PF II. GIORGIO BASSANI
IL GIARDINO CHE NON C’È
ANNO SCOLASTICO 2006-2007
Il giardino di casa Finzi - Contini,
per esempio, non è mai esistito in
fondo a Ercole I d’Este...
Crediti
ANNO SCOLASTICO 2006-2007
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA: docente di riferimento
Silvana Onofri.
PFII. 1-2-3: classe V B, liceo classico L. Ariosto. Docente referente Silvana
Onofri. Hanno collaborato: Paola Correggioli, Daniela Igliozzi.
Si ringraziano per la consulenza scientifica:
Arch’è Associazione Culturale Nereo Alfieri;
Paola Bassani, storica dell’arte e Presidente della Fondazione GiorgioBassani.
Gli Istituti alberghieri O. Vergani di Ferrara e R. Brindisi di Comacchio
provvedono ai cestini con prodotti locali e/o a una degustazione di piatti
tipici. Docenti referenti: Maura Tortonesi e Cinzia Soffritti.
PF II. GIORGIO BASSANI. IL GIARDINO CHE NON C’È
TRE GIORNI
La città di Ferrara, caratterizzata sin dal medioevo dalla presenza di una
Comunità ebraica estremamente radicata sul territorio e che ospiterà fra poco il
museo della Shoah, ha in Giorgio Bassani il proprio cantore.
La Ferrara di Bassani è una città reale e se il turista trova, a ridosso delle mura
estensi, al posto del giardino dei Finzi Contini, un quartiere moderno, ha
tuttavia la possibilità di ricostruire, attraverso le parole di Bassani, i luoghi del
romanzo: lo spazio fisico della Magna Domus e del Barchetto del Duca sui
sedimi della delizia di Belfiore, la tomba dei Finzi Contini nel cimitero ebraico, la
scuola dell’adolescenza nell’antico Borgo dei Leoni, il club tennistico negli orti
della Palazzina di Marfisa d’Este, e la biblioteca da cui vennero allontanati gli
ebrei in seguito alle Leggi Razziali.
Anche “Il giardino” è ancora presente nella città, basta sapere dove cercarlo.
E ancora Bassani ci accompagnerà a Codigoro, alla Fondazione Giorgio
Bassani e, sulle tracce dell’Airone, nel Parco Regionale del Delta del Po, tra
quelle valli che mantengono ancora il sapore del passato, per la cui tutela
Giorgio Bassani, Presidente di Italia Nostra, si è battuto.
PFII1. PRIMA GIORNATA
Il giardino che non c’è
Attraverso un orienteering letterario
andremo alla ricerca, come
“archeologi dell’immaginario”, delle
tracce di un giardino che non è mai
esistito, ma a cui Bassani ha dato
realtà topografica, mantenendo
spesso anche i nomi dei luoghi.
Ci accorgeremo che non tutto
appartiene alla fantasia bassaniana,
ma che in questa parte dell’ Addizione
Erculea, campagna dentro alla città,
dove il tempo sembra essersi fermato,
c’è ancora, nella toponomastica, il
Barchetto del Duca, i “montarozzi”
così simili a quelli etruschi, il casale
del Perotti con gli stessi alberi da
frutto e, lì vicino, “quell’orto degli
ebrei”, in cui Bassani ha voluto essere
sepolto.
PFII-1. PERCORSO DI VISITA
Orienteering letterario o in alternativa trekking urbano
MATTINA:
Accoglienza all’Ariosto: presentazione delle tre giornate. 1. Tra le pagine di
un archivio: Giorgio studente tra pagelle, registri e compagni di scuola.
Orienteering letterario: 2. Il luogo del Giardino; 3. Il torrione del Barco; 4.
Belfiore e Barchetto del Duca; 5. Corso Ercole I d’Este; 6. La Certosa; 7. Le mura
degli Angeli; 8. Il Cimitero Ebraico (visita); 9. Il casale del Perotti.
Sosta pranzo: Azienda Agricola Principessa Pio (cestino Vergani).
POMERIGGIO:
10. Mura orientali; 11. Tennis club Marfisa (visita); 12. Casa Bassani; 13. Palazzo
Pendaglia.
Cena a Palazzo Pendaglia o in struttura convenzionata: degustazione di
piatti ebraici; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle, prima colazione.
