Valutazione degli impianti d’illuminazione esterna INQUINAMENTO LUMINOSO COS’È L’INQUINAMENTO LUMINOSO La definizione di inquinamento luminoso si compone di due parti: alterazione della quantità naturale di luce presente nell'ambiente notturno dovuta ad immissione di luce artificiale prodotta da attività umane; ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell’orizzonte. COME SI PROPAGA L’INQUINAMENTO La propagazione avviene con diverse emissioni di luce: Emissione A: è diretta verso l'orizzonte; come intuibile dalla figura è un tipo di emissione che arriva a propagarsi molto lontano dalla sorgente, fino a 200-300 km di distanza oltre la quale interviene la naturale curvatura terrestre a disperdere nello spazio la luce fin qui arrivata. Emissione B: è diretta verso la verticale; dopo aver attraversato l'atmosfera si perde nello spazio. Contribuisce ad aumentare l'inquinamento luminoso a livello locale. Emissione C: è dovuta alla luce riflessa (inquinamento da luce indiretta) dalle superfici illuminate (strade, marciapiedi, piazze…), quindi dalla luce realmente utilizzata per illuminare. Nella figura vi sono i tre tipi di emissione luminosa: quella verso l’alto viene indicata come linea 3, quella che si propaga orizzontalmente linea 2 mentre quella riflessa sul terreno e che illumina la persona linea1. Come illustrato nella figura, la luce per illuminare deve seguire un percorso analogo a quello indicato dalla linea spezzata 1: dalla sorgente il raggio raggiunge un'area (per esempio una pavimentazione stradale) per venirne in parte riflesso verso l'occhio dell'osservatore dove avverrà il processo della visione. La luce che si propaga in altre direzioni, per esempio lungo le linee 2 e 3, rimane inutilizzata; anzi la luce lungo la direzione 2 è addirittura controproducente poiché, arrivando direttamente alla pupilla, causa abbagliamento. Quindi solo la luce che si riflette nell'area da illuminare è funzionale allo scopo. CAUSE DERIVANTI DALL’INQUINAMENTO LUMINOSO Cattiva qualità di illuminazione di città, strade, piazze, monumenti, ecc; Spreco di luce = spreco energetico (500 miliardi annui dilapidati nella sola Italia); Illuminazione non richiesta di locali abitati (es. stanze da letto invase dalla luce stradale); Alterazione ecosistema. Rischio di estinzioni per alcune specie, specialmente quelle notturne; Impedimento alla visione della volta celeste. COME PREVENIRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO Utilizzare la luce solo dove è espressamente indicata; Applicare misure tecniche specifiche nel momento di realizzazione dell’impianto, andando a cambiare la sua progettazione modificando gli apparecchi illuminanti. Per di più i comuni delle province possono: Cambiare l’illuminazione esistente; Dotarsi di un regolamento comunale contro l’inquinamento luminoso; Proporsi come “Comune Contro l’Inquinamento Luminoso”. APPARECCHI ILLUMINANTI Un corpo illuminante è composto fondamentalmente da due parti: 1. La lampada; 2. L’armatura, comprendente il guscio di protezione, il supporto della lampada e il sistema ottico. La scelta di un buon apparecchio va fata tenendo presenti entrambe le parti, perché non basta usare un ottima lampada con un’armatura mediocre o viceversa. LAMPADE Questa tabella indica i principali tipi di lampade e ne indica i diversi valori di efficienza luminosa, ossia per una data potenza assorbita la quantità di luce prodotta [lm/W]. Dalla tabella quindi si deduce che sostituendo una lampada a minor efficienza con una di maggiore, si otterrà, a parità di potenza assorbita, una maggior quantità di luce. L’unità di misura dell’efficienza luminosa è il lumen/watt dove il lumen è l’unità di misura del flusso luminoso. LAMPADA EFFICIENZA[lm/W] Incandescenza 8 - 25 Vapori di mercurio 35 - 50 Alogenuri metallici 70 - 110 Vapori di sodio alta pressione 90 - 135 Vapori di sodio bassa pressione 100 - 200 Qui affianco è rappresentata la tabella che racchiude i vari costi annui delle lampade. Nella scelta delle lampade bisogna anche considerare la resa cromatica (cioè la possibilità di percepire colori) e da questo punto di vista le lampade al sodio ad alta pressione sono le più versatili; però è evidente il grande vantaggio di utilizzare lampade ad alta efficienza. LAMPADA POTENZA (Watt) LUCE PRODOTTA (Lumen) COSTO ANNUO Vapori di mercurio 250 12700 153,75 € (100%) Sodio alta pressione 150 14500 92,25 € (60%) Sodio bassa pressione 90 13000 55,35 € (36%) ARMATURE Le armature utilizzate sono, per evitare dispersioni, corpi totalmente schermati chiamati full cut-off. Le lampade sono totalmente incassate nell’armatura e posizionate orizzontalmente, metodo base sul quale bisogna realizzare tutti i nuovi impianti. L’armatura è costituita da un guscio di protezione, dal supporto della lampada e dal sistema ottico formato, in generale, da un vetro di protezione esterno e da un riflettore interno; al sistema ottico è affidato il compito di sagomare il cono di luce per indirizzarlo verso l’area da illuminare. VETRO PIANO Nel caso del vetro piano all'aumentare dell'angolo di incidenza diminuisce la quantità di luce che riesce ad attraversare il vetro; molta luce viene quindi rinviata indietro, verso il riflettore, ma ad ogni riflessione una parte di flusso luminoso viene assorbita dall'armatura a scapito del rendimento globale del corpo illuminante. VETRO CURVO Il vetro curvo, se sporge dall'armatura, a causa fenomeni di rifrazione e riflessione, consente ad una parte di flusso luminoso di indirizzarsi al di sopra dell'orizzonte. ALCUNE NORME IN ITALIA 1. 2. 3. Legge della regione Lombardia n. 17 del 27/03/2000 (LR 17/00), con questa legge la regione Lombardia vuole ridurre e razionalizzare i consumi energetici, ridurre l’inquinamento luminoso per salvaguardare gli equilibri ecologici e gli osservatori astronomici e scientifici come tutela allo sviluppo scientifico che è un patrimonio regionale; Legge della regione Veneto n. 22 del 1997 (LR 22/1997), è stata la prima legge regionale contro l’inquinamento luminoso del nostro paese e finora non è riuscita a provvedere ad esso; Norma UNI 10819 che tratta dei requisiti per la limitazione della dispersione nel cielo dei raggi luminosi. ANDAMENTO DELL’INQUINAMENTO IN ITALIA 1971 1998 2025?