Dipartimento dei Vigili del Fuoco Del soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Direzione Regionale per la Sicilia
Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Direttore Regionale
E-mail : [email protected]
1
• Obiettivi e fondamenti
di prevenzione incendi
e competenze del Corpo
Nazionale dei Vigili del
Fuoco.

Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Dirigente Generale

Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia

Legislazione di
prevenzione
incendi
Direttive Comunitarie
con ricadute sulla
prevenzione incendi
2
L’INCENDIO
L’incendio può definirsi come una combustione “non controllata”, che
avviene in un luogo non predisposto a contenerla.
Affinché si verifichi un incendio è necessario che siano presenti:
Per ottenere lo
spegnimento
dell’incendio
si può ricorrere a
tre sistemi
soffocamento:
( separazione del
comburente dal
combustibile o riduzione
della concentrazione di
comburente in aria)
INCENDIO
combustibile
esaurimento del combustibile:
(allontanamento o separazione della
sostanza
combustibile
dal
focolaio
d’incendio)

Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Dirigente Generale

Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia

raffreddamento:
(sottrazione di calore fino ad
ottenere una temperatura
inferiore a quella necessaria
al
mantenimento
della
combustione)
Normalmente per lo spegnimento
di un incendio si utilizza una
combinazione delle operazioni di
esaurimento del combustibile, di
soffocamento e di
raffreddamento.
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Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche :
1. IGNIZIONE
3. INCENDIO
GENERALIZZATO
2. PROPAGAZIONE
4. SPEGNIMENTO
4
EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO
INCENDIO
• AGITAZIONE
Nell’ambiente
• ANSIA
• PAURA
• PANICO
REAZIONI FISIOLOGICHE E
PSICOLOGICHE CARATTERIZZATE
DA:
• aumento del battito cardiaco;
• deflusso del sangue dagli organi
digestivi;
• aumento delle pulsazioni al cervello;
• aumento della formazione di adrenalina;
• aumento della capacità organica di
assorbire
tossine.
CALORE + PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
PPM
• IRRAGGIAMENTO
CO2 + CO + altri
EFFETTI
500
100
20
Trascurabile
1000
50
10
Sensibile
• aumenta il ritmo respiratorio;
5000
10
2
Collasso
• in concentrazione del 2% fa
aumentare del 50% la velocità
e profondità di respirazione;
10000
5
1
MORTE
• CONDUZIONE
• CONVENZIONE TERMICA
INNALZAMENTO TEMPERATURA
La Resistenza umana alle
Temperature è:
a 120 C°
15’
a 143 C°
5’
a 177 C°
1’
TEMPO DI
ESPOSIZIONE IN
MINUTI
Sotto
Riposo
sforzo
• in concentrazione del 3% fa
aumentare del 100% la velocità
e profondità di respirazione;
L’aumento della concentrazione di CO2
rende sempre più irrespirabile l’aria;
l’ambiente
diviene
invivibile
con
concentrazioni di CO2 inferiore al 15%
5
VALUTAZIONI
ANALITICHE
DEGLI
EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO
1 KG DI LEGNA
6 m3 di FUMI/KG
che brucia produce
In una stanza ammobiliata 5 x 4 x 3 di
altezza che contiene mediamente da 100 a
150 Kg di legna standard, ammesso che ogni 1’
bruciano 10 Kg. di legna standard si ha:
10 Kg./min x 6 m3/Kg = 60 m3/min.
(vol. di fumi prodotti in 1’ dalla combustione di 10Kg.
Di legna standard)
5 x 4 x 3 = 60 m3 (volume della stanza)
BASTA 1’ PER SATURARE COMPLETAMENTE
LA STANZA DI FUMI
Si consideri la tromba di una scala di un
edificio a 5 piani fuori terra (H=15 m.) avente
S=20 mq.
Vol.scala = 300 m3
300 mc/60 mc/1’ = 5 min.
(Tempo entro il quale la scala viene completamente
saturata di fumi)
IN 5 MINUTI LA TROMBA DELLE SCALE
VIENE COMPLETAMENTE INVASA DAL FUMO
Poiché bastano 120 g. di legna standard in un
locale di 60 mc. per avere una concentrazione
di CO = 0.016%, dopo la combustione di 10
Kg. di legna nello stesso locale si avrà una
concentrazione di CO = 1.38 % pari a
13.800 PPM.
RESPIRARE 1.38% DI CO
PER 1 MIN. PORTA ALLA
MORTE
6
PREVENZIONE

