzione cutanea. TRATTAMENTO: N.B. prima di ogni medicazione detergere la ferita con Sol. Fisiologica o Ringer Lattato e tamponare con garze sterili. Non usare H2 O2, Amuchina, Ac. Borico e anche Sol. al Betadine, perché hanno un azione citotossica nei confronti del tessuto di granulazione. * Superficie antidecubito * Mobilizzazione * Medicazione che varia a seconda di come si presenta la lesione. 1. ABRASIONE o CRATERE A SCARSA PROFONDITA’ si tratta con: In caso di scarso essudato e non infetta: . IDROCOLLOIDI . GARZE MEDICATE NON ADERENTI In caso di essudato non infetta: . IDROCOLLOIDI . MEDICAZIONI IN POLIURETANO ASSORBENTE . MEDICAZIONI IN IDROFIBRA In caso di essudato infetto: . MEDICAZIONI IN ARGENTO 2. VESCICOLE O BOLLE In questo caso si deve forare la vescicola senza rimuovere il tetto e ricoprire con garze sterili o garze non aderenti. Medicazione giornaliera con garze non aderenti o film di poliuretano da mantenere 5/7GG. LESIONE DI TERZO GRADO ( Interessamento a tutto spessore della cute, coinvolgimento del sottocutaneo; la lesione si estende alla fascia muscolare; si presenta clinicamente sotto forma di profonda cavità ) OBIETTIVO: favorire la riparazione tissutale, tenendo sotto controllo anche il processo necrotico e/o infettivo che spesso si associa TRATTAMENTO: * Superficie antidecubito * Mobilizzazione * Medicazione che varia a seconda di come si presenta la lesione . DETERSIONE DELLA FERITA CON SOL. FISIOLOGICA O RINGER LATTATO a temperatura ambiente 1. FIBROSA O NECROTICA: si dovrà rimuovere la fibrina e/o la necrosi; idratare gli strati essiccati favorendo l’autolisi; reidratare il tessuto necrotico per facilitarne lo sbrigliamento. Si tratta con: * DEBRIDEMENT o toilette ( rimozione del tessuto non vitale ) ; il metodo in base alla tipologia della lesione può essere: . ENZIMATICO O AUTOLITICO con . MEDICAZIONE IN GEL IDROFILO COLLAGENASI CHIRURGICO 2. Lesioni con sola ( o prevalente ) perdita di sostanza ( essudato ) si dovrà favorire l’assorbimento delle secrezioni senza essiccare la lesione. Si tratta con: * Detersione con Sol. fis. o Ringer lattato a temp. Ambiente * Medicazione della lesione Se lesione con medio essudato: - SCHIUME DI POLIURETANO Se lesione con abbondante essudato: - ALGINATI DI CALCIO e medicaz. secondaria La medicazione va rimossa ogni 24h. o più frequentemente se le lesioni sono iperessudanti. Quando l’ulcera si riduce in larghezza e profondità, utilizzare Idrocolloidi in placca fino a guarigione della lesione. N.B. In presenza di infezione dei tessuti perilesionali; febbre o complicanze settiche, utilizzare antibiotici per via sistemica e/o coltura di materiale ottenuto con biopsia dal fondo dell’ulcera o con aspirazione di essudato. LESIONE DI QUARTO GRADO Interessamento a tutto spessore della cute con distruzione intensa, necrosi del tessuto o danneggiamento del muscolo, osso, strutture osteo tendinee; può essere associata a tessuto sotto minato e a tratti cavi. L’escara è da considerarsi un 4° grado. ESCARA DEL CALCAGNO DEVE SECCARE !! La spiegazione risiede nell’anatomia della regione: Osso Area di Massima Pressione Mai asportare la necrosi del calcagno quando è dura e non infiammata in quanto esporrebbe il piano osseo sottostante con rischio quasi certo di osteomielite. Non devono essere sbrigliate se non c’è edema, eritema, fluttuazione o secrezione. Piuttosto seccare con iodopovidone soluzione impacchi (ogni 12-24 ore) per consentire al tessuto sottostante di granuleggiare in ambiente coperto. Una volta isolata la necrosi allora si può procedere con necrosectomie parziali. Procedere quindi come per le altre lesioni: idrocolloidi o collagenasi. Alternativa accettabile la sulfadiazina d’argento. Alginati e garze grasse se detersione completa. OBIETTIVO: controllo dell’infezione, di eventuali complicanze e favorire la riparazione tissutale parziale o totale. TRATTAMENTO: * Superficie antidecubito * Mobilizzazione Si usano gli stessi presidi medici della lesione di terzo grado in base a come si presenta; La differenza sostanziale consiste nel maggior rischio di andare incontro ad infezione, legato alla profondità delle lesioni e spesso alle condizioni critiche del paziente. Se la ferita si presenta