PF II. GIORGIO BASSANI. IL GIARDINO CHE NON C’ E
Il giardino di casa Finzi – Contini,
per esempio, non è mai esistito in
fondo a Ercole I d’Este...
Crediti
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA: docente di
riferimento: Silvana Onofri.
PFII. Classe V B, liceo classico L. Ariosto. Docente referente Silvana
Onofri. Hanno collaborato: Claudio Cazzola, Paola Correggioli, Daniela
Igliozzi, Ruggero Lunghi.
Si ringraziano per la consulenza scientifica e per la collaborazione:
Arch’è - Associazione Culturale “Nereo Alfieri”, Fondazione Giorgio
Bassani, Azienda agricola Principessa Pio.
Gli Istituti alberghieri O.Vergani di Ferrara e R. Brindisidi Comacchio
provvedono ai cestini con prodotti locali e/o a una degustazione di piatti
tipici. Docenti referenti: Maura Tortonesi e Cinzia Soffritti
PF II. GIORGIO BASSANI. IL GIARDINO CHE NON C’È
TRE GIORNI
La città di Ferrara, caratterizzata sin dal medioevo dalla presenza di una
Comunità ebraica estremamente radicata sul territorio e che ospiterà fra poco il
museo della Shoah, ha in Giorgio Bassani il proprio cantore.
La Ferrara di Bassani è una città reale e se il turista trova, a ridosso delle mura
estensi, al posto del giardino dei Finzi Contini, un quartiere moderno, ha la
possibilità di ricostruire, attraverso le parole di Bassani, i luoghi del romanzo: lo
spazio fisico della Magna Domus e del Barchetto del Duca sui sedimi della
delizia di Belfiore, la tomba dei Finzi Contini nel cimitero ebraico, la scuola
dell’adolescenza nell’antico Borgo dei Leoni, il club tennistico negli orti della
Palazzina di Marfisa d’Este, e la biblioteca da cui vengono allontanati gli ebrei in
seguito alle Leggi Razziali a Palazzo Paradiso.
Anche “Il giardino” è ancora presente nella città, basta sapere dove cercarlo.
E ancora Bassani ci accompagnerà a Codigoro, alla Fondazione Giorgio
Bassani e, sulle tracce dell’Airone, nel Parco Regionale del Delta del Po, tra
quelle valli che mantengono ancora il sapore del passato, per la cui tutela
Giorgio Bassani, Presidente di Italia Nostra, si è battuto.
PFII1. PRIMA GIORNATA
Il giardino che non c’è
Attraverso un orienteering letterario
andremo alla ricerca, come “archeologi
dell’immaginario”, delle tracce di un
giardino che non è mai esistito, ma a cui
Bassani ha dato realtà topografica,
mantenendo spesso anche i nomi dei
luoghi.
Ci accorgeremo che non tutto appartiene
alla fantasia bassaniana, ma che in questa
parte dell’Addizione Erculea, campagna
dentro alla città, dove il tempo sembra
essersi fermato, c’è ancora Il Barchetto
del Duca con la Magna Domus, i
“montarozzi” così simili a quelli etruschi, il
casale del Perotti con gli stessi alberi da
frutto e, lì vicino, “quell’orto degli ebrei”,
in cui Bassani ha voluto essere sepolto.
Anche la cena ebraica, con le ricette di
casa Bassani, ci riporterà al passato.
PFII-1. PERCORSO DI VISITA
Orienteering letterario
MATTINA:
1. Accoglienza all’Ariosto: presentazione delle tre giornate e distribuzione del
materiale illustrativo.
Orienteering letterario: 2. Il luogo del Giardino, 3. Porta Catena, 4. Torrione
del Barco, 5.Belfiore e Barchetto del Duca, 6. Corso Ercole I d’Este, 7. La
Certosa, 8. il Cimitero Ebraico (visita), 9 il casale del Perotti.
Sosta pranzo: Azienda Agricola Principessa Pio (cestino Vergani)
POMERIGGIO:
10. Mura degli Angeli,11. Mura orientali, 12.Tennis club Marfisa (visita),
13. Casa Bassani, 14. Palazzo Pandaglia.
Cena a Palazzo Pandaglia o in struttura convenzionata: degustazione di
piatti ebraici; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle, prima colazione
1. Tra le pagine di un archivio storico, Giorgio
Bassani studente.
Foto degli anni del Liceo conservate
nell’atrio Bassani:
1. la parte maschile della classe prima delle lezioni
in piazzetta Tasso, a.s. 1930-31.