D.L.VO
139/2006
1. La prevenzione incendi e' la funzione di preminente
interesse pubblico diretta a conseguire, secondo criteri
applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli
obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità
delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente
attraverso la promozione, lo studio, la predisposizione
e la sperimentazione di norme, misure,
provvedimenti, accorgimenti e modi di azione intesi
ad evitare l'insorgenza di un incendio e degli eventi ad
esso comunque connessi o a limitarne le conseguenze.

Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Dirigente Generale

Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia

INCENDI
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Ferma restando la competenza di altre
amministrazioni, enti ed organismi, la
prevenzione incendi si esplica in ogni ambito
caratterizzato dall'esposizione al rischio di
incendio e, in ragione della sua rilevanza
interdisciplinare, anche nei settori della
sicurezza nei luoghi di lavoro, del controllo
dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose, dell'energia,
della protezione da radiazioni ionizzanti, dei
prodotti da costruzione.
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SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO ED ANALISI DEL RISCHIO
La prevenzione incendi
si esplica in ogni ambito
caratterizzato dall'esposizione al
rischio di incendio, nei settori
della sicurezza nei luoghi di
lavoro, del controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti
connessi
con
determinate
sostanze pericolose,
dell'energia, della protezione da
radiazioni ionizzanti, dei prodotti
da costruzione.
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Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia
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Le attività di prevenzione incendi che competono al Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco sono in particolare:
a) l'elaborazione di norme di prevenzione incendi;
b) il rilascio del certificato di prevenzione incendi (C.P.I.), di atti di
autorizzazione, di benestare tecnico, di collaudo e di certificazione, comunque
denominati, attestanti la conformità alla normativa di prevenzione incendi di
attività e costruzioni civili, industriali, artigianali e commerciali e di impianti,
prodotti, apparecchiature e simili;
c) il rilascio a professionisti, enti, laboratori e organismi di atti di abilitazione,
iscrizione e autorizzazione comunque denominati, attestanti la sussistenza dei
requisiti necessari o l'idoneità a svolgere attività di certificazione, ispezione e
prova nell'ambito di procedimenti inerenti alla prevenzione incendi;
d) lo studio, la ricerca, la sperimentazione e le prove su materiali, strutture,
impianti ed apparecchiature, finalizzati a garantire il rispetto della sicurezza in
caso di incendio, anche in qualità di organismo di certificazione, ispezione e di
laboratorio di prova.
Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia
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Le attività di prevenzione incendi che competono al Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco sono in particolare:
e) la partecipazione, per gli aspetti connessi con la prevenzione incendi, all'attività
di produzione normativa nell'ambito dell'Unione Europea e delle
organizzazioni internazionali e alla relativa attività di recepimento in ambito
nazionale;
f) la partecipazione alle attività di organismi collegiali, istituiti presso le
pubbliche amministrazioni, l'Unione europea o le organizzazioni internazionali;
g) le attività di formazione, di addestramento e le relative attestazioni di idoneità;
h) l'informazione, la consulenza e l'assistenza;
i) i servizi di vigilanza antincendio nei locali di pubblico spettacolo ed
intrattenimento e nelle strutture caratterizzate da notevole presenza di pubblico;
l) la vigilanza sull'applicazione delle norme di prevenzione incendi.
Le norme tecniche di prevenzione incendi sono adottate con decreto del Ministro
dell'Interno.
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OBIETTIVI DELLA PREVENZIONE
INCENDI
DETERMINAZIONE DEL RISCHIO DI
LIVELLO ACCETTABILE
TUTELA DELLA
INCOLUMITA’
DELLE PERSONE
PREVENZIONE PRIMARIA
CONSERVAZIONE
DEI BENI
MATERIALI
PREVENZIONE
SECONDARIA
12