1. Tra le pagine di un archivio storico, Giorgio
Bassani studente
GIORGIO BASSANI STUDENTE
Foto degli anni del Liceo conservate
nell’atrio Bassani:
1. la parte maschile della classe prima delle lezioni
in piazzetta Tasso, a.s.1930-31.
2. Squadra di calcio del Liceo, a.s.1930-31.
3. Gita scolastica a Pomposa a classi miste, a.s.
1933-34.
Io, proprio io, che non avevo subìto l’umiliazione del rinvio a ottobre neanche una
volta […] La vista mi si annebbiò. Guardai di nuovo: e il cinque rosso, unico numero
in inchiostro rosso di una lunga filza di numeri in inchiostro nero, mi si impresse
nell’anima con la violenza e col bruciore dì un marchio infuocato. (Il giardino… pp.
350,351)
IMPARIAMO DIVERTENDOCI
orienteering letterario o, in alternativa, trekking urbano
Variante dell’orienteering classico: alle
regole consuete si affianca la lettura dei
brani bassaniani relativi ai luoghi che
costituiranno i punti di ritrovo.
L’orienteering, o corsa di orientamento, è
una prova a cronometro in terreno vario in
cui il concorrente, con carta e bussola,
deve raggiungere il traguardo passando
per una serie di punti di controllo
(lanterne) da raggiungere nell’ordine e nel
numero dato.
Il tracciato di gara è stampato con
colore rosso sulla carta ed è
formato da:
indica il punto di partenza;
indica i punti di controllo;
indica i punti di arrivo.
Strumenti: bussola, testimone,
lanterna, punzonatrice, cartina muta.
ORIENTEERING: esempi di lanterne con foto d’epoca delle mura e i corrispettivi luoghi
attuali
4
7
LE MURA DEGLI ANGELI
2. 4. 5. I luoghi del Giardino
…per quel che si riferisce in particolare a casa Finzi-Contini, sebbene vi si acceda anche oggi da
Corso Ercole I – salvo però, per raggiungerla, dover poi percorrere più di mezzo chilometro
supplementare attraverso un immenso spiazzo poco o nulla coltivato –; sebbene essa incorpori
tuttora quelle storiche rovine di un edificio cinquecentesco, un tempo residenza o “delizia” estense
[…] il parco sterminato che circondava casa Finzi-Contini prima della guerra, e spaziava per quasi
dieci ettari fin sotto la Mura degli Angeli, da una parte, e fino alla Barriera di Porta San Benedetto,
dall’altra, […] oggi non esiste più, […] (Il giardino… p. 326)
IL BARCHETTO DEL DUCA E LA DELIZIA DI BELFIORE
5. Il Barchetto del duca
2.
…i viali, tra maggiori e minori, sviluppando nel loro complesso una dozzina di chilometri, […] avevamo sfiorato il
campo di tennis, attraversato il piazzale davanti alla magna domus […], ripercorrendo in senso inverso, di là dallo
scuro ponte di travi che attraversava il canale Panfilio, il viale d’accesso: e questo fino al tunnel delle canne d’India e
al portone di corso Ercole I. […] finimmo dai Perotti, che abitavano in una casa colonica vera e propria, con annesso
fienile e stalla, a mezza strada fra la casa padronale e la zona dei frutteti. (Il giardino… p. 406,407,410)
IL BARCHETTO DEL DUCA
IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DEL” BARCHETTO DEL DUCA”
1 Portone d’ingresso su
corso Ercole I d’Este
2 Le mura degli Angeli
3 La “magna domus”
4 I “vecchioni”
5
6
7
8
La “hütte”
Campo da tennis
Roseto
Canale Panfilio
9 Ponte di travi
10 Rimessa
11 Casale dei Perotti
12 Tunnel di canne
3. Il Torrione del Barco
…una di quelle piccole, erbose montagnole coniche, non più alte di due metri e con l’apertura
d’ingresso quasi sempre interrata, nelle quali è abbastanza frequente imbattersi facendo il
giro delle mura di Ferrara. A vederle, assomigliano un po’ ai montarozzi etruschi della
campagna romana; in scala molto minore, s’intende. Senonché la camera sotterranea, spesso
vastissima, a cui qualcheduna di esse dà ancora adito, non ha mai servito da casa per nessun
morto. (Il giardino… p. 361,362)
IL TORRIONE DEL BARCO
Gli antichi difensori delle mura vi riponevano
armi: colubrine, archibugi, polvere da sparo,
eccetera. E forse anche quelle strane palle da
cannone di marmo pregiato che nel
Quattrocento e nel Cinquecento avevano reso
così temuta in Europa l’artiglieria ferrarese, e
delle quali si può vedere tuttora qualche
esemplare in Castello, messo là come
ornamento del cortile centrale… (Il giardino…
p. 362)
