Che cos’è l’illuminismo ?
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Kant, Berlinische Monatschrift, 1783-96
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«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo
stato di minorità che egli deve imputare a
se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi
del proprio intelletto senza la guida di un
altro…Sapere aude ! Abbi il coraggio di
servirti della tua propria intelligenza ! E’
questo il motto dell’illuminismo»
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tendenza e abitudine del singolo uomo a lasciarsi guidare
dagli altri sul piano intellettuale (inerzia e pigrizia
intellettuali)
il pubblico può illuminarsi da sé grazie all’opera di alcuni dei
suoi ‘‘tutori ufficiali‘‘ che si sono liberati a loro volta (‘‘liberi
pensatori‘‘)
perché ciò possa avvenire ci vuole la libertà «e la più
inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso
della propria ragione in tutti i campi»
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problema della libertà di pensiero e dell’obbedienza
all’autorità
«il pubblico uso della propria ragione deve essere libero in
ogni tempo, ed esso solo può attuare l’illuminismo tra gli
uomini»
«Intendo per pubblico uso della propria ragione l’uso che
uno ne fa come studioso davanti all’intero pubblico dei
lettori»
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l’uso privato può anche essere limitato, poiché ciò non ha
conseguenze sulla diffusione dell’illuminismo, che deve
essere un fatto sovraindividuale
«Chiamo invece uso privato della ragione quello che alcuno
può farne in un certo impiego o funzione civile a lui affidata»
Nella sfera delle funzioni (della ‘‘macchina governativa‘‘) si
deve non ragionare, ma ubbidire; il dovere d’ufficio impone
limiti alla libertà di ragionare
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i membri dell’amministrazione sono però anche membri
della comunità e della società generale degli uomini e in
quanto tali possono ragionare ‘‘senza ledere con ciò
l’attività che spiegano come membri passivi del governo”
In quanto ‘‘studioso‘‘ (‘‘esperto‘‘) il cittadino non
contravviene al proprio dovere se ‘‘manifesta apertamente il
suo pensiero sulla sconvenienza o anche sull’iniquità‘‘ di
certe disposizioni
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una società (‘‘un secolo‘‘) non può vincolare le generazioni
successive al rispetto di certe dottrine: ciò equivarrebbe a
impedire loro di “progredire nell’illuminismo‘‘.
«Ciò sarebbe un crimine contro la natura umana, la cui
originaria destinazione consiste proprio in questo progresso»
Del resto, un popolo può vincolarsi al rispetto di una data
legge temporanea, ma non impedire che sul merito di quella
legge si continui a discutere, nel presente e in futuro
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un monarca non può impedire la libera discussione della
legge, benché questa sia in vigore («la sua autorità legislativa
si fonda sul fatto che egli riassume nella sua volontà la
volontà generale del popolo»)
è solo il procedere del libero dibattito che porta gradualmente
alla modifica della legge (religiosa o civile)
il monarca deve solo garantire le condizioni generali di civile
convivenza e di libera ricerca e discussione
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viviamo non in un’età illuminata, bensì in un’età di
illuminismo: il processo è in corso e trae giovamento
dall’opera di monarchi (come Federico II, 1740-86) che
ritengono di lasciare libertà religiosa ai sudditi
«la condizione in cui gli uomini presi in massa siano già
in grado di valersi del proprio intelletto nelle cose della
religione…è ancora lontana. Ma abbiamo evidenti segni
che essi abbiano aperto il campo per lavorare ad
emanciparsi… Sotto questo aspetto questa è l’età
dell’illuminismo, o il secolo di Federico»
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Elogio di Federico II monarca illuminato e
difensore della libertà ben oltre i confini
dell’idea di tolleranza: «colui che primo
emancipò la specie umana dalla minorità … e
lasciò ognuno libero di valersi della sua
propria ragione in tutto ciò che è affare di
coscienza»
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la libertà di pensiero non è nociva alla concordia civile
e alla pace pubblica, né nella sfera della religione né in
quella della ‘‘legislazione‘‘: «non si corre pericolo a
permettere ai sudditi di fare uso pubblico della loro
ragione e ad esporre pubblicamente al mondo le loro
idee sopra una migliore costituzione, criticando
liberamente quella esistente»
la forza dell’autorità monarchica sostenuta da un
esercito è condizione per la tutela della libertà (può
ottenere l’obbedienza dei sudditi)
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«Uno strano e inatteso corso delle cose umane»: una
repubblica, con maggior grado di libertà civile, deve
paradossalmente, se vuole mantenersi, limitare di più
la «libertà dello spirito del popolo»
«un minore grado di libertà civile, al contrario, offre
allo spirito un campo in cui esso può svilupparsi con
tutte le sue forze»
la libertà intellettuale innalza il popolo gradualmente alla
libertà di agire e a princìpi di governo più conformi alla dignità
umana
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L’opinione pubblica: Habermas (1962)
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la sfera pubblica
un nuovo universo di attività associative
das gesellige Jahrhundert (il secolo socievole)
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Gli spazi privati e pubblici:
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clubs (l’Entresol, 1724-31), salons (M.me de Tencin, du
Deffand, Geoffrin, Lespinasse, Roland), académies, lycées
e musées
coffee houses, societies, clubs (Select Society), voluntary
hospitals
academias, sociedades economicas de amigos del pais
gesellschaft (Die Berliner Mittwochgesellschaft, 1783-98)
Accademia dei Pugni
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Opinione pubblica
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Trasformazione del concetto di opinione
‘‘L’opinione è la regina del mondo‘‘ (da Montaigne a Pascal)
nasce l’‘‘opinione pubblica” verso metà ’700
1) non credenza incerta propria dei più umili, ma
rappresentazione della verità
2) dalla morale (Locke: l’accordo tacito su cosa è buono o
cattivo) alla politica e alla vita pubblica
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3) dall’ambito individuale o ristretto a quello universale: ogni
aspetto della vita umana ovunque
dimensione sovraindividuale: progetto collettivo di
svelamento del vero
utopia democratica (ma limiti sociali)
processo continuo di comunicazione, attitudine polemica,
formazione di un potere alternativo
grandi polemiche contro il potere (Voltaire)
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Sviluppo e ruolo della stampa
la corrispondenza e la formazione di una rete di opinione
illuminata e razionale (Voltaire)
il ruolo educativo dei philosophes (o rieducativo
dell’opinione popolare incolta, ignorante, irrazionale,
superstiziosa, falsa)
i fisiocrati: il ruolo dela parte illuminata (o migliore) della
nazione nel formare l’opinione pubblica
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Idea di governo come compito rispondente e influenzato
dall’ opinione pubblica, ovvero come mandato
Necker: la pubblicazione del bilancio statale francese,
1781
Mercier, Tableau de Paris (1781): gli scrittori ‘‘formano
assai spesso un grido unanime, che diventa
l’espressione dela ragione universale‘‘
problema della libertà di stampa e idea di un “tribunale
della ragione‘‘
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Forza di opposizione (area britannica)
momento collaborativo tra sovranmo e sudditi (area
tedesco-italiana)
pericoli dell’opinione pubblica
Necessità dell’educazione e della collaborazione tra filosofi
e sovrani (Filangieri)
Kant, 1784, l’uso pubblico della ragione e (Metafisica dei
costumi, 1797) l’opinione pubblica come fattore politico
concreto capace di riformare i governi
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L`Illuminismo - Università degli Studi di Trieste