NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
... con la stessa
curiosità che lo ha
accompagnato
nelle sue scoperte
...
CREDITI
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA: docente di riferimento Silvana Onofri.
PFI-1,2,3,4: Laboratorio Didattico di Archeologia Nereo Alfieri e classe IV A del corso integrato
Beni Culturali / Archeologia, liceo classico “L. Ariosto” Ferrara. Docente di riferimento: Silvana
Onofri. Docenti collaboratori: Anna Bazzanini, Cristina Carrà con Ariosto Verde, Paola Correggioli,
Ruggero Lunghi, Cinzia Solera.
Si ringraziano per la consulenza scientifica e per la collaborazione:
Arch’è, Associazione Culturale “Nereo Alfieri”;
Chiara Guarnieri, Dir. Archeologo coord. Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna;
Elena Leone, archeologo professionista;
Alain Rosa, operatore archeologo Soprintendenza dell’Emilia Romagna;
Francesco Scafuri, dirigente del Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara;
Giovanni Santarato, professore associato di indagini geofisiche, Università degli Studi di Ferrara
Carmela Vaccaro, professore associato di petrografia, docente di Archeometria, Università degli
Studi di Ferrara.
Cecilia Vallini, archeologo professionista.
PFI-5,6: Classe II A, indirizzo classico linguistico”G. Bassani” dell’Istituto “R
Brindisi”. Docente referente: Cinzia Soffritti. Ha collaborato Raffaele Araneo.
Si ringrazia per la consulenza e la collaborazione il dott. Aniello Zamboni, studioso di storia di
Comacchio e del Delta del Po
Gli Istituti alberghieri “O.Vergani” di Ferrara e “R. Brindisi”di Comacchio provvedono ai cestini con
prodotti locali e/o a una degustazione di piatti tipici. Docenti referenti: Maura Tortonesi e Cinzia
Soffritti
PFI 1. PRIMA GIORNATA
Archeologia sperimentale negli orti e giardini del Palazzo di Castello -Sacrati
L’intera giornata prevede attività pratiche di archeologia sperimentale nel Laboratorio
Didattico di Archeologia “Nereo Alfieri” del Liceo Ariosto, uno spazio attrezzato di
5.000 mq. immerso nel verde. Situato sugli orti e giardini di Palazzo di Castello Sacrati,
è intitolato all’archeologo che ha diretto gli scavi della città etrusca di Spina.
LABORATORIO
DI ARCHEOLOGIA
ATTIVITA’ DI LABORATORIO
MATTINA:
Accoglienza all’Ariosto: presentazione delle sei giornate e distribuzione del
materiale didattico.
Intervallo: Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma.
Laboratorio di archeologia sperimentale: ricognizione, triangolazione,
catalogazione reperti.
Pranzo sul campo: l’alimentazione dell’archeologo. (cestino Vergani)
POMERIGGIO
Laboratorio di archeologia sperimentale: scavo, flottazione, documentazione
grafica e fotografica.
Impariamo divertendoci: Orienteering archeologico.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre
stelle, prima colazione.
Ariosto di sera:
Proiezione di un Powerpoint in cui gli ospiti sono i protagonisti delle attività
della giornata.
In alternativa: proiezione dei filmati: Il mestiere dell’Archeologo o Archeologi in
campo, Fuoriclasse - Rai Edu- MIUR- girati nel laboratorio di archeologia del
Liceo Ariosto .
RICOGNIZIONE TERRITORIALE
http://www.liceoariosto.it/identità/progetto/lda
TRIANGOLAZIONE
QUADRETTATURA
RIDUZIONE IN SCALA
http://arche.ferrara.googlepages.com
SIMULAZIONE DI SCAVO
DOCUMENTAZIONE GRAFICA
PULITURA DEL SITO
PULITURA DEI REPERTI
http://arche.ferrara.googlepages.com/ attività/lda
RIELABORAZIONE
VISITA GUIDATA AL LABORATORIO
FOTO ARCHEOLOGICHE
INTERVALLO: COSA MANGIAMO?
Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma
Nei distributori della scuola sono
presenti diversi prodotti
 frutta e macedonia
 insalata pronta, lavata e solo
da condire
 yogurt
 latte al cioccolato
 succhi e passati di frutta
 panini imbottiti freschi
E’ importante mangiar sano perché
 non mi vengono i brufoli
 le proteine sono importanti
per la massa muscolare e
faccio l’effetto del macho
 sto in linea saziandomi
 le vitamine proteggono e
mantengono sana, liscia e
vellutata la pelle
 rimango in forma ed in salute
 prevengo tumori ed
arteriosclerosi
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
orienteering archeologico
L’orienteering, o corsa di orientamento, è
una prova a cronometro in terreno vario in
cui il concorrente, con carta e bussola,
deve raggiungere il traguardo passando
per una serie di punti di controllo
(lanterne) da raggiungere nell’ordine e nel
numero dato.
Il tracciato di gara è stampato con
colore rosso sulla carta ed è
formato da:
indica il punto di partenza;
indica i punti di controllo;
indica i punti di arrivo.
