L’ATTIVITA’ SVOLTA DAL GRUPPO DI LAVORO INTERREGIONALE PER L’ISTITUZIONE DEL CONTROLLO FUNZIONALE E DELLA REGOLAZIONE DELLE MACCHINE IRRORATRICI IN USO IN ITALIA Nel 2005 con lo scopo di evitare di trovarsi impreparati nel recepire la Direttiva 2009/128/CE che prevede il controllo funzionale obbligatorio di tutte le tipologie di irroratrici utilizzate a scopo professionale, è stato attivato dall’ENAMA (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola – www.enama.it), su incarico del MIPAAF, un apposito Progetto, il cui scopo principale era quello di uniformare, a livello nazionale, l’attività di controllo periodico della funzionalità delle irroratrici in uso presso le aziende agricole, attraverso un’azione di concertazione con le Regioni e le Province Autonome. A seguito di tale programma, è stato creato un Gruppo di Lavoro Tecnico interregionale composto da personale incaricato dalle singole Regioni e Province Autonome e da esperti per il supporto tecnico normativo e del Ministero dell’Ambiente. L’attività svolta dal Gruppo di Lavoro ha sinora portato alla realizzazione di una serie di documenti riguardanti sia gli aspetti burocratici dell’attività di controllo sia quelli più prettamente tecnici che hanno consentito alle Regioni che già operavano in tal senso da alcuni anni di avere dei documenti ufficiali di riferimento e, a quelle che intendevano attivare tale iniziativa di venire in possesso di tutte le informazioni tecniche necessarie per organizzare, svolgere e monitorare il servizio stesso. La Direttiva 128 prevede che ogni Stato Membro indichi, all’interno di specifici Piani di Azione Nazionale (PAN), le tipologie di macchine irroratrici per le quali è possibile definire delle periodicità di controllo diverse (B) da quelle contemplate nella Direttiva stessa per le irroratrici “tradizionali”(A) e quelle che possono essere esonerate dal controllo (C). Il GDL ENAMA, partendo dalle indicazioni contenute nella progetto di norma ISO/DIS 16122 sulle modalità di esecuzione del controllo funzionale delle differenti tipologie di macchine irroratrici, ha realizzato uno specifico documento che è stato utilizzato come riferimento di base in sede di PAN. TIPOLOGIA B (**) TIPOLOGIA A (*) • irroratrici per colture arboree compresi i cannoni e la macchine scavallanti • irroratrici per le colture erbacee comprese quelle per il diserbo localizzato sull’interfila o sulla fila di vigneti e frutteti non dotate di schermatura, quelle montate sulle seminatrici, i “trampoli” con calate, i cannoni; • irroratrici per le colture protette fisse o componenti di impianti fissi all’interno delle serre, attrezzature funzionanti senza l’operatore, irroratrici portate dall’operatore, irroratrici portate dal trattore, piccole irroratrici semoventi • attrezzature utilizzate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari in forma solida o granulare; • attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari poco diffuse (es. barre umettanti); • irroratrici spalleggiate a polverizzazione pneumatica e irroratrici con sistema di distribuzione a lancia utilizzate in pieno campo; • irroratrici con schermatura utilizzate per il diserbo localizzato in vigneto e frutteto Il loro impiego crea generalmente limitati rischi per l’ambiente e per la salute e ad oggi manca ancora una metodologia di prova consolidata e standardizzata per effettuarne il loro controllo funzionale. (**) Inizio controlli nel 2018 e intervallo tra due controlli successivi di 5 anni TIPOLOGIA C (***) (*) Da controllare entro il 2016, successivamente un controllo entro il 2020 e poi un controllo ogni 3 anni • irroratrici spalleggiate manuali • irroratrici spalleggiate a motore senza ventilatore (***) Esonerate dai controlli Tra le altre attività svolte e in fase di svolgimento o che potranno essere svolte in futuro grazie a quanto predisposto e deciso in sede di GDL ENAMA si ricordano: 1. creazione e periodico aggiornamento di un database nazionale dei Centri Prova e dei tecnici abilitati (www.enama.it/it/irroratrici.php) 2. Messa a punto di un sistema per la raccolta elettronica dei dati a livello nazionale dei controlli funzionali effettuati, al fine di monitorare l’attività svolta in Italia; 3. Organizzazione di corsi di formazione ed aggiornamento per i formatori (ovvero personale che si occupa della formazione e dell’abilitazione dei tecnici nelle singole Regioni e Province Autonome); 4. Certificazione Enama di conformità dell’attività svolta dai Centri prova (su richiesta del Centro Prova); 5. Pianificazione territoriale delle esigenze di nuovi tecnici e Centri prova nelle differenti regioni; 6. Collaborazione alla stesura del Piano di Azione Nazionale (PAN) per quanto riguarda gli art. 8 e 13 della Direttiva 2009/128/CE.