INFETTA lo scopo della medicazione sarà atto a controllare la produzione di essudato, a trattare la contaminazione batterica, l’infezione e il cattivo odore. Se la ferita si presenta EMORRAGICA lo scopo della medicazione sarà atto ad assorbire l’essudato creando un ambiente umido e soprattutto a migliorare il processo emostatico attraverso la cessione di calcio. N.B. VALUTARE LA LESIONE di QUALSIASI GRADO ESSA SIA RILEVANDO QUELLI CHE SONO I SUOI PARAMETRI: PERIMETRO, SUPERFICIE e PROFONDITA’. Riportandoli sulla scheda di monitoraggio. ED ORA PARLIAMO DI TERAPIA A PRESSIONE NEGATIVA ( TPN ) La Vacuum Therapy, nota anche come terapia a pressione negativa Consiste in una metodica di recente acquisizione utilizzata per aiutare la guarigione di lesioni e ferite di varia natura per seconda o terza intenzione. Conosciuta anche come terapia topica a pressione negativa, si tratta di una medicazione strumentale. E’ un sistema non invasivo, che promuove il processo di guarigione delle ferite, applicando una pressione sub-atmosferica localizzata e controllata sulla lesione. La medicazione inerte posizionata sulla ferita e collocata alla fonte di aspirazione, esercita sulla stessa una pressione tale da innescare la proliferazione cellulare. Viene utilizzata per ridurre la lesione che verrà in un secondo tempo trattata con medicazioni avanzate. RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA Le responsabilità (penale, amministrativa e disciplinare), per la prevenzione e il trattamento delle L.D.D. ricadono sull’Infermiere in seguito all’approvazione del DM n. 739/94 e all’abrogazione del “Mansionario” con la L 42/99 NEL PROFILO PROFESSIONALE… art. 1 "L'infermiere: è responsabile dell’assistenza generale infermieristica... e pertanto deve identificare i bisogni di assistenza infermieristica , pianificare, gestire e valutare l’intervento assistenziale infermieristico.” autonomia può venire chiamato a rispondere, della errata pianificazione dell’assistenza con conseguenti danni al paziente. IN CASO DI LESIONI DA DECUBITO.. L’infermiere ha una obbligazione di mezzi e non di risultato... si deve garantire di aver svolto un’assistenza ottimale dimostrando (attraverso la documentazione) di aver attuato tutte le attività possibili per evitare lo sviluppo di una lesione da pressione. • In caso contrario può essere chiamato a rispondere per lesioni colpose, (art 590 c.p.) Deceduto l'amato Supereroe Cristopher Reeve, l'attore indimenticabile, divenuto famosoper aver dato il volto a Superman, è morto l'11 Ottobre all'età di 52 anni. Il decesso è avvenuto a causa di una piaga da decubito. Amatissimo dal pubblico che non ha mai dimenticato i quattro episodi: il primo nel 1978, poi nell'80, nell'83 e nell'87, in cui ha rivestito il ruolo del super eroe superman. Nel 1995 rimase paralizzato dopo una gara di equitazione. Cristopher Reeve non ha mai rinunciato alla sua passione: il cinema e si è impegnato affinché gli esiti terribile incidente non lo imprigionasse nell'apatia e nella depressione. Continuò a lavorare per Sidney Lumet (la trappola mortale4), John Carpenter (il villaggio dei dannati 2), Peter Bogdanovchy (rumori fuori scena), James Ivory (quel che resta del giorno). Nel '97 debutta come regista dirigendo il film “In the Gloaming”, nel '98 “Rear Window”. L'affascinante personalità di Cristopher Reeve si è manifestata non solo del cinema ma anche nella vita sociale. Nel '99 diede vita ad una fondazione che si sarebbe occupata dello studio sulla paralisi. Ha successivamente finanziato ricerche per lo studio sulle cellule staminali e ha organizzato eventi sportivi per persone disabili. a cura di Amelia Scrocco Le Lesioni da decubito sono un sensibile e preciso indicatore di efficacia dell'assistenza erogata ed è considerato un evento sentinella L’INSORGENZA E/O IL PEGGIORAMENTO DI UN ULCERA DA PRESSIONE HA RISVOLTI NEGATIVI PER LA QUALITA’ DI VITA DELLA PERSONA MALATA, PER LA FAMIGLIA E PER L’ASSISTENZA SANITARIA; PER CUI ADESSO TOCCA A NOI…………………………….. Ora sappiamo tutto quello che metterci sopra, purché non ci mettiamo il paziente! GRAZIE DELL’ATTENZIONE I.P. GIAMMATTEI M.PAOLA I.P. ROSSI IDA I.P. BARSANTI RINA I.P. GEMIGNANI ALESSANDRA I.P. MASSEI LUANA