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15
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Le attività di prevenzione incendi che competono al Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco sono in particolare:
misure di prevenzione
propriamente detta
1.
le misure, i provvedimenti e gli accorgimenti operativi intesi
a ridurre le
probabilità dell'insorgere degli incendi attraverso dispositivi,
sistemi, impianti,
procedure di svolgimento di determinate operazioni, atti ad influire
sulle sorgenti di
ignizione, sul materiale combustibile e sull'agente ossidante.
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MISURE DI PROTEZIONE
le misure, i provvedimenti e gli
accorgimenti operativi intesi a
limitare le conseguenze
dell'incendio attraverso
sistemi, dispositivi e
caratteristiche costruttive,
sistemi per le vie di esodo di
emergenza,
impianti,distanziamenti,
compartimentazioni e simili.
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La prevenzione incendi è orientata, quindi, al
conseguimento dei seguenti obiettivi
primari:
1. riduzione al minimo delle occasioni di incendio.
2. stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad
assicurare il soccorso
agli occupanti.
3. limitare la produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere e
la propagazione
del fuoco alle opere vicine.
4. possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli
stessi siano
soccorsi in altro modo.
5. possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni
di sicurezza
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RISCHIO
Il rischio di ogni evento
incidentale (l'incendio nel
nostro caso) risulta
definito da due fattori:
La frequenza, cioè la probabilità che l'evento si
verifichi in un determinato
intervallo di tempo.
La magnitudo, cioè l'entità delle possibili perdite e
dei danni conseguenti al
verificarsi dell'evento.
da cui ne deriva la definizione di:
Rischio = Frequenza x Magnitudo R = F x M
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PROTEZIONE ANTINCENDIO
ATTIVA : intervento di un operatore o di un impianto per
essere attivate .
PASSIVA : Misure che assolvono alla loro funzione anche
senza incendio
Le azioni Preventive e Protettive non
devono essere considerate alternative ma
complementari tra loro nel senso che,
concorrendo esse al medesimo fine,
devono essere intraprese entrambe
proprio al fine di ottenere risultati ottimali.
MISURE di ESERCIZIO.
Addetti
antincendio
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La protezione passiva
L’insieme delle misure di protezione che non richiedono l’azione di un
uomo o
l’azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la
limitazione
degli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo ( - garantire l’incolumità
dei lavoratori - limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione contenere i danni a strutture , macchinari , beni ).
Questi fini possono essere perseguiti con :
barriere antincendio:
isolamento dell’edificio;
distanze di sicurezza esterne ed interne;
muri tagliafuoco, schermi etc.
strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai
carichi
d’incendio
materiali classificati per la reazione al fuoco
sistemi di ventilazione
sistema di vie d’uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile
dell’ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni
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La protezione attiva
L’insieme delle misure di protezione che richiedono l’azione di
un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle
finalizzate alla precoce rilevazionedell’incendio, alla
segnalazione e all’azione di spegnimento dello stesso.
estintori
rete idrica antincendi
impianti di rivelazione automatica d’incendio
impianti di spegnimento automatici
dispositivi di segnalazione e d’allarme
evacuatori di fumo e calore
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NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI
Le norme tecniche di prevenzione incendi
sono adottate con decreto del Ministro
dell'interno, di concerto con i Ministri
interessati, sentito il Comitato centrale
tecnico-scientifico per la prevenzione
incendi. Esse sono fondate su presupposti
tecnico-scientifici generali in relazione alle
situazioni di rischio tipiche da prevenire e
specificano:
24
Art. 16. d.l.vo 139
Certificato di
prevenzione incendi

