Core curriculum La formazione di base ha un cuore antico … Ravenna, 6 settembre 2011 1 Tramonto e ripartenza della scuola di base 2 Verso il tramonto ? 1. La demografica del futuro cambierà le priorità 2. La formazione di base non è più strategica come in passato 3. La scuola di base ha completato la sua espansione e il suo svilluppo. Ha solamente bisogno di buona manutenzione periodica. 4. Le priorità sono altre: il secondo ciclo e il livello terziario (universitario e post secondario) sono le fonti maggiori di preoccupazione. 5. La conquista dell’alfabeto appartiere alle fatiche del secolo scorso. 3 1950-2050: la transizione demografica 100+ 95-99 90-94 85-89 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 2050 1950 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 4 La ripartenza in corso 1. L’allarme per i risultati che non si riescono ad ottenere a conclusione del primo ciclo. 2. La perdita di efficacia del primo ciclo per una preparazione di base per tutti rende impossibile ogni tracciabilità dei percorsi scolastici del singolo studente. 3. Le mancanze nella preparazione di base (strumentale e trasversale) sono un mero costo aggiuntivo dai ritorni incerti (quando, al contrario, l’azione efficace nel primo ciclo è un reale investimento). 4. Il primo ciclo di istruzione è una leva potente ai fini dell’equità. 5. In un perido di crescita del rischio di povertà una buona preparazione di base è un’eredità di pregio da lasciare ai figli. E’ una misura di contrasto al “siamo declinati credendo di crescere” (Revelli). 5 1. Una buona partenza … non per tutti Livello Insufficiente Molto Buono OCSE-PISA 2006 TIMSS 2007 Prova nazionale Lettura Matematica Media Matematica Voto unico 50,9 22,7 32,8 19,6 41,9 21,6 45,0 17,5 36,6 21,7 Insufficienti : per OCSE-PISA livello 1 e inferiore a 1 per la Matematica; il livello 2, il livello 1 e inferiore a 1 delle per la comprensione della lettura; per TIMSS livello Molto basso e basso; per Prova Nazionale voti 4 e 5.Molto Buoni : per OCSE PISA livello 4, 5 e 6 per la matematica e il 4 e 5 per la lettura. Per TIMSS Alto e Molto alto; per Prova Nazionale: Voti 8, 9 , 10. Pur con la necessaria prudenza dovuta alle differenze tra le tre rilevazioni messe a confronto, si riscontra una forte assonanza tra i risultati della Prova nazionale e quelli delle indagini internazionali. Pertanto le informazioni al momento disponibili indicano che i risultati della Prova nazionale sono coerenti con altri indicatori circa la reale consistenza della quota di ragazzi che al termine del primo ciclo presentano gravi deficit di apprendimento. Invalsi, Esame di Stato 1 Ciclo 2009-2010, Prova nazionale. Prime Analisi, 2010. 6 2. Investimenti nella formazione iniziale o costi nel secondo ciclo … Lavorare intensamente ed efficacemente nel primo ciclo significa porre le basi per la riuscita nel percorso scolastico successivo. Intervenire nel secondo ciclo per recuperare ritardi ha un costo elevato e le probabilità di successo sono limitate. James Heckman, premio Nobel per l’economia, ha dimostrato che sono le fasi iniziali della vita quelle in cui l’investimento ha un’elevata probabilità di successo. 7 3. Un tempo che non ritorna: 8.000 ore tra i 7 e i 14 anni Polonia: 4.715 La Polonia offre il 57% a confronto con l’Italia OECD: 6777 Sotto le 6.000 ore la Finlandia e la Corea Italia: 8.316 Israele: 8.541 Risultati PISA 2009 (Matematica) Corea 546 Finlandia 541 Polonia: 495 Italia: 483 OECD, Education Today 2010. The OECD perspective, Paris, OECD, 2011, p.21. 