PER UNA STRATEGIA DELLA BILATERALITÀ NELLA FORMAZIONE Una sfida per le parti sociali per la gestione delle dinamiche formative e per la contrattazione Relatore: Michele Del Campo Giovedì 22 maggio 2008 SCHEMA COMUNICAZIONE Introduzione: • Perché la bilateralità • La gestione della formazione attraverso la bilateralità • La gestione della risorsa umana attraverso la contrattazione e il ruolo della formazione 1. INTRODUZIONE ORMAI È RISAPUTO CHE: • La formazione continua ha una connotazione strategica sia per le aziende che per i lavoratori. • Il concetto della bilateralità trova la sua massima espressione in relazione al F.P. • Bilateralità come apprendimento reciproco FONDAMENTO • IERI modificare rapporti e condizioni di lavoro intrinsecamente squilibrati a sfavore dei lavoratori • CONQUISTE DIRITTI VIA LEGISLATIVA • OGGI Esplorazione di spazi di convergenza di obiettivi tra gli attori OPPORTUNITÀ E CONVENIENZE RECIPROCHE. DUE MODI DI GESTIRE LE RISORSE UMANE Acquisizione di diritti Si persegue la conquista dei diritti dei lavoratori a partecipare alle decisioni Tre situazioni: - Alcuni diritti sono riconosciuti - Le rappresentanze collettive negoziano anche su materie e istituti che formalmente o di fatto influiscono su scelte e su processi decisionali - Non vi sono diritti riconosciuti e/o relazioni anti-unions Coinvolgimento del lavoro (integrativa) Situazioni - la partecipazione dei lavoratori non risponde al riconoscimento e alla concessione dei diritti, ma a comportamenti che favoriscono il riconoscimento di status del lavoratore e dell’impresa - Si regge sul coinvolgimento dei dipendenti, che dovrebbe essere tanto più incisivo se si applica a processi organizzativi MIX DELLA TUTELA SINDACALE TRA: PROTEGGERE PROMUOVERE diritti opportunità esiti processi profondità estensione CULTURE E ATTEGGIAMENTI SINDACALI DALLA RIVENDICAZIONE ALLA PARTECIPAZIONE Ripartizione di risorse Esclusività del conflitto Generazione di risorse Conflitto + cooperazione + responsabilità Comportamento di conquista Sentirsi fuori Intervento ex post Convenienza, scambio, sinergia Sentirsi dentro (L’impresa è anche nostra) Intervento ex ante Processo ciclico (a spallate) Ottica a breve termine Esiti: A somma zero, certi, dati Esprimibili in diritti Processo continuo Ottica a medio termine Esiti: A somma variabile, probabili, Variabili, esprimibili in opportunità DEFINIZIONE DI PARTECIPAZIONE ISTITUTI E PRATICHE CON LE QUALI LE PARTI VANNO OLTRE LE DISPOSIZIONI E LE INCOMPLETEZZE DELLE LEGGI E DEI CONTRATTI CHE REGOLANO IL RAPPORTO DI LAVORO RICONOSCIMENTO DELLA SUSSISTENZA DI OBIETTIVI COMUNI CONDIVISIBILI: – solidità competitiva dell’impresa – rispetto e valorizzazione del lavoro PRECONDIZIONE Maggior fiducia tra le parti, da considerare come un bene pubblico. ATTEGGIAMENTI NECESSARI • Superamento dell’indifferenza morale reciproca delle parti • Assunzione libera di responsabilità che ciascuna parte fa propria nei confronti dell’altra 2. PERCHÉ LA BILATERALITÀ I MOTIVI DELLA COSTITUZIONE DELLA LOGICA BILATERALE SI POSSONO TROVARE: • nella storia delle relazioni sindacali (nazionali e locali) – gli attori e la cultura • Fare in periferia ciò che si fa in centro • Presenza di una leadership con una forte legittimazione tecnica, in grado di trascinare le “macchine organizzative” (è il caso della F.P.) INTRODUZIONE LA BILATERALITÀ RISOLVE ANCHE UN PROBLEMA DI RAPPRESENTATIVITÀ Principio della forza Principio della condivisione Esprime l’opinione del più forte, di chi ha potere di veto. È presente l’intero