Strumenti: bussola, testimone,
lanterna, punzonatrice, cartina muta.
PFI 2. SECONDA GIORNATA
Archeologia tra giardini veri e dipinti: dagli Spineti agli Estensi
In bicicletta visiteremo i
musei archeologici
cittadini che testimoniano
la presenza degli antichi
sul territorio, gli etruschi al
museo Archeologico
Nazionale, i romani al
Civico lapidario, ma anche
monasteri, delizie e
dimore signorili che, tra
orti e giardini veri o dipinti,
ci permettono di
ricostruire aspetti di vita
all’epoca degli Estensi.
PFI-2. PERCORSO DI VISITA
in bicicletta
MATTINA:
1. Museo Archeologico Nazionale: i reperti di Spina nella dimora di Ludovico il Moro; il
labirinto ricostruito e la corte dipinta nella Sala del Tesoro.
2. S. Antonio in Polesine: il monastero di Beatrice D’Este e il “miracolo nel chiostro”.
3. Casa Romei: Polissena d’ Este e il giardino in una stanza; le ricche ceramiche delle
monache.
4. Sosta pranzo al punto di ristoro nel giardino di Schifanoia (cestino Vergani).
POMERIGGIO:
5. La delizia di Schifanoia, Borso d’Este e i giardini dipinti del Salone dei mesi.
6. I Romani al Civico Lapidario.
7. La palazzina Marfisa e la loggia del giardino.
8. Cena con degustazione di piatti tipici punto di ristoro Principessa Pio ; pernottamento in
ostello o albergo a tre stelle, prima colazione.
8. Ariosto di sera: proiezione di Il ritrovamento di Spina di C. Bornazzini.
1. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DETTO DI SPINA
Situato nel Palazzo Constabili, un prestigioso edificio rossettiano, ospita una
delle più importanti raccolte di ceramiche attiche del mondo provenienti dalle
necropoli di Valle Pega e di Valle Trebba, frutto delle campagne di scavo a
Spina, alcune delle quali dirette da Nereo Alfieri
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara
1. PALAZZO COSTABILI E IL CIELO IN UNA STANZA
Palazzo Constabili,progettato
da B. Rossetti forse per ospitare
Ludovico il Moro, presenta, al di
là del loggiato del cortile, un
giardino con un labirinto
manierista su cui apre la sala
del Tesoro. Affrescata da
Benvenuto Tisi di Garofalo è
uno spaccato della vita di corte.
Dalla terrazza si sporgono
personaggi della corte Estense:
Beatrice, sposa di Ludovico con
la sorella Isabella, tra putti,
scimmiette, giardini, tappeti e,
soprattutto strumenti musicali
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/ferrara_sala_tesoro.htm
2. Sant’ Antonio in Polesine, il monastero di Beatrice II
d’Este e il “”miracolo” nel chiostro
Il monastero di Sant’Antonio in Polesine si
trovava su di un’isola del vecchio corso del Po e
ospita, sin dal 1257, una comunità Benedettina di
clausura fondata dalla Beata Beatrice II
D’Este. Il monastero, che accoglieva soprattutto
fanciulle di nobili famiglie, è dotato di ampi
spazi ortivi e di un chiostro dove ogni anno
avviene un“miracolo: la Sacra Pietra che copriva
l’antica sepoltura di Beatrice , da ottobre a marzo,
trasuda le” lacrime della Beata”, acqua con
proprietà ritenute miracolose.
http://www.frara.it/arte_in_provincia/monastero_sant_antonio_6. htm
3. Casa Romei: Polissena d’Este e il giardino in una stanza.
Le ricche ceramiche delle monache.
La casa che Giovanni Romei costruì a Ferrara nel XV
secolo, ampliandola e arricchendola nel
corso del tempo, rappresenta un classico esempio di
dimora signorile in età ducale. Nel 1483 la casa fu
donata alle Clarisse dell’adiacente convento del
Corpus Domini e ha ospitato anche Lucrezia Borgia.
Dal cortile d’onore, frutto dell’unione di elementi
medievali con altri rinascimentali, , si
accede a destra ad una sala che ospita una parte
delle ricche ceramiche delle monache di
nobili famiglie, provenienti da recenti scavi
effettuati nel monastero di S. Antonio in Polesine.
Il giardino in una stanza
La sala delle Sibille è stata affrescata in occasione del
matrimonio di Polissena d’Este con Francesco Romei
e fornisce un esempio di raffinato giardino cortese.
Dodici Sibille vestite con abiti di foggia
quattrocentesca, spiccano su di uno sfondo costituito
da una spalliera di rose che, sostenuta da una
semplice recinzione di canne, cresce dal terreno
erboso svolgendosi lungo le quattro pareti della
stanza.
Le piante e frutti riconoscibili appartengono, come
nei viridari estensi, sia a specie comuni, che rare ed
esotiche. Accanto a meli, peri, nespoli, noccioli,
pistacchi, cornioli appaiono palme da dattero, agrumi
ed il lazzeruolo proveniente dalla Spagna e dall’Africa.
http://soprintendenzaravenna.beniculturali.it/index.php?it/128/museo-di-casa-romei
5. Gli Estensi e la delizia di Schifanoia
BORSO D’’ESTE
http://www.comune.fe.it/musei-aa/schifanoia/skifa.html
http://www.castelloestense.it/castello/delizie
Palazzo Schifanoia, eretto nel
1385 per volere di Alberto V
d'Este, era una Delizia destinata
a rappresentanza e, come
testimoniato dal toponimo, a
schivare la noia ).
