NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
ANNO SCOLASTICO 2006-2007
... con la stessa
curiosità che lo ha
accompagnato
nelle sue scoperte
...
CREDITI
Anno scolastico 2006 – 07
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA
PFI-NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PFI-1,2,3,4: Laboratorio Didattico di Archeologia Nereo Alfieri e classe IV A Corso OFI Rif.PA 329-2007/Fe
“Percorsi integrati nell’istruzione liceale” L’archeologia urbana a Ferrara - I , liceo classico “L. Ariosto”
Ferrara.
Docente di riferimento: Silvana Onofri. Docenti coinvolti : Anna Bazzanini, Paola Correggioli, Cinzia
Solera. Ha collaborato il gruppo di lavoro Ariosto Verde.
Si ringraziano per la consulenza scientifica e per la collaborazione:
Arch’è, Associazione Culturale Nereo Alfieri;
Chiara Guarnieri, Dir. Archeologo coord. Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna;
Valentina Lapierre, comunicazione esterna Fondazione Carife;
Elena Leone, archeologo professionista;
Alain Rosa, operatore archeologo Soprintendenza dell’Emilia Romagna;
Francesco Scafuri, responsabile delle ricerche storiche, Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara;
Giovanni Santarato, professore associato di indagini geofisiche, Università degli Studi di Ferrara;
Carmela Vaccaro, professore associato di petrografia, docente di Archeometria, Università degli Studi di
Ferrara.
Cecilia Vallini, archeologo professionista.
PFI-5,6: Classe II A, indirizzo classico linguistico”G. Bassani” dell’Istituto “R Brindisi”. Docente referente:
Cinzia Soffritti. Ha collaborato Raffaele Araneo.
Si ringrazia per la consulenza e la collaborazione: Aniello Zamboni, studioso di storia di Comacchio e del
Delta del Po; Sauro Gelichi, docente di Archeologia Medievale, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del
vicino Oriente, Università Ca’ Foscari – Venezia.
Gli Istituti alberghieri “O. Vergani” di Ferrara e “R. Brindisi”di Comacchio provvedono ai cestini con
prodotti locali e/o a una degustazione di piatti tipici. Docenti referenti: Maura Tortonesi e Cinzia
Soffritti
PFI 1. PRIMA GIORNATA
Archeologia sperimentale negli orti e giardini del
Palazzo di Castello -Sacrati
L’intera giornata prevede attività pratiche di archeologia sperimentale nel Laboratorio
Didattico di Archeologia “Nereo Alfieri” del Liceo Ariosto, uno spazio attrezzato di
5.000 mq. immerso nel verde. Situato sugli orti e giardini di Palazzo di Castello Sacrati,
nel cuore dell’Addizione erculea, è intitolato all’archeologo che ha diretto gli scavi
della città etrusca di Spina.
ORTI E GIARDINI DEL PALAZZO DI CASTELLO -SACRATI
LABORATORIO
DI ARCHEOLOGIA
SVILUPPO URBANISTICO DI FERRARA E LE SUE MURA
Città lineare – sec. VIII-XI
Città murata - sec. XI -XIV
I Addizione di Niccolò II – 1386
II Addizione di Borso - 1451
III Addizione di Ercole I - 1492
Interventi successivi
Le mura di Borso. 1451
Le mura di Ercole I.
1493-1505
Le mura di Alfonso I.
1512-1518
Le mura di Alfonso II.
1575-1585
Le mura dei Papi, sec. XVII
PFI-1. LABORATORIO
MATTINA:
Accoglienza all’Ariosto: presentazione delle sei giornate e distribuzione di materiale
didattico.
Intervallo: Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma.
Laboratorio di archeologia sperimentale: ricognizione, triangolazione, catalogazione reperti.
Pranzo sul campo: l’alimentazione dell’archeologo (cestino Vergani).
POMERIGGIO
Laboratorio di archeologia sperimentale: scavo, flottazione, documentazione grafica e
fotografica.
Impariamo divertendoci: orienteering con caccia al tesoro.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello (l’ostello comunale adiacente
al liceo Ariosto, è attrezzato anche per accogliere classi e insegnanti e mette a disposizione
anche le biciclette) o albergo a tre stelle, prima colazione.
Ariosto di sera:
Proiezione di un Powerpoint in cui gli ospiti sono i protagonisti delle attività della
giornata.
In alternativa: proiezione dei filmati: Il mestiere dell’Archeologo o Archeologi in campo,
Fuoriclasse - Rai Edu- MIUR- girati nel laboratorio di archeologia del Liceo Ariosto .
ATTIVITA’
RICOGNIZIONE TERRITORIALE
TRIANGOLAZIONE
http://www.liceoariosto.it/identità/progetto/lda
QUADRETTATURA
RIDUZIONE IN SCALA
SURFACE
FLOTTAZIONE E SETACCIO
SIMULAZIONE DI SCAVO
http://arche.ferrara.googlepages.com
DOCUMENTAZIONE GRAFICA
PULITURA DEL SITO
PULITURA DEI REPERTI
http://arche.ferrara.googlepages.com/ attività/lda
VISITA GUIDATA
PANNELLI DIDATTICI
FOTO ARCHEOLOGICHE
INTERVALLO: COSA MANGIAMO?
Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma
Nei distributori della scuola sono
presenti diversi prodotti
 frutta e macedonia
 insalata pronta, lavata e solo
da condire
 yogurt
 latte al cioccolato
 succhi e passati di frutta
 panini imbottiti freschi
E’ importante mangiar sano perché
 non mi vengono i brufoli
 le proteine sono importanti
per la massa muscolare e
faccio l’effetto del macho
 sto in linea saziandomi
 le vitamine proteggono e
mantengono sana, liscia e
vellutata la pelle
 rimango in forma ed in salute
 prevengo tumori ed
arteriosclerosi
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
orienteering con caccia al tesoro
L’orienteering, o corsa di orientamento è
una prova a cronometro in terreno vario in
cui il concorrente, con carta e bussola,
deve raggiungere il traguardo passando
per una serie di punti di controllo
(lanterne) da raggiungere nell’ordine e nel
numero dato.
Il tracciato di gara è stampato con
colore rosso sulla carta ed è
formato da:
indica il punto di partenza;
indica i punti di controllo;
indica i punti di arrivo.
Strumenti: bussola, testimone,
lanterna, punzonatrice, cartina muta.
PFI 2. SECONDA GIORNATA
Archeologia tra giardini veri e dipinti:
dagli Spineti agli Estensi
In bicicletta visiteremo i
luoghi che testimoniano la
presenza degli antichi sul
territorio, gli etruschi al
museo Archeologico
Nazionale, i romani al
Civico lapidario, ma anche
monasteri, delizie e
dimore signorili che, tra
orti e giardini veri o dipinti,
ci permettono di
ricostruire aspetti di vita
all’epoca degli Estensi.
PFI-2. PERCORSO DI VISITA
in bicicletta
MATTINA:
1. Museo Archeologico Nazionale: i reperti di Spina nella dimora di Ludovico il Moro; il
labirinto ricostruito e la corte dipinta nella Sala del Tesoro.
2. S. Antonio in Polesine: il monastero di Beatrice D’Este e il “miracolo nel chiostro”.
3. Casa Romei: Polissena d’ Este e il giardino in una stanza; le ricche ceramiche delle
monache.
4. Sosta pranzo al punto di ristoro nel giardino di Schifanoia (cestino Vergani).
POMERIGGIO:
5. La delizia di Schifanoia, Borso d’Este e i giardini dipinti del Salone dei mesi.
6. I Romani al Civico Lapidario.
7. La palazzina Marfisa e la loggia del giardino.
8. Cena con degustazione di piatti tipici punto di ristoro Principessa Pio ; pernottamento in
ostello o albergo a tre stelle, prima colazione.
8. Ariosto di sera: proiezione di Il ritrovamento di Spina di C. Bornazzini.
1. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DETTO DI SPINA
CORREDI E MITI
Situato nel Palazzo Constabili, un prestigioso edificio rossettiano, ospita una delle più importanti
raccolte di ceramiche attiche del mondo provenienti dalle necropoli di Valle Pega e di Valle Trebba,
frutto delle campagne di scavo a Spina, alcune delle quali dirette da Nereo Alfieri
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara
1. IL LABIRINTO RITROVATO E IL CIELO IN UNA STANZA
IL CIELO IN UNA STANZA
IL LABIRINTO RITROVATO
Palazzo Constabili, progettato da
Biagio Rossetti forse per ospitare
Ludovico il Moro, è impreziosito da
un giardino con labirinto su cui
apre la sala del Tesoro. Gli affreschi
di Benvenuto Tisi di Garofalo che ne
decorano il soffitto, costituiscono
un eccezionale spaccato della vita di
corte. Dal balcone, tra alberi da
frutto, putti, scimmiette, preziosi
tappeti e strumenti musicali, si
affacciano i personaggi della corte
Estense tra cui Beatrice, sposa di
Ludovico e la sorella Isabella.
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/ferrara_sala_tesoro.htm
2. Sant’ Antonio in Polesine, il monastero di Beatrice II
d’Este e il “”miracolo” nel chiostro
LUCREZIA BORGIA
COME BEATRICE II
IL CHIOSTRO
Il monastero di Sant’Antonio in Polesine si trovava
su di un’isola del vecchio corso del Po ed è stato
annesso alla città con l’Addizione di Borso.
Ospita, sin dal 1257, una comunità Benedettina di
clausura fondata dalla Beata Beatrice II d’Este. Il
monastero, che accoglieva soprattutto fanciulle di
nobili famiglie, è dotato di ampi spazi ortivi e di un
chiostro dove ogni anno avviene un “miracolo”: la Sacra
Pietra che copriva l’antica sepoltura di Beatrice , da
ottobre a marzo, trasuda le” lacrime della Beata”, acqua
con proprietà ritenute miracolose.
http://www.frara.it/arte_in_provincia/monastero_sant_antonio_6. htm
3. Casa Romei: Polissena d’Este e il giardino in una stanza.
Le ricche ceramiche delle monache.
IL GIARDINO IN UNA STANZA
La casa che Giovanni Romei costruì a Ferrara nel XV secolo, ampliandola e
arricchendola nel corso del tempo, rappresenta un classico esempio di dimora
signorile. Dal cortile d’onore, frutto dell’unione di elementi medievali con altri
rinascimentali si accede alla sala delle Sibille, che, affrescata in occasione del
matrimonio di Polissena d’Este con Francesco Romei, fornisce un esempio di
raffinato giardino cortese dipinto.
