La prima guerra mondiale Il ruolo dell’Italia La posizione degli intellettuali all’inizio del conflitto All’inizio della guerra si era diffuso in tutti i paesi un clima di esaltazione bellicista Le cifre della guerra però portarono presto dubbi e demoralizzazione (i governi dell’Intesa nei quattro anni di guerra avevano messo in campo sessanta milioni di soldati, di cui - dieci milioni morirono in combattimenti, - venti milioni furono feriti, - otto milioni finirono prigionieri o dispersi) Le voci contro la guerra cominciano ad ottenere più spazio Il papa Benedetto XV aveva più volte condannato l’inutile strage Benedetto XV In tutti gli stati però chi si esprimeva apertamente contro la guerra veniva censurato e accusato di “disfattismo” I mass-media venivano usati per la propaganda a favore della guerra LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO Allo scoppio del conflitto il governo italiano si era dichiarato NEUTRALE perché il trattato della Triplice Alleanza costringeva a schierarsi con gli alleati solo qualora questi fossero stati attaccati (stavolta invece era stata l’Austria ad attaccare la Serbia) Gli imperi centrali premevano perché l’Italia rispettasse l’alleanza e scendesse in campo o quanto meno si mantenesse neutrale allettandola con promesse territoriali Anche i governi dell’Intesa facevano proposte all’Italia perché intervenisse al loro fianco Il governo italiano prendeva tempo contrattando segretamente con gli uni e con gli altri e valutando le proposte IL DIBATTITO PUBBLICO La questione dell’intervento in guerra divenne oggetto di un animato dibattito pubblico tra NEUTRALISTI ed INTERVENTISTI I NEUTRALISTI Liberali giolittiani Socialisti Cattolici La posizione di Giolitti Giolitti si era momentaneamente ritirato dalla guida del governo per lasciar “decantare” il Giovanni Giolitti clima politico. Egli era contrario all’intervento perché riteneva che il paese non fosse in grado di affrontarne i costi GLI INTERVENTISTI Volevano che l’Italia intervenisse al fianco dell’Intesa per liberare Trento e Trieste: Repubblicani Radicali Socialisti riformisti Manifestazione in favore della guerra a Roma Manifestazione in favore della guerra a Milano Manifestazione in favore della guerra a Bologna Erano favorevoli all’intervento anche coloro che si ispiravano al principio della “violenza purificatrice” Movimento operaio Benito Mussolini (ex direttore del quotidiano socialista “Avanti!”, espulso dal partito proprio per le sue posizioni) Benito Mussolini Erano favorevoli all’intervento anche i liberali conservatori (di Destra) SALANDRA (capo del Governo succeduto a Giolitti nella primavera del 1914) Salandra SONNINO (ministro degli esteri) Sonnino … e i nazionalisti Vedevano nel conflitto un’occasione per realizzare un’espansione territoriale e favorire una rinascita morale nel paese Il PATTO DI LONDRA Il 26 aprile 1915 Salandra e Sonnino firmarono segretamente il Patto di Londra con cui i paesi dell’Intesa promettevano all’Italia per il suo intervento la Venezia Giulia, il Trentino, il Sud Tirolo, l’Istria, parte della Dalmazia, il porto albanese di Valona Verso l’intervento Sapendo di non disporre della maggioranza in parlamento Salandra si dimise Il re Vittorio Emanuele III respinse le dimissioni Salandra ottenne dal parlamento poteri straordinari in caso di conflitto Vittorio Emanuele III 20 maggio 1915 seduta storica alla Camera: vengono votati pieni poteri per Salandra Tutti i deputati urlano “Viva la guerra” e “ Viva l’Italia” 23 maggio 1915 L’Italia dichiara guerra all’Austria 24 maggio 1915 l’esercito italiano varca i confini austriaci L’esercito italiano entra in guerra - 24 maggio 1915 IL FRONTE MERIDIONALE L’entrata in guerra dell’Italia apre un nuovo fronte (lungo tutto l’arco delle Alpi orientali, talvolta anche sopra i 3000 metri di quota) Le truppe italiane erano numericamente superiori ma le difficoltà nei collegamenti e nei rifornimenti e le caratteristiche del terreno di combattimento impedirono significativi avanzamenti Fronte italiano Le truppe italiane erano guidate dal generale Cadorna Varcato il confine austriaco occuparono le postazioni in Trentino e sulla linea del fiume Isonzo Undici offensive tra il luglio 1915 e il dicembre 1917 non portarono avanzamenti Cadorna La battaglia di Caporetto Il 24 ottobre 1917 le truppe austrotedesche sfondarono il fronte italiano a Caporetto costringendo l’esercito italiano ad attestarsi sulla linea del Piave La ritirata di Caporetto 24 ottobre 1918 l’esercito italiano, Diaz guidato dal generale Diaz subentrato a Cadorna, contrattacca e sbaraglia il nemico a Vittorio Veneto occupando Trento e Trieste 3 novembre 1918 – superato il Piave e conquistata Vittorio Veneto, la cavalleria italiana entra a Trento Disfatta degli austriaci Artiglieria austriaca catturata dagli italiani 4 novembre 1918 viene firmato l’armistizio chiesto dall’Austria L’armistizio fra Italia ed Austria venne firmato nella Villa Giusti a Padova Arrivano a Padova i firmatari Plenipotenziari austriaci arrivano a Padova Plenipotenziari austriaci entrano a Villa Giusti Comando Supremo dell'Esercito Austro-ungarico Gen. Viktor Weber Edler von Webenau Colonn. Karl Schneller Cap. di Fregata Johannes Prinz von und zu Liechtenstein Ten. Colonn. F.v. Nyékhegyi Cap. di Corvetta Georg Ritter Zwierkowski Ten. Colonn. Gen. Viktor Freiherr von Seiller Cap. di S.M. Camillo Ruggera Comando Supremo dell'Esercito Italiano Ten. Gen. Pietro Badoglio Magg. Gen. Scipione Scipioni Colonn. Tullio Marchetti Colonn. Pietro Gazzera Colonn. Pietro Maravigna Colonn. Alberto Pariani Cap. Vasc. Francesco Accinni Badoglio Clausole dell’Armistizio di Villa Giusti Immediata interruzione delle ostilità in terra, mare e cielo Smobilitazione totale delle forze austro-ungariche Ritirata delle forze austro ungariche entro i confini stabiliti nel trattato di pace (Saint-Germain, 1919)