Sotto Borso d'Este (1451-1471)
l'architetto Pietro Benvenuto degli
Ordini amplia il palazzo che viene
dotato di un imponente portale
marmoreo, sovrastato
dal grande stemma estense e
dall'Unicorno, a ricordo delle
bonifiche volute dal Duca e il
Salone dei mesi, dipinto dai pittori
dell’Officina ferrarese, propaganda
il buon governo del Signore.
Edificio di primaria importanza per
la storia dell'architettura e della
pittura ferrarese del '400, ospita il
Museo Civico di Arte Antica,
mentre quello che resta degli
antichi giardini è adibito a un
punto di ristoro.
5. Borso e gli orti e i giardini dipinti del Salone dei mesi
Nel Mese di Aprile, il trionfo di
Venere su Marte, inginocchiato
ai suoi piedi, appare ricco di
riferimenti botanici carichi di
significati simbolici.
La dea ha il capo cinto da un
serto di rose rosse e bianche
che simboleggiano l’amore e
porta in mano garofani rossi,
un'arancia amara e una mela
cotogna, con significato di
fertilità.
In un locus amoenus, che
rievoca il giardino cortese,
tipico delle delizie, gli
innamorati tengono tra le
mani i fiori cari a Venere e, tra
i melograni e cespugli di
mirto, i numerosi conigli
alludono alla fecondità della
terra.
http://www.italica.rai.it/rinascimento/parole_chiave/schede/schifan.htm
6. I Romani al Civico Lapidario
Il lapidario Civico è situato
nella chiesa sconsacrata di
Santa Libera, attigua a
Palazzo Schifanoia.
Espone sarcofagi, epigrafi,
cippi, stele provenienti dal
territorio di dominazione
romano.
Tra i pezzi più significativi
si segnalano la stele con le
effigi dei Cesii, del I secolo
a.C., ritrovata nel giardino
della Delizia di Belriguardo e l
il sarcofago di Annia Faustina,
ritrovato nel sito romano di
Voghenza.
Per superare le difficoltà di
approccio con un museo
epigrafico di complessa lettura
e promuoverne la conoscenza
presso tutte le scuole di
ordine e grado della provincia,
i Musei di Arte Antica di
Ferrara hanno realizzato, con il
contributo della Regione
Emilia Romagna, una Cartella
Didattica contenete materiale
informativo a più livelli
destinato agli insegnanti e agli
allievi da utilizzare in classe e
durante la visita al Museo.
http://musei2.educ.uniroma3.it/musei/convegni/incontri/tel/mgul.htm
7. La Palazzina Marfisa
Marfisa d’Este
IL MITO
la Palazzina Marfisa D’Este fu
costruita a partire dal 1559 per
volere del Marchese Francesco
d’Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia
Borgia. Dal 1578 passò in eredità alla
figlia di Francesco, Marfisa, amante
delle arti e protettrice di Torquato
Tasso.
A sinistra della palazzina su di un
antico giardino segreto si apriva la
"Loggia degli Aranci". E’ un ambiente
porticato con la volta decorata a
tralci di vite con uccellini e animali e
veniva utilizzato come serra e come
luogo di spettacoli. si dice che il
Tasso vi abbia rappresentato, in
onore della bella dama di cui era
sincero ammiratore, lo sua
«Aminta». L’adiacente "Sala della
Loggia"è’ decorata da un’ampia
fascia con scene di caccia e di pesca
che in alcuni squarci riecheggiano il
paesaggio ferrarese.
http://www.fondazionecarife.it/rivista/n°5
PFI-3. TERZA GIORNATA
PFI
TERZA
GIORNATA
Archeologia
tra il3.
verde
– Dagli
Estensi ai legati Pontifici
trekking urbano
La giornata prevede un trekking
archeologico- naturalistico sulle
mura degli Estensi e dei Papi, tra
scavi e spazi espositivi alternativi.
La visita al Castello Estense con la
sua storia, i miti e le leggende ci
preparerà a agli apparati di
Cristoforo da Messisbugo il conte
Palatino, scalco ducale, alla cucina
degli Estensi e al Palio di S. Giorgio.
Palio
http://www.paliodiferrara.it/
PFI-3. PERCORSO DI VISITA
MATTINA:
1.Trekking sulle mura della città: le mura estensi: archeologia tra i giardini
ducali.
2. Visita al cimitero ebraico.
3. Sosta pranzo nel punto di ristoro dell’azienda Agricola Principessa Pio.
POMERIGGIO:
4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino” tra storia e
leggenda.
5. Il Castello Estense e la casa d’Este, un percorso tra imbarcaderi, cucine,
cappelle e giardini e gli affreschi riflessi negli specchi di Gae Aulenti.