ventaglio di interessi in gioco. La decisione rimanda come strumento principale al veto. La decisione rimanda come strumento principale a un accordo. Io vinco, tu perdi Sul cercare un accordo che massimizza i vantaggi reciproci fra tutte le posizioni. Si cerca una soluzione diversa da tutte quelle di partenza e da un compromesso. Principio della forza Trovare dei compromessi. Indurre ognuno a “essere ragionevole”. Principio della condivisione Massimizzare i vantaggi reciproci. Indurre ognuno a impegnarsi in una indagine comune, rimandando la discussione di merito. Alla fine: produrre un accordo che fa sentire tutti a proprio agio. …. E di gestione delle relazioni sindacali (Dispute di carattere distributivo: somma zero o sistema aperto) Categorie Approcci contrattuale Approcci partecipativi Risultati Vittoria o sconfitta Relazioni ostacolate Partecipazione Mandataria Volontaria Tipo di Interazione Indiretta (es. tramite avvocati) Diretta Faccia a Faccia Procedure e Regole di Base Già stabilite e sempre le stesse Ad hoc. Nuove e concordate per ogni caso Tutti vincono Relazioni incentivate Categorie Metodi per concludere Approcci contrattuale Approcci partecipativi Una autorità impone la soluzione Le parti la concordano volontariamente Ruolo degli Intermediari Nessun ruolo Ruoli molteplici Costi Bassi o moderati nel breve termine, potenzialmente molto alti nel lungo termine Moderati o alti nel breve termine, bassi nel lungo termine Rappresentanza Esponenti eletti su piattaforme politiche generali Scelti ad hoc per ogni singolo caso UN PO’ DI STORIA DUE FASI • Prima del 1993 (funzioni di tipo assicurativo, retributivo e sindacale). • Far fronte all’assenza di ammortizzatori sociali. • Casse edili – Fondo Covelco (commercio) • 1987 – 1988 si afferma nell’artigianato UN PO’ DI STORIA DAL 1993 • accordo interconfederale – Nuove forme di autoregolazione delle parti sociali anche su temi confinanti l’intervento pubblico o addirittura affidamento di funzioni pubbliche alle organizzazioni rappresentative di interessi IRROMPE IL TEMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE E DELLA GESTIONE DEL MERCATO DEL LAVORO. UN PO’ DI STORIA ACCORDO 1996: LA FORMAZIONE PROFESSIONALE NUOVA FONTE DELLA BILATERALITÀ • Si acquisisce una cultura condivisa su: – Il soggetto titolare del diritto alla formazione per tutta la vita – Centralità dello sviluppo del capitale umano nelle politiche attive del lavoro – Enfasi, nelle politiche del lavoro, sull’orientamento e la consulenza individualizzata – Il mercato del lavoro come luogo nel quale estendere ed irrobustire le tutele dei lavoratori PARTI SOCIALI COME “FUNZIONE PUBBLICA” NECESSITÀ DALLA BILATERALITÀ Il lavoratore nella flessibilità ha bisogno di tutele portabili, trasferibili da un posto all’altro, in grado di coprire l’intera carriera professionale. La formazione bene si presta a qualificarsi come una tutela nei processi di transizione lavorativa. LA BILATERALITÀ è fondamentale, in quanto gli attori collettivi, essendo soggetti ad incentivi diversi da quelli delle singole imprese e dei lavoratori individuali, possono essere più lungimiranti e meno esposti all’opportunismo come dimostrano importanti esperienze europee. AREA DI COINVOLGIMENTO DELLE PARTI SOCIALI – Definizione dei fabbisogni professionali – Definizione dei fabbisogni formativi QUESTE FUNZIONI PUBBLICHE SI SONO ESTESE ATTRAVERSO PROCEDURE CONCERTATIVE che hanno come finalità l’allocazione delle risorse pubbliche per la formazione iniziale e Continua. FUNZIONI DEGLI