a cura di
MariaElena Auxilia
Vita
Glossario
Le idee
Idee
&
fatti
Percezioni
HUME
Il principio
di
associazione
Teoria della
conoscenza
Morale
Religione
Politica
Critiche ai
concetti di
causa &
sostanza
Nato ad Edimburgo in un solare 26 aprile 1711, la sua origine è legata alla piccola nobiltà
terriera della città scozzese. Nella stessa università di Edimburgo intraprende studi di
giurisprudenza, ma i suoi interessi principali sono da sempre diretti verso la filosofia e la
letteratura, discipline a cui dedica bellissime parole nella sua Autobiografia, scritta poco
prima della sua scomparsa. Naturale dunque che il suo tentativo di esercitare la
professione di avvocato a Bristol non andasse a buon fine: il vestire la toga non lo faceva
certo sentire a suo agio. Sceglie allora di trasferirsi in Francia, a La Flèche, dove rimane tre
anni (dal 1734 al 1737) allo scopo di proseguire i suoi studi filosofici.
Durante la sua permanenza in Francia compone la sua prima e fondamentale opera, il
"Trattato sulla natura umana", poi pubblicato tra il 1739 (i primi due libri) e il 1740 (il terzo).
Purtroppo per il sagace filosofo il Trattato non ottiene alcun successo, nonostante
l'"Estratto" in forma di recensione che Hume stesso ne trasse per renderne le idee più
accessibili.
Frattanto il pensatore ritorna in Inghilterra dove si impegna a pubblicare nel 1742 la prima
parte dei suoi "Saggi morali e politici", questi sì accolti in maniera favorevole dal pubblico e
dalla cerchia degli intellettuali. Non essendo riuscito però a ottenere una cattedra
all'università di Edimburgo ritorna sul continente dove, tra il 1745 e il 1748, gli vengono
conferiti vari incarichi politici, tra cui quello di segretario del generale St. Clair, che lo
conduce con sé nelle varie ambasciate militari presso le corti di Vienna e Torino.
Si trovava proprio a Torino quando nel 1748 esce a Londra la "Ricerca sull'intelletto
umano", testo che rielabora in forma più semplice e piana la prima parte del Trattato.
Nel 1752 ottiene un posto da bibliotecario alla Facoltà degli avvocati di Edimburgo e
ha così tutto il tempo per comporre una "Storia di Inghilterra" (poi diventata
celeberrima), che analizza un lasso di tempo comprendente l'invasione di Giulio
Cesare fino all'ascesa di Enrico VII.
Nello stesso anno pubblica la "Ricerca sui principi della morale", rielaborazione,
ancora una volta, di quella che pare l'ossessione della sua vita: il Trattato (questa
volta la rielaborazione tocca solo la seconda parte).
Del 1757 è la "Storia naturale della religione", ennesimo, scintillante capolavoro, pieno
di argomentazioni serrate e sorprendenti intorno al concetto di religione monoteistica,
in gran parte deprezzata in favore del più aperto e tollerante politeismo. La correttezza
filologica impone comunque di dire che in precedenza Hume aveva già scritto i
bellissimi "Dialoghi sulla religione naturale", pubblicati purtroppo solo nel 1779, dopo
la morte del filosofo.
Nel 1763 Hume diventa segretario del conte di Hartford, ambasciatore d'Inghilterra a
Parigi e qui rimane fino al 1766, stringendo rapporti con i principali esponenti del
"milieu" intellettuale della capitale francese.
Tornato in Inghilterra ospita in casa sua Jean-Jacques Rousseau; il carattere ombroso
del filosofo francese provoca la rottura fra i due.
Dal 1769 in poi Hume, ormai ricco, conduce la vita tranquilla del benestante inglese:
muore nella sua città natale il 25 agosto 1776.
Per Hume punto di partenza di un'indagine logica è la percezione
ovvero "tutto ciò che può essere presente alla mente, sia che
esercitiamo i nostri sensi, sia che siamo mossi dalla passione o che
esercitiamo il pensiero e la riflessione". Esistono due tipi di percezione:
le impressioni e le idee. Si ha un'impressione "quando proviamo una
passione o un'emozione di qualsiasi specie o i sensi ci trasmettono le
immagini degli oggetti esterni" mentre si ha un'idea "quando riflettiamo
su una passione o su un oggetto che non è presente". Tra i due tipi di
percezione esiste un rapporto di casualità infatti non possiamo mai
pensare a qualcosa che non abbiamo già visto in precedenza; ogni
idea ha un'impressione che le somiglia e a cui corrisponde
.