6. Palazzo Pendaglia: la cucina degli estensi, lo scalco ducale Cristoforo da
Messisbugo e gli apparati. Degustazione di piatti locali presso l’Istituto o in
ristorante convenzionato.
Spettacolo dei figuranti del Palio.
PF I 3. Trekking urbano
Le mura estensi: archeologia tra i giardini ducali
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA
TREKKING URBANO
Dal Torrione del Barco a Porta Paola
Km 5
PF I. NEREO ALFIERI
ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
Scuole in rete
LICEO CLASSICO STATALE “L. Ariosto”- Ferrara
IPSSCT, IPSSAR “R. Brindisi”
LICEO CLASSICO-LINGUISTICO “G. Bassani" - Lido degli
Estensi – Comacchio
IPSSAR, “O. Vergani” - Ferrara
Laboratorio didattico di Archeologia Nereo Alfieri
classe IV A Liceo classico Ariosto
AssociazioneculturalenereoAlfieri
LE MURA ESTENSI
ARCHEOLOGIA TRA I GIARDINI DUCALI
vallo esterno allagato
torrione del Barco
dal vallo esterno a quello interno
camminamento di ronda e fuciliera
vallo esterno e doccione di S. Rocco
terrapieno interno
cannoniera
fuciliera
garitta
baluardo di S. Antonio
feritoia
LE PORTE DELLE MURA
Porta S. Pietro
Porta degli Angeli
Porta San Giovanni
Porta Paola
Prospettiva della Giovecca
4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino”
treppiedi
Ceramica graffita
biscotto
Lo scavo archeologico realizzato prima della
costruzione del Residence “Il Chiozzino” , ha
portato in luce un imponente scarico di
ceramiche e di scarti di lavorazione riferibili
ad una fornace attiva attorno al XVII secolo.
Accanto a questa testimonianza sono stati
rinvenuti altri indizi che indicano la presenza
di ulteriori attività, come la lavorazione dei
metalli. Presso lo stesso residence, è stata
allestita una singolare esposizione di alcuni
oggetti rinvenuti nel corso degli scavi.
Pannelli didattici forniscono dati esaurienti sul
contesto urbano e sulle attività lavorative. Le
bacheche del Chiozzino sono dotate di un
efficiente sistema di allarme collegato con
l’istituto di vigilanza.
Ceramica inveriata
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/chiozzino_fe/chiozzino_97.htm
5. Ferrara e il suo castello
Giardino pensile detto
degli aranci
Nicolò II
L'imponente fortezza al centro della città, simbolo degli Estensi, Fu fatta innalzare nel
1385 da Nicolò II° d'Este a protezione dagli attacchi esterni. Circondato da un fossato
alimentato dall’antico Cavo del Duca su progetto dell'architetto di corte Bartolino da
Novara, la nuova costruzione venne munita di ben quattro torri angolari congiunte fra
loro da cortine murarie. Per diversi decenni il castello fu solo una potente macchina
militare, fino a quando, a partire dal 1450, venne progressivamente trasformato in
dimora signorile e spazio per la corte,con continui abbellimenti interni ed ampliamenti.
http://www.castelloestense.it/
Le prigioni: Ugo e Parisina
Ugo d’Este
Parisina Malatesta
Le prigioni del Castello erano destinate a
personaggi i d’alto rango o, comunque,
prigionieri sui quali gli Estensi intendevano
assicurasi una particolare sorveglianza.Negli
interrati delle torri è possibile ancora oggi
scorgere, graffite sui mattoni delle pareti, le
scritte tracciate dai reclusi a memoria della
loro infelice sorte.
Queste segrete, come ricordano le cronache
antiche, furono teatro della tragica fine di
Ugo e Parisina, i giovani amanti decapitati in
fondo alla Torre Marchesana. Erano
rispettivamente figlio e moglie del marchese
Nicolò III, entrambi ventenni quando, nel
1425, vennero condotti al patibolo.
Si legge nel Diario Ferrarese di anonimo:
«MCCCCXXV, del mese de Marcio, uno
luni, a hore XXIIII, fu taiata la testa a
Ugo,figliolo de lo illustre marchexe Nicolò
da Este, et a madona Parexina, che era
madregna de dictoUgo;et questo perché
lui havea uxado carnalmente con lei. […] Et f
urono morti in Castel Vechio, in la Tore
Marchexana: et la nocte furno portati suxo una
careta a Sancto Francesco et ivi furno sepulti».
http://www.parente.fe.it/maria_teresa_mistri/ferrara/fatti_miracoli_leggende/index.htm
Cristoforo da Messisbugo, scalco ducale e le cucine
Oriundo dalle Fiandre, Cristoforo viene nominato
Conte Palatino da Carlo V e sposa una nobile
ferrarese.
Al servizio di Alfonso I ed Ercole II d’Este,
organizzava splendidi convivi da lui descritti in
Banchetti,compositioni di vivande, et apparecchio
generale. testo che fornisce notizie dettagliate sui le
consuetudini alimentari della corte e sugli apparati
delle scenografiche feste e banchetti.
Alla sua morte viene sepolto nel monastero estense
di Sant'Antonio in Polesine.