8 4. L’antica capacità di miglioramento … ? Studenti con performance limitata in matematica (PISA, 2003, 2006, 2009) 60 50 50,6 47,4 47,7 41,9 40 35,9 31,932,8 30 24,9 22,2 20 2003 2006 2009 31 28,2 26,3 24,4 16 16,8 18,317,5 15,4 10 0 Italia Nord Ovest Nord Est Centro Sud Sud Isole 9 5. Studenti eccellenti: bravi ma pochi Studenti ad elevata performance in matematica (PISA 2009) Shanghai 50,4 Hong Kong 30,7 Corea S 25,5 Finlandia 21,6 Belgio 20,4 Paesi Bassi 19,8 Germania 17,8 Trento 14 Lombardia 14 Emilia Romagna 15,2 Licei italiani 15,8 Italia 9 OECD 12,7 0 10 20 30 40 50 60 10 Core curriculum: significati diversi Curriculum comune : la scuola è per tutti e deve avere un tracciato comune Curriculum minimo : una soglia di riferimento è a garanzia degli alunni Discipline di base : lingua, matematica e scienze sono aree di apprendimento fondamentale Curriculum equilibrato : la scuola forma persone 11 Perché un core curriculum ? Ragioni filosofiche Motivazioni sociologiche Considerazioni utilitaristiche Esigenze organizzative 12 Core curriculum e scuola La scuola come panacea per risolvere problemi generali La scuola svolge una funzione formativa che ha valore in sè 13 Prammatismo ed equilibrio Valore predittivo delle capacità in alcune discipline Intelligenze multiple Scrivere, leggere e far di conto Creatività ed espressione Valutazione standardizzata Le competenze non riconosciute ………… ……… … 14 “Quando non ci si accontenta di una buona scuola…” ………… … … …. Formazione del carattere Sviluppo della creatività Educare al pensiero Coltivazione dei talenti 15 Core curriculum e curricolo di scuola Per riuscire a migliorare i risultati che una scuola raggiunge occorre tener conto della posizione in cui si trova la scuola. E’ molto difficile raggiungere obiettivi diversi contemporaneamente. 1. La funzionalità organizzativa di ogni scuola è requisito per ogni miglioramento qualitativo. La persistenza di problemi strutturali e funzionali condiziona l’attività della scuola, gli impegni dei dirigenti e l’azione didattica dei docenti. 2. Il raggiungimento di buoni risultati è alla portata della maggior parte delle scuole; si tratta di assicurare organizzazione e regolarità nell’attività didattica e nel lavoro in classe. L’area attorno ai valori medi delle indagini valutative raccoglie le scuole che assicurano livelli adeguati di preparazione. 3. Le scuole che dal “buon livello” tendono all’ “ottimo” o dall’ “ottimo” raggiungono livelli di “eccellenza” dispongono di una robusta capacità strategica ed operano valorizzando progettualità e flessibilità assicurate dall’autonomia. 16 I percorsi di miglioramento E’ tempo di ritornare a riflettere e a intervenire per migliorare le singole scuole, secondo strategie appropriate. Non ci sono istruzioni per l’uso valide universalmente. Verso la sufficienza: è il cammino di quelle scuole che hanno risultati scadenti, che non sono in grado di assicurare una preparazione adeguata alla maggior parte dei propri alunni e che si impegnano in un ciclo di miglioramento. La costruzione di una buona scuola richiede regolarità e costanza. Sistematicità e tenacia nel tempo assicurano le condizioni per risultati positivi per la maggior parte degli studenti. Trasformare una buona scuola in una scuola con ottimi livelli significa sviluppare una strategia continua di avanzamento, con traguardi elevati, impegno professionale dei docenti, La strada verso l’eccellenza presuppone l’adozione di standard elevati, piani di miglioramento continuo e elevata professionalità dei docenti. 17 Percorsi e strategie 1. Dal prescrivere al promuovere: per raggiungere risultati di base generalizzati e adeguati le soluzioni più sistematiche sembrano essere la via obbligata. 2. Dal controllo centrale verso le decisioni a livello di scuola: la discrezionalità delle scuole favorisce le spinte verso l’eccellenza, ma può non essere risolutiva per raggungere le soglie minime. 3. Dalla formazione ‘tecnica’ allo sviluppo professionale: l’insegnare rimane un’arte, ma una tecnica di base è indispensabile per assicurare i traguardi minimi. Standard più elevati, verso l’eccellenza, richiedono elevate professionalità tra i docenti. 