LA TENEBRA E L’UMANITÀ
Heart of Darkness
15 settembre
1889 novembre Conrad a Bruxelles
1890 7 maggio contratto con la S.A.B.
12 maggio - 13 giugno Bordeaux - Boma
28 giugno – 4 dicembre viaggio di Conrad
il viaggio di andata
il viaggio di ritorno
……… il tratto a piedi Boma - Leopoldville
19 agosto
01 settembre
24 settembre
02 agosto
08 luglio
28 giugno
13 giugno
04 dicembre
06 settembre
All’origine di “Cuore di tenebra”
• Trasposizione di un’esperienza diretta, il viaggio in
Congo del 1890 e degli appunti del Congo Diary.
• 1890, aprile, Conrad assunto alla Société Anonyme
Belge pour le Commerce du Haut-Congo, con sede a
Bruxelles.
• Conrad viene posto alla guida di un battello fluviale, in
seguito alla morte del comandante, Freiesleben. Dal
porto francese di Bordeaux, Conrad raggiunge Boma,
alle foci del fiume Congo. Da Boma, Conrad risale il
fiume e raggiunge Matadi e, a piedi, Kinshasa.
• Da Kinshasa, Conrad viene imbarcato su un battello agli
ordini di un danese: dovevano raggiungere la Stazione
interna della Compagnia, per prelevare il suo agente,
Klein, gravemente ammalato. Durante il ritorno Klein
muore e lo stesso Conrad si ammala di febbri malariche.
Il viaggio e la Bildung
• Da questa esperienza, Conrad matura la decisione di
abbandonare la navigazione e il servizio di compagnie
che sfruttano le terre coloniali, per diventare scrittore.
• Dal cuore dell’Europa al cuore dell’Africa: viaggio →
processo di formazione/conoscenza di sé (Bildung).
• Dal cuore dell’Africa al cuore dell’Europa: con questo
viaggio, Conrad-Marlow prende coscienza della realtà
coloniale e imperialista europea: (fahren → Erfahrung).
A. lettura storica
• Il romanzo mostra gli effetti del colonialismo europeo: sfruttamento,
disumanizzazione, devastazione.
Esempi:
• francese, la nave che spara sulla terraferma
• danese, il capitano Fresleven
• di madre metà inglese e padre metà francese, Kurtz
• russo, l’“arlecchino”
• belga, la compagnia continentale
• svedese, il capitano alla foce del fiume Congo
• In passato, i Romani alla conquista della Britannia (Tacito, Agricola),
poi, sir Francis Drake. Ma solo gli attuali europei cercano di
mascherare lo sfruttamento coloniale con l’ipocrisia della
civilizzazione.
• Il cuore delle tenebre NON è la giungla e i suoi abitanti, ma sta in
Europa, sulle rive del Tamigi, appunto! E’ da lì che la tenebra si
irradia sugli abitanti dell’Africa, sull’“Altro”.
• Il viaggio verso le tenebre si conclude là dov’è cominciato, nel cuore
della civiltà europea (Londra).
B. lettura etica
• Il romanzo smaschera l’idea che la civiltà sia la luce (gli ideali di
progresso e civilizzazione), e che la foresta sia la tenebra (la natura
selvaggia e crudele): al contrario, la tenebra è prodotta dalla civiltà
da cui proviene l’uomo bianco e da lì si irradia verso l’Altro.
• Anche l’opera di conoscenza è un’azione prevaricatrice: conoscere
l’Altro significa ricondurlo ai propri paradigmi etici e culturali,
assimilarlo a sé.
• L’incontro con Kurtz, svela a Marlow che l’abominio di cui si è
macchiato Kurtz, non è generato dall’incontro con la foresta e i suoi
abitanti, ma proviene dalla sua civiltà e dal male che in essa è
radicato (falsa coscienza).
• Marlow ritorna in Occidente, consapevole della menzogna che
copre la realtà del colonialismo.
• Così Marlow mente alla fidanzata di Kurtz, ma dice la verità ai suoi
narratari (e a noi lettori): le ultime parole di Kurtz: the horror! the
horror! smascherano la menzogna occidentale.