Si attribuisce a lui la tipica forma
della coppia ferrarese, il pan ritorto
http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/cucine.html
http://www.cookaround.com/cucina/lastoria/messisbugo.html
I giochi riflessi negli specchi di Gae Aulenti
Alla ricerca dei giochi
degli Estensi
Il Cesto (pugilato)
Il Giochi degli Otri
Il Combattimento
Gladiatorio
Il Telesiaco
Il Gioco dei Birilli
Il Gioco della Trottola
►
►
►
pugilato
►
►
►
Il Gioco della Fionda
La Lotta
La Pesca
La Musica
Il Gioco della Palla
nel Cerchio
Il Gioco della
Racchetta
Il Girotondo
►
►
►
►
►
►
►
trottola
Allestimento di Gae Aulenti
http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/salettagiochi.html
PFI 4. QUARTA GIORNATA
Tra Necropoli romane e Delizie estensi
Visiteremo la necropoli romana di Voghenza e la Delizia di Belriguardo
dove, nella sala della Vigna, un interessante percorso didattico ci permette
di seguire le fasi di lavorazione della tipica ceramica ferrarese.
Ci si sposterà poi alla delizia del Verginese immersa nel verde, eccezionale
esempio di restauro vegetazionale del brolo e seguiremo l’affascinante
storia, dal ritrovamento all’esposizione, del sepolcreto dei Fadieni.
PFI-4. PROPOSTA DI PERCORSO
MATTINA:
1. I romani sul territorio: la necropoli romana di Voghenza e un percorso
espositivo accessibile ai non vedenti nel Museo Civico.
2. La delizia di Belriguardo e le ceramiche ferraresi nella sala della Vigna.
Tecniche di lavorazione della ceramica ferrarese: dalla lavorazione dell’argilla
all’opera finita.
3. Sosta pranzo all’ Agriturismo Ai due Laghi del Verginese e la storia del
ritrovamento del sepolcreto dei Fadieni.
POMERIGGIO:
4. Il Verginese, una delizia extraurbana tra storia e leggenda: Alfonso I e Laura
Eustochia Dianti.
5. Un esempio di archeologia vegetazionale: il brolo del Verginese e il suo
ripristino.
6. I Fadieni: dal ritrovamento alla museazione attraverso testimonianze
dirette.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre
stelle ai Lidi di Comacchio, prima colazione.
1. La necropoli romana di Voghenza e la delizia di
Belriguardo
La delizia, fatta costruire dagli Estensi a partire
dal 1435, ospita il Museo Civico di Belriguardo.
Al suo interno sono conservati reperti di epoca
romana (I a.C. I d.C.) provenienti dalla vicina
necropoli di Voghenza.
La sala della Vigna, così denominata dagli
affreschi cinquecenteschi che ne decorano il
soffitto, offre un percorso didattico corredato da
pannelli sui metodi di lavorazione della
ceramica ferrarese.
Fasi di realizzazione di una fiasca da pellegrino
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/area.htm
2. La delizia del Verginese e il brolo recuperato
Alfonso I
Laura Dianti
La Delizia del Verginese era un luogo di distrazione e otium, che i Duchi d’Este vollero per il
loro piacere nelle campagne intorno a Ferrara. La vita di corte si svolgeva fra feste e simposi
letterari ed il giardino ne era una parte importante. Precisi canoni estetici scandivano lo spazio
del brolo (orto-giardino) e lo trasformavano in simbolica rappresentazione del mondo. Quello
del Verginese è stato appena restaurato e con l’aiuto dei repertori botanici degli erbari estensi
vi sono stati impiantati alberi da frutto e fiori di varietà antiche. La Delizia del Verginee era
proprietà di Alfonso I d’Este, che nel 1534 lo donò a Laura Dianti, ventenne figlia di un umile
berrettaio, che aveva saputo far dimenticare al Duca il lutto per la morte della moglie Lucrezia
Borgia. Fu lei a trasformare il Verginese in una “delizia”.
www.fondazionecarife.it/rivista/n°24
3. I Fadieni: storia di una scoperta, dal ritrovamento casuale
all’esposizione
Il pavimento disegnato
Negli spazi interni della delizia è allestita
l’interessante mostra “I Fadieni” che
espone i risultati di una scoperta,
avvenuta casualmente nel 2002, a cui
fece seguito un’indagine archeologica
che portò alla luce la necropoli dei
Fadieni, una famiglia del luogo
imparentata con la Gens Valeria.
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/gambulaga.htm
PFI 5. QUINTA GIORNATA
Comacchio è il centro più originale ed affascinante del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna
Il Parco possiede caratteristiche territoriali ed ecologiche che lo rendono unico nel suo genere. Copre
infatti una superficie complessiva di oltre 52.000 ettari di aree considerate tra le più ricche di
biodiversità. Esso comprende la parte meridionale dell’attuale Delta padano, il “delta storico”, e un’
ampia porzione di zone umide collocate più a sud, di grande pregio dal punto di vista naturalistico.
Si estende dal ramo del Po di Goro a Nord, alle Saline di Cervia a Sud, per oltre 60 km, lungo la Costa
Adriatica delle province di Ferrara e Ravenna.
