Le comete sono tra i corpi celesti più caratteristici e affascinanti, grazie alla loro lunga coda luminosa. Esse hanno sempre affascinato e intimorito l'uomo per il loro aspetto e la loro improvvisa apparizione in cielo. Anche Seneca dice che l’uomo è attratto dai fenomeni celesti e solleva la sua vista ad osservare le stelle all’apparizione delle comete: “…ubi novum aliquod e caelo miraculum fulsit”. Secondo antiche credenze popolari, le comete erano portatrici di sventure, pestilenze e guerre. Però, in antichità, vi erano già degli studiosi che avevano idee chiare riguardo questi fenomeni celesti. Per esempio Seneca si riallaccia alle precedenti teorie di Apollonio di Mindo ed Epigenes. Il primo affermava che le comete fossero dei pianeti, mentre il secondo sosteneva che fossero fuochi dovuti ad aria incendiata. Ma in realtà esse non sono altro che innocue "palle di neve sporca", composte da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano, ammoniaca e polvere. La cometa Hyakutake, apparsa nella primavera del 1996. Le comete provengono da un insieme di milioni e milioni di corpi rocciosi, detto "nube di Oort". Questa nube, a forma di guscio sferico, si trova ai confini del Sistema Solare e si estende fino a cinquantamila volte la distanza Terra-Sole. Le comete si trovano nella nube di Oort fin da quando il Sistema Solare si è formato e si sono conservate uguali ad allora, come in un grande "frigorifero cosmico". Ogni tanto, quando qualche cosa disturba la loro orbita, uno di questi pezzi di roccia ghiacciata sfugge dalla nube e si avvicina al Sole a grande velocità. Esso entra in un'orbita molto allungata e diventa una cometa. Alcune comete percorrono un'orbita chiusa, di forma ellittica, perciò si ripresentano periodicamente, mentre altre percorrono un'orbita aperta e quindi passano solo una volta in prossimità del Sole. Non appena la cometa si avvicina a poche centinaia di milioni di chilometri dal Sole, il ghiaccio che contiene incomincia a vaporizzare, formando attorno al nucleo roccioso una nube sferoidale di gas e polveri, detta chioma. In effetti, il nome "cometa" deriva dal latino "coma" che significa chioma. Quando la cometa si avvicina a meno di due-trecento milioni di Km dal Sole, la radiazione solare incide sulle particelle di polvere della chioma, esercita su di esse una pressione e le spinge via lungo la direzione opposta al Sole. La polvere forma dunque una coda, la parte più appariscente della cometa, rivolta dalla parte opposta del Sole. La combinazione del moto della cometa e della spinta della radiazione fa sì che la coda assuma una forma leggermente arcuata. Una cometa può impiegare migliaia di anni a compiere un'orbita intorno al Sole, ma è visibile soltanto quando è più vicina ad esso, cioè per poche settimane o pochi mesi. La radiazione del Sole ionizza il gas della chioma, cioè strappa agli atomi del gas i loro elettroni. Il gas diventa quindi un plasma, cioè un insieme di nuclei atomici e di elettroni liberi. Anch'esso viene spinto via dalla pressione della radiazione solare, nella direzione opposta al Sole, e forma una coda di ioni. Tuttavia, essendo più leggero della polvere, non "resta indietro" mentre la cometa si sposta: la coda di ioni dunque è rettilinea. È questo il motivo per il quale si osservano due code separate nelle comete. Il diverso aspetto della coda di una cometa mentre si muove lungo l'orbita. Man mano che la cometa si avvicina al Sole, l'intensità e la pressione della radiazione solare aumentano: la quantità di gas e polveri che vaporizzano aumenta, così la coda si allunga. Le comete non sono così luminose solo perché emettono luce propria, ma soprattutto perché le particelle che compong ono la chioma e la coda diffondono la luce del Sole. La coda di una cometa può raggiungere i 150 milioni di chilometri, pari alla distanza Terra - Sole! Ma mano che la cometa si allontana, la coda si accorcia sempre più fino a non essere più visibile. La cometa ritorna nel buio profondo da dove è venuta. Il nucleo di una cometa ha dimensioni di pochi chilometri, ma ad ogni successivo passaggio nelle vicinanze del Sole, una buona parte del materiale di cui è composta va dispersa nello spazio. Le comete quindi si "consumano": non sono eterne, ma dopo un certo numero di passaggi si disgregano. Le Fonti • Testi: da Wikipedia (in italiano) e da Seneca: Naturales Quaestiones (le citazioni in latino) • Foto: da Wikipedia • Autori: Veronica Silvestrini, Flavia Moroni e Viola Russo - Classe 2B