5. Corso Ercole I d’Este.
…questa strada di Ferrara è così nota agli innamorati dell’arte e della poesia del mondo intero che
ogni descrizione che se ne facesse non potrebbe non risultare superflua. Siamo, come si sa, proprio
nel cuore di quella parte nord della città che fu aggiunta durante il Rinascimento all’angusto borgo
medioevale, e che appunto per ciò si chiama Addizione Erculea. (Il giardino… p. 325)
Ampio; diritto come una spada dal Castello alla Mura degli Angeli; fiancheggiato per quanto è lungo
da brune moli di dimore gentilizie; con quel suo lontano, sublime sfondo di rosso mattone, verde
vegetale, e cielo, che sembra condurti davvero all’infinito: corso Ercole I d’Este è così bello, tale è il
suo richiamo turistico, che l’amministrazione social-comunista, responsabile del Comune di Ferrara
da quasi quindici anni, si è resa conto della necessità di non toccarlo, di difenderlo con ogni rigore
da qualsiasi speculazione edilizia o bottegaia, insomma di conservarne integro l’originario carattere
aristocratico.”… (Il giardino… p. 325)
6. La Certosa
…In piazza della Certosa dal lato di
via Borso. E’ là dove tutti quanti
sono sempre andati a filare
(non so i tuoi genitori, ma i miei ai
loro tempi ci andavano anche loro).
(il giardino…, p. 434)
8. Il cimitero ebraico
…io riandavo con la memoria agli anni della mia prima giovinezza, e a Ferrara, e al cimitero ebraico
posto in fondo a via Montebello. Rivedevo i grandi prati sparsi di alberi, le lapidi e i cippi raccolti più
fittamente lungo i muri di cinta e di divisione... (Il giardino… p. 322)
Ma qui,
qui, in questo orto perduto, qui è il mio paradiso.
L’orto
Scordami qui, disteso coi più vecchi, assopito
nel campo tutto arreso a uno sguardo infinito
Commiato
…e, come se l’avessi addirittura davanti agli occhi, la tomba monumentale dei Finzi-Contini
[…] La tomba era grande, massiccia, davvero imponente: una specie di tempio tra l’antico e
l’orientale […] con tanto e simile marmo a disposizione, candido di Carrara, rosa-carne di
Verona, grigio maculato di nero, marmo giallo, marmo blu, marmo verdino […] Ne era venuto
fuori un incredibile pasticcio in cui confluivano gli echi architettonici del mausoleo di
Teodorico di Ravenna, dei templi egizi di Luxor, del barocco romano, e persino, come
palesavano le tozze colonne del peristilio, della Grecia arcaica di Cnosso. (Il giardino… pp.
322, 323, 324)
9. Il casale del Perotti
Per gli alberi da frutta, ai quali era riservata una larga fascia di terreno al riparo dai venti del nord
ed esposta al sole immediatamente a ridosso della Mura degli Angeli, Micòl nutriva un affetto molto
simile – avevo notato – a quello che mostrava nei riguardi di Perotti e di tutti i membri della sua
famiglia. […] Un’altra volta finimmo dai Perotti, che abitavano in una casa colonica vera e propria,
con annesso fienile e stalla, a mezza strada tra la casa padronale e la zona dei frutteti. (Il giardino
p. 408, 409, 410)
AZIENDA AGRICOLA
PRINCIPESSA PIO
Così le mele erano «i pum», i fichi «i figh», le albicocche «il
mugnàgh», le pesche «il pèrsagh». Non c’era che il dialetto
per parlare di queste cose. (Il giardino… p. 409)
ORTI DELLA PRINCIPESSA PIO
10. Le mura orientali
Da bambino […] andavo a sporgermi dal parapetto delimitante il piazzale dalla parte della
campagna, e guardavo giù, nel baratro profondo trenta metri. Lungo la parete strapiombante stava
quasi sempre salendo o scendendo qualcuno: contadini, manovali, giovani muratori, ognuno con la
bicicletta a tracolla; e vecchi, anche, baffuti pescatori di rane e pesci-gatto, carichi di canne e di
ceste: tutta gente di Quacchio, di Ponte della Gradella […] che avevano fretta e piuttosto che
passare da Porta San Giorgio o da Porta San Giovanni (perché da quel lato i bastioni erano intatti, a
quell’epoca, senza brecce praticabili per una lunghezza di almeno cinque chilometri), preferivano
prendere, come dicevano, «la strada della Mura». (Il giardino… p. 358)
BASTIONE DI SAN TOMMASO
11. Il tennis club Marfisa d’Este
Casa Bassani
Era vero, o no – mi aveva chiesto subito,
trascurando qualsiasi preambolo […] –, era vero,
o no, che io e «tutti gli altri», con lettere firmate
dal vice-presidente e segretario del Circolo del
Tennis Eleonora d’Este, marchese Barbicinti,
eravamo stati dimessi in blocco dal club: «cacciati
via», insomma? […] dunque il giovedì, la lettera
che «accoglieva» le mie dimissioni da socio del
Circolo del Tennis Eleonora d’Este mi era
effettivamente pervenuta. (Il giardino… pp.