Nel 1483 la casa fu donata alle Clarisse dell’adiacente convento del Corpus
Domini e ha ospitato anche Lucrezia Borgia. Attualmente è sede museale e,
in una sala sono esposti anche oggetti ricercati e preziosi provenienti dal
monastero di Sant’ Antonio in Polesine che accoglieva le più nobili fanciulle
della società estense.
http://soprintendenzaravenna.beniculturali.it/index.php?it/128/museo-di-casa-romei
5. Gli Estensi e la delizia di Schifanoia
Palazzo Schifanoia, eretto nel
1385 per volere di Alberto V
d'Este, era una “delizia” destinata
a rappresentanza e, come
testimoniato dal toponimo, a
schivare la noia ).
Sotto Borso d'Este (1451-1471)
l'architetto Pietro Benvenuto degli
Ordini amplia il palazzo che viene
dotato di un imponente portale
marmoreo, sovrastato
dal grande stemma estense e
dall'Unicorno, a ricordo delle
bonifiche volute dal Duca e il
Salone dei mesi, dipinto dai pittori
dell’Officina ferrarese,
propaganda il buon governo del
Signore.
Edificio di primaria importanza per
la storia dell'architettura e della
pittura ferrarese del '400, è sede
del Museo Civico di Arte Antica,
e una parte di quello che resta
degli antichi giardini ospita un
punto di ristoro.
http://www.comune.fe.it/musei-aa/schifanoia/skifa.html
http://www.castelloestense.it/castello/delizie
5. Borso e gli orti e i giardini dipinti del Salone dei mesi
BORSO D’ESTE
Nel Salone dei Mesi, Borso d’Este vuole propagandare i lavori agricoli che le bonifiche, da lui
attuate, hanno incentivato, ma la natura viene nobilitata anche con riferimenti al mondo classico.
Un esempio è il Mese di Aprile in cui il trionfo di Venere su Marte, inginocchiato ai suoi piedi,
appare ricco di riferimenti botanici carichi di significati simbolici. La dea ha il capo cinto da un
serto di rose rosse e bianche che alludono alll’amore e porta in mano garofani rossi, un'arancia
amara e una mela cotogna, con significato di fertilità. In un locus amoenus, che rievoca il giardino
cortese, tipico delle delizie estensi, gli innamorati tengono tra le mani i fiori cari a Venere e, tra i
melograni e cespugli di mirto, i numerosi conigli alludono alla fecondità della terra.
http://www.italica.rai.it/rinascimento/parole_chiave/schede/schifan.htm
6. I Romani al Civico Lapidario
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
Il lapidario Civico è situato nella
chiesa sconsacrata di Santa Libera,
attigua a Palazzo Schifanoia.
Espone sarcofagi, epigrafi, cippi,
stele provenienti dal territorio di
dominazione romana.
Tra i pezzi più significativi si
segnalano la stele con le effigi dei
Cesii, del I secolo a. C., ritrovata nel
giardino della Delizia di Belriguardo
e il sarcofago di Annia Faustina,
ritrovato nel sito romano di
Voghenza.
Per superare le difficoltà di approccio
con un museo epigrafico di
complessa lettura e promuoverne la
conoscenza presso tutte le scuole di
ordine e grado, i Musei di Arte
Antica di Ferrara hanno realizzato,
con il contributo della Regione Emilia
Romagna, una Cartella Didattica
contenete materiale informativo a
più livelli destinato agli insegnanti e
agli allievi da utilizzare in classe e
durante la visita al Museo.
http://musei2.educ.uniroma3.it/musei/convegni/incontri/tel/mgul.htm
7. La Palazzina Marfisa
La Palazzina Marfisa D’Este fu
Marfisa d’Este
IL MITO
costruita a partire dal 1559 per
volere del Marchese Francesco
d’ Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia
Borgia. Dal 1578 passò in eredità alla
figlia di Francesco, Marfisa, amante
delle arti e protettrice di Torquato
Tasso.
A sinistra della palazzina su di un
antico giardino segreto, si apriva la
"Loggia degli Aranci". E’ un ambiente
porticato con la volta decorata a
tralci di vite con uccellini e animali e
veniva utilizzato come serra e come
luogo di spettacoli. Si dice che il
Tasso vi abbia rappresentato, in
onore della bella dama di cui era
sincero ammiratore, lo sua
«Aminta». L’adiacente "Sala della
Loggia"è’ decorata da un’ampia
fascia con scene di caccia e di pesca
che in alcuni squarci riecheggiano il
paesaggio ferrarese.
http://www.fondazionecarife.it/rivista n°5/Antichi splendori...
PFI-3. TERZA GIORNATA
PFI
TERZA
GIORNATA
Archeologia
tra il3.
verde
– Dagli
Estensi ai legati Pontifici
trekking urbano
La giornata prevede un trekking
archeologico- naturalistico sulle
mura degli Estensi e dei Papi, tra
scavi e spazi espositivi alternativi.
La visita al Castello Estense con la
sua storia, i miti e le leggende ci
preparerà agli apparati di
Cristoforo da Messisbugo il conte
Palatino, scalco ducale, alla cucina
degli Estensi e al Palio di S. Giorgio.
Palio
http://www.paliodiferrara.it/
PFI-3. PERCORSO DI VISITA
MATTINA:
1.Trekking sulle mura della città: le mura estensi: archeologia tra i giardini
ducali.
2. Visita al cimitero ebraico.
3. Sosta pranzo nel punto di ristoro dell’Azienda Agricola Principessa Pio,
sugli antichi orti della Rotonda, la delizia della Montagnola.
POMERIGGIO:
4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino” tra storia e
leggenda.
5. Il Castello Estense e la casa d’Este, un percorso tra imbarcaderi, cucine,
cappelle e giardini e gli affreschi riflessi negli specchi di Gae Aulenti.