2. Squadra di calcio del Liceo, a.s. 1930-31.
3. Gita scolastica a Pomposa a classi miste, a.s.
1933-34
La vista mi si annebbiò. Guardai di nuovo, unico numero in inchiostro rosso di una
lunga filza di numeri in inchiostro nero, mi si impresse nell’anima con la violenza e
col bruciore dì un marchio infuocato.
Io, proprio io, che non avevo subito l’umiliazione del rinvio a ottobre neanche una
volta…
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
orienteering letterario
Variante dell’orienteering classico: alle
regole consuete si affianca la lettura dei
brani bassaniani relativi ai luoghi che
costituiranno i punti di ritrovo.
L’orienteering, o corsa di orientamento, è
una prova a cronometro in terreno vario in
cui il concorrente, con carta e bussola,
deve raggiungere il traguardo passando
per una serie di punti di controllo
(lanterne) da raggiungere nell’ordine e nel
numero dato.
Il tracciato di gara è stampato con
colore rosso sulla carta ed è
formato da:
indica il punto di partenza;
indica i punti di controllo;
indica i punti di arrivo.
Strumenti: bussola, testimone,
lanterna, punzonatrice, cartina muta.
ORIENTEERING: esempi di lanterne con foto d’epoca delle mura e i corrispettivi luoghi
attuali
2. I luoghi del Giardino
…il parco sterminato che circondava casa Finzi – Contini prima della guerra e spaziava per quasi
dieci ettari fin sotto le Mura degli Angeli, da una parte, e fino alla Barriera di Porta San Benedetto,
dall’altra... oggi non esiste più… per quel che si riferisce in particolare a casa Finzi-Contini, sebbene
vi si acceda anche oggi da Corso Ercole I – salvo però, per raggiungerla, dover poi percorrere più di
mezzo chilometro supplementare attraverso un immenso spiazzo poco o nulla coltivato -; sebbene
essa incorpori tuttora quelle storiche rovine di un edificio cinquecentesco, un tempo residenza o
“delizia” estense…
Il barchetto del Duca
5. Il Barchetto del duca e Belfiore
2.
…
i viali, tra maggiori e minori, sviluppavano nel loro complesso una mezza dozzina di chilometri…Avevamo
sfiorato il campo di tennis, attraversato il piazzale davanti alla magna domus (..), rifacendo in senso inverso, di là dal
nero ponte di travi gettato sul canale Panfilio, il viale d’accesso fino al tunnel delle canne d’India e al portone di
corso Ercole I. finimmo dai Perotti, che abitavano in una vera e propria casa colonica, con annesso fienile e stalla, a
mezza strada tra la casa padronale e la zona dei frutteti sovrastata dalle Mura degli Angeli
IL BARCHETTO DEL DUCA
1 Portone d’ingresso su
corso Ercole I d’Este
2 Le mura degli Angeli
3 La “magna domus”
4 I “vecchioni”
5
6
7
8
La “hütte”
Campo da tennis
Roseto
Canale Panfilio
9 Ponte di travi
10 Rimessa
11 Casale dei Perotti
12 Tunnel di canne
6. Corso Ercole I d’Este.
…questa strada di Ferrara è così nota agli innamorati dell’arte e della poesia del mondo intero che ogni
descrizione di essa è superflua. Siamo, come si sa, proprio nel cuore della parte Nord della città che fu aggiunta
durante il Rinascimento all’angusto borgo Medievale, e perciò appunto si chiama Addizione Erculea. Ampio,
diritto come una spada dal Castello alle Mura degli Angeli,fiancheggiato per quanto è lungo da brune moli di
dimore gentilizie, con quel suo lontano, sublime sfondo rosso mattone verde vegetale, e cielo, che sembra
condurti, realmente, all’infinito: corso Ercole I d’Este è così bello…
6. Il Torrione del Barco
…una di quelle piccole, erbose montagnole coniche, non più alte di due metri e con l’apertura
d’ingresso quasi sempre interrata, nelle quali è abbastanza frequente imbattersi facendo il
giro delle mura di Ferrara. A vederle, assomigliano un po’ ai montarozzi etruschi della
campagna romana; in scala molto minore, naturalmente. Senonché la camera sotterranea,
spesso vastissima, a cui qualcheduna di esse dà ancora andito, non ha mai servito da casa
per nessun morto.
Il torrione del barco
Gli antichi difensori delle mura vi
riponevano armi: colubrine, archibugi,
polvere da sparo, eccetera. E forse anche
quelle strane palle da cannone di marmo
pregiato che nel quattro e nel cinquecento
avevano reso così temuta l’artiglieria
ferrarese, di cui si può vedere tuttora
qualche campione in Castello, messa là
come ornamento del cortile centrale …
8. Il cimitero ebraico
Riandavo con la memoria…a Ferrara, e al cimitero ebraico posto in fondo a via Montebello.