366,375)
http://www.repubblicaletteraria.it/GiorgioBassani_tennis.html
12. CASA BASSANI
Da bambino, quando la mamma […] mi conduceva sul
Montagnone, e lei si sedeva nell’erba del vasto piazzale di
fronte a via Scandiana dall’alto del quale si poteva scorgere il
tetto di casa nostra appena distinguibile nel mare di tetti
attorno alla grande mole della chiesa di Santa Maria in Vado…
(Il giardino… p. 358)
…mio padre […] rievocante […] il Segretario Federale [che]
gli aveva annunciato […] di essere costretto a «cancellarlo»
dalla lista degli iscritti al Partito […] il Presidente del Circolo
dei Negozianti lo aveva convocato per comunicargli di dover
considerarlo «dimissionario». (Il giardino… p. 479)
…a Pasqua […] durante le lunghe
cene […] a cui convenivano
parenti e amici in una ventina; ma
anche a Kippùr, quando gli stessi
parenti e amici tornavano da noi
per sciogliere il digiuno. […]
Guardavo in giro ad uno ad uno zii
e cugini, gran parte dei quali di lì
a qualche anno sarebbero stati
inghiottiti dai forni crematori
tedeschi. (Il giardino… pp. 331,478)
PFII-2 SECONDA GIORNATA
I luoghi dell’esclusione
Sarà ancora Bassani ad
accompagnarci alla ricerca dei
luoghi da cui gli ebrei sono stati
rinchiusi o allontanati. In
bicicletta percorreremo le strette
strade tortuose della città
medioevale e quelle ampie e
rettilinee dell’Addizione Erculea:
il Ghetto, con le sue sinagoghe e
le sue piccole botteghe
artigianali, la scuola di
Vignatagliata, la biblioteca
Ariostea a Palazzo Paradiso, il
vecchio liceo di via Borgo dei
Leoni e infine il Castello Estense,
davanti al quale avvenne l’eccidio
della notte del ’43.
PFII-2. PROPOSTA DI PERCORSO
in bicicletta
MATTINA:
1. Il ghetto ebraico e via Mazzini.
2. Via Vittoria.
3. Via Vignatagliata e la scuola della Comunità.
4. La Sinagoga di via Mazzini.
5. La biblioteca Ariostea a Palazzo Paradiso.
6. Per le strette strade medioevali.
7. Sosta pranzo al Parco Massari, nel cuore dell’Addizione Erculea
(cestino Vergani).
POMERIGGIO:
8. Il Castello Estense e la notte del ’43.
9. Il Duomo e il Giudizio Universale del Bastianino: i pittori
dell’Officina ferrarese.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o
albergo a tre stelle, prima colazione.
10. Ariosto di sera: proiezione del cortometraggio l’Airone di C.
Bornazzini.