C. lettura retorica
• Il romanzo mostra che il linguaggio è mezzo di copertura dello
sfruttamento economico e politico.
• Parole e linguaggio mascherano i reali rapporti di potere,
mostrandosi come la superficie luminosa, in apparenza buona,
dell’opera di civilizzazione. Alla fine della sua esistenza Kurtz svela
il “cuore nero” della civiltà.
Interpretazioni di “the horror!” 1
Marlowe sostiene che:
1.
Kurtz condanna come orribili i suoi metodi malsani e questo
“giudizio in merito alle avventure dell’anima sua” (111) è
“un’affermazione, una vittoria morale” (113);
2.
Kurtz considera odiosa ma anche desiderabile la tentazione verso
ciò cui fu costretto a cedere: la speranza ha “il misterioso
compenetrarsi dell’amore e dell’odio” (112) e quindi non è una
vittoria morale;
3.
Kurtz ritiene orribile la natura profonda di tutta l’umanità: “nessuna
eloquenza avrebbe potuto riuscire tanto micidiale a qualunque fede
nell’umanità quanto il suo scoppio di sincerità finale” (106) quando il
suo sguardo fisso che era capace di “penetrare in tutti i cuori che
battono nella tenebra” (112);
4.
Kurtz considera orribile tutto l’universo: “quel suo dilatato, immenso
sguardo che abbracciava, esecrava tutto l’universo” (118)
Interpretazioni di “the horror!” 2
•
Da una frase, Marlowe fa scaturire numerose interpretazioni
possibili, proprio perché Kurtz è una figura paradossale.
•
Egli non solo è l’ultimo di una serie di “hollow men” [uomini vuoti],
(“gli aveva risvegliato dentro degli echi fragorosi, perché egli era
vuoto nell’intimo” [92]), ma anche in pieno contrasto con la lunga
serie di uomini vuoti (egli offre “l’incubo che m’ero scelto” [103]) e “le
avventure dell’anima sua su questa terra” (111) hanno comportato
“terrori abominevoli” e “abominevoli soddisfazioni” (113). Con queste
parole Marlowe vuol dire che essendo diventato così rapace, una
volta giunto in Congo, la sua vita vale meno di quella del timoniere
che muore nel viaggio di risalita.
Interpretazioni di “the horror!” 3
•
Ma Kurtz è anche “notevole” (112), avendo vissuto in modo così
intenso e carismatico: gli altri “pellegrini” somigliano ad automi
senz’anima, mentre Kurtz che potrebbe aver venduto la sua anima,
per lo meno possedeva un’anima, da vendere.
•
Insomma, se “The horror! The horror!” pone delle difficoltà, ciò
dipende largamente dal fatto che Conrad, attraverso Marlow, lo
tratta come nesso tematico: un’ambigua affermazione che riassume,
senza risolverli, numerosi paradossi del racconto.
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 1
La fragile parvenza della civiltà occidentale, la grande menzogna del
“fardello dell’uomo bianco”, con il suo implicito pseudoaltruismo, può
essere accettata soltanto se i nativi del continente nero devono
essere migliorati, illuminati e trasformati in uomini bianchi con la
pelle nera.
Una tale menzogna, esposta lungo il racconto, Marlow la trova scioccante.
Rivela perciò alla fidanzata una sua “nonverità”, per preservare
un’immagine ideale che, se mostrata; si sarebbe rivelata vuota.
Raccontare alla fidanzata di Kurtz la verità, avrebbe le svelato la
desolazione del cuore del suo fidanzato; e lei avrebbe conosciuto
l’abisso in cui Kurtz era caduto.
Rispondendo alle domanda della fidanzata di Kurtz, Marlow fa ciò che più
disprezza. Per proteggere l’integrità della visione di Kurtz e l’amore
romantico della sua fidanzata, acconsente alla di lei dichiarazione di
fede (“la sua bonta splendeva in ogni atto” [121])
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 2
La fragile parvenza della civiltà occidentale, la grande menzogna del
“fardello dell’uomo bianco”, con il suo implicito pseudoaltruismo, può
essere accettata soltanto se i nativi del continente nero devono
essere migliorati, illuminati e trasformati in uomini bianchi con la
pelle nera.