►
►

►

►

►
Il territorio del Parco è
ripartito in sei stazioni,
tre di queste sono indicate
nella cartina qui a fianco e
fanno parte dei nostri
itinerari:
Stazione n.1 :
Volano- Mesola-Goro
Stazione n.2 :
Comacchio centro storico
Stazione n.3 :
Valli di Comacchio e la
Salina
PF I- 5. PROPOSTA DI PERCORSO
trekking e birdwatching
MATTINA:
Accoglienza al R. Brindisi.
Visita al centro storico di Comacchio, tra gli “usci senza porta” e le ”stalie”.
Ospedale degli Infermi: visita alla mostra Genti del Delta o, dall’ottobre 2007, del
Museo delle Culture Umane del Delta del Po.
Museo del Carico della nave romana.
Sosta pranzo: la cucina delle valli presso l’Istituto alberghiero R. Brindisi o cestino.
POMERIGGIO:
Visita didattica alla salina di Comacchio. Dalla Stazione da pesca Foce, a piedi
( trekking per circa 3 km e birdwatching), si prende l’argine di grande suggestione
verso Valle Fattibello, fino alla Torre Rossa, per arrivare alla Salinetta e al centro
operativo.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre
stelle, prima colazione
Comacchio e l’archeologia urbana
L’anguilla
I mercenari del sale
COMACCHIO
http://www.comune.comacchio.fe.it/
www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/scavi
Attualmente sono in corso, nella
Comacchio medioevale, nella zona
antistante il Duomo, scavi archeologici
relativi allo studio e conoscenza delle
fasi altomedievali e tardoantiche
dell’insediamento e delle infrastrutture
commerciali. Gli scavi sono co-diretti
dal Soprintendente Luigi Malnati e dal
Professor Sauro Gelichi dell’università
di Venezia, in collaborazione con
l’Amministrazione Comunale
Nereo Alfieri e gli scavi di Spina
Dopo le opere di bonifica della Valle Trebba, iniziate a partire dal 1919, si ha notizia dei primi
ritrovamenti ascrivibili alla necropoli di Spina fin dal 1920, ma fu nel 1922 che la Regia
Soprintendenza agli Scavi e ai Musei avviò le indagini archeologiche. In Valle Trebba furono
trovate 1213 tombe.
Gli scavi furono riaperti nel 1953. il Professore Nereo Alfieri già da quell’anno, prima sotto la
direzione di Arias, poi come nuovo direttore degli scavi, volge la sua attenzione alle due
necropoli spinetiche: Valle Trebba, e quella che viene scoperta proprio nel 1953, Valle Pega,
portando alla luce oltre 2800 tombe.
Egli può far rivivere sul terreno ciò che gli hanno trasmesso le fonti…
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/comunicati_stampa/ferrara
Spina tra storia e leggenda: dai
Pelasgi
al mito di Fetonte
La fondazione di Spina è
attribuita, nelle fonti antiche
greche – Ecateo di Mileto
(seconda metà VI secolo
a.C.), Dionigi di Alicarnasso (I
secolo a.C.) – ai Pelasgi,
popolazione pregreca che si
era
stanziata,in
un’epoca
mitica, prima in Argolide e
poi in Tessaglia.
Un’altra fonte, ripresa da
Plinio il Vecchio (Storia
Naturale.
III,
115-122),
autore latino del I secolo d.C.,
ne attribuisce la fondazione
all’eroe greco Diomede. I
documenti che ci parlano di
Spina sono di epoca romana.
Il geografo Strabone, vissuto
durante l’impero d’Augusto,
riporta che
“[…] a Delfi suole mostrarsi il
tesoro del abitanti di Spina,
ed altre cose si è soliti
raccontare intorno ad essi,
cioè di un popolo una volta
potente sul mare […]”
….tra i miti, la storia più nota è quella che narra la tragica corsa attraverso il
cielo dello sfortunato Fetonte, figlio del Sole. Il giovane si pose alla guida del
cocchio di fuoco e, essendo inesperto, si trovò ben presto in difficoltà, perse il
controllo dei cavalli e il carro uscì dalla sue rotta bruciando cielo e terra. Giove
intervenne e con un fulmine sbalzò Fetonte dal carro. Il suo corpo precipitò
nel fiume Eridano, in seguito chiamato Po. Le sorelle, le Eliadi, lo piansero
tanto che gli dei, impietositi, le trasformarono in pioppi…. ( Ovidio,
Metamorfosi II )
Museo della Nave romana di Comacchio
►
►
E’ stato allestito e aperto
all’inizio del 2001.
l’edificio ristrutturato fa
parte dell’antico
complesso industriale di
Palazzo Bellini, destinato a
magazzini e alla
marinatura delle anguille e
del pesce di valle. Una
parte del museo inoltre si
trova in alcune stanze
delle carceri mandamentali
di epoca estense.