6. Palazzo Pendaglia: la cucina degli estensi, lo scalco ducale Cristoforo da
Messisbugo e gli apparati. Degustazione di piatti locali presso l’Istituto o in
ristorante convenzionato.
Spettacolo dei figuranti del Palio.
PF I 3. Trekking urbano
Le mura estensi: archeologia tra i giardini ducali
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA
TREKKING URBANO
Dal Torrione del Barco a Porta Paola
Km 5
PF I. NEREO ALFIERI
ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
Scuole in rete
LICEO CLASSICO STATALE “L. Ariosto”- Ferrara
IPSSCT, IPSSAR “R. Brindisi”
LICEO CLASSICO-LINGUISTICO “G. Bassani" - Lido degli
Estensi – Comacchio
IPSSAR, “O. Vergani” - Ferrara
Laboratorio didattico di Archeologia Nereo Alfieri
classe IV A Liceo classico Ariosto
AssociazioneculturalenereoAlfieri
LE MURA ESTENSI
ARCHEOLOGIA TRA I GIARDINI DUCALI
VALLO INTERNO
Torrione del Barco
FERITOIA
ERCOLE I
Mura degli Angeli
vallo esterno allagato
dal vallo esterno a quello interno
CANNONIERA
camminamento di ronda e fuciliere
FUCILIERA
ALFONSO I
Mura di Alfonso I, il vallo esterno
TORRIONE DI S. TOMMASO
GARRITTA
Mura di Alfonso II, iI vallo esterno
ALFONSO II
BALUARDO DI S. ANTONIO
LE PORTE DELLE MURA
Porta S. Pietro
Porta degli Angeli
Prospettiva della Giovecca
Porta San Giovanni
Porta Paola
4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino”
Treppiedi
Ceramica graffita
Biscotto
Lo scavo archeologico realizzato prima della
costruzione del Residence “Il Chiozzino” , ha
portato in luce un imponente scarico di
ceramiche e di scarti di lavorazione riferibili
ad una fornace attiva attorno al XVII secolo.
Accanto a questa testimonianza sono stati
rinvenuti altri indizi che indicano la presenza
di ulteriori attività, come la lavorazione dei
metalli. Presso lo stesso residence, è stata
allestita una singolare esposizione di alcuni
oggetti rinvenuti nel corso degli scavi.
Pannelli didattici forniscono dati esaurienti sul
contesto urbano e sulle attività lavorative. Le
bacheche del Chiozzino sono dotate di un
efficiente sistema di allarme collegato con
l’istituto di vigilanza.
Ceramica invetriata
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/chiozzino_fe/chiozzino_97.htm
5. Il castello
Giardino pensile detto
degli aranci
Nicolò II
L'imponente fortezza al centro della città, simbolo degli Estensi, fu fatta innalzare nel 1385 da
Nicolò II° d'Este a protezione dagli attacchi esterni. Circondato da un fossato alimentato
dall’antico Cavo del Duca e realizzata su progetto dell'architetto di corte Bartolino da Novara, la
nuova costruzione venne munita di ben quattro torri angolari congiunte fra loro da cortine murarie.
Per diversi decenni il castello fu solo una potente macchina militare, fino a quando, a partire dal
1450, venne progressivamente trasformato in dimora signorile e spazio per la corte, con continui
abbellimenti interni ed ampliamenti.
http://www.castelloestense.it/
Le prigioni: Ugo e Parisina
Ugo d’Este
Parisina Malatesta
Le prigioni del Castello erano destinate a
personaggi i d’alto rango o, comunque,
prigionieri sui quali gli Estensi intendevano
assicurare una particolare sorveglianza.
Negli interrati delle torri è possibile ancora
oggi scorgere, graffite sui mattoni delle pareti,
le scritte tracciate dai reclusi a memoria della
loro infelice sorte.
Queste segrete, come ricordano le cronache
antiche, furono teatro della tragica fine di
Ugo e Parisina, i giovani amanti decapitati in
fondo alla Torre Marchesana. Erano
rispettivamente figlio e moglie del marchese
Nicolò III, entrambi ventenni quando, nel
1425, vennero condotti al patibolo.
Si legge nel Diario Ferrarese di anonimo:
«MCCCCXXV, del mese de Marcio, uno
luni, a hore XXIIII, fu taiata la testa a
Ugo,figliolo de lo illustre marchexe Nicolò
da Este, et a madona Parexina, che era
madregna de dictoUgo;et questo perché
lui havea uxado carnalmente con lei. […] Et f
urono morti in Castel Vechio, in la Tore
Marchexana: et la nocte furno portati suxo una
careta a Sancto Francesco et ivi furno sepulti».
http://www.parente.fe.it/maria_teresa_mistri/ferrara/fatti_miracoli_leggende/index.htm
Cristoforo da Messisbugo, scalco ducale e le cucine
Oriundo dalle Fiandre, Cristoforo da Messisbugo fu al
servizio di Alfonso I ed Ercole II d’Este, dal 1524 al
1548. Presso la corte estense organizzava gli
splendidi convivi da lui descritti in Banchetti,
PAMPAPATO
compositioni di vivande, et apparecchio generale,
testo che fornisce notizie dettagliate sulle
consuetudini alimentari della corte e sugli apparati
delle scenografiche feste e banchetti.
Alla sua morte viene sepolto nel monastero estense
di Sant'Antonio in Polesine.