Il certificato di prevenzione incendi attesta il rispetto delle prescrizioni previste dalla
normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio
nei locali, attività, depositi, impianti ed industrie pericolose, individuati, in relazione
alla detenzione ed all'impiego di prodotti infiammabili, incendiabili o esplodenti che
comportano in caso di incendio gravi pericoli per l'incolumità della vita e dei beni ed in
relazione alle esigenze tecniche di sicurezza, con decreto del Presidente della
Repubblica, da emanare a norma dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n.
400, su proposta del Ministro dell'interno, sentito il Comitato centrale tecnico-scientifico
per la prevenzione incendi. Con lo stesso decreto e' fissato il periodo di validità del
certificato per le attività ivi individuate. Obiettivi e fondamenti di prevenzione incendi e
competenze del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Dott. Ing. Emilio Occhiuzzi
Dirigente Generale

Direttore Regionale VV. F. per la Sicilia

25
Il certificato di prevenzione incendi e' rilasciato dal
competente Comando provinciale dei vigili del fuoco, su
istanza dei soggetti responsabili delle attività interessate, a
conclusione di un procedimento che comprende il preventivo
esame ed il parere di conformità sui progetti, finalizzati
all'accertamento della rispondenza dei progetti stessi alla
normativa di prevenzione incendi, e l'effettuazione di visite
tecniche, finalizzate a valutare direttamente i fattori di rischio
ed a verificare la rispondenza delle attività alla normativa di
prevenzione incendi e l'attuazione delle prescrizioni e degli
obblighi a carico dei soggetti responsabili delle attività
medesime. Resta fermo quanto previsto dalle prescrizioni in
materia di prevenzione incendi a carico dei soggetti
responsabili delle attività ed a carico dei soggetti responsabili
dei progetti e della documentazione tecnica richiesta.
26

Art. 22.
Comitato tecnico
regionale per la
prevenzione incendi

Nell'ambito di ciascuna
Direzione regionale dei vigili
del fuoco, del soccorso
pubblico e della difesa civile
e' istituito un Comitato
tecnico regionale per la
prevenzione incendi, quale
organo tecnico consultivo
territoriale sulle questioni
riguardanti la prevenzione
degli incendi. Il Comitato
svolge in particolare i
seguenti compiti:
27
Decreto Legislativo 8 marzo 2006 - 139

Art. 22.
Comitato tecnico regionale per la prevenzione incendi
su richiesta dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco,
esprime la valutazione sui progetti e designa gli esperti per
l'effettuazione delle visite tecniche, nell'ambito dei procedimenti
di rilascio del certificato di prevenzione incendi riguardanti
insediamenti industriali ed attivita' di tipo complesso;
esprime il parere sulle istanze di deroga all'osservanza della
normativa di prevenzione incendi inoltrate in relazione agli
insediamenti o impianti le cui attivita' presentino
caratteristiche tali da non consentire il rispetto della
normativa stessa.
28

Art. 21.
Comitato centrale
tecnico-scientifico per
la prevenzione incendi

Nell'ambito del
Dipartimento e' istituito
il Comitato centrale
tecnico-scientifico per la
prevenzione incendi,
quale organo tecnico
consultivo e propositivo
sulle questioni
riguardanti la
prevenzione degli
incendi. Il Comitato
svolge in particolare i
seguenti compiti:
29
Decreto Legislativo 8 marzo 2006 - 139

Art. 22.
Comitato tecnico regionale per la prevenzione incendi
Fino all'emanazione da parte delle regioni della
disciplina per l'esercizio delle competenze
amministrative in materia di incidenti rilevanti ai sensi
dell'articolo 72 del decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 112, il Comitato, nella composizione integrata
prevista dall'articolo 19 del decreto legislativo 17
agosto 1999, n. 334, provvede a svolgere l'istruttoria
per gli stabilimenti soggetti alla presentazione del
rapporto di sicurezza indicati nell'articolo 8 dello
stesso decreto legislativo n. 334 del 1999 ed a
30
formulare le relative conclusioni.

Art. 21.
Comitato centrale
tecnico-scientifico per
la prevenzione incendi

a) concorre
all'elaborazione e
esprime il parere
preliminare sulle
norme tecniche e
procedurali di
prevenzione incendi
e su ogni altra
questione inerente
alla prevenzione
incendi ad esso
rimessa;
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Scarica

Certificato di prevenzione incendi