L’immaginazione è la facoltà che permette all’uomo di relazionare più
idee fra loro, tale facoltà, per quanto libera, non è casuale, le idee che
si susseguono hanno sempre una connessione, dovuta a una forza,
presente nella mente, detta principio di associazione, che impone che
le idee vengano concatenate seguendo determinati criteri.
Tali criteri sono la somiglianza, la continuità spaziale e cronologica e la
causalità.
Questi tre criteri sono i fondamenti della idee complesse, cioè dei
concetti di spazio, tempo, causa ed effetto, e di sostanza.
Tali concetti non sono oggettivi, e non originano alcuna impressione, in
quanto sono solamente dei modi di percepire le impressioni.
Hume divide le proposizioni in proposizioni che concernono relazioni fra
idee (come le operazioni matematiche) e proposizioni che concernono i
fatti (come le proposizioni che riguardano le scienze della natura).
Le prime vengono costruite dalla ragione in base al principio di non
contraddizione, senza fare riferimento a cose reali.
Le seconde, le proposizioni che riguardano le materie di fatto, si fondano
non sul principio di non contraddizione, ma sull’esperienza, poiché il
contrario di un fenomeno è sempre possibile.
Due sono i modi attraverso i quali le idee conservano e riproducono le
impressioni ad esse corrispondenti: la memoria e l'immaginazione.
Nella memoria le impressioni mantengono la loro forma originale con la
loro forza e vivacità, mentre nell'immaginazione le idee riprodotte
hanno perduto la loro primitiva vivacità. L'immaginazione ha comunque
la libertà di mescolare trasportare e comporre idee, ossia di svolgere
nei loro confronti analisi e sintesi, questo è il potere creativo della
mente che viene comunque regolato dal principio di associazione.
Per Hunme esistono due tipi di conoscenza: quella astratta (propria
della matematica che si esplica mediante la relazione fra le idee) e
quella empirica (riferita ai fatti dell'esperienza la quale intuisce un
legame tra le impressioni cioè tra cose o materie di fatto). Hume negò
la necessità logica del nesso di causalità, sostenendo che non è
sufficiente aver osservato l'esistenza di una relazione di causalità tra
due eventi in circostanze ripetute per trarre la conclusione che la
relazione causale sia logicamente necessaria e universalmente valida.
In altri termini, la presunta percezione di una relazione di causa ed
effetto fra due eventi del mondo consiste in realtà nella proiezione sul
mondo dell'attesa prodotta dall'associazione mentale di una sequenza
temporale tra l'idea del primo evento e l'idea del secondo. Pertanto è
impossibile conoscere in modo certo dati di fatto che oltrepassino le
singole percezioni, benché Hume ammetta per la vita quotidiana il
valore psicologico dell'abitudine a pensare in termini di causa e di
effetto e a credere alla validità delle percezioni.
1) tempo e spazio secondo Newton sono assoluti, Hume distrugge questo presupposto
1^arg:non hanno origine
da impressioni
es:non percepisco lo spazio di un'arancia,
non ne ho l'impressione
2^arg:spazio e tempo sono
idee contraddittorie
in esse è implicita l'idea di insieme composto
di infinite parti, ma in realtà non sono
divisibili all'infinito
Kant:"tempo e spazio sono intuizioni non verificabili"
2) l'uomo crede per abitudine che ad un primo avvenimento debba succederne sempre
un secondo e che il secondo non può necessariamente avvenire senza il primo
rifiuto di
tale ipotesi
1^arg:la connessione causa-effetto non è deducibile a priori
dalla causa (l'effetto non è contenuto nella causa)
2^la connessione causa-effetto non è dimostrabile a posteriori
es:palle da biliardo
credenza=mistero
filosofico
percepisco
contiguità spazio-temporale
priorità del moto della prima
presenza costante del moto della 2^ dopo la 1^
non posso affermare che sarà sempre così
perché oltrepasserei i dati dell'esperienza
l'abitudine riduce la connessione cronologica (POST HOC) a connessione causale
(PROPTER HOC) ma questo ragionamento non è valido perchè non possiamo
prevedere gli eventi futuri con certezza (es:il sole domani potrebbe non sorgere)
3) l'uomo crede che i sentimenti si trovino in un substrato che li sostiene (anima o sostanza
spirituale sempre identica a se stessa=io)
conosco solo stati d'animo dopo