IL PAN RITORTO
TORTELLETTI
http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/cucine.html
http://www.cookaround.com/cucina/lastoria/messisbugo.html
I “giochi” degli Estensi negli specchi di Gae Aulenti
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
Il nuoto
Il cesto
Il gioco degli otri
Il combattimento
gladiatorio
Il telesiaco
Il gioco dei birilli
Il gioco della trottola
Il gioco della fionda
La lotta
La pesca
Il gioco della palla nel
cerchio
Il gioco della racchetta
Il girotondo
L’altalena
L’alteristica
La corsa delle quadrighe
La danza pirrica
Il paleo
I reziarii
Allestimento di Gae Aulenti
http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/salettagiochi.html
PFI 4. QUARTA GIORNATA
Tra Necropoli romane e Delizie estensi
Visiteremo la necropoli romana di Voghenza e la Delizia di Belriguardo
dove, nella sala della Vigna, un interessante percorso didattico ci permette
di seguire le fasi di lavorazione della tipica ceramica ferrarese.
Ci si sposterà poi alla delizia del Verginese immersa nel verde, eccezionale
esempio di restauro vegetazionale del brolo e seguiremo l’affascinante
storia, dal ritrovamento all’esposizione, del sepolcreto dei Fadieni.
PFI-4. PROPOSTA DI PERCORSO
MATTINA:
1. I romani sul territorio: la necropoli romana di Voghenza e un percorso
espositivo accessibile ai non vedenti nel Museo Civico.
2. La delizia di Belriguardo e le ceramiche ferraresi nella sala della Vigna.
Tecniche di lavorazione della ceramica ferrarese: dalla lavorazione dell’argilla
all’opera finita.
3. Sosta pranzo all’ Agriturismo Ai due Laghi del Verginese e la storia del
ritrovamento del sepolcreto dei Fadieni.
POMERIGGIO:
4. Il Verginese, una delizia extraurbana tra storia e leggenda: Alfonso I e Laura
Eustochia Dianti.
5. Un esempio di archeologia vegetazionale: il brolo del Verginese e il suo
ripristino.
6. I Fadieni: dal ritrovamento alla museazione attraverso testimonianze
dirette.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre
stelle ai Lidi di Comacchio, prima colazione.
1. La necropoli romana di Voghenza e la delizia di
Belriguardo
La delizia, fatta costruire dagli Estensi a partire
dal 1435, ospita il Museo Civico di Belriguardo.
Al suo interno sono conservati reperti di epoca
romana (I a.C. I d.C.) provenienti dalla vicina
necropoli di Voghenza.
La sala della Vigna, così denominata dagli
affreschi cinquecenteschi che ne decorano il
soffitto, offre un percorso didattico corredato da
pannelli sui metodi di lavorazione della
ceramica ferrarese.
Fasi di realizzazione di una fiasca da pellegrino
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/area.htm
3. Ai due laghi del Verginese. Sosta pranzo
Nelle adiacenze dell’agriturismo Ai due laghi del Verginese, durante lavori di aratura, è stato
ritrovato il sepolcreto dei Fadieni.
Sentiremo il racconto del ritovamento dalla voce del proprietario del terreno e, dopo il pranzo,
avremo modo di vedere le fotografie che lo documentano.
2. La delizia del Verginese e il brolo recuperato
Alfonso I
Laura Dianti
La Delizia del Verginese era un luogo di distrazione e otium, voluto per il piacere della corte
nelle campagne intorno a Ferrara. La vita di corte si svolgeva fra feste e simposi letterari ed il
giardino ne era una parte importante. Precisi canoni estetici scandivano lo spazio del brolo
(orto-giardino) e lo trasformavano in simbolica rappresentazione del mondo. Il brolo del
Verginese è stato appena restaurato con l’aiuto dei repertori botanici degli erbari estensi; vi
sono stati impiantati alberi da frutto e fiori di varietà antiche. La Delizia del Verginese era in
origine un casale di proprietà di Alfonso I d’Este, che, nel 1534, lo donò a Laura Eustochia
Dianti, ventenne figlia di un berrettaio, e per questo soprannominata “ la bertaia” . Fu lei,
alla morte di Alfonso I, a trasformare il Verginese in una “delizia” ad opera di Girolamo da
Carpi.
www.fondazionecarife.it/rivista/ n° 24/ un brolo...
3. I Fadieni: storia di una scoperta, dal ritrovamento casuale
alla museazione
Il pavimento disegnato
Negli spazi interni della delizia è allestita
l’interessante mostra “I Fadieni” che
espone i risultati di una scoperta,
avvenuta casualmente nel 2002, a cui
fece seguito un’indagine archeologica
che portò alla luce la necropoli dei
Fadieni, una famiglia del luogo
imparentata con la Gens Valeria.
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/gambulaga.htm
PFI 5. QUINTA GIORNATA
Comacchio è il centro più originale ed affascinante del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna
Il Parco possiede caratteristiche territoriali ed ecologiche che lo rendono unico nel suo genere. Copre
infatti una superficie complessiva di oltre 52.000 ettari di aree considerate tra le più ricche di
biodiversità. Esso comprende la parte meridionale dell’attuale Delta padano, il “delta storico”, e un’
ampia porzione di zone umide collocate più a sud, di grande pregio dal punto di vista naturalistico.
Si estende dal ramo del Po di Goro a Nord, alle Saline di Cervia a Sud, per oltre 60 km, lungo la Costa
Adriatica delle province di Ferrara e Ravenna.