Una tale menzogna, esposta lungo il racconto, Marlow la trova scioccante.
Rivela perciò alla fidanzata una sua “nonverità”, per preservare
un’immagine ideale che, se mostrata; si sarebbe rivelata vuota.
Raccontare alla fidanzata di Kurtz la verità, avrebbe le svelato la
desolazione del cuore del suo fidanzato; e lei avrebbe conosciuto
l’abisso in cui Kurtz era caduto.
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 3
Rispondendo alle domande della fidanzata di Kurtz, Marlow fa ciò che più
disprezza. Per proteggere l’integrità della visione di Kurtz e l’amore
romantico della sua fidanzata, acconsente alla di lei dichiarazione di
fede (“la sua bonta splendeva in ogni atto” [121]) e tergiversa
ambiguamente sulla sua morte (“La sua fine … è stata in tutto degna
della sua vita” [122]).
A causa di Kurtz, Marlow sostiene di aver mentito o di esserci andato
vicino, sebbene egli abbia in odio la menzogna: “Voi sapete quanto
io odii, detesti, ripugni alla menzogna … la menzogna mi atterrisce.
C’è in essa un lezzo di morte, un alito di corruzione, che è proprio
quel che più odio e detesto al mondo, quel che vorrei dimenticare”
(41).
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 4
Tornato a Bruxelles, Marlow vorrebbe dimenticare Kurtz, ma la sua ombra
lo induce a mentire. Marlow, conclude la sua avventura africana,
come Kurtz aveva incominciato la sua carriera contro l’umanità: con
una razionalizzazione, una menzogna ben giustificata.
Non è il profitto commerciale, ma il benessere dei nativi che la Compagnia
di Kurtz ha sostenuto in Europa per giustificare le sue attività
nell’Africa centrale. Prima di di trovarsi laggiù faccia a faccia con i
suoi istinti malsani e le sue passioni ataviche, Kurtz aveva esposto i
suoi ideali altruistici ("la nobile causa" [12] e "la causa del progresso"
[13]).
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 5
Nella natura selvaggia, l’integrità di Kurtz crolla; soltanto si salvano gli
estremi, la brama e l’intelletto, il guscio vuoto dell’essere razionale
civilizzato. Conrad smaschera la bancarotta morale del sistema per
cui Kurtz opera, connettendo Kurtz con Bruxelles, che nel ricordo di
Marlow riassume la civiltà europea: “una città che mi fa pensare ogni
volta a un sepolcro imbiancato" (13).
Vangelo secondo Matteo, 23, 27-28:
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a
sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma
dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così
anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma
dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 6
I farisei
Appartenenti a una setta religiosa che vediamo attiva durante la vita
pubblica di Gesù
Gli adepti di questa setta pretendevano di “separarsi” dall'ignoranza
religiosa del loro stesso popolo con la loro conoscenza approfondita
della Legge. Nel Nuovo Testamento i farisei sono spesso
contrapposti ai sadducei, i quali, piuttosto che una setta, formavano
un partito più politico che religioso. I sadducei erano conservatori
accaniti, di contro ai farisei che apparivano come progressisti poiché
professavano credenze esplicitate solo nei libri più recenti della
Bibbia, quali Daniele, la Sapienza o i Maccabei. Ad esempio, i
sadducei negavano la resurrezione dei corpi, l'esistenza degli angeli,
l'immortalità dell'anima.
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 7
I farisei erano laici particolarmente versati nello studio della Legge. Essi
insistevano sull'osservanza rigorosa delle prescrizioni legali.
Ai tempi di Gesù in Palestina i farisei si opposero a Gesù in nome del
formalismo legale. Gesù risponde. “Guardatevi dal lievito dei farisei e
dei sadducei”, egli dice ai suoi discepoli, che interpretarono questo
termine in senso concreto, mentre era della loro ipocrisia che Gesù
intendeva parlare. Il regno dei cieli era chiuso per essi poiché erano
privi del senso della vera giustizia; erano spiritualmente ciechi.
