GRUPPO 5
TEMATICHE:
•LE CARATTERISTICHE DEL DISTURBO
•L’ALUNNO IPERATTIVO E
DISATTENTO A SCUOLA
•LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO
ADHD E DELLA FAMIGLIA
•DISTURBO DA DEFICIT DI
ATTENZIONE/IPERATTIVITA’
CARATTERISTICHE
CHE COSA
SIGNIFICA?
COME SI
MANIFESTA ?
oDisturbo da
oDeficit di
oAttenzione
oIperattività
IMPORTANTE
SI MANIFESTANO IN DIVERSI
CONTESTI
POSSONO ESSERE
ASSOCIATI CON ALTRE
SINDROMI
IPERATTIVITA’
ECCESSIVO LIVELLO DI ATTIVITA’
MOTORIA O VOCALE
IN CLASSE/ A CASA
• CONTINUA AGITAZIONE
• DIFFICOLTA’ A RIMANERE FERMO E
SEDUTO
• MOVIMENTI NON FINALIZZATI A
UNO SCOPO
IMPULSIVITA’
IN CLASSE/ A CASA
• Difficoltà a dilazionare una risposta
• Difficoltà a inibire un comportamento
inappropriato
• Difficoltà ad attendere una
gratificazione
CARATTERISTICA CHE PERMANE
ANCHE NELL’ETA’ ADULTA
DISATTENZIONE
Difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su un compito per
tempi prolungati
IN CLASSE / A CASA
•
•
•
•
•
FREQUENTI PASSAGGI DA UN GIOCO ALL’ALTRO
POCA ATTENZIONE AI DETTAGLI
LAVORI INCOMPLETI E DISORDINATI
SCARSA CURA DEL MATERIALE
FACILE DISTRAZIONE DA STIMOLI IRRILEVANTI
SOPRATTUTTO NEI COMPITI NOIOSI E
POCO ATTRAENTI
STORIA
 1902 “deficit nel controllo morale”
[STILL];
 1938 “Danno Cerebrale minimo”
(Non meglio specificato) [LEVIN];
 1952 Nasce in America il DSM
(Manuale Diagnostico e statistico
dei disturbi mentali)
IL DISTURBO NEL DSM
• 1952 Disturbi infantili
SCHIZOFRENIA
DISTURBO DI
ADATTAMENTO
• 1968 Reazione ipercinetica del bambino (ASPETTO
MOTORIO)
• 1980 Disturbo da deficit dell’attenzione (ASPETTO
COGNITIVO)
CON IPERATTIVITA’
SENZA IPERATTIVITA’
• 1987 Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
• 1994 Attuale suddivisione dei sintomi
IPOTESI CAUSALI
NEL TEMPO:
• Malfunzionamento Sistema Nervoso Centrale
• Complicazioni durante la gravidanza/parto
OGGI:
• 70/91% FATTORI GENETICI/AMBIENTALI
• 10/30% FATTORI AMBIENTALI
NO “CATTIVA EDUCAZIONE”
SOGGETTO ADHD
-Contesto di vitaFAMIGLIA
OPERATORI TERAPEUTICI
• STABILIRE DIAGNOSI
• STABILIRE TIPO TRATTAMENTO (FARMACOLOGICO +
PSICOLOGICO/COMPORTAMENTALE
• SUPPORTO;FORMAZIONE;INFORMAZIONE
SCUOLA
OPERATORI TERAPEUTICI
•QUALI TIPO DI INTERVENTO?