I reperti sono esposti in
due sale.
http://www.comune.comacchio.fe.it/.htm
Museo delle Culture Umane del Delta del Po
•
•
•
IL contenitore: l’Ospedale degli innocenti è una
preziosa testimonianza, l’unica a Comacchio, del
Neoclassicismo, fu eretto tra il 1778 e il 1784 su
volere di papa Clemente XIV.
Fu inaugurato nel 1814 e, non più rispondente
alle mutate esigenze, cessò la propria attività nel
1976.
E’ un interessante esempio di restauro
conservativo, oggi istituto museale, Museo delle
Culture Umane del Delta del Po che ospita
attualmente la mostra “ Genti del Delta, da
Spina a Comacchio”
La salina di Comacchio e le Valli

Le

Origine delle Valli: la loro
Valli di
Comacchio sono il più
vasto specchio d’acqua palustre
d’Italia e si estendono
attualmente per più di 11.000
ettari.
origine è da far risalire all’epoca
medioevale, quando la
deviazione dei rami deltizi del Po
provocò il blocco della
deposizione di sedimento e la
zona iniziò ad abbassarsi per il
naturale effetto della
subsidenza. L’acqua marina poté
così penetrare nelle Valli,
assieme all’acqua dolce portata
dalle piene del fiume Reno. Le
bonifiche hanno ridotto il
comprensorio vallivo dagli
originari 40.000 agli attuali
13.500. che ricomprendono
anche i bacini situati più a nord
rispetto alle Valli di Comacchio,
Valle Nova, Cantone e Bertuzzi.
Le valli di Comacchio, formate da acqua
salmastra dalla salinità molto
accentuata, rappresentano un
importante biotopo di zona umida ad
acqua salmastra, costituito da
vegetazione alofila dichiarato di
interesse internazionale, in base alla
convenzione di Ramsar del 1971.

•
•
•
•
►
►
Intorno alle Valli si è incentrata e sviluppata la
vicenda storica ed economica del territorio di
Comacchio; si tratta di un esempio pressochè
unico di integrazione tra l’ambiente naturale e
l’attività dell’uomo, dove la produzione del sale e
la pesca hanno sempre rappresentato le basi
economiche primarie alle quali era
prevalentemente legato l’artigianato locale
essendo quasi assente l’agricoltura e mancando
completamente il turismo. Queste ultime
componenti economiche si sono sviluppate quasi
contemporaneamente con l’affermarsi della
bonifica ed il prosciugamento di migliaia di ettari
di valle.
La Salina :
posta nell’angolo nord-est
delle Valli, è stata ricavata nell’antica foce
dell’Eridano, che fluiva a nord delle attuali
Valli di Comacchio. Per sua natura è suddivisa
in due porzioni:
una porzione orientale caratterizzata da
vasche di forma rettangolare in cui era fatta
evaporare l’acqua e veniva raccolto il sale;
una porzione occidentale, adiacente al nucleo
principale delle Valli di Comacchio, con bacini
di forma ed aspetto completamente naturale,
con rive sinuose e dossi emergenti utilizzati
per l’accumulo delle acque marine e la prima
evaporazione.
L’uso della Salina, di antichissima origine, si è
protratto fino ai giorni nostri ed è stato
interrotto nel 1984.
Da allora le caratteristiche della Salina sono
lentamente mutate
Dal 2001, la Salina è stata interessata dalla
realizzazione di un Progetto LIFE Natura che
aveva come scopo la conservazione e il
ripristino degli habitat tipici della salina.
Nel corso dell’estate 2005, è stato attivato
uno degli elementi più importanti dell’intero
progetto: una Salinetta di 4 ettari per la
produzione del sale. La funzione di questo
elemento è sia didattica che ecologica. Gli
studenti potranno osservare direttamente
diverse fasi dell’estrazione del sale che
costituisce un tratto importante della storia
locale.

Oltre che sulla produzione del sale, gli
studenti potranno concentrarsi su altri
importanti aspetti specifici della Salina,
quali la vegetazione alofila e il
birdwatching.

Rappresenta un sito di grande importanza a
livello europeo per la nidificazione di
Charadriformes ( avocetta, cavaliere
d’Italia, gabbiano corallino, fraticello…) e
per lo svernamento degli uccelli acquatici e
fanno parte della zona Ramsar “Valli di
Comacchio e specchi d’acqua limitrofi” e
della omonima Zona di Protezione Speciale.
Nella Salina è presente ormai da anni una
colonia nidificante, più di quattrocento
esemplari di Fenicottero, che costituisce
senza dubbio l’elemento naturalistico di
maggiore spettacolarità
http://www.scienzeonline.net/ambiente/salina-comacchio.html
PF I- 6. SESTA GIORNATA
Partendo dal centro di Mesola,
dopo una visita al Castello, il
percorso prosegue verso il
relitto di uno dei più antichi
cordoni dunosi dell’area
deltizia padana, le dune fossili
di Massenzatica, oggi riserva
naurale.
La giornata si conclude
seguendo un percorso a
cavallo, a ridosso delle dune
marine fino allo Scanno della
foce del Po di Volano, si
rientra percorrendo, a cavallo,
i sentieri della Pineta di
Volano.