1. Il ghetto ebraico
…panini imburrati all’acciuga, al salmone affumicato, al caviale, al fegato d’oca, al prosciutto di
maiale; di piccoli vol-au-vents ripieni di battuto di pollo misto a besciamella; di minuscoli buricchi
usciti certo dal prestigioso negozietto cascèr che la signora Betsabea, la celebre signora Betsabea
(Da Fano) conduceva da decenni in via Mazzini a delizia e gloria dell’intera cittadinanza. (Il
giardino… p. 391)
http://www.ferraraterraeacqua.it/Siti/Ebraica/default.htm
La bottega della Nuta
6. Via Vittoria e le strade della città medioevale
…«quelli di via Vittoria», tanto per fare un esempio? Con questa frase ci si riferiva di solito ai
membri delle quattro o cinque famiglie che avevano il diritto di frequentare la piccola, separata
sinagoga levantina, detta anche fanese, situata al terzo piano di una vecchia casa d'abitazione di
via Vittoria, ai Da Fano di via Scienze, ai Cohen di via Gioco del Pallone, ai Levi di piazza Ariostea, ai
Levi-Minzi di viale Cavour, e non so a quale altro isolato nucleo familiare: tutta gente in ogni caso
un po’ strana, tipi sempre un tantino ambigui e sfuggenti… (Il giardino… pp. 342, 343)
LA SINAGOGA SPAGNOLA
via Cammello
Via Ragno
2. Via Vignatagliata e la scuola ebraica
Quando stava di casa in ghetto, al numero 24 di via Vignatagliata, nella casa dove, resistendo alle
pressioni dell'altezzosa nuora trevigiana impaziente di traslocare al più presto al Barchetto del
Duca, aveva voluto ad ogni costo morire, andava lui stesso a far la spesa ogni mattina in piazza
delle Erbe con la sua brava sporta sotto il braccio: proprio lui che, soprannominato appunto per
questo «al gatt», la sua famiglia l’aveva tirata su dal niente. (Il giardino… p. 330)
I BANCHI VUOTI
LA SCUOLA DI VIGNATAGLIATA
…e Fanny, mia sorella, appena tredicenne,
costretta a proseguire il ginnasio nella scuola
israelitica di via Vignatagliata?
4. La Sinagoga di via Mazzini
…almeno due volte all’anno, a Pasqua e a Kippùr, ci presentassimo coi nostri rispettivi genitori e parenti stretti
davanti a un certo portone di via Mazzini […] ampia, gremita di popolo misto, echeggiante di suoni d’organo e di
canti come una chiesa – e così alta, sui tetti, che in certe sere di maggio, coi finestroni laterali spalancati dalla parte
del sole al tramonto, a un dato punto ci si trovava immersi in una specie di nebbia d’oro –, c’era la sinagoga italiana.
[…] E poiché i nostri banchi erano vicini, prossimi laggiù in fondo al recinto semi circolare delimitato torno torno da
una ringhiera marmorea al centro del quale sorgeva la tevà, o leggìo, dell’officiante, e tutti e due in ottima vista del
monumentale armadio di nero legno scolpito che custodiva i rotoli della Legge, i cosiddetti sefarìm, valicavamo
insieme anche il sonoro pavimento a losanghe bianche e rosa della grande sala. (Il giardino… pp. 341,342,343)
E
LE LAPIDI
http://www.comune.fe.it/museoebraico.htm
Gli altri nel settembre del ’43, furono presi dai repubblichini.. Dopo
una breve permanenza nelle carceri di via Piangipane, nel
novembre successivo furono avviati al campo di concentramento di
Fòssoli, presso Carpi e di qui, in seguito, in Germania. (il giardino…,
p.577)
5. La biblioteca Ariostea a Palazzo Paradiso
Avevo avuto la bella idea […] di trasferirmi con carte e libri nella sala di
consultazione della Biblioteca Comunale di via Scienze: un posto che bazzicavo fino
dagli anni del Ginnasio, e dove mi sentivo un po’ come a casa. […] quella mattina mi
era venuta la bella idea di passarla in biblioteca. Senonché avevo avuto appena il
tempo di sedermi a un tavolo della sala di consultazione […] che uno degli inservienti
[…] mi si era avvicinato per intimarmi di andarmene, e subito. (Il giardino… p. 462)
8. Sosta pranzo al Parco Massari
PANINO ALL’OLIO CON
SALAME ALL’AGLIO E
FRUTTA DI STAGIONE
INSALATA DI RISO,
UN FRUTTO
SFILATINO CON FORMAGGIO E
VERDURE, UN FRUTTO
9. Il Duomo e il Giudizio Universale del Bastianino
http://www.frara.it/monumenti_in_citta/duomo.htm
Non conosceva l’Officina
ferrarese, un’opera che
aveva suscitato tanto
rumore, nel ’33,
all’epoca della Mostra
del Rinascimento
ferrarese […] Per
svolgere la mia tesi io
mi sarei fondato sulle
ultime pagine
dell’Officina […]
un gruppo di pittori
ferraresi della seconda
metà del Cinquecento e
del primo Seicento: lo
Scarsellino, il
Bastianino… (Il giardino…
p. 402)
10. L’eccidio Castello
…l’intimo ribrezzo che sempre provavo a imbattermi in certe “brutte musare” raccolte davanti al
Caffè della Borsa, in corso Roma, o scaglionate lungo la Giovecca… (Il giardino… p. 436)
Percorso di visita
Caffè della Borsa
http://www.castelloestense.it/
PFII 3. TERZA GIORNATA
I luoghi dell’Airone
Sulle tracce de L’Airone, ancora una volta
accompagnati dalle parole di Bassani, ci
sposteremo da Ferrara a Goro,
attraversando una pianura padana mai
monotona, con le sue ampie terre
coltivate, le idrovore, i canali e quelle valli
del Delta che mantengono ancora il sapore
del passato, e per la cui tutela Giorgio
Bassani, Presidente di Italia Nostra, si è
battuto.