Certamente era bene agire secondo ciò che essi professavano, poiché
insegnavano la Legge: ma essi stessi non la seguivano, cercando
solo di farsi notare dagli uomini. Gesù li accusò di essere “sepolcri
imbiancati”, all'esterno giusti, all'interno null'altro che marciume
perché avevano trascurato ciò che più contava “della Legge, il
giudizio, la misericordia e la fede.
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 8
Quel che il Salvatore trova di inaccettabile nei Farisei, è ciò che Marlow
trova ripugnante nella compagnia belga: mera ipocrisia. La
Compagnia belga nasconde il suo desiderio di ricchezza e potere
dietro vuote banalità sul progresso della civilizzazione europea entro
le tenebre della giungla africana
Se Bruxelles appare come un sepolcro imbiancato e la Compagnia mostra
una facciata ripulita, l’interno è Kurtz, dietro il quale persistono
desolazione e morte. Il bianco è il colore dell’immoralità e
dell’ipocrisia: “Il maestoso camino di marmo aveva una bianchezza
monumentale e fredda” (118).
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 9
La “bianchezza” del camino connette questo interno borghese con l’esterno
sociale. Il bianco dei sepolcri imbiancati è l’avorio, dal quale sono attratti i
bianchi (in effetti, le tombe di cui parla il Vangelo, venivano imbiancate per
essere ben visibili, così che gli Ebrei ortodossi potessero evitarle): la verità
interiore sono le ossa marce.
La ferocia che si cela dietro il commercio europeo, è ben rappresentata dai
teschi che ornano lo steccato intorno alla dimora di Kurtz (91-92).
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 10
La scena conclusiva, l’intervista a Marlow ad opera della fidanzata di K.
(una figura pallida di delusione contrapposta all’Atena nera che ne
ha preso il suo posto nel cuore di K. alla stazione interna), lascia il
lettore di fronte all’ambivalenza del giudizio di Marlow/Conrad sul
colonialismo. Anche se sta cercando di risparmiarle ulteriore
angoscia, Marlow valuta il colonialismo europeo come elemento
rassicurante: “Una forte proporzione di rosso, che, in qualunque
momento, fa sempre bene a vederlo, perché si ha la sicurezza che lì
dentro, almeno, si lavora un po’ per davvero” (14). Anche se si
ritrova in una “città sepolcrale” (113), Marlow vede i vantaggi di un
sistema dove “comuni individui se ne andavano per le loro faccende
in una tranquilla fiducia quanto alla propria sicurezza personale”
(113).
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 11
Se è vero che K. e Marlow hanno guardato nell’oscurità della psiche
umana e conosciuto che cosa vi si nasconde, e Marlow è tornato
dopo aver visitato la morte sulle sponde dello Stige per raccontarlo
al mondo, ma Marlow è reticente, come un ragazzo, a rivelare
l’orrore che ha visto alla fidanzata di K. Perché? Non la ritiene in
grado di comprendere le sue parole? Ne vuole preservare
l’innocenza per potere sostenere gli ideali di un utile sistema?
O la menzogna è l’affermazione della amicizia e solidarietà di Marlow
con K., sul quale non si sente in diritto di pronunciare alcuna
condanna?
Menzogne bianche e sepolcri imbiancati 12
Per rispondere alle regioni di Marlow, bisogna riflettere sulla natura della
bugia e su quella del bugiardo. La bugia di Marlow, non è la vile elusione
di Caino, né l’astuta impostura di Ulisse. Quella di Marlow, sembra una
bugia non premeditata, né intenzionale. Forse anche noi lettori, al posto
di Marlow, avremmo risparmiato alla fidanzata di K. un dolore più
profondo, facendo quello che lui ha fatto? Proteggendola dalla realtà
darwiniana della giungla africana, ma anche dall’impassibile facciata di
Bruxelles. Se la fidanzata di K. rappresenta la società borghese europea,
allora Marlow ha appena colto quegli interessi commerciali e politici che
stanno impedendo alla coscienza della classe media europea, di
comprendere che cosa sia lo sfruttamento dell’Africa: una violenza
culturale, economica e geografica. Così la società europea resta
nell’oscurità, nelle tenebre dell’ignoranza. Così infatti, finisce il romanzo:
“una faccenda troppo tenebrosa” (123).
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