ENTI BILATERALI • PLURALITÀ DI FUNZIONI (Carcano) – Promozione dei servizi – Gestione dei servizi – Pressione – lobbyng per l’allocazione delle risorse – Funzione certificatoria rispetto alla qualità di certi tipi di servizi NATURA DELLA BILATERALITÀ • Essere Luogo di sperimentazione partecipative • Essere luogo di “cogestione” dentro un processo di concertazione e di partecipazione collaborativa (Baglioni) • Si va oltre le tematiche classiche delle relazioni industriali e verso sentieri ancora da esplorare dalla parti sociali. 3. IL SENTIERO DELLA FORMAZIONE COME CONCERTAZIONE - PARTECIPAZIONE • Definizione: Politica di definizione di obiettivi tra soggetti che rappresentano interessi differenti disponibili a convergere verso valori e interessi che vanno a beneficio non solo dei rappresentati, ma dell’intera comunità. 3. IL SENTIERO DELLA FORMAZIONE COME CONCERTAZIONE - PARTECIPAZIONE Metodo che consente: – L’acquisizione di obiettivi generali comuni – La partecipazione delle forze organizzate ai processi fondamentali che orientino nella direzione dello sviluppo del capitale sociale l’uso delle leve delle politiche pubbliche e bilaterali. COSA VUOL DIRE CONCERTARE UN PIANO FORMATIVO? • Essere coscienti che il lavoro è fondamentale per l’impresa o per un territorio • Essere coscienti che il sapere e la conoscenza sono per l’impresa un investimento e non un ammortizzatore • Avere una strategia di qualità • Regolare il rapporto di lavoro non solo con il diritto, ma anche con le opportunità PROCESSO DI CONCERTAZIONE 1 consenso 2 orientamento generale 7 verifica CONCERTAZION E 6 erogazione 3 analisi di dettaglio 4 sintesi (piano) 5 progettazione LA CONCERTAZIONE VA FINALIZZATA Mancanza di efficienza/efficacia Nuovi ingressi BISOGNI FORMATIVI Esigenze espresse dai capi Clima organizzativo Esigenze espresse dal personale Tratto da Cesare Bentivogli LA CONCERTAZIONE VA FINALIZZATA Ruolo dell F. e relative strategie PIANO FORMATIVO DI DETTAGLIO Tempi di realizzazione Risorse disponibili Organizzazione del lavoro Strumentazione Atteggiamenti nei confronti della F. 4. PIANO FORMATIVO COME PIRAMIDE ROVESCIATA DICHIARARE GLI INTENTI DELLE PARTI COMPRENDERE IL CONTESTO CONOSCERE LE STRATEGIE DI AFFRONTAMENTO CONOSCERE L’ORGANIZZAZIONE E LE SUE EVOLUZIONI IPOTIZZARE I FABBISOGNI PROFESSIONALI IPOTIZZARE LE COMPETENZE RICHIESTE DALL’ORGANIZZAZIONE IPOTIZZARE I FABBISOGNI FORMATIVI IPOTIZZARE GLI INTERVENTI FORMATIVI NECESSARI VERIFICARE LA VALIDITA’ DELLE IPOTESI ELABORARE IL PIANO FORMATIVO LA CONTRATTAZIONE. SI RITORNA ALLA PIRAMIDE Erogazione della formazione Monitoraggio Valutazione Impatto professionale sulle persone Impatto organizzativo Gestione delle risorse umane IL RUOLO DELLE PARTI SOCIALI INTERESSI IN GIOCO Qualità dello sviluppo Miglioramento nella competizione Occupabilità dei lavoratori Coesione sociale Negoziazione delle condizioni di lavoro 5. PER CONCLUDERE • Consolidare un patto ancora più forte fra le parti sociali perché anche se non danno prestigio intervengono su alcuni fondamentali beni, che se utilizzati in termini di apprendimento organizzativo possono rafforzare il sistema di relazioni industriali in senso partecipativo. 5. PER CONCLUDERE • Occorre una articolazione organizzativa meno “volontaristica” e più professionale “burocratica”, in grado di dare continuità ai servizi. • Rapportare sempre più l’azione della bilateralità all’azione sindacale. CONTATTI Michele Del Campo F.i.l. spa – Formazione Innovazione Lavoro Tel. 0574 613230 www.filprato.it [email protected]