PFII-3.PERCORSO DI VISITA
birdwatching e battello
MATTINA:
1. Partenza da Ferrara, seguendo la strada percorsa da Edgardo Limentani,
il protagonista de “L’Airone”.
2. Codigoro: Fondazione G. Bassani visita allo studio dello scrittore: i libri
e i manoscritti.
3. Visita all’Abbazia di Pomposa.
Sosta pranzo, cestino R. Brindisi.
POMERIGGIO:
4. Valle di Canneviè e Porticino, i Casoni di valle e i Lavorieri del delta
(birdwatching).
5. In battello sino a Volano e Goro.
Partenza
2. Codigoro - Fondazione Giorgio Bassani: lo studio e
i manoscritti
Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini –
di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della
signora Olga –, e di quanti altri abitavano o come
me frequentavano la casa di corso Ercole I d’Este, a
Ferrara… (Il giardino… p. 317)
http://www.fondazionegiorgiobassani.it.htm
3. L’Abbazia di Pomposa
…giunse in vista dell’abbazia di Pomposa […] Eh già –
si diceva, fissando le rosse, antiche pietre del
monastero –. Con quella torre campanaria, da un lato,
capace come un silo da granaglie; con quella chiesa
nel mezzo che più che una chiesa faceva venire in
mente un fienile; con quegli altri fabbricati disadorni,
sulla destra, disposti come case coloniche intorno
all’aia… (L’Airone p. 752)
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/pomposa.htm
3. Oasi Caneviè Porticino: i casoni di valle e i lavorieri
Sorpassò l’isolato lavoriero di Caneviè, dove
una volta davano anche da mangiare […]
Sorpassò Porticino, un nome a cui come
sempre non corrispondeva niente…
(L’Airone p. 753)
http://www.liceoariosto.it/unpodiparco/sitiambienti/htm
5. A Goro e a Volano
Vedeva, là, ai limiti del piatto territorio di acque e di isolotti […] A destra, dalla parte del Po Grande
e della sua foce, la buia massa compatta del bosco della Mesola. A sinistra le vuote distese della
Valle Nuova, e delle altre valli, più oltre. Infine Volano, dinanzi a sé, dopo il ponte, le due file
parallele di povere case, alcune ancora col tetto di paglia e canne intrecciate… (L’Airone p. 754)
I LUOGHI DELL’AIRONE
Verniciato di scuro, slanciato come una
gondola ma dal fondo piatto, era uguale
identico a quelli di prima della guerra. […]
Il vento fischiava tra i salici e le tamerici
stillanti della riva, curvava le esili, grige
canne piumate che ricoprivano alcuni
isolotti dirimpetto. (L’Airone pp. 761, 762)
Sulle orme degli Estensi tra terra e acqua
E’ COSTITUITO DA TRE PERCORSI FORMATIVI FLESSIBILI
personalizza il tuo percorso di visita e per il preventivo rivolgiti a
Zainetto Verde
puoi scegliere tra ostello e albergo a tre stelle
IL PROGETTO
PF I - NEREO ALFIERI: ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PFII – GIORGIO BASSANI E IL GIARDINO CHE NON C’E’
PF III - RICCARDO BACCHELLI: IL MULINO DEL PO
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Lascia ch`io torni al mio paese sepolto nell`erba come in