Rivedevo i grandi prati sparsi di alberi, le lapidi e i cippi raccolti più fittamente lungo i muri di
cinta e di divisione...
Scordami qui, disteso coi più vecchi, assopito
nel campo tutto arreso a uno sguardo infinito
...Ma qui,
qui, in questo orto perduto, qui è il mio paradiso.
…e, come se l’avessi addirittura davanti agli occhi, la tomba monumentale dei Finzi- Contini
La tomba era grande , massiccia, davvero imponente: una specie di tempio tra l’antico e
l’orientale...marmo candido di Carrara, rosa-carne di Verona, grigio maculato di nero, marmo
giallo, marmo blu, marmo verdino... ...ne era venuto fuori un incredibile pasticcio in cui
confluivano gli echi architettonici del mausoleo di Teodorico di Ravenna, dei templi egizi di
Luxor, del barocco romano, e persino, come palesavano le tozze colonne del peristilio, della
Grecia arcaica di Cnosso
9. Il casale del Perotti
Un’altra volta finimmo dai Perotti, che abitavano in una vera e propria casa colonica, con annesso
fienile e stalla, a mezza strada tra la casa padronale e la zona dei frutteti sovrastata dalle Mura
degli Angeli.
Per gli alberi da frutta, ai quali era riservata una larga scia di terreno al riparo dai venti del nord ed
esposta al sole immediatamente a ridosso della Mura degli Angeli, Micòl nutriva un affetto molto
simile -avevo notato -a quello che mostrava nei riguardi di Perotti e di tutti i membri della sua
famiglia.
Orti della Principessa Pio
Così le mele erano “i pum”, i
fichi “i figh”, le albicocche”il
mugnàgh”, le pesche “il
pérsagh”. Non c’era che il
dialetto per parlare di queste
cose.
11. Le mura orientali
Da bambino … andavo a sporgermi dal parapetto delimitante il piazzale dalla parte della
campagna, e guardavo giù, nel baratro profondo trenta metri. Quasi sempre lungo la parete
strapiombante, stava salendo o scendeva qualcuno: giovani muratori, contadini, manovali, ognuno
con la bicicletta a tracolla; e vecchi, anche, baffuti pescatori di rane e pesci-gatto, carichi di canne e
di ceste: tutta gente di Quacchio,di Ponte della Gradella… che avevano fretta e piuttosto che
passare da Porta di San Giorgio o da Porta San Giovanni (perchè a quell’epoca i bastioni erano
intatti, da quel lato, senza brecce praticabili per un lunghezza di almeno cinque chilometri),
preferivano prendere, come dicevano, la strada delle Mura…
13. Il tennis club Marfisa d’Este
Casa Bassani
Era vero o no -mi aveva chiesto subito,
trascurando ogni preambolo - ... era vero o no che
“io e tutti gli altri”, con lettere firmate dal vicepresidente e segretario del Circolo del Tennis
Eleonora d’Este, marchese Barbicinti, eravamo
stati dimessi in blocco dal club: “cacciati via”,
insomma?
…dunque il giovedì, la lettera che “accoglieva” le
mie dimissioni da socio del Circolo del Tennis
Eleonora d’Este mi era effettivamente pervenuta.
http://www.repubblicaletteraria.it/GiorgioBassani_tennis.html
13. CASA BASSANI
… da bambino, quando la mamma…mi conduceva sul
Montagnone, e lei si sedeva nell’erba del vasto piazzale di
fronte a via Scandiana, dall’alto del quale si poteva scorgere il
tetto di casa nostra appena distinguibile nel mare di tetti
attorno alla grande mole della chiesa di Santa Maria in Vado..
… a Pasqua … durante le lunghe
… mio padre … rievocante … il Segretario Federale [che]
gli aveva annunciato … di essere costretto a “cancellarlo”
dalla lista degli iscritti al Partito … il Presidente del Circolo
dei Negozianti lo aveva convocato per comunicargli di
dover considerarlo “dimissionario”
cene a cui convenivano parenti e
amici in una ventina; ma anche
a Kippùr, quando gli stessi
parenti e amici tornavano da noi
per sciogliere il digiuno …
… guardavo in giro ad uno ad
uno, zii e cugini, gran parte dei
quali di lì a qualche anno
sarebbero stati inghiottiti dai
forni crematori tedeschi.