PFI-6. PROPOSTA DI PERCORSO
trekking - cavallo
MATTINA:
Delizia estense del Castello della Mesola , costruita nel XVI secolo,
ospita il Centro di Documentazione ambientale.
Visita alle Sezioni del Centro dedicate ai principali ambienti naturali del
Delta: la spiaggia e la duna – la valle salmastra – la valle d’acqua dolce
– il bosco termofilo – il bosco igrofilo.
Trekking alle Dune fossili di Massenzatica. Le paleodune, la cui altezza
oscilla dai 2 agli 8 metri, ospitano una vegetazione di grande interesse.
Sosta pranzo con cestino R. Brindisi.
POMERIGGIO:
A cavallo tra pinete e lagune. Si percorre un itinerario a ridosso delle
dune marine fino allo Scanno della foce del Po di Volano. Si rientra
percorrendo i sentieri della Pineta di Volano.
PARTENZA
Mesola e il suo territorio
►
Prima del X secolo la
posizione
dell’abitato
di
Mesola era ancora occupata
dal mare. Solo in seguito alla
deposizione dei sedimenti dei
rami
di
foce
del
Po
l’avanzamento della linea
costiera
determinò
la
formazione di quest’area.
►
Il Po di Ariano (Po di Goro) ,
un ramo deltizio del Po che si
forma tra XIII e XVI secolo,
si articolava in due rami: a
nord il Po di Goro e a sud il Po
dell’Abate, tra questi era
compresa l’isola di Mesola.
►
L’isola
di
Mesola
originariamente apparteneva
a
varie
famiglie
della
Comunità di Ariano e nel
1490, con Ercole I d’Este,
passò alla Casa estense che
utilizzò
quest’area
per
trascorrere momenti di svago
e diletto come riserva di
caccia.
Dal 1578, per volere di
Alfonso II d’Este, iniziarono i
lavori per l’edificazione del
Castello, di una serie di
fabbriche e una cinta muraria
di nove miglia.
Castello Estense di Mesola
►
►
►



Il Castello Estense della Mesola ospita l’interessante Centro di Educazione Ambientale.
Realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Ferrara nel 1990, il Centro documenta gli
aspetti naturalistici più rilevanti del territorio del Delta, con particolare attenzione al
settore ferrarese.
Esso è articolato come segue:
Sezione geologica
Sezione sui principali ambienti naturali del Delta ( la spiaggia e la duna – la valle
salmastra – la valle d’acqua dolce – il bosco termofilo – il bosco igrofilo.
Sezione dedicata a mostre temporanee ed alla proiezione di audiovisivi
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/castellomesola.htm
Le Paleodune di Massenzatica
Le dune fossili di Messenzatica rappresentano il relitto di uno dei più antichi cordoni dunosi,
probabilmente di età pre-etrusca ( II millennio a.C.) dell’area deltizia padana. L’area, vasta
circa 50 ha, è riserva Naturale Regionale. L’orientamento dell’ asse principale è da nordovest a sud-est, direzione dell’antica linea di costa ( circa parallela all’attuale, ma più interna di
ben 12 km.),. Percorrendo le cime e gli avvallamenti delle Dune fossili si incontrano condizioni
microclimatiche ed ecologiche completamente differenti, condizioni che si riflettono sulle
tipologie vegetazionali
Felce
aquilina
Su proposta di Nereo
Alfieri, nel 1970, viene
promulgata una legge di
tutela delle dune di
Messenzatica, tratto
residuo del fascio
litoraneo etrusco, già
allora ampiamente
saccheggiato.
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/dunemassenzatica.htm
A cavallo tra lagune e pinete
Il percorso a cavallo si svolge nei pressi del Lago
delle Nazioni e nella Pineta di Volano.
Il Lago delle Nazioni, nei pressi della Valle Bertuzzi, è
un lungo e stretto bacino ricavato a scopo turistico e
sportivo dalla preesistente Valle di Volano. Si tratta di
un bacino artificiale di 140 ettari, la cui importanza
naturalistica è dovuta principalmente alle colonie
invernali di avifauna migrante.
La Pineta di Volano, è una pineta artificiale che si
estende su un cordone di dune recenti coprendo
170 ettari, boscati a pini marittimi e domestici.
In corrispondenza della foce del Po di Volano è ben
evidente una lingua di sabbia rivestita di
vegetazione: lo Scannone di Volano, un’isola deltizia
che venne unita alla terraferma da un argine all’inizio
del secolo scorso.
Lo Scannone e la pineta a ridosso della spiaggia
costituiscono un lembo significativo dell’antico
paesaggio costiero, insieme a ciò che resta della
foce.
Sulle orme degli Estensi tra terra e acqua
E’ COSTITUITO DA TRE PERCORSI FORMATIVI FLESSIBILI
personalizza il tuo percorso di visita e per il preventivo
rivolgiti a Zainetto Verde
IL PROGETTO
PF I- NEREO ALFIERI: ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PF II- GIORGIO BASSANI: IL GIARDINO CHE NON C’È
PF III- RICCARDO BACCHELLI: IL MULINO DEL PO
Scarica

Primo percorso. Nereo Alfieri: archeologia e territorio