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Il territorio del Parco è
ripartito in sei stazioni,
tre di queste sono indicate
nella cartina qui a fianco e
fanno parte dei nostri
itinerari:
Stazione n.1 :
Volano- Mesola-Goro
Stazione n.2 :
Comacchio centro storico
Stazione n.3 :
Valli di Comacchio e la
Salina
PF I- 5. PROPOSTA DI PERCORSO
trekking e birdwatching
MATTINA:
Accoglienza al R. Brindisi.
Visita al centro storico di Comacchio, tra gli “usci senza porta” e le ”stalie”.
Ospedale degli Infermi: visita alla mostra Genti del Delta o, dall’ottobre 2007, del
Museo delle Culture Umane del Delta del Po.
Museo del Carico della nave romana.
Sosta pranzo: la cucina delle valli presso l’Istituto alberghiero R. Brindisi o cestino.
POMERIGGIO:
Visita didattica alla salina di Comacchio. Dalla Stazione da pesca Foce, a piedi
( trekking per circa 3 km e birdwatching), si prende l’argine di grande suggestione
verso Valle Fattibello, fino alla Torre Rossa, per arrivare alla Salinetta e al centro
operativo.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre
stelle, prima colazione
Comacchio: archeologia, storia e natura
La giornata prevede la visita al centro storico di Comacchio, per conoscere i principali monumenti, musei e i valori più
caratteristici del tessuto urbano generale: quel suo particolare insieme di edilizia e di canali con le stallie che li
costeggiano, le androne e gli usci senza porta. Passeggiando, se si presta l'orecchio a quel che si dicono gli abitanti di
questa cittadina, si noterà senza dubbio la strana fonetica che lo caratterizza.
La particolare composizione della sua struttura urbana risale ai primi anni del Seicento, ed è stata dettata dall’acqua che
la circondava e la attraversava fino alla fine del XX secolo, quando le bonifiche modificarono il secolare rapporto con
l’ambiente naturale circostante. Intorno alle Valli si è incentrata e sviluppata la vicenda storica ed economica del territorio
di Comacchio; si tratta di un esempio pressoché unico di integrazione tra l’ambiente naturale e l’attività dell’uomo, dove la
produzione del sale e la pesca hanno sempre rappresentato le basi economiche primarie alle quali era prevalentemente
legato l’artigianato locale. Si prevede trekking naturalistico e birdwatching alle Valli di Comacchio con visita didattica alla
Salina .
Anguilla
Valli di Comacchio
Comacchio città emporio e l’archeologia urbana
ANFORA
SCAVI ARCHEOLOGICI
Recenti indagini archeologiche sembrano suggerire per Comacchio un ruolo fondamentale , tra VII e IX secolo,
come città emporio,all’interno del sistema di nuovi centri che nascono lungo la costa dell’adriatico nordoccidentale in tale periodo. Tali indagini sono condotte, dal gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di
Venezia, Cattedra di Archeologia Medievale, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente, in
collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e rientrano nelle attività di
ricerca del progetto “Comacchio Archeologia Medievale” promosso dal Comune di Comacchio in collaborazione
con l’ateneo veneziano.
http://www.comune.comacchio.fe.it/
www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/scavi
La forma attuale della città risale all’inizio del Seicento quando, dopo la devoluzione del ducato Estense
nel 1598, Comacchio era ormai parte dello Stato Pontificio.
Le testimonianze architettoniche rimaste sono molte e pregevoli sia religiose, come il Santuario di
Santa Maria in Aula Regia e la cattedrale di San Cassiano, che civili , come l’Ospedale degli Infermi, la
Loggia del Grano e il Ponte Pallotta
Ponte dei Trepponti
Nereo Alfieri e gli scavi di Spina
Dopo le opere di bonifica della Valle Trebba, iniziate a partire dal 1919, si ha notizia dei primi
ritrovamenti ascrivibili alla necropoli di Spina fin dal 1920, ma fu nel 1922 che la Regia
Soprintendenza agli Scavi e ai Musei avviò le indagini archeologiche. In Valle Trebba furono
trovate 1213 tombe.
Gli scavi furono riaperti nel 1953. il Professore Nereo Alfieri già da quell’anno, prima sotto la
direzione di Arias, poi come nuovo direttore degli scavi, volge la sua attenzione alle due necropoli
spinetiche: Valle Trebba, e quella che viene scoperta proprio nel 1953, Valle Pega, portando alla
luce oltre 2800 tombe. Egli può far rivivere sul terreno ciò che gli hanno trasmesso le fonti…
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/comunicati_stampa/ferrara
Spina tra storia e leggenda: dai
Pelasgi
al mito di Fetonte
La fondazione di Spina è
attribuita, nelle fonti antiche
greche – Ecateo di Mileto
(seconda metà VI secolo
a.C.), Dionigi di Alicarnasso (I
secolo a.C.) – ai Pelasgi,
popolazione pregreca che si
era
stanziata,in
un’epoca
mitica, prima in Argolide e
poi in Tessaglia.
Un’altra fonte, ripresa da
Plinio il Vecchio (Storia
Naturale.
III,
115-122),
autore latino del I secolo d.C.,
ne attribuisce la fondazione
all’eroe greco Diomede. I
documenti che ci parlano di
Spina sono di epoca romana.