4. Dalle indicazioni nazionali al decentramento delle decisioni curricolari e metodologiche: molti paesi che sono riusciti in pochi anni a migliorare e rendere omogenei i risultati scolastici hanno scelto la via di programmi nazionali dettagliati. 5. Da ruoli operativi a compiti strategici dei docenti e dei dirigenti di scuola: la creatività della scuola si rivela efficace quando radicata in buone e solide procedure correnti. 18 1. Ripartiamo dall’ apprendimento Un rapporto OECD (The nature of learning, 2010) denuncia il divorzio tra le routine scolastiche e le teorie dell’apprendimento. Questo gap impedisce il miglioramento. E’ difficile ristabilire una connessione tra le pratiche didattiche e le frontiere della ricerca sull’apprendimento, Ma non ci sono alternative. Lo stesso rapporto, ricordando Piaget. Vigotsky e Bruner come scienziati di riferimento, identifica le prospettive teoriche: Il cognitivismo L’apprendimento cooperativo L’apprendimento basato sulle tecnologie Il ruolo delle emozioni e della motivazione Le basi biologiche dell’apprendimento L’insegnamento basato sulla ricerca Service learning Ruolo della famiglia Valutazione formativa 19 2. Curiamo gli ambienti di apprendimento “chi apprende al centro”: ad elevata focalizzazione sull’apprendimento, ma non come alternativa al ruolo chiave dei docenti. “strutturato e ben costruito”: richiede un’organizzazione accurata e alta professionalità, unitamente all’apprendimento per ricerca e indipendente. “profondamente personalizzato”: sensibile alle differenze individuali e di gruppo e in grado di proposte su misura. inclusivo: la sensibilità per le differenze assicura l’inclusione. sociale: l’apprendimento effettivo avviene in contesti sociali, quando c’è collaborazione e cooperazione con la comunità. 20 3. Assicuriamoci le risorse essenziali Le risorse “semplici” (“Necessary But Not Sufficient” NBNS): ore di lezione, orari, calendario, discipline e ore destinate, numero di insegnanti, spesa procapite, rapporto docenti/studenti, anni di scuola, numero di alunni per classe … Le risorse “composte”: introduzione di tecnologie e capacità di rinnovamento dell’insegnamento; nuove indicazioni e professionalità dei docenti; numero di insegnanti ed efficacia dell’azione didattica; cambiamento nella scuola e posizione dei genitori, alunni e famiglie come possibili risorse. Le risorse “complesse” : leadership autorevole; capacità di valutazione formativa e di pilotaggio della scuola; adozione di nuovi approcci e impostazioni metodologiche (apprendimento cooperativo; intelligenze multiple…); continuità e stabilità dell’azione didattica. Le risorse “immateriali” : qualità dell’interazione docente/alunno, clima di scuola e di classe, immagine pubblica della scuola, “connessione” dell’alunno alla scuola, credibilità e fiducia nella scuola. 21 “Forse sarebbe meglio avvertire i ragazzi che è ora di mettersi a studiare sul serio, in cameretta, a casa propria; che è finita la pacchia, che ognuno deve darsi da fare, che la scuola non è un’arca di Noè dove chiunque si imbarchi può tranquillamente mettersi a prendere il sole, tanto l’elica gira.” Marco Lodoli, 2009, 25 “Contro l’opinione largamente condivisa che il sapere non conti, perché non regala soldi facili o visibilità mediatica, i prof devono recuperare l’orgoglio di ciò che sono, di ciò che amano, della professione che hanno scelto, se l’hanno scelta con convinzione e non solo come ripiego. In mancanza di meglio. Ma anche in quest’ultimo caso, visto che sono arrivati a una laurea, un certo rispetto e fiducia nella cultura devono pure avercelo e, volendo, possono comunicarli agli allievi”. Margherita Oggero, 2008, 48-49. 22