PFII-2 SECONDA GIORNATA
I luoghi dell’esclusione
Sarà ancora Bassani ad
accompagnarci alla ricerca dei
luoghi da cui gli ebrei sono stati
allontanati: il Ghetto, con le sue
sinagoghe e le sue piccole
botteghe artigianali, la biblioteca
Ariostea, a Palazzo Paradiso, il
tennis club Marfisa e infine il
Castello Estense, davanti al quale
avvenne l’eccidio della notte del
’43.
PFII-2. PROPOSTA DI PERCORSO
in bicicletta
MATTINA:
1. Il ghetto ebraico e via Mazzini
2. Via Vittoria
3. Via Vignatagliata e la scuola della Comunità
4. La Sinagoga di via Mazzini
5. La biblioteca Ariostea a Palazzo Paradiso
6. Per le strette strade medioevali.
7. Sosta pranzo al Parco Massari (cestino Vergani)
POMERIGGIO:
8. Il Castello Estense e la notte del ‘43
9. Il Duomo e il Giudizio Universale del Bastianino: i pittori
dell’Officina ferrarese
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o
albergo a tre stelle, prima colazione
10. Ariosto di sera: proiezione del cortometraggio l’Airone di C.
Bornazzini.
1. Il ghetto ebraico
…panini imburrati all’acciuga, al salmone affumicato, al caviale, al fegato d’oca, al prosciutto di
maiale; di piccoli vol-au-vents ripieni di battuto di pollo misto a besciamella; di minuscoli buricchi
usciti certo dal prestigioso negozietto cascèr che la signora Betsabea, la celebre signora Betsabea
(da Fano) conduceva da decenni in Via Mazzini a delizia e gloria dell’intera cittadinanza …
http://www.ferraraterraeacqua.it/Siti/Ebraica/default.htm
2. Via Vignatagliata e la scuola ebraica
Quando stava di casa in ghetto, al numero 24 di via Vignatagliata, nella casa dove, resistendo alle
pressioni dell'altezzosa nuora trevigiana impaziente di traslocare al più presto al Barchetto del
Duca, aveva voluto ad ogni costo morire, andava lui stesso a far la spesa ogni mattina in piazza
delle Erbe con la sua brava sporta sotto il braccio: proprio lui che, soprannominato appunto per
questo “al gatt”, la sua famiglia l’aveva tirata su dal niente.
…e Fanny, mia sorella, appena
tredicenne, costretta a
proseguire il ginnasio nella
scuola israelitica di via
Vignatagliata?
3. Via Vittoria
« quelli di via Vittoria », tanto per fare un esempio? Con questa frase ci si riferiva di solito ai
membri delle quattro o cinque famiglie che avevano il diritto di frequentare la piccola, separata
sinagoga levantina, detta anche fanese, situata al terzo piano di una vecchia casa d'abitazione di
via Vittoria, ai Da Fano di via Scienze, ai Cohen di via Gioco del Pallone, ai Levi di piazza Ariostea, ai
Levi-Minzi
di viale Cavour, e non so a quale altro isolato nucleo famigliare: tutta gente in ogni caso
►
un pò strana, tipi sempre un tantino ambigui e sfuggenti…”
4. La Sinagoga di via Mazzini
… ampia, gremita di popolo misto echeggiante di suoni d’organo e di canti come una chiesa – e così
alta, sui tetti, che in certe sere di maggio, coi finestroni laterali spalancati dalla parte del sole al
tramonto, a un dato punto ci si trovava immersi in una specie di nebbia d’oro – c’era la sinagoga
italiana…e poichè i nostri banchi erano vicini, prossimi laggiù, al recinto semi circolare, delimitato
torno torno da una ringhiera di marmo, al centro del quale sorgeva la tevà, o leggio, dell’officiante,
e ambedue in ottima vista del monumentale armadio di nero legno scolpito che custodiva i rotoli
della Legge, i cosiddetti sefarìm, valicavamo insieme anche il sonoro pavimento a losanghe bianche
e rosa della grande sala
E
http://www.comune.fe.it/museoebraico/museoebraico.htm
http://www.ferraraterraeacqua.it/Siti/Ebraica/info.htm
Almeno due volte
all’anno, a Pasqua e
a Kippur, ci
presentassimo con i
nostri rispettivi
genitori davanti a un
certo portone di via
Mazzini
5. La biblioteca Ariostea a Palazzo Paradiso
Quella mattina avevo avuto la bella idea di passarla in biblioteca. Avevo avuto
appena il tempo di sedermi un tavolo della sala di consultazione…che uno degli
inservienti…mi si era avvicinato per intimarmi di andarmene, e subito.