Il geografo Strabone, vissuto
durante l’impero d’Augusto,
riporta che
“[…] a Delfi suole mostrarsi il
tesoro degli abitanti di Spina,
ed altre cose si è soliti
raccontare intorno ad essi,
cioè di un popolo una volta
potente sul mare […]”
….tra i miti, la storia più nota è quella che narra la tragica
corsa attraverso il cielo dello sfortunato Fetonte, figlio del
Sole. Il giovane si pose alla guida del cocchio di fuoco e,
essendo inesperto, si trovò ben presto in difficoltà, perse il
controllo dei cavalli e il carro uscì dalla sue rotta bruciando
cielo e terra. Giove intervenne e con un fulmine sbalzò
Fetonte dal carro. Il suo corpo precipitò nel fiume Eridano,
in seguito chiamato Po. Le sorelle, le Eliadi, lo piansero
tanto che gli dei, impietositi, le trasformarono in pioppi….
( Ovidio, Metamorfosi II )
La caduta di Fetonte
Museo delle Culture Umane del Delta del Po
•
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•
IL contenitore: l’Ospedale degli infermi è una
preziosa testimonianza, l’unica a Comacchio, del
Neoclassicismo, fu eretto tra il 1778 e il 1784 su
volere di papa Clemente XIV.
Fu inaugurato nel 1814 e, non più rispondente
alle mutate esigenze, cessò la propria attività nel
1976.
E’ un interessante esempio di restauro
conservativo, oggi istituto museale, Museo delle
Culture Umane del Delta del Po che ospita
attualmente la mostra “ Genti del Delta, da
Spina a Comacchio”
Tombe esposte
Museo della Nave romana di Comacchio
Il museo della nave
romana è stato allestito e
aperto all’inizio del 2001.
l’edificio ristrutturato fa
parte dell’antico
complesso industriale di
Palazzo Bellini, destinato a
magazzini e alla
marinatura delle anguille e
del pesce di valle. Una
parte del museo inoltre si
trova in alcune stanze
delle carceri mandamentali
di epoca estense.
I reperti sono esposti in
due sale.
http://www.comune.comacchio.fe.it/.htm
La salina di Comacchio e le Valli

Le Valli di Comacchio sono il più

Origine delle Valli: la loro
vasto specchio d’acqua palustre
d’Italia e si estendono
attualmente per più di 11.000
ettari.
origine è da far risalire all’epoca
medioevale, quando la
deviazione dei rami deltizi del Po
provocò il blocco della
deposizione di sedimento e la
zona iniziò ad abbassarsi per il
naturale effetto della
subsidenza. L’acqua marina poté
così penetrare nelle Valli,
assieme all’acqua dolce portata
dalle piene del fiume Reno. Le
bonifiche hanno ridotto il
comprensorio vallivo dagli
originari 40.000 agli attuali
13.500. che ricomprendono
anche i bacini situati più a nord
rispetto alle Valli di Comacchio,
Valle Nova, Cantone e Bertuzzi.
Le valli di Comacchio, formate da acqua
salmastra dalla salinità molto
accentuata, rappresentano un
importante biotopo di zona umida ad
acqua salmastra, costituito da
vegetazione alofila dichiarato di
interesse internazionale, in base alla
convenzione di Ramsar del 1971.

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Intorno alle Valli si è incentrata e sviluppata la
vicenda storica ed economica del territorio di
Comacchio; si tratta di un esempio pressochè
unico di integrazione tra l’ambiente naturale e
l’attività dell’uomo, dove la produzione del sale
e la pesca hanno sempre rappresentato le basi
economiche primarie alle quali era
prevalentemente legato l’artigianato locale
essendo quasi assente l’agricoltura e
mancando completamente il turismo. Queste
ultime componenti economiche si sono
sviluppate quasi contemporaneamente con
l’affermarsi della bonifica ed il prosciugamento
di migliaia di ettari di valle.
La Salina :
posta nell’angolo nord-est
delle Valli, è stata ricavata nell’antica foce
dell’Eridano, che fluiva a nord delle attuali Valli
di Comacchio. Per sua natura è suddivisa in
due porzioni:
una porzione orientale caratterizzata da vasche
di forma rettangolare in cui era fatta evaporare
l’acqua e veniva raccolto il sale;
una porzione occidentale, adiacente al nucleo
principale delle Valli di Comacchio, con bacini
di forma ed aspetto completamente naturale,
con rive sinuose e dossi emergenti utilizzati per
l’accumulo delle acque marine e la prima
evaporazione.
L’uso della Salina, di antichissima origine, si è
protratto fino ai giorni nostri ed è stato
Interrotto nel 1984.
Da allora le caratteristiche della Salina sono
lentamente mutate
Dal 2001, la Salina è stata interessata dalla
realizzazione di un Progetto LIFE Natura che
aveva come scopo la conservazione e il
ripristino degli habitat tipici della salina.
Nel corso dell’estate 2005, è stato
attivato uno degli elementi più
importanti dell’intero progetto: una
Salinetta di 4 ettari per la produzione del
sale. La funzione di questo elemento è sia
didattica che ecologica. Gli studenti
potranno osservare direttamente diverse
fasi dell’estrazione del sale che
costituisce un tratto importante della
storia locale.

Oltre che sulla produzione del sale, gli
studenti potranno concentrarsi su altri
importanti aspetti specifici della Salina,
quali la vegetazione alofila e il
birdwatching.

Rappresenta un sito di grande
importanza a livello europeo per la
nidificazione di Charadriformes (
avocetta, cavaliere d’Italia, gabbiano
corallino, fraticello…) e per lo
svernamento degli uccelli acquatici e
fanno parte della zona Ramsar “Valli di
Comacchio e specchi d’acqua limitrofi” e
della omonima Zona di Protezione
Speciale. Nella Salina è presente ormai
da anni una colonia nidificante, più di
quattrocento esemplari di Fenicottero,
che costituisce senza dubbio l’elemento
naturalistico di maggiore spettacolarità
http://www.scienzeonline.net/ambiente/salina-comacchio.html
PF I- 6. SESTA GIORNATA
Partendo dal centro di Mesola,
dopo una visita al Castello, il
percorso prosegue verso il
relitto di uno dei più antichi
cordoni dunosi dell’area
deltizia padana, le dune fossili
di Massenzatica, oggi riserva
naurale.