INTERVENTI DIRETTI SUL SOGGETTO
INTERVENTI FAMIGLIA
INTERVENTI EDUCATIVI (INSEGNANTE)
INTERVENTO DIRETTO SUL
SOGGETTO
APPROCCIO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
INTEREVENTI SULLA
FAMIGLIA
INTERVENTI EDUCATIVI
(INSEGNANTI)
INFORMAZIONE
CARATTERISTICHE
ADHD
STRUMENTI DI
VALUTAZIONE
INDICAZIONI GETSIONE
CLASSE/MODIFICA
PROPRIO
COMPORTAMENTO
SUPPORTO
PSICOLOGICO/EMOTIVO
STRATEGIE PER
FAVORIRE LA
RELAZIONE
RISTRUTTURARE IL
SETTING
NUOVE STRATEGIE
DIDATTICHE
L’INSEGNANTE
REQUISITI
APPROCCIO
OBIETTIVI GENERALI
REQUISITI
PERSONALI
• tolleranza allo
stress,motivazione,
convinzioni personali,
tono dell'umore
PROFESSIONALI
• formazione
psicopedagogica, strategie
comportamentali per
lavorare con gli alunni,
consapevolezza
dell'esistenza del disturbo,
conoscenza del disturbo
(documentazione e
formazione), competenze
su strategie di intervento
APPROCCIO
L’INSEGNANTE DEVE PENSARE
AL
COMPORTAME
NTO E NON AL
DISTURBO
ALLE
SOLUZIONI E
NON ALLE
CAUSE
AGLI ASPETTI
POSITIVI (NO
DEFICIT)
A PROCEDERE
A PICCOLI
PASSI (obiettivi
vicini alle
capacità, nella
zona di
sviluppo
prossimale)
A MODII
FLESSIBILI DI
LAVORO
AL FUTURO
(NON AL
PASSATO)
A ROVESCIARE
LA NATURALE
TENDENZA AD
AGIRE DI
FRONTE A
COMPORTAME
NTI DISATTESI
(Sequenza
corretta:
incoraggiare,
premiare,
ignorare,
rimproverare e
punire)
OBIETTIVI GENERALI CON IL BAMBINO DDAI
raggiungimento
dell'autocontrollo
comportamentale
incremento
dell'attenzione
incremento dei
comportamenti
funzionali (ciò che sa
fare)
autocontrollo della
colera
potenziamento
dell'apprendimento
(no ritardo cognitivo,
ma difficoltà di
apprendimento)
miglioramento
delle relazioni con i
compagni
incremento
dell'autostima
INTERVENTO
•OSSERVAZIONE diretta e precisa di comportamenti ed emozioni
•DESCRIZIONE del problema e analisi dei meccanismi cognitivi alla base del
problema stesso:
•meccanismi cognitivi carenti (no riflessione e reazione immediata)
•meccanismi cognitivi disfunzionali (visione distorta in senso negativo del sé
e della realtà)
•meccanismi cognitivi sia carenti che disfunzionali (aggressività)
•PROGRAMMAZIONE collegiale dell'intervento facendo riferimento a costrutti
teorici di stampo comportamentista/costruttivista
•VALUTAZIONE della MOTIVAZIONE, delle risorse personali (creatività), delle
aspettative e delle capacità del bambino e scelta delle tecniche più opportune in
relazione allo stadio evolutivo del bambino, anche al fine di prevenire fenomeni
di dispersione e/o ricadute
•VALUTAZIONE delle ASPETTATIVE e delle capacità collaborative del genitore,
coinvolgimento dei vari contesti relazionali (territorio, scuola e famiglia)
•VERIFICA sistematica dei risultati (feedback) e rimodulazione delle attività
PER IL
SUCCESSO A
SCUOLA
•RINFORZI
DINAMICI
SIMBOLICI
• IL BAMBINO PUO’ FARE
QUALCOSA DI PIACEVOLE
• PUNTI PREMIO
• BOLLINI-PREMIO
SOCIO-AFFETTIVI
• INCORAGGIAMENTO
POSITIVO
• ATTENZIONE AL
BAMBINO
PER ESSERE EFFICACI DEVONO
ESSERE
IMMEDIATI
• I MIGLIORI
SONO I
SIMBOLICI
INTERMITTENTI
• UNA
TANTUM
PORTARE
ALL’AUTO
RINFORZO
• RINFORZI EDUCATIVI DA EVITARE
Eccessiva
attenzione ai
comportamenti
indesiderati
Trascurare di
valorizzare i
comportamenti
attesi
Punire in modo
incoerente e
Usare i termini
ritardato il
NON DEVI...
comportamento
negativo
PRINCIPALI
OSTACOLI
FATTORI
FACILITANTI
• Mancata collaborazione
scuola-famiglia
• Ambiente scolastico
sfavorevole
• Clima emotivo positivo
• Comprensione e accettazione
del bambino come persona
• Persistenza nell'utilizzo delle
strategie (almeno 3
settimane)
• Variazione delle attività e
della loro durata temporale
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GRUPPO 5 - TFA Sostegno PG