8. Sosta pranzo al Parco Massari
9. Il Duomo e il Giudizio Universale del Bastianino
Non conosceva l’Officina
ferrarese, un’opera che
aveva suscitato tanto
rumore, nel ’33, all’epoca
della Mostra del
Rinascimento
Ferrarese… per svolgere la
mia tesi io mi sarei fondato
sulle ultime pagine
dell’Officina…un gruppo di
pittori ferraresi della
seconda metà del
Cinquecento e del primo
Seicento: lo Scarsellino,
il Bastianino…
http://www.frara.it/monumenti_in_citta/duomo.htm
10. L’eccidio del Castello
Percorso di visita
…l’intimo ribrezzo che sempre provavo a imbattermi in certe
“brutte musare” raccolte davanti al Caffè della Borsa, in corso
Roma…
http://www.castelloestense.it/
PFII 3. TERZA GIORNATA
I luoghi dell’Airone
Sulle tracce di L’Airone, ancora una
volta accompagnati dalle parole di
Bassani, ci sposteremo da Ferrara a
Goro, attraversando una pianura
padana mai monotona, con le sue
ampie terre coltivate, le idrovore, i
canali e quelle valli del Delta che
mantengono ancora il sapore del
passato, e per la cui tutela Giorgio
Bassani, Presidente di Italia Nostra, si
è battuto.
PFII-3.PERCORSO DI VISITA
birdwatching e battello
MATTINA:
1. Partenza da Ferrara, seguendo la strada percorsa da Edgardo
Limentani, il protagonista di “L’Airone”.
2. Codigoro: Fondazione G. Bassani visita allo studio dello scrittore: i libri
e i manoscritti.
3. Visita all’Abbazia di Pomposa.
Sosta pranzo, cestino R. Brindisi.
POMERIGGIO:
4. Valle di Canneviè e Porticino, i Casoni di valle e i Lavorieri del delta
(birdwatching).
5. In battello sino a Volano e Goro.
Partenza
2. Codigoro - Fondazione Giorgio Bassani: lo studio e
i manoscritti
Da molti anni desideravo scrivere sui Finzi - Contini
di Micol e di Alberto, del professor Ermanno e
della signora Olga- e di quanti altri abitavano, o
come me frequentavano la casa di corso Ercole I
d’Este, a Ferrara.
http://www.fondazionegiorgiobassani.it.htm
3. L’Abbazia di Pomposa
…giunse in vista dell’abbazia di Pomposa…Eh già- si
diceva, fissando le rosse, antiche pietre de
monastero-. Con quella torre campanaria, da un
lato,capace come un silos di granaglie, con quella
chiesa nel mezzo che più che una chiesa faceva venire
in mente un fienile, con quegli altri fabbricati
disadorni, sulla destra , disposti come case coloniche
intorno all’aia…
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/pomposa.htm
3. Oasi Caneviè Ponticino: i casoni di valle e i lavorieri
Sorpassò, l’isolato lavoriero di Caneviè, dove
una volta davano anche da mangiare …
Sorpassò Porticino un nome a cui come
sempre non corrispondeva niente…
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/htm
5. Vedeva,
A Goro
e a Volano
là, ai limiti del piatto territorio di acque e di isolotti…A destra, dalla parte del Po
Grande e della sua foce, la buia massa compatta del bosco della Mesola; a sinistra, le vuote
distese della Valle Nuova e delle altre valli, più oltre; infine Volano, dinanzi a sé, dopo il
ponte, le due file parallele di povere case, alcune ancora col tetto di paglia e canne
intrecciate …
Il luogo dell’airone
Verniciato di scuro, slanciato come una gondola, ma
dal fondo piatto, era uguale identico a quelli di
prima della guerra…il vento fischiava tra i salici e le
tamerici stillanti della riva, curvava le esili, grigie
canne piumate che ricoprivano alcuni isolotti
dirimpetto.
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/gorotrad/htm
Sulle orme degli Estensi tra terra e acqua
E’ COSTITUITO DA TRE PERCORSI FORMATIVI FLESSIBILI
personalizza il tuo percorso di visita e per il preventivo
rivolgiti a Zainetto Verde
IL PROGETTO
PF I- NEREO ALFIERI: ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PF II- GIORGIO BASSANI: IL GIARDINO CHE NON C’È
PF III- RICCARDO BACCHELLI: IL MULINO DEL PO
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Secondo percorso. Giorgio Bassani: il giardino che non c`è