La giornata si conclude
seguendo un percorso a
cavallo, a ridosso delle dune
marine fino allo Scanno della
foce del Po di Volano, si
rientra percorrendo, a cavallo,
i sentieri della Pineta di
Volano.
PFI-6. PROPOSTA DI PERCORSO
trekking - cavallo
MATTINA:
Delizia estense del Castello della Mesola , costruita nel XVI secolo,
ospita il Centro di Documentazione ambientale.
Visita alle Sezioni del Centro dedicate ai principali ambienti naturali del
Delta: la spiaggia e la duna – la valle salmastra – la valle d’acqua dolce
– il bosco termofilo – il bosco igrofilo.
Trekking alle Dune fossili di Massenzatica. Le paleodune, la cui altezza
oscilla dai 2 agli 8 metri, ospitano una vegetazione di grande interesse.
Sosta pranzo con cestino R. Brindisi.
POMERIGGIO:
A cavallo tra pinete e lagune. Si percorre un itinerario a ridosso delle
dune marine fino allo Scanno della foce del Po di Volano. Si rientra
percorrendo i sentieri della Pineta di Volano.
PARTENZA
Mesola e il suo territorio
Prima del X secolo la posizione dell’abitato di
Mesola era ancora occupata dal mare. Solo in
seguito alla deposizione dei sedimenti dei rami di
foce del Po l’avanzamento della linea costiera
determinò la formazione di quest’area.
►
Il Po di Ariano (Po di Goro) , un ramo deltizio
del Po che si forma tra
XIII e XVI secolo, si
articolava in due rami: a nord il Po di Goro e a
sud il Po dell’Abate, tra questi era compresa
l’isola di Mesola.
L’isola di Mesola originariamente apparteneva a
varie famiglie della Comunità di Ariano e nel 1490,
con Ercole I d’Este, passò alla Casa estense che
utilizzò quest’area per trascorrere momenti di
svago e diletto come riserva di caccia
Castello Estense di Mesola
ALFONSO II
I lavori iniziarono intorno al 1578, ultimi anni dello splendore della Casa d’Este, per
volere di Alfonso II. Il castello si presenta a ridosso dell’argine destro del Po di Goro,
imponente per la sua volumetria con le quattro torri angolari merlate, chiuso su tre lati
da una corte porticata destinata ad accogliere il mercato, come avviene a tutt’oggi.
Esso fu progettato e utilizzato come “delizia” nasce infatti per accogliere la Corte
Estense in occasione delle battute di caccia organizzate nel Bosco della Mesola.
Il Castello oggi ospita il Centro di Educazione Ambientale.
Le Paleodune di Massenzatica
Le dune fossili di Messenzatica rappresentano il relitto di uno dei più antichi cordoni dunosi,
probabilmente di età pre-etrusca ( II millennio a.C.) dell’area deltizia padana. L’area, vasta
circa 50 ha, è riserva Naturale Regionale. L’orientamento dell’ asse principale è da nordovest a sud-est, direzione dell’antica linea di costa ( circa parallela all’attuale, ma più interna di
ben 12 km.),. Percorrendo le cime e gli avvallamenti delle Dune fossili si incontrano condizioni
microclimatiche ed ecologiche completamente differenti, condizioni che si riflettono sulle
tipologie vegetazionali
Felce
aquilina
Su proposta di Nereo
Alfieri, nel 1970, viene
promulgata una legge di
tutela delle dune di
Messenzatica, tratto
residuo del fascio
litoraneo etrusco, già
allora ampiamente
saccheggiato.
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/dunemassenzatica.htm
A cavallo tra lagune e pinete
Il percorso a cavallo si svolge nei pressi del Lago
delle Nazioni e nella Pineta di Volano.
Il Lago delle Nazioni, nei pressi della Valle Bertuzzi, è
un lungo e stretto bacino ricavato a scopo turistico e
sportivo dalla preesistente Valle di Volano. Si tratta di
un bacino artificiale di 140 ettari, la cui importanza
naturalistica è dovuta principalmente alle colonie
invernali di avifauna migrante.
La Pineta di Volano, è una pineta artificiale che si
estende su un cordone di dune recenti coprendo
170 ettari, boscati a pini marittimi e domestici.
In corrispondenza della foce del Po di Volano è ben
evidente una lingua di sabbia rivestita di
vegetazione: lo Scannone di Volano, un’isola deltizia
che venne unita alla terraferma da un argine all’inizio
del secolo scorso.
Lo Scannone e la pineta a ridosso della spiaggia
costituiscono un lembo significativo dell’antico
paesaggio costiero, insieme a ciò che resta della
foce.
Sulle orme degli Estensi tra terra e acqua
E’ COSTITUITO DA TRE PERCORSI FORMATIVI FLESSIBILI
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puoi scegliere tra ostello e albergo a tre stelle
IL PROGETTO
PFI – NEREOALFIERI: ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PF II - GIORGIO BASSANI: IL GIARDINO CHE NON C’È
PF III - RICCARDO BACCHELLI: IL MULINO DEL PO
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Archeologia e territorio