Marco Masini, fiorentino di nascita e romano di adozione, è laureato in scienze geologiche. Ha lavorato alle dipendenze di due multinazionali dell’informatica e, successivamente, ha intrapreso la libera professione come consulente aziendale di marketing e comunicazione. Ama il teatro e svolge attività di attore amatoriale • Ho il sospetto che scrivere la storia • di una parte della mia vita non sia stata • un'idea del tutto originale. • L'ho scritta, perché si tratta • di una vita un po' particolare. • E chi di noi non ha una vita un po' particolare? • Diciamo allora che l'ho scritta • per mantenere una promessa. • Non volendo propinare un ignobile 'polpettone‘ • a coloro che • la leggeranno, ho pensato di limitarla • a un certo periodo • e di suddividerla in episodi, • ciascuno dei quali costituisce • un racconto completo. • Se uno di questi non piace, • può essere saltato senza perdere il filo conduttore. “Due stelle azzurre” Quando era ancora inedito si è classificato IV ex aequo al Concorso “La Clessidra” Terni, 28 giugno 2008 Recensione del presidente della giuria. ROMA – FEBBRAIO 1960 <<Le conferiamo la laurea in Scienze Geologiche. Congratulazioni dottore>> Già, una laurea, ma avevo quasi ventisei anni. E dopo? Eravamo in pieno boom economico… Si diceva che emissari delle aziende più importanti si aggirassero per gli istituti universitari alla ricerca dei migliori allievi, con lo scopo di assumerli…. A me proposte del genere non ne avevano fatte, forse perché non ero tra i migliori allievi…… ….Come diavolo mi era saltata in testa l’idea di andare in grotta? Lo spirito di avventura, il potersi fare bello con le ragazze: <<Sai, sono speleologo>> Demoni danzanti le nostre figure riflesse dalle acque… la grande sala e le luci ad acetilene a fare accendere in riflessi di azzurro, di arancio, di bianco abbagliante le stalattiti, le stalagmiti… Fa una strana sensazione passare dove non è mai stata anima viva, essere il primo a udire l’eco dello scroscio di una cascata… L’uscita, l’aria fresca, il cielo… quattordici ore là dentro.. Ci sdraiammo sull’erba umida a vedere le stelle… Avvertii qualcuno vicino a me… riuscii a intravedere il bel visetto di una delle due ragazzine… ….<<Signor capitano – azzardai timidamente – io preferirei la Motorizzazione.>> <<Heee, la Motorizzazione! Ma come, il Genio non le va bene? Poi tutti vogliono andare alla Motorizzazione. Lo sa lei che ci sono solo una trentina di posti e che sono tutti coperti, anzi “copertoni”?>> <<Signor capitano, mi sono classificato tra i primi del corso, ho la patente dal 1952, ho la licenza per correre e ho fatto anche delle gare. Non può fare qualcosa?>>…. ….<<Fare qualcosa, fare qualcosa – ribatté il capitano sconsolato – figliolo, io ho le mani legate. Se però potesse, attraverso qualche conoscenza… un amico, un parente… non mi faccia dire di più, intelligenti pauca.>> Uscii e mi precipitai al telefono. …. <<Così lei vorrebbe entrare a far parte della IBM come system engineer?>> <<Io pensavo come programmatore.>> <<In IBM si chiamano system engineer e sono qualcosa di più dei programmatori. Tutti quelli della IBM sono qualcosa di più.>> ….Fu così che un mattino di quel settembre 1962 mi imbarcai sulla 600 per raggiungere il Centro di Istruzione della IBM, una villa settecentesca nei pressi di Rivoltella del Garda… dove, tra lezioni in aula e nottate di studio, imparavamo soprattutto ad essere UOMINI IBM. <<L’UOMO IBM ha un suo stile>> – <<Nei pranzi ufficiali gli alcolici sono banditi>> – <<L’UOMO IBM alle signore bacia solo la mano>> – <<Siete alla IBM perché siete i più intelligenti>> – <<Siete i più belli>> – <<Siete UOMINI IBM>>. Entrati in maglietta e jeans, tornammo tra i comuni mortali poco prima di Natale, vestiti in completo fumo di Londra, camicia candida e cravatta scura….. ….La cerimonia, niente di nuovo rispetto agli altri matrimoni del mondo… Niente di originale dunque, se non ci fosse stato il “filmino”, offerto da due fratelli come loro regalo di nozze. Le prime complicazioni sorsero il giorno precedente, quando dovemmo stendere il cavo per l’illuminatore dalla Sacrestia all’Altare… fu poi necessario pagare in anticipo il costo dell’energia elettrica, tentando invano di spiegare al presule che non avremmo girato il “Ben Hur”…. Gl’inconvenienti veri iniziarono con la cerimonia, quando uno dei due fratelli sparò il “mille” in faccia all’Officiante. Questi da Uomo di Chiesa, non aduso a parti di primo attore e neanche a comparsate… …Con la cerimonia ebbe termine la fase originale del matrimonio e tutto tornò alla normalità, anche se si trattava di una normalità piuttosto micragnosa, con centomila lire in tasca per il viaggio di nozze. Poi via con la 500: Napoli, Pompei, Salerno, Ravello, Amalfi, poco più di una settimana e i soldi erano finiti…. FIRENZE novembre 1966 …Era bella Firenze in quei giorni, più bella del solito. Era bello vedere i fiorentini buttarsi nella melma a lavorare per tirare ancora a nuovo la