per Hume la sostanza materiale e spirituale sono fasci di impressioni che non trovano
corrispondenza con le impressioni dell'anima
non si può conoscere
Hume=Locke
secondo L.non posso conoscere l'esistenza della sostanza ma non posso
dire che non esiste, per H. non posso nemmeno supporne l'esistenza
MORALE: sulla ragione prevale il sentimento
ragione=ogg.indagine ragione stessa
bene e male dipendono dalla reazione che il soggetto ha nei confronti dei fatti
la ragione interviene solo dopo
per giustificare la nostra reazione
di piacere o dolore ( Freud)
ciò che produce
piacere è buono
se ci si immedesima in un altro
si può reagire allo stesso modo
ciò non dipende dalla ragione ma
è un sentimento spontaneo che non
possiamo argomentare
ciò che produce
dolore è cattivo
non esistono principi per
regolamentare le sensazioni
ma tratti comuni derivanti
dalla comune natura umana
simpatia spontanea fondamento
del consenso morale
sentimento positivo per ciò
che favorisce la società
vita sociale, abitudine a stare con gli altri
sentimento negativo per ciò
che danneggia la società
RELIGIONE: nega la possibilità di dimostrare razionalmente l'esistenza di un Dio creatore
=fat o umano
ha avuto origine come meccanismo di
sicurezza contro la precarietà dell'esistenza
non viene contestata le religione
come sentimento(sua propria funzione)
Dio=tutela alle attività dell'uomo
critica alle religioni storicamente esistite
perché dogmatiche e intol eranti fra loro
epistola tol eranza Locke
(no a cattolici e atei)
scetticismo:le idee della religione non sono conoscibili
POLITICA: basata sul sentimento
non può essere dedotta da un principio a priori
critica ai giusnaturalisti che usano la ragione
la società nasce da una
convenzione che riconosce l'utilità
collettiva della società stessa
doveri diritti e valori in funzione dell'utile
comunicati con l'educazione che li interiorizza
A
P
R
Abitudine: Hume intende la disposizione, prodotta dalla ripetizione di
un atto, a rinnovare l’atto stesso, senza che intervenga la riflessione o il
ragionamento. Hume ritiene che sull’abitudine si fondi gran parte della
nostra vita psichica e ricorre ad essa sia per spiegare le idee astratte,
cioè la possibilità da parte di idee particolari, di richiamare altre idee
particolari simili, sia per spiegare il rapporto di causa –effetto.
Impressioni & Idee: “tutte le percezioni della mente umana- scrive
Hume- si possono dividere in due classi, che chiamerò impressioni e
idee. La differenza tra esse consiste nel grado di forza e vivacità con
cui colpiscono la nostra mentre e penetrano nel pensiero ovvero nella
coscienza. Le percezioni che si presentano con maggiore forza e
violenza, possiamo chiamarle impressioni: e sotto questa
denominazione io comprendo tutte le sensazioni, passioni ed emozioni,
quando fanno la loro prima apparizione nella nostra anima. Per idee,
invece, intendo le immagini illanguidite delle impressioni, sia nel
pensare che nel ragionare…”
(trattato sulla natura umana, lib.I, parteI, se I)
Morale: Secondo Hume le sue regole nascono in vista della pubblica
utilità. Infatti, si giudicano buoni o cattivi i comportamenti degli individui
a seconda che apportino vantaggi o svantaggi alla comunità: “ Se,
dunque, l’utilità è fonte di sentimento morale, e se questa tilità non si
considera sempre con riferimento a noi stessi ne consegue che tutto
ciò che contribuisce alla felicità della società si raccomanda
direttamente alla nostra approvazione e alla nostra buona volontà”
(Ricerca sui principi della morale, V,2)
Percezione: Hume intende “tutto ciò che può essere presente alla
mente”. Le percezioni si dividono in impressioni e idee.
Relazioni fra idee: Sono le proposizioni basate sul principio di
non-contraddizione e che hanno in se stesse la loro validità, in quanto il
loro contrario è indispensabile e quindi impossibile. Su tali proposizioni
si fondano “le scienze della geometria, dell’algebra e dell’aritmetica”.
(Ricerca sull’intelletto umano, p.31)
Religione: ha un fondamento extra-razionale, in quanto nasce dalle
speranze e dai timori che agitano l’uomo, il quale attribuisce a cause
segrete e sconosciute i beni di cui gode e i mali da cui è continuamente
minacciato.
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