EBRAISMO Popolo? Cultura? Religione? EBREO-GIUDEO-ISRAELIANO Ebreo è chi nasce da madre ebrea (o chi si converte secondo le regole) Giudeo è sinonimo di ebreo Israeliano è ogni cittadino dello Stato di Israele (anche non ebreo) ISRAELE ISH – R’AH – ’EL Uomo che “ha visto/vede” Dio Uomo che “ha lottato/lotta” con Dio e con gli uomini e ha vinto/ vince (cf. Gen 32,29) GIACOBBE - ISRAELE Chagall, Il dono della Torah al Sinai TORAH (Insegnamento divino rivelato al Sinai) POPOLO TERRA TORAH POPOLO TERRA Non c’è ebraismo senza ebrei L’unico luogo “sacro” è il Tempio a Gerusalemme (muro occidentale) La Terra di Israele (’eretz Jisra’el) è diversa dal resto della terra creata (’adamah) La Sinagoga è un luogo di riunione •per ritrovarsi •per studiare •per pregare •per festeggiare Custodisce il rotolo sacro della Torah ma non è il Tempio Sinagoga maggiore di Milano Venezia - Scola Spagnola La proclamazione della Torah “Faremo e ascolteremo” (Es 24,7) è l’impegno assunto al Sinai Chagall, Il dono della Torah al Sinai La Torah (Insegnamento divino rivelato al Sinai) È la Ketubbah, il “patto di nozze”, fra Dio e il suo popolo Il giudaismo rabbinico Il commento della Torah e la tradizione interpretativa attraverso il midrash Tradizione e trasmissione dal Sinai in prospettiva universale una rivelazione in 70 lingue…. (Midrash Rabbah su Es 20,18) per Israele e per l’umanità la “via” di Israele è il “particolare” voluto esplicitamente da Dio (Es 19,5-6) Rivelazione al Sinai Torah scritta Torah orale Trasmissione Mishnah Codificazione Torah orale – II sec. e.v. Talmud Palestinese e Babilonese discussioni sulla Mishnah – V-VIII sec. e.v. Responsi rabbinici tutt’ora in corso Una pagina del Talmud Per trasmettere la Torah e la sua realizzazione nella vita “faremo e ascolteremo…” (Es 24,7-8) prassi codificata 613 precetti Magistero? Il concetto è molto ampio: comprende sia gli insegnamenti che vengono dai maestri autorevoli che dal popolo IL “PRECETTO” DELL’AMORE (Lv 19,18) è la sintesi di tutti i precetti: “Quello che non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri. Questa è tutta la Torah. Il resto è commento…” (Insegnamento del maestro Hillel, contemporaneo di Gesù di Nazaret, ripreso nel Talmud Babilonese, Shabbat 31a – cf. Mt 7,12) RAPPORTO EBREI-NON EBREI: Particolarismo ebraico Elezione/separazione per un servizio (Es 19,5-6) Universalità della salvezza Offerta a tutti ma per “vie” diverse I SETTE PRECETTI DI NOÈ per riconoscere i “giusti fra le nazioni”, i “timorati di Dio” (cf. At 2,11 e 10,2) “I nostri dottori hanno detto che sette comandamenti sono stati imposti ai figli di Noè: il primo prescrive loro di istituire magistrati; gli altri sei proibiscono: 1. Il sacrilegio 2. Il politeismo 3. L’incesto 4. L’omicidio 5. Il furto 6. L’uso della membra di un animale vivo”. Talmud Babilonese, Sanhedrin, 56b PARTICOLARISMO Per la coscienza della propria identità Come presupposto per una relazione Per un messaggio universale nel rispetto delle diversità UNIVERSALISMO IN UN ORIZZONTE RELAZIONALE L’universale “passa” dal particolare L’universale non deve assimilare a sé ma promuovere relazioni La pluralità è un valore che favorisce il confronto e il dialogo Il ruolo della donna: educare i figli secondo la Torah L’accensione delle candele un gesto sacro femminile Il bar-mitzwah – la maturità religiosa Il tallit e i tefillin Un bar-mitzwah tradizionale Bar-mitzwah nell’ebraismo riformato Rabbi Barbara Aiello