città. Senza parlare, senza maledire l’Arno che aveva distrutto le loro cose in un’alba grigia. Loro abituati a fare polemica e a bestemmiare… …accettando una mano dagli amici venuti dall’Italia tutta e da ogni angolo del mondo, accettando senza pregare e offrendo in cambio un materasso umido e un bicchiere di vino rosso… La presentazione di una nuova macchina a un gruppo di clienti, in stile UOMO IBM. …Mi voltai: due grandi occhi a mandorla, due stelle di azzurro intenso, due zaffiri splendenti… <<Linate e Malpensa sono chiusi per nebbia, signorina, se non ci saranno schiarite l’aereo farà scalo a Torino o Genova. Da lì la compagnia metterà a disposizione un pullman per Milano>>. Milano, Milano, che bello, Milano anche tu. Il sistema di conoscerti lo avrei trovato. <<Peccato che tu parta domani>> – <<Spero di rivederti, Sara>> – <<Telefonami quando sei da queste parti>> Le formalità di un addio per un incontro di viaggio. Non era formale il bacio che mi desti…mi avviai a piedi verso l’albergo, pensando che la nebbia di Milano era proprio bella…... …Trasferito a Milano. Che faccio da solo in queste sere di gennaio? Gli amici hanno tutti famiglia. Sara, Sara, telefonerò a Sara. Neanche si ricorderà, una conoscenza di viaggio, sono passati due anni. Tanto vale provarci, domani le telefonerò. Al ristorante la cena al lume di candela, il brindisi: <<Alla nostra>> – <<Alla nostra cosa?>> – <<Diciamo amicizia>> – <<Andiamo a casa mia, così possiamo parlare ed ascoltare musica, poi ti accompagno in albergo>> <<E’ una bella canzone, Sara>> – <<E’ “Lontano” di Luigi Tenco, è la mia preferita>>… Ti avvicinai delicatamente a me, le tue labbra erano dischiuse, invitanti, meravigliose… accarezzai il tuo corpo caldo… vidi la tua mano che premeva il pulsante della luce, prima che la stanza piombasse nell’oscurità. <<Ho portato Frida a vedere delle case… non sono riuscito a convicerla a trasferirsi a Milano, ma io…>> – <<No, Marco, non devi farlo ed io non voglio essere la causa della rottura del vostro matrimonio>>…. …<<Frida, mi annoio a stare sempre in spiaggia, perché non compriamo una barca?>> <<Sei matto? Io in barca con te non ci vengo. Fai come vuoi. Se ti succede qualcosa, la pensione me la danno?>>… ….La statale per Sansepolcro si snodava in curve e rettifili, mentre il rombo del motore dell’Alfa rompeva il silenzio della campagna. Gli abbaglianti sciabolavano la notte, frangendosi sui tronchi degli alberi e creando ombre che si allungavano… Mancavano pochi minuti alle nove e la radio diffondeva le note di una canzone che mi ricordava un amore passato: “Lontano” di Luigi Tenco. Laggiù, in fondo a un rettilineo, una figura femminile che mi faceva cenno si fermare… …aveva un corpo da statua, perfettamente modellato da un leggero abito bianco… i suoi leneamenti sembravano evanescenti… mi venne incontro con passo lento e leggero, che sembrava sfiorare il terreno… le aprii la portiera e lei salì… la strada sembrava ora levigata come un biliardo, mentre il motore emetteva solo un ronzio appena percettibile e la radio taceva. <<Il mio viaggio è finito, è qui che devi lasciarmi>> Dovevo vederla in viso, feci per accendere la luce interna, ma ebbi la sensazione che le sue dita sfiorassero il mio braccio come una carezza dolcissima, ma tanto potente da farmi desistere… lei scese, provai a trattenerla, ma non riuscii neppure a sfiorarla… si voltò: il suo volto per un attimo, un lampo infinitesimo, due stelle azzurre… poi s’incamminò in un sentiero verso una luce intensa.. …<<Prendere lezioni di vela? Per carità! Le avrei detto una cosa per un’altra? Questa barca si guida da sola, fiocco e randa, ta, ta>> Mi occorreva un prodiere, quindi decisi di affidare l’incombenza alla primogenita Laura, più rispettosa di Beatrice della mia patria potestà… Spirava un vento teso da ponente, mentre le onde si frangevano sul bagnasciuga in maniera preoccupante… Al primo tentativo la barca compì una rotazione di 180 gradi e andò ad arenarsi nel punto esatto da cui eravamo partiti… Vuoi per caso, vuoi per esaurimento di tutte le possibilità, riuscii a salire sulla barca con il costume da bagno vergognosamente calato al di sotto della natiche….. …Così è finita anche l’avventura alla MDS. A quarant’anni passati, la prospettiva di ricominciare da capo. Un’altra azienda? Neanche a parlarne, non voglio più saperne di intrallazzi di corridoio, di squallide arrampicate di carriera, di pettegolezzi velenosi… Conosco il marketing e i sistemi iformativi, proverò la libera professione… Anni dopo a Milano per una mostra… Qui ci vedevamo la sera quando venivi a prendermi… ecco il gioielliere dove ti comprai il braccialettino, il mio regalo di addio… Perché quella donna affacciata al balcone mi guarda e scuote la testa?.... Il volume può essere ordinato: In forma cartacea: All’autore: [email protected] sito: www.freschidistampa.net In formato e-book a varie librerie virtuali, tra cui: http://ultimabooks.simplicissimus.it/idol/result/?q=gds Al